Voci e volti della nonviolenza. 400
- Subject: Voci e volti della nonviolenza. 400
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- Date: Thu, 18 Aug 2011 06:54:56 +0200 (CEST)
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 400 del 18 agosto 2011
In questo numero:
1. Mao Valpiana: Ogni essere vivente
2. Sette domande a Gino Buratti
3. Sei domande a Luigi De Salvia
4. Sette domande a Gabriele De Veris
5. Sette domande a Claudia Fanti
6. Sette domande a Simonetta Saliera
7. Tre domande a Carlo Schaerf
8. Sette domande ad Aluisi Tosolini
9. Sette domande a Franco Zunino
1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: OGNI ESSERE VIVENTE
[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]
Il popolo della pace si mettera' in cammino, sulle orme di Aldo Capitini. Ci saranno anche bambine e bambini, e pure gli animali accompagneranno questo popolo.
La "liberazione" nonviolenta, nel pensiero capitiniano, riguarda adulti e fanciulli, ed ogni essere vivente. Tutti marceranno insieme.
2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A GINO BURATTI
[Ringraziamo Gino Buratti (per contatti: buragino at tin.it) per questa intervista.
Gino Buratti, nato a Massa il 27 gennaio 1957, responsabile dell'Ufficio di statistica della Prefettura di Massa Carrara, da sempre in prima linea nell'ambito dell'impegno per la solidarieta', la cittadinanza attiva e la nonviolenza. E' stato obiettore di coscienza, membro e fondatore dell'Associazione Volontari Ascolto e Accoglienza, di cui segue il centro di ascolto e la casa di accoglienza per persone senza fissa dimora. Autore del libro Volonta' e resistenza: venti anni di volontariato, edito da Transeuropa, nel quale rileggendo la storia dell'Associazione Avaa, sviluppa anche una riflessione sulle potenzialita' e le criticita' del volontariato come soggetto della trasformazione. Ha partecipato alla nascita dell'Accademia Apuana della Pace (Aadp), di cui è stato animatore e portavoce. Attualmente all'interno dell'Aadp cura, insieme ad un gruppo di redazione, i servizi di "in-formazione": il sito (www.addp.it) e il notiziario settimanale, che viene inviato per posta elettronica da cinque anni a chiunque ne faccia richiesta. Si veda anche l'ampia intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 252]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Gino Buratti: Avere suscitato e mantenuto l'attenzione sulla cultura di pace e sulla nonviolenza. Come dice Anna Bravo, aver fatto vivere il pensiero che "si puo'", che la pace e la nonviolenza sono sentieri non solo percorribili, ma obbligatori direi per costruire un sistema altro di relazioni internazionali, economiche, ambientali, sociali fondate sulla giustizia e sulla solidarieta'.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Gino Buratti: Nel rileggere e riattualizzare il pensiero di Capitini credo che sara' necessario e ineludibile porre al centro il problema delle guerre nelle quali come Italia siamo impegnate a dispetto dell'art. 11 della Costituzione (Afghanistan, Libia...), facendosi carico di riaffermare con forza la possibilita' di un progetto altro per far fronte ai conflitti nazionali e internazionali (Corpi Civili di Pace, Centri di gestione dei conflitti...). Inoltre, dinanzi a questa crisi economica e alle soluzioni messe in atto che amplificano il divario tra paesi ricchi e paesi poveri, dilatando la forbice della disuguaglianza, e' necessario porre nell'agenda della marcia la necessita' di un percorso alternativo a quello messo in campo dai poteri forti, affinche' la crisi sia l'opportunita' per ridisegnare un altro mondo possibile.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Gino Buratti: Da un lato esiste, in maniera piu' o meno consapevole, un bisogno di azione nonviolenta per fronteggiare la violenza di questa crisi e della situazione. Dall'altra, come anche l'attuale esperienza No-Tav richiama, esiste la necessita' di elaborazioni, di formazione e pratiche sempre nuove di azioni nonviolente, che siano in grado di fronteggiare le scelte e le reazioni violente del sistema e quella violenza presente in molte delle nostre culture. Il limite che osservo e' quello di essere ridotta a nicchia, e non a pratica quotidiana di azione politica, sociale e personale, perdendo cosi' la possibilita' di indicare un percorso praticabile di lotta, di trasformazione nonviolenta, di cittadinanza attiva che sia capace di "contagiare" la politica, sottraendo la nonviolenza a quella semplice icona e aspirazione ideale nella quale viene spesso relegata.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Gino Buratti: Puo' davvero svolgere il ruolo di motore e animatore della realizzazione di una rete dei molti movimenti e associazioni dell'arcipelago nonviolento, per riuscire a fare sistema e diventare un vettore significativo, e non di nicchia, di una cultura alternativa e democratica, centrata su tutto quello che nonviolenza significa.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Gino Buratti: Le rivoluzioni del Mediterraneo, che molto possono insegnare a noi occidentali, i risultati referendari, il movimento No-Tav, con la necessita' davvero di reinventare nuove pratiche nonviolente per contrastare la violenza del potere e di alcune frange minoritarie.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Gino Buratti: Nell'elaborare un pensiero ed un progetto nonviolento dentro la crisi economica che stiamo vivendo, che sempre di piu' schiaccia gli ultimi. Nello sviluppare un progetto politico concreto e praticabile di gestione nonviolenta dei conflitti internazionali da proporre come alternativo alle soluzioni che di volta in volta, sulla spinta dell'emergenza, la cultura militare ripropone. Nello sviluppare una pratica di democrazia reale e partecipativa altra rispetto alle pratiche quotidiane delle forze politiche che non mettono in discussione niente del loro potere. Cio' significa anche proporre una cultura altra rispetto a quella di questo ultimo ventennio: il ruolo e il significato della scuola e della formazione pubblica, dei servizi pubblici essenziali, dei beni comuni...
