Telegrammi. 652
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- Date: Fri, 19 Aug 2011 00:16:57 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 652 del 19 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Claudia Bernacchi e Alberto Trevisan: Per Marco Baleani
2. Piercarlo Racca: Per Marco Baleani
3. Marco Baleani: Il legame profondo che unisce tutti gli esseri
4. Sette domande ad Antonio Bitti
5. Sette domande a Giovanni Mandorino
6. Sette domande a Leoluca Orlando
7. Sette domande a Simone Pettirossi
8. Si e' svolto il 16 agosto a Viterbo un incontro di studio sulla nonviolenza oggi in Italia
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. LUTTI. CLAUDIA BERNACCHI E ALBERTO TREVISAN: PER MARCO BALEANI
[Ringraziamo Claudia Bernacchi e Alberto Trevisan (per contatti: trevisanalberto at libero.it) per questo ricordo]
La notizia della scomparsa di Marco ci lascia attoniti.
Abbiamo ancora vivo il ricordo della presenza cosi' affettuosa e partecipata di Marco, Paola e Giovanni alle giornate del Congresso a Brescia con cui abbiamo condiviso dei momenti molto intensi di profonda fraternita' non solo confrontandoci su temi che ci sono cari ma anche su aspetti di quotidianita' che ci accomunano. La sua presenza ai vari momenti del Movimento e' stata, infatti, caratterizzata dalla partecipazione di tutta la sua splendida famiglia.
Fra i tanti ricordi, uno in particolare: l'arrivo alla loro casa al termine della Marcia Assisi-Gubbio. Momento indimenticabile per la gioia e l'energia che ci hanno accompagnato in tutti quei giorni cosi' pensati ed organizzati con passione anche da Marco e Paola.
Non ci pare proprio un caso che la via dove abitano, sia via Dritta. Per Marco la sua vita e' stata proprio una via dritta, senza alcuna deviazione. Questa e' la ricchezza della eredita' che lascia a Paola, Benedetta e Giovanni, nonche' a tutti noi.
Il vuoto che sentiamo e' grande. Crediamo pero' che la sua testimonianza di fermezza e di coerenza con cui ha voluto vivere gioiosamente i vari momenti del nostro movimento nonviolento, ci aiutera' a proseguire nel percorso della nonviolenza.
2. LUTTI. PIERCARLO RACCA: PER MARCO BALEANI
[Ringraziamo Piercarlo Racca (per contatti: piercarlo.racca at fastwebnet.it) per questo ricordo]
La morte di Marco Baleani ci crea un grande vuoto.
Era una persona mite, l'immagine di come la gente comune vede quelle persone che si dichiarano vegetariani.
Marco e' stato l'indispensabile punto di riferimento per organizzare nel 2000 la marcia Perugia-Assisi "Mai piu' eserciti e guerre" promossa dal Movimento Nonviolento e dal Mir; e' stato l'indispensabile punto di riferimento per la camminata Assisi-Gubbio dell'anno 2003; e' stato l'indispensabile punto di riferimento per l'organizzazione del congresso del Movimento Nonviolento a Gubbio nel 2004.
Con la speranza di vincere la malattia, lo scorso anno aveva accettato con entusiasmo di avere un ruolo nella direzione del Movimento Nonviolento, ruolo che ha svolto fino all'ultimo con la proposta di iniziare la prossima marcia Perugia-Assisi con una commemorazione di Aldo Capitini al cimitero di Perugia.
Le nostre condoglianze alla moglie Paola e ai figli Benedetta e Giovanni che sempre abbiamo visto impegnati nelle nostre iniziative.
3. RIFLESSIONE. MARCO BALEANI: IL LEGAME PROFONDO CHE UNISCE TUTTI GLI ESSERI
[Per ricordarne l'autore, proponiamo questo testo inedito di Marco Baleani, inviatoci come contributo per la riflessione l'8 marzo 2011, col titolo originale "Invito a superare il contrasto tra generi"]
Nonviolenza e' sentire il legame profondo che unisce tutti gli esseri di questo mondo senza distinzioni di genere, di specie, di razza. Il rapporto che c'e' tra me e la compagna di tutta una vita e' proprio caratterizzato da questo legame: siamo due esseri viventi (non piu' uomo-donna) che hanno deciso di percorre un tratto di questa cosa che altri chiamano vita e che abbiamo affrontato, sia nel bene che nel male, condividendo ogni scelta fatta. Le nostre vite sono per cosi' dire "incastrate" tra di loro, al punto che sono superati ogni contrapposizione ed ogni motivo di scontro. Restano: unita' d'intenti, un sentire comune e la visione del mondo improntata alla nonviolenza.
Tutta questa tirata per invitare ad utilizzare questa festa per superare le contrapposizioni tra i generi, che sono cosi' forti nella societa' in cui viviamo, e per introdurre nella riflessione uno sguardo nonviolento di cui si sente fortemente la mancanza. Se puo' esserci una qualche speranza di lasciare una mondo migliore a chi verra' dopo di noi, cio' non avverra' grazie alle donne o agli uomini ma solo se ci sara' il superamento per mezzo della nonviolenza della contrapposizione tra i generi. Esseri viventi uniti dalla nonviolenza per un mondo migliore.
4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE AD ANTONIO BITTI
[Ringraziamo Antonio Bitti (per contatti: toninobitti at tiscali.it) per questa intervista.
