Voci e volti della nonviolenza. 398



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 398 del 16 agosto 2011

 

In questo numero:

1. Sette domande ad Alfredo Galasso

2. Mao Valpiana: Non tagliare i salari, ma le spese militari

3. Sette domande a Pietro Barbetta

4. Sette domande a Carmine Miccoli

5. Sette domande a Enrico Morganti

6. Peppe Sini: La nonviolenza alla prova: 25 settembre, 2 ottobre, 4 novembre

7. Tavola della Pace, Movimento Nonviolento: Appello per la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre 2011

8. Movimento Nonviolento: Mozione del popolo della pace: ripudiare la guerra, non la Costituzione

 

1. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE AD ALFREDO GALASSO

[Ringraziamo Alfredo Galasso (per contatti: studiolegalegalasso at virgilio.it) per questa intervista.

Alfredo Galasso e' professore di diritto civile e avvocato. E' stato componente del Consiglio Superiore della Magistratura e parlamentare nel gruppo della Rete, negli anni Novanta. E' stato presidente dell'Associazione L'Altra Italia, editrice del settimanale "Avvenimenti", cui ha collaborato, oltre che a "La Repubblica", come editorialista. Ha rappresentato e rappresenta la parte civile in numerosi processi di mafia, nel processo per la strage di Ustica, nel processo G8. E' autore di molti saggi e volumi di diritto, alcuni dei quali dedicati alla tutela dei diritti della persona. Sullo stesso argomento ha promosso ricerche e curato la pubblicazione dei relativi atti, come Diritti fondamentali e multietnicita': una ricerca per la Costituzione dell'Unione europea e Il principio di uguaglianza nella Costituzione europea. E' stato relatore nei Convegni annuali organizzati dal Consiglio Nazionale Forense e dal Consiglio Superiore della Magistratura su temi e questioni di carattere generale quali i diritti umani nel Trattato di Lisbona e l'azione a tutela delle vittime dei reati. Ha scritto il romanzo no fiction La mafia non esiste (Pironti Editore, due edizioni) e La mafia politica (Baldini & Castoldi Editori)]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Alfredo Galasso: Ricordare e testimoniare che la pace e' un grande ideale di convivenza civile e insieme la via concreta per la risoluzione dei conflitti tra regimi, tradizioni, culture e generazioni differenti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Alfredo Galasso: Se la pace e' un impegno concreto e non solo un ideale o un'utopia, occorre, nella difficile congiuntura economica e sociale che investe il mondo nella sua globalita', assumere e diffondere la pratica della partecipazione attiva, la protesta nonviolenta, se necessaria, per sostenere rimedi e misure che garantiscano uguaglianza e giustizia sociale, senza le quali la pace resta, particolarmente oggi, una parola vana.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Alfredo Galasso: A me sembra, come la partecipazione democratica, un fiume carsico, che talvolta scompare per poi riemergere limpido e fluente dove e quando non lo aspetti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Alfredo Galasso: Conosco poco, e mi dispiace, il Movimento Nonviolento, ma la mia storia personale mi sollecita a chiedergli un'azione paziente, sul versante culturale soprattutto, a inserirsi dov'e' possibile nel circuito scolastico.Per quello che so fare e dire, giustizia e legalita' costituzionale, sono pronto a collaborare.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Alfredo Galasso: Penso alle molte manifestazioni di ragazze e ragazzi, di donne di ogni fede e colore, che hanno riempito le piazze d'Italia, spesso ignorate (o insultate) da partiti e giornali di regime, che prefigurano un futuro di convivenza e impegno civile.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Alfredo Galasso: Sono molte le iniziative da promuovere, all'insegna del principio dell'autodeterminazione (testamento biologico, coppie omosessuali, ad esempio) con l'unico limite del rispetto della liberta' altrui. E la lotta antimafia, che sta rischiando di diventare uno slogan comodo a tutti, mafiosi compresi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Alfredo Galasso: La cultura e la civilta' del Millennio, cui ispirare e misurare la propria azione quotidiana nelle relazioni personali e nella vita professionale, contro la mercificazione pervasiva e violenta di uomini e donne, di bisogni individuali e collettivi. Per un giurista come me la pratica del diritto come "hominis ad hominem proportio".

