Telegrammi. 650



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 650 del 17 agosto 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Per Francesco Azzara'

2. Cessino le stragi, torni l'Italia alla pace e alla civilta'

3. Sette domande a Giulietto Chiesa

4. Sette domande a Giuseppe Moscati

5. Sei domande a Carlo Sansonetti

6. Sette domande ad Antonio Sorrentino

7. "Newsletter Franz Jaegerstaetter Italia" agosto 2011

8. La "Carta" del Movimento Nonviolento

9. Per saperne di piu'

 

1. APPELLI. PER FRANCESCO AZZARA'

 

Uniamo la nostra voce a quelle di quanti chiedono che sia al piu' presto liberato Francesco Azzara', l'operatore umanitario di Emergency rapito domenica in Darfur.

E' un essere umano che presta aiuto agli altri esseri umani, i piu' bisognosi: la sua liberta' aiuta l'umanita' intera.

 

2. EDITORIALE. CESSINO LE STRAGI, TORNI L'ITALIA ALLA PACE E ALLA CIVILTA'

 

Cessi immediatamente la partecipazione italiana alle guerre terroriste e stragiste in Afghanistan e in Libia.

Cessi immediatamente la criminale persecuzione razzista dei migranti da parte dello stato italiano.

Torni l'Italia alla pace e alla civilta'.

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A GIULIETTO CHIESA

[Ringraziamo Giulietto Chiesa (per contatti: giuliettochiesa at gmail.com) per questa intervista.

