[Nonviolenza] Telegrammi. 1761



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1761 del 18 settembre 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Un resoconto della riunione del 17 settembre 2014 del "Tavolo per la Pace" di Viterbo

2. Alcune iniziative per la pace: dal 21 settembre al 2 ottobre, al 19 ottobre, al 4 novembre, al 25 novembre

3. Per una riflessione sull'azione diretta nonviolenta (1999)

4. Segnalazioni librarie

5. La "Carta" del Movimento Nonviolento

6. Per saperne di piu'

 

1. INCONTRI. UN RESOCONTO DELLA RIUNIONE DEL 17 SETTEMBRE 2014 DEL "TAVOLO PER LA PACE" DI VITERBO

 

Un resoconto della riunione del 17 settembre 2014 del "Tavolo per la Pace" di Viterbo.

Il prossimo incontro si terrà mercoledì primo ottobre con inizio alle ore 17,15.

Giovedì 2 ottobre, nella Giornata internazionale della nonviolenza, nel pomeriggio si terrà a Viterbo presso la Sala Regia di Palazzo dei Priori l'iniziativa promossa dal "Tavolo per la pace" e dal Comune di Viterbo.

1. Mercoledì 17 settembre 2014 si è svolta una riunione del "Tavolo per la Pace" promosso dal Comune di Viterbo cui prendono parte le rappresentanti ed i rappresentanti di varie associazioni impegnate per la pace, la solidarietà, i diritti umani e la nonviolenza.

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2. L'incontro si è aperto con un giro di presentazione delle persone presenti, delle associazioni da esse rappresentate, delle attività dalle associazioni svolte.

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3. Paolo Moricoli ha illustrato lo stato di preparazione dell'iniziativa per la celebrazione della Giornata internazionale della nonviolenza del 2 ottobre e per la partecipazione alla Marcia della pace Perugia-Assisi del 19 ottobre; ha inoltre riproposto l'esigenza - condivisa da tutte le persone partecipanti - che dopo la  marcia Perugia-Assisi col metodo del consenso si definiscano più precisamente lineamenti orientativi, modalità organizzative e forme di rappresentanza del "Tavolo per la pace".

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4. Riferito del consenso del Sindaco alle quattro proposte di attribuzione del riconoscimento della città per l'impegno per la pace e i diritti umani, sono state lette le motivazioni delle stesse; successivamente è stata letta una lettera indirizzata da Anna Maghi al Tavolo, ascoltata da tutte le persone partecipanti con viva commozione e sincera gratitudine.

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5. E' stato poi definito il programma dell'iniziativa del 2 ottobre presso la Sala Regia del Comune, iniziativa che è insieme celebrazione della Giornata internazionale della nonviolenza (istituita dall'Onu nella data dell'anniversario della nascita di Gandhi); presentazione e sostegno alla marcia della pace Perugia-Assisi che si svolgerà il 19 ottobre; presentazione pubblica del "Tavolo per la pace" di Viterbo; espressione dell'impegno per la pace del Comune e quindi della città di Viterbo; occasione del conferimento da parte del Sindaco di un riconoscimento della città a quattro persone che si sono particolarmente impegnate per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: Umbertina Amadio, don Dante Bernini, Osvaldo Ercoli, Anna Maghi.

Si è raggiunto il consenso sulla seguente proposta di organizzazione della giornata:

a) l'iniziativa si svolgerà nel pomeriggio tra le ore 17 e le ore 19;

b) l'incontro sarà presieduto e gli interventi degli oratori e delle oratrici saranno presentati da Paolo Moricoli, sia come consigliere comunale delegato alle attività per la pace e i diritti umani, sia come rappresentante del "Tavolo per la pace";

c) gli interventi avranno la seguente scansione:

- saluto del sindaco Leonardo Michelini;

- intervento dell'assessore Fabrizio Fersini, promotore del "Tavolo per la pace", sull'origine e le finalità del Tavolo stesso;

- intervento di Valentina Bruno, a nome del "Tavolo per la pace", sull'attività e la riflessione del Tavolo;

- intervento di Paolo Moricoli sulla Marcia della Pace Perugia-Assisi e sull'impegno del Comune e del "Tavolo per la pace" a sostegno della marcia e delle iniziative ad essa collegate (come la proposta di legge per il diritto alla pace e come l'impegno del "Cordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani");

- Flavia Barcherini presenta Umbertina Amadio;

- il sindaco consegna il riconoscimento ad Umbertina Amadio;

- Umbertina Amadio pronuncia alcune parole di accettazione e riflessione;

- Mario Di Marco presenta Osvaldo Ercoli;

- il sindaco consegna il riconoscimento ad Osvaldo Ercoli;

- Osvaldo Ercoli pronuncia alcune parole di accettazione e riflessione;

- Flavia Barcherini presenta Anna Maghi;

- il sindaco consegna il riconoscimento ad Anna Maghi;

- Anna Maghi pronuncia alcune parole di accettazione e riflessione;

- Mario di Marco presenta don Dante Bernini;

- il sindaco consegna il riconoscimento a don Dante Bernini;

- don Dante Bernini svolge a nome di tutte le persone presenti impegnate per la pace e i diritti umani una meditazione che costituirà anche il momento culminante della celebrazione della Giornata internazionale della nonviolenza;

- Paolo Moricoli conclude l'incontro, rinnovando l'invito alla partecipazione alla Marcia della Pace Perugia-Assisi.

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6. Nel corso dell'incontro come di consueto si è efficacemente utilizzata, per fondamentale scelta condivisa dei partecipanti al Tavolo, la tecnica deliberativa nonviolenta del metodo del consenso.