 

2. EDITORIALE. MAO VALPIANA: NON TAGLIARE I SALARI, MA LE SPESE MILITARI

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Dalla marcia Perugia-Assisi si levera' una richiesta corale, rivolta al governo e al Parlamento: non tagliate i salari ma le spese militari.

Porre al primo punto dell'agenda politica la riduzione del bilancio del Ministero della Difesa, sara' uno dei compiti della marcia.

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A PIETRO BARBETTA

[Ringraziamo Pietro Barbetta (per contatti: barbetta at mediacom.it) per questa intervista.

Dal sito pietrobarbetta.net riprendiamo la seguente breve scheda: "Pietro Barbetta fa parte della Direzione Scientifica del corso di Counselling "Il corpo, la relazione, il sistema"  presso il Centro Isadora Duncan, e' Didatta presso il Centro Milanese di Terapia della Famiglia, e Professore di Psicologia dinamica e Teorie psicodinamiche presso l'Universita' di Bergamo. Autore di Anoressia e isteria (Cortina, 2005), coautore, con Michele Capararo e Telmo Pievani, di Sotto il velo della normalita' (Meltemi, 2004), ha inoltre curato Le radici culturali della diagnosi (Meltemi, 2003) e Divenire umano (con Dario Toffanetti, Meltemi, 2005). Le sue piu' recenti pubblicazioni sono: Figure della relazione (Ets, 2007), Lo schizofrenico della famiglia (Meltemi, 2008), I linguaggi dell'isteria (Mondadori, 2010). Recentemente ha curato L'avventura delle differenze. Sistemi di pensiero e pratiche sociali (Liguori, 2011). Durante il suo dottorato (venti anni fa) ha lavorato per un semestre al Dipartimento di Comunicazione dell'Universita' di Amherst (Massachusetts) con Barnett Pearce, Vernon Cronen, Donal Carbaugh e altri studiosi di comunicazione interculturale ed etnografia della comunicazione. Collabora da circa venticinque anni con Luigi Boscolo e gli altri didatti presso il Centro Milanese di Terapia della Famiglia, con Marcelo Pakman, con il quale da vent'anni si confronta e svolge ricerca clinica (nell'ambito della psicoterapia e della salute pubblica) e teoretica (attorno al pensiero di autori come Gregory Bateson, Heinz von Foerster, Michel Foucault e a temi di ordine filosofico e antropologico), con il Centro Isadora Duncan, come membro della direzione scientifica della Scuola di Counselling e come formatore. Dal 1990 a oggi ha tenuto seminari, partecipato a convegni scientifici, attivita' accademiche e culturali, svolto attivita' di consulenza e supervisione clinica in diversi paesi: Argentina, Brasile, Colombia, Stati Uniti, Portogallo, Francia, Regno Unito, Spagna, Svizzera"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Pietro Barbetta: Testimoniare che c'e' un'altra chiesa, che vuole la pace davvero e che non santifica i "martiri franchisti", una chiesa che sta coi poveri e si sporca le mani, non solo una Chiesa che sta col potere.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Pietro Barbetta: Questa testimonianza: tanto piu' i cristiani faranno sentire la propria voce, tanto meno le gerarchie potranno continuare con l'ipocrisia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Pietro Barbetta: L'Italia e' un paese che, dopo vent'anni di berlusconismo e di Lega Nord ha quasi cancellato, a livello delle grandi masse, il sentimento morale. La pace e' il piu' difficile dei sentimenti morali perche' va difesa con la parole e con i gesti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Pietro Barbetta: Tenere viva la critica alla Chiesa Cattolica, dal concordato ai giorni nostri, tranne la parentesi del Concilio di Giovanni XXIII e di Paolo VI. Dobbiamo essere onesti: Wojtyla e' stato un grande vescovo, ma come papa ha iniziato la restaurazione. Meglio avrebbe fatto, come il Michel Piccoli di Moretti, a rinunciare.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Pietro Barbetta: Sono desolato, vedo troppa gente che urla e copre, con le urla, i minuti particolari.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Pietro Barbetta: Sulle iniziative di pace minoritarie israelo-palestinesi. Non parlo dei supposti pacifisti filopalestinesi europei, che somigliano piu' spesso ad antisemiti, ma delle iniziative che sorgono da dentro quel mondo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Pietro Barbetta: La nonviolenza e' cura di se' e degli altri, e' il pensiero della singolarita' della relazione.