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Gino Buratti: Inviterei ad una lettura attenta delle risposte violente che in questi ultimi cinquant'anni sono state scelte e messe in campo, per comprendere che, proprio il fallimento di quelle, che spesso non sono riuscite a dare soluzione alta ai problemi, e' un monito a cercare una strada diversa. Questa strada e' la nonviolenza, che ovviamente richiede risorse, studi, formazione, tempi; e che non e' semplicemente una tecnica, ma e' un'idea stessa di agire politico, di pratica di solidarieta', di senso di giustizia, di bisogno di equita': tra le persone, tra gli stati, con l'ambiente; capacita' di ascolto, riconoscimento dell'altro, coscienza della parzialita', dubbio...
3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SEI DOMANDE A LUIGI DE SALVIA
[Ringraziamo Luigi De Salvia (per contatti: luigidesalvia at virgilio.it) per questa intervista.
Luigi De Salvia e' segretario generale della sezione italiana di "Religions for Peace". "Nato in San Severo (Foggia) il 23 ottobre 1948, cresciuto nella citta' di Roma, dove il 30 novembre 1972 mi sono laureato in medicina e chirurgia, specializzandomi poi in Oftalmologia; il grosso della mia carriera ospedaliera si e' svolto presso l'Ospedale Oftalmico di Roma (Asl Roma E). Negli ultimi dodici anni mi sono dedicato anche alla ricerca spirituale e religiosa, in risposta ad interrogativi da sempre presenti e diventati ancora piu' importanti per le esperienze di vita e professionali. Nel 2002 ho ottenuto il diploma in Cultura Teologica. Dal 2003 sono stato coinvolto in esperienze di dialogo interreligioso e nel febbraio 2007 sono stato eletto segretario generale della sezione italiana di "Religions for Peace"; nel novembre 2009 sono stato rieletto per un secondo biennio. Nel 2008 ho fondato con colleghi di varie tradizioni l'associazione "Ascoltare le sofferenze" per la cooperazione interreligiosa in medicina. Nel maggio 2010 ho svolto la funzione di coordinatore della Conferenza internazionale "Religioni, culture e diritti umani: un rapporto complesso in evoluzione", che si e' tenuto presso il Ministero degli Affari Esteri in Roma. Dal febbraio 2010 sono impegnato in un progetto per l'accoglienza delle specificita' religiose e culturali nelle strutture sanitarie, che si sta concretizzando in una esperienza pilota presso l'ospedale Santo Spirito di Roma (Asl Roma E)"]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Luigi De Salvia: L'aver posto, come riferimento, l'orizzonte di Assisi a persone religiose e non religiose; ovvero della citta' simbolo di un uomo, Francesco, che, deluso dalla guerra, ha trovato la sua liberazione nel disarmo intimo, che gli ha fatto percepire anche il "lupo", l'aggressore pericoloso per eccellenza nell'immaginario comune, come vittima a sua volta spaventata e resa ostile dalla fame.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Luigi De Salvia: Spero che sara' caratterizzata da un atteggiamento di rispetto verso tutte le parti coinvolte in conflitti e l'impegno verso iniziative di riconciliazione da parte di chi ha la "fortuna" di trovarsi in situazioni piu' favorevoli o comunque meno difficili; questo non per "altruismo" volontaristico, ma per giustizia, ovvero per responsabilita' condivisa verso il bene comune, a livello locale e globale.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Luigi De Salvia: E' piuttosto disomogeneo, ma credo che rimanga da affrontare il nodo fondamentale di come conciliare l'azione di prevenzione e contenimento della violenza con una visione realistica e non demonizzante di chi (e tra questi noi stessi che, in quanto persone come le altre, non ne siamo immuni a priori) la pratica.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Luigi De Salvia: Riesaminare le ragioni piu' profonde della violenza, prendendo atto dell'insicurezza costitutiva dell'esistenza umana che molto verosimilmente la genera (la paura per il futuro mi puo' spingere ad accumulare il piu' possibile per me; la paura per il futuro mi puo' spingere al "giusto" esproprio rivoluzionario ed all'eliminazione o sottomissione ed emarginazione violenta dei colpevoli di accumulazione; questo potrebbe valere anche per le "appropriazioni" culturali e religiose...).