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7. Nel corso dell'incontro è stato annunciato l'incontro di mercoledì 24 settembre del "Comitato Palestina libera" alle ore 17,30 presso il circolo Arci "Biancovolta" in via delle Piagge a Viterbo (per ulteriori informazioni e per contatti: pieroarcangeli at libero.it), incontro in cui tra altre rilevanti iniziative si organizzerà anche una cena di solidarietà prevista per sabato 11 ottobre dalle ore 19-20 presso il circolo Arci "Il cosmonauta" a Pianoscarano.

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8. Al termine dell'incontro sono state definite le forme di pubblicizzazione dell'iniziativa del 2 ottobre ed è stato stabilito che il relativo materiale verrà distribuito non appena pronto; per quanto non previsto le modalità di distribuzione si concorderanno per telefono ed e-mail.

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9. Le persone partecipanti hanno espresso ancora una volta la loro solidarietà a tutte le vittime delle guerre e delle dittature, del razzismo e delle persecuzioni, dello sfruttamento schiavista e della devastazione della biosfera, della violenza maschilista (che negando pienezza ed eguaglianza di diritti a metà del genere umano spacca in due l'umanità istituendo una relazione oppressiva e deumanizzante che di tutte le altre forme di violenza è radice); le persone partecipanti hanno pertanto altresì espresso ancora una volta il loro impegno in difesa della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani.

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10. Immediatamente prima della conclusione dell'incontro è stato stabilito che il prossimo incontro del "Tavolo per la Pace" di Viterbo si terrà mercoledì primo ottobre, con inizio alle ore 17,15, sempre presso il Palazzetto della Creatività in via Carlo Cattaneo 9 (sito nell'area del complesso scolastico degli istituti comprensivi Canevari e Vanni).

In quella occasione verranno definiti gli ultimi aspetti della giornata del 2 ottobre e - se ve ne sarà tempo e modo - verranno esaminati gli altri argomenti già posti all'ordine del giorno delle riunioni del Tavolo; ergo:

I. gli ultimi dettagli dell'iniziativa del 2 ottobre e gli ulteriori passi del percorso verso la marcia della pace Perugia-Assisi;

II. la prosecuzione dell'iniziativa per la delibera "per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunità viterbese ha una relazione significativa e quindi impegnativa";

III. il sostegno al percorso amministrativo per la tempestiva istituzione della Consulta per l'immigrazione;

IV. il sostegno al percorso amministrativo per la realizzazione dello sportello comunale di informazione ed assistenza per le persone immigrate;

V. il sostegno alla proposta di promuovere incontri di conoscenza e condivisione, di riconoscimento della comune appartenenza alla città e quindi alla comunità viterbese di tutte le persone e le comunità culturali variamente aggregate che nel territorio vivono;

VI. il sostegno al percorso tecnico ed amministrativo per la revoca degli atti amministrativi pregressi che configurino palesi violazioni dei diritti umani ovvero siano in contrasto con le guarentigie stabilite erga omnes nella Costituzione della Repubblica Italiana;

VII. naturalmente l'incontro sarà anche occasione, come di consueto, per scambiarsi informazioni sulle iniziative realizzate, in corso e in programma da parte dei vari soggetti che partecipano al Tavolo;

VIII. ed ovviamente sarà anche possibile trattare gli ulteriori argomenti su cui vi fosse la disponibilità dei partecipanti (e sono naturalmente molti: da un approfondimento del concetto di pace, all'impegno specifico contro la guerra, all'avvio di un percorso di formazione alla nonviolenza, al recupero di altri argomenti accennati in precedenti riunioni ma poi non sviluppati).

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11. Per ogni comunicazione il punto di riferimento è come sempre Pigi Moncelsi: tel. 0761348590, cell. 3384613540, e-mail: pmoncelsi at comune.viterbo.it

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Come di consueto questo breve resoconto della riunione è stato redatto a memoria da una delle persone partecipanti, e non impegna le altre persone presenti; si confida tuttavia che esso riporti correttamente - per quanto sinteticamente - l'essenziale di ciò che è stato esposto e concordato nel corso della riunione; ovviamente si esprime fin d'ora sincera gratitudine a tutte le persone che volessero correggere o aggiungere qualcosa.

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Allegato: Bozza della lettera che verrà inviata dal Tavolo al sindaco (nel testo definitivo verranno inserite le denominazioni di tutte le associazioni che attualmente già partecipano al "Tavolo per la pace", fermo restando che il Tavolo è aperto ad ogni ulteriore partecipazione e si auspica che sempre più persone ed esperienza vi prendano parte).

Al Sindaco del Comune di Viterbo

Oggetto: Proposta di attribuzione di un riconoscimento per il loro impegno per la pace e i diritti umani a quattro egregie personalità in occasione della celebrazione il 2 ottobre 2014 a Viterbo della Giornata internazionale della nonviolenza indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi.

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Egregio Sindaco,

facendo seguito all'incontro del 23 luglio 2014, il "Tavolo per la Pace" di Viterbo (promosso dal Comune di Viterbo ed a cui prendono parte le rappresentanti ed i rappresentanti di varie associazioni impegnate per la pace, la solidarietà, i diritti umani e la nonviolenza) in occasione della celebrazione a Viterbo il 2 ottobre 2014 della Giornata internazionale della nonviolenza (indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi), propone che il Comune di Viterbo attribuisca un riconoscimento ad alcune persone legate alla nostra città da un vincolo profondo di sentimenti e di opere che si sono particolarmente distinte nell'impegno per la pace e i diritti umani.

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Impegno per la pace e i diritti umani

Impegno per la pace e i diritti umani che si è estrinsecato nell'ampiezza e nella pienezza dell'azione in difesa della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani, nel riconoscimento che tutti gli esseri umani appartengono alla medesima umanità e pertanto tutti sono eguali nel loro statuto di persone, e quindi nel loro inalienabile diritto al rispetto e alla solidarietà.