Antonio Bitti, gia' consigliere comunale a Ladispoli dal 1998 al 2007, prima ancora presta servizio civile come obiettore di coscienza presso la Comunita' di Capodarco a Grottaferrata in una cooperativa sociale integrata. Attivo in diverse associazioni culturali e sociali. Segretario di Federazione del Prc a Civitavecchia, dal 2005 fino all'uscita dal Prc dopo il congresso del 2008. Dal 2007 al 2011, luglio scorso, ha ricoperto l'incarico di assessore alla pubblica istruzione e alla partecipazione nel Comune di Ladispoli]
- "La nonviolenza e' in cammino": Qual e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Antonio Bitti: Personalmente ne custodisco diversi, dalla marcia che venne nel 2001 dopo il G8 di Genova, e che i grandi media provarono a descrivere come possibile teatro di altri scontri. In realta' vidi quel giorno la grande risposta di un popolo a cio' che era accaduto, le risposte che quel popolo era capace di tirare fuori nel mezzo di una tra le crisi piu' pesanti che abbiamo attraversato. In quei giorni ho appreso come discernere, come distinguere, e quanto fa paura la parola, le argomentazioni. E quanto sono importanti. Un mese dall'11 settembre, dopo il luglio di Genova e tutto quello che ancora si porta dietro nell'animo di chi c'era, di chi ha visto e ancora aspetta una risposta. Li' siamo diventati adulti non volendo.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Antonio Bitti: Il cinquantesimo anniversario della Marcia per la pace Perugia-Assisi ci consente di riflettere su questa ricorrenza, tornare sulla figura e il significato di Aldo Capitini, ideatore della Perugia-Assisi, e sulla nonviolenza posta al centro della prima Marcia. E' anche un modo quest'anno per partecipare come da piu' parti detto, in modo originale, senza retoriche, alle celebrazioni dei 150 anni dell'Unita' d'Italia. Nel mezzo della piu' grande crisi economico-finaziaria dal '29, che rende attuale sempre di piu' la necessita' di cancellare le spese militari che resistono all'interno dei bilanci degli stati colpiti dalla crisi, per difendere lo stato sociale, una grande conquista oggi sotto attacco da parte delle oligarchie che governano i diversi stati nazionali e gli organismi sovranazionali.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Antonio Bitti: Oggi dentro questa societa' attraversata da una microconflittualita' alimentata ad arte, la nonviolenza e' sempre piu' importante. Nelle comunita' del rancore, nella societa' dell'egoismo e dell'invidia sociale, in un mondo, il nostro, chiuso in se stesso, che assiste agli sbarchi dei nuovi dannati della terra con un misto di fastidio e timore. Aprirsi all'altro, ascoltare il suo racconto: questo e' cio' che e' necessario. E dentro a questo stato di violenza perenne, nelle relazioni tra persone come tra stati, questo diventa sempre piu' centrale. Hai visto quante morti nelle famiglie? Quante uccisioni di donne da parte di uomini che non sanno come attraversare questo mondo? I referendum del giugno scorso, e il movimento per l'acqua pubblica, mi piace leggerli come una risposta nonviolenta verso chi vuole impossessarsi anche dei beni comuni. Quel voto e' stata una risposta che con l'alibi della crisi adesso stanno cercando di ignorare. Il progetto delle privatizzazioni contenuto nella manovra del governo parla chiaro.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Antonio Bitti: L'educazione alla pace, a partire dalla scuole, dove ormai lo stato delle cose e' molto piu' avanzato della rappresentazione che vogliono fare del mondo. Negli ultimi anni occupandomi di scuola a Ladispoli, in un comune ad alta intensita' migratoria, ho visto come la convivenza sta gia' nella quotidianita', come questa convivenza riesce a trovare una strada, a valorizzarla. Ogni giorno. Ma dobbiamo continuare proprio li' e non cedere il passo alla propaganda che ha martellato per venti anni sulla "sicurezza" associata all'immigrazione. Come ha scritto Erri de Luca "le coste del Mediterraneo si dividono in due, di partenza e di arrivo, pero' senza pareggio".
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Antonio Bitti: Considero significativa la lotta dei valligiani della Val di Susa, a difesa di quel territorio, per un altro modello di sviluppo, come lo sciopero degli immigrati di Nardo', ad un anno dai fatti di Rosarno. Ecco, questi due fatti parlano all'anima di questo paese. Ne fanno parte. Come i movimenti per l'acqua pubblica, i costruttori di pace che ogni giorno lavorano nelle scuole, nelle carceri, nel volontariato.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Antonio Bitti: Su questo stato di guerra permanente, dall'Afghanistan per passare alla Libia, e ancora per riconvertire la spesa militare dentro ad un quadro di smantellamento dello stato sociale, che in Europa sta avvenendo in modo sistematico. Per l'integrazione, per combattere ogni forma di poverta', dentro a questo mondo in cui chi ha tanto continua ad avere sempre di piu'. E ancora i nuovi scenari, dopo anni di oppressione, che si aprono nel Nord Africa. E ancora la causa palestinese: qui mi piace ricordare un altro costruttore di pace, Vittorio Arrigoni.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Antonio Bitti: Occorre rispondere, come scrisse Danilo Dolci, con nuove sperimentazioni per cui sia evidente che quanto ancora non e' esistito in modo compiuto, puo' esistere, puo' realizzarsi. Fare ancora della nonviolenza il punto della tensione piu' profonda tesa al sovvertimento di una societa' inadeguata, come diceva Capitini. Occorre una nuova storia.
