Telegrammi. 649



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 649 del 16 agosto 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: La notte che le cose ci nasconde

2. "Azione nonviolenta" di agosto-settembre 2011

3. Luciano Bonfrate: Anna Achmatova

4. Luciano Bonfrate: Rosanna Benzi

5. Luciano Bonfrate: Annarita Buttafuoco

6. Luciano Bonfrate: Emily Dickinson

7. Luciano Bonfrate: Marianella Garcia

8. Luciano Bonfrate: Violeta Parra

9. Luciano Bonfrate: Ginetta Sagan

10. Luciano Bonfrate: Bertha von Suttner

11. Luciano Bonfrate: Emma Thomas

12. Luciano Bonfrate: Sofia Vanni Rovighi

13. Luciano Bonfrate: Adriana Zarri

14. Segnalazioni librarie

15. La "Carta" del Movimento Nonviolento

16. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: LA NOTTE CHE LE COSE CI NASCONDE

 

"La notte che le cose ci nasconde"

(Dante, Par., XXIII, 3)

 

Sei mesi di guerra neocoloniale, imperialista e razzista in Libia.

Sei mesi di bombardamenti, di stragi, di devastazioni.

Sei mesi di ritorno dell'Italia al fascismo.

*

E noi?

Dico quei pochi di noi che digiunarono contro la guerra i primi giorni e i primi mesi.

Dico quei pochi di noi che hanno almeno dichiarato la propria opposizione a questo crimine.

Cosa abbiamo fatto noi? Ben poco, in verita'.

Cosa attendiamo ancora a insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della Costituzione della Repubblica Italiana, in difesa della legalita' che salva le vite, in difesa della civilta' e del diritto?

Cosa attendiamo ancora a insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per cacciare il governo golpista e assassino che ha reso lo stato italiano corresponsabile dei quotidiani massacri di esseri umani in Libia come in Afghanistan?

Cosa attendiamo ancora a insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per cacciare il governo golpista e assassino che perseguita i migranti in fuga da guerre, dittature e fame?

Cosa attendiamo ancora a insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per ottenere che le risorse pubbliche siano utilizzate per salvare le vite anziche' per sopprimerle?

Vi e' una sola umanita'.

Solo la pace salva le vite.

 

2. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA" DI AGOSTO-SETTEMBRE 2011

 

E' uscito il numero di agosto-settembre 2011 di "Azione nonviolenta", rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.

*

In questo numero: Marciare insieme per la Nonviolenza, di Mao Valpiana; Sembrava un impiegatuccio e invece... di Martina Lucia Lanza; Infinita e creativa nel suo sviluppo: la proposta nonviolenta di Capitini, di Pasquale Pugliese; ... E dopo la prima ne vennero altre: le marce Perugia-Assisi, a cura della redazione; Intervista impossibile a Capitini, maestro di pace e nonviolenza, di Elena Buccoliero; Un messaggio antifascista alle nuove generazioni, a cura di Martina Lucia Lanza; Alcuni cartelli esposti alla prima marcia, a cura della redazione.

In copertina: La Marcia Perugia-Assisi di Mauro Biani.

In seconda: Indice.

In terza di copertina: Materiale promozionale.

In ultima: Materiale disponibile.

*

Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 32 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

 

3. SCORCIATOIE. LUCIANO BONFRATE: ANNA ACHMATOVA

[Ringraziamo il nostro buon amico Luciano Bonfrate per questa quartina.

Anna Achmatova (pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko, nata a Odessa nel 1889 e deceduta a Domodedovo, presso Mosca, nel 1966) e' una delle grandi poetesse del Novecento. Il fondamentale ciclo di poesie Requiem, concluso gia' nel '40, conservato per anni solo nella memoria dell'autrice e di pochi amici fidati, fu dall'autrice steso su carta solo nel 1962, e fu pubblicato per la prima volta a Monaco di Baviera nel 1963; la prima traduzione italiana, di Carlo Riccio, apparve su "Tempo presente" nel 1964; solo nel 1987 fu pubblicato nella patria della poetessa. In italiano sono disponibili varie raccolte di scritti di Anna Achmatova, tra cui Poema senza eroe e altre poesie, Einaudi, Torino 1966, 1993; Io sono la vostra voce..., Edizioni Studio Tesi, Pordenone 1990, 1995; La corsa del tempo. Liriche e poemi, Einaudi, Torino 1992, 2004. Tra le opere su Anna Achmatova segnaliamo particolarmente Lidija Cukovskaja, Incontri con Anna Achmatova. 1938-1941, Adelphi, Milano 1990. Cfr. anche il fascicolo monografico de "La domenica della nonviolenza" n. 211 (che ripropone tre classiche traduzioni italiane di "Requiem")]

