Breve una cicalata sui ballottaggi del 9 e 10 giugno, per un voto antifascista



 

BREVE UNA CICALATA SUI BALLOTTAGGI DEL 9 E 10 GIUGNO, PER UN VOTO ANTIFASCISTA

 

L'essenziale

In varie parti d'Italia il 9 e 10 giugno si vota per il secondo turno delle elezioni comunali, il ballottaggio in cui si fronteggiano solo due candidati a sindaco.

Nella generalita' dei casi uno dei due candidati e' berlusconiano e l'altro no. Ovvero uno e' rappresentativo e complice della destra neofascista, filomafiosa, corrotta e corruttrice, dell'eversione dall'alto berlusconiana; l'altro di solito no.

Di questo occorrera' pur tenere conto. Innanzitutto di questo occorrera' tener conto.

Si prenda l'esempio di Roma: il candidato della coalizione che si oppone al blocco e al progetto eversivo berlusconiano non sara' Giuseppe Garibaldi, non sara' Ernesto Nathan, non sara' Luigi Petroselli, non sara' Rosa Luxemburg, non sara' Virginia Woolf, non sara' Hannah Arendt; ma e' pur sempre il candidato della coalizione che si oppone al blocco e al progetto eversivo berlusconiano, ed una non indegna persona.

Dal modesto punto di vista di chi scrive queste righe l'essenziale e' che ovunque possibile occorre votare contro la destra neofascista, filomafiosa, corrotta e corruttrice, dell'eversione dall'alto berlusconiana.

Ovvero: ovunque possibile occorre votare i candidati che rispettano e si impegnano a difendere la Costituzione, la legalita', la democrazia, e che siano delle persone decenti; non e' molto, ma e' il minimo indispensabile.

Possano queste elezioni amministrative concludersi con una netta sconfitta sia della destra golpista classica che della nuova destra totalitaria; possano gli esiti di queste elezioni amministrative contribuire a contrastare l'involuzione antidemocratica in corso.

Il voto antifascista ai ballottaggi ovviamente non e' una panacea; e tuttavia e' un'azione giusta e necessaria ovunque possibile (ovunque possibile: perche' possono purtroppo darsi anche casi in cui ad esempio il candidato del cosiddetto centrosinistra e' espressione dei vecchi satrapi andreottiani del regime della corruzione e dell'intesa coi poteri criminali, ha infarcito le sue liste di candidati neofascisti, leghisti e berlusconiani, e tra il primo e il secondo turno ha stretto accordi con ulteriori neofascisti e berlusconiani: in questi casi nessuno dei due candidati al ballottaggio puo' essere ragionevolmente votato da una persona decente. E qui chiudiamo questa elefantiaca parentesi).

Il voto antifascista ai ballottaggi - ovunque possibile - e' semplicemente un atto di difesa della legalita' e della democrazia; ovvero, per dirlo in termini concreti ed effettuali: un atto di difesa della vita, della dignita' e dei diritti di coloro che la violenza fascista direttamente quotidianamente colpisce e mutila e schianta.

Questo l'essenziale; il resto e' commento.

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Il commento

Occorre naturalmente anche fare qualcosa di piu'. E questo qualcosa di piu' proviamo a dirlo in poche parole in forma di tesi.

1. Prendere atto della catastrofe della sinistra in Italia nel corso degli ultimi vent'anni; questa catastrofe e' ormai tragicamente compiuta: il voto delle politiche di febbraio e la gestione golpista di esso da parte di Napolitano in favore di Berlusconi con la complicita' di Grillo e delle sue marionette come della destra incappucciata del Pd (che - per chi non ne fosse informato - non e' il Pds del 1991, ed in cui le residue posizioni di sinistra democratica riformatrice sono ormai esigua minoranza soverchiata dall'immensa palude democristiana o democristianizzata coerede del regime della corruzione e largamente subalterna e talora fin vassalla del berlusconismo) ha confermato quanto a fondo la tabe berlusconiana abbia corroso e corrotto gran parte degli istituti democratici e pressoche' dissolto gran parte dei tessuti e delle risorse civili di questo paese; cosi' come la gestione padronale della crisi economica ha esplicitato con la massima brutalita' la fine del "compromesso socialdemocratico" una volta che le organizzazioni che furono del movimento dei lavoratori hanno progressivamente scelto la via che di cedimento in cedimento porta alla resa senza condizioni.