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Luigi De Salvia: Sinceramente penso ad un impegno permanente, che dovrebbe consistere nell'affinare la capacita' di ascolto e di osservazione delle relazioni critiche, potenzialmente distruttive, tra persone, comunita' e popoli, ed individuare possibili vie di riconciliazione, senza scivolare nell'illusione di soluzioni definitive. Conosciamo le terribili conseguenze di regimi religiosi od antireligiosi che hanno pensato di costruire la "pace" e la stabilita' "per sempre" eliminando brutalmente contraddizioni e dissensi. Questo rischio, a mio avviso, e' sempre presente ed e' quasi "fisiologico". Il pluralismo e' la sfida piu' impegnativa; non basta volerlo. Per Caino e' stato impossibile tollerare Abele; ma quello che chiamiamo Dio, perche' ogni denominazione sarebbe comunque inappropriata ed abusiva, invece di "fulminarlo" all'istante, ha provato ad interpellarlo sul destino di suo fratello...
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Luigi De Salvia: Direi che e' il tentativo saggio di risolvere i conflitti attraverso la conversazione, magari difficile, ed il compromesso e non attraverso la distruzione dell'altro, del quale, guardando bene dentro di noi, possiamo intuire le paure ed i possibili "passi falsi" conseguenti, che ce lo hanno fatto odiare. La nonviolenza puo' basarsi sulla consapevolezza che la guerra costa moltissimo (prima, durante e dopo) ma non ci da' la felicità che promette, una volta eliminato il nemico; ciononostante, la guerra e' la reazione piu' "naturale" alla percezione di minaccia ed al bisogno di sottomettere per non essere sottomessi. Forse solo lo sport, tra le espressioni della civilizzazione umana, ha rappresentato un'alternativa efficace a questo bisogno di sottometterci a vicenda.
4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A GABRIELE DE VERIS
[Ringraziamo Gabriele De Veris (per contatti: gdeveris at gmail.com) per questa intervista.
Gabriele De Veris e' nato a Genova, vive e lavora a Perugia come bibliotecario presso la biblioteca comunale Augusta, dove sono custodite molte opere donate da Aldo Capitini. Dal 2008 e' presidente della sezione Umbria dell'Associazione Italiana Biblioteche. Obiettore di coscienza, e' stato attivo per molti anni nel movimento scout e ha partecipato dagli anni Novanta alla preparazione della marcia Perugia Assisi. E' una delle figure piu' conosciute e stimate dell'impegno per la pace e la nonviolenza in Italia; ha organizzato un centro di documentazione su pace e nonviolenza]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Gabriele De Veris: La partecipazione. La presenza delle persone, delle associazioni, della societa' in molte delle sue componenti, anche politiche o sindacali. La presenza di differenti generazioni e negli ultimi vent'anni anche di differenti culture. Credo che la partecipazione sia uno dei desideri espressi da Capitini prima e dopo la marcia del 1961. In fondo, se guardiamo alla nostra tribolata storia repubblicana, si tratta di un'occasione rara, una ricchezza spesso ignorata.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Gabriele De Veris: Ci sara' sicuramente il ricordo del cinquantenario della prima Marcia. Credo che molte cose possano essere scoperte e raccontate con voce nuova, specialmente oggi che siamo cosi' immersi nella Rete e abbiamo la possibilita' di comunicare e organizzare eventi in un modo che Capitini non si sarebbe mai immaginato. Il fatto che sia riuscito a dar vita a un sogno attraverso tanta volonta', pochi amici e pochissimi mezzi e' un insegnamento che dovrebbe scrollarci di dosso il senso di impotenza di fronte alle catastrofi economiche, ambientali, politiche, e di fronte alle nuove guerre. Forse il senso di questa marcia si capira' poco prima di partire, oppure poco dopo. Personalmente mi piacerebbe che ritrovassimo il coraggio di costruire il sogno della pace, specialmente con i giovani.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Gabriele De Veris: Sinceramente non saprei dare una risposta. Da qualche anno sono impegnato a tempo pieno nel mondo delle biblioteche (sono un bibliotecario), e i miei legami con la nonviolenza, il pacifismo, il volontariato si sono allentati. Non sono interrotti - le biblioteche e i bibliotecari hanno molti legami con la costruzione della pace - ma non sono in grado di dare una risposta adeguata. Posso dire che forse rispetto a qualche anno fa - diciamo fino al 2005 - la voce della nonviolenza si e' un po' appannata, e' tornata un po' sotterranea, quasi fosse un fenomeno carsico.