 

Lo leggi e ti riafferra per la gola

quel Requiem tra l'orrore e la vergogna:

ogni suo verso attacca la menzogna

esorta alla pieta' ogni sua parola.

 

4. SCORCIATOIE. LUCIANO BONFRATE: ROSANNA BENZI

[Ringraziamo il nostro buon amico Luciano Bonfrate per questa quartina.

Rosanna Benzi, nata nel 1948 e scomparsa all'inizio del 1991, per la maggior parte della sua vita ha vissuto in un polmone d'acciaio. Direttrice della rivista "Gli altri. Periodico di tutti gli emarginati della societa'", ed infaticabile promotrice di iniziative di solidarieta' e di liberazione, una delle figure piu' belle dell'impegno per i diritti e la dignita' umana. Opere di Rosanna Benzi: segnaliamo particolarmente Il vizio di vivere, Rusconi, Milano 1984, 1987]

 

Checche' ogni insipiente or ne sentenzi,

ci fu un'Italia bella, pia, civile

nemica di ogni prepotenza vile:

aveva il volto di Rosanna Benzi.

 

5. SCORCIATOIE. LUCIANO BONFRATE: ANNARITA BUTTAFUOCO

[Ringraziamo il nostro buon amico Luciano Bonfrate per questa quartina.

