[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 590
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- Date: Wed, 18 Jun 2014 09:37:20 +0200 (CEST)
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XV)
Numero 590 del 18 giugno 2014
In questo numero:
1. La stessa lotta, una sola umanita'
2. "Operazione Colomba": Dal 22 giugno al primo luglio la marcia internazionale per la pace in Albania
3. "Operazione Colomba": Appello per la marcia internazionale per la pace in Albania
4. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Onorato Delipomeni (2010)
5. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Sebastiano Malcontenti (2010)
1. EDITORIALE. LA STESSA LOTTA, UNA SOLA UMANITA'
Ovunque occorre opporsi alla guerra e alle uccisioni.
Ed ovunque ti opponi alle uccisioni, ti opponi alla guerra.
Ed ovunque ti opponi alla guerra, ti opponi alle uccisioni.
Ed ovunque ti opponi alla guerra e alle uccisioni, tu lotti per la giustizia e per la solidarieta' ovunque.
Vi e' una sola umanita'.
Vi e' un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.
Tutto si tiene.
E' la stessa lotta, quella contro la mafia e quella contro il razzismo.
E' la stessa lotta, quella contro la violenza maschilista e patriarcale e quella contro la violenza militarista e riarmista.
E' la stessa lotta, quella contro lo sfruttamento degli esseri umani e quella contro lo sfruttamento della natura.
Ovunque tu ti opponi alla guerra e alle uccisioni, tu ti opponi a tutte le uccisioni ed a tutte le guerre.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
2. INIZIATIVE. "OPERAZIONE COLOMBA": DAL 22 GIUGNO AL PRIMO LUGLIO LA MARCIA INTERNAZIONALE PER LA PACE IN ALBANIA
[Dalle amiche e dagli amici dell'Operazione Colomba (per contatti: tel. 054129005, cell. 328.5857263, e-mail: albania at operazionecolomba.it, operazione.colomba at apg23.org, web: www.operazionecolomba.it, www.operazionecolomba.com, www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania) riceviamo e diffondiamo]
Quando? Il periodo di realizzazione della marcia e' dal 22 giugno al primo luglio 2014.
Dove? In Albania, da Bajrami Curri a Tirana.
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Un popolo si muove contro le vendette di sangue
Abbiamo pensato di organizzare una marcia per la pace che percorra l'Albania toccando le localita' piu' significative al fine di sensibilizzare e coinvolgere la societa' civile presente in tutto il territorio nazionale e contare anche sulla partecipazione di realta' (singoli, associazioni...) internazionali.
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Iniziative di sensibilizzazione in Albania
Nel marzo 2013 i volontari di Operazione Colomba hanno promosso una campagna di raccolta di firme contro il perpetrarsi delle vendette di sangue, rivolta a tutti i cittadini, denominata "5.000 firma per Jeten", conclusasi nel settembre 2013, nel corso della quale sono state raccolte e consegnate alle principali autorita' albanesi quasi 6.000 firme affinche' fossero prese misure efficaci per contrastare il fenomeno della gjakmarrja.
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Chi e' Operazione Colomba
Operazione Colomba e' il corpo nonviolento di pace dell'associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII. Fanno parte del progetto tutti coloro che vogliono sperimentare in maniera diretta che la nonviolenza e' la via per ottenere una pace giusta e duratura. I componenti sono volontari che danno una disponibilita' piu' o meno lunga, scegliendo di condividere la vita con le vittime su diversi fronti del conflitto, in maniera disinteressata. Attualmente e' presente e opera in Israele/Palestina, Colombia e Albania, e si sta cercando di aprire una presenza stabile anche in Libano. Dal 2010 Operazione Colomba e' presente in Albania, a Scutari, con una presenza anche a Tropoja, per sostenere il lavoro che la Comunita' Papa Giovanni XXIII svolge dal 2004 sul tema delle "vendette di sangue". I volontari, insieme ai membri della Comunita' e ai volontari del servizio civile internazionale, condividono la quotidianita' con le famiglie in situazioni di vendetta, anche attraverso sostegni nell'assistenza medica e scolastica, con l'obiettivo di giungere a percorsi di riconciliazione (Pajtimi) e perdono fra queste famiglie in primis, ma anche con l'intento di portare all'attenzione dell'opinione pubblica albanese (e non) questo fenomeno drammatico, al fine di contribuire ad avviare percorsi virtuosi tra le genti e con le associazioni, in vista di una riconciliazione a livello nazionale.