"Giulietto Chiesa, giornalista, corrispondente da Mosca per venti anni con "L'Unita'" e "La Stampa". Ha fondato il laboratorio politico Alternativa e l'associazione culturale Megachip - Democrazia nella Comunicazione. E' stato deputato europeo nel 2005-2009". Da "Coi piedi per terra" n. 57 riprendiamo la seguente piu' ampia scheda (ma risalente al 2007 e che occorrerebbe aggiornare): Giulietto Chiesa (Acqui Terme, 1940) e' giornalista, saggista, storico, parlamentare europeo. Dal sito www.giuliettochiesa.it riprendiamo la seguente scheda "Giulietto Chiesa e' nato ad Acqui Terme (Al) il 4 settembre 1940. Giornalista dal 1979, quando entro' a L'Unita' come redattore ordinario. In precedenza aveva compiuto una lunga esperienza politica, prima come dirigente studentesco universitario, a Genova e in campo nazionale (vicepresidente dell'Unione Goliardica Italiana), poi come dirigente nazionale della Federazione Giovanile Comunista Italiana (Fcgi), infine come dirigente della Federazione genovese del Pci negli anni 1970-1979. Capogruppo per il Pci nel Consiglio Provinciale di Genova dal 1975 al 1979, quando lascia il funzionariato di partito e viene assunto da L'Unita', a Roma. Dal primo ottobre 1980 al primo settembre 1990 corrispondente da Mosca per l'Unita'. Nel 1989-1990 e' "fellow" del Wilson Center, Kennan Institute for Advanced Russian Studies, di Washington. Conferenze in quindici universita' e istituti di ricerca americani, Dipartimento di Stato, Rand Corporation etc. Nel 1990 entra alla Stampa, ancora come corrispondente da Mosca, e rimane in Russia fino alla fine del 2000. Attualmente e' editorialista e commentatore politico dello stesso giornale e anche notista e commentatore del Manifesto e di Avvenimenti, oltre che di diverse riviste italiane. Collabora con numerose riviste e giornali italiani, europei, russi e americani. Ha lavorato per il Tg5, Tg1 e Tg3. Collabora saltuariamente con Radio Svizzera Internazionale, con Radio Vaticana, con la Bbc in lingua russa, con Radio Liberty, con Ntv (Russia) e con Deutsche Welle. Collabora regolarmente con Rai News 24 e con diversi programmi Rai, tra cui Primo Piano della Rete 3. Piu' recentemente tiene rubriche fisse mensili su Photo e Galatea. In Russia ha da diversi anni una rubrica fissa sul settimanale dei circoli imprenditoriali Kompania. Ha scritto diversi libri, molti in tema di storia, cronaca e reportage sull'Unione Sovietica e sulla Russia. Il suo primo libro fu pero' dedicato al fallito tentativo di recupero degli ostaggi americani nell'ambasciata di Teheran, Operazione Teheran (De Donato, Bari 1980). Successivamente scrisse L'Urss che cambia (Editori Riuniti, Roma 1987) con lo storico allora dissidente russo Roy Medvedev. Questo libro venne tradotto in lingua portoghese nel 1988. Ancora in forma di dialogo con Medvedev usci' nel 1990, per i tipi di Garzanti, La rivoluzione di Gorbaciov, che venne pubblicata prima negli Stati Uniti, con il titolo Time of Change (Pantheon Books, 1990) e poi in Giappone. Quasi contemporaneamente usci' in Italia Transizione alla democrazia, per i tipi di Lucarini Editore. Una nuova edizione, largamente riveduta e aggiornata insieme a Douglas Northrop, con il titolo Transition to Democracy, usci' nel 1991 negli Stati Uniti (University Press of New England) e successivamente in Russia, con il titolo Perekhod k Democratij (Mezhdunarodnye Otnoshenija). Seguirono altri due libri, il primo fu Cronaca del Golpe Rosso (Baldini & Castoldi, Milano 1991) e Da Mosca. Cronaca di un colpo di stato annunciato (Laterza, Bari 1995). Gli ultimi due libri sulle vicende russe sono stati Russia Addio (Editori Riuniti, Roma 1997), tradotto in russo con il titolo Proschaj Rossija (Editrice Geja) con enorme successo di pubblico, superando le 80.000 copie, e successivamente tradotto in cinese (Editrice Nuova Cina, Pechino 1999) e in greco (Kastaniotis, Atene 2000). E Roulette russa (Guerini & Associati, Milano 1999), che, con lo stesso titolo, Russkaja Ruletka, e' uscito in Russia a luglio 2000 per i tipi della casa editrice Prava Cheloveka. Negli ultimi cinque anni si e' occupato di studio della globalizzazione e, in particolare, degli effetti sul sistema mediatico mondiale. Ha pubblicato numerosi saggi in materia per riviste italiane ed estere. Sono stati pubblicati in Russia due suoi saggi ricavati da relazioni all'Accademia delle Scienze e all'Istituto di Economia e relazioni internazionali (Imemo). Attualmente collabora stabilmente o saltuariamente anche con altri giornali russi: Literaturnaja Gazeta, Delovoi Vtornik, Moskovskie Novosti. Sono usciti recentemente altri suoi lavori. Per i tipi di Einaudi e' stato pubblicato G8-Genova, la cronaca degli avvenimenti del luglio 2001. Per i tipi della Guerini e associati e' uscito il libro Afghanistan anno zero, scritto con il giornalista e disegnatore satirico Vauro, con prefazione di Gino Strada, il chirurgo italiano fondatore di Emergency. Quest'ultima opera e' rimasta per un anno in vetta alle classifiche, avendo superato 115.000 copie vendute. E' uscita una edizione in lingua greca. Nella primavera del 2002 e' uscito, per i tipi di Feltrinelli, La guerra Infinita, che ha gia' superato le 60.000 copie ed e' rimasto a lungo in vetta alle classifiche della saggistica. Il volume ha un'edizione tedesca: Das Zeitalter des Imperiums, Europaische Verlagsanstalt, Hamburg 2003. Sempre per Feltrinelli nel marzo 2003 e' uscito Superclan, scritto con Marcello Villari; a Mosca, sempre nel 2003, e' stato pubblicato, per le edizioni Neizvestnaja Voina, il volume Beskonechnaja Voina: una raccolta di saggi che include parti di Afghanistan anno zero, de La Guerra infinita e di Superclan. Nei primi mesi del 2004 e' uscito, per i tipi della casa editrice Nottetempo, La guerra come menzogna. Di esso esiste gia' una traduzione in francese, per la Timeli edizioni di Ginevra. Della Guerra infinita esiste gia' una edizione in inglese, presto acquistabile via Internet, e una in spagnolo. Recentemete Nottetempo ha pubblicato il saggio Invece di questa sinistra, ultima fatica di Giulietto Chiesa, che contiene il suo programma politico per le elezioni europee. A ottobre 2004 ha pubblicato per le edizioni Piemme, insieme al vignettista Vauro, I peggiori crimini del comunismo, una denuncia satirica che svela il passato 'rosso' di alcuni degli uomini piu' vicini all'allora presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi. Ultime opere pubblicate: Cronache Marxiane, Editore Fazi, 2005; Le carceri segrete della Cia in Europa, Piemme, 2007". Dalla Wikipedia, edizione italiana, riportiamo per stralci alcune informazioni che integrano quelle sopra riportate: "Dal 2001 in poi Giulietto Chiesa scrive e opera soprattutto sui temi della globalizzazione economica, politica e militare, con un'attenzione particolare sui suoi effetti