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Gabriele De Veris: Dare coraggio alle persone, creare occasioni di incontro, di ascolto, di scambio. Lasciar perdere la rabbia, la rassegnazione, il senso di "impotenza acquisita" (cito a memoria Lennart Parknas). Offrire prospettive nuove, trovare nuovi compagni di strada. Abbiamo visto che le tragicommedie agostane, i governi mondiali con il fiato sospeso per una A in piu' o in meno, le conseguenze sulla pelle di milioni di persone, confermano il fallimento di un modello e di un sistema che associazioni e movimenti avevano ben chiaro almeno dal 1997 (vogliamo ricordare la Perugia-Assisi "Economia di giustizia" del 1997, i Bilanci di giustizia, le campagne per il disarmo, banca e finanza etica...). Occorrerebbe riuscire a fare "massa critica", dopo essere stati a lungo profeti che gridano nel deserto. Qui c'e' un po' di critica e autocritica, anche le associazioni e i movimenti spesso scontano gelosie, personalismi, primedonne e primiuomini... Occorre anche formare le persone a una cittadinanza nuova, partecipata, consapevole e responsabile. Non rincorriamo i partiti (o le scatole vuote che ormai sono), perche' non c'e' molto da attendersi da chi ha propugnato modelli, stili e valori distruttivi. Infine: va bene Internet e tutti i suoi strumenti, ma occorre infine incontrarsi, tra persone.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Gabriele De Veris: Le sollevazioni in Africa, piu' evidenti, e con esiti purtroppo anche sanguinosi. Le sane contestazioni alla Tav. I referendum. Mi ha colpito anche una storia di noncollaborazione e nonmenzogna: una poliziotta francese, che ha denunciato in un libro abusi e violenze della polizia verso gli immigrati, e per questo e' stata licenziata.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Gabriele De Veris: Un'attenzione nonviolenta alla finanziaria e ai suoi sviluppi spesso nascosti. Fare un proposta seria, rigorosa e sostenibile di economia a misura d'uomo: una proposta il piu' possibile partecipata e internazionale. Organizzare in ogni citta', paese ecc. almeno un'occasione di incontro con le persone per ascoltare (spesso parliamo senza saper ascoltare, abbiamo gia' le formulette pronte...) e capire. Qualcosa sullo stile dei Cos, probabilmente, dove le persone sentano di poter essere ascoltate e poter contribuire a fare qualcosa.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Gabriele De Veris: Da bibliotecario, posso consigliare libri, far conoscere persone e fatti, dare informazioni, ma - da bibliotecario - senza la pretesa o l'ansia di dare "la" risposta giusta. Offrirei alcune strade da percorrere, persone e associazioni. Magari inizierei a raccontare qualcosa della mia vita.
5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A CLAUDIA FANTI
[Ringraziamo Claudia Fanti (per contatti: claudia at adista.it) per questa intervista.
Claudia Fanti, da anni redattrice dell'agenzia di informazione "Adista", e' specialista dei movimenti ecclesiali e sociali dell'America Latina e membro del Comitato direttivo dell'associazione Amig@s Movimento Sem Terra - Italia. Autrice di numerosi articoli e saggi e', tra l'altro, coautrice di Brasile al bivio. La scommessa di Lula presidente operaio (Paoline, 2004) e di America Latina: il protagonismo de los de abajo (Massari Editore, 2007); curatrice, insieme a Marinella Correggia, del libro L'alba dell'avvenire. Socialismo del XXI secolo e modelli di civilta' dal Venezuela e dall'America Latina (Punto Rosso, 2007) e autrice del libro El Salvador, il vangelo secondo gli insorti. Monsignor Romero e i movimenti popolari rivoluzionari (Sankara, 2007)]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Claudia Fanti: Quello di aver segnato per l'Italia una data fondamentale sulla via maestra della nonviolenza, mostrando, come evidenziato da Aldo Capitini, "che il pacifismo, che la nonviolenza, non sono inerte e passiva accettazione dei mali esistenti, ma sono attivi e in lotta, con un proprio metodo che non lascia un momento di sosta nella solidarieta' che suscita e nelle noncollaborazioni, nelle proteste, nelle denunce aperte".
