Telegrammi. 1268



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1268 dell'8 maggio 2013

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Un appello al governo e al parlamento

2. Si e' svolto a Viterbo un incontro di riflessione con la dottoressa Antonella Litta

3. Un incontro di riflessione a Viterbo sull'Italia del Duecento e del Novecento

4. In memoria di Peppino Impastato. Un incontro a Viterbo

5. Alcuni testi del mese di settembre 2001 (parte terza)

6. Sopra un verso di Dante (Purg., VI, 32)

7. Quattro ragioni per preparare lo sciopero generale contro la guerra

8. Di cosa parliamo quando parliamo di azione diretta nonviolenta contro la guerra

9. Numerosi parlamentari a sostegno della proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza

10. Il ritorno di Scarpantibus: la rivoluzione e il vaso da notte

11. Il ritorno del Criticone: il turismo militante e la visione di Alce Nero

12. Lettera aperta al Presidente della Repubblica

13. Dalla marcia Perugia-Assisi di un anno fa a quella del prossimo 14 ottobre

14. La scomparsa di Isaac Stern

15. Come fare di Palermo Hiroshima

16. Tre cose da preparare, subito

17. Dopo l'esecuzione (della minaccia di Mr Rumsfeld)

18. La "Carta" del Movimento Nonviolento

19. Per saperne di piu'

 

1. INIZIATIVE. UN APPELLO AL GOVERNO E AL PARLAMENTO

 

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

al Presidente del Senato della Repubblica

al Presidente della Camera dei Deputati

e per opportuna conoscenza:

al Presidente della Repubblica

ai Ministri

ai Parlamentari

ai mezzi d'informazione

Oggetto: Gratitudine e sostegno alla ministra Cecile Kyenge. Richiesta che siano al piu' presto approvate le leggi da essa proposte

Aderiamo all'appello promosso dall'Associazione "Respirare". E quindi:

1. esprimiamo gratitudine e sostegno alla ministra Cecile Kyenge;

2. chiediamo che siano al piu' presto approvate leggi che riconoscano:

- che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia;

- che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune;

- che una persona puo' essere perseguita penalmente solo se commette un effettivo reato, non per il solo fatto di esistere;

- che i campi di concentramento vanno aboliti;

- che tutti gli esseri umani fanno parte dell'umanita';

- che vi e' una sola umanita' in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera;

3. chiediamo che siano al piu' presto abolite tutte le abominevoli misure razziste imposte in anni passati da precedenti governi, che violano la Costituzione della Repubblica Italiana e i diritti umani di tutti gli esseri umani.

L'Italia e' una repubblica democratica.

 

2. INCONTRI. SI E' SVOLTO A VITERBO UN INCONTRO DI RIFLESSIONE CON LA DOTTORESSA ANTONELLA LITTA

 

Si e' svolto martedi' 7 maggio 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione con la dottoressa Antonella Litta su "Ambiente, salute, legalita', democrazia: alcuni impegni necessari e urgenti delle istituzioni pubbliche per la difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani".

*

Una breve notizia sulla dottoressa Antonella Litta

Antonella Litta svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi. E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute". E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si e' opposto al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei comuni circumlacuali. E' oggi in Italia figura di riferimento nella denuncia della presenza dell'arsenico nelle acque destinate a consumo umano, e nella proposta di iniziative specifiche e adeguate da parte delle istituzioni per la dearsenificazione delle acque e la difesa della salute della popolazione. Per il suo impegno in difesa di ambiente, salute e diritti alla dottoressa Antonella Litta e' stato recentemente attribuito a Roma il prestigioso "Premio Donne, Pace e Ambiente Wangari Maathai".

 

3. INCONTRI. UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO SULL'ITALIA DEL DUECENTO E DEL NOVECENTO

 

Si e' svolto la sera di martedi' 7 maggio 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sulla letteratura italiana da Brunetto Latini a Guido Guinizzelli.

La serata e' stata anche occasione di un'ampia riflessione sulla storia italiana del Novecento e sui rapporti tra regime della corruzione democristiano, potere mafioso, golpismo e stragismo.

 

4. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI PEPPINO IMPASTATO. UN INCONTRO A VITERBO

 

Nella notte tra l'8 e il 9 maggio 1978 la mafia assassinava Peppino Impastato.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ricordera' con un incontro di riflessione mercoledi' 8 maggio 2013.

 

5. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI SETTEMBRE 2001 (PARTE TERZA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di settembre 2001.

 

6. SOPRA UN VERSO DI DANTE (Purg., VI, 32)

 

"Sarebbe dunque loro speme vana?"

 

Migliaia, milioni di anni

per imparare a camminare eretti.