Dal sito dell'Unione femminile nazionale (www.unionefemminile.it) abbiamo tratto questa scheda (che abbiamo gia' riprodotto ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 396, e poi in "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 363) sulla grande storica e intellettuale femminista scomparsa nel 1999: "Annarita Buttafuoco, nata a Cagliari nel 1951, ha vissuto sino al 1970 all'Isola d'Elba; trasferitasi a Roma si laurea nel 1974 con una tesi su Lineamenti antropologici del Sanfedismo. Dall'autunno del 1974, inizia l'insegnamento all'Universita' di Siena, sede di Arezzo; nel 1981 e' ricercatrice e nel 1992 diventa professore associato. Tiene innumerevoli conferenze e corsi in moltissime citta' italiani e straniere. A Roma nel 1975 fonda assieme a Tilde Capomazza la rivista "DWF", che dirigera' poi dal 1978 al 1986. Dal 1991 al 1995 e' presidente della Societa' italiana delle storiche e promotrice della Scuola estiva di storia delle donne di Pontignano. Nel 1993 diventa Presidente dell'Unione femminile nazionale, carica che ricoprira' fino alla morte. Nel 1994 promuove la trasformazione del Centro per gli studi del movimento di liberazione della donna in Italia in Fondazione Elvira Badaracco e fonda gli Archivi riuniti delle donne, quale "costola" dell'Unione femminile nazionale. Muore ad Arezzo il 26 maggio 1999. Opere di Annarita Buttafuoco: a) libri: Le Mariuccine: Storia di un'istituzione laica. L'asilo Mariuccia, Milano, Franco Angeli 1985; Sul movimento politico delle donne: Scritti inediti di Franca Pieroni Bortolotti, Roma, Utopia, 1987; Cronache femminili: Temi e momenti della stampa emancipazionista in Italia dall'Unita' al Fascismo, Siena, Universita' di Siena, 1988; Svelamento: Sibilla Aleramo. Una biografia intellettuale, Milano, Feltrinelli, 1988; Modi di essere: Studi, riflessioni, interventi sulla cultura e la politica delle donne in onore di Elvira Badaracco, raccolti da Annarita Buttafuoco, Bologna, Editoriale Mongolfiera, 1991; A. Buttafuoco, C. Brezzi, Cosentino: una bibliografia, secoli XVIII-XX, Bibbiena, Distretto scolastico n. 29, 1991; Le origini della cassa nazionale di Maternita', Siena, Universita' di Arezzo-Siena, 1992; Questioni di cittadinanza: Donne e diritti sociali nell'Italia Liberale, Siena, Protagon Editori Toscani, 1995; A. Buttafuoco, E. Baeri (a cura di), Riguardarsi: Manifesti del movimento politico delle donne in Italia, Siena, Protagon Editori Toscani, 1997. b) articoli: Appunti sul problema storico dell'inculturazione femminile: Note sul Medioevo, in "DWF donna woman femme", 1975, n. 3, pp. 21-47; A. Buttafuoco, U. Cerroni, Filosofia e storia: la dialettica degli affetti, in "DWF donna woman femme", 1975, n. 3, pp. 141-159; A. Buttafuoco, E. Cornaro Forscarini, Discorsi accademici: intorno agli studi delle donne, in "DWF donna woman femme", 1975, n. 1, pp. 151-178; Il tempo ritrovato: Riflessioni sul mestiere di storica, in "DWF donna woman femme", 1975, n. 1, pp. 37-47; Eleonora Fonseca Pimentel: Una donna nella rivoluzione, in "Nuova DWF", 1977, n. 3, pp. 51-92; Un incontro con le autrici de I mille volti di Elena, in "Nuova DWF", 1978, n. 8, pp. 121-136: Uguaglianza, in M. D'Amato, Y. Ergas, S. Piccone Stella (a cura di), Sociologia della famiglia. Sull'emancipazione femminile, (Lessico politico delle donne, collana coordinata da M. Fraire), Milano, Gulliver, 1979; Lavoro a domicilio e sessualita': Materiali di una ricerca sul campo, in "Nuova DWF", 1979, n. 10-11, pp. 187-210; Condizione delle donne e movimento di emancipazione femminile, in Storia della societa' italiana, Vol XX, L'Italia di Giolitti, Milano, Teti, 1981; La storiografia femminista americana tra Women's culture e Women's Politics, in "Societa' e storia", 1981, n. 4, pp. 943-965; Di madri e di sorelle. Frammenti su donne, femminismo, storiografia, in "Nuova DWF", 1981, n. 15, pp. 89-104; A. Buttafuoco, G. Turnaturi, Molto si e' detto e si dira': Quasi un editoriale, in "Nuova DWF", 1981, n. 16, pp. 5-17; Dalla redazione dell'"Unione femminile" (1901-1905), in "Nuova DWF", 1982, n. 21, pp. 101-141; A. Buttafuoco, R. De Longis, La stampa politica delle donne dal 1861 al 1924. Repertorio-catalogo, in "Nuova DWF", 1982, n. 21, pp. 73-100; Ripensare la storia politica: Il sentimento della politica, in "Nuova DWF", 1982, suppl. al n. 22, pp. 49-60; Cerco casa..., in "Nuova DWF", 1982, n. 19/20, pp. 124-126; Sprezza chi ride: Politica e cultura nei periodici del movimento di emancipazione in Italia, in "Nuova DWF", 1982, n. 21, pp. 7-34; Per insofferenza di freno e per miseria: Discole vagabonde e prostitute dell'Asilo Mariuccia (1902-1914), in "Movimento operaio e socialista", 1983, n. 1, pp. 117-134; Amore proibito: Ricerche americane sull'esistenza lesbica. Premessa di A. Buttafuoco, in "Nuova DWF", 1985, n. 23/24, pp. 3-4; Solidarieta', emancipazionismo, cooperazione. Dall'Associazione generale delle Operaie all'Unione femminile nazionale, in L'audacia insolente. La cooperazione femminile 1886-1986, Venezia, Marsilio, 1986; Il "tragico racconto": vita e avventure di Angela B., prostituta, tra l'altro, in "Memoria", 1986, n. 17, pp. 117-132; L'universo femminile tra