3. APPELLI. "OPERAZIONE COLOMBA": APPELLO PER LA MARCIA INTERNAZIONALE PER LA PACE IN ALBANIA
[Dalle amiche e dagli amici dell'Operazione Colomba (per contatti: tel. 054129005, cell. 328.5857263, e-mail: albania at operazionecolomba.it, operazione.colomba at apg23.org, web: www.operazionecolomba.it, www.operazionecolomba.com, www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania) riceviamo e diffondiamo]
Cambiare? Si puo'. Un popolo si muove per la pace, contro le vendette di sangue.
Marcia internazionale per la pace in Albania, 22 giugno - primo luglio 2014, Bajram Curri - Tirana
La gjakmarrja (vendetta di sangue) e' un fenomeno estremamente lesivo dei diritti fondamentali degli esseri umani, a partire dal piu' importante, quello alla vita. Tale pratica mina, inoltre, l'unita', la stabilita' e il futuro di tutta l'Albania.
Il suo superamento puo' avvenire solo attraverso la promozione di una cultura di pace e nonviolenza che favorisca sia percorsi di riconciliazione tra le famiglie in vendetta, sia percorsi di riconciliazione collettiva: i cittadini albanesi non dovranno mai piu' sentire la necessita' di farsi giustizia da soli, perche' lo Stato sara' presente e in grado di tutelare i loro diritti.
Per fare questo e' indispensabile la mobilitazione della societa' civile nazionale (in primo luogo) ed internazionale, pertanto chiediamo alle Istituzioni albanesi, sottoscrivendo questo appello, di impegnarsi: a dotare il Paese di un sistema giuridico/istituzionale adeguato a sostenere un processo di superamento del fenomeno; ad applicare immediatamente la legge 9389 del 4/5/2005 per la creazione e il funzionamento del Consiglio di coordinamento per la lotta contro le "vendette di sangue", previsto dalla stessa; a rendere certa la pena per quanti si macchieranno di crimini legati alle "vendette di sangue"; a promuovere una cultura di pace e rispetto dei diritti umani, prima di tutto il diritto alla vita.
Come attori della societa' civile (singoli o associati) nazionale ed internazionale, sottoscrivendo questo appello, ci impegniamo: a non usare la violenza in caso di conflitto e a rispettare sempre la vita umana; a promuovere tra i nostri associati/amici/parenti la prassi della risoluzione nonviolenta dei conflitti e della riconciliazione; a ricordare le vittime di ogni violenza, delle gjakmarrje e hakmarrje; a diffondere la storia e le esperienze delle persone che al posto della vendetta hanno scelto di riconciliarsi perdonando; a sostenere la creazione in Albania di un movimento popolare che promuova la cultura della vita, del rispetto dell'altro e della riconciliazione (pajtimi) e che sensibilizzi le istituzioni locali affinche' garantiscano il rispetto e la promulgazione delle norme tese a contrastare il fenomeno delle "vendette di sangue".
Anche chi non puo' partecipare fisicamente alla marcia puo' sottoscrivere questo appello inviando una e-mail a: albania at operazionecolomba.it con scritto: "nome cognome aderisce all'appello per la vita contro le 'vendette di sangue' in Albania".
Per maggiori informazioni (modalita' di partecipazione, percorso, adesioni...): www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania
Operazione Colomba e' il corpo nonviolento di pace dell'associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII. Dal 2010 Operazione Colomba e' presente in Albania, a Scutari e a Tropoja, per sostenere il lavoro che la Comunita' Papa Giovanni XXIII svolge dal 2004 sul tema delle "vendette di sangue".
I volontari, insieme ai membri della Comunita' e ai volontari in servizio civile internazionale, condividono la quotidianita' con le famiglie in situazioni di vendetta, offrendo loro anche assistenza medica e scolastica, ma con l'obiettivo principale di promuovere percorsi di riconciliazione (Pajtimi) e perdono fra queste famiglie.
Operazione Colomba promuove inoltre iniziative di sensibilizzazione dell'opinione pubblica (albanese e non) su questo drammatico fenomeno, affinche' si avviino anche processi virtuosi che portino a percorsi di riconciliazione nazionale.
4. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO ONORATO DELIPOMENI (2010)
[Estratto dai "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 341. Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta". Onorato Delipomeni e' un vecchio amico di questo foglio]
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?