sul sistema dei mass media. Ha pubblicato molti saggi su questo tema per riviste italiane ed estere... Gli ultimi saggi si concentrano tutti sui temi della guerra e della globalizzazione... Nel 2005 pubblica Cronache Marxziane, Fazi, Roma. Guidato dalle domande di Massimiliano Panarari, Chiesa si scaglia contro il nuovo imperialismo e il 'superclan' dei padroni del mondo - dalle banche d'affari anglosassoni ai soci di Bin Laden, da Berlusconi a George W. Bush - nonche' contro quella che definisce la 'macchina dei sogni', l'onnipervasivo sistema contemporaneo dei media che esercita un'influenza sempre piu' forte sulle menti. Il libro incita all'impegno diretto e all'assunzione di responsabilita' di fronte a un sistema economico, mediatico e politico che nella visione di Giulietto Chiesa e' una minaccia per il pianeta e rischia di condannare tutti alla catastrofe ecologica e all'estinzione. Sugli stessi temi scrive Prima della tempesta, Nottetempo, 2006. Diventa presidente dell'associazione MegaChip e membro della presidenza nazionale dell'associazione Gruppo del cantiere per il bene comune insieme ad Achille Occhetto, che ne e' il presidente nazionale, Elio Veltri, Antonello Falomi e Diego Novelli. Del gruppo faceva parte anche l'economista Paolo Sylos Labini, poi scomparso. Nel 2003 aderisce, da indipendente, all'alleanza politica fra Antonio Di Pietro e Achille Occhetto in occasione delle imminenti elezioni europee del 2004. E' stato eletto deputato del Parlamento europeo nel 2004... In seno al Parlamento europeo e' stato nominato vicepresidente della Commissione per il commercio internazionale, membro della Commissione per la cultura e l'istruzione, della Sottocommissione per la sicurezza e la difesa, della Delegazione alla commissione di cooperazione parlamentare UE-Russia, della Delegazione alle commissioni di cooperazione parlamentare UE-Kazakistan, UE-Kirghizistan e UE-Uzbekistan e per le relazioni con il Tagikistan, il Turkmenistan e la Mongolia. Nel corso del 2006, assieme a Megachip, ha promosso un gruppo di lavoro che indaga sulle vicende dell'11 settembre 2001, fortemente critico nei confronti delle inchieste ufficiali e delle interpretazioni correnti dei mass media. All'interno di questo gruppo di lavoro, Giulietto Chiesa e' autore, insieme a Franco Fracassi, di Zero - Inchiesta sull'11 settembre, un film documentario attualmente in fase di lavorazione. Nel maggio 2007 ha aderito a Sinistra Democratica. E' editorialista per diverse testate e riviste (La Stampa, Galatea, Megachip, Micromega, Il manifesto, Latinoamerica)...". Tra le opere di Giulietto Chiesa: Obiettivo Teheran, De Donato, 1980; (con Roy Medvedev), L'Urss che cambia, Editori Riuniti, 1987;  (con Roy Medvedev), La rivoluzione di Gorbaciov, Garzanti, 1990; Transizione alla democrazia, Lucarini, 1990; Cronaca del Golpe Rosso, Baldini & Castoldi, 1991; Da Mosca. Cronaca di un colpo di stato annunciato, Laterza, 1995; Russia Addio, Editori Riuniti, 1997; Roulette russa, Guerini & Associati, 1999; G8-Genova, Einaudi, 2001; Afghanistan anno zero, Guerini & Associati, 2001; La guerra infinita, Feltrinelli, 2002; (con Marcello Villari), Superclan, Feltrinelli, 2003; La guerra come menzogna, Nottetempo, 2004; Invece di questa sinistra, Nottetempo, 2004; "La virtualizzazione del reale e la fucina delle illusioni", in AA. VV., Brandelli d'Italia, Chimienti, 2005; I peggiori crimini del comunismo, Piemme, 2005; Cronache Marxziane, Fazi, 2005; Giulietto Chiesa. Prima della tempesta, Nottetempo, 2006; Le carceri segrete della Cia in Europa, Piemme, 2007; Zero. Perche' la versione ufficiale sull'11 settembre un falso, Piemme, 2007"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Giulietto Chiesa: Due principali. Il primo e' che ha consentito a molte forze e visioni diverse di manifestare insieme contro la guerra. Il secondo e' che ha tenuto vivo il ricordo di questa necessita', soprattutto verso le nuove generazioni, che purtroppo dovranno vivere in un mondo pericolosamente inclinato verso la guerra. E non lo sanno.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Giulietto Chiesa: Non so quale accentuazione verra' data. Credo che ci dovrebbe essere una riflessione severamente critica e autocritica per lo stato delle cose in seno al movimento pacifista. Il quale ha subito gravi rovesci in questi ultimi anni. Bisognerebbe analizzare cause e responsabilita' politiche e morali per questi rovesci.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Giulietto Chiesa: Direi che siamo appena all'inizio di una riflessione in questo senso. Se il mondo diventa sempre piu' violento c'e' una serie di cause. Bisogna capire, prima di tutto, quali sono. Combattere la violenza con la nonviolenza sara' probabilmente uno dei compiti piu' difficili che si dovranno affrontare nel prossimo futuro.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Giulietto Chiesa: Promuovere lo studio della crisi contemporanea. Poco si studia, cioe' poco si sa della dinamica accelerata che porta verso una catastrofe senza precedenti per la storia umana. Moltissimi, anche tra i nonviolenti, continuano a pensare in modo lineare, come se il domani fosse uguale all'oggi. Non sara' cosi'.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Giulietto Chiesa: Non ho esempi da portare migliori di quello del movimento No Tav. In Val di Susa la scelta e' stata quella della nonviolenza. Eppure molti continuano a forzare la mano a chi vuole mantenere (e io sono integralmente d'accordo con loro) la scelta nonviolenta. Si tratta pero' di una resistenza attiva e non passiva. Una nonviolenza che agisce e non subisce, che accerchia e non attacca. Quanti hanno capito queste cose, fuori dalla Val di Susa? Non so. Io considero la loro esperienza di "difesa del territorio" come assolutamente esemplare. Da studiare.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Giulietto Chiesa: Difesa del territorio, considerando come "territorio" la nostra mente, il nostro corpo, il luogo in cui viviamo, l'aria che respiriamo, l'acqua che beviamo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Giulietto Chiesa: La nonviolenza e' al tempo stesso un'idea etica e pratica. I detentori della violenza sono coloro che ci opprimono e depredano. Essi hanno i mezzi per attuarla. Predicare la violenza significa dare loro il modo di reprimerci, cioe' di sconfiggerci. Nello stesso tempo l'uso della violenza rende violenti. Dunque educare alla nonviolenza e' un atto civico. Ma io non credo alla "non violenza" passiva: di chi "attende" la violenza. Io propongo la nonviolenza attiva, come forma di resistenza e di difesa organizzata. La nonviolenza, in questo senso, non deve essere individuale. Io non desidero una "non violenza" per la sconfitta, ma mi batto per una nonviolenza che cambi il mondo e difenda i piu' deboli.

