Ogni vittima ha il volto di Abele. 8
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- Date: Tue, 11 Oct 2011 10:29:28 +0200 (CEST)
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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 8 dell'11 ottobre 2011
In questo numero:
1. Mao Valpiana: Con Tolstoj la nonviolenza contro la guerra
2. Fabrizio De Andre'
3. Fabrizio De Andre': Girotondo
4. Fabrizio De Andre': La ballata dell'eroe
5. Fabrizio De Andre': La guerra di Piero
6. Fabrizio De Andre': Maria nella bottega del falegname
7. Fabrizio De Andre': Il testamento di Tito
8. Fabrizio De Andre': La collina
9. Fabrizio De Andre': Fila la lana
10. Fabrizio De Andre': Morire per delle idee
11. Fabrizio De Andre': Andrea
12. Fabrizio De Andre': Fiume Sand Creek
13. Il 4 novembre in tutta Italia nel ricordo di tutte le vittime una giornata di azione nonviolenta contro la guerra
1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: CON TOLSTOJ LA NONVIOLENZA CONTRO LA GUERRA
[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer Stiftung; fa parte del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito presso L'Ufficio nazionale del servizio civile; e' socio onorario del Premio nazionale "Cultura della pace e della nonviolenza" della Citta' di Sansepolcro; ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010.
Lev Tolstoj, nato nel 1828 e scomparso nel 1910, non solo grandissimo scrittore, ma anche educatore e riformatore religioso e sociale, propugnatore della nonviolenza. Opere di Lev Tolstoj: tralasciando qui le opere letterarie (ma cfr. almeno Tutti i romanzi, Sansoni, Firenze 1967; e Tutti i racconti, Mondadori, Milano 1991, 2005), della gigantesca pubblicistica tolstojana segnaliamo particolarmente almeno Quale scuola, Emme, Milano 1975, Mondadori, Milano 1978; La confessione, SE, Milano 1995; Perche' la gente si droga? e altri saggio su societa', politica, religione, Mondadori, Milano 1988; Il regno di Dio e' in voi, Bocca, Roma 1894, poi Publiprint-Manca, Trento-Genova 1988; l'antologia Tolstoj verde, Manca, Genova 1990; La vera vita, Manca, Genova 1991; La legge della violenza e la legge dell'amore, Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona 1998; Il cammino della saggezza, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2010. Opere su Lev Tolstoj: dal nostro punto di vista segnaliamo particolarmente Pier Cesare Bori, Gianni Sofri, Gandhi e Tolstoj, Il Mulino, Bologna 1985; Pier Cesare Bori, Tolstoj, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1991; Pier Cesare Bori, L'altro Tolstoj, Il Mulino, Bologna 1995; Amici di Tolstoi (a cura di), Tolstoi il profeta, Il segno dei Gabrielli, S. Pietro in Cariano (Vr) 2000]
Tra i tanti scrittori, letterati, uomini di cultura, che hanno descritto e denunciato il crimine della guerra e della sue preparazione, indicando la via maestra della nonviolenza per uscire dalla follia bellica, Lev Tolstoj e' certamente il piu' grande.
I suoi romanzi e i suoi scritti morali sono una fonte preziosa per prepararci adeguatamente alle celebrazioni del 4 novembre dalla parte delle vittime, contro tutte le guerre e le uccisioni.
2. TESTIMONIANZE. FABRIZIO DE ANDRE'
Fabrizio De Andre' (Genova, 1940 - Milano, 1999), cantautore libertario, e' una delle figure piu' vive della cultura italiana del secondo Novecento.
*
Qualche notizia sui testi di seguito riportati: "Girotondo" e' nell'album Tutti morimmo a stento (1968); "La ballata dell'eroe" e "La guerra di Piero" sono nell'album Fabrizio De Andre' volume 3 (1968); "Maria nella bottega del falegname" e "Il testamento di Tito" sono nell'album La buona novella (1970); "La collina" e' nell'album Non al denaro non all'amore ne' al cielo (1971); "Fila la lana" e "Morire per delle idee" sono nell'album Canzoni (1974); "Andrea" e' nell'album Rimini (1978); "Fiume Sand Creek" e' nell'album senza titolo detto L'indiano (1981). Li abbiamo ripresi da Fabrizio De Andre', Parole. I testi di tutte le canzoni, Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma 2009.
3. TESTI. FABRIZIO DE ANDRE': GIROTONDO
Se verra' la guerra, Marcondiro'ndero
se verra' la guerra, Marcondiro'nda'
sul mare e sulla terra, Marcondiro'ndera
sul mare e sulla terra chi ci salvera'?
Ci salvera' il soldato che non la vorra'
ci salvera' il soldato che la guerra rifiutera'.
La guerra e' gia' scoppiata, Marcondiro'ndero
la guerra e' gia' scoppiata, chi ci aiutera'.
