[Nonviolenza] Telegrammi. 1759



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1759 del 16 settembre 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Il massacro

2. Giobbe Santabarbara: Il governo finanzia la guerra ed affama l'Italia

3. Salvare la biosfera, salvare l'umanita'

4. Giovanni Franzoni: Si cambi strategia per ridare stabilita' e pace al Medio Oriente, culla della nostra civilta', e al mondo

5. "Prima che la Nato ci distrugga". Un incontro di riflessione a Viterbo

6. Il 17 settembre riunione del "Tavolo per la pace" di Viterbo

7. Alcune iniziative per la pace: dal 21 settembre al 2 ottobre, al 19 ottobre, al 4 novembre, al 25 novembre

8. Una scheda di presentazione dell'associazione Erinna - centro antiviolenza di Viterbo

9. Alcune pubblicazioni di Francuccio Gesualdi e del "Centro nuovo modello di sviluppo"

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: IL MASSACRO

 

I migranti che muoiono nel Mediterraneo, e basterebbe un nulla per salvarli tutti.

Basterebbe che i governi europei, o almeno quello italiano, decidessero di riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'intera umanita'.

Nessuno morirebbe piu' tra i flutti; le mafie delle "carrette del mare" verrebbero ipso facto annientate; si rispetterebbe finalmente quanto proclamano unanimi la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, la Costituzione della Repubblica Italiana.

*

Si consenta a tutti gli esseri umani di entrare in Italia e in Europa in modo legale e sicuro.

Si approntino mezzi di trasporto pubblici e gratuiti per consentire a quanti fuggono da guerre, dittature, disastri e fame di salvare le proprie vite e giungere in Italia e in Europa sani e salvi.

Si aboliscano immediatamente tutte le infami misure razziste che hanno gia' provocato sofferenze inaudite ed innumerevoli morti.

 

2. RIFLESSIONE. GIOBBE SANTABARBARA: IL GOVERNO FINANZIA LA GUERRA ED AFFAMA L'ITALIA

 

Lo Stato italiano spende settanta milioni di euro al giorno per le armi, gli armati e la guerra.

Settanta milioni di euro al giorno per gli strumenti di morte, per addestrare a uccidere, per partecipare alla guerra.

Frattanto la popolazione in Italia si impoverisce, la sanita' e' massacrata, i servizi pubblici fatti a pezzi, l'ambiente devastato, il lavoro e' sempre meno mentre crescono sempre piu' lo sfruttamento e la schiavitu', l'emarginazione e la disperazione.

Il governo cessi di bruciare settanta milioni di euro al giorno per la guerra e li restituisca al popolo italiano: quelle risorse pubbliche siano usate non per uccidere esseri umani in altri paesi, ma per far vivere gli esseri umani qui.

Basta con la guerra. Vogliamo vivere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

3. MOBILITAZIONI. SALVARE LA BIOSFERA, SALVARE L'UMANITA'

 

In relazione al "Vertice sul Clima" convocato dal segretario generale dell'Onu che si svolgera' a New York tra il 19 e il 23 settembre, numerose ong hanno promosso un appello per impedire decisioni scellerate e per sostenere invece interventi necessari ed urgenti (una sintesi e' nell'articolo di Guido Viale "Dieci punti per il pianeta" apparso sul "Manifesto" del 10 settembre 2014).

Per adesioni all'appello: espaceclimat at gmail.com

Se non si salva la biosfera, anche l'umanita' perira'.

 

4. APPELLI. GIOVANNI FRANZONI: SI CAMBI STRATEGIA PER RIDARE STABILITA' E PACE AL MEDIO ORIENTE, CULLA DELLA NOSTRA CIVILTA', E AL MONDO

[Riceviamo e volentieri diffondiamo questo appello di Giovanni Franzoni, come presidente della "Associazione di amicizia Italia-Iraq - L'Iraq agli iracheni"; ma Giovanni Franzoni e' molto di piu' di questo: e' un maestro per tanti di noi. Riportiamo di seguito una breve notizia che redigemmo qualche anno fa.

