Archivi. 201



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 201 del 5 giugno 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di maggio 2013 (parte quarta)

2. Il Grande Fratello a Viterbo

3. Nell'anniversario della strage di Capaci

4. Nel ricordo di Matteotti contro il fascismo che torna

5. Dodici storie di quotidiana indignazione, piu' un pistolotto finale

6. Andrea Gallo

7. Da Viterbo nel ricordo delle vittime della strage di Capaci

8. Per la Giornata internazionale delle donne per la pace e il disarmo

9. Opporsi alla guerra, opporsi alle uccisioni

10. Da Bertha von Suttner a Vandana Shiva. Nella Giornata internazionale delle donne per la pace e il disarmo

11. Una dichiarazione di voto

12. I frutti della guerra

13. Per Laura Conti nel ventesimo anniversario della scomparsa

14. Il nostro 2 giugno, la nostra Repubblica, l'internazionale futura umanita'

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MAGGIO 2013 (PARTE QUARTA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di maggio 2013.

 

2. IL GRANDE FRATELLO A VITERBO

 

"Fair is foul, and foul is fair"

(William Shakespeare, Macbeth, I, I, 11)

 

I berlusconiani, si sa, devono avere qualche problema con l'uso della logica: a Viterbo la propaganda del sindaco berlusconiano uscente e ricandidato ha come leitmotiv "Per cambiare non cambiare". Motto taoista che avrebbe fatto la gioia di Tzara e di Ionesco.

Ma pensandoci meglio non di una distrazione o di un esercizio filosofico deve trattarsi, ma di una citazione: dalla neolingua di 1984, poiche' altro non e' che il diligente svolgimento degli slogan del partito del Grande Fratello (quello di Orwell, beninteso): "La guerra e' pace. La liberta' e' schiavitu'. L'ignoranza e' forza".

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E per restare in materia di narrativa d'anticipazione forse si potra' anche citare il caso di quel candidato di "Fratelli d'Italia" (e gia' consigliere ed assessore di lunghissimo corso) che vedeva approvati dalla Commissione edilizia del Comune di Viterbo i suoi progetti addirittura il giorno prima di averli presentati: ove si constata che qualcuno dovette pur aver inventato la macchina del tempo.

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E come tralasciare la "terza gamba" del poker di liste che sostiene il sindaco berlusconiano uscente e ricandidato, quella lista che umilmente si denomina "Ego sum leo" e che si e' resa insigne per aver pensato di farsi propaganda offendendo la memoria di un defunto?

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Quanto alla quarta ruota del carro berlusconiano, denominata "Civica per Viterbo", taluni dei suoi animatori e adepti resteranno negli annali per essere aficionados - con tanto di foto ricordo - di un sindaco leghista condannato per razzismo, per levar peana alla memoria di Mussolini, per esser stati tra i complici piu' assatanati dell'ignobile tentativo di massacrare la salute dei viterbesi e devastare irreversibilmente la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame di dantesca memoria per realizzarvi un nocivo, distruttivo, illegale ed insensato mega-aeroporto (aggressione poi miseramente fallita, per fortuna di tutti e per merito di alcuni).

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Questa l'allegra brigata berlusconiana in ghingheri per le elezioni comunali di Viterbo (ed e' verosimile che ad un eventuale ballottaggio a loro si apparentino altre liste neofasciste di picchiatori, prosseneti e manutengoli vari di cui in citta' vi e' gran sciupio). Che tutti costoro osino ancora chiedere il voto alla cittadinanza, dopo aver per anni ed anni governato come hanno governato, e tentato indefessamente di devastare territorio, storia e diritti, e soprattutto colpevolmente consentito l'avvelenamento dell'intera popolazione con l'arsenico nell'acqua erogata come potabile dai rubinetti nelle case, ebbene, ecco qualcosa su cui mette conto riflettere: cosi' profondo e insondabile e' l'abisso dell'animo umano.

 

3. NELL'ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI CAPACI

 

Il 23 maggio 1992 la mafia trucidava Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.

In ricordo delle vittime della strage di Capaci il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo terra' un incontro di commemorazione e di riflessione giovedi' 23 maggio 2013.

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Noi non dimentichiamo le vittime dei poteri criminali.

Noi non dimentichiamo le donne e gli uomini onesti e coraggiosi che ai poteri criminali si sono opposti.

La loro lotta e' la nostra lotta.

Nel loro ricordo, nel loro nome, la lotta contro la mafia continua.

Nel loro ricordo, nel loro nome, il cammino dell'umanita' verso giustizia e liberta' prosegue.

I poteri criminali non vinceranno.

La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' piu' forte.

 

4. NEL RICORDO DI MATTEOTTI CONTRO IL FASCISMO CHE TORNA

 

Si e' svolto mercoledi' 22 maggio 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione in memoria di Giacomo Matteotti, nell'anniversario della nascita del martire antifascista il 22 maggio 1885.

Nel corso dell'incontro sono stati letti alcuni brani da scritti e discorsi del parlamentare socialista assassinato dai sicari mussoliniani nel 1924.

