Archivi. 202



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 202 del 6 giugno 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di maggio 2013 (parte quinta e conclusiva)

2. Il rogo

3. Ricordando e rileggendo Lorenzo Milani che oggi avrebbe novant'anni

4. La guerra

5. Un voto antifascista ai ballottaggi

6. Un incontro di riflessione a Viterbo su due libri di Joanna Bourke

7. Franca Rame

8. Una lettera aperta alla Ministra degli Esteri Emma Bonino

9. Un incontro di studio a Viterbo: "Pensare l'umanita' e la biosfera oggi con Anders, Arendt, Bloch, Jonas"

10. Una lettera aperta alla Ministra dell'Integrazione Cecile Kyenge

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MAGGIO 2013 (PARTE QUINTA E CONCLUSIVA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di maggio 2013.

 

2. IL ROGO

 

I giornali danno la notizia di un ragazzo che uccide una ragazza e le da' fuoco.

E questo gesto, che rievoca i lager nazisti e i roghi dell'inquisizione, rivela quanto abissale sia l'orrore quotidiano in cui e' sprofondato il nostro paese: poiche' non passa giorno senza che giunga notizia di un uomo che uccide una donna ritenendola cosa di sua proprieta' cui puo' infliggere ogni violenza; corpo annichilito che puo' umiliare, ferire, mutilare, uccidere; oggetto di carne e parole che puo' distruggere in qualunque momento.

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Opporsi al femminicidio e' oggi in Italia il primo dovere di ogni persona decente: il primo dovere esistenziale, intellettuale, morale, sociale, politico.

Ed e' compito di ogni singola persona tanto quanto della societa' civile nelle sue parti e nel suo insieme, quanto delle istituzioni democratiche tutte: poiche' chi non combatte contro il femminicidio inevitabilmente ne e' complice, come sempre chi resta indifferente dinanzi a un massacro. Poiche' un massacro, un mostruoso massacro, e' in corso.

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Ma combattere il femminicidio richiede necessariamente di combattere anche il maschilismo e il patriarcato, ovvero l'ideologia, le strutture, le pratiche tutte della violenza e del disprezzo maschile contro le donne.

Chi e' complice del maschilismo e del patriarcato e' complice anche del femminicidio, poiche' il femminicidio altro non e' che la punta estrema della violenza maschilista e patriarcale.

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Occorre contrastare il femminicidio, e il maschilismo e il patriarcato che lo fondano e lo sostengono, e contrastarli anche perche' solo se si sconfiggono, ovvero si sconficcano dal corpo della societa' e dall'animo delle persone e dalla storia dell'umanita', e' possibile contrastare adeguatamente, concretamente ed efficacemente anche la guerra, lo sfruttamento, il razzismo, il potere mafioso, il modo di produzione fondato sulla schiavitu' delle persone e la devastazione della biosfera. Poiche' tutte queste violenze hanno nella violenza maschilista e patriarcale contro le donne la loro prima radice.

Solo una societa' che riconosce la piena umanita', la medesima dignita' e la stessa titolarita' di diritti delle donne e degli uomini disarma la vita e difende la natura, salva le vite e realizza le tre grandi speranze della liberta', dell'eguaglianza, della solidarieta' che fondano la civilta' umana e colmano di senso l'esistenza personale.

 

3. RICORDANDO E RILEGGENDO LORENZO MILANI CHE OGGI AVREBBE NOVANT'ANNI

 

Ricorrendo il novantesimo anniversario della nascita di don Lorenzo Milani (Firenze, 27 maggio 1923 - 26 giugno 1967), il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ha ricordato con un incontro di studio e di testimonianza lunedi' 27 maggio 2013.

Nel corso dell'incontro sono stati letti alcuni brani da "Esperienze pastorali" e da alcune lettere di don Milani e della scuola di Barbiana.

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Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, concludendo l'incontro, ha ripercorso alcuni passaggi essenziali della vita del priore di Barbiana ed alcuni temi decisivi della sua azione, della sua opera.

Tutta l'azione effettuale di don Lorenzo Milani e' orientata da questa scelta: difendere la vita, la dignita' e i diritti dei concreti esseri umani, e quindi lottare contro l'oppressione sociale, lottare affinche' cessi lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.