subordinazione e emancipazione, in F. Della Peruta (a cura di), Vita civile degli italiani: societa', economia, cultura materiale. Citta', fabbriche e nuove culture alle soglie della societa' di massa, 1850-1920, Milano, Electa, 1987; Franca Pieroni Bortolotti e la storia del movimento di emancipazione femminile, in "Quaderni di storia delle donne comuniste", 1987, numero monografico; La filantropia come politica. Esperienze dell'emancipazionismo italiano nel Novecento, in L. Ferrante, M. Palazzi, G. Pomata (a cura di), Ragnatele di rapporti: Patronage e reti di relazioni nella storia delle donne, Torino, Rosemberg Sellier, 1988; Vite esemplari: Donne nuove di primo Novecento, in A. Buttafuoco, M. Zancan (a cura di), Svelamento. Sibilla Aleramo: una biografia intellettuale, Milano, Feltrinelli, 1988; Liberta', fraternita', uguaglianza: per chi? Donne nella Rivoluzione francese, in A. M. Crispino (a cura di), Esperienza storica femminile nell'eta' moderna e contemporanea, Roma, Udi, 1988; Straniere in patria: Temi e momenti dell'emancipazione femminile italiana dall'Unita' al Fascismo, in A. M. Crispino (a cura di), Esperienza storica femminile nell'eta' moderna e contemporanea, Roma, Udi, 1988; A. Buttafuoco L. Mariani, I volti di Messalina: Note sul rapporto tra emancipazionismo femminile e teatro, in "Movimento operaio e socialista", 1988, n. 3, pp. 481-499; Apolidi. Suffragismo femminile e istituzioni politiche dall'Unita' al fascismo, in Le donne e la Costituzione. Atti del Convegno promosso dall'Associazione degli ex-parlamentari (Roma, 22-23 marzo 1988), Roma, Camera dei deputati Servizio informazione parlamentare e relazioni esterne, 1989; In servitu' regine. Educazione ed emancipazione nella stampa politica femminile, in S. Soldani (a cura di), L'educazione delle donne. Scuole e modelli di vita femminile nell'Italia dell'Ottocento, Milano, Franco Angeli, 1989; Uno specchio dotato di memoria. Note su fotografia e storia delle donne in margine alla mostra, in C. Colombo (a cura di), Donna lombarda: Un secolo di vita femminile, Milano, Electa, 1989; L'impegno al femminile. Cinque protagoniste fra politica e cultura, in "Il Risorgimento. Rivista di storia del Risorgimento e storia contemporanea", Comune di Milano "Amici del Rsorgimento", 1989; Una "filantropia politica": Profilo di Nina Rignano Sullam, in "Il Risorgimento", giugno 1989; Virtu' civiche e virtu' domestiche. Letture del ruolo femminile nel triennio rivoluzionario, in G. Benassati, L. Rossi (a cura di), L'Italia nella Rivoluzione, Bologna, Grafis edizioni, 1990; Historia y memoria de se': Feminismo y Teoria del Discurso, in G. Colaizzi (a cura di), Feminismo y Teoria del discurso, Madrid, Ediciones Catedra, 1990; Storia di genere, storia delle donne, in "L'informazione bibliografica", 1990, n. 4, pp. 597-607; Ottomarzo in archivio, in "Noi donne", 1990, n. 3, pp. 100-101; La causa delle donne. Cittadinanza e genere nel triennio "giacobino" italiano, in Modi di essere: Studi, riflessioni, interventi sulla cultura e la politica delle donne in onore di Elvira Badaracco, raccolti da Annarita Buttafuoco, Bologna, Editoriale Mongolfiera, 1991; Matherhood as a political Strategy. The role of the Italian Women's Movement in the Creation of the Cassa Nazionale di Maternita', in G. Book, P. Thane (a cura di), Maternity and gender policies: women and the rise of the european welfare states, 1880s-1950s, Londra, Routledge, 1991; Femmes "nouvelles" et redemption del prostituees, l'exemple du refuge Mariuccia a Milan, in E. Gubin (a cura di), Norme et marginalites. Comportaments feminines aux 19e-20e siecles, Universite' Libre de Bruxelles 1991; Vuoti di memoria: Sulla storiografia politica delle donne in Italia, in "Memoria", 1991, n. 31, pp. 61-72; Vie per la Cittadinanza. Associazionismo politico femminile in Lombardia tra Ottocento e Novecento in Donna lombarda: 1860-1945 (introduzione di A. Buttafuoco), Milano, Franco Angeli, 1992; Per un diritto. Coeducazione e identita' femminile nell'emancipazionismo italiano tra Ottocento e Novecento, in E. Beseghi, V. Telmon (a cura di), Educazione al femminile: dalla parita' alla differenza, Firenze, La Nuova Italia, 1992; Tra cittadinanza politica e cittadinanza sociale: Progetti ed esperienze del movimento politico delle donne nell'Italia liberale, in G. Bonacchi, A. Groppi (a cura di), Il dilemma della cittadinanza. Diritti e doveri delle donne, Bari, Laterza, 1993; La politicita' della storia delle donne, in L. Capobianco (a cura di), Donne tra memoria e storia, Napoli, Liguori, 1993; Prefazione al libro: P. Montani, Educare gli educatori: la Scuola dei genitori di Milano (1953-1962), Milano, Rosemberg Sellier, 1994; Differenza di genere e scuola: quali opportunita'? Materiali per una ricerca-azione, in M. R. Del Buono (a cura di) I.R.R.S.A.E. Lombardia, 1994; Prefazione a Sandra Chimenti, in: P. Clemente (a cura di), Salvo buon fine, Siena, Senese, 1997; Cittadine italiane al voto, in "Passato e presente", 1997, n. 40, pp. 5-11; Vite sulla carta: oggettivita', memoria e trasmissione nell'archivio di Ersilia Majno, in "Bollettino I.R.R.S.A.E. Lombardia", 1994, supplemento al n. 45, dic. 1998]