Trovare dal nulla il linguaggio, da dentro la gola

cacciar fuori parole e frasi e pensieri,

costruire case, ponti, biciclette,

inventare l'ombrello e la compassione,

scrivere libri che fanno parlare

Qohelet e Leopardi con me secoli dopo,

vincere la paura del mostro oceano,

contare e nominare le stelle,

impastare e cuocere il pane,

fare l'amore come amore e non come foia,

gli scacchi e i film di Woody Allen,

la ragione serena di Diderot, mio padre

che mi recitava Carducci tra le lacrime,

l'esistenza di persone dolci come te.

Tutto questo deve dunque finire in un cratere?

Tutto questo deve essere dunque annichilito?

 

"Sarebbe dunque loro speme vana?"

 

7.  QUATTRO RAGIONI PER PREPARARE LO SCIOPERO GENERALE CONTRO LA GUERRA

 

1. Perche' una guerra scatenata a seguito degli attentati terroristici di un gruppo criminale (ancora neppure ben identificato) non ha fondamento nel diritto internazionale, e aggiunge crimine a crimine, strage a strage.

2. Perche' nel caso dell'Italia violerebbe anche la legge fondamentale del nostro paese, la Costituzione della Repubblica Italiana, nell'art. 11 e non solo. Sarebbe quindi due volte un atto criminale.

3. Perche' aggiungendo vittime innocenti a vittime innocenti non solo non sconfiggerebbe il terrorismo, ma lo rafforzerebbe.

4. Perche' rischia di evolvere in una guerra mondiale che puo' mettere fine alla civilta' umana.

Pertanto, se la guerra venisse scatenata e il nostro governo decidesse (illegalmente) che l'Italia ad essa dovesse prendere parte, occorre agire per difendere la Costituzione e per cercar di salvare le vite degli esseri umani effettivo bersaglio della guerra.

Ed a tal fine occorre:

a) l'azione diretta nonviolenta eseguita esclusivamente da persone persuase della nonviolenza (e non da parte di persone ambigue o confuse che sarebbero pericolose a se' e agli altri); un'azione diretta nonviolenta che contrasti concretamente, operativamente, e non solo simbolicamente, la guerra e i suoi apparati (un esempio: l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" con cui ostruire lo spazio di decollo delle basi da cui partono i bombardieri);

b) la disobbedienza civile di massa: ovvero il rifiuto di cooperare con chi ha tradito la Costituzione e si e' posto fuori legge; disobbedienza civile che significa rompere la complicita' con chi ordisce assassinii, e pagare di persona tutte le conseguenze economiche, civili e penali della propria azione di noncollaborazione; la disobbedienza civile e' una cosa seria che richiede disponibilita' ad accettare le prevedibili sofferenze e i prevedibili danni da subire come conseguenza alla propria assunzione di responsabilita', come sapevano Thoreau e Gandhi che l'hanno praticata davvero (mentre cio' che nei mesi scorsi e' stato spacciato sotto questa etichetta in italia ne e' l'esatto contrario);

c) lo sciopero generale contro la guerra: per bloccare il nostro paese cosi' da impedire l'uso dell'esercito italiano per commettere stragi, e con la forza della democrazia e della legalita' ricondurre alla ragione quel governo, quel parlamento e  quel presidente della Repubblica che accettando di portarci in guerra avrebbero commesso un atto di alto tradimento del nostro ordinamento giuridico.

 

8. DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA CONTRO LA GUERRA

 

Non di azioni meramente simboliche ma operative ed efficaci. O l'azione nonviolenta sa contrastare concretamente la guerra o e' nella migliore delle ipotesi una testimonianza, nella peggiore una pagliacciata.

Due anni fa proponemmo, e realizzammo ad Aviano, l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui ostruire lo spazio aereo di decollo antistante e sovrastante le basi dell'aviazione militare impedendo la partenza dei bombardieri.

Dimostrammo che e' possibile un'azione nonviolenta che contrasti  l'apparato bellico sul terreno, con la forza della nonviolenza, senza mettere in pericolo la vita di nessuno, nella massima limpidezza, riuscendo ad esempio a impedire i decolli dei bombardieri.

Se una nuova guerra dovesse essere scatenata ed il nostro paese dovesse prendervi parte, con cio' i decisori renderebbero l'Italia compartecipe di un'azione doppiamente criminale: poiche' guerra e' sempre omicidio di massa - la formula, definitiva, e' di Gandhi -, e poiche' la partecipazione italiana configurerebbe la violazione della nostra Costituzione. Cosicche' il governo, il parlamento e il presidente della Repubblica che facessero un tale passo si collocherebbero fuori della legge ed il popolo italiano sarebbe chiamato a ripristinare la legalita' e difendere l'ordinamento giuridico, lo stato di diritto e la democrazia impedendo la partecipazione del nostro paese al crimine bellico.

Dinanzi alla partecipazione italiana alla guerra avremmo tutti l'obbligo morale e giuridico di togliere il consenso ai decisori pubblici stragisti, e di opporci efficacemente alla guerra in nome del diritto, dell'umanita', della stessa legge fodnamentale della nostra Repubblica.

