Archivi. 192



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 192 dell'8 maggio 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di aprile 2013 (parte terza e conclusiva)

2. Ricordato Juan Gerardi a Viterbo

3. Il capolavoro

4. A Viterbo un incontro di studio su Ernst Bloch, il filosofo dello Spirito dell'utopia e del Principio speranza

5. Dopo l'attentato di Roma. Tre semplicette addolorate riflessioni

6. In memoria di Alfio Pannega nel terzo anniversario della scomparsa

7. Un incontro di studio su Antonio Gramsci a Viterbo

8. Alfio Pannega, che salvo' il Bullicame per Viterbo e per l'umanita'

9. In ricordo di Pio La Torre

10. Richie Havens

11. Un incontro di studio su Bertha von Suttner

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI APRILE 2013 (PARTE TERZA E CONCLUSIVA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di aprile 2013.

 

2. RICORDATO JUAN GERARDI A VITERBO

 

Si e' svolta nella mattinata di venerdi' 26 aprile 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" una commemorazione di Juan Gerardi, il vescovo guatemalteco assassinato dai sicari fascisti il 26 aprile 1998 per far cessare il suo strenuo impegno in difesa dei diritti umani degli indios e per il recupero della memoria storica delle vittime del genocidio compiuto lungo decenni dai militari del regime dittatoriale nei confronti della popolazione di origine maya.

Ricordare Juan Gerardi - ha detto il responsabile della struttura nonviolenta viterbese - significa assumerne l'eredita', proseguirne la lotta nonviolenta, cogliere il significato della memoria delle vittime e la sua decisiva funzione nella lotta per difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

La lotta per la memoria delle vittime e' parte integrante e fondamentale della lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani: come Primo Levi si batte' per l'intera sua vita per la memoria delle vittime della Shoah, come Marianella Garcia per la memoria delle vittime degli squadroni della morte in Salvador, cosi' Juan Gerardi ed i suoi collaboratori in Guatemala: ma in verita' tutta la cultura, tutta la civilta' umana e' memoria in azione, memoria collettiva inclusiva, preservatrice e formatrice dell'umanita' intera. E' essa memoria che lega le generazioni passate alla presente ed alle venture, che restituisce amore e rispetto ai defunti, che dona verita' ai viventi, garantisce radici a coloro che verranno.

Vi e' una sola umanita': per questo occorre opporsi a tutte le guerre e a tutte le uccisioni; per questo occorre opporsi a tutte le segregazioni e a tutte le persecuzioni; per questo occorre impegnarsi in difesa della biosfera casa comune dell'umanita' intera.

Vi e' una sola umanita': e questa unica umanita' non esiste in astratto, ma concretamente nei singoli individui che ne sono parte, ognuno irriducibilmente diverso da ogni altro, ognuno dotato degli stessi diritti di ogni altro, ognuno unito all'umanita' intera dal comune sentirsi persona tra persone, umano tra gli umani.

La memoria fonda il dovere morale e politico di agire in pro del bene comune dell'umanita' intera.

Proprio ieri ricordavamo, nella ricorrenza del 25 aprile, la Resistenza e la Liberazione dalla barbarie nazifascista: e quel ricordo e' gia' prosecuzione della Resistenza. Cosi' oggi ricordiamo Juan Gerardi e ancora una volta la lotta contro la violenza genocida: ed anche questo ricordo e' gia' prosecuzione di quella lotta.

E questa lotta per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, qui ed ora richiede la scelta della nonviolenza come unica modalita' d'agire coerente con essa, con i suoi fondamenti, con le sue finalita'. Solo la nonviolenza invera il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

E quindi ricordando i martiri della Resistenza ieri, ricordando Juan Gerardi e le vittime del genocidio guatemalteco oggi, ancora una volta da questo rammemorare discende ineludibile il compito di opporsi alla guerra e alle uccisioni, al razzismo e alle persecuzioni; ed in primo luogo quindi - ripetiamolo una volta ancora - il dovere di agire, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, affinche' cessi immediatamente la criminale partecipazione italiana alla guerra afgana che ogni giorno miete vittime innocenti; ed affinche' siano abrogate immediatamente le infami misure razziste che perseguitano, schiavizzano, mandano a morte i migranti.