Giovanni Franzoni e' una delle figure piu' autorevoli della spiritualita' contemporanea, della solidarieta' con le persone ed i popoli oppressi, della pace e della nonviolenza; nato nel 1928 a Varna, in Bulgaria, dove il padre toscano si era trasferito per lavoro, cresciuto a Firenze, studente di teologia presso il Pontificio Ateneo di Sant'Anselmo di Roma, viene ordinato prete nel 1955, e negli anni sessanta insegna storia e filosofia nel Collegio di Farfa, monaco benedettino, nel marzo 1964 e' eletto abate dell'abbazia di S. Paolo fuori le mura a Roma, e' padre conciliare alle ultime due sessioni del Concilio Vaticano II; le sue prese di posizione contro il Concordato, contro la guerra nel Vietnam, di solidarieta' con le lotte operaie e popolari, gli procurano l'ostilita' delle gerarchie vaticane; animatore di comunita' cristiane di base, collabora dalla fondazione con la rivista ecumenica "Com-nuovi tempi" (poi divenuta "Confronti"); ha sempre partecipato al dibattito sociale ed etico intorno ai temi cruciali del nostro tempo da un punto di vista che tiene conto del pensiero religioso in modo libero e autonomo; da oltre quarant'anni la sua attivita' pratica e teorica e' rivolta alle popolazioni piu' povere del pianeta, senza dimenticare le responsabilita' e i problemi delle societa' avanzate. Dal sito www.cdbchieri.it riprendiamo la seguente notizia biografica: "Giovanni Franzoni, (Varna, Bulgaria, 1928) ha trascorso la sua giovinezza a Firenze, dove ha lavorato nella Dc. Maturata la vocazione sacerdotale nell'Azione Cattolica, ha frequentato il Collegio Capranica a Roma e ha poi studiato teologia al Sant'Anselmo. Rettore del collegio di Farfa, nel marzo 1964 e' eletto abate dell'Abbazia di S. Paolo fuori le mura a Roma. Partecipa come padre conciliare alle ultime due sessioni del Concilio Vaticano II. Le sue prese di posizione contro il concordato tra Stato e Chiesa e contro la guerra nel Vietnam, come la solidarieta' espressa alle lotte operaie nel 1969 e nel 1970, gli procurano l'ostilita' del Vaticano e nel 1973 e' costretto a dimettersi dalla carica di abate. Nel 1974 prende posizione per la liberta' di voto dei cattolici per il referendum sul divorzio e viene sospeso a divinis. In occasione delle elezioni politiche del 1976, annuncia che votera' per il Pci e il 2 agosto dello stesso anno viene ridotto allo stato laicale. Animatore di comunita' cristiane di base, collabora, dalla fondazione con la rivista ecumenica 'Com-Nuovi tempi' (dal 1989 'Confronti'). E' redattore del mensile 'Input'". Tra le opere di Giovanni Franzoni: Tra le opere di Giovanni Franzoni: La terra e' di Dio, Com, Roma 1973 (recentemente riedita in edizione ampliata); Il mio regno non e' di questo mondo, Com, Roma 1974; Omelie a S. Paolo fuori le mura, Idoc-Mondadori, Milano 1974; Tra la gente, Com, Roma 1976; Il posto della fede, Coines, Roma 1977; Il diavolo, mio fratello, Rubbettino, Soveria Mannelli 1986 (tr. tedesca, Der Teufel mein Bruder, Koesel-Ver); Le tentazioni di Cristo, Rubbettino, Soveria Mannelli 1990; La solitudine del samaritano, Theoria, Roma-Napoli 1993; Farete riposare la terra, Edup, Roma 1996; Giobbe. L'ultima tentazione, Com - Nuovi Tempi, Roma 1997; Lo strappo nel cielo di carta, Edup 1999; Anche il cielo e' di Dio, Edup, Roma 2000; con Mario Manacorda, Le ombre di Wojtyla, 2000; La donna e il cerchio, 2001; Ofelia e le altre, Datanews, Roma 2001; La morte condivisa, Edup, Roma; Eutanasia. Pragmatismo, cultura, legge, Edup, Roma 2004; I beni comuni, Edup, Roma 2006]

 

Il Medio Oriente e' in preda alle guerre, alla devastazione e ad un arretramento spaventoso delle sue forme statuali e delle condizioni di vita dei suoi abitanti: nel nostro mondo, si pensa ormai a quei paesi solo come a luoghi di guerra e di violenza.

Eppure e' li' che si formarono i primi embrioni della nostra civilta', nacquero le prime religioni, si svilupparono la filosofia, la letteratura, l'astronomia, la medicina e altre discipline scientifiche.

Il sovvertimento portato in quelle terre dal colonialismo occidentale nel '900, che altero' profondamente gli equilibri prima esistenti, ha avuto una accelerazione all'inizio di questo millennio con guerre ed azioni coperte che hanno fatto leva sulle frange piu' estremiste ed oscurantiste dell'islam favorendone la radicalizzazione e la diffusione.