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la Marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Mi auguro che a caratterizzarla sia una rinnovata consapevolezza, dopo la vittoria ai referendum dello scorso giugno, che non siamo destinati a un'eterna sconfitta. Che, lottando, si puo'. E che oggi sia piu' necessario che mai un salto di qualita', cioe' un innalzamento del livello di radicalita' della lotta nonviolenta, seguendo l'esempio delle rivolte del mondo arabo e di quelle che hanno luogo anche in Italia, dalla Val di Susa a Vicenza fino a Pomigliano e Mirafiori. Ma dovrebbe caratterizzarla anche un forte senso di autocritica per la sconcertante passivita' mostrata di fronte alla guerra in Libia - segno di una preoccupante assuefazione nei confronti delle ripetute violazioni dell'art. 11 della nostra Costituzione -, e per l'incapacita' di assediare realmente il castello di bugie costruito dal potere.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Claudia Fanti: La lotta della Fiom, quelle contro la Tav, contro la base militare Usa di Vicenza, quelle per l'acqua pubblica ecc. stanno a indicare che molto e' stato fatto. Ma tanto, troppo, resta ancora da fare, in particolare di fronte ai micidiali effetti collaterali della crisi sistemica del capitalismo mondiale. Il movimento nonviolento e' ora chiamato davvero a compiere una svolta in termini di radicalita'.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Claudia Fanti: Combattere la menzogna, e quella forma assai comune di menzogna che e' l'occultamento della verita', lasciando da parte ogni prudenza diplomatica e chiamando le cose con il loro nome, insegnando che la guerra e' guerra, e basta, che lo sfruttamento e' sfruttamento, che l'ingiustizia e' ingiustizia. E che scendere a patti non e' piu' possibile.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Claudia Fanti: Oltre a quelli gia' ricordati, porrei l'accento, per quanto riguarda l'Italia, sulla prodigiosa mobilitazione referendaria contro il nucleare e a favore dell'acqua pubblica e sulle iniziative dei cittadini di Napoli rispetto al problema ai rifiuti e, per quanto riguarda il resto del mondo, sulle lotte dei popoli indigeni a favore del buen vivir e contro le grandi dighe e le miniere a cielo aperto, dalla Patagonia all'Amazzonia brasiliana, dal Peru' al Guatemala; sulla resistenza del popolo honduregno contro il regime nato dal golpe del 2009; sulla protesta degli studenti cileni contro la riforma dell'educazione; sulle innumerevoli forme di resistenza nonviolenta contro l'occupazione israeliana in Palestina: i comitati popolari palestinesi in lotta contro il Muro; i "combattenti per la pace", costituiti da ex soldati israeliani che non vogliono combattere e da ex militanti palestinesi usciti dal carcere; i gruppi di acquisto israeliani che vanno nei villaggi palestinesi a comprare la frutta e la verdura che i contadini non possono piu' vendere in Israele; i partecipanti al progetto "Beautiful resistance", nato in uno dei campi profughi di Betlemme come forma di resistenza attraverso l'arte; i Rabbini per l'Ulivo, che, dopo l'abbattimento di mezzo milione di ulivi, hanno raccolto soldi perche' i palestinesi potessero comprare nuove piantine ecc.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Claudia Fanti: Premesso che la lotta che fa da sfondo ad ogni iniziativa specifica e' contro quella malattia della terra che si chiama capitalismo e, piu' in generale ancora, contro l'attuale modello di civilta', indicherei come prioritarie le iniziative a favore dell'occupazione e quelle in difesa dell'ambiente e dei beni comuni, due emergenze che vanno affrontate necessariamente insieme. Perche', come ricorda Evo Morales, la nostra missione nel mondo e' vigilare sui diritti non solo degli esseri umani, ma anche della Madre Terra e di tutti gli esseri viventi.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Claudia Fanti: Risponderei, con le parole di Aldo Capitini, che la nonviolenza "e' una scelta di un modo di pensare e di agire che non sia oppressione o distruzione di qualsiasi essere vivente, in particolare di esseri umani". E che presuppone una ricerca ostinata della verita'. Non di "qualunque verita'", come ci ricorda il teologo Jon Sobrino, ma di "quella che onora poveri e vittime", quella verita' che "e' a favore dei poveri, che spesso hanno solo questa a loro favore". La verita', dunque, nella prospettiva degli oppressi, che siano persone, territori devastati dagli interessi del capitale o l'intera comunita' di vita planetaria. Ci si accosta prestando ascolto al grido dei poveri e al grido della terra, in mezzo al vociare menzognero del potere e dei servi del potere, e cercando di farlo proprio quel grido, in modo da lasciarsene condizionare in misura sempre piu' completa e profonda.
6. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A SIMONETTA SALIERA
[Ringraziamo Simonetta Saliera (per contatti: vicepresid at regione.emilia-romagna.it) per questa intervista.
