Telegrammi. 1203



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1203 del 4 marzo 2013

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Tre semplici cose

2. Ricordando e rileggendo Olympe de Gouges

3. La "Carta" del Movimento Nonviolento

4. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. TRE SEMPLICI COSE

 

Tre cose noi vorremmo innanzitutto

che un governo onesto ora facesse.

La prima, che la guerra la smettesse:

gia' troppe vite umane essa ha distrutto.

 

Poi la seconda: che abrogasse tutto

il mucchio di misure da SS

che all'emigrante negano le stesse

umane qualita' e del bene il frutto.

 

La terza infine: che non piu' sprecasse

i pubblici denari per comprare

armi assassine; e invece destinasse

 

i soldi risparmiati per salvare

le vite umane, e le gementi masse

dei sofferenti assistere e curare.

 

2. MEMORIA. RICORDANDO E RILEGGENDO OLYMPE DE GOUGES

 

Cosi' le vollero tagliar la testa

ma quella testa aveva gia' parlato:

per l'uguaglianza e contro il patriarcato.

E quella sua parola ancora resta.

(Luciano Bonfrate, Olympe de Gouges)

 

Come parte di un percorso di studio e di impegno in vista dell'8 marzo, si e' svolto la mattina di domenica 3 marzo 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione e di commemorazione di Olympe de Gouges.

Nel corso dell'incontro e' stata letta e commentata la sua "Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina" del 1791.