Ci aiuterà il buon Dio, Marcondiro'ndero
ci aiutera' il buon Dio, lui ci salvera'.
Buon Dio e' gia' scappato, dove non si sa
buon Dio se n'e' andato, chissa' quando ritornera'.
L'aeroplano vola, Marcondiro'ndera
l'aeroplano vola, Marcondiro'nda'.
Se gettera' la bomba, Marcondiro'ndero
se gettera' la bomba chi ci salvera'?
Ci salva l'aviatore che non lo fara'
ci salva l'aviatore che la bomba non gettera'.
La bomba e' gia' caduta, Marcondiro'ndero
la bomba e' gia' caduta, chi la prendera'?
La prenderanno tutti, Marcondiro'ndero
sian belli o siano brutti, Marcondiro'nda'.
Sian grandi o sian piccini li distruggera'
sian furbi o sian cretini li fulminera'.
Ci sono troppe buche, Marcondiro'ndero
ci sono troppe buche, chi le riempira'?
Non potremo piu' giocare al Marcondiro'ndero
non potremo piu' giocare al Marcondiro'nda'.
E voi a divertirvi andate un po' piu' in la'
andate a divertirvi dove la guerra non ci sara'.
La guerra e' dappertutto, Marcondiro'ndero
la terra e' tutta un lutto, chi la consolera'?
Ci penseran gli uomini, le bestie i fiori
i boschi e le stagioni con i mille colori.
Di gente, bestie e fiori no, non ce n'e' piu'
viventi siam rimasti noi e nulla piu'.
La terra e' tutta nostra, Marcondiro'ndero
ne faremo una gran giostra, Marcondiro'nda'.
Abbiam tutta la terra Marcondiro'ndero
giocheremo a far la guerra, Marcondiro'nda'...
4. TESTI. FABRIZIO DE ANDRE': LA BALLATA DELL'EROE
Era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra.
Gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vendere cara la pelle.
E quando gli dissero di andare avanti
troppo lontano si spinse a cercare la verita'.
Ora che e' morto la Patria si gloria
d'un altro eroe alla memoria.
Ma lei che lo amava aspettava il ritorno
d'un soldato vivo, d'un eroe morto che ne fara'?
Se accanto, nel letto, le e' rimasta la gloria
d'una medaglia alla memoria.
5. TESTI. FABRIZIO DE ANDRE': LA GUERRA DI PIERO
Dormi sepolto in un campo di grano
non e' la rosa non e' il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
"Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non piu' i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente".
Cosi' dicevi ed era d'inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve,
e il vento ti sputa in faccia la neve.
Fermati Piero, fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso,
dei morti in battaglia ti porti la voce,
chi diede la vita ebbe in cambio una croce.
Ma tu non lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera.
E mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore.
Sparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue.
"E se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avra' per morire,
ma il tempo a me restera' per vedere,
vedere gli occhi di un uomo che muore".
E mentre gli usi questa premura
quello si volta, ti vede, ha paura
ed imbracciata l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia.
Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chieder perdono per ogni peccato.
Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato ritorno.
"Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio.
Ninetta bella dritto all'inferno
avrei preferito andarci in inverno".
E mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi il fucile,
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole.
Dormi sepolto in un campo di grano
non e' la rosa non e' il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
6. TESTI. FABRIZIO DE ANDRE': MARIA NELLA BOTTEGA DEL FALEGNAME
Maria:
"Falegname col martello
perche' fai den den?
Con la pialla su quel legno
perche' fai fren fren?
Costruisci le stampelle
per chi in guerra ando'?
Dalla Nubia sulle mani
a casa ritorno'?".
Il falegname:
"Mio martello non colpisce,
pialla mia non taglia
per foggiare gambe nuove
a chi le offri' in battaglia,
ma tre croci, due per chi
diserto' per rubare,
la piu' grande per chi guerra
insegno' a disertare".
La gente:
"Alle tempie addormentate
di questa citta'
pulsa il cuore di un martello,
quando smettera'?
Falegname, su quel legno,
quanti colpi ormai,
quanto ancora con la pialla
lo assottiglierai?".
Maria:
"Alle piaghe, alle ferite
che sul legno fai,
falegname su quei tagli
manca il sangue, ormai,
perche' spieghino da soli,
con le loro voci,
quali volti sbiancheranno
sopra le tue croci".
Il falegname:
"Questi ceppi che han portato
perche' il mio sudore
li trasformi nell'immagine
di tre dolori,
vedran lacrime di Dimaco
e di Tito al ciglio
il piu' grande che tu guardi
abbraccera' tuo figlio".
La gente:
"Dalla strada alla montagna
sale il tuo den den
ogni valle di Giordania
impara il tuo fren fren;
qualche gruppo di dolore
muove il passo inquieto,
altri aspettan di far bere
a quelle seti aceto".