2. E tuttavia elementi di contraddizione e quindi di resistenza non mancano: paradosso dei paradossi finanche nell'ircocervino governo vi sono almeno alcune ministre ancora nitidamente impegnate in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, contro il fascismo che torna: e che per questo sono quotidianamente aggredite, e che per questo vanno persuasamente sostenute. E negli enti locali e nella macchina amministrativa, nelle strutture del welfare state, persistono, seppur a macchia di leopardo e fortemente contrastate dalle politiche neoliberiste globali, talune buone pratiche democratiche, che poi altro non sono che il frutto della Liberazione e della scelta repubblicana prima, e delle grandi lotte degli anni Sessanta e Settanta poi, cosi' come depositatesi nel corpus legislativo e nella migliore prassi amministrativa del paese. E sotto l'urto della crisi - economica e sociale, ma anche e soprattutto ecologica e sanitaria - resistono e crescono movimenti che se anche non riescono a trovare rappresentanza adeguata nelle istituzioni e talora cadono in abbagli sesquipedali, tuttavia esprimono un bisogno di democrazia e una spinta alla solidarieta' autentici e potenzialmente fecondi.

3. Su decisive questioni tutto e' da ricostruire, da riconquistare, da realizzare: i diritti sociali (casa, lavoro, sapere, salute, assistenza, partecipazione...), le "quattro liberta'" (di parola, di opinione, dal bisogno e dalla paura), la difesa della biosfera, l'opposizione al maschilismo, l'opposizione al razzismo, l'opposizione alla guerra. I tre immortali principi dell'89: liberta' e responsabilita' per il bene comune, uguaglianza di diritti e rispetto della diversita' di ciascuno, fraternita' e sororita' universali; la parola d'ordine del manifesto del '48: una societa' in cui il libero sviluppo di ciascuno e' condizione del libero sviluppo di tutti. Il programma di Giacomo Leopardi e di Virginia Woolf.

4. E solo nel vivo di queste lotte avverra' la ricostruzione della sinistra socialista e libertaria: ovvero della coscienza di classe e della organizzazione di lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi impegnati nella solidarieta' che tutti gli esseri umani raggiunge e l'intero mondo vivente difende, impegnati nella lotta per la liberazione, l'autoriconoscimento e l'autocomprensione dell'umanita' intera.

5. Ma perche' la sinistra possa rinascere occorre che il movimento delle oppresse e degli oppressi adotti senza esitazioni la nonviolenza come cuore pulsante della sua riflessione, della sua organizzazione, della sua azione: la nonviolenza come movimento storico e tradizione esperienziale; come scelta intellettuale, morale e politica; come metodo di analisi, di decisione e di azione; come progetto politico rigorosamente coerente con le grandi tradizioni di liberazione dell'umanita' che hanno raggiunto storicamente una sintesi nella Dichiarazione universale dei diritti umani; la nonviolenza come antibarbarie, anticapitalista ed antitotalitaria, antischiavista ed anticonsumista, come solidarieta' in cammino, come assunzione dell'intero processo della civilta' umana tradotto in universale responsabile accudimento e pienezza di guarentigie estese a tutti gli esseri umani ed a tutto il mondo vivente. In sobria coscienza della comune fragilita' e finitudine.

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Congedo

L'inizio della lotta che qui ed ora occorre e' contrastare il fascismo vecchio e nuovo, difendere la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, opporsi alla guerra e al razzismo, al maschilismo e all'ecocidio, alla violenza onnidevastatrice dei ricchi e dei potenti, degli sfruttatori e dei rapinatori.

E quindi - si parva licet componere magnis, e passando dall'astratto al concreto nella verifica empirica dei compiti dell'ora - ai ballottaggi, ovunque possibile, occorre votare contro la destra neofascista, filomafiosa, corrotta e corruttrice, dell'eversione dall'alto berlusconiana.

Ne' illusioni, ne' rassegnazione. La nonviolenza e' in cammino.

 

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

 

Viterbo, 5 giugno 2013

 

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com , web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/