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"L'uomo che sapeva dare l'esempio" e i nostri compiti oggi

Al termine della commemorazione il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ribadito la necessita' di restare fedeli all'esempio di Matteotti e di proseguirne la lotta contro il sistema dello sfruttamento, contro il regime della corruzione, contro la violenza fascista.

Giacomo Matteotti e' un autentico maestro della nonviolenza in cammino; un inflessibile oppositore della guerra; un socialista antiautoritario; un difensore nitido e intransigente della democrazia integra e progressiva; un suscitatore della consapevolezza e dell'impegno morale, civile, sociale, politico; uno strenuo sostenitore del dovere della verita'.

Nel ritratto che di Matteotti scrisse Piero Gobetti all'indomani dell'omicidio e' rievocata l'opposizione di Matteotti alla guerra, la militanza socialista avversa ad ogni demagogia ed ogni politicantismo, la difesa dei lavoratori delle campagne, l'austerita' dei costumi, l'opposizione al fascismo: "Egli rimane come l'uomo che sapeva dare l'esempio".

E basta scorrere una qualunque raccolta degli scritti e dei discorsi di Matteotti per cogliere il rigore intellettuale, morale e politico con cui conduceva le sue inchieste e presentava le sue denunce, rischiarava le coscienze, organizzava la lotta.

Dalle pagine che ancora una volta oggi abbiamo riletto emerge tutta la chiarezza e la precisione con cui ricostruiva e smascherava le violenze degli agrari, del militarismo e della guerra, degli squadristi assassini, della macchina dello stato asservita a una cricca criminale; emerge tutta l'acutezza e la profondita' della sua analisi dell'oppressione, mirabilmente descritta ed interpretata e denunciata nelle sue premesse e nei suoi effetti, nei suoi meccanismi e nelle sue complicita', nella sua ideologia e nelle sue pratiche scellerate; emerge tutta la grandezza del suo appello alla solidarieta' in difesa della dignita' umana, alla lotta contro lo sfruttamento e l'oppressione e la violenza, all'impegno per la liberazione dell'umanita'.

Scriveva: "Mai come in questo periodo di tempo la legge e' divenuta una finzione, che non offre piu' nessuna garanzia per nessuno... Ottanta cittadini italiani sono stati in quest'anno uccisi impunemente dai cittadini che godono il privilegio fascista... Migliaia di cittadini sono stati bastonati, percossi, feriti...". Scriveva: "Nel nome della Patria si riducono in servitu' i tre quarti degli Italiani e si lascia che, sotto la etichetta del bene della Nazione, la nuova classe dirigente soddisfaccia interessi personali, sfoghi rancori, vendette o meschine ambizioni. E per trastullare il popolo asservito, si torna a largirgli, come nei tempi corrotti di schiavitu' politica, lo spettacolo di feste, parate, cortei, gesti retorici...". Sono parole che non si possono rileggere senza fremere, senza sentirne l'appello anche a noi rivolto, il richiamo ai nostri odierni doveri, alla lotta che ancora e di nuovo oggi e' da condurre contro il regime della violenza e della corruzione, contro l'eversione dall'alto, contro i poteri criminali, contro il fascismo che torna.

Come dicevamo anche nella commemorazione dello scorso anno, "possa il suo rigore morale e politico, la sua limpida onesta' e intransigenza, illuminarci ancora nella lotta contro la guerra assassina, nella lotta contro i regimi e i poteri criminali, nella lotta per la liberazione dell'umanita' oppressa e sfruttata, nella lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani".

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Una breve notizia biobibliografica

