Telegrammi. 1222
- Subject: Telegrammi. 1222
- From: "nbawac at tin.it" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 22 Mar 2013 23:39:23 +0100 (CET)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1222 del 23 marzo 2013
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Contro la guerra e contro il razzismo
2. A Viterbo la quinta giornata della settimana di azione contro il razzismo. In memoria di Claude Levi-Strauss
3. "Viterbo oltre il muro": Acqua, bene comune e diritto umano
4. Alle persone amiche della nonviolenza che si incontrano il 23 marzo a Fiumicino
5. Alvin Lee
6. Pietro Mennea
7. Giovanni Nervo
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL RAZZISMO
Comincia opponendosi alla guerra e al razzismo la buona politica.
Chi non si oppone alla guerra e al razzismo si e' gia' fatto sodale dei carnefici.
*
Cessi immediatamente la criminale partecipazione italiana alla guerra afgana che ogni giorno miete vittime innocenti.
Siano abrogate immediatamente le infami misure razziste che perseguitano, schiavizzano, mandano a morte i migranti.
2. INIZIATIVE. A VITERBO LA QUINTA GIORNATA DELLA SETTIMANA DI AZIONE CONTRO IL RAZZISMO. IN MEMORIA DI CLAUDE LEVI-STRAUSS
Venerdi' 22 marzo si e' svolta a Viterbo la quinta giornata di iniziative della "Settimana di azione contro il razzismo" con un incontro presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani".
L'incontro e' stato dedicato alla lettura e al commento di due classici saggi del grande antropologo Claude Levi-Strauss, la cui riflessione costituisce uno dei piu' importanti strumenti teorici per l'impegno antirazzista.
*
Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ancora una volta sottolineato la necessita' di un forte impegno affinche' "siano abrogate tutte le misure effettualmente razziste ed incostituzionali che nel corso degli anni sono state introdotte nell'ordinamento del nostro paese, le quali misure hanno provocato non solo un vulnus alla nostra democrazia, ma soprattutto sofferenze inaudite e finanche la morte a tante persone di tutto innocenti, i cui diritti umani l'Italia per disposizione costituzionale si impegnava a rispettare, e cui riconosceva sempre per disposizione costituzionale pieno diritto d'asilo" (queste le parole contenute nella lettera aperta ai presidenti di Camera e Senato diffusa il 21 marzo in occasione della Giornata internazionale contro il razzismo indetta dall'Onu).
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ha ricordato le persone morte in mare nel tentativo di raggiungere l'Italia con mezzi di fortuna: "vite che potevano essere salvate se solo l'Italia e l'Europa avessero riconosciuto a tutti gli esseri umani il fondamentale diritto umano di potersi muovere liberamente sul pianeta che e' casa comune dell'umanita' intera, diritto che gia' Immanuel Kant dimostro' con una inconfutabile argomentazione nel suo classico saggio Zum ewigen Friede".
Ha poi ricordato in particolare l'orrore della schiavitu' delle persone ridotte ad oggetti sessuali, "in cui la violenza razzista e quella maschilista si uniscono in un esito doppiamente abominevole", ed ha evidenziato come questa schiavitu' potrebbe essere facillmente abolita se solo i pubblici poteri lo decidessero, semplicemente applicando nel modo piu' rigoroso le leggi che lo schiavismo e la violenza sessuale proibiscono, salvando tutte le vittime e garantendo finalmente ad esse riconoscimento dei diritti umani, asilo e protezione.
Ha infine richiamato non solo le istituzioni ma anche la societa' civile ad assumersi le proprie responsabilita': la persecuzione razzista dei migranti e' un crimine contro l'umanita'; le istituzioni devono tornare al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana e della Dichiarazione universale dei diritti umani; la societa' civile deve cessare di essere complice della violenza razzista in tutte le sue forme.
Lottare contro il razzismo significa anche lottare contro la guerra, contro i poteri criminali, contro la scellerata plurisecolare rapina da parte del Nord ai danni del Sud del mondo, contro la devastazione ambientale e il saccheggio delle risorse.
La Settimana di azione contro il razzismo convoca ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno diretto in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, comprese le generazioni future che hanno diritto ad un mondo vivibile.
*
La "Settimana di azione contro il razzismo" continua a Viterbo con iniziative quotidiane fino al 24 marzo.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte.
Cessi immediatamente la persecuzione razzista.
Siano rispettati tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
La nonviolenza e' in cammino.
3. RIFLESSIONE. "VITERBO OLTRE IL MURO": ACQUA, BENE COMUNE E DIRITTO UMANO
Nella Giornata mondiale per l'acqua il gruppo di formazione e informazione nonviolenta "Viterbo oltre il muro" torna a chiedere che in difesa di ambiente, salute e diritti le amministrazioni pubbliche operanti nel territorio altolaziale adottino il piano d'azione da anni proposto dall'"Associazione italiana medici per l'ambiente" di Viterbo.