5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A GIOVANNI MANDORINO
[Ringraziamo Giovanni Mandorino (per contatti: gmandorino at interfree.it) per questa intervista.
Giovanni Mandorino e' una delle piu' rigorose e attive persone impegnate per la nonviolenza, partecipa all'esperienza del Centro Gandhi di Pisa e cura il sito della rivista "Quaderni satyagraha" (pdpace.interfree.it). Cfr. anche l'intervista in "Coi piedi per terra" n. 392]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Giovanni Mandorino: Ritengo ci sia da distinguere tra due livelli di significato: uno interno (sarei per dire "intimo") a ciascuno di coloro che vi prendono parte, ed uno esterno, nel messaggio che la marcia manda al resto del mondo. Il primo - forte anche del potere evocativo dei luoghi - e' (dovrebbe essere?) quello di una riflessione e maturazione personale e di una crescita nella forza necessaria a mantenere fede ad un impegno di lotta per la pace e la convivenza tra le persone ed i popoli che si vive tutti i giorni: la fatica fisica della marcia rispecchia quella (almeno intellettuale e morale) che va fatta costantemente per evitare di adattarsi al clima generale di violenza in cui gli interessi immediati/individuali hanno la preminenza sulla costruzione di relazioni di pace e di giustizia (a tutti i livelli); la gioia dell'incontro con altre persone (non "gente" indistinta) che assume lo stesso impegno e condivide con te un tratto di cammino, e i dialoghi che si intrecciano nel cammino, e' un robusto ricostituente per quelle occasioni in cui ti sembra che il tuo impegno non sia altro che una lotta contro i mulini a vento di donchisciottesca memoria. Dal punto di vista del messaggio inviato al resto del mondo e' quello dell'esistenza e della solidita' di un "popolo della pace", fortemente radicato in Italia, capace di affermare e sostenere (in modo non convenzionale/utilitaristico) che la guerra (armata/economica/ecologica) non e' mezzo ne' utile ne' accettabile per la risoluzione dei conflitti internazionali e tra i popoli (ammesso che possano esistere conflitti tra popoli e non tra "potenti" che di quei popoli si fanno scudo e strumento). Devo dire che, purtroppo, gli happening che, sulla strada da Perugia ad Assisi si sono susseguiti a partire almeno dal 1998 (anche se i segni premonitori risalgono gia' ai primi anni '90) ad oggi, difficilmente hanno avuto (per i piu') il significato con cui la Marcia era stata fondata e organizzata originariamente: spesso alla marcia hanno preso parte (anche se, bisogna riconoscerlo, giusto il tempo di essere ripresi dalle telecamere) personaggi politici che l'hanno usata - senza che i promotori gliene chiedessero conto - come passerella di promozione e legittimazione personale o, peggio, di politiche che piu' lontane non potevano essere da quanto scritto sopra. Il caso forse piu' clamoroso e' stato quello di D'Alema (il Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana che aveva bombardato la Jugoslavia) alla marcia del 1999, ma non e' stato l'unico.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Giovanni Mandorino: Mi auguro che la Marcia di quest'anno abbia un pieno successo. Devo ammettere di non essere riuscito a comprendere il messaggio che vorrebbe essere veicolato/sintetizzato nella locandina/poster di invito alla partecipazione. Dopo aver letto con attenzione il Manifesto-appello, devo segnalare cio' che mi sembra non la caratterizzera' e di cui avrei sentito, invece, un estremo bisogno. Non mi sembra sarebbe stato un peccare di provincialismo se, in un Paese come il nostro, attivamente impegnato in (almeno) due guerre (Afghanistan e Libia) ed in ingenti "investimenti" in armamenti offensivi (seconda portaerei ed F35) si fosse posto esplicitamente il tema della rinuncia allo spreco di risorse pubbliche che le nuove armi comportano e del ritiro immediato delle truppe e di tutte le forme di appoggio alle attivita' belliche in corso, non come "fuga" ma come riconoscimento, quantomeno, di un errore, e contributo all'avvio di una nuova fase nelle relazioni internazionali. Mi auguro che, almeno, non si dia occasione di ripetere quella confusione che ha caratterizzato alcuni degli ultimi anni, tra rivendicazioni del Manifesto-appello di convocazione e pratiche (nel campo dell'educazione e dell'accoglienza, ad esempio) di quei politici o amministratori che riterranno di prendervi parte.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Giovanni Mandorino: Abbiamo, in Italia, una ricchezza di piccoli e piccolissimi gruppi (laddove non siano singoli isolati) di "amici della nonviolenza" che contribuiscono sia con lo studio e la riflessione, sia attivamente nel tessuto e nelle lotte sociali sul territorio. Purtroppo manca la capacita' di un coordinamento stabile su scala nazionale e di una comunicazione efficace di queste lotte e dei principi della nonviolenza. Per cui, salvo rari casi, questo contributo risulta invisibile non solo nell'opinione pubblica generale, ma a volte anche alla maggior parte degli attori di queste lotte, per i quali, nella migliore delle ipotesi, la nonviolenza e' un insieme di tecniche contingenti. Quante volte vi e' capitato di sentir rivendicare che in una lotta "ciascuno sta secondo le sue modalita'", senza alcun tentativo di comprensione delle caratteristiche "di sistema" (anche al di la' degli obbiettivi immediati) di una lotta nonviolenta? A questo si aggiunga che il termine "nonviolenza", grazie alla loro grande abilita' comunicativa, e' saldamente associato alle iniziative (solo talvolta condivisibili) di Marco Pannella e del Partito Radicale, per rendersi conto del cammino che c'e' da fare. Purtroppo l'esperienza della Rete Lilliput, in cui pure tanti di questi gruppi si erano impegnati, non e' riuscita ad avere la stabilita' e la crescita el tempo che sarebbero state augurabili.