7. TESTI. FABRIZIO DE ANDRE': IL TESTAMENTO DI TITO
"Non avrai altro Dio all'infuori di me"
spesso mi han fatto pensare:
genti diverse venute dall'Est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
"Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano".
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato,
e non ascolto' il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano,
davvero lo nominai invano.
"Onora il padre, onora la madre"
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perche' le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermo' il cuore
non ho provato dolore.
Quanto a mio padre si fermo' il cuore
non ho provato dolore.
"Ricorda di santificare le feste".
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Il quinto dice: "Non devi rubare"
e forse io l'ho rispettato
vuotando, in silenzio, le tasche gia' gonfie
di quelli che avevan rubato.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.
"Non commettere atti che non siano puri"
cioe' non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami
cosi' sarai uomo di fede:
poi la voglia svanisce e il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore:
ma non ho creato dolore.
Il settimo dice "Non ammazzare"
se del cielo vuoi essere degno.
Guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno:
guardate la fine di quel Nazareno
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel Nazzareno
e un ladro non muore di meno.
"Non dire falsa testimonianza"
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino,
e scordano sempre il perdono:
ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
"Non desiderare la roba degli altri,
non desiderarne la sposa".
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri gia' caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non e' gia' finita:
stasera vi invidio la vita.
Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di la' delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pieta' che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore.
8. TESTI. FABRIZIO DE ANDRE': LA COLLINA
Dove se n'e' andato Elmer
che di febbre si lascio' morire,
Dov'e' Herman bruciato in miniera.
Dove sono Bert e Tom
il primo ucciso in una rissa
e l'altro che usci' gia' morto di galera.
E cosa ne sara' di Charley
che cadde mentre lavorava
dal ponte volo', volo' sulla strada.
Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.
Dove sono Ella e Kate
morte entrambe per errore
una di aborto, l'altra d'amore.
E Maggie uccisa in un bordello
dalle carezze di un animale
e Edith consumata da uno strano male.
E Lizzie che insegui' la vita
lontano, e dall'Inghilterra
fu riportata in questo palmo di terra.
Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.
Dove sono i generali
che si fregiarono nelle battaglie
con cimiteri di croci sul petto,
dove i figli della guerra
partiti per un ideale
per una truffa, per un amore finito male
hanno rimandato a casa
le loro spoglie nelle bandiere
legate strette perche' sembrassero intere.
Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.
Dov'e' Jones il suonatore
che fu sorpreso dai suoi novant'anni
e con la vita avrebbe ancora giocato
lui che offri' la faccia al vento
la gola al vino e mai un pensiero
non al denaro, non all'amore ne' al cielo.
Lui si', sembra di sentirlo
cianciare ancora delle porcate
mangiate in strada nelle ore sbagliate,
sembra di sentirlo ancora
dire al mercante di liquore:
"Tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore?".
9. TESTI. FABRIZIO DE ANDRE': FILA LA LANA
Nella guerra di Valois
il signor di Vly e' morto,
se sia stato un prode eroe
non si sa, non e' ancor certo.
Ma la dama abbandonata
lamentando la sua morte
per mill'anni e forse ancora
piangera' la triste sorte.
Fila la lana, fila i tuoi giorni
illuditi ancora che lui ritorni,
libro di dolci sogni d'amore
apri le pagine al suo dolore.
Son tornati a cento e a mille
i guerrieri di Valois,
son tornati alle famiglie,
ai palazzi, alle citta'.
Ma la dama abbandonata
non ritrovera' il suo amore
e il gran ceppo nel camino
non varra' a scaldarle il cuore.
Fila la lana, fila i tuoi giorni
illuditi ancora che lui ritorni,
libro di dolci sogni d'amore
apri le pagine al suo dolore.
Cavalieri che in battaglia
ignorate la paura,
stretta sia la vostra maglia
ben temprata l'armatura.
Al nemico che vi assalta
siate presti a dar risposta
perche' dietro a quelle mura
vi s'attende senza sosta.
Fila la lana, fila i tuoi giorni
illuditi ancora che lui ritorni,
libro di dolci sogni d'amore
chiudi le pagine sul suo dolore.
10. TESTI. FABRIZIO DE ANDRE': MORIRE PER DELLE IDEE
Morire per delle idee, l'idea e' affascinante
per poco io morivo senza averla mai avuta,
perche' chi ce l'aveva, una folla di gente,
gridando "Viva la morte" proprio addosso mi e' caduta.
Mi avevano convinto e la mia musa insolente
abiurando i suoi errori, aderi' alla loro fede
dicendomi peraltro in separata sede
moriamo per delle idee, va be', ma di morte lenta,
va be', ma di morte lenta.
