[Nonviolenza] Una lettera aperta al Presidente della Repubblica



 

Egregio Presidente della Repubblica,

 

lei sa, come tutti sappiamo, che vi è un solo modo per far cessare la strage dei migranti nel Mediterraneo: ed è consentire a tutti gli esseri umani di giungere in Italia e quindi in Europa in modo legale e sicuro.

Questo annienterebbe il business delle mafie dei trafficanti di esseri umani; questo salverebbe innumerevoli vite.

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Certo, questo implica assumersi una responsabilità dinanzi all'umanità, la responsabilità di prendere sul serio gli impegni scritti nella Carta delle Nazioni Unite, nella Dichiarazione universale dei diritti umani, nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, nella Costituzione della Repubblica Italiana, che tutte a questo fine supremo sono ordinate: salvare le vite umane, promuovere la civile convivenza, la solidarietà, la giustizia.

Certo, questo implica una politica internazionale non più di guerra, ma di cooperazione; non più fondata sullo scellerato principio "mors tua, vita mea" ma sul suo opposto: "non uccidere"; non più ispirata allo sciagurato motto "si vis pacem, para bellum" ma sul suo opposto: "ama il prossimo tuo come te stesso"; in breve: una politica internazionale non più supina alla violenza, ma che sceglie con piena coscienza la nonviolenza; una politica internazionale finalmente degna dell'umanità.

Possa l'Italia fare questa scelta: ogni vittima ha il volto di Abele; salvare le vite è il primo dovere.

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Egregio Presidente della Repubblica,

voglia ascoltare queste parole.

Voglia impegnarsi a tal fine.

E gradisca distinti saluti,

 

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

 

Viterbo, 30 maggio 2015

 

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, centropaceviterbo at outlook.it, crpviterbo at yahoo.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/