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E per contrastare praticamente, e non solo a chiacchiere, la guerra, riteniamo ed abbiamo piu' volte gia' detto che tre sono le cose da fare:

a) l'azione diretta nonviolenta con cui bloccare l'apparato bellico: bloccando le catene di comando, bloccando le basi militari, bloccando la produzione e il traffico delle armi; si potrebbe cominciare ancora con l'azione del blocco nonviolento dei decolli dei bombardieri.

b) la disobbedienza civile di massa: mettendo i decisori fuorilegge nell'impossibilita' di avvalersi del consenso e della passivita' della popolazione, nell'impossibilita' di avvalersi degli strumenti della macchina amministrativa e dei poteri e degli spazi pubblici; ed impedendo loro di dar seguito ai loro piani incostituzionali dagli esiti stragisti;

c) lo sciopero generale contro la guerra: puntando a bloccare tutte le attivita' del paese, chiamando l'intera popolazione del nostro paese a resistere a un governo fuorilegge, chiamando il popolo italiano ad esercitare la sua sovranita' in difesa della Costituzione, della pace, del diritto alla vita di tutti gli esseri umani.

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Qui intendiamo offrire alcuni materiali di riflessione ulteriori sull'azione diretta nonviolenta.

Ed in primo luogo diciamo che all'azione diretta nonviolenta contro la guerra possono partecipare solo persone persuase della nonviolenza e adeguatamente preparate.

Come esempio su cui riflettere riproduciamo qui le regole di condotta dei partecipanti all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace ad Aviano due anni fa.

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Quattro regole di condotta obbligatorie per partecipare all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace:

I. A un'iniziativa nonviolenta possono partecipare solo le persone che accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza.

II. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con tranquillità, con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno.

III. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini di questa azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", vale a dire:

a) fare un'azione nonviolenta concreta:

- per impedire il decollo dei bombardieri;

- opporsi alla guerra, alle stragi, alle deportazioni, alle devastazioni, al razzismo;

- chiedere il rispetto della legalità costituzionale e del diritto internazionale che proibiscono questa guerra;

b) le conseguenze cui ogni singolo partecipante può andare incontro (possibilità di fermo e di arresto), conseguenze che vanno accettate pacificamente e onestamente, ed alle quali nessuno deve cercare di sottrarsi.

IV. Tutti devono rispettare i seguenti princìpi della nonviolenza:

- non fare del male a nessuno (se una sola persona dice o fa delle stupidaggini, o una sola persona si fa male, la nostra azione diretta nonviolenta è irrimediabilmente e totalmente fallita, e deve essere immediatamente sospesa);

- spiegare a tutti (amici, autorità, interlocutori, interpositori, eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l'azione diretta nonviolenta non è rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo caso lo scopo è fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre stragi ed atrocità);

- dire sempre e solo la verità;

- fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed annunciate pubblicamente (cioè a tutti note e da tutti condivise); nessuno deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede lealtà e disciplina;

- assumersi la responsabilità delle proprie azioni e quindi subire anche le conseguenze che ne derivano;

- mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all'eventuale violenza altrui.

Chi non accetta queste regole non può partecipare all'azione diretta nonviolenta, poiché sarebbe di pericolo per sé, per gli altri e per la riuscita dell'iniziativa che è rigorosamente nonviolenta.

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Per chi volesse saperne di piu', un ampio dossier su quella esperienza e' dsponibile nella rete telematica, in due parti:

- parte prima: www.peacelink.it/webgate/pace/msg00745.html

- parte seconda: www.peacelink.it/webgate/pace/msg00744.html

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Si tratta dunque di iniziare subito i training di preparazione; si tratta inoltre di iniziare subito a formare alla conoscenza e all'uso della nonviolenza quante piu' persone e' possibile; si tratta di iniziare subito a prendere le distanze da quei sedicenti pacifisti che si lasciano invece ubriacare dalla violenza e dai pregiudizi o si lasciano corrompere dalle prebende, dalla manipolazione o dalla "cultura del branco".

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Inoltre occorre iniziare subito a proporre la preparazione dello sciopero generale in difesa della Costituzione e della vita degli esseri umani vittime innocenti della guerra; occorre iniziare subito a spiegare cosa sia davvero la disobbedienza civile (non la caricaturale sfigurazione di cui hanno cianciato degli irresponsabili nei mesi scorsi) e come essa possa essere praticata da un movimento di massa; occorre iniziare subito un'azione di chiarificazione intellettuale e di illimpidimento morale per opporsi efficacemente alla macchina propagandistica che entra in azione parallelamente ai bombardieri par narcotizzare i complici passivi della guerra.

C'e' molto da fare, ed occorre fare presto.