Tra queste prevale ora l'Isis, o Stato Islamico, che sta compiendo massacri nei confronti di popolazioni, comunita' religiose, minoranze e sta commettendo crimini di guerra in spregio a tutti i valori dell'umanita': intere comunita' messe in fuga, persone decapitate, donne violentate, vendute al mercato, ridotte in schiavitu', bambini lasciati alla morte per fame e per sete, anziani assassinati.

Ma l'informazione diffusa su cio' che sta succedendo non dice tutta la verita' che invece e' necessario riconoscere se si vogliono fermare le tante guerre in corso e con esse questa organizzazione del terrore che non e' nata dal nulla.

L'Isis, ha una storia di almeno dieci anni, iniziata con l'invasione dell'Iraq da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna, che vi perseguirono una politica di divisione settaria, poi continuata dal Governo Al Maliki. Tale Governo, a maggioranza sciita, amministro' il paese in modo pessimo perche' corrotto e non democratico, ma fu anche ostacolato nella sua azione da gruppi qaedisti armati anche dalla Cia, nonostante fosse stato imposto dalla stessa amministrazione Usa, allo scopo di indebolirlo ed arginare l'influenza iraniana.

Ora l'Isis, diventato la forza prevalente, dilaga, "apparentemente" al di fuori del controllo di quelli stessi Stati che ne hanno favorito lo sviluppo, in primis Turchia, Arabia Saudita, Qatar e Usa con l'acquiescenza degli Stati dell'Unione Europea, in funzione dei propri scopi nella regione.

Cio' e' riconosciuto da importanti media e siti occidentali ed e' documentato e scritto in atti e reports investigativi statunitensi. Non e' un mistero che Usa e Regno Unito perseguono in Medio Oriente una politica del "divide et impera", che nutre conflitti tra gruppi etnici e religiosi e tra stati per impedire che si formino realta' statuali autonome e democratiche, per rendere dipendente la regione e sfruttarla a favore degli interessi strategici ed economici propri e di Israele.

In questo senso sono state utilizzate e indirizzate anche le rivolte delle popolazioni arabe, insorte contro governi autoritari, fino a destabilizzare e disgregare Libia, Siria, e Iraq.

Ora, si mette in risalto la crudelta' sanguinaria dell'Isis, e cio' legittimerebbe un intervento armato, anche al di fuori della copertura Onu. A tale scopo si cerca di costituire una coalizione internazionale, a guida Usa, per estirpare le "vere cause del terrorismo", tramite azioni di terra e bombardamenti "mirati" in Iraq e in Siria. Per le azioni di terra, in cui e' inevitabile la morte di molti soldati, sarebbero armate le fanterie arabe e kurde, e la cosiddetta "opposizione militare moderata" in Siria, mentre ai paesi occidentali spetterebbe l'attuazione ed il coordinamento dei bombardamenti.

E' difficile credere che questa strategia sia solo finalizzata a battere lo Stato Islamico: la storia recente dimostra che gli interventi di guerra promossi e/o effettuati da americani e alleati, non hanno risolto i problemi ma li hanno moltiplicati, ed hanno provocato solo distruzione e morte. Lo stesso Obama aveva detto fino a poco tempo fa, che non vi era soluzione militare per l'attuale crisi.

Parlare di supporto armato all'opposizione siriana moderata, significa non tener conto della realta' sul terreno e che lo stesso "esercito siriano libero" si e' macchiato di crimini ed ha decapitato almeno sei prigionieri, mentre le armi potrebbero facilmente passare allo stesso Isis. E comunque una prima risposta dal fronte islamista e' arrivata e dice che tra miliziani dell'Isis e gruppi di opposizione moderati e islamisti e' stato firmato un patto di non aggressione.

Tutto cio' rafforza il dubbio che la coalizione dei volenterosi abbia obiettivi diversi da quelli dichiarati e che l'intervento contro l'Isis possa fornire all'Amministrazione americana la scusa per promuovere contro la Siria quella guerra che non e' stata possibile un anno fa, per tripartire definitivamente l'Iraq e per ridisegnare la mappa del Medio Oriente, in un gioco tra potenze mondiali e regionali tutto sulla pelle delle popolazioni.