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Opposizione alla guerra, al razzismo, al maschilismo

Impegno per la pace e i diritti umani che quindi si è espresso nell'opposizione alla guerra ed a tutte le uccisioni, nell'opposizione al razzismo ed a tutte le persecuzioni, nell'opposizione alla violenza maschilista ed al femminicidio che ne è l'esito più atroce.

Vi è infatti un nesso tra guerra, razzismo e maschilismo: tutte e tre queste forme di oppressione e violenza negano la dignità della persona umana, deumanizzano una parte dell'umanità fino a giungere al suo criminale annientamento.

Infatti la guerra deumanizza gli esseri umani considerati "nemici"; il razzismo deumanizza gli esseri umani considerati "altri" rispetto ad una singola comunità; il maschilismo deumanizza metà del genere umano considerando le donne "inferiori" agli uomini (così peraltro deumanizzando altresì l'intero genere umano pretendendo di trasformare tutte le donne in vittime designate e tutti gli uomini in complici dell'oppressione esercitata in loro nome: ne consegue altresì che il maschilismo nel corso della storia è la prima radice di ogni altra forma di oppressione e violenza, e che non si può realizzare una società giusta e una civile convivenza se non si riconosce l'eguaglianza di diritti e di doveri di tutti gli esseri umani).

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Solidarietà concreta, azione educativa, promozione della legalità, difesa della biosfera

Impegno per la pace e i diritti umani che peraltro si realizza anche nella solidarietà concreta, nell'azione educativa, nella promozione della legalità, nella difesa della biosfera.

Nella solidarietà concreta, ovvero nella condivisione dei beni, nell'ascolto reciproco, nell'aiuto donato da chi ne ha la possibilità a chi ne ha bisogno, nell'accoglienza e nell'assistenza che rendono effettivo e quindi efficace nella prassi il dovere universale di soccorrere e sostenere chi è nel dolore, nella paura, nell'oppressione; solidarietà concreta che è responsabilità che agisce, umanità che si riconosce.

Nell'azione educativa che tramanda la civiltà umana, consente la socializzazione, dà senso all'esistenza delle persone, appronta strumenti critici di comprensione ed interpretazione del mondo e di giudizio e condotta morale e civile nella società (e peraltro ogni azione buona, in quanto costituisce un esempio ed un'ispirazione per altri esseri umani, è sempre anche intrinsecamente educativa, ovvero testimonianza esortativa al vero, al giusto, al bene).

Nella difesa e nella promozione della legalità, in quanto garanzia della civile convivenza ed in quanto protezione del debole dall'arbitrio del forte: solo nella legalità è possibile la democrazia, solo nella democrazia è possibile l'autentica partecipazione di ogni persona al governo responsabile e adeguato della cosa pubblica ed alla condivisione del bene comune.

Nel rispetto e nella difesa della biosfera, che è sia la casa comune dell'umanità sia l'insieme del mondo vivente cui la stessa umanità appartiene: se non si difende l'ambiente naturale dalle devastazioni e dalle distruzioni si mette in pericolo la stessa sopravvivenza dell'umanità: è quindi palese il legame tra rispetto della natura e rispetto dell'umanità, tra ambiente e diritti umani, tra pace fra gli esseri umani e pace con la natura.

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Uscire dalla spirale della violenza con la scelta della nonviolenza

Infine, impegno per la pace e i diritti umani significa testimoniare la possibilità e costruire la realtà di un movimento ad un tempo antropologico e storico, morale e civile, che consiste nell'uscire dalla spirale distruttiva della violenza con la scelta di amore per l'umanità della nonviolenza.

Intendendo la nonviolenza nel senso forte ed autentico del termine: opposizione a tutte le violenze; responsabilità per gli altri esseri umani e per il mondo vivente; azione buona, giusta e misericordiosa; inveramento pieno e limpido dei principi di libertà, uguaglianza, fratellanza e sorellanza enunciati in tutti i monumenti del costituzionalismo moderno tra cui la Costituzione della Repubblica Italiana.

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Egregio Sindaco,

le persone che proponiamo alla sua attenzione di primo cittadino e primo amministratore del Comune di Viterbo, affinché la città attribuisca loro un riconoscimento per il loro generoso e luminoso impegno per la pace e i diritti umani, sono le seguenti:

la professoressa Umbertina Amadio;

il vescovo Dante Bernini;

il professor Osvaldo Ercoli;

la signora Anna Maghi.

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E le motivazioni che proponiamo per l'attribuzione del riconoscimento sono le seguenti:

- Alla professoressa Umbertina Amadio,

all'impegno prezioso, alla dignità con cui ha costruito e trasmesso conoscenza a tutte le persone che hanno avuto la fortuna di averla come insegnante. All'ironia leggera e alla chiarezza della sua visione, alla sua fiducia in un futuro migliore per tutte e tutti noi. Alla riservatezza con cui ha sostenuto sogni e progetti, sempre donando senza che la sua mano sinistra sapesse cosa facesse la sua mano destra. E ricordando altresì come abbia preso parte all'impegno di pace a Viterbo non solo con l'attività educativa, psicagogica, rischiaratrice delle intelligenze e formatrice delle coscienze, ma anche partecipando direttamente in anni dolorosi di generale profondo smarrimento alle limpide iniziative del movimento che si opponeva alle guerre e alle stragi, proponeva la scelta della nonviolenza e si impegnava in modo nitido e intransigente in difesa della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani,

la città di Viterbo grata per il suo impegno di pace.

