Archivi. 185



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 185 del primo maggio 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di agosto 2001 (parte seconda)

2. Movimento sindacale e tecniche della nonviolenza (alcuni appunti per aprire una ricerca-dibattito)

3. Le urgenze che ci stringono alla gola

4. Per sostenere e diffondere la proposta della formazione e addestramento delle forze dell'ordine alla nonviolenza

5. Saperla lunga

6. Lettera aperta al sindaco di Napoli

7. Confusioni

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI AGOSTO 2001 (PARTE SECONDA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di agosto 2001.

 

2. MOVIMENTO SINDACALE E TECNICHE DELLA NONVIOLENZA (ALCUNI APPUNTI PER APRIRE UNA RICERCA-DIBATTITO)

 

Se c'e' un movimento che storicamente ha dato nel corso degli ultimi due secoli un contributo fondamentale, un grande sviluppo ed un'importanza centrale alla ideazione, alla elaborazione ed alla sperimentazione profonda e di massa delle tecniche e delle strategie di lotta nonviolente e' il movimento sindacale dei lavoratori.

Basti pensare allo strumento di lotta principale e piu' caratteristico del movimento dei lavoratori: lo sciopero, che e' la basilare delle tecniche della nonviolenza, le cui implicazioni strategiche (la noncollaborazione, l'azione che rivela una situazione ingiusta e invita a una negoziazione, l'atteggiamento dialogico e costruttivo, la gestione positiva del conflitto, etc.) e teoriche (il potere di negare il proprio consenso, la presa di coscienza da pare degli oppressi della propria condizione e della propria forza, il disvelamento del funzionamento reale della produzione e della societa', la costruzione della solidarieta', etc.) sono cosi' dense, preziose, decisive.

Rispetto alle tradizioni di lotta precedenti (militari, politiche, sociali, culturali), il movimento dei lavoratori ha creato una nuova ed originale tradizione di lotte non solo economiche, sociali, ma anche e quindi politiche e culturali, che ha introdotto nelle dinamiche del conflitto come nel quadro della societa' innovazioni dirompenti che hanno avuto un ruolo decisivo nel promuovere mutamenti (riforme e rivoluzioni) nei piu' vari ambiti della convivenza, dell'organizzazione, della produzione e riproduzione sociale, della percezione della vita e del mondo, delle concrete esistenze delle persone.

Certamente e' la tradizione del femminismo che ha dato nel corso del Novecento (e naturalmente con straordinarie anticipazioni nei secoli precedenti) i contributi piu' originali e avanzati ad un pensiero e una pratica del riconoscimento e della liberazione (della degnificazione di tutti gli esseri umani a partire dal riconoscimento delle differenze che sole possono fondare la piena uguaglianza di diritti); nondimeno e' ugualmente vero il fatto che la tradizione dell'organizzazione e delle lotte sindacali e politiche del movimento dei lavoratori (come cosciente e quindi rappresentativo della condizione di sfruttamento e di alienazione che gran parte dell'umanita' in varie e fin ferocissime forme subisce) ha apportato esperienze e riflessioni fondamentali.

Qui di seguito indichiamo alcuni autori ed alcune esperienze per una riflessione su questi temi.

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Giuseppe Di Vittorio

Vorremmo segnalare in primo luogo la persona e l'azione di Giuseppe Di Vittorio, che della storia del sindacalismo italiano e' forse la figura piu' emblematica. Nato a Cerignola nel 1892 e morto a Lecco nel 1957, organizzatore dei contadini e degli operai, antifascista, costituente, e' il simbolo stesso del sindacalismo italiano. Molti suoi scritti sono raccolti nei tre volumi curati da Michele Pistillo che particolarmente segnaliamo: Michele Pistillo, Giuseppe Di Vittorio, 3 voll., Editori Riuniti (una monumentale biografia, contenente anche una cospicua mole di interventi di Di Vittorio).

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Cesar Chavez

Vorremmo poi segnalare una grande figura di sindacalista nonviolento: Cesar Chavez. Nato nel 1927 e morto nel 1993, leader sindacale nonviolento della lotta dei braccianti chicanos.. Su Cesar Chavez un ampio profilo a cura di Matteo Soccio, Cesar Chavez, 1927-1993, e' in "Azione nonviolenta", luglio 1993; in volume cfr. anche Alessandro Gebbia (a cura di), Chicanos, Marsilio, Venezia 1976 (contiene anche un intervento di Chavez).