- Onorato Delipomeni: Non saprei dire un momento e un'occasione particolari, e' stato appunto un lungo, lento accostamento, un cammino, di approfondimento delle ragioni del mio medesimo ragionare e operare.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?
- Onorato Delipomeni: Tra le persone che ho avuto la fortuna di conoscere e che non sono piu' viventi, i primi nomi che mi vengono adesso in mente sono quelli di Ernesto Balducci, Rosanna Benzi, Danilo Dolci, Franco Fortini, Vittorio Emanuele Giuntella, Primo Levi, Benny Nato, Sergio Piro, Sirio Politi, Tomaso Serra, Tullio Vinay... Devo poi ripetere i nomi che inevitabilmente direbbe chiunque in Italia alla nonviolenza si sia effettualmente accostato? E allora naturalmente anche Mohandas Gandhi e Martin Luther King, Aldo Capitini e Lorenzo Milani... Ma soprattutto decisivo per me e' stato il movimento delle donne, che e' la massima esperienza storica della nonviolenza in cammino: e tra le pensatrici che piu' mi hanno insegnato cose che non ho piu' dimenticato ci sono ovviamente Hannah Arendt, Ingeborg Bachmann, Simone de Beauvoir, Lidia Beccaria Rolfi, Laura Conti, Luce D'Eramo, Emily Dickinson, Luce Fabbri, Ada Gobetti, Etty Hillesum, Carla Lonzi, Rosa Luxemburg, Maria Montessori, Elsa Morante, Franca Ongaro Basaglia, Edith Stein, Simone Weil, Virginia Woolf, Maria Zambrano; tra le viventi un nome per tutti: Vandana Shiva. E ancora: l'opposizione ai regimi totalitari, la tradizione antifascista ed antistalinista, e negli anni '70 della mia gioventu' in particolare anche l'azione di Sinjavskij, di Solzenicyn, di Sacharov; e prima ancora la primavera di Praga, e poi Solidarnosc in Polonia; e la rilettura di Victor Serge, poi anche Grossman, e Salamov. E ancora: la denuncia del neocapitalismo consumistico e onnnidegradante, da Anders ai francofortesi, da Debord e i situazionisti a Murray Bookchin e Colin Ward. E anche: le lotte contro le istituzioni totali, e le riflessioni teoriche e pratiche che da esse scaturirono: da Franco Basaglia a Michel Foucault. E ancora, decisivamente: la riflessione sui campi di sterminio, sulla Shoah, sui gulag... E poi le esperienze e riflessioni di Milgram e di Bauman, di Zimbardo e di Sofsky... Ma tra i contributi teorici (e le testimonianze pratiche, naturalmente) mi pare indispensabile ricordare anche almeno Norberto Bobbio e Remo Cantoni, Sartre e Camus, Cornelius Castoriadis e Rudolf Bahro, Bertrand Russell e Ignazio Silone, Emmanuel Mounier e Ivan Illich, Nuto Revelli e Nelson Mandela, Martin Buber e Andre' Chouraqui, Ernst Bloch e Hans Jonas... e ancora tra i viventi un nome per tutti: Tzvetan Todorov.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Onorato Delipomeni: Dico i primi che mi vengono in mente: le Lettere dei condannati a morte della Resistenza, l'Iliade, Qohelet, naturalmente la Commedia dantesca, Riccardo III e Macbeth di Shakespeare, La vita e' sogno di Calderon, I miserabili di Hugo, tutto Leopardi, I promessi sposi e la Storia della colonna infame di Manzoni, le poesie di Emily Dickinson, Guerra e pace di Tolstoj, I demoni di Dostoevskij, tutti i racconti e i romanzi di Kafka, Le tre ghinee di Virginia Woolf, Arcipelago Gulag di Solzenicyn, I raccolti della Kolyma di Salamov, Nato di donna di Adrienne Rich, Il bene comune della Terra di Vandana Shiva, Teoria e pratica della nonviolenza di Gandhi, gli Scritti di Franco Basaglia, la Grammatica della fantasia di Gianni Rodari, La fine del mondo di Ernesto de Martino, Memoria del male, tentazione del bene di Tzvetan Todorov, Se questo e' un uomo e I sommersi e i salvati di Primo Levi. Ma ogni libro decente e' una buona lettura, ogni buona lettura accosta alla rivendicazione della propria e comune umana dignita', ogni passo in questa direzione e' un passo verso la nonviolenza; viceversa, chi potendo disporne rinuncia alla lettura si e gia' arreso al disordine costituito, si e' gia' asservito alla societa' dello spettacolo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?