 

9. NUMEROSI PARLAMENTARI A SOSTEGNO DELLA PROPOSTA DI LEGGE PER LA FORMAZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA CONOSCENZA E ALL'USO DEI VALORI, DELLE TECNICHE E DELLE STRATEGIE DELLA NONVIOLENZA

 

Tra i parlamentari che hanno gia' espresso attenzione e adesione ci sono il vicepresidente del Parlamento Europeo Renzo Imbeni, i senatori Achille Occhetto, Natale Ripamonti, Francesco Martone, Anna Donati, Nedo Canetti; i deputati Fulvia Bandoli, Marida Bolognesi, Paolo Cento, Elettra Deiana, Titti De Simone, Marcella Lucidi, Giorgio Panattoni, Aldo Preda, Piero Ruzzante, Vincenzo Siniscalchi, Giovanni Russo Spena, Tiziana Valpiana, Luciano Violante; i parlamentari europei Giuseppe Di Lello, Claudio Fava, Luisa Morgantini, Giovanni Pittella (oltre al gia' citato Renzo Imbeni);

La presentazione ufficiale della proposta di legge, sottoscritta da vari senatori e deputati di diverse forze politiche, e' prevista per la prossima settimana;

In occasione della presentazione della proposta di legge si terra' a Roma anche una conferenza cui parteciperanno i parlamentari presentatori, illustri personalita' della peace research e della nonviolenza, cattedratici universitari di prestigio internazionale;

La bozza della proposta di legge ed un'ampia documentazione puo' essere richiesta al "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo (e-mail: nbawac at tin.it).

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La bozza dell'articolato di legge su cui si sta costruendo il confronto, la convergenza e il consenso e' la seguente:

Art. 1. (Formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche, delle strategie della nonviolenza). Si dispone che nei percorsi formativi, addestrativi e di aggiornamento delle forze dell'ordine sia prevista l'inclusione della conoscenza e dell'uso dei valori, delle tecniche, delle strategie della nonviolenza.

Art. 2. (Disposizioni e provvedimenti attuativi e regolamentari). Si demanda al Ministro dell'Interno, d'intesa con gli altri ministri interessati alla definizione dei percorsi formativi ed educativi ed alla formazione e gestione delle forze dell'ordine, di emanare le disposizioni ed i provvedimenti attuativi e regolamentari entro il termine di mesi sei dall'approvazione della legge.

Tali disposizioni e provvedimenti devono essere comprensivi della definizione di un percorso formativo obbligatorio standard per tutto il personale delle forze dell'ordine.

Art. 3. (Consulenza di esperti). Per l'approntamento della specifica normativa, la definizione della qualificazione dei docenti, la predisposizione della manualistica relativa, si prevede di avvalersi della consulenza sia dei docenti e ricercatori esperti in materia di peace research e di formazione alla nonviolenza, sia dei responsabili delle strutture formative e addestrative delle forze dell'ordine attualmente operanti.

Art. 4. (Finanziamento). Per il finanziamento di tale attivita' formativa, addestrativa e di aggiornamento alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza, si prevede di incrementare il budget a disposizione per la formazione, l'addestramento e l'aggiornamento delle forze dell'ordine in ragione sia della necessaria inclusione nei ranghi del personale docente di nuove figure specificamente qualificate (eventualmente attraverso rapporti di convenzione con Universita' o istituti di ricerca e di formazione), sia dell'acquisizione o predisposizione di specifica manualistica (ed a tal fine si puo' far riferimento alle piu' qualificate e prestigiose pubblicazioni anche in lingua italiana gia' esistenti in tale ambito di studi), sia di ogni altro adempimento e strumentazione si rendessero necessari.

 

10. IL RITORNO DI SCARPANTIBUS: LA RIVOLUZIONE E IL VASO DA NOTTE

 

Diceva bene il conte Tolstoj, che non avrebbe creduto mai alla buona fede rivoluzionaria di chi si fa pulire il vaso da notte da un altro.

Chi lava i tuoi calzini?

Chi spazza per terra in casa tua?

Chi prepara da mangiare?

La lotta contro lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo comincia da casa tua.

 

11. IL RITORNO DEL CRITICONE: IL TURISMO MILITANTE E LA VISIONE DI ALCE NERO

 

Poiche' ogni luogo e' il centro del mondo, ho sempre trovato bizzarro che per impegnarsi per la giustizia occorresse prenotare treni ed aerei e intrupparsi ad andare a vociare laddove si riuniscono a mensa quei pessimi sarchiaponi che il rimbambimento televisivo di massa ha eletto al governo delle cosiddette grandi potenze (ed impotenze, a un tempo).

Sommessamente chiedo: invece di andare a fare stoltamente a schiaffi come i capponi di Renzo per il piacere delle telecamere, non si potrebbe cominciare a contrastare l'autoritarismo, il maschilismo, il militarismo e la violenza laddove ci troviamo? E' un'idea condivisa da un certo Frantz Fanon, che spiegava che in una prima fase della lotta per la dignita' umana il rivoluzionario accorreva ove era la rivoluzione, ma in una seconda e piu' matura fase la rivoluzione, ovvero l'affermazione della dignita' di ogni essere umano, era dove era il rivoluzionario, poiche' egli la recava con se'.

Appunto: ogni luogo e' il centro del mondo, come spiegava il nostro vecchio maestro Alce Nero (su cui ci permettiamo di segnalare oltre al noto libro di John G. Neihardt, Alce Nero parla, Adelphi e Mondadori, ed al meno noto libro curato da Joseph Epes Brown, Alce Nero, La sacra pipa, Rusconi, anche il per niente noto libro di Michael F. Steltenkamp, Alce Nero, missionario dei Lakota, Mondadori, che riservera' qualche bella sorpresa ai lettori che non lo conoscessero).

Ogni luogo e' centro del mondo, ed ogni essere umano e' centro del mondo (e un centro di nonviolenza, aggiungeva Capitini).

 

12. LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

 

Al Presidente della Repubblica

al Presidente del Senato della Repubblica

al Presidente della Camera dei Deputati

al Presidente del Consiglio dei Ministri

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Egregi signori,

con la presente vorremmo sottoporre alla vostra attenzione quanto segue:

1. il diritto internazionale non contempla il diritto di uno stato di scatenare una guerra contro un altro stato o piu' stati adducendo a pretesto il fatto che sul suo o loro territorio si trovino gruppi criminali.

Secondo tale ragionamento essendoci in Italia organizzazioni mafiose qualunque stato potrebbe aggredire il nostro paese.

2. La Costituzione della Repubblica Italiana non consente al nostro paese di partecipare a una guerra di aggressione.

La partecipazione o il sostegno italiano a una guerra di aggressione e' quindi impossibile, ed un governo che tale partecipazione o sostegno disponesse si collocherebbe fuori della legalita', ed un Presidente della Repubblica che tale partecipazione o sostegno avallasse commetterebbe il delitto di alto tradimento.

3. Scatenando una guerra condotta attraverso uccisioni di massa (ed ogni guerra contemporanea costitutivamente e' cosi') si riprodurrebbe l'azione dei terroristi e si favoreggerebbe e proseguirebbe il loro disegno criminale e disumano.

Chi promuovesse o prendesse parte a una tale guerra si farebbe complice e seguace dei terroristi, si farebbe terrorista a sua volta.

4. Pertanto siamo a richiedervi di rispettare la legge fondamentale del nostro ordinamento, cui avete giurato fedelta', e di esprimere l'opposizione assoluta del nostro paese ad ogni eventuale azione di guerra.

*

Nella sciagurata ipotesi che una guerra venisse scatenata, che il governo italiano decidesse la partecipazione ad essa del nostro paese, che il Parlamento italiano non la respingesse, e che il Presidente della Repubblica Italiana non la impedisse, a fronte di questa condotta illegale e criminale, ed effettualmente golpista, il cui esito sarebbe di contribuire a provocare stragi e la violazione della legalita' nel suo fondamento costituzionale, ebbene, fin d'ora vi dichiariamo che:

a) ci opporremo alla guerra e ci impegneremo sia per salvare delle vite umane innocenti in pericolo, sia in difesa della Costituzione della Repubblica Italiana, dello stato di diritto, della legalita' e della democrazia;

b) chiameremo l'intero popolo italiano ad opporsi alla guerra illegale e criminale;

c) agiremo contro la guerra, contro il terrorismo, ed in favore della legalita' e dei diritti umani, unicamente secondo modalita' rigorosamente nonviolente, del tutto opposte ad ogni forma di violenza fisica, psicologica ed anche solo verbale; col massimo impegno intellettuale e morale per ricondurre tutti alla ragione e al rispetto del diritto e della legalita', col massimo impegno concreto per contrastare operativamente la guerra e per ottenere il ripristino della legalita' costituzionale.

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Ed in particolare agiremo:

I. Con l'azione diretta nonviolenta: per opporci alla guerra ed ai suoi apparati, cercando di mettere le strutture militari e tutte le attivita' connesse alle armi (produzione, commercio, uso) in condizioni di non poter agire, e quindi in condizioni di non nuocere all'incolumita' e alla vita di esseri umani;

II. Con la disobbedienza civile di massa: chiamando tutti i cittadini, ed in primo luogo tutti i pubblici dipendenti e gli operatori di servizi di pubblica utilita', a noncollaborare con la guerra, ad opporsi alla violazione della legalita', a negare il consenso a una decisione golpista e stragista;

III. Con lo sciopero generale: per bloccare l'economia, la macchina amministrativa e il paese, e costringere quel governo, quel Parlamento e quel Presidente della Repubblica che avessero violato la legalita' costituzionale a prendere atto dell'opposizione popolare ad una decisione illegale e criminale, a recedere dalla loro decisione.

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Tanto vi annunciamo fin d'ora, come e' proprio della tradizione delle lotte nonviolente, affinche' voi fin d'ora sappiate quale sia la nostra opinione, la nostra determinazione, la nostra azione nel caso che la guerra venisse scatenata e che l'Italia vi prendesse parte.

Sperando che la guerra non scoppi, sperando che siate cosi' ragionevoli da non volervi precipitare l'Italia, sperando che sappiate condividere la nostra volonta' di rispettare e difendere la Costituzione della Repubblica Italiana, lo stato di diritto, la legalita', la democrazia, il diritto di ogni essere umano alla vita,

distintamente vi salutiamo, augurandovi una cosciente riflessione e un buon lavoro nell'interesse del paese e dell'umanita', per la pace e per la legalita', contro ogni forma di terrorismo e di criminalita', contro ogni violazione dei diritti umani.

 

13. DALLA MARCIA PERUGIA-ASSISI DI UN ANNO FA A QUELLA DEL PROSSIMO 14 OTTOBRE

 

Il 24 settembre del 2000 si svolse la marcia Perugia-Assisi specifica per la nonviolenza.

Ed e' passato un anno. Sara' opportuno chiedersi se e come e in quale misura quella tensione morale e quegli impegni operativi allora solennemente affermati dalle migliaia di partecipanti siano stati successivamente tradotti in pratica.

La nostra impressione e' che non molto si sia fatto da parte nostra, e che gli eventi di segno contrario ancora una volta siano stati prevalenti. Ma contemporaneamente ci sembra che quella proposta, l'affermazione della centralita' della nonviolenza e dell'autonomia teorica e pratica della nonviolenza rispetto ad ogni subalternita' e ad ogni ibrida alleanza, mai come oggi si riveli necessaria e urgente.

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La nonviolenza in cammino

Dopo la Perugia-Assisi per la nonviolenza dello scorso anno ci sono stati eventi positivi in cui veramente la nonviolenza si e' mostrata in cammino: l'assemblea nazionale della rete di Lilliput (pur con i suoi limiti e le sue ambiguita'), la marcia nonviolenta a Bukavu promossa dai "Beati i costruttori di pace", alcune esperienze ed alcuni risultati rilevanti come i progressi fatti nell'affermazione dei diritti dei lavoratori della Del Monte in Kenya (la lotta nonviolenta sostenuta direttamente anche da padre Zanotelli).

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Eventi negativi e funesti

Ma ci sono stati anche eventi negativi e fin catastrofici: la subalternita' e collusione con la violenza del cosiddetto movimento antiglobalizzazione che da Praga a Genova ha commesso errori colossali, a Praga accettando una sorta di scellerato "patto tripartito" del movimento che prevedeva e di fatto accettava e copriva la presenza dei cosiddetti "blu" violenti; a Genova accettando che per mesi alcuni irresponsabili facessero proclami di guerra e cianciassero follemente di "invasione della zona rossa" senza rendersi conto delle conseguenze di queste proclamazioni nel creare il contesto che ha poi prodotto le tremende violenze delle giornate di luglio; non solo: si e' permesso un uso orwelliano del linguaggio tale per cui si e' falsificato il significato di parole fondamentali, spacciando per nonviolenza il contrario della nonviolenza, spacciando per disobbedienza civile il contrario della disobbedienza civile, in una babelica confusione delle lingue che ha fatto da preludio ed eziologia allo scatenamento dell'irrazionalita' e delle violenze.

Lo diciamo una volta di piu': nulla giustifica le violenze commesse dagli sciagurati black bloc e nulla giustifica le violenze feroci e gratuite commesse da alcuni appartenenti alle forze dell'ordine, ed e' necessario che i responsabili di tutti i crimini siano sottoposti a procedimento penale e puniti col massimo rigore, senza zone d'ombra o coperture per nessuno.

Ma non possiamo esimerci dal rilevare che l'esser stati, da parte della leadership del Genoa Social Forum, corrivi ai reiterati proclami minacciosi invece di isolare ed allontanare chi faceva uso di un linguaggio guerrigliero ed esortava di fatto a far si' che delle teste venissero rotte, costituisce una grave responsabilita' sul piano morale; e sarebbe necessario che chi ha avuto responsabilita' organizzative, di conduzione e di rappresentanza di quella esperienza facesse una severa, onesta autocritica.

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La tragedia dell'11 settembre e le sue possibili conseguenze apocalittiche

Ma tutto cio' e' stato sormontato da violenze ancora piu' grandi: pervasive, abominevoli.

E' dallo scorso anno che a seguito della sciagurata provocazione del criminale di guerra Sharon in Medio Oriente e' tornata una violenza cruentissima, e tragicamente quello stesso Sharon sul sangue altrui ha costruito rinnovate sue fortune politiche ed oggi e' al governo dello stato di Israele, il cui popolo e' caro al nostro cuore cosi' come il popolo palestinese, ma il cui governo e' oggi nelle mani di una leadership brutale e terroristica, cosi' come nei territori e' cresciuta l'influenza dei gruppi terroristici assassini che strumentalizzando la religione e facendo leva sulla disperazione hanno a loro volta provocato stragi di innocenti a non finire. Ed in questa spirale troppi esseri umani hanno perso la vita.

In molti paesi del mondo proseguono tragedie che per essere prolungate non giungono neppure piu' all'attenzione dei mass-media: dal Congo dei massacri, all'Afghanistan che nega la qualita' di persona alle donne; dai Balcani alla Cecenia; dall'embargo stragista che colpisce il popolo iracheno gia' vittima della dittatura di Sddam Hussein alla repressione del popolo kurdo (non solo in Turchia); dalle tante guerre dimenticate al terrorismo anche nel cuore dell'Europa occidentale; dalla fame nel mondo provocata da una iniqua ripartizione delle risorse ai pericoli per la stessa biosfera.

Poi l'11 settembre e' accaduto l'inimmaginabile: un atto terroristico cosi' orribile e sconvolgente, cosi' sanguinario e cosi' emblematico, che e' fortissimo il rischio che possa scatenare una guerra mondiale.

Dinanzi a tutti questi fatti e' ancor piu' necessario cambiare rotta ed accogliere la proposta formulata dall'appello dei Premi Nobel per la Pace affinche' persone, popoli, culture, stati, si scelga tutti la strada della nonviolenza, poiche' solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

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Verso il 14 ottobre

Tra poche settimane c'e' una nuova marcia Perugia-Assisi, preceduta dall'assemblea dell'Onu dei popoli che e' una straordinaria esperienza di confronto internazionale tra istituzioni, movimenti, intellettuali, associazioni, culture, popoli. La marcia di quest'anno e' organizzata dalla Tavola della Pace, il network pacifista che riunisce pressoche' tutte le istituzioni e le associazioni che in Italia si impegnano per la pace, ed ha per portavoce una figura laica ed istituzionale del prestigio di Flavio Lotti e una figura religiosa della statura di padre Nicola Giandomenico del Sacro Convento di Assisi.

Occorre che l'assemblea dell'Onu dei popoli dell'11-13 ottobre prima, e la marcia Perugia-Assisi del 14 ottobre poi, siano un grande momento di incontro, di pace, di speranza. Occorre una grande, persuasa, limpida partecipazione. Occorre che non vi siano provocazioni o follie da parte di nessuno. Occorre che tutti si sentano interpellati dalla marcia.

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Limiti e contraddizioni

Ed insieme tuttavia occorre fare luce su limiti e le contraddizioni.

Rispetto alla marcia dello scorso anno che si ricollegava direttamente alla prima marcia promossa da Aldo Capitini quarant'anni or sono, e che affermava la decisivita' della nonviolenza, quella del prossimo 14 ottobre ha un programma molto piu' logorroico e molto meno caratterizzato, col rischio che vi possano essere si' molte piu' adesioni, ma che siano parziali, meno impegnative, meno nitide.

Occorreva essere piu' sintetici e piu' decisi: la nonviolenza, questa e' la grande idea, la cruciale proposta che la marcia ideata da Aldo Capitini deve affermare. Ci pare che occorra ancora uno sforzo di chiarificazione e di illimpidimento. Affermare la nonviolenza non solo nella dimensione della morale personale, ma nella dimensione della morale sociale, dell''economia, della politica, dell'interculturalita', del diritto e del diritto internazionale: questo oggi occorre.

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Un movimento ambiguo sulla violenza puo' essere contro la guerra, ma non per la pace: si e' movimento per la pace solo se si fa la scelta della nonviolenza

Ed occorre anche fare i conti col nostro stesso passato: il movimento pacifista italiano deve interrogarsi sulle sue insufficienze morali e politiche, sugli errori commessi due anni fa, sulla collusione di una sua parte con il governo che fece la guerra dei Balcani violando la Costituzione, e sulla collusione di un'altra sua parte con i crimini di Milosevic e di Arkan, o con i crimini dell'Uck, o con i crimini di chi comunque predica e pratica la violenza, l'omicidio, il terrorismo e la guerra. Occorre dirlo chiaro: ci sono nel movimento pacifista delle zone di opacita' gravi ed inquietanti su cui occorre riflettere, per fare luce, per rompere ogni ambiguita', per separarsi dai facitori di male e dagli apologeti del male.

Un movimento ambiguo sulla violenza puo' essere un movimento contro la guerra, ma non puo' essere un movimento per la pace. Un movimento per la pace deve essere coerente e rigoroso sul piano intellettuale e morale: la pace si costruisce solo con la pace e la giustizia, con il diritto e la solidarieta'; si e' movimento per la pace, e non solo contro la guerra, solo se si fa la scelta limpida e persuasa della nonviolenza.

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Possa la marcia fare ancora una volta il miracolo

Possa la marcia, come gia' avvenne in passato, ad esempio alla svolta tra gli anni '70 e gli anni '80, superare con la forza appassionata di una grande partecipazione corale gli stessi limiti del programma di convocazione ed essere segno di infinita apertura, di colloquio corale.

Possa la marcia essere ancora una volta atto della presenza aperta, nonviolenza in cammino.