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A CARMINE MICCOLI

[Ringraziamo Carmine Miccoli (per contatti: carmine.miccoli at gmail.com) per questa intervista.

Carmine Miccoli e' nato ad Ortona (Ch) nel 1975; prete dal 2000, vive e opera a Lanciano (Ch); membro di Pax Christi e "compagno di strada" di tante esperienze e movimenti pacifisti e nonviolenti a livello locale e nazionale, e' coordinatore regionale per l'Abruzzo-Molise dell'Ufficio di Pastorale Sociale, organismo della Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana che si occupa delle principali questioni sociali e politiche, del sostegno alle situazioni di disagio nel mondo del lavoro e delle varie forme di poverta', della formazione alla giustizia e alla pace, della salvaguardia dell'ambiente, soprattutto con la proposta educativa di stili di vita sobri e solidali]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Carmine Miccoli: La marcia Perugia-Assisi e' stata, ieri come oggi, scuola di nonviolenza attiva, luogo di incontro e di contaminazione tra persone ed esperienze culturali, politiche, religiose diverse, accomunate dalla ricerca della pace e della giustizia, segno attivo e profetico di speranza in un Paese, come il nostro, che ha spesso difettato di esperienze ed eventi in cui tutto il nostro popolo diventasse protagonista e attore della propria responsabilita' civica, nello spirito della Costituzione e nel solco della sua tradizione morale e spirituale migliore.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Carmine Miccoli: Credo che, al di la' dell'indubbio e importante significato celebrativo (un "movimento" lungo mezzo secolo e' attualmente la piu' longeva esperienza politica del nostro Paese!), la marcia di quest'anno sara' occasione di meditazione sul percorso fatto e di proposta di un nuovo modo di "mettersi in cammino per la pace", in cui superare anche le contraddizioni e gli errori che, soprattutto in quest'ultimo decennio, hanno portato tanti/e a disperare della bonta' di pratiche e di riflessioni orientate alla risoluzione dei grandi conflitti del nostro mondo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Carmine Miccoli: Credo che la vitalita' di esperienze, gruppi e persone sia ancora intatta, capace di far crescere, a diversi livelli, la cultura della pace; mancano, invece, a mio avviso, figure-guida che possano, in questa fase, fare da legame tra il "popolo arcobaleno" e i luoghi della politica istituzionale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Carmine Miccoli: Il loro ruolo e' fondamentale, direi profetico, soprattutto in un tempo in cui si e' portati, come direbbe Isaia (e come ricordava, tra gli altri, l'ultimo Dossetti), a pensare che la "notte" sia ancora lunga, che l'alba della pace sia ancora lontana, che le sentinelle veglino invano. Il Movimento Nonviolento, che porta integra l'esperienza capitiniana, e le associazioni, come Pax Christi, che animano, spesso da sole, realta' sociali in cui la pratica della nonviolenza sarebbe altrimenti ignorata, permetteranno, in un futuro spero prossimo, di offrire a tutta la societa' la sola via praticabile, il solo "varco della storia" per superare quest'epoca drammatica che viviamo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Carmine Miccoli: Ne cito due, diversi e allo stesso tempo vicinissimi: la mobilitazione civile in occasione dello scorso referendum del 12-13 giugno, notevole non solo per la partecipazione e per i contenuti, ma anche per la capacita' di fare rete e di mettere in movimento un paese intero, dopo anni di chiusura e di disimpegno; la "primavera", soprattutto giovanile, che nei paesi arabi del Mediterraneo, ma anche in Spagna, con gli "indignados", sta offrendo un segnale forte e propositivo alla "governance" globale, mostrando ancora una volta che l'idolo del capitalismo finanziario, politico e militare ha i piedi d'argilla di fronte alla forza dell'indignazione che si fa impegno e liberazione.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Carmine Miccoli: Perche' la marcia Perugia-Assisi del prossimo 25 settembre sia un momento alto e fondamentale per il movimento per la pace, credo che bisogna informare e formare con cura ogni persona, perche' alla marcia si accompagni una capacita di riscoprire il "potere dei segni" quotidiani, concreti, con cui costruire l'alternativa di civilta' al regime del dominio e della violenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Carmine Miccoli: Inviterei, come ho fatto anche in passato, questa persona a venire con me e a mettersi in cammino lungo il "sentiero della pace" che va da Perugia ad Assisi: imparerebbe da sola, dall'incontro con i volti, dall'ascolto delle esperienze, dalla fatica e dalla bellezza del "camminare insieme", cosa significhi la citazione di Capitini che lo stesso "Appello" di quest'anno riporta: "Un solo essere, purche' sia intimamente persuaso, sereno e costante, puo' fare moltissimo, puo' mutare situazioni consolidate da secoli, far crollare un vecchiume formatosi per violenza e vile silenzio".