 

Perche' si possa dalla preistoria

uscire al regno della liberta'

occorre fare intanto verita'

e cominciare a scriver l'altra storia.

 

6. SCORCIATOIE. LUCIANO BONFRATE: EMILY DICKINSON

[Ringraziamo il nostro buon amico Luciano Bonfrate per questa quartina.

Emily Dickinson - poetessa imprescindibile - visse ad Amherst, Massachusetts, tra il 1830 e il 1886; molte le edizioni delle sue poesie disponibili in italiano con testo originale a fronte (tra cui quella integrale, a cura di Marisa Bulgheroni: Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005; ma vorremmo segnalare anche almeno la fondamentale antologia curata da Guido Errante: Emily Dickinson, Poesie, Mondadori, Milano 1956, poi Guanda, Parma 1975, e Bompiani, Milano 1978; e la vasta silloge dei versi e dell'epistolario curata da Margherita Guidacci: Emily Dickinson, Poesie e lettere, Sansoni, Firenze 1961, Bompiani, Milano 1993, 2000); per un accostamento alla sua figura e alla sua opera: Barbara Lanati, Vita di Emily Dickinson. L'alfabeto dell'estasi, Feltrinelli, Milano 1998, 2000; Marisa Bulgheroni, Nei sobborghi di un segreto. Vita di Emily Dickinson, Mondadori, Milano 2002]

 

Mi capita di usare dei suoi versi

come fosser sentenze di sibilla

della mia vita specchio, e vi scintilla

cio' che trovai, che non trovai, che persi.

 

7. SCORCIATOIE. LUCIANO BONFRATE: MARIANELLA GARCIA

[Ringraziamo il nostro buon amico Luciano Bonfrate per questa quartina.

Marianella Garcia Villas, nata nel 1949, attivista per i diritti umani salvadoregna, collaboratrice di monsignor Romero, amica della nonviolenza, "avvocato dei poveri, compagna degli oppressi, voce degli scomparsi", fu assassinata il 13 marzo del 1983 dai soldati del regime. La sua vita e' narrata nel bel libro (ampiamente basato sulla registrazione di conversazioni con lei svoltesi nel 1981 e nel 1982) di Raniero La Valle e Linda Bimbi, Marianella e i suoi fratelli, Feltrinelli, Milano 1983, Icone, Roma 2007]

 

Prendersi cura degli assassinati

restituirne il volto e la memoria

alla realta', l'umanita', la storia.

Nel coro ora e' dei giusti e dei beati.

 

8. SCORCIATOIE. LUCIANO BONFRATE: VIOLETA PARRA

[Ringraziamo il nostro buon amico Luciano Bonfrate per questa quartina.