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Giovanni Mandorino: A mio modo di vedere potrebbero/dovrebbero svolgere un ruolo importante di "lievito" nella cultura e nelle lotte per l'evoluzione della societa' italiana verso relazioni piu' eque ed inclusive, fondate sulla corretta distribuzione dei beni e la giustizia sociale. Da una parte, a partire dal livello locale, dovrebbero cercare, dove ne sussistono le condizioni, di promuovere una presenza attiva e costruttiva, di base, non episodica, dei cittadini nelle scelte e nelle sedi istituzionali (ad esempio, sul modello dei Centri di Orientamento Sociale di Capitini). Dall'altra sarebbe urgente (ri)costruire un efficace coordinamento a livello nazionale di tutti i gruppi di amici della nonviolenza che possa avere l'ambizione di incidere sulle politiche regionali/nazionali che sarebbero al di fuori della portata di ciascun singolo gruppo.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Giovanni Mandorino: Nel mondo: le rivoluzioni egiziana e tunisina (in particolare quest'ultima) e quella in corso in Siria, al di la' dei loro esiti, sono sicuramente un segno della forza della nonviolenza nel suo pieno dispiegarsi. Come anche le manifestazioni popolari nonviolente che da mesi occupano le piazze in Spagna e in Israele, e di cui cosi' poche notizie trapelano nelle televisioni e sulla stampa nazionale. In negativo, i saccheggi e le distruzioni - e la relativa repressione - avvenuti a Londra e in Inghilterra nelle ultime settimane. Speriamo che il confronto tra le dinamiche e gli esiti (e gli spazi dati loro dall'informazione mainstream) di questi diversi "movimenti" sia utile a coloro che (in buona fede) ancora credono/praticano forme di lotta che non escludono retorica o azioni violente per riflettere su quanto il potere moderno (almeno nei Paesi "democratici") abbia bisogno della "violenza di movimento" per dispiegare appieno i suoi strumenti repressivi e mantenere il consenso. In Italia: sicuramente la campagna referendaria per l'acqua pubblica e contro il nucleare (ed il suo esito); le lotte No-Tav in Val di Susa e la loro capacita' di resistere alle provocazioni (sia delle forze di polizia che di qualche gruppo di supposti "sostenitori"); la lotta per i diritti e contro il caporalato dei lavoratori stranieri nel Salento; i digiuni che si sono susseguiti contro la partecipazione italiana all'aggressione alla Libia. Mi sembra interessante riflettere sul fatto che di questi fatti la stampa, la televisione ed i grandi partiti se ne sono occupati quasi solo se/quando singoli episodi di violenza hanno dato loro la possibilita' di esprimere una condanna/stigmatizzazione nei loro confronti.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Giovanni Mandorino: Ci troviamo in un periodo di grandi trasformazioni, la crisi economica mondiale sta dando il modo al nostro governo (come e piu' che agli altri dell'Europa) e ai grandi poteri economici di attaccare a fondo i diritti sociali e quelli dei lavoratori, di tentare di cancellare (con la scusa degli indici di produttivita') financo gli appuntamenti che, ogni anno, ci ricordano eventi e principi fondanti della nostra storia recente (la Liberazione, la proclamazione della Repubblica, la dignita' del Lavoro), di scatenare sempre nuove "guerre tra poveri" (il giovane disoccupato o precario contro l'anziano "garantito", il "bianco" autoctono contro l'immigrato "giallo" o "nero" o "zingaro" che "ruba il lavoro, o ruba e basta")... In questa situazione bisognerebbe avviare una grande campagna contro la guerra ed il razzismo quotidiano in cui siamo immersi. Le iniziative su cui impegnarsi sarebbero tante altre, purtroppo le forze (pur non essendo poche) sono disperse e, spesso, scoraggiate.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Giovanni Mandorino: Ad una persona del tutto ignara cercherei di parlare a partire dall'indicazione di comportamenti esemplificativi della nonviolenza nella vita di tutti i giorni. Nonviolenza e' usare le proprie forze e le proprie capacita' per migliorare le condizioni di vita di ciascuno (uomo, animale, pianta) nell'ambiente che ci sta intorno, fino alla scala globale. Nonviolenza e' non ritenere i propri bisogni piu' meritevoli di essere soddisfatti di quelli di chi ci sta vicino, come pure di quelli di chi vive dall'altra parte del mondo. Nonviolenza e' cercare di immedesimarsi in colui/lei che potrebbe "subire" la nostra azione, mentre si decide come agire. Nonviolenza e' sapere che il mezzo e il fine sono collegati tra loro come il seme e la pianta. Nonviolenza e' sostenere colui che si trova in difficolta' (anche se nessuno, fuorche' noi, ci obbliga a farlo) o e' oppresso, senza per questo aggredire l'oppressore. Nonviolenza e' riconoscere la propria piena responsabilita' per le conseguenze delle proprie azioni (o non azioni), e assumersela. Nonviolenza e', nel grande, la tensione ad un sistema di rapporti e relazioni (ed un insieme di tecniche e strumenti a supporto) che consentano di soddisfare i bisogni di tutti, e risolvere i problemi ed i conflitti che immancabilmente si presenteranno, con la cooperazione e nel segno dell'equita', piuttosto che con la competizione e la sopraffazione. Se ci si vuole veramente accostare alla nonviolenza, lo si deve fare sia leggendo e studiando i testi dei classici (un buon punto di partenza e' l'autobiografia di Gandhi), sia esercitandosi a misurare le proprie azioni/decisioni (personali e nelle comunita' a cui si partecipa) di tutti i giorni sul metro della sofferenza che queste contribuiscono a procurare/alleviare negli esseri viventi (in primo luogo persone) che ci stanno intorno.
6. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A LEOLUCA ORLANDO
[Ringraziamo Leoluca Orlando (per contatti: orlando_l at camera.it) per questa intervista.
Leoluca Orlando, figura simbolo della "primavera di Palermo" impegnata contro la mafia, e' attualmente parlamentare e portavoce dell'"Italia dei Valori". Dal sito www.leolucaorlando.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica: "Leoluca Orlando e' nato nel 1947 a Palermo, e' sposato e ha due figlie. Professore di ruolo di diritto pubblico regionale presso la Facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Palermo, avvocato cassazionista. Ha studiato e ha vissuto per alcuni anni ad Heidelberg, in Germania. E' stato consulente internazionale dell'Ocse di Parigi. Dal 1978 al 1980, consigliere giuridico del Presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, ucciso dalla mafia nel 1980. Nel 1980 e' eletto consigliere comunale nella lista della Democrazia Cristiana, allora il maggiore partito italiano, e dal 1985 al 1990 e' sindaco di Palermo. E' il periodo della "Primavera di Palermo", durante la quale Orlando forma una giunta composta anche da esponenti della sinistra, compiendo una forte rottura con le pratiche politiche del passato. Nello stesso tempo denuncia il pericolo costituito dall'economia mafiosa, attraverso la quale le cosche - con la connivenza di rappresentanti delle istituzioni - esercitano il loro potere, e promuove una forte crescita del movimento antimafia, impegnandosi non soltanto sul piano politico ma anche su quello culturale e sociale. Nel 1990 e' capolista della Democrazia Cristiana per le elezioni comunali di Palermo e, nonostante il boicottaggio di alcuni esponenti nazionali del suo stesso partito, viene rieletto al consiglio comunale ottenendo il piu' alto numero di voti (71.000) tra tutti i candidati. Tuttavia, i suoi sforzi di rinnovare dall'interno la Democrazia Cristiana trovano sempre maggiori resistenze e, nel 1991, egli esce definitivamente dal partito, fondando il Movimento per la Democrazia "La Rete". Obbiettivo principale del nuovo movimento e' quello di riportare la questione morale nella politica italiana, grazie alla "trasversalita'", alla partecipazione cioe' di tutte le forze positive presenti nei vari partiti. La Rete si distingue quindi per il suo ruolo di "sponda" nella politica italiana contro la corruzione e il malaffare. Come candidato del nuovo movimento, Orlando e' eletto deputato all'Assemblea Regionale Siciliana nel 1991, e al Parlamento nazionale nel 1992 in collegi del Nord, del Centro e del Sud Italia. Nel 1993, nelle prime elezioni dirette dei sindaci mai tenute in Italia, e' eletto al primo turno sindaco di Palermo con il 75% dei voti, e avvia subito una serie di riforme per allontanare gli interessi economici delle cosche dal Comune di Palermo. In particolare, porta a termine il processo di dismissione dell'affidamento degli appalti per le manutenzioni a societa' sospettate di appartenere alle famiglie mafiose, un processo che egli aveva gia' avviato durante la prima sindacatura incontrando diverse difficolta', dato che a quell'epoca i sindaci erano soggetti al controllo e ai veti di forze politiche sovente condizionate da gruppi illegali. Inoltre, da' impulso a un complesso progetto di rinnovamento civico che, attraverso un'ampia serie di programmi volti alla promozione di una nuova cultura della legalita' anche e soprattutto in ambito culturale ed educativo, contribuisce in modo incisivo a liberare la citta' dall'egemonia culturale della mafia, in un processo divenuto noto come "Rinascimento di Palermo". Nel 1994 e' eletto deputato al Parlamento Europeo e, nel corso del suo mandato, e' vicepresidente della Commissione per l'ingresso di Malta nell'Unione Europea; membro della Commissione per le Liberta' Pubbliche e per gli Affari Interni; membro della Commissione per le Politiche Regionali; e membro supplente della Commissione per la Sicurezza e il Disarmo. La sua intensa attivita' in seno al Parlamento Europeo comprende, in particolare, un forte impegno per un maggiore ruolo del Mediterraneo nell'Unione Europea e per l'adozione di un programma di azione comune per la lotta alla criminalita' organizzata, che e' ispirato alle nuove normative italiane e all'esperienza di Palermo. Alle elezioni amministrative del 30 novembre 1997 e' confermato sindaco di Palermo con 207.448 voti pari al 58,5% dei votanti, per il suo secondo e ultimo (in base alla vigente legge elettorale) mandato quadriennale. Nel maggio 1999 aderisce al partito dei "Democratici" fondato da Romano Prodi. Nel dicembre 2000 si dimette dalla carica di sindaco per poter concorrere alle elezioni regionali del giugno del 2001, nelle quali ottiene circa un milione di voti che lo portano ad essere il leader della minoranza al parlamento siciliano. Nell'aprile 2006 viene eletto al Parlamento nazionale nella lista Italia dei Valori (Camera dei Deputati, Circoscrizioni di Piemonte, Veneto, Sicilia 1 e Sicilia 2). Dal 3 luglio 2006 e' portavoce politico nazionale di Italia dei Valori. Dal 25 ottobre 2006 all' aprile 2008 e' stato Presidente della Commissione bicamerale del Parlamento italiano per