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A ENRICO MORGANTI

[Ringraziamo Enrico Morganti (per contatti: enrico.morganti at fastwebnet.it) per questa intervista.

Enrico Morganti - per molti anni impegnato nelle Acli, gia' presidente dell'Enaip di Bologna - ora, da pensionato e nonno, e' impegnato nel volontariato, in particolare con gli stranieri immigrati e gli anziani]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Enrico Morganti: La grande adesione e partecipazione di giovani.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Enrico Morganti: Spero stimoli la presa di coscienza di continuare tutto l'anno l'impegno concreto quotidiano.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Enrico Morganti: Una tenue pianticella che stenta a crescere. Dobbiamo aiutarla di piu'.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Enrico Morganti: Realizzare un bel programma di presenza/testimonianza nelle scuole; come fanno ad esempio Gherardo Colombo, le Fondazioni Falcone e Borsellino...

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Enrico Morganti: Le testimonianze come quelle di don Ciotti, monsignor Bregantini, il grosso lavoro per i carcerati dei radicali di Pannella...

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Enrico Morganti: Costruire una rete - anche telematica - tra tutti gli interessati, con un occhio di riguardo per gli immigrati.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Enrico Morganti: E' costruire il futuro non sulla sabbia, ma sulla roccia.

 

6. EDITORIALE. PEPPE SINI: LA NONVIOLENZA ALLA PROVA: 25 SETTEMBRE, 2 OTTOBRE, 4 NOVEMBRE

 

Nei prossimi mesi tre cruciali scadenze attendono le persone amiche della nonviolenza.

La marcia Perugia-Assisi "per la pace e la fratellanza dei popoli" del 25 settembre 2011.

La "Giornata internazionale della nonviolenza" il 2 ottobre, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi.

La giornata del 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale: non festa ma lutto per le vittime di tutte le guerre.

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La marcia "per la pace e la fratellanza dei popoli" da Perugia ad Assisi del 25 settembre 2011, che cade nel cinquantesimo anniversario della prima marcia Perugia-Assisi ideata e promossa da Aldo Capitini, occorre che si caratterizzi come la marcia contro la guerra, il militarismo, il riarmo, perche' solo la pace salva le vite; come la marcia contro la persecuzione razzista dei migranti, per i diritti umani di tutti gli esseri umani; come la marcia per il ritorno del nostro paese alla democrazia, alla civile convivenza, alla legalita' che salva le vite. Ovvero occorre che dall'"assemblea itinerante" dei partecipanti emerga inequivocabile la richiesta che l'Italia cessi immediatamente di prender parte alle guerre terroriste e stragiste, imperialiste e colonialiste, razziste e mafiose in Afghanistan e in Libia; e la richiesta che cessi immediatamente la persecuzione razzista dei migranti, e si garantisca accoglienza ed assistenza a tutti gli esseri umani in fuga da guerre, dittature e fame.