Simonetta Saliera e' vicepresidente della Regione Emilia-Romagna ed assessora a Finanze, Europa, Cooperazione con il sistema delle autonomie, Valorizzazione della montagna, Regolazione dei servizi pubblici locali, Semplificazione e trasparenza, Politiche per la sicurezza. E' nata a Pianoro (Bologna) nel 1956, dove vive con il marito e il figlio. Ha lavorato dal 1980 come dipendente dell'Unione Montana Valli Savena-Idice. A Pianoro e' stata consigliera comunale (dal 1985), poi assessore ai Servizi sociali, Sanita', Casa (dal 1987), assessore all'Urbanistica e Bilancio (dal 1995 al 1999) e sindaco (dapprima dal 1990 al 1995, e poi successivamente dal 1999 al 2009). Dal 2004 al 2009 e' componente dell'Ufficio di presidenza di "Avviso Pubblico", associazione di Enti locali e regionali contro le mafie. Da luglio 2009 a febbraio 2010 e' stata assessore alla Mobilita' e infrastrutture del Comune di Bologna]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Simonetta Saliera: Aver affermato la cultura della pace e della nonviolenza, aver insegnato alle persone che il ricorso alla forza bruta non e' mai la via migliore per risolvere le controversie tra i popoli. Il problema della guerra e' che viene spesso percepita e presentata come ineluttabile, salvo poi accorgersi che le guerre producono piu' macerie di quelle che c'erano quando sono iniziate. La cultura della pace e della nonviolenza e' proprio l'opposto: la ragione dell'uomo contro gli interessi della guerra.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Simonetta Saliera: Proseguire in questo cammino: c'e' ancora molto da fare, anche nei confini prossimi del nostro Paese. Non dobbiamo assefuarci, non dobbiamo dire "tanto e' cosi'". E' impensabile sentire al tg di stragi e bombardamenti e fare come se nulla fosse.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Simonetta Saliera: Dobbiamo ripartire da noi stessi: dalla situazione delle nostre carceri dove la violenza, causa sovraffollamento, e' ormai condizione psicologica quotidiana; al tasso di tensione sempre piu' forte che c'e' nelle nostre comunita' e che la crisi economica e le sciagurate politiche del governo rischiano di incrementare. Non dobbiamo arrenderci.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Simonetta Saliera: Fare cultura, la cultura della pace e della nonviolenza. Vedete, per molti decenni, dopo la seconda guerra mondiale, la parola guerra era aborrita, faceva paura. Dal 1991 in poi, guerra del Golfo numero uno, a fianco della parola guerra si sono messi molti aggettivi: intelligente, giusta, umanitaria, per la civilta', ecc. Come dice un vecchio partigiano di Bologna, Francesco Berti Arnoaldi Veli, ogni volta che alla parola guerra si affianca un aggettivo e' per renderne meno chiara la violenza. E questo e' un male. Cosi' facendo si "sdogana" la violenza perche' si tende a giustificarla.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Simonetta Saliera: La marcia Perugia-Assisi, i convegni legati ai temi della pace, le manifestazioni e le iniziative sul territorio.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Simonetta Saliera: Le stesse; non ci si deve fermare, ma sempre andare avanti.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Simonetta Saliera: Leggete Aldo Capitini e ricordatevi che, come diceva Achille Ardigo', i diritti dei deboli non devono mai diventare diritti deboli e che la vita di un uomo non deve mai valere meno di un barile di petrolio.
7. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. TRE DOMANDE A CARLO SCHAERF
[Ringraziamo Carlo Schaerf (per contatti: Carlo.Schaerf at roma2.infn.it) per questa intervista.
Carlo Schaerf, prestigioso scienziato da sempre impegnato per la pace e il disarmo, e' professore al Dipartimento di Fisica dell'Universita' di Roma "Tor Vergata"; e' autore di oltre cento articoli scientifici ed ha curato dieci volumi su argomenti di fisica; nel 1966 insieme a Carlo Amaldi ha fondato l'Isodarco - International School on Disarmament and Research on Conflicts (sito: www.isodarco.it); sul disarmo ha curato quindici volumi]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Carlo Schaerf: Modesto.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Carlo Schaerf: Dovrebbe insegnare le tecniche della nonviolenza.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Carlo Schaerf: I conflitti sociali. Dopo gli eventi inglesi dobbiamo essere in grado di affrontare i problemi imposti dal crescente disagio sociale.
8. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE AD ALUISI TOSOLINI
[Ringraziamo Aluisi Tosolini (per contatti: altoso at tin.it) per questa intervista.
Aluisi Tosolini, filosofo, pedagogista, dirigente scolastico, docente universitario, saggista, e' nato a Tricesimo (Ud) nel 1959, laureato in Pedagogia a Parma, perfezionamento in Comunicazione multimediale e didattica a Ferrara; ha inoltre studiato Sociologia a Urbino e Teologia a Parma. Tra gli incarichi istituzionali e' stato membro del Comitato Paritetico tra Ministero della Pubblica Istruzione e Coordinamento Enti Locali per la Pace per la gestione del protocollo di intesa tra Ministero ed e Enti Locali per la Pace; membro della Commissione del Ministero della Pubblica Istruzione per le problematiche dell'educazione interculturale; membro del Gruppo operativo tecnico-scientifico a supporto della Commissione Nazionale Educazione Interculturale del Ministero. Ha insegnato sociologia (visiting professor) presso diversi Istituto Teologici affiliati a Universita' Pontificie, e Didattica come docente a contratto presso la Sss dell'Universita' di Parma e la Facolta' di Scienze della Formazione dell'Universita' Cattolica a Piacenza. Collabora con la rivista quindicinale "La tecnica della scuola" di Catania; con la rivista mensile Cem Mondialita'" (mensile di educazione interculturale); con le riviste "Scuola italiana moderna" e "Scuola e didattica" della casa editrice La Scuola di Brescia; con il settimanale diocesano di Parma "Vita Nuova". Dal 1982 al giugno 1990 e' stato condirettore della rivista mensile "Missione Oggi" edita dai Missionari Saveriani di Parma e successivamente ha fondato e diretto la rivista "AlfaZeta". Ha al suo attivo una pluralita' di pubblicazioni sia come autore che come coautore e/o curatore per diverse case editrici italiane. Le pubblicazioni riguardano sostanzialmente tre diversi ambiti di ricerca: pubblicazioni di ambito pedagogico-didattico; pubblicazioni inerenti problematiche geopolitiche; pubblicazioni multimediali e progettazione, gestione direzione scientifica di percorsi e-learning (pubblicazioni su Cd o iper-testi o percorsi di apprendimento on line in modalita' e-learning). E' stato tra gli autori dei corsi di formazione realizzati e trasmessi da "Rai Educational" sull'educazione interculturale]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Aluisi Tosolini: Il mantenere accesa l'attenzione sulla possibilita' stessa della pace come frutto della nonviolenza e della giustizia piuttosto che come assenza di guerra. Si tratta di un aspetto che ha trovato una serie di significative chiarificazioni mediante le diverse aggettivazioni e titolazioni delle diverse marce in questi anni.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Aluisi Tosolini: Io credo che oltre al ricordo/celebrazione dei 50 anni, la presenza dei giovani sia cio' che maggiormente caratterizzera' la marcia di questo anno. Gli stessi giovani che nei due giorni antecedenti il 25 settembre si incontreranno a ragionare di futuro al meeting dei "1000 giovani per la pace".