le questioni regionali. Nel 2008 e' rieletto al Parlamento nazionale nella lista Italia dei Valori (Camera de Deputati, Circoscrizione di Lazio, Sicilia 1 e Sicilia 2). Dal 24 marzo 2009 e' Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta in campo sanitario. Nel giugno 2009 e' eletto europarlamentare nel collegio Sicilia-Sardegna nella lista Italia dei Valori. Nel novembre 2009 e' eletto vicepresidente di Eldr (Liberali democratici riformatori europei) al Congresso di Barcellona. Riconoscimenti, onorificenze e incarichi: nel 1994, per la sua partecipazione al film "Gezaehlte Tage" ("Giorni contati"), viene insignito del Fernsehen Film Preis quale migliore attore del film premiato come migliore film di quell'anno. Dal giugno 1998 al gennaio 2001 e' Presidente del Car Free Cities Club, l'alleanza tra citta' europee per la promozione di una mobilita' urbana sostenibile. Nel settembre 1998 gli viene conferita la Gran Croce al Merito Civile dal re di Spagna Juan Carlos. Nel marzo 1999, a Weimar, in Germania, riceve dal Goethe Institut la "Goethe-Medaille" "per il suo impegno nel perseguimento di una societa' piu' giusta e umana e per il contributo reso alla diffusione e alla promozione della cultura tedesca, italiana e siciliana". Nel novembre del 1999 e' nominato cittadino onorario di Chend Du, nella Repubblica Popolare Cinese. Nel dicembre del 1999 e' nominato presidente dell'Istituto per il Rinascimento Siciliano. Nell'aprile 2000 il gruppo dei partiti democratici e liberali del Parlamento Europeo gli conferisce l'"European Civic Prize" ("Premio Civico Europeo") "per il suo impegno contro la criminalita' organizzata e a favore del rinnovamento civico di Palermo". Nel maggio del 2000 riceve la cittadinanza onoraria della Contea di Los Angeles, negli Stati Uniti. Nel luglio 2000, a Filadelfia, in Usa, la Federazione Americana degli Insegnanti gli assegna il "Bayard Rustin Human Rights Award" ("Premio per i Diritti Umani Bayard Rustin") "per aver portato a Palermo la liberta' di una ordinata societa' civile, e per la sua disponibilita' a condividere le 'lezioni di Palermo' con altri paesi che si trovano ad affrontare analoghe minacce alla democrazia e ai diritti umani". Nel settembre 2000, la citta' di Palermo in Colombia lo nomina sindaco onorario a vita "per averla fatta uscire dal tunnel dell'isolamento e averla introdotta su un cammino di sviluppo economico e sociale agevolando vari interventi da parte della comunita' internazionale". Nell'ottobre 2001 e' nominato professore onorario della Solkan-Saba Orbeliani University di Tbilisi, nella Repubblica della Georgia. Nello stesso mese di ottobre riceve a St. Petersburg il Premio Pushkin 2001 "per aver fatto di Palermo un centro mondiale di cultura teatrale". Dal 2002 presidente nazionale della Fidaf (Federazione Italiana American Football). Nel marzo 2002 gli viene conferito il premio "Legion de la libertad" attribuito dall'istituto culturale "Ludwig von Mises" di Citta' del Messico. Nel novembre 2004 l'Universita' di Trier gli ha conferito la laurea honoris causa in filosofia tedesca. Nel febbraio 2005 riceve dal Centro internazionale di Etnostoria il premio internazionale G. Pitre'. Nel giugno 2005 riceve dalla città di Osnabrueck il premio della pace Erich-Maria Remarque. Nel novembre 2005 riceve a Teramo il premio nazionale "Paolo Borsellino". Dal 2005 e' Individual Member di Transparency International con sede a Berlino. Nell'agosto 2006 nell'ambito del festival "Agosto Corcianese" ( Umbria) riceve il premio "L'Umbria nel cuore". Nel 2007 e' membro fondatore di European Council on Foreign Relations (Ecfr). Nel marzo 2008 riceve a Goettingen l' Humanismus Preis, conferito dalla Societa' Tedesca di Filologia antica (Deutscher Altphilologenverband). Nel settembre 2008 riceve a Colonia il premio Konrad Adenauer. Pubblicazioni: oltre a numerosi articoli scientifici, Leoluca Orlando ha pubblicato le seguenti monografie giuridiche: Contributo allo studio del coordinamento amministrativo, Milano, 1974; Teoria organica e Stato apparato, Palermo, 1979. E' inoltre autore dei seguenti volumi aventi per oggetto l'impegno politico: Palermo, Mondadori, Milano 1990; Fede e politica, Marietti, Genova 1992; Fighting the Mafia and Renewing Sicilian Culture, Encounter Books, San Francisco 2001; Ich sollte der naechste sein, Herder Verlag, Freiburg 2002; Hacia una cultura de la legalidad. La experiencia siciliana, Pontificia Universidad catolica del Peru', 2003; Der Sizilianische Karren, Amman Verlag, Zuerich 2004; edizione in lingua araba del libro Fighting the Mafia and Renewing Sicilian Culture a cura della Fondazione libanese per la pace civile permanente, Beirut 2004; Hacia una cultura de la legalidad - La experiencia siciliana, Universidad Autonoma Metropolitana Mexico D.F 2005; Leoluca Orlando racconta la mafia, Utet, Torino 2007; Leoluca Orlando erzaehlt die Mafia, Herder Verlag, settembre 2008; Ich sollte der naechste sein, Herder Verlag, Freiburg, nuova edizione, 2010"]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Leoluca Orlando: In questi 50 anni la Marcia Perugia-Assisi ha testimoniato l'importanza della pace tra i popoli e tra le persone, ha contribuito a costruire e rafforzare la pace come valore, la pace come diritto, la pace come condizione della convivenza civile, nella dimensione nazionale e nella dimensione internazionale. La Marcia, in Italia, ha richiamato il "ripudio" della guerra, sancito solennemente nell'art. 11 della nostra Costituzione.