Obama dice ora che e' necessario intervenire perche' e' minacciata la sicurezza americana. Ma l'Isis, come sottolineato anche da forze di Intelligence Usa, non rappresenta una minaccia per gli Stati Uniti. Lo stesso gruppo islamista ha precisato che "non intende dichiarare guerra agli Usa" (del resto non ha mai sfiorato neppure Israele), avendo come obiettivo la creazione del califfato, cioe' di uno stato, dove stabilire la propria legge e gestire i propri affari.

La maggior parte dei kurdi, degli iracheni e delle minoranze perseguitate, non vuole un intervento armato occidentale, perche' e' consapevole che questa disastrosa situazione e' il frutto degli interventi militari e delle scelte divisive che l'Occidente ha compiuto in Iraq e Siria e negli altri paesi della regione.

Gia' da anni, per contrastare le forze jihadiste, si e' organizzata intorno alle formazioni kurde in Siria e Turchia una resistenza popolare alla quale partecipano anche arabi, turcomanni, armeni e assiri, con una elevata presenza di donne: sono queste le forze che per prime sono corse in aiuto ai Peshmerga del Kurdistan iracheno, e sono queste le forze che stanno cercando di creare una alternativa realmente democratica e laica.

Il nostro e' un appello contro una nuova guerra e per risolvere quelle esistenti. Anche Papa Francesco, in modo insistente e forte, si e' detto contrario alla guerra, ha attaccato le imprese che dalle guerre traggono profitto e ha fatto affermazioni molto precise: non si e' limitato a dire no ai bombardamenti e all'uso dei droni, ma ha specificato che bisogna fermare l'Isis.

Per noi cio' significa mettere in atto una strategia che tolga loro l'erba sotto i piedi:

- Utilizzando una diplomazia seria e convincente per fermare l'afflusso di mezzi, risorse e finanziamenti all'Isis, oltre che la possibilita' di commerciare il petrolio: cioe' colpirne l'economia ed interrompere le fonti di sostentamento che sono ben note.

- Impedendo ai militanti dell'Isis di attraversare i confini tra Turchia - Siria - Iraq, e ai volontari jihadisti internazionali di recarsi nella regione.

- Sostenendo, anche in accordo con i governi, i nuclei di resistenza popolare che si sono formati sul campo, dove le diverse popolazioni si sono costituite in una forza di difesa comune e cercano di far fronte con i propri mezzi contro chi li aggredisce nel piu' totale disprezzo dell'umanita'.

Inoltre, non siamo noi a doverlo dire, bisognerebbe richiamare fortemente le Nazioni Unite a svolgere il loro ruolo che consiste nel difendere la pace e prevenire "il flagello della guerra". E' questo un obiettivo che la comunita' internazionale dovrebbe perseguire, nonostante esse siano ormai ampiamente screditate per la loro inerzia e per essere subalterne al potere di veto di cui gli Usa, in particolare, fanno un uso sistematico.

Bisogna che gli Stati si rendano conto che il gioco sta diventando estremamente pericoloso e che e' interesse di tutti poter avere un po' di stabilita'. Se si vuole veramente sconfiggere lo Stato Islamico, bisogna avviare un processo che ponga fine alle guerre civili in Siria e in Iraq preservandone l'integrita'.

Questo chiediamo anche alla diplomazia del nostro paese, che si e' schierato nella coalizione dei volenterosi, a differenza di altri paesi europei, nonostante la crisi che divora la societa' italiana. Non ci sono soldi per l'istruzione, per il lavoro, per garantire l'uguaglianza e l'universalita' nell'accesso alle cure, per mettere in sicurezza il nostro territorio a rischio, ma ci sono i soldi per andare in guerra, contravvenendo ancora una volta alla nostra Costituzione.

Questo momento cosi' tragico, per quanto sta avvenendo anche nei nostri mari e nella stessa Europa, e per gli scenari che si prospettano, mentre si ricorda il centenario della prima guerra mondiale, l'inutile strage che devasto' l'Europa e dalla quale parti' la spartizione dell'impero ottomano, senza tenere in alcun conto le contiguita' e l'intersecazione tra le popolazioni arabe, puo' essere l'occasione per una svolta nelle relazioni internazionali. Se non sara' colta, le guerre non si fermeranno e le conseguenze saranno sempre piu' sanguinose.

 

5. INCONTRI. "PRIMA CHE LA NATO CI DISTRUGGA". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di lunedi' 15 settembre 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema "Prima che la Nato ci distrugga".