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A GIUSEPPE MOSCATI

[Ringraziamo Giuseppe Moscati (per contatti: giuseppe.moscati at tiscalinet.it) per questa intervista.

Giuseppe Moscati, dottore di ricerca in Filosofia e Scienze Umane e collaboratore del Dipartimento di Scienze filosofiche dell'Universita' degli Studi di Perugia, e' formatore sui temi della pace, del disarmo e della cooperazione internazionale. Giornalista pubblicista, e' redattore della rivista "Rocca", per la quale si occupa di filosofia e letteratura contemporanee, e scrive per la terza pagina di alcuni quotidiani regionali e nazionali. Tra le sue ricerche, quella sulla nonviolenza e' stata oggetto di alcuni volumi e di numerosi studi apparsi in riviste di filosofia ("Bollettino della Societa' filosofica italiana", "Rivista di storia della filosofia" e altre) nonche' di seminari e corsi di formazione e aggiornamento con particolare riferimento agli aspetti educativi. Insieme a Thomas Casadei ha curato per la Fondazione Centro studi Aldo Capitini il carteggio Aldo Capitini - Guido Calogero, Lettere (1936-1968), Carocci 2009. Segretario dell'Associazione Nazionale Amici di Aldo Capitini, ha curato il volume Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle nuove generazioni (Levante, Bari 2010), dedicato all'attualità di una cultura della nonviolenza per i giovani di oggi. Cfr. anche l'ampia intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 284]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Giuseppe Moscati: Credo che l'intima energia che ha animato sin dal suo esordio la Marcia, in definitiva, sia lo stesso che ha fatto si' che essa potesse raggiungere un simile, significativo traguardo, vale a dire il grande potere di rinnovamento che essa ha portato con se', unito al valore di testimonianza viva di un'alternativa possibile. Solo che le cadute retoriche, gli infiacchimenti e in generale le tentazioni di "svendere" questo o quell'elemento autentico della Marcia sono sempre dietro l'angolo e fanno paura: a questa sfida di attenzione e' chiamato oggi piu' che mai ogni amico della nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Giuseppe Moscati: Il cinquantenario della Marcia e' una gran cosa, ma sarebbe un grave errore considerarlo un punto di arrivo. La nonviolenza e' in cammino o non e'; e allora non ci si puo' accomodare. I tratti distintivi di un simile evento non possono che essere quelli che rimandano alla situazione di globalizzazione dei problemi: problemi di tutti che richiedono l'impegno di tutti, in chiave di ecosostenibilita' e di solidarieta' internazionale. Ma il mio augurio personale, quasi una sorta di aggiunta capitiniana, e' che la Marcia - per tramite di tutti gli enti che la promuovono e di tutte le sue differenti voci - non perda l'occasione di tornare alla insistenza con cui Capitini (che e' stato qualcosa di piu' del suo ideatore) accentuava l'aspetto positivo-propositivo del termine nonviolenza. Non "non violenza" ne' "non-violenza". Piu' che mero pacifismo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Giuseppe Moscati: Andare oltre le parcellizzazioni e' una delle urgenze cui dovrebbero guardare i soggetti della nonviolenza nostrana. Senza il superamento concreto delle posizioni strettamente ideologiche (non che ideologia in se' e per se' sia una parolaccia: mi riferisco alle derive dell'ideologia) si rischia la peggiore delle regressioni. Anche in quest'ottica c'e' ancora molto da fare e tuttavia mi sento di dire che non sono poche le luci gettate su un panorama non certo sereno. Lo "stato dell'arte", insomma, e' fatto di grandi potenzialita', qualche passaggio da non sottovalutare e tante, tante attese che devono fungere da sane provocazioni.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Giuseppe Moscati: Il Movimento Nonviolento ha un compito importantissimo e peraltro puo' far tesoro di un'eredita' storica e culturale in senso lato di un cosi' grande valore che esso non puo' non sentirsi all'altezza del compito che l'attende. Se penso poi ai numerosi giovani che si sono sentiti coinvolti dal progetto dell'Anaac - l'Associazione Nazionale degli Amici di Aldo Capitini di cui ho la fortuna di essere segretario - di costituire una rete di studiosi del pensiero capitiniano, devo dire che mi riscopro ottimista. La nonviolenza attuale in Italia e' ricca di realta' piccole, ma tenaci: sarebbe proficuo un maggior lavoro di raccordo di tutte queste nobili forze.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Giuseppe Moscati: In Italia c'e' Marco Pannella e poco piu'; in effetti la politica nostrana si occupa poco di strategia nonviolenta, mentre il mondo dell'associazionismo si e' dimostrato capace di azioni corali rilevanti, solo che troppo poco passa oltre il muro massmediatico che conta. Nel mondo non sono mancati abborracciamenti di nonviolenza, che pero' spesso si sono persi qua e la' in rivoli di piccole e grandi violenze. Della serie: buoni propositi e scarsi risultati; forse il nodo cruciale rimane quello dell'accordo nonviolento di fine nobile e nobili mezzi, per cui ci si concentra troppo sulla bonta' del fine e troppo poco sulla genuinita' nonviolenta dei mezzi. Alcuni segnali rilevanti arrivano dal continente asiatico, dal mondo arabo e in generale da aree del mondo che in qualche modo e in qualche misura, per tanti, erano "insospettabili". Un'icona? Senz'altro la politica birmana premio Nobel per la Pace (1991) Aung San Suu Kyi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Giuseppe Moscati: Molto va fatto contro la violenza economica, che dilaga quasi incontrastata ad ogni latitudine; la nonviolenza deve ripartire da qui, da un'opposizione forte contro tutto cio' che crea attrito per la fluidita' delle conquiste dei diritti umani, civili, politici, per la liberta' di informazione, di opinione, di credo politico e di fede/laicita'. Condivido la proposta avanzata dall'amico Francesco Pullia di "dare vita ad un'emittente magari telematica, via internet, o la conquista di spazi radiotelevisivi o, ancora, una maggiore diffusione a livello nazionale di uno strumento informativo come 'Azione Nonviolenta'". Perche' - e non sara' un male ripeterlo fino alla noia - la democrazia passa attraverso l'informazione e la comunicazione. Lo ha chiarito Capitini, ma anche Karl Jaspers, Hannah Arendt, Danilo Dolci...