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Leoluca Orlando: Quest'anno la Marcia della pace potra' contribuire a rafforzare le prospettive di costruzione e mantenimento della pace come costruzione e mantenimento di comunita', una dimensione comunitaria, nella dimensione nazionale, soggetta all'imbarbarimento di esasperati individualismi, e nella dimensione internazionale, soggetta agli egoismi degli Stati e dei centri di potere anche finanziario, incapaci troppe volte di cogliere la esigenza di costruire una nuova cittadinanza globale, senza steccati e logiche di appartenenza che mortificano i diritti della persona umana, di ogni persona umana.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Leoluca Orlando: La nonviolenza in Italia subisce tutti gli attacchi e tutte le incomprensioni di quell'imbarbarimento individualista e di quella mortificazione della cittadinanza globale.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Leoluca Orlando: Il Movimento nonviolento ha promosso e puo' promuovere rispetto della persona umana, di ogni persona umana, e dimensione comunitaria della vita.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Leoluca Orlando: La pretesa di imporre con la forza, anche delle armi, modelli e stili di vita, sinanco di esportare con la guerra la democrazia, degrada diritti e valori fondamentali, cosi' come la pretesa del potere di distruggere controlli e mortificare il dissenso: l'opposizione a queste pretese costituisce, a mio avviso, il nuovo terreno di impegno del Movimento nonviolento.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Leoluca Orlando: Costruire comunita' di eguali dovrebbe connotare l'impegno nei prossimi mesi.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Leoluca Orlando: Nonviolenza e' rispetto di ogni essere umano come singola persona e come comunita'.
7. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A SIMONE PETTIROSSI
[Ringraziamo Simone Pettirossi (per contatti: simone at pettirossi.com) per questa intervista.
Simone Pettirossi e' nato ad Assisi il 24 novembre 1973. Attualmente e' capogruppo consiliare del Partito Democratico nel Comune di Assisi. E' stato il primo segretario del Pd di Assisi. Laureato con lode in Scienze Politiche nel '98, discute una tesi di storia contemporanea sull'antisemitismo fascista, ottenendo il Premio di laurea "L. Viti". Dopo la laurea si forma ulteriormente nel settore dei diritti umani, della storia contemporanea, della comunicazione e del marketing turistico. Si dedica inoltre al volontariato. Nell'estate del '99 si reca in Kosovo con la Caritas Umbra e negli anni successivi lavora nel settore immigrazione con Cidis-Alisei e alcune associazioni e cooperative sociali umbre. Ha frequentato corsi di perfezionamento in mediazione dei conflitti e peace keeping, Diritti umani, Conciliazione e Adr - Alternative dispute resolution. Ha collaborato ad alcune pubblicazioni: AA.VV., Giovanni Preziosi e la questione della razza in Italia, Rubbettino, Soveria Mannelli 2005; AA.VV., Le Ong e la trasformazione dei conflitti. Le operazioni di pace nelle crisi internazionali, Edizioni Associate, Roma 2002]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Simone Pettirossi: In questi cinquanta anni la marcia Perugia-Assisi ha rappresentato innanzitutto una grande festa dei diritti umani, della democrazia e della pace, che ha visto camminare insieme persone di ogni colore, idea, religione. La marcia e' simbolo vivente dell'impegno, della tenacia, della fatica, necessari per raggiungere una meta lontana e per costruire, in tanti, uno mondo migliore, in cui venga ripudiata la violenza e vengano promossi metodi alternativi per la risoluzione dei conflitti. La via del dialogo e della pace tra i popoli e' infatti messa continuamente a rischio dagli egoismi e dai nazionalismi. Dopo 50 anni e' ancora il tempo di marciare, insieme, per la Pace e i Diritti Umani.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Simone Pettirossi: Ritengo che di fronte alla crisi economico-finanziaria mondiale bisognerebbe sottolineare l'importanza di costruire un modello di sviluppo piu' equo e sostenibile. In un mondo in cui tra paesi ricchi e paesi poveri la distanza si allarga e' necessario portare sotto gli occhi di tutti le tragedie che si compiono ogni giorno (Corno d'Africa, poverta', guerre) sottolineando storie di vita vissuta e di impegno generoso (volontari, missionari, dottori, ecc., impegnati all'estero). E' anche necessario sottolineare che la violenza divide anche l'Occidente, perche' i poveri e i ricchi sono sempre piu' lontani e i ricchi continuano ad arricchirsi e i poveri ad impoverirsi, in un progressivo smantellamento del welfare e dei sistemi di protezione sociale. Un episodio come quello di Oslo, poi, ci interroga sull'humus culturale su cui abbiamo innestato la nostra civilta', messo a repentaglio da spinte razziste, xenofobe e violente. Le nostre coscienze urlano di fronte ad una strage brutale e becera come quella norvegese, nel "profondo nord" dell'Europa, in cui insieme ad un grande progresso, una grande apertura e tolleranza, emergono anche il fanatismo, i pregiudizi, il razzismo, gli stereotipi che hanno portato un giovane di destra a diventare un mostro.