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Chico Mendes

Un'altra straordinaria figura di sindacalista nonviolento, che ha unito l'impegno per i lavoratori, per i popoli della foresta e per la difesa dell'ambiente, e' quella di Chico Mendes. Nato nel 1944, operaio nell'attivita' estrattiva del caucciu', sindacalista dei seringueiros, militante del Partito dei Lavoratori, difensore ecologico dell'Amazzonia, premiato dall'ONU per il suo impegno, per il suo impegno fu assassinato il 22 dicembre 1988. Opere di Chico Mendes: Con gli uomini della foresta, Sonda, Torino 1989. Opere su Chico Mendes: Andrew Revkin, La stagione del fuoco: l'assassinio di Chico Mendes e la lotta per salvare l'Amazzonia, Mondadori, Milano 1990; Vittorio Bonanni, Chico Mendes e la lotta dei seringueiros dell'Amazzonia, Datanews, Roma 1991; A. Schoumatoff, Il mondo sta bruciando. Chico Mendes e la tragedia dell'Amazzonia, Leonardo, Milano 1991.

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Iqbal Masih

Un altro martire, la cui figura di bambino e di attivista profondamente ci commuove, e' stato Iqbal Masih: bambino pakistano, organizzatore della lotta contro la schiavitu' dei bambini, assassinato il 16 aprile 1995.

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Jose' Bove'

Un sindacalista contadino che e' tra le figure di maggior evidenza del movimento che si oppone alla considdetta "globalizzazione neoliberista" e' il francese Jose' Bove', di cui si legga il libro: Jose' Bove', Francois Dufour, Il mondo non e' in vendita, Feltrinelli, Milano 2000. (Sulla globalizzazione neoliberista e sul WTO che ne e' la punta di lancia si veda il bel libro di Lori Wallach, Michelle Sforza, WTO. Tutto quello che non vi hanno mai detto sul commercio globale, Feltrinelli, Milano 2001).

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Vandana Shiva

Sull'intreccio tra lotte dei lavoratori oppressi, lotte dei popoli nativi, difesa dell'ambiente, riflessione femminista e la piu' alta riflessione teorica sia scientifica che umanistica, non a caso proveniente dal Sud del mondo, sono fondamentali le opere di una straordinaria scienziata, pensatrice, militante: Vandana Shiva. Scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi. Opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen 1999; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, 2001.

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Danilo Dolci

Un contributo grandissimo e' naturalmente anche quello di Danilo Dolci e delle riflessioni e lotte da lui promosse. Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del 1997. Tra le opere di Danilo Dolci: una antologia degli scritti di intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, ECP, S. Domenico di Fiesole 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000.

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Per la storia delle origini del movimento dei lavoratori in Italia

Risalendo alle origini dell'esperienza storica e dell'autonomia teorica del movimento dei lavoratori in Italia, e quindi alla storia del movimento operaio italiano, si vedano le ricerche di Gastone Manacorda (come Il socialismo nella storia d'Italia, Laterza; e Il movimento operaio italiano attraverso i suoi congressi, Editori Riuniti), di Giorgio Candeloro (almeno l'eccellente Storia dell'Italia moderna, Feltrinelli), di Giuliano Procacci (ad esempio La lotta di classe in Italia all'inizio del secolo XX, Editori Riuniti).

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I consigli di fabbrica a Torino e  "L'ordine nuovo" gramsciano

Sull'esperienza dei consigli di fabbrica a Torino, de "L'ordine nuovo" di Gramsci, e dell'occupazione delle fabbriche nel 1920 si vedano i libri fondamentali di Paolo Spriano (nato a Torino nel 1925, deceduto a Roma nel 1988; giovanissimo fu comandante partigiano; storico, docente universitario, fondamentali le sue ricerche su Gobetti, su Gramsci e sulla storia del partito comunista italiano. Opere di Paolo Spriano: cfr. almeno Storia di Torino operaia e socialista; L'occupazione delle fabbriche; L'"Ordine Nuovo" e i consigli di fabbrica; Gramsci e Gobetti; Storia del Partito comunista italiano; tutti presso Einaudi. Cfr. anche Le passioni di un decennio. 1946-1956, Garzanti. Ha inoltre curato l'edizione delle opere di Gobetti per Einaudi, e una raccolta di scritti politici gramsciani per gli Editori Riuniti); ed ovviamente innanzitutto l'opera gramsciana.

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La riflessione gramsciana

Continua a sembrarci fondamentale la riflessione gramsciana, ed in particolare quella consegnata ai Quaderni del carcere (la cui edizione critica, a cura di Valentino Gerratana, e' stata recentemente ristampata da Einaudi).

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Il dibattito sul "controllo operaio", sulla "programmazione" e le scelte del movimento operaio italiano tra la Liberazione e il '68-'69