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La "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre 2011 non sia uno stracco rituale che vieppiu' oblia anziche' rammemorare l'insegnamento di Mohandas K. Gandhi: sia invece un giorno in cui in tutto il mondo nel ricordo della vicenda e della proposta gandhiana e delle altre donne ed uomini che hanno scelto la nonviolenza e beneficato l'umanita', se ne prosegua l'azione affinche' ovunque prevalga la dignita' e la solidarieta' umana, il rispetto per la vita, la generosa e responsabile cura reciproca e per la biosfera casa comune dell'umanita' intera.

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La giornata del 4 novembre, non festa ma lutto per le vittime di tutte le guerre, e' giornata in cui dovremmo deciderci a togliere dalle mani degli assassini la commemorazione (da parte loro ipocrita e perversa) delle loro vittime, ed assumerla noi quella commemorazione - autentica e sincera, in dolore e fraternita' - come nostro dovere ed onore: "Ogni vittima ha il volto di Abele". Sia quindi il 4 novembre giorno del ripudio di tutte le guerre, di tutte le armi, di tutti gli eserciti; sia giorno di pio ricordo degli esseri umani che le guerre assassine hanno umiliato e avvilito, ferito e mutilato, travolto e annientato; sia giorno di impegno per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani.

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Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

7. INIZIATIVE. TAVOLA DELLA PACE, MOVIMENTO NONVIOLENTO: APPELLO PER LA MARCIA PERUGIA-ASSISI DEL 25 SETTEMBRE 2011

[Riproponiamo il seguente appello.

Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org]

 

A 50 anni dalla prima Marcia organizzata da Aldo Capitini il 24 settembre 1961, domenica 25 settembre 2011 si svolgera' la Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli.

Perugia, ore 9, Giardini del Frontone

Assisi, ore 15, Rocca Maggiore.

*

Vieni anche tu.

"Un solo essere, purche' sia intimamente persuaso, sereno e costante, puo' fare moltissimo, puo' mutare situazioni consolidate da secoli, far crollare un vecchiume formatosi per violenza e vile silenzio" (Aldo Capitini,1966)

Ci sono persone che meritano la tua e la nostra attenzione. Giovani che non riescono a trovare un lavoro, altri che vivono nella precarieta', ragazze e ragazzi che non si possono permettere di studiare, persone che si sentono uno zero perche' nessuno le ha mai valorizzate, gente intimidita e ricattata dalle mafie e dalla criminalita' organizzata, famiglie che faticano ad arrivare alla terza settimana, gente senza casa, persone che pagano le tasse nel nostro paese a cui neghiamo i diritti di cittadinanza, operai che muoiono sul lavoro, anziani soli e abbandonati, giovani che perdono la vita per difendere i diritti umani, bambini strappati all'infanzia e alle proprie famiglie, donne violentate, abusate e sfruttate, persone terrorizzate dalla guerra e dalla violenza, gente che muore ammazzata in carcere, altra che muore nel deserto o nel Mediterraneo cercando di sfuggire alla guerra, alle persecuzioni e alla miseria. Ci sono donne, bambini e uomini a cui non viene nemmeno riconosciuta la dignita' di esseri umani, che sopravvivono in condizioni drammatiche senza pace ne' giustizia.

Per loro e con loro, in nome di tutte le vittime e dei loro familiari, della dignita' e dei diritti di ogni persona, ti invitiamo a marciare per la pace e la fratellanza dei popoli il 25 settembre 2011 da Perugia ad Assisi, lungo la strada tracciata cinquant'anni fa da Aldo Capitini.

Ti invitiamo a camminare insieme perche', come tanti giovani del Mediterraneo e dell'Europa, sentiamo un bisogno forte di cambiamento. Dentro e fuori dal nostro paese ci sono situazioni croniche d'ingiustizia, di poverta', di violenza e di sofferenza che non possono piu' essere tollerate. Siamo indignati e preoccupati, perche' sappiamo che se le cose non cambiano, i rischi e i pericoli diventeranno sempre piu' grandi e noi diventeremo sempre piu' poveri, si moltiplicheranno le guerre, sprofonderemo sempre di piu' nell'incertezza e nella barbarie, aumenteranno le tensioni, gli scontri, la collera, le rivolte e la violenza.