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Simone Pettirossi: In Italia il tema della nonviolenza e' come un fiume carsico. Troppo spesso, nonostante l'impegno dei movimenti, scompare, sommerso da temi futili, scandali, diatribe di puro potere. La macelleria avvenuta nella scuola Diaz al G8 qualche anno fa ha manifestato un retroterra culturale violento e autoritario che l'Italia deve lasciarsi alle spalle. Allo stesso tempo i movimenti devono condannare nettamente le frange rabbiose e violente, perche' non hanno nulla a che vedere col dialogo, la tolleranza e la pace. Per promuovere la nonviolenza e la pace c'e' bisogno di lavorare anche sul terreno della giustizia, dell'equita', della solidarieta'. In un Paese sempre piu' "impunito", iniquo e diseguale il cammino della pace e della nonviolenza e' piu' difficile.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Simone Pettirossi: I movimenti possono svolgere un ruolo fondamentale di monito, di promozione, di proposta per contrastare la violenza del ricco sul povero, del "cittadino" sull'immigrato, delle mafie sulle persone per bene. I movimenti devono parlare linguaggi comprensibili e costruire alleanze con i tanti che sono ormai rassegnati e che vanno invece ascoltati e mobilitati. La pace e' un cammino meraviglioso, a volte arduo, che bisogna percorrere con grande determinazione, perche' basta poco per far si' che lo sguardo di tanti volga altrove e subentri l'indifferenza.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Simone Pettirossi: Il fatto piu' significativo e' che migliaia di persone nei paesi orientali (Algeria, Egitto, Libia, Siria, India...) si siano mobilitate pacificamente per chiedere la democrazia e la liberta'. Il fatto piu' allarmante e' che i governi di questi paesi hanno contrastato le spinte pacifiche con la violenza piu' brutale, invece di aprire canali di dialogo e confronto vero. Altro fatto significativo e' che negli occidentalissimi Stati Uniti un frate, padre Louis Vitale, venga arrestato perche' ha sconfinato il confine militare per protestare contro la cosiddetta "School of Assassins" (cioe' l'Istituto dell'Emisfero Occidentale per la Cooperazione nella Sicurezza) in cui giovani soldati latinoamericani vengono addestrati alla tortura, imparano tecniche di repressione, di guerra d'assalto e psicologica, di spionaggio militare e tattiche per gli interrogatori.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Simone Pettirossi: Al centro dell'impegno nonviolento dei prossimi mesi metterei l'informazione sulle repressioni in atto nel mondo (Siria, ecc.) e sulle poverta', nei paesi in via di sviluppo, ma anche sulle poverta' nei paesi occidentali. Solo attraverso la costruzione di una societa' piu' giusta sara' possibile promuovere infatti una vera cultura della pace e della nonviolenza. Va anche fatta una adeguata promozione della cultura nonviolenta, che si fondi pero' sul confronto tra le varie anime dei movimenti nonviolenti e sull'approfondimento critico delle questioni piu' scottanti, come ad esempio l'ammissibilita' o meno dell'uso dell'esercito per effettuare operazioni di interposizione militare in casi di guerra, di "peace enforcement" o di mantenimento della pace.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Simone Pettirossi: La nonviolenza e' la capacita' di rispondere alla prepotenza e all'arroganza con il dialogo e il confronto, la volonta' di rispondere al male con il bene, la pervicace convinzione che e' meglio dare la propria vita che toglierla a qualcun altro.
8. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 16 AGOSTO A VITERBO UN INCONTRO DI STUDIO SULLA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA
Martedi' 16 agosto 2011 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un nuovo incontro di studio sulla nonviolenza oggi in Italia.
L'incontro ha fatto seguito ai precedenti del 29 luglio e del 2, 7 e 12 agosto.
L'incontro si e' aperto con una commemorazione di Colin Ward, il grande educatore, militante e pensatore libertario britannico deceduto nel 2010.
E' poi proseguita la preparazione della partecipazione alla prossima marcia "per la pace e la fratellanza dei popoli" da Perugia ad Assisi del 25 settembre 2011, nel cinquantesimo anniversario della prima ideata e organizzata da Aldo Capitini (1899-1968), l'illustre filosofo fondatore del Movimento Nonviolento.
La gran parte dell'incontro e' stata poi ovviamente dedicata a proseguire un'approfondita ricognizione della situazione della nonviolenza oggi in Italia attraverso le testimonianze e le riflessioni dei suoi maggiori protagonisti del Novecento.
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 652 del 19 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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