Tema dell'incontro la criminale follia delle decisioni assunte dal recente vertice della Nato in Galles, decisioni che:

- porterebbero i paesi dell'alleanza atlantica ad inabissarsi in sciagurate guerre (dagli esiti che potrebbero essere apocalittici per l'umanita') nell'Europa dell'est e nel Medio Oriente;

- farebbero della Nato la testa d'ariete che svuoterebbe e distruggerebbe l'esistenza, il fine e l'attivita' dell'Onu e tutto cio' che l'Onu rappresenta e realizza; ridurrebbe in briciole il diritto internazionale; restaurerebbe uno sciagurato "bellum omnium contra omnes" che porterebbe rapidamente l'umanita' alla catastrofe;

- costringerebbero i paesi membri ad incrementare le spese militari a livelli tali da provocare la distruzione dei servizi pubblici e dei diritti sociali e da portare conseguentemente a disastri sociali e civili inimmaginabili.

Il programma enunciato al recente vertice della Nato e' del tutto incompatibile con il diritto internazionale, con la pace e con la democrazia; e' del tutto incompatibile con le piu' essenziali esigenze dell'umanita'.

Pertanto e' assolutamente necessario ed urgente:

1. abolire la Nato;

2. potenziare l'Onu, unica organizzazione sovranazionale abilitata e adeguata ad intervenire in situazioni di crisi per fermare le guerre e promuovere pace e rispetto dei diritti umani;

3. avviare energiche politiche di disarmo e smilitarizzazione;

4. fare della nonviolenza il cardine della politica necessaria per affrontare la drammatica situazione globale del pianeta, ponendosi dal punto di vista dell'unita' del genere umano ed operando per la tutela della biosfera; per l'abolizione delle guerre, degli eserciti e delle armi; per il rispetto, la difesa e la promozione della vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

 

6. INCONTRI. IL 17 SETTEMBRE RIUNIONE DEL "TAVOLO PER LA PACE" DI VITERBO

 

Si svolgera' mercoledi' 17 settembre, con inizio alle ore 17,15, presso il Palazzetto della Creativita' in via Carlo Cattaneo 9 (sito nell'area del complesso scolastico degli istituti comprensivi Canevari e Vanni), la prossima riunione del "Tavolo per la pace" di Viterbo.

*

Per ogni comunicazione il punto di riferimento e' Pigi Moncelsi: tel. 0761348590, cell. 3384613540, e-mail: pmoncelsi at comune.viterbo.it

 

7. INIZIATIVE. ALCUNE INIZIATIVE PER LA PACE: DAL 21 SETTEMBRE AL 2 OTTOBRE, AL 19 OTTOBRE, AL 4 NOVEMBRE, AL 25 NOVEMBRE

 

Una manifestazione nazionale per la pace a Firenze il 21 settembre; la Giornata internazionale della nonviolenza il 2 ottobre; la marcia Perugia-Assisi il 19 ottobre; l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" di commemorazione nonviolenta di tutte le vittime di tuttte le guerre il 4 novembre; il 25 novembre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Sono alcune delle iniziative di pace dei prossimi mesi.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

8. REPETITA IUVANT. UNA SCHEDA DI PRESENTAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE "ERINNA" - CENTRO ANTIVIOLENZA DI VITERBO

[Dal sito dell'associazione Erinna (per contatti: "Associazione onlus Erinna - donne contro la violenza alle donne", tel. 0761342056, e-mail: onebillionrisingviterbo at gmail.com, e.rinna at yahoo.it, sito: http://erinna.it) riprendiamo e diffondiamo la seguente breve scheda di autopresentazione]

 

L'associazione "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto).

Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza.

E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole.

Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia.

Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne.

Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne.

Il centro mette a disposizione:

- segreteria attiva 24 ore su 24;

- colloqui;

- consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio;

- attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione.

La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate.

L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza.

 

9. MATERIALI. ALCUNE PUBBLICAZIONI DI FRANCUCCIO GESUALDI E DEL "CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO"

[Riproponiamo ancora una volta]

 

- Franco Gesualdi, Signorno', Guaraldi, Rimini-Firenze 1972.

- Franco Gesualdi, Economia: conoscere per scegliere, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982.

- Franco Gesualdi e Pierangelo Tambellini del Centro nuovo modello di sviluppo (Vecchiano - Pi), Energia nucleare. Cos'e' e i rischi a cui ci espone, Movimento Nonviolento, Perugia 1987.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Lettera ad un consumatore del Nord, Emi, Bologna 1990, 1994.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Boycott! Scelte di consumo scelte di giustizia. Manuale del consumatore etico, Macro/edizioni, San Martino di Sarsina (Fo) 1992.