- A monsignor Dante Bernini,

vescovo emerito della diocesi di Albano, già presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Italiana e già membro della "Comecé" (Commission des Episcopats de la Communauté Européenne), una delle figure più illustri dell'impegno di pace, solidarietà, nonviolenza, che nell'arco dell'intera sua vita come sacerdote e come docente è stato costantemente impegnato per la pace e per la giustizia, nella solidarietà con i sofferenti e gli oppressi, nell'impegno per la salvaguardia del creato, nella promozione della nonviolenza, unendo all'adempimento scrupoloso dei prestigiosi incarichi di grande responsabilità un costante ascolto di tutti coloro che a lui venivano a rivolgersi per consiglio e per aiuto, a tutti sempre offrendo generosamente il suo conforto e sostegno, la sua parola buona e luminosa e l'abbraccio suo saldo e fraterno,

la città di Viterbo grata per il suo impegno di pace.

- Al professor Osvaldo Ercoli,

già professore amatissimo da generazioni di allievi, già pubblico amministratore di adamantino rigore morale e di strenua dedizione al bene comune, impegnato nel volontariato e nella difesa dell'ambiente e dei diritti di tutti gli esseri umani, animatore di molteplici iniziative di pace e di solidarietà, generoso educatore attraverso la parola e l'esempio al ragionamento logico come al dovere morale e all'impegno civile, di saggezza e mitezza maestro, testimone fedele dell'amore per il vero ed il giusto, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto a chiunque ne avesse bisogno come nel contrastare menzogne e violenze, sempre avendo a cuore la dignità umana di tutti e di ognuno, la civiltà come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanità intera,

la città di Viterbo grata per il suo impegno di pace.

- Ad Anna Maghi,

alla forza delle sue visioni, delle lucide utopie che ha rincorso fino a raggiungerle. All'impegno senza compromessi per la costruzione di un mondo migliore, perché la voce delle donne, nella loro specifica e preziosa unicità, venisse ascoltata forte, qui come nel resto del mondo. All'opposizione netta alle guerre, alle ingiustizie, alle violenze. All'amore infinito per la libertà. Alla capacità inesausta di intessere relazioni, e di condurre con sé tutte noi. Per aver fatto nascere e per far vivere ogni giorno Erinna, l'associazione di donne contro la violenza alle donne ed il centro antiviolenza, luogo di comunicazione, solidarietà ed iniziativa tra donne, e preziosa risorsa in questa città per l'umanità intera. Di innumerevoli iniziative cittadine di pace e di solidarietà e di nonviolenza - dalle Donne in nero a Psichiatria democratica - inesauribile animatrice e cuore chiaroveggente,

la città di Viterbo grata per il suo impegno di pace.

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Egregio Sindaco,

ringraziandola fin d'ora per l'attenzione e l'impegno, e restando a disposizione per ogni ulteriore interlocuzione, voglia gradire distinti saluti

per il "Tavolo per la pace" di Viterbo

Paolo Moricoli

Viterbo, 17 settembre 2014

 

2. INIZIATIVE. ALCUNE INIZIATIVE PER LA PACE: DAL 21 SETTEMBRE AL 2 OTTOBRE, AL 19 OTTOBRE, AL 4 NOVEMBRE, AL 25 NOVEMBRE

 

Una manifestazione nazionale per la pace a Firenze il 21 settembre; la Giornata internazionale della nonviolenza il 2 ottobre; la marcia Perugia-Assisi il 19 ottobre; l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" di commemorazione nonviolenta di tutte le vittime di tuttte le guerre il 4 novembre; il 25 novembre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Sono alcune delle iniziative di pace dei prossimi mesi.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

3. REPETITA IUVANT. PER UNA RIFLESSIONE SULL'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA (1999)

[Dal nostro lavoro "La nonviolenza contro la guerra..." riportiamo alcuni stralci dal capitolo 9, piu' volte utilizzati]

 

Premessa. Questa breve presentazione dell'azione diretta nonviolenta intende offrire di essa un quadro certamente assai schematico ma speriamo sufficientemente orientativo.

1. Parte prima: cosa e' l'azione diretta nonviolenta

1.1. Una semplice definizione: azione: ovvero intervento attivo in situazione di conflitto; diretta: ovvero assunzione personale di responsabilita', rifiuto della delega e rifiuto del comodo alibi della propria estraneita', della propria incompetenza; nonviolenta: ovvero che ripudia la violenza e che punta a ridurre e tendenzialmente abolire la violenza, l'ingiustizia, l'alienazione.

1.2. Alcune caratteristiche della lotta nonviolenta: negare il consenso all'ingiustizia; coerenza tra mezzi e fini; forza della verita'; lotta come amore.

1.3. Alcune esperienze di lotta nonviolenta: (...)

1.4. Metodi di lotta nonviolenta: l'esempio; l'educazione; la persuasione; lo sciopero; la noncollaborazione; il boicottaggio; la disobbedienza civile.

1.5. Cosa si richiede a chi voglia usare la nonviolenza come strumento di lotta: disponibilita' a soffrire anziche' a far soffrire; rispetto dell'altro e di ogni essere umano; rinuncia agli alibi, assunzione di responsabilita'; pazienza e ironia; capacita' di ascolto delle ragioni altrui e di relativizzare il proprio punto di vista; tenere sempre aperta la comunicazione; disciplina e rigore intellettuale e morale.

2. Parte seconda: piano per la realizzazione di un'azione diretta nonviolenta

2.1. La preparazione

2.1.1. Lo studio preliminare: lo studio della situazione; la definizione precisa di obiettivi chiari e realisticamente perseguibili.

2.1.2. L'organizzazione preliminare: la discussione con il metodo del consenso; la consapevolezza e la responsabilita'; costruire l'affinita' tra i partecipanti all'azione.

