Telegrammi. 699



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 699 del 5 ottobre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: La nonviolenza e' piu' forte. In tutte le regioni d'Italia il 2 ottobre celebrata la Giornata della nonviolenza con iniziative contro la guerra e contro il razzismo

2. E il prossimo anno in tutte le cento citta', in tutti gli ottomila comuni

3. Il 4 novembre (2002)

4. Segnalazioni librarie

5. La "Carta" del Movimento Nonviolento

6. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: LA NONVIOLENZA E' PIU' FORTE. IN TUTTE LE REGIONI D'ITALIA IL 2 OTTOBRE CELEBRATA LA GIORNATA DELLA NONVIOLENZA CON INIZIATIVE CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL RAZZISMO

 

Il 2 ottobre 2011 la Giornata internazionale della nonviolenza e' stato celebrato in varie citta' italiane.

Dai primi riscontri giunti alla nostra redazione ci sono state tra sabato e domenica iniziative in tutte le regioni, e forse anche in tutte o quasi le province d'Italia.

Iniziative sovente non banali, non rituali, non museali, non consumistiche: bensi' iniziative di accostamento alla nonviolenza, di riflessione e di azione nonviolenta, e soprattutto di esplicito richiamo alla lotta nonviolenta contro tutte le uccisioni e contro tutte le persecuzioni, e qui ed oggi specificamente contro la guerra e contro il razzismo, contro la partecipazione italiana alle criminali guerre in corso di Afghanistan e in Libia, e contro il colpo di stato razzista in Italia che sta provocando da anni morti e sofferenze indicibili a migranti e viaggianti perseguitati dallo stato italiano con hitleriana crudelta'.

Che in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza in tutta Italia si siano svolte iniziative nonviolente contro la guerra e contro il razzismo e' un dato di grande rilevanza per vari motivi.

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In primo luogo perche' il 2 ottobre cadeva ad una settimana dalla Marcia Perugia-Assisi del 25 settembre, e quindi le iniziative per la Giornata internazionale della nonviolenza hanno costituito per cosi' dire il naturale sviluppo della marcia, che quest'anno era caratterizzata dal ritorno all'originaria ispirazione nonviolenta di Aldo Capitini ed ha quindi concretamente espresso (superando di slancio - anche grazie al ruolo copromotore del Movimento Nonviolento - le timidezze, le reticenze e le ambiguita' della piattaforma di convocazione proposta dalla struttura burocratica abituale e comunque benemerita promotrice, la Tavola della Pace) un impegno esplicito e nitido contro le piu' flagranti, illegali, feroci violenze oggi commesse dallo stato italiano: la guerra; il colpo di stato razzista; il dissennato, barbaro, abominevole sperpero di risorse pubbliche per l'acquisto di armi e per preparare ed eseguire guerre e massacri, persecuzioni e omicidi.

E la giornata del 2 ottobre ha portato in molte citta' italiane il messaggio emerso dalla marcia Perugia-Assisi in quanto assemblea itinerante del popolo della pace; e quel messaggio e' netto ed inequivocabile e si puo' cosi' compendiare:

1. cessi immediatamente l'illegale partecipazione italiana alle guerre in Afghanistan e in Libia;

2. cessi immediatamente l'illegale persecuzione razzista dei migranti e dei viaggianti;

3. cessi immediatamente il criminale sperpero dei pubblici denari per l'apparato militare, le armi e le guerre assassine;

4. si dimetta immediatamente il governo guerrafondaio e razzista, criminale e corruttore;

5. si affermi immediatamente la legalita', la democrazia, la dignita' e la solidarieta' umana.

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In secondo luogo perche' questo 2 ottobre - anche in questo sviluppando l'originario appello gandhiano e capitiniano - ha segnato un passo ulteriore nella massiva e persuasa fuoriuscita delle persone amiche della nonviolenza dalla marginalita', e quindi anche da ogni subalternita' e ambiguita'.

E questo esodo delle persone amiche della nonviolenza dalla marginalita', dalla subalternita' e dalle ambiguita' e' assolutamente necessario per dare una guida adeguata al movimento che si oppone al regime della corruzione e al governo del crimine organizzato. Poiche' solo la scelta della nonviolenza costituisce il perno di una proposta politica adeguata alla gravita' dell'ora, alla crisi sistemica. La scelta della nonviolenza. Ma perche' questa scelta si dia occorre che le persone che gia' se ne sono persuase escano da uno stato di minorita', la smettano di lasciarsi abbindolare da isterici ciarlatani e da callidi mascalzoni, e si decidano a praticare e proporre la nonviolenza nella sua pienezza, nella sua chiarezza, nella sua coerenza, nella sua forza liberatrice. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. La nonviolenza e' la sola proposta adeguata per uscire dalla distretta dell'epoca presente con la forza della verita', con la pratica della responsabilita' e della solidarieta'.

*

In terzo luogo perche' da questo 2 ottobre si avvia il percorso che porta al prossimo 4 novembre, in cui in molte citta' italiane - e vorremmo che fosse in tutte gia' quest'anno - le persone amiche della nonviolenza strapperanno il ricordo delle vittime della guerra dalle grinfie dei loro assassini e faranno dell'anniversario della fine della "inutile strage" della prima guerra mondiale un giorno di autentica dolorosa e solidale memoria di tutte le vittime di tutte le guerre, e quindi un giorno di lotta nonviolenta contro la guerra, affinche' nessun altro essere umano sia ucciso dalla guerra nemica dell'umanita', affinche' la guerra sia espulsa dalla storia umana.