Cessino le irresponsabili omissioni.
Cessi la devastazione dell'ambiente e l'avvelenamento della popolazione.
Si rispettino finalmente le norme in vigore a tutela di ambiente, salute e diritti.
L'acqua e' un preziosissimo bene comune.
L'accesso all'acqua potabile e' un primario diritto umano.
"Viterbo oltre il muro", gruppo di formazione e informazione nonviolenta
Viterbo, 22 marzo 2013
Il gruppo di formazione e informazione nonviolenta "Viterbo oltre il muro" ha realizzato tra il 2009 e il 2011 una intensa attivita' formativa, con una prolungata serie di incontri a cadenza settimanale. Alcuni dei suoi animatori hanno realizzato nel 2010 una rilevante ricerca sulla situazione attuale della nonviolenza in Italia, con centinaia di interviste ai principali studiosi ed attivisti della nonviolenza nel nostro paese. Il gruppo ha sostenuto altre associazioni impegnate in iniziative di difesa dei diritti umani, per la pace, per la difesa della biosfera, sia partecipando ad incontri formativi, di studio e di riflessione, sia contribuendo a mobilitazioni civiche caratterizzate dalla scelta nitida e intransigente della democrazia, della solidarieta', della responsabilita' e della nonviolenza.
4. LETTERE. ALLE PERSONE AMICHE DELLA NONVIOLENZA CHE SI INCONTRANO IL 23 MARZO A FIUMICINO
Carissime amiche e carissimi amici,
nell'impossibilita' di partecipare personalmente al vostro incontro del 23 marzo 2013, vi scrivo queste poche righe per esprimervi l'apprezzamento e il sostegno mio e delle altre persone amiche della nonviolenza che collaborano con il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo.
Conosciamo gia' qualcosa del vostro lavoro grazie a Daniele Taurino, e conosciamo altresi' le attivita' di alcuni movimenti che a Fiumicino praticano concretamente la nonviolenza (anche se forse non tutti e non sempre coloro che a quei movimenti prendono parte usano questo termine per definire il loro agire), movimenti con i quali abbiamo gia' collaborato in passato nell'impegno in difesa dell'ambiente, della salute e dei diritti di tutte e tutti.
*
Con l'inaugurazione della vostra nuova sede, mettete a disposizione di tutte le persone di volonta' buona un sicuro punto di riferimento.
La nonviolenza e' infatti la decisiva risorsa di ogni ricerca personale e di ogni mobilitazione sociale intesa a difendere la biosfera ed i beni comuni, a promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani, a costruire giustizia e liberta', responsabilita' e solidarieta'.
*
Scusandomi per la brevita' e la frettolosita' di queste righe, allego come contributo al vostro incontro ed alla vostra riflessione un breve testo scritto diversi anni fa.
Con l'augurio di un proficuo lavoro,
Peppe Sini, per il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 22 marzo 2013
*
Allegato: Cos'e' questa cosa che chiamiamo nonviolenza
I. Una premessa terminologica
Scriviamo la parola "nonviolenza" tutta attaccata, come ci ha insegnato Capitini, per distinguerla dalla locuzione "non violenza"; la locuzione "non violenza" significa semplicemente non fare la violenza; la parola "nonviolenza" significa combattere contro la violenza, nel modo piu' limpido e piu' intransigente.
Chiamiamo le persone che si accostano alla nonviolenza "amici della nonviolenza" e non "nonviolenti", perche' nessuno puo' dire di essere "nonviolento", siamo tutti impastati di bene e di male, di luci e di ombre, e' amica della nonviolenza la persona che rigorosamente opponendosi alla violenza cerca di muovere verso altre piu' alte contraddizioni, verso altri piu' umani conflitti, con l'intento di umanizzare l'agire, di riconoscere l'umanita' di tutti.
Con la parola "nonviolenza" traduciamo ed unifichiamo due distinti e intrecciati concetti gandhiani: "ahimsa" e "satyagraha". Sono due parole densissime che hanno un campo semantico vastissimo ed implicano una concettualizzazione ricca e preziosa.
Poiche' qui stiamo cercando di esprimerci sinteticamente diciamo che ahimsa designa l'opposizione alla violenza, e' il contrario della violenza, ovvero la lotta contro la violenza; ma e' anche la conquista dell'armonia, il fermo ristare, consistere nel vero e nel giusto; e' il non nuocere agli altri (ne' con atti ne' con omissioni), e quindi innocenza, l'in-nocenza nel senso forte dell'etimo. Ahimsa infatti si compone del prefisso "a" privativo, che nega quanto segue, e il tema "himsa" che potremmo tradurre con "violenza", ma anche con "sforzo", "squilibrio", "frattura", "rottura dell'armonia", "scissura dell'unita'"; in quanto opposizione alla lacerazione di cio' che deve restare unito, l'ahimsa e' dunque anche ricomposizione della comunita', riconciliazione.