*

Una breve notizia biobibliografica

Su Olympe de Gouges dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo per stralci la seguente scheda: "Olympe de Gouges (Montauban, 7 maggio 1748 - Parigi, 3 novembre 1793) e' stata una drammaturga francese che visse durante la rivoluzione francese; i suoi scritti femministi e abolizionisti ebbero grande risonanza. Nel 1788 pubblico' le "Riflessioni sugli uomini neri" in cui prendeva posizione contro la schiavitu', e nel 1791 la "Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina" in cui dichiarava l'uguaglianza politica e sociale tra uomo e donna. Nel 1793 fu ghigliottinata perche' si era opposta all'esecuzione di Luigi XVI e aveva osato attaccare Robespierre. Con la sua morte si avvia non solo la repressione spietata di ogni dissidenza (si veda anche Condorcet), ma un'involuzione liberticida. Nata il 7 maggio 1748 a Montauban, Marie Gouze e' dichiarata figlia di Pierre Gouze e di Anne-Olympe Mouisset, sposata nel 1737, ma ella apprende ben presto, dalla madre, di essere la figlia naturale del poeta Jean-Jacques Lefranc de Pompignan, padrino di sua madre. Nel 1765, sposa Louis-Yves Aubry e si trova subito madre di un bambino e quasi subito vedova. Delusa dalla sua esperienza coniugale, rifiuto' in seguito sempre di risposarsi considerando il matrimonio come la tomba della fiducia e dell'amore. Si fara' chiamare col nome di Marie-Olympe o piu' semplicemente di Olympe, ed aggiunse la particella "de" al suo patronimo Gouze o piuttosto Gouges. Verso il 1770 lascia Montauban col figlio Pierre - futuro generale dell'esercito della Repubblica - per andare a Parigi a raggiungere la sorella sposata con un medico a Parigi, dove sognava di dare al figlio un'educazione adeguata. A Parigi si lega con un alto funzionario della marina, direttore di una potente compagnia di trasporti militari che lavorava con lo Stato. Egli le domanda di sposarlo, lei rifiuta, ma il loro legame dura fino alla Rivoluzione. Dal 1778 inizio' a cimentarsi nello scrivere delle commedie dato che il teatro era la passione di tutta la sua vita. Indipendentemente dal suo teatro politico che e' stato rappresentato ai tempi della Rivoluzione, la commedia che l'ha resa celebre ai suoi tempi e stata L'Esclavage des Noirs pubblicata nel 1792 e inserita nel repertorio della Comedie Francaise col titolo di Zamore e Mirza, o il felice naufragio. Questa commedia e un'altra intitolata Le Marche' des Noirs (1790), come anche le sue Riflessioni sugli uomini neri (1788) le hanno permesso di farsi ammettere alla Societa' degli Amici dei Neri - la lobby degli abolizionisti - creata nel 1788 da Brissot. Nel 1788, si fa notare pubblicando due opuscoli politici che sono stati notati e dibattuti in quel periodo, in particolare sul "Journal general de France" ma anche in altri giornali. Olympe sviluppa allora un progetto d'impostazione patriottica nella sua celebre Lettera al Popolo proponendo un vasto programma di riforme sociali e societarie nelle sue Osservazioni patriottiche. Questi scritti sono seguiti da altri nuovi opuscoli indirizzati ai rappresentanti delle tre principali legislature della Rivoluzione, ai club patriottici e a diverse personalita' tra cui Mirabeau, La Fayette e Necker da lei ammirato particolarmente. Le sue posizioni sono sempre molto vicine a quelle degli ospiti del salotto di Auteuil di Madame Helvetius, moglie del filosofo Adrien Helvetius. In questo luogo di incontri culturali, dove si difendeva il principio di una monarchia costituzionale, venivano discussi anche molti altri argomenti concernenti l'emancipazione della societa' francese e in particolare del ruolo in essa della donna. In relazione con il marchese de Condorcet e con sua moglie Sophie de Grouchy, la Gouges si unisce alle posizioni dei Girondini nel 1792. Frequenta anche Talma, il marchese de Villette, Louis-Sebastien Mercier e Michel de Cubieres, segretario generale della Comune dopo il 10 agosto. Grazie a loro, Olympe diviene repubblicana come del resto molti dei membri della societa' d'Auteuil e tutti si opposero alla condanna a morte di Luigi XVI. Il 16 dicembre 1792 Olympe de Gouges si offre di assistere Malesherbes nella difesa del re davanti alla Convenzione, ma la sua richiesta e' rigettata con disprezzo. Ella sostiene che le donne sono capaci di assumere delle responsabilita' tradizionalmente riservate agli uomini e, praticamente in tutti i suoi scritti, chiede che le donne vengano ammesse ai dibattiti politici e sociali. Scrive: "La donna ha il diritto di salire sul patibolo; ella dovra' anche avere il diritto di salire sulla tribuna". Per prima cosa, ottiene che le donne siano ammesse a una cerimonia a carattere nazionale, "la festa della legge" del 3 giugno 1792, poi alla commemorazione della presa della Bastiglia il 14 luglio 1792. Olympe de Gouges fa della difesa dei diritti delle donne un compito che assolve con ardore. Rivolgendosi a Maria Antonietta redige la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, ricalcata dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, nella quale afferma l'uguaglianza dei diritti civili e politici tra i due sessi, insistendo perche' si restituiscano alla donna quei diritti naturali che la forza del pregiudizio le ha sottratto. In quell'epoca il suffragio era basato sul censo (a un operaio il voto costava tre giornate di lavoro) e la maggioranza del popolo francese non poteva permettersi di andare al voto. Olympe chiede la possibilita' di sciogliere un matrimonio e l'instaurazione del divorzio (ammesso all'indomani della Rivoluzione). Avanza l'idea di un