Archivi. 181
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- Date: Sat, 27 Apr 2013 06:55:15 +0200 (CEST)
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
Numero 181 del 27 aprile 2013
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di dicembre 2007 (parte terza e conclusiva)
2. Danilo Dolci come educatore
3. L'allarme del Prefetto di Viterbo, "L'aeroporto rischia di portare la mafia"
4. Un passo nella giusta direzione
5. Dovuto a Franco Fortini
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2007 (PARTE TERZA E CONCLUSIVA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2007.
2. DANILO DOLCI COME EDUCATORE
Dieci anni sono passati dalla scomparsa di Danilo.
E non passa giorno che dalle sue esperienze io non impari ancora.
3. L'ALLARME DEL PREFETTO DI VITERBO, "L'AEROPORTO RISCHIA DI PORTARE LA MAFIA"
"L'aeroporto rischia di portare la mafia", con questo titolo in prima pagina un quotidiano locale, "La voce di Viterbo", sintetizza un passaggio cruciale della conferenza stampa di fine anno tenuta il 28 dicembre 2007 dal Prefetto di Viterbo Alessandro Giacchetti.
Ed e' allarme fondato.
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Il viterbese gia' in passato ha subito gravissime vicende di penetrazione da parte dei poteri criminali organizzati, e tali vicende di penetrazione mafiosa sono state sovente collegate agli appalti pubblici e alle grandi opere.
In anni lontani chi scrive queste righe (che fu presidente della Commissione d'inchiesta sulla penetrazione dei poteri criminali promossa dall'Amministrazione Provinciale di Viterbo)denuncio' e documento' varie gravissime vicende di penetrazione mafiosa nell'Alto Lazio, ed elaboro' altresi' un modello interpretativo che vedeva nell'intreccio tra modello di sviluppo di servitu' (le servitu' energetiche e militari, le servitu' speculative, l'uso del territorio viterbese come discarica e colonia) e regime della corruzione (un ceto politico, amministrativo ed affaristico degradato, condizionato da poteri occulti e sussunto a dinamiche fortemente corruttive, criminali e criminogene) i prerequisiti che favorivano la penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio.
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L'allarme lanciato ora dal Prefetto di Viterbo conferma la correttezza di quelle analisi ed esplicita autorevolmente le attuali preoccupazioni di tanti osservatori, analisi e preoccupazioni sulle quali peraltro verteva la relazione sul tema "Modello di sviluppo di servitu', intreccio politico-affaristico, penetrazione dei poteri criminali, devastazione ambientale nell'Alto Lazio: una ricostruzione storica, un modello di analisi, alcune proposte di intervento" che il sottoscritto ha presentato al recente convegno svoltosi il 4 dicembre 2007 a Viterbo su "Le emergenze ambientali e sanitarie nell'Alto Lazio. La situazione attuale, le azioni da proseguire, le iniziative da intraprendere", terzo dei convegni di approfondimento scientifico promossi dal Comitato che si oppone al terzo polo aeroportuale del Lazio e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo.
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La realizzazione a Viterbo di un mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma danneggia la salute e il benessere dei cittadini viterbesi, devasta fondamentali beni ambientali e culturali, danneggia le autentiche vocazioni produttive del territorio.
L'opera e' interna a quel modello di sviluppo di servitu' che favorisce il degrado civile e il disastro economico ed ecologico.
L'opera implica un colossale sperpero di pubbliche risorse e un danno immenso alla citta', al territorio, alla popolazione, al pubblico erario (e contribuisce a danneggiare l'umanita' intera aumentando l'effetto serra responsabile del disastro climatico che sta provocando il collasso della biosfera).
L'opera non solo dunque costituisce un enorme danno certo per il territorio e la popolazione; ma rappresenta altresi' un ancor maggiore pericolo per la sicurezza dei cittadini, per la civile convivenza, per la qualita' della vita di tutti.
L'opera, infine, e' priva delle verifiche e quindi dei requisiti stabiliti dalla legislazione in materia di protezione dell'ambiente e della salute.
L'allarme lanciato dal Prefetto di Viterbo si aggiunge a questo quadro esplicitando un ulteriore inquietante elemento, e ne conferma e ne illumina ulteriormente la pericolosita' e la drammaticita'.
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Contrastare i poteri criminali e' possibile solo difendendo la legalita', la democrazia, i diritti dei cittadini, promuovendo la coscientizzazione e la responsabilizzazione, avendo cura dei beni comuni e del pubblico bene.
Opporsi alla realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo e' un dovere fondamentale per difendere la democrazia e la legalita', la salute, la sicurezza e i diritti di tutti i cittadini, l'ambiente, la cultura, la storia e il futuro di Viterbo.
Opporsi alla realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo e' il compito dell'ora per ogni persona di volonta' buona e per ogni istituzione democratica.
4. UN PASSO NELLA GIUSTA DIREZIONE
La deliberazione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite per la moratoria delle esecuzioni capitali e' un atto politico rilevante. Che va nella direzione dell'inveramento del fondamento stesso della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948.
Certo, ora si tratta di valorizzare questo pronunciamento in due direzioni.
In primo luogo con l'azione affinche' la moratoria universale passi dall'ambito dei desiderata a quello degli impegni concreti e cogenti: e la comunita' internazionale dispone degli strumenti per rendere conveniente per qualunque stato fermare la mano del boia - attraverso una strategia di incentivi positivi nelle relazioni internazionali, nella cooperazione e negli aiuti; e mentre le istituzioni sovranazionali e gli stati possono agire in tal senso, occorre che anche dal basso prosegua e si estenda l'impegno abolizionista - giacche' anche la moratoria e' ancora solo un passaggio verso la meta dell'abolizione universale delle esecuzioni capitali.
In secondo luogo, e decisivamente, con l'azione affinche' l'affermazione del principio della illiceita' della soppressione delle umane vite si estenda dall'ambito giurisdizionale del sistema penale interno agli stati all'ambito delle relazioni internazionali, ovvero in direzione della eliminazione della guerra dal novero degli strumenti di regolazione delle controversie internazionali. Il voto dell'assemblea generale delle Nazioni Unite contrario alla pretesa statuale di attribuirsi il potere di irrogare la morte ad personam, puo' ipso facto contribuire alla lotta per far cadere la pretesa degli stati di irrogare la morte in forma massiva ed extragiudiziale. La lotta per abolire la pena di morte si connette pertanto alla lotta per abolire la guerra; e nella lotta per abolire la guerra e' implicata la necessita' di abolire gli strumenti ad essa efficienti: gli eserciti, le armi. Il pronunciamento dell'Onu va valorizzato anche in questa prospettiva.
Naturalmente restano aperti tanti altri problemi, contraddizioni e conflitti, restano tante altre oppressioni e violenze - ed anche contro esse la lotta deve continuare; ma quel voto - con tutti i suoi limiti - e' un passo nella giusta direzione, la direzione dell'affermazione del principio che a nessun essere umano deve essere tolta la vita, che uccidere non e' lecito mai.
5. DOVUTO A FRANCO FORTINI
E' stato anche seguendo e prolungando la riflessione di Franco Fortini che il mio marxismo (antidogmatico e antitotalitario: un marxismo che non fosse tale sarebbe gia' fascismo) e' giunto alla nonviolenza. So che altre persone alla nonviolenza giunte hanno seguito altre vie. Per me che scrivo queste righe la nonviolenza e' questo inveramento della stessa lotta, resa piu' nitida e piu' autocosciente, piu' concreta e piu' coerente.
Per questo per me Fortini e' stato ed e' ancora e per sempre maestro di fedelta' all'umanita', di tensione alla verita', di resistenza ad ogni oppressione e menzogna: e quindi guida alla nonviolenza.
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La nonviolenza cosi' come io la intendo e' un insieme di esperienze e riflessioni che ereditano e rigorizzano molte diverse premesse, tragitti anche molto lontani; non vi sono due persone amiche della nonviolenza che di essa abbiano la medesima nozione, ciascuna persona vi aggiunge del suo: solo creativamente ci si puo' accostare alla nonviolenza: non e' un insieme di dogmi, non e' un canone di autori, non e' un immoto museo: e' viva vitale esperienza, conflitto che ogni giorno si rinnova, annuncio del mondo da farsi - e di esso sia quindi il tuo agire figura.
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Alcune storiche esperienze sono cosi' gravide di nonviolenza che trovo sorprendente come sovente esse abortiscano invece di giungere all'esito teorico e pratico loro, all'inveramento che ne adempia il movimento e la promessa.
Nella tradizione del movimento operaio, ad esempio, la nonviolenza e' cosi' intrinseca che sembra incredibile come lungo due secoli le correnti imitatrici dei poteri contro cui il movimento si levava, le correnti autoritarie e fin totalitarie, abbiano potuto nelle sue organizzazioni incistarsi e ivi radicare, ramificare ed imporre la loro sorda ad un tempo glaciale e febbrile violenza, e quasi annientare il senso e i fini e l'identita' stessa di quella vicenda di resistenza e di solidarieta' che ancora attende il suo compimento nella liberazione di tutte e tutti gli oppressi.
Nei femminismi trovo l'inveramento maggiore della nonviolenza nella storia dell'umanita'.
Ma in tante, tante altre tradizioni di pensiero e di azione trovo lo schiudersi e talora il dispiegarsi della nonviolenza. Dalle correnti calde e liberatrici di grandi tradizioni di pensiero e prassi di riconoscimento e riconoscenza, di convivenza e di cura, di affermazione della giustizia e della misericordia, alle lotte per i diritti di liberta', al movimento del costituzionalismo. Dai movimenti antirazzisti ed anticoloniali alla nuova psichiatria di Franca e Franco Basaglia, dal principio responsabilita' di Hans Jonas alla luminosa meditazione politica di Hannah Arendt, dalla Dichiarazione universale dei diritti umani alla nuova ecologia, e ancora e ancora.
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Per me la lezione di di Franco Fortini e' stata una di quelle decisive nell'approfondire quel sentire ed intendere ed interpretare e sperimentare che apre la via alla scelta consapevole della nonviolenza in cammino.
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E' scritto nella carta programmatica del Movimento Nonviolento: "Il movimento nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli". Mi sembra un buon programma.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
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Numero 181 del 27 aprile 2013
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