2.1.3. Il programma preliminare: il programma costruttivo; i fini sovraordinati; la scelta delle tecniche e la loro progressione; il ventaglio degli esiti possibili e la realistica valutazione di ognuno di essi.

2.1.4. Il negoziato come obiettivo costante: mettere sempre in rilievo le cose condivise; puntare sempre ad un accordo; dare sempre alla controparte una via d'uscita; garantire sempre la limpidezza dei propri comportamenti; non minacciare mai la distruzione dell'avversario.

2.1.5. L'addestramento: sapere cosa si fa, perche' e come; la fiducia reciproca; conoscenza delle tecniche di lotta; la disciplina collettiva; la comunicazione; le tecniche di addestramento (giochi di fiducia, giochi di ruolo, studio di casi, addestramento alla comunicazione, addestramento alla presa rapida di decisioni, addestramento ai processi decisionali consensuali; addestramento all'ascolto attivo, addestramento al controllo delle emozioni in situazioni conflittuali, addestramento alla ricerca di soluzioni creative in situazioni conflittuali, contraddittorie e confuse,  etc.); la creativita' e la responsabilita'.

2.1.6. Ulteriori questioni organizzative e logistiche: importanza fondamentale delle procedure democratiche: metodo del consenso, gruppi di affinita', partecipazione di tutti alla discussione e alle decisioni, sperimentazione della rotazione negli impegni, costruzione di rapporti di lealta' e fiducia; la direzione del movimento: uso di portavoce e loro agevole sostituibilita'; i gruppi di sostegno: loro definizione, loro compiti, possibili evoluzioni; la sensibilizzazione delle persone variamente coinvolte ed i rapporti con i mezzi d'informazione; studio della situazione dal punto di vista legale; preparazione e garanzia di una costante assistenza (legale, medica, etc.) ai partecipanti all'azione; previsione della reazione altrui, della possibile violenza altrui, delle possibili rappresaglie altrui, e definizione precisa della condotta nonviolenta da seguire; previsione degli sviluppi dell'azione e controllo di essi; definizione di principi rigidi da cui nessuno dei partecipanti all'azione puo' derogare; previsione degli scenari in presenza dei quali l'azione deve essere interrotta.

2.1.7. La definizione del piano di lavoro e la sua flessibilita': obiettivi realistici; progressione dell'iniziativa; consapevolezza della compresenza di piu' obiettivi: formazione, educazione, dimostrazione della rottura della complicita', etc.; fino agli obiettivi piu' precisi e specifici (anch'essi con vari livelli); la cosa decisiva: mantenere l'iniziativa strategica, non essere subalterni.

2.2. L'azione: informazione preliminare a tutti; proposta preliminare alla controparte; inizio e svolgimento dell'azione; tenere sempre aperta la comunicazione; non essere ipocriti, confusi o comunque equivocabili; saper affrontare le provocazioni, la violenza altrui, le rappresaglie (debolezza dell'azione diretta nonviolenta dinanzi alle provocazioni: fare di questa debolezza una forza; saper dare una risposta nonviolenta alla eventuale violenza altrui; preventivare le rappresaglie e depotenziarne cosi' l'efficacia); proseguire la discussione anche nel corso dell'azione; saper negoziare; saper affrontare il prolungarsi della lotta; saper concludere la lotta.

2.3. La valutazione

2.3.1. Criteri della valutazione: risultati concreti; valore educativo; limitazione delle sofferenze; sensibilizzazione e coinvolgimento di altri.

2.3.2. La valutazione come occasione di riflessione e di approfondimento.

2.3.3. La valutazione come occasione di democrazia e responsabilita'.

2.3.4. La valutazione come preparazione a lotte ulteriori.

3. Parte terza: alcuni altri temi di riflessione e di studio: complessita' e fallibilismo; comunicazione ed interazione; democrazia e dignita' umana; il principio responsabilita'.

4. Parte quarta: alcune schede integrative

4.1. Dalla Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace

4.1.1. L'azione diretta nonviolenta: una sintesi in nove punti. Per una prima informazione una utile sintesi e' offerta dal fondamentale lavoro di Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta, vol. I, alle pp. 132-133, che qui riassumiamo: "E' opinione comune che l'azione nonviolenta possa portare alla vittoria solo in tempi molto lunghi, piu' lunghi di quelli necessari alla lotta violenta. Cio' puo' essere vero in alcuni casi, ma non e' necessariamente sempre cosi' (...). Esaminando e correggendo i pregiudizi nei confronti dell'azione nonviolenta siamo spesso in grado di farne risaltare con piu' evidenza le caratteristiche positive: 1. (...) questo metodo non ha niente a che vedere con la passivita', la sottomissione e la codardia; queste devono essere prima rifiutate e vinte, proprio come in un'azione violenta. 2. L'azione nonviolenta non deve essere messa sullo stesso piano della persuasione verbale o puramente psicologica (...); e' una sanzione e un metodo di lotta che comporta l'uso del potere sociale, economico e politico e il confronto delle forze in conflitto. 3. L'azione nonviolenta non si basa sul presupposto che l'uomo sia fondamentalmente "buono", ma riconosce le potenzialita' umane sia al "bene" che al "male" (...). 4. Coloro che praticano l'azione nonviolenta non sono necessariamente pacifisti o santi; l'azione nonviolenta e' stata praticata il piu' delle volte e con successo da gente "qualsiasi". 5. Il successo di un'azione nonviolenta non richiede necessariamente (sebbene possa esserne facilitato) basi e principi comuni o un alto grado di comunanza di interessi e di vicinanza psicologica tra i gruppi in lotta (...). 6. L'azione nonviolenta e' un fenomeno occidentale almeno quanto orientale (...). 7. L'azione nonviolenta non si basa sul presupposto che l'avversario si astenga dall'uso della violenza contro i nonviolenti, ma prevede di dover operare, se necessario, contro la violenza. 8. Non c'e' nulla nell'azione nonviolenta per prevenire che venga usata tanto per cause "buone" quanto per cause "cattive", sebbene le conseguenze sociali in quest'ultimo caso siano molto diverse da quelle provocate dalla violenza impiegata per lo stesso scopo. 9. L'azione nonviolenta non serve solo nei conflitti interni a sistemi democratici, ma e' stata largamente praticata contro regimi dittatoriali, occupazioni straniere e anche contro sistemi totalitari".