 

3. IL CAPOLAVORO

 

Queste brevi considerazioni a mero beneficio di coloro che ancora una volta si lasciano ipnotizzare dalla propaganda totalitaria.

*

Dopo le elezioni di febbraio era possibile un governo se non pienamente democratico perlomeno ampiamente antifascista, con Berlusconi all'opposizione. Era possibile un governo se non pienamente democratico perlomeno ampiamente antifascista, che realizzasse alcune cose buone in materia di diritti e difesa dell'ambiente. Ma i burattini grillini in parlamento si sono rivelati del tutto asserviti al loro burattinaio padre-padrone, che guida totalitariamente un partitino totalitario la cui azione politica (palesemente ispirata alla cinica strategia del "Tanto peggio, tanto meglio") da quando e' in parlamento ha ottenuto:

a) che Monti restasse a governare per altri due mesi continuando in politiche scellerate;

b) che i berlusconiani sconfitti alle elezioni potessero tornare al governo;

c) che la destra piu' corrotta e trasformista del Pd potesse massacrare Bersani e sfasciare la coalizione di centrosinistra;

d) che a capo dello stato restasse il Napolitano che sulle decisive questioni della guerra e del razzismo e' stato complice di crimini contro la Costituzione e contro l'umanita';

e) che il nuovo governo sia l'ennesimo ignobile governo dei ricchi contro i derubati, degli sfruttatori contro gli sfruttati, degli impuniti complici della guerra e del razzismo, guerra e razzismo che continuano a perseguitare ed uccidere esseri umani innocenti.

Congratulazioni vivissime.

*

Quel risultato elettorale ottenuto in forza dell'ideologia fascista della cosiddetta antipolitica ha ovviamente ancora una volta favoreggiato la politica peggiore, quella reazionaria e golpista.

A Grillo la democrazia puo' non piacere. E' un suo problema. Ma quando con l'uso sistematico della menzogna e con una ripugnante politica politicante decisivamente coopera ai bei risultati di cui sopra, ebbene, tutto cio' diviene un problema di tutti.

So che al peggio non c'e' mai fine. Queste cose occorre pur dirle. Parlare e' il primo dovere.

 

4. A VITERBO UN INCONTRO DI STUDIO SU ERNST BLOCH, IL FILOSOFO DELLO  SPIRITO DELL'UTOPIA E DEL PRINCIPIO SPERANZA

 

Si e' svolto sabato 27 aprile 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "All'ascolto di Ernst Bloch, il filosofo dello Spirito dell'utopia e del Principio speranza".

Nel corso dell'incontro e' stato ripercorso l'itinerario filosofico ed esistenziale del grande pensatore e militante del movimento di liberazione dell'umanita', leggendo e commentando vari passi delle sue opere principali.

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Ernst Bloch (1885-1977) e' il grande filosofo dello "spirito dell'utopia", del "principio speranza", dell'"ortopedia del camminare eretti" (per citare alcuni titoli ed espressioni delle sue opere che sono altrettante proposte di riflessione e di lotta per la dignita' umana); ad oltre trent'anni dalla scomparsa la sua riflessione e la sua testimonianza (come quelle - ad un tempo in tensione dialettica e complementari - di Guenther Anders e di Hans Jonas, di Hannah Arendt e della scuola di Francoforte, delle opere piu' aggettanti di Karl Korsch e di Gyorgy Lukacs) apportano decisivi contributi all'elaborazione di una teoria e una prassi politica della nonviolenza in cammino adeguata alla situazione presente, che costituisca un progetto di alternativa economica, politica e culturale capace di fondare una societa' liberata e solidale che sappia riconoscere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani e la piena, consapevole, responsabile difesa della biosfera.

 

5. DOPO L'ATTENTATO DI ROMA. TRE SEMPLICETTE ADDOLORATE RIFLESSIONI

 

In primo luogo vogliamo dire la nostra piena solidarieta' alle vittime dell'attentato di Roma.

Ed anche: alle vittime della guerra afgana cui l'Italia partecipa da oltre dieci anni; alle vittime dell'ecatombe e della schiavitu' che i migranti subiscono per le politiche razziste dell'Unione Europea e dell'Italia; alle vittime dei poteri criminali che il regime della corruzione favoreggia; alle vittime del femminicidio che ogni giorno versa fiumi di sangue; alle vittime del totalitarismo comunque si travesta; alle vittime dal sistema del profitto e dello sfruttamento ridotte alla fame, alla disperazione, alla morte.