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Aluisi Tosolini: Per quello che capisco mi pare che la nonviolenza oggi in italia faccia piu' fatica rispetto ad alcuni anni fa ad essere tematizzata ed assunta come reale pratica di azione politica. La guerra come fatto totale e' tornata ad essere pensabile, e' rientrata tra gli orizzonti del pensiero comune. Non e' stata espulsa dalla storia. In parte ha cambiato nome ed in parte ha dimostrato che potrebbe giocare un'azione di difesa di interessi e stili di vita a cui pochi vogliono in realta' rinunciare. Cosi', anche se a parole nessuno vuole la guerra, essa e' tornata ad essere pensata come una possibilita' reale. Uno strumetno come un altro per fare politica, per difendere i propri interessi, per interagire con altri.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Aluisi Tosolini: Ribadire in tutti i modi che la guerra deve essere espulsa dalla storia. E che esistono altri strumenti per realizzare cio' che la guerra promette senza in alcun modo mantenere. E' qui che si riallacciano tutti i diversi impegni che coniugano pace, nonviolenza, diritti, legalita', responsabilita', giustizia, liberta': le parole che da alcuni anni fanno da sfondo alla marcia della pace.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Aluisi Tosolini: Le lotte di quanti coniugano in maniera coerente mezzi e fini. Tra queste citerei l'impegno interculturale di moltissime istituzioni, in primo luogo scuole; la lotta contro l'illegalita' e le mafie condotta da Libera; i molti tentativi di diversa amministrazione pubblica realizzati dai cosiddetti Comuni Virtuosi.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Aluisi Tosolini: La giustizia sociale come responsabilita' nei confronti di tutti i cittadini a livello globale. La critica della crescita come unico strumento per uscire dalla crisi economico-finanziaria globale.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Aluisi Tosolini: La inviterei a leggere Teoria e pratica della nonviolenza di Gandhi (Einaudi) e la splendida introduzione di Giuliano Pontara. Ricordo ancora con commozione il momento in cui, giovane studente di filosofia, iniziai la lettura di quel libro. Dovessi dire cosa e' ricorrerei a due parole, alla gandhiana Satyagraha, con annesso ragionamento sul rapporto mezzi-fini, ed ad Omnicrazia di Aldo Capitini. Una riflessione sulle sfide della democrazia nel tempo globale.
9. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A FRANCO ZUNINO
[Ringraziamo Franco Zunino (per contatti: fuser54 at libero.it) per questa intervista.
Franco Zunino, 57 anni, lavora quale ingegnere civile presso il Comune di Celle Ligure. Pacifista ed ambientalista, ha svolto il servizio civile, quale obiettore di coscienza, tra febbraio 1980 e settembre 1981. E' stato coordinatore regionale della Lega Obiettori di Coscienza (Loc) e dopo le esperienze dei Comitati per la Pace, durante il periodo delle lotte contro gli euromissili, ha fatto parte del Consiglio nazionale dell'Associazione per la Pace, dalla sua nascita fino alla meta' degli anni '90. E' da molti anni obiettore di coscienza alle spese militari. Negli anni a cavallo del 1990 si e' occupato di cooperazione decentrata, soprattutto in Centro America, Palestina e Kurdistan, in particolare con Arci Cultura e Sviluppo della Liguria, di cui e' stato vicepresidente e con le Associazioni Italia-Nicaragua e Italia-Cuba. Ha partecipato tra l'altro alla manifestazione pacifista attorno alle mura di Gerusalemme "Time for Peace" nel gennaio del 1990 ed e' stato coordinatore regionale della campagna d'affidamento a distanza dei bambini palestinesi "Salaam ragazzi dell'olivo". Nel 1999 ha fatto parte della delegazione internazionale presente in Turchia in occasione del processo ad Ocalan, dopo aver preso parte ad un viaggio di solidarieta' in Kurdistan alcuni anni prima. Nel 1990 e' stato eletto, come indipendente, consigliere comunale a Savona: carica che ricopre anche attualmente dopo le recenti elezioni dello scorso maggio. Ha ricoperto altresi' la carica di Assessore regionale all'Ambiente dal 2005 al 2010 e di Presidente del Consiglio della Provincia di Savona dal 2004 al 2005]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Franco Zunino: Rimarcare che la scelta per la pace e la nonviolenza e' una scelta condivisa da una moltitudine di persone. Si tratta infatti di un evento periodico significativo e altamente simbolico che fa incontrare, anche in modo gioioso, persone di cultura ed eta' diverse che hanno comunque consapevolmente deciso d'intraprendere un percorso comune di pace e nonviolenza.