4.1.2. Le tecniche della nonviolenza. Il piu' ampio repertorio di tecniche della nonviolenza e' costituito dal secondo volume della fondamentale opera di Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta: 2. le tecniche, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1986. Sharp descrive 198 tecniche di azione nonviolenta. L'elenco proposto da Sharp e' organizzato nel modo seguente: 1. tecniche di protesta e persuasione nonviolenta, comprendenti dichiarazioni formali, forme di comunicazione rivolte a un pubblico piu' vasto, rimostranze di gruppo, azioni pubbliche simboliche, pressioni su singoli individui, spettacoli e musica, cortei, onoranze ai morti, riunioni pubbliche, abbandoni e rinunce. 2. Tecniche di noncollaborazione sociale, comprendenti ostracismo nei confronti delle persone, noncollaborazione con eventi, consuetudini ed istituzioni sociali, ritiro dal sistema sociale. 3. Tecniche di noncollaborazione economica, comprendenti a) i boicottaggi economici: azioni da parte dei consumatori, azioni da parte di lavoratori e produttori, azioni da parte di mediatori, azioni da parte di proprietari e negozianti, azioni di natura finanziaria, azioni da parte di governi; b) gli scioperi, tra cui gli scioperi simbolici, scioperi dell'agricoltura, scioperi di gruppi particolari, scioperi normali dell'industria, scioperi limitati, scioperi di più industrie, combinazioni di scioperi e blocchi economici (tra cui l'hartal, ed il blocco economico). 4. Tecniche di noncollaborazione politica, comprendenti rifiuto dell'autorita', noncollaborazione di cittadini col governo, alternative dei cittadini all'obbedienza, azioni da parte di personale governativo, azioni governative interne, azioni governative internazionali. 5. Tecniche di intervento nonviolento, comprendenti intervento psicologico, intervento fisico, intervento sociale, intervento economico, intervento politico. Un bel libro sulle tecniche della nonviolenza e' ancora quello classico di Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, di recente ristampato da Linea d'Ombra Edizioni, Milano.

4.1.3. L'addestramento alla nonviolenza. Citiamo da Aldo Capitini (Le tecniche della nonviolenza, p. 127): "Una parte del metodo nonviolento, tra la teoria e la pratica, spetta all'addestramento alla nonviolenza. Le ragioni principali per cui e' necessaria questa parte sono queste: A) l'attuazione della nonviolenza non e' di una macchina, ma di un individuo, che e' un insieme fisico, psichico e spirituale; B) la lotta nonviolenta e' senza armi, quindi c'e' maggior rilievo per i modi usati, per le qualita' del carattere che si mostra; C) una campagna nonviolenta e' di solito lunga, e percio' e' utile un addestramento a reggerla, a non cedere nemmeno per un istante; D) la lotta nonviolenta porta spesso sofferenze e sacrifici: bisogna gia' sapere che cosa sono, bisogna che il subconscio non se li trovi addosso improvvisamente con tutto il loro peso; E) le campagne nonviolente sono spesso condotte da pochi, pochissimi, talora da una persona soltanto; bisogna che uno si sia addestrato a sentirsi in minoranza, e talora addirittura solo, e perfino staccato dalla famiglia".

4.1.4. Alcune schede da L'Abate (a cura di), Addestramento alla nonviolenza

Sull'addestramento alla nonviolenza in italiano c'e' un buon manuale, a cura di Alberto L'Abate, Addestramento alla nonviolenza, Satyagraha Editrice, Torino 1985; il libro ha per sottotitolo "introduzione teorico-pratica ai metodi", ed in effetti affianca ad alcuni saggi analitici anche una serie di esercizi pratici e due utili appendici, una sul teatro politico di strada, ed una di brevi schede su vari aspetti della nonviolenza.

Riportiamo qui in sintesi alcune schede dal libro curato da L'Abate.

I quattro principi fondamentali dell'azione diretta nonviolenta: 1. definite i vostri obiettivi; 2. comportatevi con onesta' ed ascoltate bene; 3. amate i vostri avversari; 4. date agli avversari una via d'uscita.

Sei mosse strategiche dell'azione nonviolenta: indagate; negoziate; educate; manifestate; resistete; siate pazienti.

Quattro suggerimenti pratici: siate creativi; preparate i vostri partecipanti; comunicate; controllate gli eventi.

Presupposti validi della nonviolenza: 1. i mezzi devono essere adeguati ai fini; 2. rispettare tutte le forme di vita; 3. trasformare le opposizioni piuttosto che annientarle; 4. ricorrere a creativita', spirito, amore; 5. mirare a cambiamenti incisivi.

Risposta nonviolenta alla violenza personale: 1. formulate con chiarezza i vostri obiettivi; 2. non lasciatevi intimorire; 3. non intimorite; 4. non abbiate timore di affermare cio' che e' ovvio; 5. non comportatevi da vittime; 6. cercate di tirar fuori la parte migliore della personalita' del vostro avversario; 7. non bloccatevi al cospetto della violenza fisica; 8. continuate a parlare e ad ascoltare. La comunicazione e' il fulcro della nonviolenza.