- Onorato Delipomeni: Sono innumerevoli e tutte meritorie. In Italia decisivo sarebbe opporsi alla guerra ed al colpo di stato razzista. Sull'opposizione alla guerra e' necessario ricostruire un movimento di massa e una vera e propria insurrezione popolare nonviolenta per la legalita' costituzionale e il diritto a non essere uccisi, dopo che la quasi totalita' della sinistra italiana si prostitui' alla guerra nel 2006 e con essa tutto il pacifismo da parata, da cattedra e da organizzazione lautamente finanziata. Sull'opposizione al colpo di stato razzista: in primo luogo mi pare decisivo dirlo, che si e' trattato di un colpo di stato razzista e che quindi oggi viviamo sotto un regime hitleriano per quanto concerne la condizione fatta a migranti e viaggianti. Se non si coglie questa drammatica realta' si resta ciechi e quindi subalterni al teatrino dei privilegiati e alle loro macchine spettacolari che coprono la ferocia dell'oppressione con la banalita' del male.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?
- Onorato Delipomeni: Innanzitutto nella coscientizzazione e nella lotta contro il maschilismo femminicida, contro il razzismo, contro la guerra, contro la devastazione della biosfera. Ma decisiva e fondativa e' la coscientizzazione e la lotta contro la violenza maschilista e patriarcale: se non si fa questo non si puo' sconfiggere il fascismo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?
- Onorato Delipomeni: Dico le prime esperienze che mi vengono in mente, tra molte altre: il Movimento Nonviolento, il Mir, Pax Christi, la Rete Lilliput, Amnesty International; le riviste "Azione nonviolenta", "Qualevita", "Mosaico di pace", "Quaderni Satyagraha"; il Centro studi "Sereno Regis" di Torino; la newsletter e il sito de "Il paese delle donne"; i siti della Libreria delle donne di Milano e dell'Universita' delle donne di Milano; il "Centro Impastato" di Palermo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Onorato Delipomeni: Trovo imbarazzante cercar di racchiudere in una formula sintetica un campo di questioni, di nessi, di pratiche, cosi' complesso come la nonviolenza. E trovo significativo che nelle numerose interviste gia' pubblicate emergano punti di vista non solo molto diversi ma fin opposti ovvero radicalmente contraddittori. Fatta questa premessa e rispondendo in poche parole direi che per me la nonviolenza e' la scelta meditata e appassionata della lotta contro la violenza e la menzogna, in difesa ed a promozione della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani e a tutela della biosfera, con un approccio fallibilista e praticando la coerenza tra i mezzi e i fini. Aggiungerei anche che personalmente ne propongo una visione complessa e pluridimensionale, aperta a - e componibile con - varie tradizioni culturali; nella consapevolezza che ogni persona che ad essa si accosta lo fa apportandovi un contributo originale ed insostituibile. Ed aggiungerei infine anche che la nonviolenza e' la civilta' umana presa sul serio ed inverata nel proprio personale sentire e consistere, pensare ed agire; ed e' altresi' concreta personale e collettiva prassi responsabile, solidale e liberatrice, di riconoscimento e di cura, veritativa e degnificante; essa puo' essere agita da parte di chi vi si accosta in ogni ambito delle sue proprie scelte esistenziali, relazionali, ermeneutiche, deliberative, operative - morali e politiche, quindi.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?
- Onorato Delipomeni: Come e' stato gia' evidenziato da molte persone che avete intervistato si tratta di un nesso ineludibile e decisivo. Il femminismo (se si preferisce: i femminismi, il pensiero e l'azione delle donne per la liberazione dell'umanita' intera) e' la maggior esperienza storica della nonviolenza incammino.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?
- Onorato Delipomeni: L'ecologia intesa come cosciente, adeguato e coerente impegno di difesa della biosfera e' tout court la nonviolenza nei rapporti tra esseri umani e mondo naturale.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
- Onorato Delipomeni: E' in questo preciso ambito che la nonviolenza ha fatto alcune delle sue maggiori prove.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?