Giacomo Matteotti, nato a Fratta Polesine nel 1885, laureato in giurisprudenza, militante socialista, pubblico amministratore, organizzatore dei lavoratori, parlamentare, oppositore fierissimo del fascismo, il 10 giugno 1924 venne sequestrato ed assassinato dai sicari fascisti. Tra le riflessioni e testimonianze in sua memoria particolarmente commovente il saggio commemorativo pubblicato da Piero Gobetti nello stesso 1924, dapprima su "La rivoluzione liberale" poi in opuscolo. In esso leggiamo anche la seguente lapidaria definizione di Matteotti: "Egli rimane come l'uomo che sapeva dare l'esempio". Opere di Giacomo Matteotti: una raccolta di interventi di Matteotti e' nel volumetto Reliquie, Dall'Oglio, Milano 1964. Opere su Giacomo Matteotti: cfr. almeno Piero Gobetti, Per Matteotti. Un ritratto, Il Melangolo, Genova 1994; cfr. anche almeno la raccolta documentaria a cura di Giuseppe Rossini, Il delitto Matteotti, Il Mulino, Bologna 1966. Dal sito de "La storia siamo noi" riprendiamo per estratti la seguente breve notizia biografica: "Giacomo Matteotti nasce a Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, il 22 maggio del 1885. I Matteotti sono una famiglia benestante. Dopo il liceo, Giacomo si iscrive alla facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Bologna, dove si laurea con una tesi in diritto penale. Le prime testimonianze della sua militanza politica risalgono al 1904, quando inizia a collaborare al periodico socialista di Rovigo 'La Lotta'. Non sappiamo su quali letture maturi la sua fede politica, ne' come viva i contrasti interni al partito socialista dei primi anni del secolo. I biografi di Matteotti ci raccontano che dalla fine del 1910 il giovane socialista e' fra i protagonisti della vita politica e amministrativa di Rovigo, che nel 1912 e' un fiero avversario della guerra di Libia, e che allo scoppio della prima guerra mondiale si schiera risolutamente per la neutralita'... Quando viene eletto deputato - nelle elezioni del 1919 -, ha notevoli competenze, acquisite attraverso l'esperienza di amministratore locale. Ma e' con l'opposizione al regime fascista che Matteotti diviene un leader politico di livello nazionale. Come la maggior parte dei suoi compagni di partito, egli vede nel fascismo la reazione della borghesia alle lotte del movimento operaio. Vuole combattere il regime coniugando socialismo e democrazia e rivendicando l'importanza della questione morale. Nell'ottobre del 1921, al congresso socialista di Roma, la spaccatura fra riformisti e massimalisti diventa insanabile. Matteotti si schiera con i riformisti di Turati ed esce dal partito dando vita ad una nuova formazione politica: il Partito socialista unitario... Il 30 maggio del 1924 denuncia alla Camera dei deputati le violenze e i brogli elettorali che hanno portato il partito di Mussolini al 66,3% dei consensi. Nei mesi precedenti ha anche scoperto il giro d'affari che lega il fascismo alla compagnia petrolifera Sinclair Oil, ed e' pronto a rivelarlo. Si iscrive a parlare alla Camera per la seduta dell'11 giugno, ma il giorno prima e' rapito e trucidato dai fascisti". Dalla voce a Matteotti dedicata nella Wikipedia riprendiamo per estratti la seguente notizia bibliografica: a) opere di Giacomo Matteotti: "La recidiva. Saggio di revisione critica con dati statistici, Milano, Fratelli Bocca, 1910; Un anno di dominazione fascista, Roma, Tip. italiana, 1923; edizione inglese: The fascisti exposed. A Year of Fascist Domination, translated by E. W. Dickes, Londra, Indipendent Labour Party Publication Department, 1924; rist. Howard Fertig, 1969; edizione tedesca: Fascismus in Italien. Grundlagen - Aufstieg - Niedergang (con Hanns Erich Kaminski), Berlino, Verlag fur Sozialwissenschaft, 1925; edizione francese: Une annee de domination fasciste, Bruxelles, Maison nationale d'edition, 1924; Il fascismo della prima ora. Pagine estratte dal "Popolo d'Italia", Roma, Tipografica italiana, 1924; Reliquie, Milano, Corbaccio, 1924; Contro il fascismo, Milano-Roma, Avanti!, 1954; Discorsi parlamentari, 3 voll., Roma, Stabilimenti tipografici Carlo Colombo, 1970; Scritti e discorsi, Milano, Aldo Garzanti, 1974; Scritti e discorsi, Venezia, Marsilio, 1981; Scritti sul fascismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1983; Giacomo Matteotti 1885-1985. Riformismo e antifascismo. Scritti e discorsi, testimonianze, contributi, Roma, Ediesse, 1985; Lettere a Velia, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1986; Sulla scuola, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1990; Sul riformismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1992; Lettere a Giacomo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 2000; Scritti giuridici, 2 voll., a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 2003; La questione tributaria, a cura di S. Caretti, Manduria, P. Lacaita, 2006; Scritti economici e finanziari, a cura di S. Caretti, 2 voll., Pisa, Plus, 2009; L'avvento del fascismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Plus, 2011; Epistolario: 1904-1924, a cura di S. Caretti, Pisa, Plus, 2012"; b) opere su Giacomo Matteotti: "Luigi Cyaheled, Matteotti e' vivente, Napoli, Casa Editrice Vedova Ceccoli & Figli, 1924; Giuseppe Rossini (a cura di), Il delitto Matteotti tra il Viminale e l'Aventino, Bologna, Il Mulino, 1968; Antonio G. Casanova, Matteotti. Una vita per il socialismo, Milano, Bompiani, 1974; Ives Bizzi, Da Matteotti a Villamarzana. 30 anni di lotte nel Polesine (1915-1945), Treviso, Giacobino, 1975; Stefano Caretti, Matteotti. Il mito, Pisa, Nistri-Lischi, 1994; Mauro Canali, Il delitto Matteotti. Affarismo e politica nel primo governo Mussolini, Bologna, Il Mulino, 1997; Valentino Zaghi, Giacomo Matteotti, Sommacampagna, Cierre, 2001; Omaggio a Matteotti nell'ottantesimo anniversario della morte (1924-2004), a cura di Matteo Monaco. Roma, Ulisse, 2005; Mauro Canali, Il delitto Matteotti, Bologna, Il Mulino, 2004; Stefano Caretti, Il delitto Matteotti tra storia e memoria, Manduria- Bari-Roma, Lacaita Editore, 2004; Nunzio Dell'Erba, Matteotti: azione politica e pensiero giuridico, in "Patria indipendente", 28 maggio 2004, a. LIII, nn. 4-5, pp. 21-23; Stanislao G. Pugliese, Fascism, Anti-fascism, and the Resistance in Italy: 1919 to the Present, Rowman & Littlefield, 2004; Enrico Tiozzo, La giacca di Matteotti e il processo Pallavicini. Una rilettura critica del delitto, Roma, Aracne, 2005; Gianpaolo Romanato, Un italiano diverso. Giacomo Matteotti, Milano, Longanesi, 2010; Giovanni Borgognone, Come nasce una dittatura. L'Italia del delitto Matteotti, Bari, Laterza, 2012".