E il concreto strumento attraverso cui nella personale pratica milaniana questa lotta si realizza e' l'educazione degli oppressi: come pratica di liberazione, come uscita dalla subalternita', come conquista della parola che e' il primo strumento della lotta nonviolenta contro tutte le menzogne e le violenze, il primo strumento della politica e della democrazia, il primo strumento della lotta contro l'oppressione di classe e contro tutte le oppressioni.

Ma la condizione perche' si possa svolgere questo ruolo di educatore degli e con gli oppressi, ovvero di persona che li aiuta ad autoeducarsi lasciandosi educare da loro nell'interazione maieutica, e' la condivisione della vita degli oppressi come scelta di concreta solidarieta' con gli esseri umani vittime di sfruttamento, oppressione, emarginazione.

E naturalmente questa azione di liberazione, questa azione educativa, questa azione di riconoscimento, solidarieta' e degnificazione umana, questa azione di resistenza alla menzogna e alla violenza, si scontra inevitabilmente con l'attivita' produttiva piu' criminale, quella ordinata alla produzione di morte: la guerra. L'opposizione alla guerra, e alla sua ideologia, ai suoi apparati, ai suoi strumenti - gli eserciti, le armi -, e' quindi il decisivo banco di prova, l'ineludibile verifica empirica del senso della prassi educativa, di ogni prassi autenticamente educativa.

E l'opposizione alla guerra e al militarismo e' anche opposizione a tutti gli autoritarismi, a tutte le gerarchie oppressive, a tutti i poteri iniqui, ad ogni totalitarismo e ad ogni corruzione ed asservimento delle coscienze, ad ogni denegazione o compressione od offuscamento della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

E dall'opposizione alla guerra nel tempo dell'apocalisse atomica scaturira' anche la consapevolezza ecologica e quindi l'opposizione a quei medesimi meccanismi di selvaggia massimizzazione del profitto operanti ai danni dell'umanita' intera, ovvero a quel modo di produzione ed a quei reali poteri dominanti caratterizzati dall'esercizio dello sfruttamento fino alla schiavizzazione delle persone, fino all'esaurimento delle risorse, fino al generalizzato inquinamento ed alla desertificazione della natura, ed alla morte delle vittime e degli oppositori, e tendenzialmente dell'intero mondo vivente; meccanismi e poteri che oggi palesemente minacciano di irreversibile devastazione l'intera biosfera.

L'esperienza milaniana e' una delle piu' luminose epifanie della pratica della nonviolenza: la nonviolenza che e' la lotta la piu' nitida e intransigente contro tutte le menzogne e le violenze; che e' la lotta piu' rigorosa e coerente per la liberazione dell'umanita' e la difesa del mondo vivente.

Ogni volta che si rilegge don Milani sempre si torna a provare la commozione profonda che sempre suscita la parola veritiera.

E questa parola veritiera esorta alla scelta della nonviolenza.

La nonviolenza e' in cammino: sii tu il pellegrino che la reca nel sacco e la condivide con le altre persone incontrate per via; sii tu il cammino, sii tu la nonviolenza.

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Una breve notizia su Lorenzo Milani

Lorenzo Milani nacque a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga malattia nel 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui la lezione di don Milani resta di grande valore. Opere di Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica, integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato nell'ultimo decennio la ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel volume I care ancora. Altri testi ha pubblicato ancora la Lef. Opere su Lorenzo Milani: sono ormai numerose; fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993; Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto, Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, Lef, Firenze 1974; Antonio Schina (a cura di), Don Milani, Centro di documentazione di Pistoia, 1993. Segnaliamo anche l'interessante fascicolo monografico di "Azione nonviolenta" del giugno 1997. Segnaliamo anche il fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta', supplemento a "Conquiste del lavoro", n. 50 del 1987. Tra i testi apparsi di recente: il testo su don Milani di Michele Ranchetti nel suo libro Gli ultimi preti, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997; David Maria Turoldo, Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1997; Liana Fiorani, Don Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997, poi Centro don Milani, Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani a trenta anni dalla sua morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il maestro, Firenze 1998; Liana Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello (Fi) 2002; Marco Moraccini (a cura di), Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa Croce sull'Arno (Pi) - Milano 2002; Jose' Luis Corzo Toral, Lorenzo Milani. Analisi spirituale e interpretazione pedagogica, Servitium, Sotto il Monte (Bergamo) 2008.

 

4. LA GUERRA

 

Uccide.

Uccide gli esseri umani.