- Onorato Delipomeni: Un rapporto fondamentale. Cosi' come la nonviolenza e' l'antibarbarie, ugualmente essa e' l'antimafia. Ma mi sembra che manchi ancora anche tra molte persone impegnate sia per e con la nonviolenza che contro la mafia una comprensione adeguata del nesso e che perdurino talune ingenuita' e non di rado anche dei gravi limiti e fraintendimenti. Eppure ad esempio l'esperienza di Danilo Dolci recava gia' contributi di pensiero ed azione illuminanti, ma quelli che a me sembrano essere tra i lasciti piu' fecondi dell'esperienza dolciana mi sembra che siano oggi i piu' sottovalutati e negletti nella generale rimozione della riflessione politica e dell'analisi sociologica delle esperienze di lotta di liberazione autenticamente dal basso, popolari e rivoluzionarie novecentesche. Attualmente l'esperienza di "Libera" e' per molti versi assai meritoria, soprattutto nelle importantissime realizzazioni pratiche cui ha offerto impulso, sostegno, riconoscimento, canali di comunicazione ed opportunita' di azione (pur recando anche taluni palesi limiti nella sua gestione verticistica e in taluni suoi rapporti non sempre pienamente autocoscienti, autonomi e adeguati col ceto politico, con le macchine amministrative e gli apparati ideologici del dominio). L'esperienza che ritengo di gran lunga piu' interessante e piu' apprezzabile in questo ambito di impegno e' quella del "Centro Impastato" di Palermo, e la riflessione a cui mi sento piu' vicino e' quella di Umberto Santino, consegnata a varie opere di fondamentale importanza.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?
- Onorato Delipomeni: La nonviolenza come proposta di azione collettiva intesa alla trasformazione delle strutture e dei rapporti sociali e politici al fine di affermare i diritti umani di tutti gli esseri umani (quindi non solo i diritti civili e politici, ma anche quelli sociali, nella prospettiva di un umanesimo integrale che riconosca piena umanita' e quindi piena dignita' a tutti gli esseri umani in una liberazione comune responsabile e condivisa) e' nata nelle e dalle lotte - e dalle esperienze e riflessioni a queste lotte connesse - del movimento operaio e contadino. E' evidente che questo rapporto e' decisivo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?
- Onorato Delipomeni: Solo la scelta della nonviolenza puo' garantire esiti positivi alle esperienze riformatrici o rivoluzionarie ordinate agli ideali di liberta' condivisa, uguaglianza di diritti e fraternita'/sorellanza. Le lotte di liberazione che non hanno fatto la concreta scelta della nonviolenza non hanno dato gli esiti sperati dal punto di vista dell'umanita'. La cruciale cartina di tornasole e', ancora una volta, la condizione delle donne.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?
- Onorato Delipomeni: Nell'epoca attuale un pacifismo che non fa la scelta della nonviolenza resta subalterno e inane.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?
- Onorato Delipomeni: L'opposizione alla guerra, a gli eserciti, alle armi, all'uccidere, e' impegno fondamentale e costitutivo della nonviolenza. Non esiste nonviolenza senza integrale antimilitarismo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?
- Onorato Delipomeni: L'impegno per il disarmo in tutti gli ambiti e' uno degli obiettivi fondamentali dell'azione nonviolenta. Nonviolenza e disarmo sono termini concettualmente equivalenti (come conferma la stessa scomposizione delle parole: non/violenza, dis/armo).
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?
- Onorato Delipomeni: Condizione necessaria perche' un'azione sia nonviolenta e' che essa abbia sempre un valore educativo; ovvero che essa non sia ordinata solo alla circostanza particolare ma che sia condotta secondo criteri ed attraverso modalita' universabilizzabili. Per dirla col Kant della seconda Critica: "Legge fondamentale della ragion pura pratica: Agisci in modo che la massima della tua volonta' possa valere sempre, al tempo stesso, come principio di una legislazione universale (Immanuel Kant, Critica della ragion pratica, parte I, libro I, capitolo I, paragrafo 7).
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?
- Onorato Delipomeni: Non per eludere la questione, ma per indicare alcuni riferimenti che diano ad essa una solida base conoscitiva, mi permetto di rinviare innanzitutto alla lettura del volume alle tecniche nonviolente dedicato da Gene Sharp nella sua monumentale opera in tre volumi Politica dell'azione nonviolenta; a cui aggiungerei la breve, limpida, aurea monografia capitiniana, intitolata appunto Le tecniche della nonviolenza; per un caso concreto rinvierei anche all'opuscolo pubblicato nel 1999 dal "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo sull'esperienza pratica dell'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere della pace" con cui impedire i decolli dei bombardieri che partendo dall'Italia recavano strage in Jugoslavia.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?