Possa la la marcia fare ancora una volta il miracolo che ci commosse e appassiono' quando tanti anni or sono, e la nostra barba ancora non era imbiancata, sulle strade tra Perugia ed Assisi sentimmo la voce, e vorrei scrivere lo spirito (il soffio, pneuma, e il ragionamento, logos), di Aldo Capitini che ci mostrava che la nonviolenza e' il varco attuale della storia, per uscire da quella che il filosofo di Treviri chiamava la preistoria dell'umanita' ed entrare nel regno della liberta', dell'uguaglianza, della fraternita', in cui l'uomo un aiuto sia all'uomo, non piu' lupo, non piu' carnefice.

 

14. LA SCOMPARSA DI ISAAC STERN

 

Quanta felicita' ci ha dato il suo violino, quanto coraggio il suo concerto nell'ora del massimo pericolo per l'umanita', come uno di quegli eroi buffi e volanti di Chagall, che ci rivelano che il mondo e' meraviglioso e che tutti gli esseri umani hanno diritto ad essere amati, che tutti gli esseri umani recano doni infiniti alla nostra storia comune, che ognuno di essi e' unico e sublime e a tutti deve esserci caro come la gemma piu' preziosa del creato.

 

15. COME FARE DI PALERMO HIROSHIMA

 

Che il Ministro della Difesa della piu' grande potenza del mondo dichiari che non esclude l'uso di armi nucleari nella ricerca e per la cattura dei presunti mandanti degli abominevoli attentati terroristici dell'11 settembre, equivale a sostenere che per assicurare alla giustizia Toto' Riina sarebbe stato ragionevole fare di Palermo Hiroshima.

Non so se quel ministro ha smentito quella dichiarazione, o se era in stato di ebbrezza quando la faceva. Ma quel che e' certo e' che ancora una volta l'umanita' e' minacciata dall'apocalisse nucleare per la flagrante irresponsabilita' di persone investite di incarichi pubblici nell'esercizio dei quali occorrerebbe la saggezza di Virginia Woolf.

 

16. TRE COSE DA PREPARARE, SUBITO

 

Siamo a un passo dall'inizio di una guerra mondiale.

Il governo italiano, violando la Costituzione, ci sta trascinando in una follia di cui nessuno sa prevedere gli esiti, che possono essere apocalittici.

Occorre prepararci ad organizzare una opposizione efficace che si colleghi all'opposizione di tutte le donne e gli uomini di volonta' buona che hanno a cuore il futuro della civilta' umana.

Non bastano le iniziative testimoniali ed ininfluenti; occorre difendere concretamente la legalita' costituzionale, il diritto internazionale, la vita delle persone minacciate dalla guerra, la dignita' nostra e di tutti gli esseri umani.

Tre cose occorre preparare subito, bene, ovunque, capillarmente, con la massima limpidezza, consapevolezza, responsabilita', onesta' intellettuale e morale, per difendere la legalita' e la pace, contro il terrorismo da chiunque agito, contro ogni guerra, per impedire un ulteriore crimine che puo' scatenare una catastrofe di proporzioni inimmaginabili; occorre preparare subito:

1. l'azione diretta nonviolenta per contrastare operativamente la macchina bellica;

2. la disobbedienza civile di massa per rendere inefficace il potere di chi avra' commesso il reato di alto tradimento della Costituzione della Repubblica Italiana: nessuno sia complice degli stragisti, nessuno sia complice dei fedifraghi, nessuno sia complice dei fuorilegge che vorranno infrangere il fondamento del nostro ordinamento giuridico e trascinarci nell'orrore;

3. lo sciopero generale contro la guerra per bloccare il paese e ricondurre alla ragione il governo, il parlamento ed il presidente della Repubblica qualora commettessero il crimine di violare la Costituzione e precipitarci nella catastrofe bellica.

 

17. DOPO L'ESECUZIONE (DELLA MINACCIA DI Mr RUMSFELD)

[Benito D'Ippolito ci invia questo falso sonetto - o sonetto impoverito - che scarta e scade di ritmo e di metro, perche' - e' ben noto - dopo Auschwitz ed Hiroshima le composte forme classiche non reggono piu'. Si sono deteriorate, come la vita, la vita vieppiu' minacciata]

 

"Quanto sofferser l'ossa sanza polpe" (Dante, Purg., XXXII, 123)

 

Forse un giorno, tornando alla ragione

intorno a un fuoco ci rincontreremo

sapremo dirci allora ancora fremo

per la vergogna innanzi a quell'ustione.

 

Di tanto cruda rabbia cercheremo

nella gelida notte la ragione

nei ricordi nebbiosi, nelle icone

che vaniscono in acque nello stremo.

 

E riandremo traendo a fatica

le memorie sbriciolate piu' dei muri

alla vita di prima, all'amica

 

confidente vita dei puri

idioti che fummo nell'antica

quiete dei complici e dei morituri.

 

18. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

19. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1268 dell'8 maggio 2013

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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