 

5. DODICI STORIE DI QUOTIDIANA INDIGNAZIONE, PIU' UN PISTOLOTTO FINALE

 

"O insensata cura de' mortali,

quanto son difettivi sillogismi

quei che ti fanno in basso batter l'ali!

Chi dietro a iura e chi ad amforismi

sen giva, e chi seguendo sacerdozio,

e chi regnar per forza o per sofismi,

e chi rubare e chi civil negozio,

chi nel diletto de la carne involto

s'affaticava e chi si dava a l'ozio"

(Par., XI, 1-9)

 

1. Un profanatore di sepolcri

Ho davanti agli occhi una lettera, ricevuta qualche settimana fa, a firma di un tal signor Silvio Berlusconi, indirizzata a una mia parente morta da anni. Con la quale lettera quel signore chiede alla mia parente defunta il suo voto. E glielo chiede chiamandola confidenzialmente per nome, come se si conoscessero. Ma quella mia parente era una persona onesta, e quindi col signor Berlusconi nulla ebbe mai a che spartire. Mi chiedo come possa il signor Berlusconi pensare di potersi permettere di insultarla cosi'. Vorrei vivere in un paese in cui vi sia rispetto per i morti, e per i vivi.

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2. Picchiatori e prosseneti

Il candidato a sindaco di Viterbo di una lista di picchiatori fascisti propone di insediare nel centro storico della citta' delle aree a luci rosse, se interpretiamo bene la sua contorta prosa e il grottesco suo argomentare: "zone dove sara' possibile riscoprire il proprio erotismo, non piu' ghettizzato e costretto a sfociare nel degrado o peggio nello sfruttamento". Qualcuno dovrebbe spiegargli che l'infamia delle case chiuse e' stata abolita, e che lo sfruttamento della prostituzione e' un reato. Qualcuno dovrebbe spiegargli che la compravendita del corpo di una persona ridotta a merce come se fosse un oggetto, e' una pratica criminale che ha un nome preciso: schiavismo. Qualcuno dovrebbe spiegargli che va rispettata la dignita' di ogni essere umano.

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3. Fratelli, coltelli

Leggo che i neofascisti canterini di "Fratelli d'Italia" si esprimono contro il diritto di tutti coloro che nascono in Italia ad avere gli stessi diritti di tutti coloro che nascono in Italia. C'e' un nome per questa posizione: apartheid, segregazione, razzismo. Non c'e' limite all'umana insipienza, all'inumana ferocia.

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4. La difesa della razza

Non ci sono solo i neofascisti nostalgici del segretario di redazione dell'infame "La difesa della razza", c'e' ovviamente anche la Lega che del razzismo fin dalle origini ha fatto una bandiera. E che ha una propaggine in quel di Viterbo con certi signori che prima si chiamavano "Lega federalista" e adesso si ricandidano nella coalizione berlusconiana con l'eteronimo di "Civica per Viterbo". Oltre ad essere idolatri di sciagurati personaggi e di ideologie scellerate, costoro si caratterizzano per ricandidare un messere intimamente coinvolto nel tentativo ignobile di devastare irreversibilmente la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame per realizzarvi un nocivo, distruttivo, illegale e insensato mega-aeroporto (che tra altri disastri avrebbe provocato anche un danno enorme alla salute della popolazione viterbese). Non occorrono commenti.

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5. Las Vegas

Il candidato a sindaco di un altro partito neofascista, "Fiamma tricolore" (en passant: c'e' piu' nessuno che si ricorda cosa significasse il simbolo missino, e cosa rappresentasse quel basamento da cui la fiamma scaturiva? e c'e' piu' nessuno che ricorda vent'anni di dittatura assassina e stragista sfociati infine in una guerra mondiale con cinquanta milioni di morti?), in una intervista dichiara che "Se solo si evitassero la meta' degli sprechi... si avrebbero i soldi per far divenire Viterbo una piccola Las Vegas". Forse qualcuno dovrebbe fargli sapere che Las Vegas e' una citta' che si regge su attivita' immorali e illecite, gestite dalla mafia.

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6. Il governo dell'arsenico

Questo imputiamo in primo luogo al governo berlusconiano della citta' di Viterbo: di aver favoreggiato l'avvelenamento della popolazione tutta consentendo che dai rubinetti venisse erogata acqua contaminata dall'arsenico, avvelenamento che tuttora continua. Una pubblica amministrazione degna di questo nome dal 1998 ad oggi avrebbe dedicato ogni suo sforzo al fine di garantire acqua potabile ai cittadini; questi signori no. Rieleggere costoro sarebbe impresa degna di un Mitridate all'ennesima potenza, o del signor Leopoldo di Sacher-Masoch, o dell'allegra famigliola del duca Valentino.

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7. Slogan calcistici

Un giovane neofascista gia' pupillo del pupillo di Almirante prima e di Berlusconi poi e una volta divorziato o ripudiato da Berlusconi infine alleato di Monti e poi svanito nel nulla (sono le avventure del narcisismo); un giovane neofascista noto per organizzare spettacoli estivi che ricordano i fasti dei circenses in una citta' in cui manca l'acqua ed e' scarso il pane per troppe famiglie; un giovane neofascista si fa la sua listarella che lo candida a sindaco e si accompagna ad un "candidato vicesindaco" che mentre viene spacciato per redivivo Indiana Jones salvatore dei beni culturali e ambientali e' stato invece proprio il principale compare della lobby affaristica di estrema destra dell'illegale e folle mega-aeroporto che ha lungamente mestato per devastare irreversibilmente la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame e massacrare salute e diritti dei viterbesi, signore che e' altresi' tuttora assessore della giunta berlusconiana in un altro Comune in un'altra regione, e che e' stato infine per mesi l'oscuro oggetto e il vezzeggiato protagonista delle segrete trattative dell'estrema destra affinche' fosse il candidato sindaco di tutti i gentiluomini uniti dalla passione per il passo dell'oca. Sembra un B-movie della commedia all'italiana nella sua fase epigonale, ed invece sono le elezioni comunali a Viterbo.

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8. Bonjour, jeunesse

Ben due liste sostengono la candidatura a sindaco di una persona che a poco piu' di vent'anni e' gia' stata a capo dei giovani berlusconiani viterbesi e tutt'altro che memorabile assessore comunale per una manciata di mesi. E che adesso cambiando d'abito con agile volteggio ed elegantemente sputando nel piatto in cui fino a ieri ha mangiato pretende di dirsi alternativa ai suoi pigmalioni. Suvvia...

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9. Quasi una denuncia all'Accademia della Crusca per oltraggio alla lingua italiana

I candidati della lista "Ego sum leo" (quante tocca sentirne) scrivono nel frontespizio di un loro foglio volante di propaganda: "Il centro storico di Viterbo... collaboriamo alla diffusione della sua storicita'". Chi sa spiegare cosa diamine significhi "collaborare alla diffusione della storicita' del centro storico di Viterbo" vince un mappamondo. Poeti paroliberi? No, truppe berlusconiane.

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10. L'assessore e le sue astuzie

L'assessore ai lavori pubblici della Provincia di Viterbo, gia' democristiano, poi berlusconiano, poi casiniano e tuttora su piazza, si presenta con una lista ad personam denominata "Fondazione!" con tanto di punto esclamativo. Basterebbe quel punto esclamativo per noi vecchi lettori di Benedetto Croce a smascherare l'indecenza di tale operazione. Ma naturalmente c'e' ben di peggio, e ne abbiamo gia' detto or non e' guari. Ed a proposito: gli affissori di manifesti di quel signore si sono distinti per aver illegalmente occupato e imbrattato gli spazi elettorali altrui dando abbagliante prova fin dalla campagna elettorale del sommo loro rispetto per le leggi, i diritti degli altri, la civile convivenza.

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11. Lische ciniche

Nulla diciamo di talune altre cosiddette liste civiche. E nulla della nuova destra totalitaria grillina. Basti il silenzio. Ed entri Fortebraccio.

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12. Andreottiani in servizio permanente effettivo e di complemento

Dimenticavo: il cosiddetto centrosinistra candida a sindaco un democristiano sostenuto dai vecchi satrapi andreottiani del regime della corruzione e della penetrazione mafiosa, ed ha infarcito le liste che lo sostengono di personaggi fascisti e berlusconiani. Congratulazioni vivissime.

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13. Cosa resta? (il solito, immancabile pistolotto finale del vecchio comiziante)

Votare a sinistra, quand'anche non dovesse servire ad altro (poiche' le due liste di sinistra non asservite a operazioni innominabili in queste elezioni comunali hanno ben poche possibilita' di eleggere un consigliere - per errori sesquipedali di ingenuita' e di presunzione dai loro stessi promotori commessi), almeno riafferma il rifiuto di essere complici del regime della corruzione, dell'eversione dall'alto, del fascismo che torna. Almeno riafferma la scelta di essere fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana, alla Dichiarazione universale dei diritti umani.

Votare a sinistra occorre: e non solo per uno dei due candidati a sindaco di sinistra, ma anche per la lista che lo sostiene (poiche' se potra' entrare in consiglio comunale sara' come consigliere, ovvero unicamente grazie ai voti di lista).

Votare a sinistra. E continuare la lotta.

La lotta delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita'.

La lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera.

La lotta di e per un'umanita' di persone libere ed eguali in diritti: per l'internazionale futura umanita', per una societa' mondiale in cui da ogni persona sia dato secondo le sue capacita', e ad ogni persona sia dato secondo i suoi bisogni.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

6. ANDREA GALLO

 

Una brava persona. Una persona brava.

 

7. DA VITERBO NEL RICORDO DELLE VITTIME DELLA STRAGE DI CAPACI

 

Si e' svolto nella mattinata di giovedi' 23 maggio 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro in memoria delle vittime della strage di Capaci del 23 maggio 1992.

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Nella giornata in cui si fa memoria delle vittime della strage di Capaci - ha detto il responsabile della struttura nonviolenta viterbese - ogni persona di volonta' buona ed ogni istituzione democratica rinnova un impegno ineludibile: l'impegno a contrastare il potere mafioso.

Ma questo impegno richiede limpidezza di comportamenti e rigore di ragionamento; esso non si esplica con la retorica di circostanza e le trovate spettacolari, esso non ammette ambigue alleanze e vili disattenzioni, complici indifferenze e chiassose distrazioni.

L'impegno a contrastare il potere mafioso richiede la rottura delle contiguita' con quanto al potere mafioso e' funzionale e quanti vi sono collusi; richiede la fine della subalternita' agli stili di pensiero, ai modelli di condotta e alle concrezioni di potere che col potere mafioso hanno stretto patti, raggiunto accordi sia pur taciti, e con esso hanno affinita' ideologiche ed omologie di metodo e fini, intrattengono scambi di favori ed intrecci di costumi, occulte o flagranti cointeressenze pratiche.

In una parola: la lotta alla mafia richiede la fine dei proclami generici e l'adozione di analisi, scelte, iniziative adeguate e concrete: ovvero la teoria e la pratica che nessuno meglio del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo ha saputo elaborare, proporre, attuare.

Nella giornata in cui si fa memoria delle vittime della strage di Capaci questo va detto in primo luogo: che opporsi alla mafia e' dovere di tutti. Che opporsi alla mafia implica altresi' opporsi al sistema dello sfruttamento, al regime della corruzione, all'eversione dall'alto, al fascismo che torna. Che opporsi alla mafia implica riconnettersi alla Resistenza antifascista ed al suo frutto migliore: la Costituzione della Repubblica Italiana e il suo progetto di democrazia progressiva. Che opporsi alla mafia significa continuare sempre ed ovunque la lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera, per la liberazione dell'umanita'.

La nonviolenza, che e' la lotta di liberazione dell'umanita' contro tutte le menzogne e le violenze, e' in cammino.

La nonviolenza, che e' l'antifascismo vivente, che e' l'antimafia coerente, che e' l'antibarbarie in azione, convoca alla lotta per un'umanita' di persone libere ed eguali in diritti.

Nel nome e nel ricordo delle vittime della strage di Capaci. Nel nome e nel ricordo di tutte le persone che si sono opposte alla violenza. Nel nome e nel ricordo di tutte le persone che hanno lottato per la dignita', l'uguaglianza e la liberta' di tutti gli esseri umani.

La mafia puo' essere sconfitta, quindi deve essere sconfitta.

La nonviolenza e' piu' forte.

 

8. PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE DONNE PER LA PACE E IL DISARMO

 

Ricorre il 24 maggio la Giornata internazionale delle donne per la pace e il disarmo.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo la celebrera' con un incontro di riflessione venerdi' 24 maggio 2013, nel corso del quale saranno letti e commentati testi di autrici fondamentali del pensiero delle donne e del movimento femminista per la pace, i diritti umani, la difesa della biosfera e la liberazione dell'umanita'.

La lotta delle donne contro la violenza maschilista e patriarcale e' l'esperienza decisiva per la costruzione della pace, della giustizia sociale, della civile convivenza, di una societa' sobria e solidale, rispettosa della dignita' umana e del mondo vivente.

Il movimento di liberazione delle donne e' la corrente calda della nonviolenza in cammino.

 

9. OPPORSI ALLA GUERRA, OPPORSI ALLE UCCISIONI

 

Il primo dovere di ogni persona decente e' salvare le vite.

Opporsi alla guerra, agli eserciti, alle armi.

Opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le persecuzioni.

Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Il primo diritto e' il diritto a non essere ucciso.

Opporsi alla guerra e' il primo dovere.

 

10. DA BERTHA VON SUTTNER A VANDANA SHIVA. NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE DONNE PER LA PACE E IL DISARMO

 

Nella ricorrenza della Giornata internazionale delle donne per la pace e il disarmo, il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ha realizzato un incontro di riflessione nella mattinata di venerdi' 24 maggio 2013.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati brevi estratti da testi di Bertha von Suttner, Rosa Luxemburg, Virginia Woolf, Simone Weil, Hannah Arendt, Simone de Beauvoir, Franca Ongaro Basaglia, Luce Fabbri, Assia Djebar, Rigoberta Menchu', Martha C. Nussbaum, Luce Irigaray, Aung San Suu Kyi, Silvia Vegetti Finzi, Eve Ensler, Vandana Shiva.

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Concludendo l'incontro a nome delle e dei partecipanti il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha riassunto alcuni dei convincimenti profondi che dagli anni Settanta sono alla base della riflessione e dell'attivita' del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo.

1. Che il pensiero delle donne e' stato nel Novecento ed e' oggi il contributo teorico piu' importante della civilta' umana: in tutti i campi di riflessione fondamentali il contributo delle pensatrici e' decisivo.

2. Che il movimento delle donne e' l'unico movimento storico di liberazione dell'umanita' che nella sua azione non ha violato i diritti umani, non ha commesso stragi, non ha instaurato nuove oppressioni: e' quindi l'unico movimento di liberazione integralmente coerente con le sue premesse e i suoi fini di universale solidarieta' e liberazione.

3. Che la lotta di liberazione delle donne e' tout court la lotta di liberazione dell'umanita', poiche' solo se si sconfiggera' la violenza maschilista e patriarcale sara' possibile abolire la guerra e l'ingiustizia sociale, il militarismo e l'autoritarismo, il razzismo e il totalitarismo, il potere mafioso e il regime della corruzione, il pregiudizio e le persecuzioni, le pratiche necrofile e l'ecocidio, tutte violenze che nell'ideologia e nelle pratiche del maschilismo e del patriarcato trovano la loro piu' profonda radice.

4. Che il femminismo e' la corrente calda della nonviolenza in cammino, l'esperienza storica decisiva della lotta dell'umanita' contro tutte le violenze e le menzogne.

Femminista ed ecologista, socialista e libertaria, solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

11. UNA DICHIARAZIONE DI VOTO

 

"Or tu chi se', che vuo' sedere a scranna,

per giudicar di lungi mille miglia

con la veduta corta d'una spanna?"

(Par., XIX, 79-81)

 

"I think we are in rats' alley

Where the dead men lost their bones"

(T. S. Eliot, The Waste Land, vv. 115-116)

 

Anche alle imminenti elezioni amministrative occorre votare a sinistra per contrastare la barbarie, la corruzione, la violenza, la rapina e la distruzione dei beni comuni; occorre votare a sinistra per difendere l'uguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani e la biosfera casa comune dell'umanita' intera.

Alle elezioni comunali di Viterbo di domenica 26 e lunedi' 27 maggio votero' per il candidato a sindaco Daniele Cario e per la lista di "Solidarieta' cittadina" che lo sostiene e che ha per simbolo una stretta di mano tra una mano nera e una mano bianca a rappresentare la solidarieta' che unisce tutti gli esseri umani.

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Nei mesi scorsi ho cercato di proporre alle varie, disperse e confuse forze della sinistra viterbese di unirsi in una coalizione in grado di contrastare sia la destra neofascista e berlusconiana, sia l'ex-centrosinistra andreottizzato e largamente colonizzato da personaggi provenienti dalla destra neofascista e berlusconiana. Quella proposta non ha trovato ascolto.

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In queste settimane di campagna elettorale a Viterbo mentre i fascisti starnazzavano le cose piu' infami, l'unico candidato che ha sottoscritto un appello contro il razzismo, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, e' stato Daniele Cario.

L'unica lista che ha promosso una iniziativa di informazione onesta e veritiera sull'avvelenamento da arsenico che l'intera popolazione di Viterbo subisce da anni e' stata la lista che Daniele Cario sostiene, quella dell'associazione "Solidarieta' cittadina", che ha invitato a parlare su questo la dottoressa Antonella Litta.

In queste settimane e' stata l'unica presenza elettorale di sinistra che si e' esplicitamente riconosciuta nella pluriennale lotta che abbiamo condotto e vinto in difesa della salute e dei diritti dei cittadini, e della preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame di dantesca memoria, contro l'assalto della lobby speculativa di estrema destra del mega-aeroporto nocivo e distruttivo, illegale e insensato.

L'unica presenza di sinistra che mi ha chiesto e quindi consentito di parlare in piazza contro la guerra, contro la mafia, contro il razzismo, contro la violenza maschilista e femminicida, contro l'eversione dall'alto berlusconiana, contro il regime della corruzione, contro il fascismo che torna, contro la violenza degli sfruttatori. E per commemorare le vittime della strage di Capaci. Temi su cui nessun altro ha speso una parola in questa campagna elettorale in questa citta', e si capisce perche'.

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Anche alle imminenti elezioni amministrative occorre votare a sinistra per contrastare la barbarie, la corruzione, la violenza, la rapina e la distruzione dei beni comuni; occorre votare a sinistra per difendere l'uguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani e la biosfera casa comune dell'umanita' intera.

Alle elezioni comunali di Viterbo di domenica 26 e lunedi' 27 maggio votero' per Daniele Cario e per la lista di "Solidarieta' cittadina" che lo sostiene e che ha per simbolo una stretta di mano tra una mano nera e una mano bianca a rappresentare la solidarieta' che unisce tutti gli esseri umani.

 

12. I FRUTTI DELLA GUERRA

 

I frutti della guerra sono gli esseri umani feriti, mutilati, uccisi.

La guerra e' nemica dell'umanita'.

Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana.