 

5. UN VOTO ANTIFASCISTA AI BALLOTTAGGI

 

Il primo turno delle elezioni amministrative si e' concluso con una sostanziale sconfitta della destra berlusconiana, neofascista e razzista, sfruttatrice e rapinatrice, dell'eversione dall'alto e del regime della corruzione. E dei suoi ridanciani cinici complici della nuova destra totalitaria del "tanto peggio, tanto meglio".

Ai ballottaggi occorre consolidare questo risultato votando - ovunque sia onestamente possibile - i candidati a sindaco dell'area antifascista contro la destra berlusconiana.

In difesa della Costituzione della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera casa comune dell'umanita' intera.

 

6. UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO SU DUE LIBRI DI JOANNA BOURKE

 

Si e' svolto martedi' 28 maggio 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione su due recenti libri della storica Joanna Bourke: Paura. Una storia culturale (Laterza, 2007) e Stupro. Storia della violenza sessuale dal 1860 a oggi (Laterza, 2009, 2011).

Nel corso dell'incontro sono stati letti alcuni brani dai due libri e ne sono state ricostruite le linee e le tesi essenziali.

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Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha messo in rilievo sia l'importanza cruciale dei temi trattati nelle due opere, sia la fecondita' dell'approccio metodologico ed interpretativo dell'autrice e delle tesi e proposte di lavoro da essa formulate. Sono questioni su cui si trovano ineludibilmente a riflettere tutte le persone che non vogliono essere complici della violenza; questioni con cui tutte le persone impegnate per la liberazione dell'umanita', in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, cosi' come per la difesa della biosfera, non solo sono costrette a confrontarsi quotidianamente, ma che devono affrontare in modo concreto e adeguato, con piena coscienza ed intelligenza di cio' che e' drammaticamente in gioco, affinche' la loro lotta di liberazione, il loro impegno di solidarieta' non sia vano. Questi libri approntano materiali e strumenti teorici e pratici di fondamentale importanza per la lotta nonviolenta contro tutte le menzogne e le violenze, per l'affermazione dei diritti e dei doveri di tutti gli esseri umani.

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Joanna Bourke, nata nel 1963 in Nuova Zelanda, intellettuale socialista femminista, e' docente di storia al Birkbeck College di Londra; ha pubblicato vari importanti libri, alcuni dei quali tradotti anche in Italia: oltre quelli gia' citati, cfr. anche Le seduzioni della guerra, Carocci, Roma 2001, e La seconda guerra mondiale, Il Mulino, Bologna 2005.

 

7. FRANCA RAME

 

Ricordando Franca Rame molti ricorderanno l'artista e l'intellettuale, la persona di forte impegno civile e la parlamentare.

Ma noi vogliamo ricordare soprattutto la militante per i diritti delle donne, ovvero per la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

E gliene siamo ancora grati.

 

8. UNA LETTERA APERTA ALLA MINISTRA DEGLI ESTERI EMMA BONINO

 

Gentilissima Ministra degli Esteri,

da oltre dieci anni l'Italia prende parte alla guerra in Afghanistan, in flagrante violazione del diritto internazionale e della Costituzione della Repubblica Italiana.

Da oltre dieci anni l'Italia e' corresponsabile di una guerra che ogni giorno provoca morti e distruzioni.

Cessi la partecipazione italiana alla guerra.

E si adoperi finalmente l'Italia per la pace, per il disarmo, per la smilitarizzazione dei conflitti, per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Il primo diritto umano e' il diritto a non essere uccisi.

La guerra e' sempre nemica dell'umanita'.

Solo la pace salva le vite.

Voglia gradire distinti saluti,

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 29 maggio 2013

 

9. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO: "PENSARE L'UMANITA' E LA BIOSFERA OGGI CON ANDERS, ARENDT, BLOCH, JONAS"

 

Si e' svolto mercoledi' 29 maggio 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema "Pensare l'umanita' e la biosfera oggi con Guenther Anders, Hannah Arendt, Ernst Bloch, Hans Jonas".

Nel corso dell'incontro sono state illustrate le vite e le opere dei pensatori ricordati, e successivamente letti e commentati alcuni loro testi.

Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha messo in evidenza come Guenther Anders, Hannah Arendt, Ernst Bloch ed Hans Jonas, sostenendo tesi talvolta anche in feconda dialettica e finanche in netta alternativa tra loro, apportano tutti contributi fondamentali alla nonviolenza in cammino, ovvero alla piu' nitida, concreta e intransigente lotta di liberazione dell'umanita', per l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della biosfera casa comune dell'umanita' intera.