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Giuseppe Moscati: A rischio di un eccesso di sintesi e tuttavia con l'intento di non appesantire l'idea di nonviolenza che vorrei trasmettere, direi che si tratta di un atteggiamento di cura verso tutti - albero e formica compresi - che si fa tensione a donare capitinianamente la propria aggiunta per contrastare l'insufficienza della realta'. Oltre a suggerirle la lettura dei testi di Capitini (preziosa l'antologia curata da Mario Martini per La Ets di Pisa, Le ragioni della nonviolenza), la inviterei a prendere contatto con gli amici del Centro di Viterbo, con la Fondazione Centro studi Aldo Capitini di Perugia, con l'Anaac... Insomma con chi alla nonviolenza dedica, in maniera disinteressata, molto del proprio tempo e delle proprie energie.

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SEI DOMANDE A CARLO SANSONETTI

[Ringraziamo Carlo Sansonetti (per contatti: sansonetti.carlo at gmail.com) per questa intervista.

Carlo Sansonetti Garroni, nato nel 1951, ha vissuto sedici anni in comunita' per tossicodipendenti, in Italia e all'estero; e' stato parroco di Attigliano (Tr) dal 1999 al 2010 ed e' stato fra i fondatori dell'Associazione Sulla Strada onlus (www.sullastradaonlus.it) alle cui attivita' si sta dedicando a tempo pieno fin dall'anno scorso. Cfr. anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 353]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Carlo Sansonetti: Ogni marcia non e' che un piccolo segno, un simbolo per indicare qualcosa di enormemente piu' grande. Nel caso della marcia Perugia-Assisi mi piacerebbe dire cosa ha conservato nelle sue viscere nonostante i tradimenti, perche' di fatto molte, anzi troppe volte, Chiesa e Stato ci hanno messo lo zampino per svilirne il significato, per istituzionalizzarla e per addomesticarla. Ma la marcia continua a conservare li', appunto nelle sue viscere, l'annuncio del mondo nuovo, liberato dalle guerre, e quindi annuncia anche che e' possibile un mondo liberato da qualsiasi violenza. Quando marcio per dire basta alle guerre, agli eserciti e alla fabbricazione di armi, lungo la marcia - e dunque lungo la vita - sono invaso e riempito tutto dalla certezza che i popoli sono affratellati, che le culture dei diversi popoli sono i gioielli dell'umanita', che la nonviolenza e' l'unica forma ragionevole di vita.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Carlo Sansonetti: Certamente il tentativo manifesto di riprendere decisamente il suo senso originale. E poi il tentativo di dire una parola chiara di condanna sulle intromissioni che si sono fatte, sulle ingerenze che ci sono state nelle edizioni passate, come abbiamo detto prima, e di prendere decisioni strutturali in quel senso.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Carlo Sansonetti: Nell'ultimo anno ho passato molto del mio tempo in America Latina e non ho il polso della situazione. Pero' appare chiaro che in Italia c'e' un soggetto sociale che di fronte alle scelte scellerate di questo governo, soprattutto in campo sociale ed economico, come anche di fronte alla complicita' chiara della sinistra all'opposizione, si organizza in un modo sempre piu' compatto e numeroso, e che sa trovare modalita' di lotta di stampo chiaramente nonviolento. Questo e' successo in particolare con i movimenti studenteschi (l'"onda"), e con quelli di stampo femminista ("se non ora, quando?"). Pero', ho anche da dire che, di fronte alle ingerenze e intromissioni di facinorosi nelle azioni di quei o di altri movimenti (NoTav, per esempio), non c'e' stata una chiara condanna ne' una determinazione strutturale a impedirne l'inquinamento. Forse - mi permetto di aggiungere - questo non e' loro possibile proprio perche' non vogliono strutturarsi. Io non condivido questa posizione, anche se al contrario condivido la preoccupazione che ne e' alla base. Per cui, la mia opinione e' che ogni struttura sia da costruire, sia valida e vada rispettata, solamente per il progetto, per l'iniziativa puntuale. Detto con due parole: ogni struttura deve essere e, soprattutto, deve rimanere, leggera, agile e al servizio totale e incondizionato del soggetto sociale che rappresenta.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Carlo Sansonetti: Credo che questi benemeriti movimenti, preziosissimi per conservare puro il messaggio di Aldo Capitini e degli altri padri della nonviolenza nel mondo, debbano soprattutto dedicarsi alla formazione alla nonviolenza delle associazioni e gruppi che si impegnano sui vari campi o livelli del sociale in Italia o all'estero. Io, appartenendo all'Associazione Sulla Strada, che ha progetti sia in Italia che all'estero indirizzati all'infanzia, sento forte la necessita' di questo sostegno formativo da parte dei movimenti nonviolenti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Carlo Sansonetti: A me pare fondamentale concentrarsi e stare saldamente in guardia di fronte alle prossime mosse del nostro governo (piccolo strumento in mano al Fmi e alla Banca Mondiale) in campo economico, perche' saranno scelte di una violenza inaudita. Credo che sia urgente anticipare, cioe' agire preventivamente contro, ogni scelta che faccia pagare ai cittadini e a tutta la societa' civile i danni causati dallo stesso sistema neoliberista, che e' in mano, come si diceva, non a questo o a quel governo, ma alle lobby economiche mondiali (e il capo del nostro governo e' chiaramente un uomo di quelle lobby). L'Italia e la Spagna sono i paesi che stanno seguendo, a un solo palmo di distanza, la tragedia della Grecia, che, in ultima analisi, non e' altro che il modello di crisi che l'Argentina dei primi anni di questo secolo ha terribilmente sofferto, ma anche nobilmente sconfitto. Un ottimo documentario in questo senso e' quello che si trova in http://www.youtube.com/watch?v=zAWivIQxuG0

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Carlo Sansonetti: La nonviolenza e' la piu' concreta, razionale ed efficace risposta e controproposta alla violenza che ogni sistema (politico, economico e religioso) porta connaturata in se'. E' la piu' concreta perche' non e' emotiva o maliziosa ma progettata a breve, medio e lungo termine. E' la piu' razionale perche' non segue la reazione istintiva della violenza ma cerca, con un atteggiamento che rimane sempre umano e con tecniche affinate negli anni, di far uscire l'altro dalla sua immaturita' e farlo risorgere nella sua umanita'. E' la piu' efficace perche' ottiene la pace e la riconciliazione senza che ci siano vincitori e vinti, e percio' evita risentimenti e vendette. Secondo me ci si puo' accostare alla nonviolenza soltanto con la parte femminile che e' in ciascuno di noi: credendo nella vita e dandola in abbondanza; accudirla, nutrirla e proteggerla;  guardare l'altro sempre con tenerezza e pazienza.