- Francuccio Gesualdi, Jose' Luis Corzo Toral, Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1992.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Sulla pelle dei bambini, Emi, Bologna 1994, 1995.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Nord/Sud. Predatori, predati e opportunisti. Guida alla comprensione e al superamento dei meccanismi che impoveriscono il Sud del mondo, Emi, Bologna 1993, 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al consumo critico. Informazioni sul comportamento delle imprese per un consumo consapevole, Emi, Bologna 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Sud-Nord. Nuove alleanze per la dignita' del lavoro, Emi, Bologna 1996, 1997.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Geografia del supermercato mondiale. Produzione e condizioni di lavoro nel mondo delle multinazionali, Emi, Bologna 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai figli del pianeta. Scelte per un futuro vivibile, Emi, Bologna 1998.

- Francesco Gesualdi del Centro nuovo modello di sviluppo, Manuale per un consumo responsabile. Dal boicottaggio al commercio equo e solidale, Feltrinelli, Milano 1999.

- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Paola Costanzo, Te', infusi e tisane dal mondo, Sonda, Torino-Milano 2001.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al risparmio responsabile. Informazioni sui comportamenti delle banche per scelte consapevoli, Emi, Bologna 2002.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al telefono critico. Il mondo della telefonia messo a nudo, Terre di mezzo, Milano 2002.

- Willy Mutunga, Francesco Gesualdi, Stephen Ouma, Consumatori del nord lavoratori del sud. Il successo di una campagna della societa' civile contro la Del Monte in Kenya, Emi, Bologna 2003.

- Francesco Gesualdi, Acquisti trasparenti, Emi, Bologna 2005.

- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Tutti i tipi di te', Sonda, Torino-Milano 2005.

- Francesco Gesualdi, John Pilger, Comprare con giustizia, Emi, Bologna 2005.

- Francesco Gesualdi, Centro nuovo modello di sviluppo, Sobrieta'. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti, Feltrinelli, Milano 2005.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai giovani figli del pianeta. Scegliamo insieme un futuro per tutti, Emi, Bologna 2005.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al vestire critico, Emi, Bologna 2006.

- Francesco Gesualdi, Acqua con giustizia e sobrieta', Emi, Bologna 2007.

- Francesco Gesualdi, Il mercante d'acqua, Feltrinelli Milano 2007.

- Francesco Gesualdi, Lorenzo Guadagnucci, Dalla parte sbagliata del mondo. Da Barbiana al consumo critico: storia e opinioni di un militante, Terre di mezzo, Milano 2008.

- Francesco Gesualdi, Vito Sammarco, Consumattori. Per un nuovo stile di vita, La Scuola, Brescia 2009.

- Francesco Gesualdi, L'altra via. Dalla crescita al benvivere, programma per un'economia della sazieta', Terre di Mezzo, Milano 2009.

- Francesco Gesualdi, Dario Bossi, Il prezzo del ferro. Come si arricchisce la piu' grande multinazionale del ferro e come resistono le vittime a livello mondiale, Emi, Bologna 2010.

- Francesco Gesualdi, Cercatori del regno. Cammino missionario verso la Pasqua 2011. Una Quaresima per crescere nella spiritualita' dei nuovi stili di vita, Emi, Bologna 2011.

- Francesco Gesualdi, I fuorilega del nordest, Dissensi, 2011.

- Centro nuovo modello di sviluppo, I mercanti della notizia. Guida al controllo dell'informazione in Italia, Emi, Bologna 2011.

- Francesco Gesualdi, Facciamo da soli. Per uscire dalla crisi, oltre il mito della crescita: ripartiamo dal lavoro e riprendiamoci l'economia, Altreconomia, Milano 2012.

- Francesco Gesualdi, Le catene del debito. E come possiamo spezzarle, Feltrinelli, Milano 2013.

- Francesco Gesualdi, L'economia del bene comune, Feltrinelli, Milano 2013.

- Francesco Gesualdi, Cambiare il sistema. La storia e il pensiero del padre del consumo critico, fondatore del "Centro nuovo modello di sviluppo", Altreconomia, Milano 2014.

*

Ovviamente cfr. inoltre anche almeno:

- Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1967.

- AA. VV., La Rete di Lilliput. Alleanze, obiettivi, strategie, Emi, Bologna 2001.

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1759 del 16 settembre 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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