Indicazioni procedurali per la discussione e l'azione nonviolenta: 1. nella discussione praticate il giro degli interventi; 2. condividete le abilita' e praticate la rotazione delle responsabilita'; 3. valorizzate i sentimenti; 4. lavorate insieme in modo cooperativo; 5. incontratevi anche separatamente; 6. incontratevi in piccoli gruppi; 7. usate il metodo del consenso nel prendere le decisioni.

4.1.5. Piano di lavoro per una campagna di lotta nonviolenta. Preliminarmente: chi vuole partecipare ad una campagna di lotta nonviolenta deve essere disposto a condividere rigorosamente gli obiettivi, i metodi e la disciplina collettiva, che devono quindi essere preliminarmente discussi fin nei minimi dettagli affinche' sia chiaro a tutti per cosa ci si impegna e come: una lotta nonviolenta ha delle regole rigorose e richiede ai partecipanti un impegno serio, una adeguata preparazione, convinzione e condivisione, coerenza e disciplina, capacita' critica e creativa, rispetto per gli altri. 1. conoscere: informarsi; raccogliere documentazione; studiare. 2. definire gli obiettivi: obiettivi finali ed intermedi; tempi dell'iniziativa; risorse finanziarie ed umane; organizzazione e compiti; interlocutori da coinvolgere; strumenti di verifica periodica e di eventuale ridefinizione degli obiettivi 3. iniziative e loro gradualita': rendere note le proprie richieste/proposte; notificarle agli interlocutori specifici; diffondere l'informazione alla societa' in generale; protestare contro l'ingiustizia; agire contro l'ingiustizia;  mantenere sempre aperta la comunicazione.

4.1.6. Il Manuale per l'azione diretta nonviolenta di Walker. Uno strumento di lavoro a nostro avviso insuperato e' il breve testo di Charles C. Walker, Manuale per l'azione diretta nonviolenta, Edizioni del Movimento Nonviolento, Perugia 1982. Ne riportiamo il sommario: 1. Preparazione. 2. Lancio di un programma costruttivo. 3. Aspetti generali del metodo. 4. L'addestramento. 5. Il piano dell'azione. 6. I preparativi dell'azione. 7. Studio della situazione legale. 8. Messa a punto di una disciplina collettiva. 9. Sviluppo di una campagna di propaganda. 10. Raduno dei partecipanti. 11. Inizio dell'azione. 12. Come fronteggiare le rappresaglie. 13. Mantenere la vitalita' del movimento. 14. I dirigenti. 15. Quando la lotta si prolunga.

4.2. Dal lavoro di training nonviolento svolto presso il csoa "Valle Faul" di Viterbo (...)

4.3. Dodici sguardi sulla nonviolenza

4.3.1. Rompere la complicita'. Alla base della nonviolenza vi e' la consapevolezza che il potere ingiusto ed oppressivo si regge anche sulla complicita' delle vittime e degli indifferenti: la nonviolenza e' in primo luogo un appello a rompere la complicita' con l'ingiustizia, a toglierle il consenso, ad uscire dalla passivita', a prendersi la propria responsabilita', a lottare per la verita' e la giustizia.

4.3.2. La nonviolenza e' lotta. E' lotta contro la violenza, contro l'ingiustizia, contro la menzogna. E' lotta perche' ogni essere umano sia riconosciuto nella sua dignita'; e' lotta contro ogni forma di sopraffazione; e' lotta di liberazione per l'uguaglianza di tutti nel rispetto e nella valorizzazione della diversita' di ognuno. E' la forma di lotta più profonda, quella che va piu' alla radice delle questioni che affronta. E' lotta contro il potere violento, cui si oppone nel modo piu' completo, rifiutando la sua violenza e rifiutando di riprodurre violenza. Afferma la coerenza tra i mezzi ed i fini, tra i metodi e gli obiettivi. Tra la lotta e il suo risultato c'e' lo stesso rapporto che c'e' tra il seme e la pianta. Chi lotta per la liberazione di tutti, deve usare metodi coerenti. Chi lotta per l'uguaglianza deve usare metodi che tutti possano usare. Chi lotta per la verita' e la giustizia deve lottare nel rispetto della verita' e della giustizia. E' lotta contro il male, non contro le persone. E' lotta per difendere e liberare, per salvare e per convincere, e non per umiliare o annientare altre persone. E' lotta fatta da esseri umani che non dimenticano di essere tali. Che non si abbrutiscono, che non vogliono fare del male, bensi' contrastare il male. E' lotta per l'umanita'. La nonviolenza e' il contrario della vilta'. E' il rifiuto di subire l'ingiustizia; e' il rifiuto di ogni ingiustizia, sia di quella contro di me, sia di quelle contro altri. La nonviolenza e' lotta. E' lotta per la verita', e' lotta per la giustizia, e' lotta di liberazione e di solidarieta', e' lotta contro ogni oppressione.