contratto firmato tra conviventi e milita per la libera ricerca della paternita' e il riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio. E' anche tra i primi promotori di un sistema di welfare, formulando - a grandi linee - un sistema di protezione materna e infantile e raccomanda la creazione di opifici nazionali per combattere la disoccupazione. Analogamente propone la creazione di alloggi per i non abbienti e quella di ricoveri dignitosi per i mendicanti. Nel 1793 ella assume l'accusa contro i responsabili delle atrocita' del 2 e 3 settembre 1792, indicando tra questi in particolare Marat. Sospettando poi che Robespierre aspiri alla dittatura, lo interpella con numerosi scritti che le valgono una denuncia al club dei Giacobini. Dopo la messa sotto accusa del partito dei girondini alla Convenzione, il 2 giugno 1793, indirizza una lettera piena di energia e di coraggio indignandosi di una misura presa contro i principi democratici (9 giugno 1793). La lettera e' censurata gia' nel corso della lettura di essa in una pubblica assemblea. Opponendosi a una legge del marzo 1793 sulla repressione degli scritti denuncia il fatto che essa confligge con i principi repubblicani. Redige poi un manifesto di ispirazione federalista dal titolo "Le tre urne o il Saluto della patria, da parte di un viaggiatore aereo". Viene arrestata e deferita al tribunale rivoluzionario il 6 agosto 1793 dove viene messa sotto accusa per le posizioni assunte. Benche' ammalata e' rinchiusa nella prigione dell'abbazia di Saint-Germain-des-Pres, richiedendo invano cure adeguate. Inviata nella Petite Force deve dividere la cella con una condannata a morte - Madame de Kolly - per quanto incinta. Nell'ottobre seguente, ottiene il trasferimento nella pensione di Madame Mahay, una sorta di prigione per ricchi dove il regime carcerario era piu' blando e tollerante e dove, si dice, avrebbe avuto una relazione con un altro prigioniero. Questi la convince a tentare l'evasione, ma ella preferisce seguire le vie legali contrastando le pesanti accuse contro di lei, reclamando pubblicamente il processo con due manifesti molto coraggiosi che riusci' a far uscire clandestinamente di prigione. Tradotta in tribunale il mattino del 2 novembre, appena 48 ore dopo l'esecuzione dei suoi amici girondini, viene condannata a morte. Contrariamente a quello che il biografo postumo Jules Michelet scrisse nel secolo successivo, le testimonianze dell'epoca affermano che ella sali' sul patibolo senza alcun timore, con grande coraggio e dignita'. La sua ultima lettera e' per suo figlio, l'aiutante generale Aubry de Gouges, che la disconobbe per paura di essere inquisito. Nella sua Dichiarazione dei Diritti della Donna, aveva ribadito: "Come la donna ha il diritto di salire sul patibolo, deve avere altresi' il diritto di salire alle piu' alte cariche". Ma il procuratore della Comune di Parigi, Pierre-Gaspard Chaumette, nel suo discorso ai repubblicani, aveva irriso le sue dichiarazioni e manifestato compiacimento per la condanna a morte, meritata, secondo lui, se non altro perche' aveva "dimenticato le virtu' che convenivano al suo sesso". Nella sua vita Olympe de Gouges ha spesso subito pregiudizi (si diceva, per esempio, che non sapesse scrivere e qualcun altro scrivesse per lei). Bisognera' attendere la fine della seconda guerra mondiale perche' Marie-Olympe de Gouges esca dalla caricatura e dell'aneddoto. Studiata, discussa, particolarmente negli Stati Uniti, in Giappone e in Germania, la sua originalita', la sua indipendenza di spirito, i suoi scritti coraggiosi e la sua generosita' senza fine, la sua onesta' intellettuale, ne fanno una delle piu' belle figure della fine del Settecento. In Francia, nei preparativi delle manifestazioni per il bicentenario della Rivoluzione, i testi di Olympe de Gouges sono stati letti, editi, assicurandole una prima e modesta forma di riconoscimento. Dopo l'ottobre 1989, grazie all'iniziativa della storica Catherine Marand-Fouquet, molte petizioni sono state indirizzate alla presidenza della Repubblica per chiedere che le ceneri di Olympe de Gouges fossero portate al Pantheon. Nel novembre 1993, la stessa Catherine Marand-Fouquet inizio' una manifestazione davanti al Pantheon per commemorare il bicentenario dell'esecuzione di Olympe. Tra le opere di Olympe de Gouges: L'Esclavage des Noirs ou l'heureux naufrage (1786); L'Homme genereux (1786); Les Democrates et les aristocrates, ou les curieux du champ de Mars (1790); La Necessite' du divorce (1790); Le Couvent, ou les voeux forces (1790); Mirabeau aux Champs Elysees (1791); La France sauvee, ou le tyran detrone' (1792); L'Entree de Dumouriez a' Bruxelles, ou les vivandiers (1793); Declaration des droits de la femme et de la citoyenne (1791)". In italiano cfr. anche Olympe de Gouges, Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (1791), in 1789-1989. Donne e Rivoluzione: un cammino di liberta', Udi, Circolo "La Goccia", Roma 1989; Olympe de Gouges, la tribuna, il patibolo, fascicolo monografico di "Dall'interno", n. 101, aprile 1989. Su Olympe de Gouges, cfr. anche U. Gerhard, "Sulla liberta', uguaglianza e dignita' delle donne: il 'differente' diritto di Olympe de Gouges", in G. Bonacchi e A. Groppi (a cura di), Il dilemma della cittadinanza. Diritti e doveri delle donne, Laterza, Roma-Bari 1993, pp. 37-58; V. Fiorino, "Essere cittadine francesi: una riflessione sui principi dell'89", ivi, pp. 59-86.

 

3. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

4. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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