Vorremmo richiamare alla memoria figure, riflessioni, dibattiti a nostro avviso ancora di grande rilevanza, ricordandone altresi' i protagonisti: che sono molti; citiamo a mero titolo d'esempio Rodolfo Morandi (di cui cfr. l'antologia in tre volumi edita da Einaudi, a cura di Stefano Merli: La democrazia del socialismo; Democrazia diretta e riforme di struttura; La politica unitaria); Riccardo Lombardi (nato nel 1901, antifascista, dirigente di "Giustizia e liberta'" e del Partito d'Azione, fu uno dei piu' importanti dirigenti della Resistenza. Costituente, parlamentare, dirigente della sinistra socialista. Un'ampia raccolta di interventi e' Scritti politici, 2 voll., Marsilio); Lelio Basso (nato a Varazze nel 1903, fin da giovanissimo si impegno' nel movimento socialista e collaboro' a vari fogli democratici, tra cui  la "Rivoluzione liberale" di Gobetti. Avvocato, antifascista, perseguitato, il 25 aprile 1945 partecipo' all'insurrezione di Milano. Costituente, parlamentare, dirigente della sinistra italiana, fondatore e direttore di varie riviste tra cui "Problemi del socialismo", studioso del marxismo e particolarmente di Rosa Luxemburg. Fondatore della Lega per i diritti e la liberazione dei popoli, promotore della Dichiarazione universale dei diritti dei popoli (Algeri 1976). E' scomparso nel 1978. Opere di Lelio Basso: della sua vastissima produzione si veda almeno l'opera postuma Socialismo e rivoluzione, Feltrinelli, Milano 1980; e l'ampia introduzione (pp. 13-129) a Rosa Luxemburg, Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976. Opere su Lelio Basso: Enzo Collotti, Oskar Negt, Franco Zannino, Lelio Basso, teorico marxista e militante politico, Angeli, Milano 1979, con scritti di Basso e una bibliografia curata da Fiorella Ajmone).

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Raniero Panzieri

Una figura e una riflessione che a noi pare molto importante e' quella di Raniero Panzieri (e, naturalmente, dei "Quaderni rossi"): intellettuale e militante del movimento operaio, nato a Roma nel 1921 e deceduto a Torino nel 1964, dirigente del partito socialista, condirettore della rivista "Mondo Operaio", redattore alla Einaudi, animatore dell'esperienza dei "Quaderni rossi". Opere di Raniero Panzieri: oltre alla serie dei "Quaderni Rossi", cfr. tre raccolte di suoi scritti: La ripresa del marxismo leninismo in Italia, Sapere, Milano 1972, poi Nuove Edizioni Operaie, Roma 1977; La crisi del movimento operaio (Scritti interventi lettere, 1956-1960), Lampugnani Nigri, 1973; Lotte operaie nello sviluppo capitalistico, Einaudi, Torino 1976.

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Una tradizione critica e alternativa nella sinistra italiana: l'esempio di Danilo Montaldi

Ma vi e' stata tutta una tradizione critica e alternativa nella sinistra italiana, con molte strardinarie figure di ricercatori e di militanti (da Aldo Capitini a Franco Fortini a Goffredo Fofi); come ad esempio Danilo  Montaldi: militante politico, sociologo, nato nel 1929 e deceduto nel 1975. E' anche autore di varie traduzioni. La figura di Montaldi è una delle piu' interessanti della sinistra critica italiana. Opere di Danilo Montaldi: (con Franco Alasia), Milano, Corea. Inchiesta sugli immigrati, Feltrinelli, Milano 1960, poi 1975; Autobiografie della leggera, Einaudi, Torino 1961, poi 1972, ora Bompiani, Milano 1998; Militanti politici di base, Einaudi, Torino 1971; Korsch e i comunisti italiani, Samona' e Savelli, Roma 1975; Saggio sulla politica comunista in Italia (1919-1970), Edizioni "Quaderni Piacentini", Piacenza 1976; Bisogna sognare (Scritti 1952-1975), Associazione culturale Centro d'Iniziativa Luca Rossi, Milano 1994. Su Danilo Montaldi: un utile punto di partenza e' l'ampia cronologia dellla vita e delle opere che apre la raccolta dei suoi scritti sparsi Bisogna sognare.

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Un documento: gli anni duri alla Fiat

E' ancora di grande interesse il libro di Emilio Pugno e Sergio Garavini, Gli anni duri alla Fiat. La resistenza sindacale e la ripresa, Einaudi, Torino 1974.

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Il '68-'69 e i consigli

Straordinaria esperienza storica di costruzione di democrazia diretta e' stata quella dei consigli di fabbrica. Per un'analisi cfr. Guido Romagnoli, Consigli di fabbrica e democrazia sindacale, Mazzotta, Milano 1976. Un lavoro di inchiesta "a caldo" e' il libro di Edgardo Pellegrini, L'ondata operaia reclama il potere, Samona' e Savelli, Roma 1969.

Un esempio cospicuo e' quello del lavoro svolto dal Consiglio di fabbrica della Montedison di Castellanza.

Per una sintetica ricostruzione storica cfr. Dominique Grisoni, Hugues Portelli, Le lotte operaie in Italia dal 1960 al 1976, Rizzoli, Milano 1977.

Tra i molti altri testi disponibili di e su quel periodo e quella temperie segnaliamo ancora ad esempio almeno Alfredo Milanaccio, Luca Ricolfi, Lotte operaie e ambiente di lavoro, Einaudi, Torino 1976; Aris Accornero, Alessandro Pizzorno, Bruno Trentin, Mario Tronti, Movimento sindacale e societa' italiana, Feltrinelli, Milano 1977.

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Le lotte coeve dei lavoratori agricoli

Rinviamo almeno ai libri di Elvira Cottone: Riorganizzazione capitalistica e lotta di classe nelle campagne, Savelli, Roma 1972; e Lotte bracciantili in Italia, Savelli, Roma 1974.

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Vittorio Foa e la tradizione "azionista" nel movimento sindacale italiano

Grandi dirigenti sindacali (e non solo, naturalmente) sono stati Vittorio Foa e Bruno Trentin, gia' eroi della lotta antifascista nell'esperienza di "Giustizia e liberta'".

Vittorio Foa nato a Torino nel 1910, antifascista, dopo la Resistenza e' stato deputato alla Costituente per il Partito d'Azione. Dirigente della Cgil; testimone e storico delle vicende del movimento operaio; e' stato deputato e senatore. Opere di Vittorio Foa: Sindacati e lotte operaie, Loescher; La struttura del salario, Alfani; Per una storia del movimento operaio, Einaudi; Riprendere tempo (con Pietro Marcenaro), Einaudi; La cultura della Cgil, Einaudi; La Gerusalemme rimandata, Rosenberg & Sellier; Lettere da vicino (curato con Laura Balbo), Einaudi; La questione socialista (curato con Antonio Giolitti), Einaudi; Le virtu' della Repubblica (con Paul Ginsborg), Il Saggiatore; Il cavallo e la torre, Einaudi; Del disordine della liberta' (con Renzo Foa, suo figlio), Donzelli; Questo Novecento, Einaudi; Lettere della giovinezza, Einaudi; Lavori in corso 1943-1946, Einaudi.

C'e' tutta una tradizione di militanti provenienti dall'esperienza del movimento di "Giustizia e liberta'" poi impegnatisi nel movimento sindacale. Su "Giustizia e liberta'", il Partito d'Azione e il liberalsocialismo cfr. ovviamente Giovanni De Luna, Storia del Partito d'Azione 1942-1947, ora Editori Riuniti, Roma 1997; Michelangelo Bovero, Virgilio Mura, Franco Sbarberi (a cura di), I dilemmi del liberalsocialismo, NIS, Roma 1994; ma anche, naturalmente le opere di Rosselli, Calogero, Capitini, Bobbio, e degli altri protagonisti di questa grande tradizione di impegno civile per la democrazia.

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Il CNMS e il nuovo rapporto produttori-consumatori

Una esperienza decisiva da diversi anni a questa parte e' quella del Centro Nuovo Modello di Sviluppo animato a Vecchiano (PI) da Francesco Gesualdi, uno degli allievi di don Lorenzo Milani. Francesco Gesualdi e' nato nel 1949, allievo della scuola di Barbiana (e' il Francuccio di don Milani), tra altre rilevanti esperienze ha trascorso due anni in Bangladesh per un servizio di volontariato, e' uno degli animatori del "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano, che affronta con rigore ed efficacia i temi del disagio economico, sociale, fisico, psichico e ambientale sia a livello locale che internazionale, con particolar attenzione al Sud del mondo. Il Centro ha promosso e sta portando avanti importanti campagne per i diritti umani. E' tra i promotori della Rete di Lilliput. Opere di Francesco Gesualdi e del Centro nuovo modello di sviluppo: Signorno', Guaraldi; Economia: conoscere per scegliere, LEF; Energia nucleare: cos'e' e i rischi a cui ci espone, Movimento Nonviolento; (con Jose' Luis Corzo Toral), Don Milani nella scrittura collettiva, EGA; Manuale per un consumo responsabile, Feltrinelli. Le pubblicazioni del Centro sono: Boycott, Macroedizioni; Lettera ad un consumatore del Nord; Nord/Sud. Predatori, predati e opportunisti; Sulla pelle dei bambini; Geografia del supermercato mondiale; Guida al consumo critico; Sud/Nord. Nuove alleanze per la dignita' del lavoro; Ai figli del pianeta; tutti presso l'Emi. Per contatti: Centro nuovo modello di sviluppo, via della Barra 32, 56019 Vecchiano (PI); tel. 050/826354, fax: 050/827165, in rete: http://www.citinv.it/org./CNMS; e-mail: coord at cnms.it

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La nascita della Rete di Lilliput

Recentemente, per merito del Centro Nuovo Modello di Sviluppo e di varie altre esperienze di solidarieta' e di opposizione alla violenza della globalizzazione neoliberista, e' nata in Italia una struttura di coordinamento reticolare di varie realta' variamente impegnate per un'economia di giustizia, che ha preso il nome di Rete di Lilliput. Per conoscerla si puo' leggere il libro La Rete di Lilliput. Alleanze, obiettivi, strategie, Emi, Bologna 2001; alcuni dei riferimenti teorico-pratici alle spalle di questa esperienza sono nelle indicazioni offerte da Jeremy Brecher, Tim Costello, Contro il capitale globale. Strategie di resistenza, Feltrinelli, Milano 2001. La Rete di Lilliput ha fatto la scelta della nonviolenza come punto decisivo della sua identita' e del suo programma.

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Sulla situazione attuale del movimento sindacale in Italia

Sulla situazione attuale del movimento sindacale ha scritto cose interessanti ad esempio Piero Bernocchi. Riflessioni di decisivo valore hanno proposto in questi ultimi anni ad esempio Mario Agostinelli, Gian Marco Martignoni, molti altri quadri sindacali concretamente impegnati nelle lotte e nella riflessione. Segnaliamo anche Gianni Grassi, Scioperare stanca. Una tesi sulle forme di lotta nella societa' dei servizi, Adda Editrice, Roma 1986.

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Alcune riflessioni sulla globalizzazione neoliberista

Segnaliamo almeno:

- il libro di Pietro Ingrao, Rossana Rossanda, Appuntamenti di fine secolo, Manifestolibri, Roma 1995;

- gli studi di Mario Pianta (Stati Uniti: il declino di un impero tecnologico, Edizioni Lavoro, Roma 1988; (a cura di), L'economia globale, Edizioni Lavoro, Roma 1989; (con Giulio Perani), L'industria militare in Italia, Edizioni Associate, Roma 1989; (a cura di), Jesse Jackson. La politica dell'arcobaleno, Datanews, Roma 1989; (con Alberto Castagnola), La riconversione dell'industria militare, ECP, S. Domenico di Fiesole 1990; (con altri), Tecnologia, crescita e occupazione, 1998; Globalizzazione dal basso, Manifestolibri, Roma 2001);

- di Marco Revelli (Lavorare in Fiat, Garzanti, Milano 1989; Le due destre, Bollati Boringhieri, Torino 1996; La sinistra sociale, Bollati Boringhieri, Torino 1997; Oltre il Novecento, Einaudi, Torino 2001);

- e ancora i lavori di Alberto Castagnola, di Tonino Perna, di Riccardo Petrella, e di molti altri studiosi italiani;

- ma cfr. anche gli studi, ad esempio, di Susan George (economista, tra i maggiori esperti internazionali dei rapporti Nord/Sud, direttrice del Transnational Institute di Amsterdam, impegnata nei movimenti ambientalisti, pacifisti, nonviolenti, di solidarieta'. Opere di Susan George: Come muore l'altra meta' del mondo, Feltrinelli, Milano 1978; Il debito del Terzo Mondo, Edizioni Lavoro, Roma 1989; Il boomerang del debito, Edizioni Lavoro, Roma 1992; Il boomerang del debito estero, in Susan George, Massimo Micarelli, Antonio Papisca, Un'economia che uccide, L'altrapagina, Citta' di Castello 1993);

- di Amartya Sen (nato a Santiniketan, nel Bengala, nel 1933, e' tra i maggiori economisti, studiosi sociali e pensatori contemporanei; nel 1998 e' stato insignito del Premio Nobel per l'economia. Opere di Amartya Sen: Scelta, benessere e equita', Il Mulino, Bologna 1984; Etica ed economia, Laterza, Bari 1988; Risorse, valori e sviluppo, Torino 1992; Il tenore di vita, Marsilio, Venezia 1993; La diseguaglianza, Bologna 1994; La liberta' individuale come impegno sociale, Laterza, Roma-Bari 1997);

- e la riflessione ed azione di Muhammad Yunus (nato e cresciuto a Chittagong, principale porto mercantile del Bangladesh; economista, docente universitario negli USA poi in Bangladesh; fondatore nel 1977 della Grameen Bank, un istituto di credito indipendente che pratica il microcredito senza garanzie, grazie a cui centinaia di migliaia di persone - le piu' povere tra i poveri - si sono affrancate dall'usura e sono riuscite a prendere nelle proprie mani il proprio destino; oggi la Grameen Bank e' presente in 36.000 villaggi del Bangladesh ed e' diffusa in 57 paesi di ogni parte del mondo. Opere di Muhammad Yunus: Il banchiere dei poveri, Feltrinelli, Milano 1998. Opere su Muhammad Yunus e la Grameen Bank: Federica Volpi, Il denaro della speranza, Emi, Bologna 1998);

- e ancora: Enrique Dussel, Jean Ziegler, Pierre Bourdieu, Serge Latouche, il gruppo della rivista "Le Monde Diplomatique", e molti altri autori.

- ci sembrano sicuramente utili e interessanti (ma francamente forse un po' sopravvalutati) i lavori di Jeremy Rifkin e di Naomi Klein.