Ti invitiamo a camminare insieme perche' liberta' vuol dire piu' responsabilita' e partecipazione di ciascuno. E, se vogliamo provocare un nuovo futuro, dobbiamo superare ogni forma d'indifferenza, di individualismo, di inerzia e di rassegnazione. Ognuno di noi deve stare dentro la storia da protagonista, con la propria coscienza, sensibilita' e responsabilita'.

Ti invitiamo a camminare insieme per rimettere al centro della nostra societa' i valori della nonviolenza, della giustizia, della liberta', della pace, dei diritti umani, della responsabilita' e della speranza, perche' vogliamo riscoprirne il significato autentico, per costruire insieme una nuova cultura, per dire basta alla manipolazione e allo stravolgimento delle parole, perche' la guerra e' guerra anche quando la si chiama in altro modo e le ingiustizie restano ingiustizie anche quando sono coperte dalle menzogne e dal silenzio mediatico, perche' vogliamo una Rai e un'informazione di pace.

Ti invitiamo a camminare insieme perche' vogliamo dire forte e chiaro ai rappresentanti di tutte le istituzioni che a ciascuno di questi valori debbono corrispondere azioni politiche concrete, un'agenda politica che parte dai quartieri dove viviamo fino all'Europa e all'Onu, che la Costituzione, la Dichiarazione Universale dei diritti umani e la Carta dei Diritti dell'Unione Europea non sono belle parole ma la bussola da seguire per uscire in tempo da questa gravissima condizione.

Ti invitiamo a camminare insieme perche', nel 150mo anniversario dell'Unita' d'Italia, vogliamo difendere e attuare la nostra Costituzione e ricordare a tutti che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

Ti invitiamo a camminare ancora una volta insieme, come fece Aldo Capitini nel 1961 e come in questi cinquant'anni abbiamo rifatto tante volte, perche' crediamo nella nonviolenza come metodo e stile di vita, strada maestra per contrastare ogni forma d'ingiustizia, perche' crediamo che la nonviolenza sia "per l'Italia e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, strumento di liberazione, prova suprema di amore, varco a uomo, societa' e realta' migliori".

Negli ultimi decenni sono gia' state sprecate tantissime opportunita' e risorse. Ma quello che ieri era desiderabile oggi e' diventato necessario e urgente. Per questo c'e' bisogno di una tua e nostra diversa assunzione di responsabilita'.

Entra a far parte della soluzione. Vieni, domenica 25 settembre 2011, alla Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli.

*

Nell'idea di "fratellanza dei popoli" si riassumono molte delle scelte urgenti che dobbiamo fare per superare la crisi che stiamo vivendo: riscoprire la nostra umanita', mettere le persone al centro dell'economia e non piu' il contrario, riconoscere i diritti dei piu' poveri e dei piu' deboli e non continuare a calpestarli, gestire l'accoglienza e non i respingimenti, batterci contro le poverta' e le disuguaglianze sociali e non piu' aumentarle, investire sui giovani e non disperdere la nostra principale ricchezza, ridare piena dignita' al lavoro e ai lavoratori di tutto il mondo e non peggiorare le loro condizioni, investire sull'educazione, sulla cultura e sulla formazione e non tagliare le opportunita' del nostro futuro, difendere il pluralismo, il diritto e la liberta' d'informazione, cambiare i nostri consumi e stili di vita personali e collettivi smettendo di distruggere e sprecare i beni comuni, ripudiare davvero la guerra e la sua preparazione, tagliare le spese militari, costruire l'Europa dei cittadini e la Comunita' del Mediterraneo, democratizzare e rafforzare l'Onu, mettere fine al traffico delle armi e impegnarci a costruire la pace in Medio Oriente, nel Mediterraneo, in Africa e nel resto del mondo, fermare il cambiamento climatico, rompere la schiavitu' dai combustibili fossili e proteggere l'ambiente, costruire le citta' dei diritti umani e non le cittadelle dell'odio e dell'esclusione, investire sulla societa' civile e sul volontariato, investire sulla cooperazione a tutti i livelli anziche' sulla competizione selvaggia, promuovere la globalizzazione dei diritti umani, della democrazia e della solidarieta' contro la violenza, le guerre, le mafie, la corruzione, la censura, gli egoismi, il razzismo e la paura.