Torni l'Italia al rispetto dell'articolo 11 della sua Costituzione.

Si adoperi finalmente l'Italia per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.

Solo la pace salva le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

13. PER LAURA CONTI NEL VENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

 

Il 25 maggio 1993 scompariva Laura Conti, che fu partigiana, medico, scienziata, pubblica amministratrice e parlamentare, strenuamente impegnata in difesa della salute delle persone e della biosfera casa comune dell'umanita', una delle figure piu' luminose della cultura e della vita civile del Novecento. Esempio di rigore intellettuale, morale, politico. Maestra e compagna di tutte le persone che lottano per la giustizia e per la liberta', per la verita' e per la solidarieta'.

L'associazione "Respirare" di Viterbo a venti anni dalla scomparsa la ricorda con gratitudine. La sua lotta e' la nostra lotta. Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; per la difesa del mondo vivente.

La nonviolenza e' in cammino.

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Laura Conti, nata a Udine nel 1921, partigiana, deportata e sopravvissuta al lager. Medico, parlamentare, rappresentante autorevole dell'ambientalismo scientifico e del movimento ecologista. E' scomparsa nel 1993.

Opere di Laura Conti: Assistenza e previdenza sociale, Feltrinelli, Milano 1958; Cecilia e le streghe, Einaudi, Torino 1963; La condizione sperimentale, Mondadori, Milano 1965; Sesso e educazione, Editori Riuniti, Roma 1975; Visto da Seveso, Feltrinelli, Milano 1978; Una lepre con la faccia di bambina, Editori Riuniti, Roma 1978; Che cos'e' l'ecologia, Mazzotta, Milano 1977, 1981; Il tormento e lo scudo, Mazzotta, Milano 1981; Ambiente terra, Mondadori, Milano 1988. L'archivio di molti suoi scritti, lettere e documenti si trova presso la Fondazione Luigi Micheletti di Brescia che ha curato l'inventario di tale archivio: cfr. www.fondazionemicheletti.it

Opere su Laura Conti: un breve profilo e' nel libro di Andrea Poggio, Ambientalismo, Bibliografica, Milano 1996.

Presso l'Ecoistituto del Veneto e' istituito un Premio ecologia "Laura Conti" a persone autrici di tesi di laurea impegnate concretamente per un futuro sostenibile.

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L'associazione "Respirare" di Viterbo

Viterbo, 25 maggio 2013

L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute, la difesa dell'ambiente, il rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

 

14. IL NOSTRO 2 GIUGNO, LA NOSTRA REPUBBLICA, L'INTERNAZIONALE FUTURA UMANITA'

 

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo aderisce all'appello dei movimenti nonviolenti, per la pace, il disarmo e il servizio civile, per un 2 giugno che sia veramente festa della Repubblica che ripudia la guerra e salva le vite, e promuove per quella data un incontro di coscientizzazione e mobilitazione anche a Viterbo.

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La festa della Repubblica e' la festa del bene comune.

Nulla essa ha a che vedere con l'esibizione del potere armato, con l'ostentazione della disponibilita' ad uccidere, con l'antiumana violenza militarista.

La Repubblica e' il contrario della guerra, la Repubblica e' la civile convivenza, la Repubblica e' la solidarieta' che unisce nella comune liberta', nell'eguaglianza di diritti, nella mutua solidarieta'.

La Repubblica si fonda sulla pace, sulla convivenza, sulla solidarieta'. Lo affermano con parole inequivocabili i primi undici articoli della Costituzione, che della Repubblica italiana costituiscono i principi fondamentali, ovvero i valori supremi.

La guerra e' nemica dell'umanita'. Solo la pace salva le vite.

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La Costituzione della Repubblica italiana indica la via della democrazia progressiva che ad ogni essere umano riconosce tutti i diritti umani; la Costituzione della Repubblica italiana, come poi anche la Dichiarazione universale dei diritti umani, indica il diritto e il dovere dell'universale solidarieta'; convoca alla scelta della nonviolenza, ovvero alla lotta nitida e intransigente contro tutte le violenze, alla difesa nitida e intransigente della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, alla difesa nitida e intransigente di tutto il mondo vivente.

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Il 2 giugno e' la festa della civilta' contro la barbarie; e' la festa dell'opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni, a tutte le persecuzioni e a tutte le devastazioni; e' la festa del riconoscimento dell'altro e quindi di quell'altro dell'altro che e' la tua stessa persona radicata e nutrita e protetta dalle innumeri umane relazioni d'amore e d'aiuto; e' la festa della condivisione dei beni e del rispetto per l'umanita' e per la biosfera.

Il 2 giugno e' la festa dell'antifascismo vittorioso; della Costituzione che ne e' scaturita; della Repubblica bene comune, casa di tutti, legame sociale; e' la festa della nonviolenza in cammino.

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Repubblica significa: da ciascuno secondo le sue capacita', a ciascuno secondo i suoi bisogni.

Repubblica significa: non abbandonare nessuno, mettere i beni in comune.

Repubblica significa: vi e' una sola umanita' in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 201 del 5 giugno 2013

 

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