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Una questione decisiva: globalizzazione, capitale finanziario, borghesia mafiosa, poteri criminali

In questo ambito, decisivo, vi e' uno studioso che ha scritto cose fondamentali: Umberto Santino, che ha fondato e dirige il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo. Da decenni uno dei militanti democratici piu' impegnati contro la mafia ed i suoi complici. E' uno dei massimi studiosi di questioni concernenti i poteri criminali, i mercati illegali, i rapporti tra economia, politica e criminalita'. Opere di Umberto Santino: La violenza programmata, L'impresa mafiosa, Gabbie vuote, presso Angeli, Milano; Dietro la droga, Edizioni Gruppo Abele, Torino; L'antimafia difficile, La borghesia mafiosa, Casa Europa, La mafia come soggetto politico, Sicilia 102, Oltre la legalita', presso il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo; La mafia interpretata, La democrazia bloccata, L'alleanza e il compromesso, presso Rubbettino, Soveria Mannelli; Storia del movimento antimafia, Editori Riuniti, Roma; La cosa e il nome, Rubbettino, Soveria Mannelli.

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Una postilla sulle tecniche della nonviolenza e sull'addestramento alla nonviolenza

Ci limitiamo qui a segnalare alcuni libri di Charles Walker, Aldo Capitini, Alberto L'Abate, Pat Patfoort, e l'opera fondamentale di Gene Sharp

- Charles Walker: pacifista nonviolento americano, autore del Manuale per l'azione diretta nonviolenta, Edizioni del Movimento Nonviolento, Perugia 1982;

- Aldo Capitini: e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977; recentemente e' stato ripubblicato il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte; sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, e un volume di Scritti filosofici e religiosi. Opere su Aldo Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, ECP, S. Domenico di Fiesole 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, BFS, Pisa 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999;

- Alberto L'Abate: nato a Brindisi nel 1931, docente universitario; amico di Aldo Capitini, impegnato nel Movimento Nonviolento, nella Peace Research, nell'attivita' di addestramento alla nonviolenza, nelle attivita' della diplomazia non ufficiale per prevenire i conflitti. Ha collaborato alle iniziative di Danilo Dolci e preso parte a numerose iniziative nonviolente. Come ricercatore e programmatore socio-sanitario e' stato anche un esperto dell'ONU, del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione Mondiale della Sanita'. Ha promosso e condotto l'esperienza dell'ambasciata di pace a Pristina, ed e' impegnato nella "Campagna Kossovo per la nonviolenza e la riconciliazione". Opere di Alberto L'Abate: segnaliamo almeno Addestramento alla nonviolenza, Satyagraha, Torino 1985; Consenso, conflitto e mutamento sociale, Angeli, Milano 1990; Prevenire la guerra nel Kossovo, La Meridiana, Molfetta 1997; Kossovo: una guerra annunciata, La Meridiana, Molfetta 1999;

- Pat Patfoort: antropologa e biologa, impegnata nei movimenti nonviolenti. Opere di Pat Patfoort: Una introduzione alla nonviolenza, Edizioni del Movimento Nonviolento, 1988; Costruire la nonviolenza, La Meridiana, 1992;

- Gene Sharp: e' nato nell'Ohio (USA) nel 1928. Ha insegnato in diverse università e dirige istituti e programmi di ricerca per le alternative nonviolente nei conflitti e nella difesa. Opere di Gene Sharp: Politica dell'azione nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985-1997; quest'opera in tre volumi e' un testo di riferimento fondamentale per chiunque operi in situazioni di conflitto e intenda adottare le tecniche della nonviolenza o promuovere la teoria-prassi nonviolenta. Di Sharp in italiano e' disponibile anche Verso un'Europa inconquistabile, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1989.

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Ricordo di Sergio Turone

Non potremmo concludere questo breve articolo senza ricordare con commozione e affetto Sergio Turone: storico del movimento sindacale, giornalista impegnato contro la mafia e la corruzione, uomo di grande impegno civile. Nato a Milano nel 1930, giornalista e docente universitario. Da anni gravemente malato, si e' tolto la vita nel 1995. Scrittore versatile, cronista puntiglioso e pungente, militante di una sinistra laica e intransigente, le sue posizioni rigorose gli costarono rotture ed emarginazioni. Opere di Sergio Turone: Storia del sindacato in Italia (piu' volte ristampato); Politica ladra. Storia della corruzione in Italia 1861-1992 (in cui ha rifuso anche i due volumi su Corrotti e corruttori dall'Unita' d'Italia alla P2 e Partiti e mafia dalla P2 alla droga); Agonia di un regime: il caso Abruzzo; tutti presso Laterza. Ma per un approccio piu' approfondito alla poliedrica personalita' di scrittore civile di Turone si vedano anche almeno i seguenti volumi: Come diventare giornalisti senza vendersi, Lettere di Adam Smith al Cavalier Berlusconi, sempre presso Laterza; Cronache dal futuro remoto, I libri dell'Altritalia, Roma 1996. Su Sergio Turone un intenso profilo ha scritto Corrado Stajano, La parabola di un depennato, in "Micromega" n. 1 del 1996 (fascicolo in cui sono pubblicate anche tre lettere di Turone col titolo complessivo Lettere senza risposta).

 

3. LE URGENZE CHE CI STRINGONO ALLA GOLA

 

Lo so che non si dovrebbe scrivere cosi'. Che fare l'elenco delle cose da fare non serve a granche'. Che questo scrivere somiglia al gesticolare inane di una persona che sente di essere sopraffatta dal dolore e dalla vergogna. Lo so. E tuttavia lo scrivo questo elenco.

Primo: a tutti chiediamo uno sforzo a sostegno della proposta di una legge che stabilisca per tutte le forze dell'ordine la formazione e l'addestramento alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche, delle strategie della nonviolenza.

Dateci tutti una mano. Alcuni parlamentari italiani ed europei hanno dato la loro disponibilita' a presentare entro qualche settimana questa proposta di legge. Dateci una mano a costruirla ed a farla crescere come esigenza comune: di legalita', di democrazia, di liberta', di sicurezza, di dignita' umana.

Riproduciamo di seguito il testo di una lettera da inviare al Presidente della Repubblica: preghiamo tutti di volerlo fare. E tutti preghiamo di voler sensibilizzare istituzioni e mass-media, movimenti e associazioni, affinche' questo obiettivo si possa conseguire: e' una legge che serve, necessaria ed urgente.

Secondo: chiediamo che il vertice della Nato programmato per settembre a Napoli non abbia luogo. E non solo perche' sappiamo che lo "scudo spaziale" in discussione e' un'operazione criminale che provochera' nuovo riarmo e nuovi orrori; e non solo perche' pensiamo che la Nato sia un'organizzazione priva di legittimita' e colpevole appena due anni fa di una guerra stragista per cui essa Nato dovrebbe essere sciolta e perseguita come organizzazione terroristica ed i suoi vertici arrestati e tratti dinanzi alle corti di giustizia per essere puniti esemplarmente per crimini di guerra e contro l'uimanita'.

Non solo per questo chiediamo che il vertice di Napoli non abbia luogo: chiediamo che non abbia luogo perche' temiamo che esso sara' occasione per nuovi spargimenti di sangue. Evitare quel vertice significa salvare delle vite umane. Fare quel vertice significa preparare le condizioni per nuove uccisioni.

Dal profondo del cuore: quel vertice sia annullato dal governo, o dal Parlamento, o dal Presidente della Repubblica; e comunque il sindaco nella sua veste di massima autorita' sanitaria locale lo vieti a tutela dell'incolumita' della popolazione tutta: ne ha il potere, ne ha il dovere, lo faccia.

Terzo: sembra in arrivo una nuova legge razzista contro i migranti. E dobbiamo opporci ad essa, e dobbiamo continuare ad opporci anche agli aspetti negativi e feroci della legge attualmente in vigore e in funzione: occore continuare la lotta per abolire i campi di concentramento in Italia; occorre continuare la lotta affinche' a tutti i residenti sia riconosciuto il diritto di voto nelle elezioni locali; occorre un atto di clemenza per gli immigrati detenuti; occorre trasferire tutte le competenze in materia di immigrazione dalle questure ai Comuni; occorre liberare e risarcire le vittime del racket schiavista; occorre garantire a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi liberamente sull'unico mondo che l'umanita' intera abita.

Quarto: quello che continua ad accadere in Israele e in Palestina, cosi' doloroso che non riusciamo neppure piu' a dirne.

Non abbiamo fatto abbastanza.

Tutti dobbiamo sentirci impegnati perche' siano riconosciuti i giusti diritti di tutti, perche' cessi l'orrore. Ci sta a cuore il popolo israeliano, ci sta a cuore il popolo palestinese. Si dispieghi un'azione internazionale non solo delle istituzioni, ma dei popoli, dell'umanita' intera, per portare aiuto e pace a tutte le vittime, perche' quella terra matrice di tanta parte e di decisivi aspetti della civilta' umana sia infine luogo della pace e della dignita' per tutti.

 

4. PER SOSTENERE E DIFFONDERE LA PROPOSTA DELLA FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA NONVIOLENZA

[Nuovamente proponiamo il seguente appello che gia' abbiamo pubblicato lo scorso mese]

 

Alcune possibili iniziative che ciascuno puo' intraprendere per sostenere la campagna di sensibilizzazione finalizzata ad ottenere un provvedimento che istituisca per tutti i membri delle forze dell'ordine la formazione e l'addestramento alla conoscenza e all'uso dei valori, le tecniche e le strategie della nonviolenza.

1. scrivere lettere o e-mail al Presidente della Repubblica (presidenza.repubblica at quirinale.it), e per opportuna conoscenza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (urpdie at palazzochigi.it) ed al Ministero dell'Interno (cittadinitalia at mininterno.it) e per riscontro al nostro indirizzo (nbawac at tin.it), recanti il seguente testo, o uno equivalente (beninteso: chi scrive un testo proprio deve comunque astenersi nel modo piu' assoluto da espressioni che il destinatario potrebbe considerare offensive o irricevibili):

"Signor Presidente della Repubblica,

esprimo il mio sostegno alla proposta che con apposito provvedimento si istituisca per tutti i membri delle forze dell'ordine la formazione e l'addestramento alla conoscenza e all'uso dei valori, le tecniche e le strategie della nonviolenza.

Sollecito un suo autorevole interessamento a tal fine.

Distinti saluti,

Firma e data".

2. scrivere lettere ai mezzi d'informazione per sollecitare attenzione su questa proposta.

3. sollecitare i parlamentari del vostro territorio affinche' si impegnino a proporre, possibilmente in collaborazione con altri parlamentari ed ovviamente senza atteggiamenti settari o strumentali, una proposta di legge a tal fine.

4. proporre agli enti locali del vostro territorio di prendere pubblicamente posizione su questo tema.

5. proporre alle associazioni democratiche, i movimenti e le istituzioni con cui siete in contatto di prendere pubblicamente posizione su questo tema.

6. Segnalarci studi ed esperienze, e/o inviarci contributi di riflessione su questo tema.

7. Far conoscere questa proposta ad altre persone.

Vi segnaliamo che sono disponibili alcuni materiali informativi essenziali e che altri ne stiamo predisponendo: potete richiederceli e provvederemo ad inviarveli per posta elettronica nel piu' breve tempo possibile.

Naturalmente chiunque voglia sostenere questa proposta che riteniamo utile alla civile convivenza, alla legalita', al miglioramento del servizio di sicurezza pubblica e di difesa dell'incolumita' di tutte le persone, ed alla promozione della nonviolenza, e' liberissimo di impegnarvisi nella sua piu' completa autonomia.

 

5. SAPERLA LUNGA

 

So distinguere tra oppressori e oppressi, ma so che essere vittime non basta per essere eroi (ovvero modelli da imitare); e mentre gli oppressi che lottano per la propria liberazione hanno tutta la mia solidarieta', quelli che comandano le fucilazioni dopo la vittoria, no: anche se si chiamano Ernesto Guevara.

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So apprezzare il privilegiato che rinuncia ad essere complice della sua casta e si batte insieme agli oppressi, ma so quanto sia difficile che sappia anche rinunciare all'arroganza che e' eredita' del suo privilegio che ancora lo inquina; cosi' sono grato ai giovin signori che si oppongono all'iniquo sistema di cui godono i benefici, ma quando essi sono eversivi e tracotanti come i loro padri al comando, allora no. Ci bastano e avanzano gli oppressori consueti, non vogliamo reduplicarli.

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So inchinarmi ai ragionamenti sottili, ma so anche che quando son troppo sottili vaniscono in fumo.

 

6. LETTERA APERTA AL SINDACO DI NAPOLI

[La seguente lettera aperta e' stata diffusa il 10 agosto]

 

Egregio signor sindaco di Napoli, on. Rosa Russo Jervolino,

mi permetto di scriverle per formularle una semplice urgente richiesta.

Lei in quanto sindaco, e dunque massima autorita' sanitaria locale, ha il potere e il dovere istituzionale di vietare che si svolgano nella sua citta' eventi che possano mettere in pericolo l'incolumita' e la vita stessa di esseri umani.

Lei si rende ben conto che lo svolgimento del vertice Nato previsto tra qualche settimana a Napoli e' un evento che puo' provocare il ripetersi di gravi violenze, che puo' provocare lesioni e uccisioni di esseri umani.

Non permetta che questo possa accadere.

Lei ha il potere di vietare quel vertice, salvando cosi' delle vite umane. Vieti il vertice della Nato a Napoli.

Eserciti il suo ruolo di primo cittadino della sua citta', faccia valere la sua prerogativa e la sua responsabilita' di massima autorita' sanitaria locale. Vieti il vertice della Nato  a Napoli.

Dal profondo del cuore la prego. Vieti il vertice della Nato a Napoli.

 

7. CONFUSIONI

 

Detesto i discorsi fumosi: mi arrossano gli occhi, mi fanno tossire.

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Non e' vero che il nemico del mio nemico e' mio amico: una zecca dissanguava una tigre.

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E' un vecchio trucco, rigirare le frittate: vederlo fare in cucina e' una delizia; vederlo fare nei dibattiti per prevalere, mi provoca subitanea una nausea e una pena profonda per il giocoliere. Sono di appetito eccellente, ma di stomaco delicato.

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A chi parla in nome della legge mi viene da chiedere, quale? A chi pretende rappresentare un paese, mi vien voglia di mandarcelo a quel paese. A chi s'impanca  a rappresentante dell'umanita' vorrei sommessamente chiedere quando e come l'umanita' lo ha eletto a tale augusta funzione.

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Proprio perche' amo cosi' tanto la retorica mi ripugnano i demagoghi.

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Il rispetto e' tutto: anche le parole meritano rispetto, figuriamoci il mondo e nel mondo noialtri buffi manichini, le persone.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

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Numero 185 del primo maggio 2013

 

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