"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignita' e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza" (articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).

Tavola della pace, Movimento Nonviolento

Perugia, 10 giugno 2010

Per adesioni, comunicazioni e informazioni: Tavola della Pace, via della viola 1, 06122 Perugia, tel. 0755736890, fax: 075/5739337, e-mail: segreteria at perlapace.it, sito: www.perlapace.it

 

8. DOCUMENTI. MOVIMENTO NONVIOLENTO: MOZIONE DEL POPOLO DELLA PACE: RIPUDIARE LA GUERRA, NON LA COSTITUZIONE

[Riproponiamo il seguente appello del Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org)]

 

Marcia per la pace e la fratellanza tra i popoli Perugia - Assisi, 25 settembre 2011

Mozione del popolo della pace: ripudiare la guerra, non la Costituzione

"Una marcia non e' fine a se stessa; continua negli animi, produce onde che vanno lontano, fa sorgere problemi, orientamenti, attivita'" Aldo Capitini (1962)

Quando Aldo Capitini scriveva queste parole a commento della "Marcia per la  pace e la fratellanza tra i popoli" del 1961 era consapevole di aver aperto un  varco nella storia del '900 attraverso il quale per la prima volta era entrato in scena ed aveva preso la parola, in prima persona, il "popolo della pace" che, convocato in una "Assemblea itinerante" partita da Perugia e giunta alla Rocca  di Assisi, approvava la Mozione del popolo della pace.

Da quel settembre di 50 anni fa il popolo della pace non e' piu' uscito di scena e non ha piu' rinunciato al diritto alla parola. Molte altre volte si e' riconvocato in assemblea ed ha marciato da Perugia ad Assisi, ponendo problemi, indicando orientamenti, promuovendo attivita'.

L'onda prodotta dalla prima Marcia e' ora giunta fino a noi. Noi ci assumiamo la responsabilita' di convocare ancora il popolo della pace, non solo perche' c'e' da celebrare il suo cinquantesimo anniversario, ma soprattutto perche' e' necessario che esso faccia sentire ancora la sua voce, approvi oggi una  nuova Mozione del popolo della pace. Faccia ancora sorgere problemi, orientamenti, attivita'.

Il problema fondamentale che vuole far sorgere il popolo della pace, nel 50mo anniversario della prima Marcia per la pace e nel 150mo anniversario dell'Unita' d'Italia, e' il rispetto integrale della Costituzione della Repubblica italiana.

La Costituzione e' da tempo sotto attacco sotto molteplici aspetti, ma sotto uno in particolare e' gia' profondamente e dolorosamente lacerata, anzi ripudiata. I padri costituenti hanno accuratamente selezionato le parole con le quali scrivere il Patto fondativo della nazione e solo nei confronti della guerra  hanno usato, all'articolo 11, il verbo "ripudiare" - che vuol dire rinnegare,  sconfessare, respingere - non solo "come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli", ma anche "come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Da tempo ormai, attraverso l'artificio retorico dell'"intervento umanitario", e' invece questo articolo della Costituzione ad essere stato ripudiato (rinnegato, sconfessato, respinto) e la guerra e' tornata ad essere strumento e mezzo accettato, preparato e utilizzato. Inoltre la preparazione di questo mezzo risucchia la parte piu' consistente della spesa pubblica che non puo' essere utilizzata ne' per garantire i diritti sociali affermati dalla stessa Costituzione, ne' per costruire e sperimentare altri mezzi di risoluzione delle controversie internazionali coerenti con la lettera e lo spirito della Costituzione.

Questo e' il problema fondamentale che pone il popolo della pace e riguarda le basi stesse del nostro ordinamento democratico, del nostro patto civile nazionale: occorre ripudiare la guerra, non la Costituzione.

Il popolo della pace non si limita a denunciare il problema, ma indica un orientamento per la sua soluzione: la nonviolenza. Che non e' principio astratto ma concreta ricerca di mezzi alternativi alla violenza e alla guerra.