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Franco Zunino: Mi pare essenzialmente una riflessione sui 50 anni della Perugia-Assisi e sulla figura di Aldo Capitini. Il ricordo di Capitini riporta peraltro anche ad una riflessione piu' complessiva sui "padri" della nonviolenza in Italia e su quanto la stessa pratica della nonviolenza sia stata in grado o meno di "contaminare" la vita politica e sociale del nostro Paese, soprattutto in una determinata fase storica. Una riflessione che, giustamente, viene rivolta essenzialmente alle nuove generazioni.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Franco Zunino: Difficile, almeno dal mio punto di vista, dare un giudizio sullo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia. Mi pare che il tema e la pratica della nonviolenza siano piuttosto oscurate, tenute sommerse, nel nostro Paese, lasciate quasi esclusivamente a scelte e pratiche personali. La tensione etica e politica, ad esempio, degli anni che avevano preceduto e poi immediatamente seguito la promulgazione della normativa relativa all'obiezione di coscienza al servizio militare, sembra essersi disciolta come neve al sole, cosi' come la scelta dell'obiezione di coscienza alle spese militari appare ormai destinata ad essere residuale e a consumarsi nel tempo.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Franco Zunino: Credo possano avere ancora un ruolo importante proprio, a mio avviso, per ricollegare scelte e pratiche nonviolente nel nostro Paese e rimettere al centro dei temi della societa' e della politica (cioe' del dibattito politico e sociale) la costruzione di un futuro sostenibile per il nostro pianeta. Un futuro che per essere sostenibile non puo' che puntare su un modello che metta al centro il riconoscimento del limite delle risorse del pianeta e la necessita' di preservarne la rinnovabilita' oltre che di prevederne una equa redistribuzione: presupposti peraltro indispensabili per un mondo che voglia essere davvero pacificato.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Franco Zunino: Ritengo che la recente vittoria referendaria contro il nucleare e per la difesa dell'acqua quale "bene comune" e non semplice merce da privatizzare, sia da considerarsi una grande vittoria della pratica nonviolenta. Interessanti pratiche nonviolente, a mio avviso, sono state utilizzate, seppur molto spesso oscurate mediaticamente a favore di altre metodologie, nelle lotte territoriali, contro la Tav in Val Susa ad esempio, o per impedire la realizzazione di nuove centrali termoelettriche a carbone, con grave nocumento alla salute pubblica (ad esempio anche nella realta' dove vivo contro l'ampliamento della centrale di Vado Ligure), o ancora contro gravi inquinamenti dei suoli (mi vengono in mente le lotte in particolare delle donne in alcuni siti della Campania). A livello mondiale in alcune delle rivolte contro i regimi del Nord Africa si sono potute osservare pratiche prossime alla nonviolenza e lo stesso tema della difesa dei "beni comuni", a partire dall'acqua (ma anche la terra, a cominciare dalle foreste amazzoniche), ha accomunato lotte essenzialmente nonviolente in tutto il globo, dall'America Latina (in alcuni Stati tali lotte hanno portato addirittura a modifiche costituzionali), al Kurdistan, alla Palestina (nei cui territori prossimamente si rechera' una carovana internazionale organizzata dal Contratto mondiale dell'acqua).
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Franco Zunino: A me pare che la questione delle spese militari rimanga una questione centrale, tanto piu' in una situazione di crisi economica epocale come quella attuale. Si parla fin troppo spesso della necessita' di ridurre la spesa pubblica: pensare di tagliare ulteriormente le spese sociali, sanitarie, quelle destinate all'istruzione e alla cultura, gli stipendi e le pensioni (come fa anche e drammaticamente l'ultima manovra governativa), anziche' aggredire in primo luogo le spese militari, fuoriuscendo immediatamente dagli scenari di guerra in cui il nostro Paese si e' cacciato, in sfregio all'art. 11 della Costituzione, e' a mio avviso criminale.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Franco Zunino: Direi piu' o meno cosi': la nonviolenza e' quella scelta consapevole di vita, da rinnovare continuamente nel tempo, che t'impegna a non accettare le ingiustizie e t'invita pressantemente ad intervenire con le tue possibilita' e capacita' e assieme ad altri per cambiare, utilizzando mezzi che non riproducano quei meccanismi di sopraffazione e violenza che stanno alla base dell'iniquita' e dell'ingiustizia presenti.
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Numero 400 del 18 agosto 2011
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