Violeta Parra fu musicista, ricercatrice e interprete di canzoni della cultura popolare cilena, poetessa, pittrice, militante, figura esemplare dell'avventura e della dignita' dell'umanita' intera. Nata nel 1917 da padre professore di musica e madre contadina, sorella di Nicanor, si suicida nel 1967. Ha scritto Eduardo Galeano in Memoria del fuoco: "... quella cantante contadina, dalla voce flebile, che nelle sue canzoni provocatorie seppe celebrare i misteri del Cile. Violeta era peccatrice e piccante, amava la chitarra, le chiacchiere e l'innamoramento, e spesso, per ballare e fare la buffona, le si bruciavano le empanadas. 'Grazie alla vita, che mi ha dato tanto', canto' nella sua ultima canzone; e un sussulto d'amore la sbalzo' nella morte". Una raccolta di testi delle sue canzoni e': Violeta Parra, Canzoni, Newton Compton, Roma 1979. Cfr. anche la voce nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 515]

 

Dell'umile e l'oppresso le parole

salvare e raccontar la sofferenza

ed esortare alla resistenza

perche' dell'avvenire sorga il sole.

 

9. SCORCIATOIE. LUCIANO BONFRATE: GINETTA SAGAN

[Ringraziamo il nostro buon amico Luciano Bonfrate per questa quartina.

Ginetta Sagan partecipo' alla Resistenza, fondo' poi Amnesty International negli Stati Uniti. E' deceduta nell'agosto 2000. Meravigliosa, indimenticabile Ginetta. Dal notiziario mensile dell'ottobre 2000 di Amnesty International riprendiamo il seguente ricordo scritto da Francesca Zagni, segretaria organizzativa della sezione italiana di Amnesty International negli anni '90: "Di statura minuta, due grandi occhi, uno sguardo sempre vigile e attento ed un sorriso luminoso. Questo e' il ricordo del primo incontro con Ginetta Sagan, presso gli uffici della sede nazionale di Amnesty International in viale Mazzini, nel 1991. Era in Italia per ricevere uno dei tanti riconoscimenti per la sua attivita' durante la Resistenza ed era molto curiosa di visitare la sezione italiana. Per lei, che aveva fondato il primo gruppo di Amnesty International della costa occidentale ed aveva contribuito in maniera determinante alla crescita del movimento negli Stati Uniti, basto' poco per rendersi conto della nostra voglia di crescere. Promise di aiutarci e lo fece sempre nel corso di questi anni, sia con aiuti finanziari da parte della "Aurora Foundation" che presiedeva, sia coinvolgendoci in tutte le manifestazioni che la riguardavano in Italia, in particolare in Piemonte e Lombardia. A guardarla sembrava fragile, quasi uscita da un romanzo dell'Ottocento, ma in realta' era una persona forte e coraggiosa che la vita aveva provato duramente. Giovanissima, durante la Resistenza aveva aiutato oltre trecento ebrei a fuggire in Svizzera e fatto da corriere clandestino per i partigiani, col nome di battaglia di "Topolino". Nel 1945 venne arrestata, stuprata e torturata. Un giorno una guardia getto' nella sua cella un pezzo di pane, in cui era nascosta una scatola di fiammiferi. Al suo interno c'era una striscia di carta su cui era scritta la parola "Coraggio!" Fu questo messaggio, che fece capire a Ginetta che da fuori non si erano dimenticati di lei, ad ispirare una battaglia durata una vita intera in favore dei "prigionieri dimenticati". Liberata, riusci' ad arrivare a Parigi dove incontro' il marito, allora studente in medicina e si trasferi' con lui negli Stati Uniti. La voglia di aiutare i prigionieri politici e le vittime delle ingiustizie, di lottare contro gli abusi, non l'abbandono' mai. Recluto' un numero incredibile di attivisti e di fondi per la sezione Usa di Amnesty International, organizzo' concerti e manifestazioni non indietreggiando davanti ad alcuna difficolta' e coinvolgendo, anzi travolgendo con il suo entusiasmo e con la sua storia - che solo nel 1967 trovo' la forza di raccontare per intero - personaggi dello spettacolo, politici e magistrati per la lotta per i diritti umani. Ricevette numerosi riconoscimenti: in Italia venne nominata Grand'ufficiale ed insignita della Croce al merito di guerra e negli Stati Uniti ricevette la Medaglia per la Liberta'. Nel 1997, il Comune di Bousson conferi' a lei ed al marito la cittadinanza onoraria e questa circostanza la riempi' di una gioia quasi fanciullesca. Dopo la morte del marito, si ammalo' anche lei di cancro, ma continuo' a battersi per i diritti umani, in particolare contro gli abusi sulle donne e i bambini, a scrivere libri, a tenere conferenze. Nella primavera di quest'anno era a Roma. L'Universita' di Stanford le aveva affidato una ricerca sulla Resistenza Italiana. Il nostro incontro fu piu' affettuoso del solito, era felice della crescita della nostra sezione, ci scambiammo delle battute sui nipotini e sulla voglia di lavorare per i diritti umani delle generazioni future e la promessa di vederci presto. Non la vedremo piu' invece, Ginetta ci ha lasciato alla fine di agosto e tutti noi le dobbiamo molto"]

