Ogni vittima ha il volto di Abele. 2



 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 2 del 4 ottobre 2011

 

In questo numero:

1. Mao Valpiana: Non festa ma lutto

2. Ogni vittima ha il volto di Abele: Una proposta per il 4 novembre (2002)

3. Un altro 4 novembre, non ipocrita e non subalterno (2003)

4. A Viterbo un 4 novembre di lutto e di lotta. Dalla parte delle vittime, contro tutte le guerre, gli eserciti, le armi. Contro tutte le uccisioni (2008)

 

1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: NON FESTA MA LUTTO

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer Stiftung; fa parte del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito presso L'Ufficio nazionale del servizio civile; e' socio onorario del Premio nazionale "Cultura della pace e della nonviolenza" della Citta' di Sansepolcro; ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

"Non festa ma lutto", era scritto su uno dei primi manifesti del Movimento Nonviolento che giovincello incollavo sui muri della mia citta'.

"Non festa ma lutto" e' ancora la grande verita' che gli amici della nonviolenza proclamano il 4 novembre.

 

2. INIZIATIVE. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE: UNA PROPOSTA PER IL 4 NOVEMBRE (2002)

[Riproduciamo ancora una volta un estratto da un comunicato del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo del 2002]

 

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

Abbiamo promosso l'idea che il 4 novembre in tutta Italia si realizzino cerimonie di commemorazione per le vittime di tutte le guerre da parte delle istituzioni, delle associazioni e delle persone impegnate per la pace e la nonviolenza.

Cerimonie semplici e silenziose, di cordoglio sincero, di profonda austerita' e di rigoroso impegno al rispetto e alla promozione della dignita' umana di tutti gli esseri umani. Di solidarieta' dell'umanita' intera contro la violenza e la morte. Di opposizione alla guerra e ai suoi apparati.

Un 4 novembre che nel ricordo di tutte le vittime delle guerre sia anche monito ed impegno contro le guerre presenti e future, contro tutte le violenze e contro tutti gli strumenti di morte.

Un 4 novembre che non deve piu' essere strumentalizzato dai comandi militari che con il loro lavorare per la guerra e inneggiare alla guerra irridono oscenamente le vittime delle guerre; ma divenire giornata di lutto e di memoria, e di solenne impegno affinche' mai piu' degli esseri umani perdano la vita a causa di guerre, affinche' mai piu' si facciano guerre.

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

 

3. EDITORIALE. UN ALTRO QUATTRO NOVEMBRE, NON IPOCRITA E NON SUBALTERNO (2003)

[Riproduciamo ancora una volta questo editoriale del 2003]

 

Ricorrendo il 4 novembre l'anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, varie persone impegnate per la pace - ed anche amici carissimi da cui tanto abbiamo imparato - pensano di doversi presentare in sparutissimi gruppi alle celebrazioni militari per dare volantini, inalberare cartelli, sventolar vessilli arcobaleno, esporsi al rischio di esser pretesto e scaturigine di indecenti schiamazzi in una situazione in cui si fa memoria di innumerevoli vittime, ed a tutti e' richiesta quindi la massima compostezza.

E' un errore, un errore di subalternita'.

Poiche' quale e' il messaggio che ne deduce chi osserva (poiche' quando si manifesta, si manifesta affinche' altri veda e pensi)? Che i pacifisti guastano le altrui cerimonie (e una cerimonia di commemorazione di caduti), che i pacifisti sono quattro gatti consapevoli di esserlo, che i pacifisti non sanno rispettare la dignita' altrui e la serieta' delle occasioni solenni; nella migliore delle ipotesi: che i pacifisti sono quella minimissima minoranza in cerca di pubblicita' che approfitta delle iniziative altrui e vi si scava la sua nicchia, e che purche' non disturbi il manovratore e si limiti a far colore sulla piazza viene paternalisticamente recuperata e quindi neutralizzata.

Non e' questo il messaggio da dare.

Il messaggio da dare e' che il 4 novembre deve essere ricordo delle vittime della guerra, e questo ricordo non puo' essere affidato a quelle strutture che quelle vittime hanno assassinato: gli eserciti tutti.

Il messaggio da dare e' che i pacifisti non sono affatto una minoranza di guastafeste o di anime belle confuse; bensi' consapevoli portatori di valori che la stessa Costituzione italiana afferma, e rappresentativi della volonta' di vita e dialogo dell'intera umanita'. Sono i poteri militari ad essere l'arcaico inaccettabile residuo di una troppo lunga epoca di barbarie che avrebbe dovuto essere finita per sempre sotto il lampo sinistro dell'orrore assoluto di Hiroshima.

*

Di qui l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" che a Viterbo abbiamo gia' realizzato lo scorso anno e quest'anno ripeteremo.

Noi ricorderemo le vittime della guerra, noi renderemo loro omaggio il 4 novembre in silenzio e austerita', con una nostra cerimonia di deposizione di un omaggio floreale dinanzi al loro sacrario, in assoluto silenzio, in orario diverso e lontano da quello dell'ipocrita rumorosa sagra degli eserciti assassini.

Questo significa la nostra posizione ed iniziativa nonviolenta: che non gli eserciti assassini hanno diritto a render omaggio alle loro vittime, ma chi alle guerre si oppone e quelle vite avrebbe voluto salvare; che solo chi e' costruttore di pace e si batte affinche' mai piu' si diano guerre puo' ricordare le vittime delle guerre senza offenderle ancora. E nel ricordo delle vittime delle guerre corroborare un impegno di pace e di nonviolenza.

*

Noi pensiamo che perseverando in questa azione rigorosamente nonviolenta anno dopo anno riusciremo a rendere sempre piu' partecipate le nostre iniziative di memoria, e rendere sempre piu' evidente l'ipocrisia e l'immoralita' dei militari scandalosamente in festa innanzi alle tombe delle vittime loro.

Noi pensiamo che, perseverando in questa azione rigorosamente nonviolenta e sempre piu' persuadendo altre persone ad unirsi a noi, il 4 novembre possa e debba diventare, da oscena festa delle forze armate assassine, giornata di memoria e di impegno per la pace, e celebrazione infine del superamento e quindi dell'abolizione dell'istituzione militare.

Superamento ed abolizione gia' oggi possibili con la realizzazione del programma costruttivo della difesa popolare nonviolenta, dei corpi civili di pace, con quella "Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta" cui in molti in varie forme si sta gia' lavorando, e che e' merito del movimento delle donne aver tematizzato e proposto con grande tenacia e lucidita'.

 

4. INIZIATIVE. A VITERBO UN 4 NOVEMBRE DI LUTTO E DI LOTTA. DALLA PARTE DELLE VITTIME, CONTRO TUTTE LE GUERRE, GLI ESERCITI, LE ARMI. CONTRO TUTTE LE UCCISIONI (2008)

[Riproponiamo il seguente articolo estratto da "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 630 del 5 novembre 2008]

 

Sotto un cielo buio, sotto la pioggia battente, anche quest'anno abbiamo reso omaggio alle vittime di tutte le guerre nell'anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale.

Anche quest'anno il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha voluto realizzare una iniziativa senza cembali e senza fanfare, senza retorica e senza ideologie, spoglia, nuda: il silenzioso fare memoria e rendere omaggio alle persone uccise, ed intima e persuasa la promessa di continuare a lottare contro tutte le uccisioni, contro tutte le guerre, contro tutti gli eserciti e tutte le armi.

Anche quest'anno. E il prossimo anno vogliamo che non solo a Viterbo ed in poche altre citta' il 4 novembre sia ricondotto a giorno di misericordia e civilta', di umano afflato e di rammemorazione del dovere di solidarieta' e rispetto per ogni vita; vogliamo che in molte altre citta' sia cosi', e sempre di piu': finche' venga un 4 novembre in cui non ci sara' piu' chi festeggia gli strumenti e gli apparati della morte, in cui non ci sara' piu' chi festeggia il "sacrificio" delle vite altrui; ma solo resti un 4 novembre di lutto e di pace, di verita' e di pieta': un 4 novembre non festa ma lutto. Dalla parte delle vittime, contro tutte le guerre, gli eserciti, le armi. Contro tutte le uccisioni.

Sarebbe bene che lungo questo anno cominciassimo a lavorarci, affinche' il 4 novembre 2009 le iniziative di commemorazione e di pace siano gia' piu' numerose di quelle necrofile e insensate di apologia dello sterminio, di elogio dell'uccidere, di blasfema adorazione della guerra, dei suoi strumenti e dei suoi apparati.

E sarebbe bene anche che ogni giorno scendessimo in piazza a chiedere la fine della partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan; che ogni giorno scendessimo in piazza a chiedere il rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra.

 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino"

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Numero 2 del 4 ottobre 2011

 

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