4.3.3. Otto brevi caratterizzazioni della nonviolenza. (...)

4.3.4. Quattro regole di condotta per l'azione diretta nonviolenta: I. A un'iniziativa nonviolenta possono partecipare solo le persone che accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza. II. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con tranquillita', con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno. III. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso, fini, modalita' e conseguenze dell'azione diretta nonviolenta; devono averne piena conoscenza, e devono esserne completamente convinti, in particolare sottolineiamo la necessita' di essere pienamente informati consapevoli delle conseguenze cui ogni singolo partecipante puo' andare incontro, conseguenze che vanno accettate pacificamente e onestamente, ed alle quali nessuno deve cercare di sottrarsi. IV. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza: a) non fare del male a nessuno (se una sola persona dice o fa delle stupidaggini, o una sola persona si fa male, l'azione diretta nonviolenta e' irrimediabilmente e totalmente fallita, e deve essere immediatamente sospesa); b) spiegare a tutti (amici, autorita', interlocutori, interpositori, eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l'azione diretta nonviolenta non e' rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza; c) dire sempre e solo la verita'; d) fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed annunciate pubblicamente (cioe' a tutti note e da tutti condivise); nessuno deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede lealta' e disciplina; e) assumersi la responsabilita' delle proprie azioni e quindi subire anche le conseguenze che ne derivano; f) mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all'eventuale violenza altrui. Chi non accetta queste regole non puo' partecipare all'azione diretta nonviolenta, poiche' sarebbe di pericolo per se', per gli altri e per la riuscita dell'iniziativa che deve essere, appunto, rigorosamente nonviolenta. Per poter partecipare ad un'azione diretta nonviolenta e' necessario aver partecipato prima alla discussione ed all'organizzazione che ha portato alla sua decisione e realizzazione, ed e' altresi' assolutamente indispensabile aver partecipato ad un training di addestramento alla nonviolenza.

4.3.5. Una definizione fondamentale: la "carta" del Movimento Nonviolento. (...)

4.3.6. Necessita' dell'addestramento alla nonviolenza. (...)

4.3.7. I diritti umani, presi sul serio. (...)

4.3.8. La liberazione umana, subito. (...)

4.3.9. La nonviolenza e' gestione del conflitto. La nonviolenza e' gestione del conflitto, la cui esistenza essa riconosce e valorizza. La nonviolenza non e' una visioni idilliaca ed illusoria, quindi narcotizzante, dei rapporti sociali; ma la consapevolezza della conflittualita' degli ideali e degli interessi, delle situazioni esistenziali e delle relazioni sociali, dei rapporti economici e politici, degli assetti culturali e ideologici. Essa si propone di intervenire nel conflitto e di farlo umanizzando il conflitto, valorizzandone la dimensione morale e conoscitiva, gestendolo in modo da renderlo fecondo di rapporti umani piu' giusti, lottando incessantemente contro la violenza, contro l'ingiustizia, contro l'inganno. Si puo' essere nonviolenti solo nel conflitto, si puo' essere nonviolenti solo se si lotta per la giustizia. Gli indifferenti, coloro che chiudono gli occhi, chi se ne sta chiuso in casa sua, non e' nonviolento. La nonviolenza e' lotta integrale e intransigente contro l'ingiustizia. La nonviolenza e' il contrario della vilta', il contrario dell'egoismo, il contrario della passivita', il contrario del motto fascista "me ne frego". La nonviolenza e' quella specifica forma di gestione del conflitto che ripudia la violenza e si propone come fine precipuo di combatterla e di abolirla.

4.3.10. La nonviolenza e' ripudio assoluto della violenza. (...)

4.3.11. Per la critica della violenza. Elenchiamo alcune ragioni essenziali per cui occorre essere rigidamente contro la violenza. Citiamo da Giuliano Pontara, voce Nonviolenza, in AA.VV., Dizionario di politica, Tea, Torino 1992: (...)

4.3.12. Perche' ci diciamo "amici della nonviolenza" e non "nonviolenti". Ci diciamo "amici della nonviolenza" e non "nonviolenti" perche', come spiegava Aldo Capitini, dobbiamo essere modesti e realistici: la nonviolenza è un ideale cui tendere, un ideale assai impegnativo, una pratica da verificare giorno per giorno nella vita quotidiana, nei rapporti interpersonali come nelle grandi lotte necessarie; e solo nella verifica quotidiana per un verso, e nel momento piu' aspro della lotta, per l'altro, si evidenzia la nostra capacita' di attenerci ad essa, di esserne creativamente gli artefici; quindi evitiamo di sembrare sbruffoni, e consideriamoci per quello che siamo: donne e uomini in ricerca, per un'umanita' di liberi ed eguali, appunto: amici della nonviolenza.

5. Parte quinta: per approfondire

5.1. Pubblicazioni introduttive e monografiche

Tra le pubblicazioni in volume segnaliamo particolarmente Charles C. Walker, Manuale per l'azione diretta nonviolenta, Edizioni del Movimento Nonviolento, Perugia (un opuscolo di poche decine di pagine, utilissimo); Alberto L'Abate (a cura di), Addestramento alla nonviolenza, Satyagraha, Torino; Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, Libreria Feltrinelli, poi Linea d'ombra, Milano; Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta, 3 volumi, Edizioni Gruppo Abele, Torino; Christian Mellon, Jacques Semelin, La non-violence, P.U.F., Paris. In opuscolo segnaliamo la nostra Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace, Centro di ricerca per la pace, Viterbo.

5.2. Alcuni autori fondamentali (...)

Viterbo, 6 luglio 1999

 

4. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Bela Bartok, Lettere scelte, Il Saggiatore, Milano 1969, pp. 512.

- Pierre Boulez, Pensare la musica oggi, Einaudi, Torino 1979, pp. VIII + 218.

- Glenn Gould, L'ala del turbine intelligente. Scritti sulla musica, Adelphi, Milano 1988, 1993, pp. XXIV + 422.

- Arnold Schoenberg, Lettere, La Nuova Italia, Firenze 1969, pp. X + 318.

- Arnold Schoenberg, Manuale di armonia, Il Saggiatore, Milano 1963, 1997, Net, Milano 2002, pp. XL + 616.

- Igor Stravinskij, Poetica della musica, Edizioni Studio Tesi, Pordenone 1984, pp. XLII + 108.

 

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

6. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1761 del 18 settembre 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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