 

La lotta antifascista proseguiva

nella difesa di chi e' prigioniero

perche' usa la parola ed il pensiero

e finche' lotti l'umanita' e' viva.

 

10. SCORCIATOIE. LUCIANO BONFRATE: BERTHA VON SUTTNER

[Ringraziamo il nostro buon amico Luciano Bonfrate per questa quartina.

Bertha von Suttner, 1843-1914, scrittrice, straordinaria militante pacifista, premio Nobel per la pace nel 1905. Opere di Bertha von Suttner: Giu' le armi, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1989; Abbasso le armi! Storia di una vita, Centro stampa Cavallermaggiore (Torino) 1996. Opere su Bertha von Suttner: Nicola Sinopoli, Una donna per la pace, Fratelli Palombi, Roma 1986. Su Bertha von Suttner segnaliamo anche i testi di Marta Galli (comprensivo di un'utile sitografia) e di Rosangela Pesenti apparsi rispettivamente nei nn. 850 e 845 de "La nonviolenza e' in cammino", l'ampio saggio di Verdiana Grossi recentemente ripubblicato nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 306, la voce di Giancarla Codrignani nei "Telegrammi" n. 514]

 

Nessuno si puo' fare piu' illusioni:

occorre sceglier tra le armi e il pane

solo la pace salva vite umane

solo il disarmo ferma le uccisioni.

 

11. SCORCIATOIE. LUCIANO BONFRATE: EMMA THOMAS

[Ringraziamo il nostro buon amico Luciano Bonfrate per questa quartina.