 

6. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE AD ANTONIO SORRENTINO

[Ringraziamo Antonio Sorrentino (per contatti: antsorrentino at yahoo.it) per questa intervista.

Antonio Sorrentino (Ancona, 1955), da sempre impegnato per la pace e i diritti, e' stato assessore alla solidarieta' sociale del Comune di Montemarciano]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Antonio Sorrentino: La testimonianza, dimostrare che pur avendo idee diverse si puo' marciare insieme, basta credere nella pace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Antonio Sorrentino: L'integrazione, dimostrare che popoli con culture diverse possono convivere migliorandosi a vicenda.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della non violenza oggi in Italia?

- Antonio Sorrentino: Preistorico.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Antonio Sorrentino: Il difficile compito del seme sull'asfalto: cercare di germogliare nonostante tutto.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Antonio Sorrentino: Sorvolando su Marco Pannella, in Italia non ne vedo altri. Nel mondo...

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Antonio Sorrentino: Sempre integrazione del popolo dei migranti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Antonio Sorrentino: Farei l'esempio classico dell'"occhio per occhio" che "rende il mondo cieco", rilanciando l'antico "porgi l'altra guancia"; solidarieta', e soprattutto il fatto che non siamo tutti uguali, nel senso che non abbiamo in partenza le stesse opportunita'. Chiudendo con la storia che insegna che mai una guerra ha risolto un problema, che sempre ha fatto gli interessi di chi la faceva combattere ad altri. In poche parole la guerra non conviene a nessuno perche' e' un mostro che una volta nato si nutre da se'.

 

7. INFORMAZIONE. "NEWSLETTER FRANZ JAEGERSTAETTER ITALIA" AGOSTO 2011

[Dagli amici dell'associazione "Franz Jaegerstaetter Italia" (per contatti: franzitalia at gmail.com) riceviamo e diffondiamo la loro newsletter.

Franz Jaegerstaetter, contadino cattolico, condannato a morte ed ucciso il 9 agosto 1943 per essersi rifiutato di prestare servizio militare nell'esercito nazista. Scritti di Franz Jaegerstaetter: Scrivo con le mani legate. Lettere dal carcere e altri scritti, Edizioni Berti, Piacenza 2005. Opere su Franz Jaegerstaetter: Gordon Zahn, Il testimone solitario. Vita e morte di Franz Jaegerstaetter, Gribaudi, Torino 1968, poi: Franz Jaegerstaetter, il testimone solitario, Editoria Universitaria, Venezia 2002; Erna Putz, Franz Jaegerstaetter. Un contadino contro Hitler, Berti, Piacenza, 2000; Giampiero Girardi, Franz Jaegerstaetter, il contadino contro Hitler: una testimonianza per l'oggi, Berti, Piacenza, 2007; Cesare G. Zucconi, Cristo o Hitler? Vita del Beato Franz Jaegerstaetter, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2008; segnaliamo anche l'articolo di Enrico Peyretti riprodotto sul n. 637 de "La nonviolenza e' in cammino", articolo che segnalava anche i seguenti materiali: Alfons Riedl, Josef Schwabeneder (Hg), Franz Jaegerstaetter - Christlicher Glaube und politisches Gewissen [Fede cristiana e coscienza politica], Verlag Taur, 1997; videocassetta Franz Jaegerstaetter: un contadino contro Hitler, (27 minuti, in vhs) prodotta dall'Associazione Franz Jaegerstaetter, via del Forte 44/B, 38121 Martignano (Tn), tel. 0461829526 o 3474185755, e-mail: franzitalia at gmail.com; il capitolo "Un nemico dello Stato" (pp. 76-86), in Thomas Merton, Fede e violenza, prefazione di Ernesto Balducci, Morcelliana, Brescia 1965; una nota di Paolo Giuntella in "Adista", n. 11, 13 febbraio 1993, pp. 9-10. L'associazione "Franz Jaegerstaetter Italia" pubblica periodicamente una newsletter alla figura di Franz Jaegerstaetter dedicata (per richieste e contatti: Giampiero Girardi, via del Forte 44/B, Loc. Martignano, 38121 Trento, tel. 0461829526 o 3474185755, e-mail: franzitalia at gmail.com, gia.gira at gmail.com).