*

In quarto luogo perche' con questo 2 ottobre 2011 - e gia' con la marcia del 25 settembre, e ancor piu' con il prossimo 4 novembre - la nonviolenza si propone come soggetto politico, progetto politico, azione politica, che puo' e deve esercitare una necessaria funzione di ispirazione e di guida nella lotta per la legalita' che salva le vite, per la liberazione dell'umanita' e per la difesa della biosfera.

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Ogni vittima ha il volto di Abele.

La nonviolenza e' in cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. APPUNTAMENTI. E IL PROSSIMO ANNO IN TUTTE LE CENTO CITTA', IN TUTTI GLI OTTOMILA COMUNI

 

La Giornata internazionale della nonviolenza e' stata istituita dall'Onu solo pochi anni fa, nel 2007. Ed ancora non e' molto conosciuta. Ma puo' e deve diventare una festa dell'umanita', una delle ricorrenze piu' rilevanti del calendario universale.

Abbiamo cominciato a lavorare affinche' almeno in Italia essa diventi un costante punto di riferimento e un'importante occasione di incontro, di formazione, di riflessione e di iniziativa.

Quest'anno in varie citta' si sono svolte iniziative, lavoriamo affinche' il prossimo anno in tutte le citta' ed in tutti i comuni d'Italia si celebri l'anniversario della nascita di Gandhi, si valorizzi la Giornata internazionale della nonviolenza, si faccia del 2 ottobre un giorno di impegno contro tutte le violenze.

La nonviolenza e' in cammino.

 

3. INIZIATIVE. IL 4 NOVEMBRE (2002)

[Riproduciamo ancora una volta un estratto da un comunicato del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo del 2002 sull'iniziativa del 4 novembre di pace, in memoria delle vittime, contro le guerre, le armi e gli eserciti]

 

Il 4 novembre il Centro di ricerca per la pace di Viterbo, in dolore e silenzio, commemora tutte le vittime di tutte le guerre, dichiara il diritto e il dovere di ogni essere umano come delle istituzioni di operare affinche' mai piu' si facciano guerre, denuncia l'oscenita' dei festeggiamenti della guerra e dei suoi apparati da parte dei poteri militari e politici che nuove guerre e nuove stragi preparano.

*

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

"L'Italia ripudia la guerra" (art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana).

Il 4 novembre, anniversario della conclusione per l'Italia della "inutile strage" della prima guerra mondiale, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo commemorera' tutte le vittime di tutte le guerre a Viterbo, in piazza del sacrario.

La cerimonia sara' austera, composta, meditativa, silenziosa: come e' giusto quando si rivolge il pensiero ad esseri umani defunti, e massime quando si rivolge il pensiero ad esseri umani assassinati.

Essa consistera' nella deposizione di un omaggio floreale e in una meditazione silenziosa.

Essa attestera' l'impegno morale e civile di opporsi a tutte le guerre, che - come disse con espressione indimenticabile Mohandas Gandhi - sono sempre omicidi di massa.

La cerimonia si svolgera' in un orario scelto anche per demarcare la distanza temporale e morale dalla oscena festa di esaltazione della guerra e dei suoi apparati che alcune ore dopo, in guisa di effettuale profanazione del riposo delle vittime, si terra' da parte dei comandi militari e politici.

La cerimonia austera e silenziosa delle persone amanti della pace e addolorate per tutte le vittime delle guerre, contrapporra' visibilmente il silenzio del lutto e della fraternita' e sororita' umana, alla retorica e al frastuono degli osceni festeggiamenti "necrofili e insensati" (per usare le parole di Miguel de Unamuno) che poche ore dopo saranno esibiti da quegli stessi comandi politici e militari che la morte delle vittime di tutte le guerre festeggiano con l'esaltare la guerra ed i suoi esiti e i suoi apparati, e che prolungano il  crimine della guerra preparando, promuovendo, avallando ed eseguendo nuove guerre omicide e onnicide.

Il Centro di ricerca per la pace non partecipera' ai cinici ed offensivi festeggiamenti della morte e delle stragi organizzati dai comandi militari e politici, e denuncia con cio' come quelle lugubri e irresponsabili parate siano scherno malvagio e orribile umiliazione per le vittime della guerra, simbolico ucciderle ancora una volta.

Il Centro di ricerca per la pace chiama tutte le persone di volonta' buona ad essere costruttrici di pace, ed in particolare chiama tutti i cittadini italiani, e quindi anche tutte le istituzioni italiane, al rispetto piu' rigoroso della legalita' costituzionale, fondamento del nostro ordinamento giuridico e presidio delle nostre comuni liberta' e dei diritti di tutti quanti nel nostro territorio si trovino. E' la Costituzione della Repubblica Italiana che reca all'art. 11 il principio fondamentale, e il valore supremo, espresso con le lapidarie parole "L'Italia ripudia la guerra".

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

"L'Italia ripudia la guerra" (art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana).

*

Mai piu' si faccia guerra: solo questo impegno rende lecito accostarsi alle vittime delle guerre in dolore e in solidarieta'. Chi ancora la guerra permette, promuove e propugna, le vittime offende e schernisce, ed aggredisce e disonora l'umanita' intera.

 

4. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Gertrude Stein, Guerre che ho visto, Mondadori, Milano 1947, 1980, pp. 272.

- Gertrude Stein, Tre esistenze, Einaudi, Torino 1940, 1975, pp. IV + 220.

- Dalton Trumbo, E Johnny prese il fucile, Bompiani, Milano 1949, 1984, pp. 254.

- Dalton Trumbo, Lettere dalla guerra fredda, Bompiani, Milano 1977, pp. XXIV + 264.

 

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

6. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 699 del 5 ottobre 2011

 

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