Approfittando di non essere fragilissimi di cuore
andiamo all'altro mondo bighellonando un poco,
perche' forzando il passo succede che si muore
per delle idee che non han piu' corso il giorno dopo.
Ora se c'e' una cosa amara, desolante
e' quella di capire all'ultimo momento
che l'idea giusta era un'altra, un altro il movimento
moriamo per delle idee, va be', ma di morte lenta,
va be', ma di morte lenta.
Gli apostoli di turno che apprezzano il martirio
lo predicano spesso per novant'anni almeno.
Morire per delle idee sara' il caso di dirlo
e' il loro scopo di vivere, non sanno farne a meno.
E sotto ogni bandiera li vediamo superare
il buon matusalemme nella longevita'
per conto mio si dicono in tutta intimita'
moriamo per delle idee, va be', ma di morte lenta,
va be', ma di morte lenta.
A chi va poi cercando verita' meno fittizie
ogni tipo di setta offre moventi originali
e la scelta e' imbarazzante per le vittime novizie
morire per delle idee e' molto bello ma per quali.
E il vecchio che si porta gia' i fiori sulla tomba
vedendole venire dietro il grande stendardo
pensa "Speriamo bene che arrivino in ritardo"
moriamo per delle idee, va be', ma di morte lenta,
va be', ma di morte lenta.
E voi gli sputafuoco, e voi i nuovi santi,
crepate pure per primi noi vi cediamo il passo
pero' per gentilezza lasciate vivere gli altri
la vita e' grosso modo il loro unico lusso
tanto piu' che la carogna e' gia' abbastanza attenta
non c'e' nessun bisogno di reggerle la falce
basta con le garrote in nome della pace
moriamo per delle idee, va be', ma di morte lenta,
va be', ma di morte lenta.
11. TESTI. FABRIZIO DE ANDRE': ANDREA
Andrea s'e' perso s'e' perso e non sa tornare
Andrea s'e' perso s'e' perso e non sa tornare
Andrea aveva un amore riccioli neri
Andrea aveva un dolore riccioli neri.
C'era scritto sul foglio ch'era morto sulla bandiera
c'era scritto e la firma era d'oro era firma di re.
Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.
Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.
Occhi di bosco contadino del regno profilo francese
Occhi di bosco soldato del regno profilo francese
e Andrea ha perso, ha perso l'amore, la perla piu' rara
e Andrea ha in bocca, ha in bocca un dolore, la perla piu' scura.
Andrea raccoglieva, raccoglieva violette ai bordi del pozzo
Andrea gettava riccioli neri nel cerchio del pozzo.
Il secchio gli disse, gli disse "Signore il pozzo e' profondo
piu' fondo del fondo degli occhi della Notte del Pianto".
Lui disse: "Mi basta, mi basta che sia piu' profondo di me".
Lui disse: "Mi basta, mi basta che sia piu' profondo di me".
12. TESTI. FABRIZIO DE ANDRE': FIUME SAND CREEK
Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura.
Fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale.
Fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale.
C'e' un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek.
I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante divento' sempre più forte
chiusi gli occhi per tre volte
mi ritrovai ancora li'
chiesi a mio nonno e' solo un sogno
mio nonno disse si'.
A volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek.
Sognai talmente forte che mi usci' il sangue dal naso
il lampo in un orecchio, nell'altro il paradiso
le lacrime piu' piccole
le lacrime piu' grosse
quando l'albero della neve
fiori' di stelle rosse.
Ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek.
Quando il sole alzo' la testa tra le spalle della notte
c'erano solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare.
La terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek.
Si son presi i nostri cuori sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura.
Fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale.
Fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale.
Ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek.
13. REPETITA IUVANT. IL 4 NOVEMBRE IN TUTTA ITALIA NEL RICORDO DI TUTTE LE VITTIME UNA GIORNATA DI AZIONE NONVIOLENTA CONTRO LA GUERRA
[Riproponiamo il seguente appello]
L'Italia ripudia la guerra.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Il 4 novembre in tutta Italia nel ricordo di tutte le vittime una giornata di azione nonviolenta contro la guerra.
*
Cessi la partecipazione italiana alle guerre in Afghanistan e in Libia.
Cessi la persecuzione dei migranti.
Taglio delle spese militari, disarmo unilaterale, riconversione dell'industria bellica ad usi civili, abrogazione delle illegali misure razziste.
Sostegno alla cooperazione internazionale, ai corpi civili di pace, alla difesa popolare nonviolenta, alla protezione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, alla tutela e risanamento della biosfera.
Per la legalita' che salva le vite, per la democrazia che promuove i diritti, per la civile convivenza che l'intera umanita' riconosce ed unisce; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
*
Il 4 novembre in tutta Italia nel ricordo di tutte le vittime una giornata di azione nonviolenta contro la guerra.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
L'Italia ripudia la guerra.
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