Satyagraha e' termine ancora piu' denso e complesso: tradotto solitamente con la locuzione "forza della verita'" puo' esser tradotto altrettanto correttamente in molti altri modi: accostamento all'essere (o all'Essere, se si preferisce), fedelta' al vero e quindi al buono e al giusto, contatto con l'eterno (ovvero con cio' che non muta, che vale sempre), adesione al bene, amore come forza coesiva, ed in altri modi ancora: e' bella la definizione della nonviolenza che da' Martin Luther King, che e' anche un'eccellente traduzione di satyagraha: "la forza dell'amore"; ed e' bella la definizione di Albert Schweitzer: "rispetto per la vita", che e' anch'essa un'ottima traduzione di satyagraha. Anche satyagraha e' una parola composta: da un primo elemento, "satya", che e' a sua volta derivato dalla decisiva parola-radice "sat", e da "agraha". "Agraha" potremmo tradurla contatto, adesione, forza che unisce, armonia che da' saldezza, vicinanza; e' la forza nel senso del detto "l'unione fa la forza", e' la "forza di attrazione" (cioe' l'amore); e' cio' che unisce in contrapposizione a cio' che disgrega ed annichilisce. "Satya" viene tradotto per solito con "verita'", ed e' traduzione corretta, ma con uguale correttezza si potrebbe tradurre in modi molto diversi, poiche satya e' sostantivazione qualificativa desunta da sat, che designa l'essere, il sommo bene, che e' quindi anche sommo vero, che e' anche (per chi aderisce a fedi religiose) l'Essere, Dio. Come si vede siamo in presenza di un concetto il cui campo di significati e' vastissimo.
Con la sola parola nonviolenza traduciamo insieme, e quindi unifichiamo, ahimsa e satyagraha. Ognun vede come si tratti di un concetto di una complessita' straordinaria, tutto l'opposto delle interpretazioni banalizzanti e caricaturali correnti sulle bocche e nelle menti di chi presume di tutto sapere solo perche' nulla desidera capire.
II. Ma cosa e' questa nonviolenza? lotta come umanizzazione
La nonviolenza e' lotta come amore, ovvero conflitto, suscitamento e gestione del conflitto, inteso sempre come comunicazione, dialogo, processo di riconoscimento di umanita'. La nonviolenza e' lotta o non e' nulla; essa vive solo nel suo incessante contrapporsi alla violenza.
Ed insieme e' quella specifica, peculiare forma di lotta che vuole non solo vincere, ma con-vincere, vincere insieme (Vinoba conio' il motto, stupendo, "vittoria al mondo"; un motto dei militanti afroamericani dice all'incirca lo stesso: "potere al popolo"); la nonviolenza e' quella specifica forma di lotta il cui fine e' il riconoscimento di umanita' di tutti gli esseri umani: e' lotta di liberazione che include tra i soggetti da liberare gli stessi oppressori contro il cui agire si solleva a combattere.
Essa e' dunque eminentemente responsabilita': rispondere all'appello dell'altro, del volto muto e sofferente dell'altro. E' la responsabilita' di ognuno per l'umanita' intera e per il mondo.
Ed essendo responsabilita' e' anche sempre nonmenzogna: amore della verita' come amore per l'altra persona la cui dignita' di essere senziente e pensante, quindi capace di comprendere, non deve essere violata (e mentire e' violare la dignita' altrui in cio' che tutti abbiamo di piu' caro: la nostra capacita' di capire).
Non e' dunque una ideologia ma un appello, non un dogma ma una prassi.
Ed essendo una prassi, ovvero un agire concreto e processuale, si da' sempre in situazioni e dinamiche dialettiche e contestuali, e giammai in astratto.
Non esiste una nonviolenza meramente teorica, poiche' la teoria nonviolenta e' sempre e solo la riflessione e l'autocoscienza della nonviolenza come prassi. La nonviolenza o e' in cammino, vale da dire lotta nel suo farsi, o semplicemente non e'.
Esistono tante visioni e interpretazioni della nonviolenza quanti sono i movimenti storici e le singole persone che si accostano ad essa e che ad essa accostandosi la fanno vivere, poiche' la nonviolenza vive solo nel conflitto e quindi nelle concrete esperienze e riflessioni delle donne e degli uomini in lotta per l'umanita'.