Tutti rigorosamente, limpidamente impegnati per il bene comune dell'umanita', Anders, Arendt, Bloch e Jonas costituiscono basilari punti di riferimento per ogni persona intellettualmente, moralmente, socialmente e politicamente impegnata contro la menzogna e contro la violenza, per la vita, la dignita' e i diritti di tutte le persone, per la difesa della civilta' umana e dell'intero mondo vivente.

La nonviolenza e' in cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

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Una breve notizia su Guenther Anders

Guenther Anders (pseudonimo di Guenther Stern, "anders" significa "altro" e fu lo pseudonimo assunto quando le riviste su cui scriveva gli chiesero di non comparire col suo vero cognome) e' nato a Breslavia nel 1902, figlio dell'illustre psicologo Wilhelm Stern, fu allievo di Husserl e si laureo' in filosofia nel 1925. Costretto all'esilio dall'avvento del nazismo, trasferitosi negli Stati Uniti d'America, visse di disparati mestieri. Tornato in Europa nel 1950, si stabili' a Vienna. E' scomparso nel 1992. Strenuamente impegnato contro la violenza del potere e particolarmente contro il riarmo atomico, e' uno dei maggiori filosofi contemporanei; e' stato il pensatore che con piu' rigore e concentrazione e tenacia ha pensato la condizione dell'umanita' nell'epoca delle armi che mettono in pericolo la sopravvivenza stessa della civilta' umana; insieme a Hannah Arendt (di cui fu coniuge), ad Hans Jonas (e ad altre e altri, certo) e' tra gli ineludibili punti di riferimento del nostro riflettere e del nostro agire. Opere di Guenther Anders: Essere o non essere, Einaudi, Torino 1961; La coscienza al bando. Il carteggio del pilota di Hiroshima Claude Eatherly e di Guenther Anders, Einaudi, Torino 1962, poi Linea d'ombra, Milano 1992 (col titolo: Il pilota di Hiroshima ovvero: la coscienza al bando); L'uomo e' antiquato, vol. I (sottotitolo: Considerazioni sull'anima nell'era della seconda rivoluzione industriale), Il Saggiatore, Milano 1963, poi Bollati Boringhieri, Torino 2003; L'uomo e' antiquato, vol. II (sottotitolo: Sulla distruzione della vita nell'epoca della terza rivoluzione industriale), Bollati Boringhieri, Torino 1992, 2003; Discorso sulle tre guerre mondiali, Linea d'ombra, Milano 1990; Opinioni di un eretico, Theoria, Roma-Napoli 1991; Noi figli di Eichmann, Giuntina, Firenze 1995; Stato di necessita' e legittima difesa, Edizioni Cultura della Pace, San Domenico di Fiesole (Fi) 1997. Si vedano inoltre: Kafka. Pro e contro, Corbo, Ferrara 1989; Uomo senza mondo, Spazio Libri, Ferrara 1991; Patologia della liberta', Palomar, Bari 1993; Amare, ieri, Bollati Boringhieri, Torino 2004; L'odio e' antiquato, Bollati Boringhieri, Torino 2006; Discesa all'Ade, Bollati Boringhieri, Torino 2008. In rivista testi di Anders sono stati pubblicati negli ultimi anni su "Comunita'", "Linea d'ombra", "Micromega". Opere su Guenther Anders: cfr. ora la bella monografia di Pier Paolo Portinaro, Il principio disperazione. Tre studi su Guenther Anders, Bollati Boringhieri, Torino 2003; singoli saggi su Anders hanno scritto, tra altri, Norberto Bobbio, Goffredo Fofi, Umberto Galimberti; tra gli intellettuali italiani che sono stati in corrispondenza con lui ricordiamo Cesare Cases e Renato Solmi.

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Una breve notizia su Hannah Arendt

Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita' e giudizio, Einaudi, Torino 2004; la recente Antologia, Feltrinelli, Milano 2006; i recentemente pubblicati Quaderni e diari, Neri Pozza, 2007. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005; Alois Prinz, Io, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1999, 2009. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000.

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Una breve notizia su Ernst Bloch

Ernst Bloch (1885-1977) e' il grande filosofo dello "spirito dell'utopia", del "principio speranza", dell'"ortopedia del camminare eretti" (per citare alcuni titoli ed espressioni delle sue opere che sono altrettante proposte di riflessione e di lotta per la dignita' umana); ad oltre trent'anni dalla scomparsa la sua riflessione e la sua testimonianza (come quelle - ad un tempo in tensione dialettica e complementari - di Guenther Anders e di Hans Jonas, di Hannah Arendt e della scuola di Francoforte, delle opere piu' aggettanti di Karl Korsch e di Gyorgy Lukacs) apportano decisivi contributi all'elaborazione di una teoria e una prassi politica della nonviolenza in cammino adeguata alla situazione presente, che costituisca un progetto di alternativa economica, politica e culturale capace di fondare una societa' liberata e solidale che sappia riconoscere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani e la piena, consapevole, responsabile difesa della biosfera. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo per ampi stralci la seguente scheda: "Ernst Bloch (Ludwigshafen 8 luglio 1885 - Tubinga 4 agosto 1977). Nato in una famiglia di origine ebraica del Palatinato, si laureo' in filosofia nel 1908 con una tesi intitolata Disquisizioni critiche su Rickert e il problema dell'epistemologia moderna. Nel 1913 si sposo' con la scultrice Else von Stritzky (che mori' nel 1921). Ad Heidelberg conobbe Max Weber, mentre a Berlino frequento' Bertolt Brecht, Kurt Weill e Theodor W. Adorno, tra gli altri. Nel 1922 si sposo' con la pittrice Linda Oppenheimer. Da questo matrimonio nacque sua figlia Mirijam nel 1928, anno in cui si dissolse il matrimonio. Nel 1933, all'avvento del nazismo in Germania, emigro' prima in Svizzera, poi in Austria, in Cecoslovacchia e in Francia, finche' non si stabili' negli Stati Uniti d'America, dove scrisse la sua opera principale, Il principio speranza... Nel 1948 Bloch accetto' l'incarico di professore all'Universita' di Lipsia, nella Repubblica democratica tedesca, e qui volle portare il suo contributo di filosofo marxista al fine di creare una societa' socialista. Tuttavia entro' presto in conflitto con il regime della Rdt, che vedeva in lui un fautore del revisionismo rispetto all'ortodossia marxista e che cerco' nel 1957 di isolarlo come un "tentatore della gioventu'", costringendolo a lasciare la docenza. Nel 1961 fuggi', passando per Berlino Ovest, a Tubinga, dove ottenne una cattedra universitaria. Ne Il principio speranza (pubblicato in tre volumi dal 1953 al 1959), Bloch sosteneva che speranza e utopia sono elementi essenziali dell'agire e del pensare umano. Egli intendeva cosi' porre in luce il contenuto utopico del pensiero di Karl Marx, che viene ad assumere, nell'interpretazione di Bloch, una peculiare tensione messianica. Bloch tento' di stabilire un collegamento fra marxismo e cristianesimo, poiche' in quest'ultimo riconosceva un significato utopico, come speranza di una redenzione, che il marxismo avrebbe trasformato in una prospettiva rivoluzionaria. Al tempo stesso egli interpretava il materialismo storico marxiano alla luce di elementi filosofici ad esso estranei, quali il naturalismo del pensiero rinascimentale e le filosofie della natura di Wolfgang Goethe e di Friedrich Schelling, per pervenire a una nozione di materia come "possibilita' di tutte le figure che sono latenti nel suo grembo", e dunque come tensione e apertura al futuro e al possibile. Contesto' la linearita' del concetto di progresso e insieme ridefini' il concetto di tempo: "Rappresentare la storia universale come una successione di periodi e' senza dubbio molto piu' facile che rappresentarla nella contemporaneita' di luoghi e nella pluralita' delle sue voci; questo concetto topografico esige, infatti, perlomeno quando si presenta come storico-universale, un multiversum, anche nel tempo" (da Sul progresso, titolo originale Differenzierungen im Begriff Fortschritt, "differenziazione sul concetto di progresso"). Nel suo stile prevale un tono elevato e magniloquente, simile a quello di un profeta biblico, tuttavia punteggiato dal gusto del paradosso e da guizzi d'ironia. Tali registri stilistici rispecchiano la sua vicinanza giovanile e familiare tanto alle letture bibliche quanto all'espressionismo e alle avanguardie artistiche. Altre opere importanti di Bloch sono: Spirito dell'utopia (1918); Thomas Muenzer come teologo della rivoluzione (1921); Tracce (1930); Soggetto-Oggetto, Delucidazioni su Hegel (1949); Avicenna e la sinistra aristotelica (1952); Ateismo nel cristianesimo (1968); Il problema del materialismo: storia e sostanza (1972); Experimentum Mundi (1975)". Tra le opere di Ernst Bloch: Spirito dell'utopia, La Nuova Italia, Firenze; Thomas Muenzer, teologo della rivoluzione, Feltrinelli, Milano; Tracce, Garzanti, Milano; Soggetto-oggetto, Il Mulino, Bologna; Il principio speranza, Garzanti, Milano; Diritto naturale e dignita' umana; Ateismo nel cristianesimo, Feltrinelli, Milano; Il problema del materialismo; Experimentum mundi. Opere su Ernst Bloch: in italiano si vedano almeno gli studi di Italo Mancini, Stefano Zecchi, Remo Bodei, Giuseppe Cacciatore, Giuseppe Pirola, Laura Boella, Laennec Hurbon; si veda anche il fascicolo monografico di "Aut aut", n. 173-174, settembre-dicembre 1979, dal titolo Eredita' di Bloch.

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Una breve notizia su Hans Jonas

Hans Jonas e' nato a Moenchengladbach nel 1903, e' stato allievo di Heidegger e Bultmann, ed uno dei massimi specialisti dello gnosticismo. Nel 1933 si e' trasferito dapprima in Inghilterra e poi in Palestina, dal 1949 ha insegnato in diverse universita' nordamericane, dedicandosi a studi di filosofia della natura e di filosofia della tecnica. E' uno dei punti di riferimento del dibattito bioetico. Al suo "principio responsabilita'" si ispirano riflessioni e pratiche ecopacifiste, della solidarieta', dell'etica contemporanea. E' scomparso nel 1993. Opere di Hans Jonas: sono fondamentali Il principio responsabilita', Einaudi, Torino 1993; la raccolta di saggi filosofici Dalla fede antica all'uomo tecnologico, Il Mulino, Bologna 1994; Tecnica, medicina ed etica, Einaudi, Torino 1997; Organismo e liberta', Einaudi, Torino 1999; una raccolta di tre brevi saggi di autobiografia intellettuale e' Scienza come esperienza personale, Morcelliana, Brescia 1992. Si vedano anche Il concetto di Dio dopo Auschwitz, Il melangolo, Genova 1995, e La filosofia alle soglie del Duemila, Il melangolo, Genova 1994; cfr. anche Lo gnosticismo, Sei, Torino 1995. Un utile libro di interviste e conversazioni e' Sull'orlo dell'abisso, Einaudi, Torino 2000. Opere su Hans Jonas: si vedano i testi segnalati nel saggio di Vallori Rasini: "Recenti sviluppi nella ricezione di Hans Jonas: una rassegna bibliografica", riportato ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 1449 del 15 ottobre 2006; si veda anche la parte su Jonas in AA. VV., Etiche della mondialita', Cittadella, Assisi 1996, e la bibliografia critica li' segnalata; per un profilo sintetico ed una ampia nota bibliografica, cfr. anche Giovanni Fornero, "Jonas: la responsabilita' verso le generazioni future", nella Storia della filosofia fondata da Nicola Abbagnano, Utet, Torino 1994, Tea, Milano 1996.

 

10. UNA LETTERA APERTA ALLA MINISTRA DELL'INTEGRAZIONE CECILE KYENGE

 

Gentilissima Ministra dell'Integrazione,

innanzitutto le rinnoviamo la nostra gratitudine ed il nostro sostegno per il suo impegno in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Ma le scriviamo anche per inviarle copia, allegata in calce, della lettera aperta che abbiamo inviato ieri alla sua collega Ministra degli Esteri, con la richiesta che cessi l'illegale partecipazione italiana all'atroce guerra afgana.

La ringraziamo fin d'ora per il suo impegno - che con questa lettera sollecitiamo ed in cui vivamente confidiamo - affinche' cessi immediatamente la criminale e insensata partecipazione italiana alla guerra assassina, e l'Italia si adoperi finalmente per la pace che salva le vite, contro la guerra e le uccisioni, per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, per la solidarieta' tra tutti i popoli e tutti gli esseri umani.

Esprimendole ancora una volta viva gratitudine e piena solidarieta' per il suo impegno, voglia gradire distinti saluti,

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 30 maggio 2013

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Numero 202 del 6 giugno 2013

 

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