Giampiero Girardi e' nato a Mondovi', in provincia di Cuneo, il 5 ottobre 1957. Ha quattro figli. Si e' laureato in Sociologia presso la Libera universita' degli studi di Trento il 17 dicembre 1981, con la votazione di 110/110 e la menzione della lode. Titolo della tesi: "Il posto della cultura dossettiana nel cattolicesimo della ricostruzione: La civilta' cattolica, Vita e pensiero, Cronache sociali" (relatore prof. Gianfranco Albertelli). Ha assolto agli obblighi di leva prestando il servizio sostitutivo civile presso la Caritas diocesana di Trento, impiegato in attivita' di assistenza a ragazzi con difficolta' familiari accolti nei gruppi-appartamento della Comunita' Murialdo (1982-83). Ha lavorato in una comunita' per minori (la Comunita' Murialdo), dove ha svolto, tra l'altro, mansioni di coordinamento e di formazione degli operatori. E' stato dipendente della Federazione provinciale delle scuole materne di Trento, dove era inserito nell'ufficio Studi, orientamenti, programmazione e relazioni gestionali. Qui ha svolto attivita' di ricerca sociale, specializzandosi nell'uso dei metodi quantitativi, e di formazione degli adulti. Successivamente ha operato come libero professionista, avendo come aree privilegiate di intervento lo svolgimento di ricerche sociali e statistiche e la consulenza su aspetti organizzativi e gestionali. E' stato direttore della Scuola di Preparazione Sociale di Trento, ente di formazione ed educazione civica e politica. Dopo regolare concorso, ha lavorato come tecnico di ricerca presso l'Universita' degli studi di Trento, Dipartimento di Teoria, storia e ricerca sociale. L'esperienza piu' significativa e' consistita nei dieci anni (dal primo gennaio 1992 al 31 dicembre 2001) in cui e' stato direttore dell'Istituto Regionale di Studi e Ricerca Sociale di Trento, gia' Scuola Superiore Regionale di Servizio Sociale. L'ente svolgeva formazione di operatori sociali ed educazione degli adulti: gestiva l'Universita' della terza eta' e del tempo disponibile, la Scuola per educatore professionale, la Scuola per operatore socio-sanitario, corsi Fse, attivita' di formazione in servizio, corsi per volontari, una biblioteca, progetti di ricerca. Nel corso del 2002 ha fornito consulenza ad enti ed imprese sui temi di carattere organizzativo, di gestione l'impresa, di progettazione e di formazione. Durante il 2003 ha svolto una consulenza organizzativo-gestionale alla Casa di riposo (Rsa) di Male' (7 mesi) e ha operato come consulente, con funzioni di project manager, presso rilevanti aziende locali. Dal primo gennaio al 30 settembre 2004 e' direttore della Ipab "Casa di soggiorno Anaunia" di Taio, di cui ha curato l'istituzione e l'avvio dell'attivita'. Dopo aver vinto un regolare concorso pubblico, e' entrato a far parte della Provincia autonoma di Trento, dove ha prima diretto l'Ufficio incaricato della gestione del Servizio civile dell'intero territorio. Dopo essere stato al Servizio Programmazione, approfondendo le tematiche legate all'organizzazione, alla gestione e valutazione dei servizi, al controllo di gestione, alla qualita' nei servizi, ora e' direttore dell'Ufficio Fondo sociale europeo. Si occupa di problematiche sociali, con particolare riferimento al volontariato, alle politiche sociali, all'intervento sociale, ai problemi legati al tema della pace, agli aspetti attinenti ai rapporti internazionali. Ha svolto attivita' di formazione del volontariato. E' impegnato sulle tematiche dell'immigrazione, con particolare attenzione ai fenomeni dell'interculturalita' e dell'integrazione socio-culturale. E' stato per alcuni anni presidente della cooperativa sociale "Progetto 92" e vicepresidente dell'Atas (Associazione trentina accoglienza stranieri). E' stato presidente della cooperativa Mandacaru' onlus, che si occupa di commercio equo e solidale. Ha svolto e svolge attivita' giornalistica come pubblicista (iscritto all'Ordine dei giornalisti), oltre che di conferenziere e di animatore. Ha svolto e svolge attivita' di formatore. Ha svolto e svolge attivita' di ricerca sociale di tipo quantitativo. Si ricorda in particolare l'indagine nazionale (su incarico della Caritas italiana) sulle scelte di vita degli obiettori dopo il servizio civile. Ha tenuto varie relazioni a convegni e seminari. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: "Il volontariato degli anni '80 verso il privato sociale", Il margine, n. 10 (ottobre), 1985, pagg. 28-34; "Nonviolenza, senso dello Stato, obiezione fiscale", in L'obiezione fiscale alle spese militari. Quale pace? Quale difesa?, a cura di A. Drago e G. Mattai, Ega, Torino, 1986, pagg. 35-42 (con Michele Dossi); "Il servizio civile tra lassismo e intransigenza", in Il margine, n. 7 (luglio-agosto), 1986, pagg. 12-17; "Scuole di politica: risposta ad una esigenza?", in Presbyteri, n. 8 (ottobre), 1989, pagg. 581-591; "Dopo l'obiezione. Le scelte di vita degli obiettori in servizio presso la Caritas", La Meridiana, Molfetta-Bari, 1992, 252 pagine; cura del volume (insieme a Guglielmo Giumelli) "Vecchiaia, cinema e audiovisivi. Film e documentari in lingua italiana sulla condizione anziana", Guerini, Milano, 2000, 261 pagine; cura del volume "Franz Jaegerstaetter, un contadino contro Hitler", Berti, Piacenza, 2000, 252 pagine; cura del volume "Scrivo con le mani legate. Lettere dal carcere e altri scritti dell'obiettore-contadino che si oppose ad Adolf Hitler", di Franz Jaegerstaetter, traduzione di Lucia Togni, prefazione di Luigi Bettazzi, premessa di Erna Putz, Berti, Piacenza, 2005, XXXV + 231 pagine; autore del volume "Franz Jaegerstaetter, il contadino contro Hitler: una testimonianza per l'oggi", Berti, Piacenza, 2007, 112 pagine. E' stato redattore e direttore responsabile di numerose pubblicazioni, tra cui gli Annali dell'Istituto Regionale di Studi e Ricerca Sociale e la rivista La vita e' sempre in avanti. Ha svolto numerose collaborazioni con i quotidiani locali e con altri periodici locali e nazionali, con oltre un centinaio di testi pubblicati. Si veda anche l'intervista in "Coi piedi per terra" n. 348 e quella nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 639]

 

Giornata di commemorazione della morte del Beato Franz Jaegerstaetter

Resoconto delle celebrazioni del 9 agosto 2011

Anche quest'anno la commemorazione della morte del beato Franz Jaegerstaetter e' stata promossa da Pax Christi Austria e dalla parrocchia di Tarsdorf. L'organizzazione ha seguito lo schema tradizionale, con l'incontro di approfondimento al mattino e, nel pomeriggio, la marcia, la preghiera nell'ora della morte e la messa finale.