III. Tante visioni della nonviolenza quente sono le persone che ad essa si accostano
Ogni persona che alla nonviolenza si accosta da' alla sua tradizione un apporto originale, un contributo creativo, un inveramento nuovo e ulteriore, e cosi' ogni amica e ogni amico della nonviolenza ne da' una interpretazione propria e diversa dalle altre. Lo sapeva bene anche Mohandas Gandhi che defini' le sue esperienze come semplici "esperimenti con la verita'", non dogmi, non procedure definite e routinarie, non ricette preconfezionate, ma esperimenti: ricerca ed apertura.
IV. La nonviolenza come insieme di insiemi
Io che scrivo queste righe propendo per proporre questa definizione della nonviolenza cosi' come a me pare di intenderla e praticarla: la nonviolenza e' cosa complessa, un insieme di insiemi, aperto e inconcluso.
IV. 1. E' un insieme di concetti e scelte logico-assiologici, ovvero di criteri per l'azione: da questo punto di vista ad esempio la nonviolenza e' quell'insieme di scelte morali che potremmo condensare nella formula del "principio responsabilita'" in cui ha un ruolo cruciale la scelta della coerenza tra i mezzi e i fini (secondo la celebre metafora gandhiana: tra i mezzi e i fini vi e' lo stesso rapporto che c'e' tra il seme e la pianta).
IV. 2. E' un insieme di tecniche interpretative (il riconoscimento dell'altro, ergo il rifiuto del totalitarismo, della cancellazione o della sopraffazione del diverso da se'), deliberative (per prendere le decisioni senza escludere alcuno) ed operative (per l'azione di trasformazione delle relazioni: interpersonali, sociali, politiche); come esempio di tecnica deliberativa nonviolenta potremmo citare il metodo del consenso; come esempio di tecniche operative potremmo citare dallo sciopero a centinaia di altre forme di lotta cui ogni giorno qualcuna se ne aggiunge per la creativita' di chi contro la violenza ovunque si batte.
IV. 3. E' un insieme di strategie: e ad esempio una di esse risorse strategiche consiste nell'interpretazione del potere come sempre retto da due pilastri: la forza e il consenso; dal che deriva che si puo' sempre negare il consenso e cosi', attraverso la noncollaborazione, contrastare anche il potere piu' forte.
IV. 4. E' un insieme di progettualita' (di convivenza, sociali, politiche): significativo ad esempio e' il concetto capitiniano di "omnicrazia", ovvero: il potere di tutti. La nonviolenza come potere di tutti, concetto di una ricchezza e complessita' straordinarie, dalle decisive conseguenze sul nostro agire.
V. Un'insistenza
Insistiamo su questo concetto della nonviolenza come insieme di insiemi, poiche' spesso molti equivoci nascono proprio da una visione riduzionista e stereotipata; ad esempio, e' certo sempre buona cosa fare uso di tecniche nonviolente anziche' di tecniche violente, ma il mero uso di tecniche nonviolente non basta a qualificare come nonviolenta un'azione o una proposta: anche i nazisti prima della presa del potere fecero uso anche di tecniche nonviolente.
Un insieme di insiemi, complesso ed aperto.
Un agire concreto e sperimentale e non un'ideologia sistematica e astratta.
Un portare ed agire il conflitto come prassi di umanizzazione, di riconoscimento e liberazione dell'umanita' di tutti gli esseri umani; come responsabilita' verso tutte le creature.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' questo cammino. Il cammino vieppiu' autocosciente dell'umanita' sofferente in lotta per il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
VI. Una grande esperienza e speranza storica
Non patrimonio di pochi, la nonviolenza si e' incarnata in grandi esperienze e speranze storiche, due sopra tutte: la Resistenza, e il movimento delle donne; ed e' il movimento delle donne, la prassi nonviolenta del movimento delle donne, la decisiva soggettivita' autocosciente portatrice di speranza e futuro qui e adesso, in un mondo sempre piu' minacciato dalla catastrofe e dall'annichilimento della civilta' umana.
5. LUTTI. ALVIN LEE
Il chitarrista che una notte a Woodstock
incanto' il cielo e le anime e la terra.
6. LUTTI. PIETRO MENNEA
Un uomo onesto.
Un uomo.
Onesto.
E un grandissimo campione sportivo, anche.
7. LUTTI. GIOVANNI NERVO
Uomo della Resistenza
poi della Caritas Italiana radice ed anima
per tutta la vita dalla parte
degli umiliati e offesi
contro tutte le violenze.
Figura luminosa
della nonviolenza in cammino.
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
9. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1222 del 23 marzo 2013
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe
Per non riceverlo piu':
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe
In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).
L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
- Prev by Date: Archivi. 145
- Next by Date: Archivi. 146
- Previous by thread: Archivi. 145
- Next by thread: Archivi. 146
- Indice: