Telegrammi. 697



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 697 del 3 ottobre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Ogni vittima ha il volto di Abele. Il nostro 4 novembre contro tutte le guerre e contro tutte le uccisioni

2. Commemorato Gandhi a Viterbo

3. Giobbe Santabarbara: La nonviolenza in sette semplici lezioni

4. Segnalazioni librarie

5. La "Carta" del Movimento Nonviolento

6. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. IL NOSTRO 4 NOVEMBRE CONTRO TUTTE LE GUERRE E CONTRO TUTTE LE UCCISIONI

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Il 4 novembre, anniversario della fine della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui gli assassini scherniscono gli assassinati.

Il 4 novembre sia giorno di lutto, di sincera fraterna memoria di tutte le vittime di tutte le guerre.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Il 4 novembre le persone amiche della nonviolenza organizzino in tutte le citta' d'Italia iniziative di commemorazione delle vittime e d'impegno contro la guerra. Iniziative rigorose, distinte e distanti dai protervi festeggiamenti dei poteri assassini. Iniziative addolorate, distinte e distanti dalle indecenti parate dei poteri assassini. Iniziative pietose, distinte e distanti dalle ciniche esibizioni dei poteri assassini.

C'e'  un solo modo dignitoso ed umano di ricordare le vittime delle guerre: opporsi a tutte le uccisioni, opporsi a tutte le guerre.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

2. INIZIATIVE. COMMEMORATO GANDHI A VITERBO

[Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi: Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006]

 

Domenica 2 ottobre, celebrando la Giornata internazionale della nonviolenza indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi, si sono tenute a Viterbo due commemorazioni del grande apostolo della nonviolenza.

Per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace" la mattina all'Ellera e il pomeriggio a Santa Barbara e' stato ricordato Gandhi ed illustrata la sua vita, la sua riflessione, la sua azione, la sua opera teorica e pratica.

"Ma - ha detto in entrambi i discorsi commemorativi il responsabile della struttura pacifista viterbese, Peppe Sini - ricordare onestamente Gandhi vuol dire proseguirne la lotta contro la violenza, e quindi celebrare l'anniversario della sua nascita e la Giornata internazionale della nonviolenza implica fare di questa occasione un momento di presa di coscienza, di impegno morale e civile, di lotta culturale e politica contro la violenza".

"Pertanto - ha argomentato il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" - questa giornata di grata memoria del Mahatma Gandhi e di proposta della nonviolenza e' anche e innanzitutto una giornata di testimonianza, di denuncia e di azione contro tutte le uccisioni e contro tutte le persecuzioni; e quindi oggi in Italia e' innanzitutto una giornata di lotta contro la guerra assassina e contro il colpo di stato razzista: la guerra assassina cui l'Italia illegalmente partecipa in Afghanistan e in Libia, il colpo di stato razzista compiuto e avallato dai diversi governi succedutisi negli ultimi anni".

Il messaggio della Giornata internazionale della nonviolenza, il cuore della commemorazione di Gandhi, e l'appello al popolo italiano affinche' con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, si impegni per la pace e i diritti umani, per la legalita' che salva le vite, e' stato dunque cosi' riassunto: "Cessi immediatamente l'illegale partecipazione italiana alle guerre in Afghanistan e in Libia. Cessi immediatamente l'illegale persecuzione razzista dei migranti e dei viaggianti. Cessi immediatamente il criminale sperpero dei pubblici denari per l'apparato militare, le armi e le guerre assassine. Si dimetta immediatamente il governo guerrafondaio e razzista, criminale e corruttore. Si affermi immediatamente la legalita', la democrazia, la dignita' e la solidarieta' umana. Torni l'Italia al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana; al rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani. Ogni vittima ha il volto di Abele. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'".

 

3. MANUALI MINIMI. GIOBBE SANTABARBARA: LA NONVIOLENZA IN SETTE SEMPLICI LEZIONI

[Riproponiamo il seguente testo gia' pubblicato nelle "Notizie minime della nonviolenza" n. 632 del 7 novembre 2008]

 

1. La nonviolenza come favola e come battaglia

Chi nulla sa di cosa la nonviolenza sia la scambia per una forma di pazienza, o peggio: di rassegnazione.

Sapesse invece quanto dolore e quanta furia ribolle in essa, ed essa li doma perche' vuol essere piu' forte di ogni altra forza.

Poiche' la nonviolenza questo e': lotta. La lotta interiore contro il male che e' in te, la lotta politica contro l'ingiustizia sociale.

*

2. La nonviolenza come rivolta e come specchio

Non si arriva alla nonviolenza in naturalezza e letizia. Vi si arriva passando per lo strazio e per la rivolta.

Poiche' essa eminentemente e' scandalo e rivolta. E scandaglio nel profondo degli abissi. E nozione del male e della morte. E la scelta di sapere e di combattere.

E nella rivolta preservare la responsabilita' dell'io, scoprire la solidarieta' del noi, avere per il mondo quell'atto di rivolgimento amoroso che nel tu include tutti, che in tutti vede un tu, che sa la reciprocita' per cui ognuno e' anche un tu per l'altro io. "Il prossimo tuo come te stesso": e' la massima da non dimenticare.

*

3. La nonviolenza come intreccio e come sentiero

Non e' autosufficiente la nonviolenza.

Non e' una teoria ma l'incrocio di molte tradizioni.

Non e' una pratica, ma una pluralita' di esse.

Non esiste di per se', e' solo un orientamento.

Non e' una cosa, sei tu che cammini con altre persone e che pensi: ecco, l'umanita' e' cammino.

E in questo cammino allevia l'altrui dolore, contrasta il male, condividi il pane, mantieni la meraviglia, sappi vedere il cielo stellato e le buche per terra, educati ed educa ad aver rispetto. Di essere vivo sii degno e di tutto cio' che incontri celebra la dignita'.

Da ogni persona - e da te stesso per primo - chiedi secondo le sue possibilita'; ad ogni persona - e a te stesso al pari degli altri - dona secondo i suoi bisogni.

*

4. Ex pluribus

Tante persone alla nonviolenza si accostano, tante immagini diverse di essa tu vedi.

La nonviolenza e' nemica dell'omologazione.

La nonviolenza e' nemica dell'ottundimento.

La nonviolenza e' nemica delle tetragone certezze e degli indefettibili comandi.

La nonviolenza non e' mai ovvia, non e' mai facile.

Ogni persona deve inventarla per se'.

La nonviolenza non e' la salvezza: e' la via della lotta per la salvezza comune.

La nonviolenza non e' mai quel che se ne dice, ma sempre in nuove forme rinasce.

*

5. La trama e l'ordito

La nonviolenza e' attenersi a criteri, che sempre vanno contestualizzati.

E questi criteri possono essere detti in molti modi. Ad esempio cosi'. Alla violenza, all'ingiustizia, alla menzogna, tu opponiti sempre. Abbi a cuore di salvare le vite. Non compiere il male e' gia' l'azione giusta.

O ad esempio cosi'. Coerenza tra i mezzi e i fini. La medesima cura per le ragioni e per gli esiti. Sapere che ogni gesto e' sempre anche un esempio.

Preferire per se' stessi subire il male anziche' compierlo. A chiunque subisce ingiustizia recare soccorso.

O ad esempio cosi'. Cercare la verita'. Cercarla nella pieta'. Ove verita' non vi sia, recarla.

La nonviolenza e' attenzione al contesto, e in quel contesto recare una luce, una parola vera. Analisi concreta della situazione concreta.

Misericordia che comprende e che lotta.

*

6. I compiti dell'ora

Ove e' oppressione, e tu combatti.

Ove e' rassegnazione, e tu suscita la lotta.

Ove e' narcosi, e tu risveglia.

Ove e' vilta', e tu scuoti.

Ove e' la rotta, e tu forma il caposaldo.

Ove sono rovine, e tu riedifica.

Ove e' devastazione, e tu ripristina possibilita' di vita.

E' una frusta morale la nonviolenza, e' la voce tormentosa e insopprimibile della coscienza della propria e dell'altrui dignita'.

*

7. Timore e tremore

Tutte le scelte sono tragiche.

Tutti i saperi sono imperfetti.

Ogni esistenza e' degna.

Ogni esperienza dolorosa.

Nulla e' fatale.

Generosa e tremenda e' la vita. Tremenda e generosa.

Alla voce che ti chiama rispondi.

 

4. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, pp. XVIII + 462.

- Aldo Capitini, Scritti filosofici e religiosi, Fondazione Centro Studi Aldo Capitini, Perugia 1998, pp. XXXII + 660.

*

Riedizioni

- Gustave Flaubert, Memorie di un folle, Il sole 24 ore, Milano 2011, pp. 78, euro 2 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").

- Giovanni Sassu (a cura di), Giorgione, Skira'-Rcs, Milano 2004, 2011, pp. 192, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

 

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

6. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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