Tutti gli esseri umani sono un'unica famiglia in un'unica casa comune: il primo dovere e' l'universale solidarieta'.

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In secondo luogo: poiche' e' con le armi che perlopiu' si uccidono le persone, e' con il disarmo che si salvano le vite.

Cessi la produzione e il commercio di tutte le armi, dalla rivoltella al cacciabombardiere. E si proceda a distruggere le armi gia' in circolazione.

Meno armi vi saranno, piu' persone resteranno vive e incolumi.

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Terzo: poiche' la violenza e' nemica dell'umanita' e del mondo vivente tutto, alla violenza occorre sempre opporsi; nell'opposizione alla violenza consiste la civilta' umana.

E contro la violenza vi e' una sola scelta intellettuale, morale e politica adeguata, concreta, efficace: la nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. Prima che sia troppo tardi, e' ora che essa governi.

 

6. IN MEMORIA DI ALFIO PANNEGA NEL TERZO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

 

Ricorre il 30 aprile il terzo anniversario della scomparsa di Alfio Pannega, antifascista, militante del movimento operaio, amico della nonviolenza, poeta ed anima delle piu' vive esperienze di lotta e di solidarieta' viterbesi.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ricorda con inestinguibile gratitudine come uno straordinario maestro di vita e compagno di lotte.

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Una breve notizia su Alfio Pannega

Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i  motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.

Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909 e 1172, e i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e i nn. 548-552 (tutti disponibili dalla pagina web http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ ).

 

7. UN INCONTRO DI STUDIO SU ANTONIO GRAMSCI A VITERBO

 

Il 27 aprile 1937 moriva Antonio Gramsci.

In ricordo del grande pensatore, rivoluzionario e martire antifascista si e' svolto domenica 28 aprile 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "L'eredita' di Gramsci nella nonviolenza in cammino".

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati vari testi gramsciani, sia dagli scritti giornalistici e politici degli anni precedenti la detenzione, sia dalle lettere e dai Quaderni del carcere.

Gramsci - ha detto concludendo l'incontro di studio il responsabile della struttura nonviolenta viterbese - e' un pensatore imprescindibile per la nostra lotta: nell'elaborazione gramsciana, cosi' come nella testimonianza umana gramsciana, la nonviolenza in cammino trova una delle sue decisive matrici: da Gramsci ricavando alcuni cruciali concetti ermeneutici ed operativi, un modello di metodo ad un tempo critico e creativo, una scelta di verita' nitida e intransigente, una lucida concreta coscienza che fonda la Resistenza piu' salda alla menzogna e alla violenza, e che rivendica la dignita' umana e l'umana solidarieta' di fronte all'iniquo e all'insensato, all'inerte e all'inumano.

Nella scelta nonviolenta, nella lotta nonviolenta, nella rivoluzione nonviolenta continua la lezione e l'impegno di Gramsci per la liberazione dell'umanita'.

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Una minima notizia

Antonio Gramsci nacque ad Ales, in provincia di Cagliari, nel 1891. Muore a Roma il 27 aprile 1937. La sua figura e la sua riflessione, dal buio del carcere fascista, ancora illumina la via per chi lotta per la dignita' umana, per un'umanita' di liberi ed eguali. Opere di Antonio Gramsci: l'edizione critica completa delle Opere di Antonio Gramsci e' ancora in corso di pubblicazione presso Einaudi. E' indispensabile la lettura delle Lettere dal carcere e dei Quaderni del carcere. Opere su Antonio Gramsci: nell'immensa bibliografia gramsciana per un avvio si vedano almeno le monografie di Festa, Fiori, Lajolo, Lepre, Paladini Musitelli, Santucci, Spriano. Un utile strumento di lavoro e' l'edizione ipertestuale dei Quaderni del carcere in cd-rom a cura di Dario Ragazzini, Einaudi, Torino 2007, ed anche in supplemento a "L'unita', Nuova iniziativa editoriale, Roma 2007. Alcuni siti utili: www.fondazionegramsci.org e www.gramscitalia.it

 

8. ALFIO PANNEGA, CHE SALVO' IL BULLICAME PER VITERBO E PER L'UMANITA'

 

Il 30 aprile 2010 Alfio Pannega ci lasciava.