Mentre i padri costituenti sanciscono il ripudio della guerra come "mezzo" di  risoluzione delle controversie, i padri e le madri della nonviolenza si concentrano proprio sulla ricerca dei "mezzi" per affrontare e trasformare positivamente i conflitti. "Nella grossa questione del rapporto tra il mezzo e il fine, la nonviolenza porta il suo contributo in quanto indica che il fine della pace non puo' realizzarsi attraverso la vecchia legge 'Se vuoi la pace,  prepara la guerra', ma attraverso un'altra legge: 'Durante la pace prepara la  pace'", scrive Aldo Capitini. Perche', come spiega Gandhi, "tra mezzo e fine vi e' lo stesso inviolabile nesso che c'e' tra seme e albero".

L'orientamento che indica il popolo della pace e' di investire le risorse pubbliche non piu' per le ingenti, e sempre crescenti, spese militari e per armamenti, ma per ricercare, promuovere e sperimentare efficaci strumenti e mezzi di pace. Sia sul piano culturale di una diffusa educazione alla pace e alla nonviolenza, volta a rivitalizzare sentimenti di responsabilita' individuale, di partecipazione democratica, di apertura alla convivenza. Sia sul piano dell'organizzazione sociale, economica ed energetica fondata sulla  sostenibilita', la semplicita', i beni comuni. Sia sul piano dell'approntamento degli strumenti non armati per gli interventi veri e propri nelle situazioni di  oppressione e di conflitto, interni e internazionali.

Nel porre il problema del ripudio della guerra, e non della Costituzione, nell'indicare l'orientamento alla nonviolenza e ai mezzi non armati per la risoluzione dei conflitti, il popolo della pace promuove le attivita' e le campagne necessarie: il disarmo e la costituzione dei corpi civili di pace.

La guerra, comunque aggettivata - umanitaria, preventiva, giusta, chirurgica  ecc. - e' un costo insostenibile sia in termini di vite umane e sofferenze per le popolazioni, sia in termini di tenuta del patto democratico, sia in termini di  bilanci economici. Mentre tutti i settori della spesa pubblica subiscono pesanti e continue contrazioni, mentre i settori produttivi risentono delle crisi finanziarie internazionali, solo il settore delle spesa pubblica militare lievita incessantemente e solo il settore dell'industria degli armamenti diventa piu' florido. In questo preparare quotidianamente, ed economicamente, il mezzo della guerra, la Costituzione e' gia' ripudiata. L'invio dei bombardieri ne e' solo la tragica ma inevitabile conseguenza. Percio' la condizione preliminare e necessaria per il ripudio della guerra e' il disarmo. In tempo di crisi, l'invito del presidente Pertini e' sempre piu' attuale: "Svuotare gli arsenali e riempire i granai": questa e' la prima attivita'.

La seconda attivita' e' darsi i mezzi e gli strumenti necessari per intervenire all'interno dei conflitti, come prevedono sia la Costituzione italiana che la Carta delle Nazioni Unite, ossia costituire i Corpi Civili di Pace nazionali e internazionali. Dotare il nostro Paese, e orientare in questo senso le Organizzazioni internazionali, di Forze disarmate costituite da personale formato ed equipaggiato, presente nei luoghi dei conflitti prima che questi degenerino in guerra. Corpi civili esperti nella complessa ma indispensabile arte della prevenzione, mediazione, interposizione e riconcliazione tra le parti.

Significa costruire un nuovo ordine internazionale fondato sulla nonviolenza. Se poi tutti gli interventi civili messi in campo, fino in fondo, all'interno di un conflitto non saranno stati efficaci e sara' necessario un intervento, limitato e circoscritto, di una forza armata, sara' compito della Polizia internazionale al servizio delle Nazioni Unite. La quale, come tutte le polizie, non fara' guerre e bombardamenti ma separera' i contendenti, neutralizzando i soggetti piu' violenti e arrestando chi si rende responsabile di crimini.

Per il popolo della pace questo e' il nuovo varco da aprire oggi nella storia.

Questa la sua mozione: ripudiare la guerra, non la Costituzione.

Per questo marcera' ancora una volta da Perugia ad Assisi

*

Il Movimento Nonviolento

Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, sito: www.nonviolenti.org, e-mail: azionenonviolenta at sis.it

 

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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 398 del 16 agosto 2011

 

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