La partecipazione e' stata buona e si e' aggirata sulle cento persone, considerando i vari momenti. Era presente una rappresentanza dagli Usa, composta da cinque persone, tra cui un vescovo e un sacerdote gesuita. Proveniva dalla Germania e dall'Austria il grosso dei partecipanti. Dall'Italia eravamo in quattro: Gianni, Annarita, Mauro e il sottoscritto.

La sera di lunedi' 8 agosto c'e' stata la preghiera serale nella chiesa di St. Radegund, guidata dal gruppo della liturgia della parrocchia di St. Radegund. E' seguita la cena conviviale, con la partecipazione di Franziska Jaegerstaetter e delle figlie Maria, Rosalia e Aloisia. E' stato un vero piacere poter incontrare la moglie del Beato e trovarla in buona salute, nonostante i 98 anni. La sua lucidita' e presenza di spirito sono davvero stupefacenti.

Il giorno successivo, 9 agosto, e' iniziato con la relazione del dottor Thomas Schlager-Weidin­ger, teologo di Linz, che ha affrontato il tema: Franz Jaegerstaetter e la sua coscienza. L'attenzione del relatore e' stata focalizzata sull'analisi del percorso di autoformazione di Franz, attraverso soprattutto le letture cui si e' dedicato. Da li' sono nati i valori che hanno motivato e sorretto la scelta di obiezione del Beato.

La relazione e' stata tenuta in tedesco, il che ha reso difficoltosa la partecipazione del gruppo italiano. Per l'anno prossimo si e' concordato di predisporre in anticipo il testo scritto dell'interven­to, per dar modo di predisporre almeno una sintesi in lingua italiana.

Nel corso della mattinata il gruppo italiano ha effettuato una visita alle case natali di due personaggi importanti, nati nelle vicinanze di St. Radegund: Adolf Hitler, a Braunau am Inn, e Joseph Ratzinger, l'attuale papa, a Marktl am Inn.

Dopo pranzo, alle 13,30 ha preso avvio la marcia (circa 7 km), che si e' snodata attraverso le campagne da Tarsdorf a St. Radegund. Dietro la croce, il gruppo ha camminato sotto un cielo che alternava minacciose nuvole scure a squarci di azzurro terso. A meta' strada, una sosta corroborante in una fattoria, con frutti e succo di frutta. Anche gli italiani si sono alternati nel ruolo di crociferi. Come sempre, la marcia e' stato un momento di incontri e di scambio di esperienze.

Alle 15,30 siamo giunti nel paese natale di Franz e mezz'ora dopo ha avuto luogo nella chiesa di St. Radegund il momento di riflessione nell'ora della morte di Franz Jaegerstaetter, organizzato da Pax Christi.

Abbiamo occupato il tempo a disposizione nel pomeriggio per la visita alla casa natale di Franz e Franziska, luogo sempre suggestivo perche' fa "sentire" l'atmosfera di serenita' in cui vivevano i giovani sposi con le loro tre figlie. Il tempo, frattanto, si e' messo al bello e ha regalato una splendido pomeriggio.

La commemorazione ha avuto il suo momento culminante nella celebrazione della messa in ricordo di Franz nella chiesa di St. Radegund. La piccola chiesa era gremita in ogni ordine di posti. Sull'altare due vescovi, il vescovo emerito di Linz e il vescovo di Detroit, i parroci di St. Radegund e di Ostermiething, un sacerdote gesuita americano, il vicario per le attivita' sociali della diocesi di Linz, due diaconi, le ministre dell'eucaristia della parrocchia. Le letture e la predica sono state tenute in tedesco e inglese. Alla preghiera dei fedeli una intenzione e' stata declamata in italiano. Franziska ha potuto comunicarsi sotto le due specie, insieme ai celebranti.

Al termine della celebrazione sono stati distribuiti dei lumini rossi a tutti i presenti. Intonando un ritornello ripetuto, le persone sono uscite ad una ad una dalla chiesa, ed hanno depositato il proprio lumino ai piedi della tomba di Franz. Questa si e' a poco a poco illuminata, diventando un fuoco nelle prime ombre della sera.

E' seguito un incontro conviviale per la cena, insieme a Franziska e alla sua famiglia, oltre ai coristi della chiesa di St. Radegund.

*

Le foto della giornata sono visibili qui: https://picasaweb.google.com/gia.gira/StRadegund2011

E' in via di predisposizione la traduzione della relazione tenuta nella mattinata del 9 agosto. Sara' mia cura inviarvela appena pronta.

Un caro saluto a tutti.

Giampiero

*

Chi desidera ricevere questa newsletter (o segnalare indirizzi di persone interessate) la richieda a: franzitalia at gmail.com

Il rilancio in altre mailing list e' consentito: si prega di darne cenno a franzitalia at gmail.com

Franz Jaegerstaetter Italia, presso Giampiero Girardi, Loc. Martignano, via del Forte 44/B, 38121 Trento, tel. 0461829526 o anche 3474185755, skype: giamgira (Trento), e-mail: gia.gira at gmail.com

 

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

9. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 650 del 17 agosto 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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