Fino alla sua ultima ora impegnato nella lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della biosfera.

La lotta che aveva cominciato fin dalla piu' giovane eta': con l'opposizione al fascismo, con la militanza comunista per la liberazione dell'umanita', con la scelta della nonviolenza, con la sua fatica di proletario e la sua poesia di uomo libero e generoso, con la partecipazione fin dall'inizio all'esperienza del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul", con l'impegno contro la guerra e contro il razzismo, con la lotta in difesa del Bulicame, con la lotta per il diritto di tutti alla casa, con la luminosa funzione educativa svolta nei confronti dei giovani e dei giovanissimi che lo hanno conosciuto e da lui - dal suo concreto esempio di vita oltre che dalle sue sapienti e appassionate parole - hanno appreso cosa sia la dignita' umana e l'umana solidarieta', cosa sia la Resistenza contro ogni menzogna ed ogni ingiustizia.

Fu tra i fondatori e i costanti animatori del comitato che ha salvato la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame di dantesca memoria, Bulicame che una lobby affaristica di estrema destra voleva devastare irreversibilmente realizzando nel suo cuore un nocivo e distruttivo, illegale e insensato mega-aeroporto.

Era impegnato in questa lotta, e nella lotta per il diritto di tutti alla casa, quanto la morte lo colse.

Solo nel gennaio 2013 il Ministero dei Trasporti ha riconosciuto che il mega-aeroporto a Viterbo non poteva e non doveva essere realizzato. Alfio aveva quindi infine vinto. La sua lotta aveva dunque salvato il Bullicame per tutti i viterbesi e per l'umanita'.

Anche di questo gli siamo grati. Anche per questo lo ricordiamo come esempio vivente di come l'umanita' potrebbe e dovrebbe essere.

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Il comitato che si e' opposto al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti

Viterbo, 29 aprile 2013

 

9. IN RICORDO DI PIO LA TORRE

 

Il 30 aprile 1982 la mafia assassinava Pio La Torre.

Ma Pio La Torre vive ancora nelle lotte per la pace e per il pane, per il lavoro e per la dignita', contro i poteri criminali, contro lo sfruttamento, contro ogni menzogna e contro ogni oppressione.

Ogni volta che delle donne e degli uomini si levano a rivendicare giustizia e liberta', ogni volta che delle donne e degli uomini lottano per l'uguaglianza di diritti e per la verita', ogni volta che delle donne e degli uomini insorgono contro il male per affermare il bene comune e la solidarieta' che ogni essere umano raggiunge e l'intera biosfera difende, li' Pio La Torre vive ancora.

 

10. RICHIE HAVENS

 

Tutta l'energia di Woodstock si concentro' in quell'improvvisazione. E tutta la tristezza e tutta la speranza e tutta la gioia avvenire dell'umanita'.

 

11. UN INCONTRO DI STUDIO SU BERTHA VON SUTTNER

 

Si e' svolto lunedi' 29 aprile 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Alle radici del movimento per la pace: la riflessione e l'azione di Bertha von Suttner".

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Bertha von Suttner, 1843-1914, scrittrice, straordinaria militante pacifista, ricevette il premio Nobel per la pace nel 1905.

Opere di Bertha von Suttner: Giu' le armi, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1989; Abbasso le armi! Storia di una vita, Centro stampa Cavallermaggiore (Torino) 1996.

Opere su Bertha von Suttner: Nicola Sinopoli, Una donna per la pace, Fratelli Palombi, Roma 1986. Su Bertha von Suttner segnaliamo anche i testi di Marta Galli (comprensivo di un'utile sitografia) e di Rosangela Pesenti apparsi rispettivamente nei nn. 850 e 845 de "La nonviolenza e' in cammino", l'ampio saggio di Verdiana Grossi ripubblicato nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 306, la voce di Giancarla Codrignani nei "Telegrammi" n. 514.

Di seguito riportiamo un'epigrafe per Bertha von Suttner gia' apparsa anni fa sul notiziario "La nonviolenza e' in cammino":

 

Nessuno si puo' fare piu' illusioni:

occorre sceglier tra le armi e il pane

solo la pace salva vite umane

solo il disarmo ferma le uccisioni.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

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Numero 192 dell'8 maggio 2013

 

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