- Onorato Delipomeni: Come presa di coscienza del valore proprio, di tutte e tutti gli umani e i viventi, del mondo; come presa in carico della dignita' e dei diritti dell'umanita' intera e della salvaguardia della biosfera.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?
- Onorato Delipomeni: La nonviolenza e', decisivamente, coscienza del limite. Tra le implicazioni di cio', il principio di precauzione: "in dubio contra proiectum". Essa e' relativa ovvero relazionale, fallibilista, si preoccupa della reversibilita' degli esiti delle azioni, esercita eminentemente la virtu' classica della prudenza come responsabilita' rettamente intesa. Le sue riflessioni si nutrono del grande contributo teorico del pensiero dialogico ed ecofemminista e delle elaborazioni, tra molti altri, di Levinas e Jonas.
5. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO SEBASTIANO MALCONTENTI (2010)
[Estratto da "Coi piedi per terra" n. 396. Sebastiano Malcontenti e' un vecchio amico di questo foglio]
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?
- Sebastiano Malcontenti: Come necessario approfondimento ed illimpidimento di una scelta di lotta contro ogni oppressione, ingiustizia, menzogna. Come impegno politico, quindi morale.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei?
- Sebastiano Malcontenti: Tra i maggiori: Giuliano Pontara, Renato Solmi. Ma ho avuto a maestri e compagni anche tante persone che sarebbero state restie a lasciarsi definire "personalita' della nonviolenza" ma che pure sono state decisive per il mio accostamento alla nonviolenza: due nomi per tutti, Franco Fortini, Dario Paccino.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Sebastiano Malcontenti: Le opere di Guenther Anders, Hannah Arendt, Giacomo Leopardi, Primo Levi, Rosa Luxemburg, Varlan Salamov, Vandana Shiva, Aleksandr Solzenicyn, Simone Weil, Virginia Woolf.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?
- Sebastiano Malcontenti: Ogni iniziativa di opposizione alla guerra, agli eserciti, alle armi, ai poteri assassini e all'uccidere; ogni iniziativa di opposizione al razzismo e alla denegazione della dignita' e dei diritti di ogni essere umano; ogni iniziativa di opposizione al femminicidio, al maschilismo, al patriarcato; ogni iniziativa in difesa della biosfera.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?
- Sebastiano Malcontenti: Qui in Italia oggi l'opposizione alla guerra e al colpo di stato razzista.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?
- Sebastiano Malcontenti: Il Movimento Nonviolento, le esperienze e le iniziative del movimento delle donne, tutte le iniziative che concretamente si oppongono alla guerra assassina e al colpo di stato razzista, il Centro Impastato di Palermo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Sebastiano Malcontenti: La lotta contro la violenza agita nella misericordia e nella dignita'. La coscienza che una e' l'umanita', ed una la casa che abbiamo comune.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?
- Sebastiano Malcontenti: Dico una cosa ovvia e tante volte ripetuta: il femminismo e' il maggior inveramento storico della nonviolenza.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?
- Sebastiano Malcontenti: Chiamiamo ecologia il rapporto nonviolento tra umanita' e natura.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
- Sebastiano Malcontenti: Senza questo impegno non si da' nonviolenza.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?
- Sebastiano Malcontenti: Dire nonviolenza e' dire antimafia. Le due cose si rispecchiano, si implicano, si necessitano, si identificano.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?
- Sebastiano Malcontenti: La scelta della nonviolenza e' "conditio sine qua non" della lotta di liberazione del movimento delle oppresse e degli oppressi; se non fa la scelta della nonviolenza esso e' condannato alla sconfitta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?
- Sebastiano Malcontenti: Identica risposta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?
- Sebastiano Malcontenti: La nonviolenza e' il pacifismo preso sul serio, reso rigoroso e coerente: il fine della pace si realizza solo con mezzi di pace; la giustizia si realizza solo con la misericordia; la lotta necessaria e' necessariamente nonviolenta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?
- Sebastiano Malcontenti: Finanche i due termini si corrispondono perfettamente.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?
- Sebastiano Malcontenti: Identica risposta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?
- Sebastiano Malcontenti: Diritto alla salute e all'assistenza significa diritto alla vita e alla dignita'. La nonviolenza e' la lotta per ottenere questo per tutti gli esseri umani.
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 590 del 18 giugno 2014
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