Su Emma Thomas cfr. i testi di Luisa Schippa e di Aldo Capitini in AA. VV. (a cura di Sergio Albesano, Bruno Segre, Mao Valpiana), Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace, Anppia - Movimento Nonviolento (e con il contributo del Centro Studi Sereno Regis), Torino-Verona 1999, pp. 169-173; testi riprodotti piu' volte su questo foglio, ad esempio nel fascicolo monografico "Voci e volti della nonviolenza" n. 37, e che di seguito riproduciamo. Luisa Schippa: "Lo scritto di Aldo Capitini su Emma Thomas non avrebbe bisogno di altre testimonianze, perche' esprime quello che e' rimasto nel pensiero e nel cuore di chi la conobbe, in modo insuperabile. Aggiungo soltanto qualche mio ricordo personale. Emma si stabili' a Perugia all'eta' di settantadue anni, acquisto' un piccolo appartamento di due stanzette e con un grosso salone destinato alle riunioni settimanali del Centro di Orientamento Religioso (C. O. R.), dove erano presenti amici e conoscenti di Capitini interessati al suo impegno per una riforma religiosa e per lo studio della nonviolenza gandhiana. Gli incontri erano programmati trimestralmente su argomenti di carattere religioso e sociale. La presentazione del tema specifico scelto era affidata ad una persona che introduceva il tema, a cui seguivano interventi da parte dei presenti. Il metodo usato rievocava quello del Centro di Orientamento Sociale (C. O. S.), ma con differenza di contenuti, poiche' i tempi e la situazione generale erano diversi da quelli dell'immediato dopoguerra. Emma era dotata di uno spirito ricco di iniziative, aperto ai bisogni di quanti la frequentavano: studenti d'inglese e persone di varia estrazione e formazione culturale; camminava a piedi per la citta', faceva chilometri di strada per raggiungere l'ufficio postale alla stazione di Fontivegge per spedire lettere ed inviti agli amici e conoscenti, oltre alle lettere che inviava giornalmente a Capitini a Pisa, dove era tornato alla fine del 1946 al suo incarico alla Scuola Normale Superiore. Ricordo particolarmente gli incontri in cui si svolgeva un rito, quello della sua religione; Emma infatti faceva parte della Società degli amici - Quaccheri (la religione fondata da George Fox, Societa' dei Quaccheri, che poi chiamo' Societa' religiosa degli amici, diffusa in Inghilterra ed in alcuni Stati americani). Il rito consisteva in una disposizione a circolo delle persone presenti, in assoluto silenzio, che veniva rotto da interventi di singoli che liberamente esprimevano pensieri ispirati dalla concentrazione e provenienti dall'intimo. Emma aveva questa religiosita' che le ispirava la fiducia nell'uomo e nella capacita' di comunicare ed unirsi agli altri con l'aiuto di una forza che e' piu' in alto di noi. La sua fede le permetteva di essere amica di tutti, senza criticare e giudicare le convinzioni religiose diverse dalla sua. Ella credeva che ogni essere umano porta con se' valori alti che si manifestano dopo la meditazione ed il raccoglimento nel silenzio". Aldo Capitini ("il presente scritto di Aldo Capitini e' tratto dall'opuscolo A Emma Thomas, edito dal Centro di orientamento religioso di Perugia, s. d. ma 1960, pagg. 5-9 - nota di Luisa Schippa): "Emma Thomas nacque a Lewisham, nel Kent (Inghilterra), l'8 febbraio 1872, prima di sette fratelli e sorelle. Suo padre era calzolaio e la madre lavorava spesso nella bottega; di conseguenza Emma doveva svolgere i lavori di casa. Studio' a Londra al collegio Stockwell e fu la prima donna a diplomarsi in scienze sociali nella famosa scuola inglese di economia, dove ebbe come insegnanti Hobhouse, Haddon e Westermarck. Ricevette una borsa di studio per la Francia e dopo un anno torno' a Londra, con un posto di regolare insegnante. Dopo trent'anni di lavoro si ritiro' in pensione nel 1921. Non si mise a riposo, ma con i suoi risparmi apri' una propria scuola a Gland in Svizzera (International Fellowship School), dove pote' mettere in pratica le sue teorie di un modo piu' libero, piu' organico e cooperativo di educare. Essa vi era chiamata "moto" (madre in sanscrito). Vi erano ragazzi di varie nazioni; Romain Rolland fu un amico di questa scuola, Gandhi tra i visitatori piu' illustri, Pierre Ceresole e Truda Weil tra gli insegnanti. Dopo quindici anni la scuola di Gland fu chiusa ed Emma Thomas torno' a Londra. Durante la guerra fu nei corpi di assistenza nelle incursioni aeree e poi prese in consegna quindici fanciulli evacuati in un luogo di rifugio nella campagna inglese. Insegno' la lingua inglese a prigionieri italiani ed alla fine della guerra si ostino' per ottenere il permesso di venire in Italia e lavorare per avvicinare i due popoli. Collaboro' a Roma con il pedagogista Washburne e propagava l'Unione per le nazioni unite. Resto' in Italia, insegnando in varie scuole, tra cui quella anglo-americana, organizzando riunioni di quaccheri ed assistendo i poveri. Si trovava spesso a convegni organizzati da me e da miei amici a Roma dal 1947 in poi su problemi di riforma religiosa e di nonviolenza. Una volta, sapendo che avevo organizzato a Perugia dal 1944 i Centri di orientamento sociale per la periodica discussione, aperta a tutti, dei problemi amministrativi locali, sociali e politici generali (una cosa nuova in Italia, diversa dal fascismo autoritario), mi espose la sua intenzione di stabilirsi a Perugia per aiutarmi a costituire un Centro di orientamento religioso per periodiche ed aperte discussioni su problemi di vita religiosa e di nonviolenza. Venne a Perugia ed acquisto' l'ultimo piano di una casa in costruzione in via dei Filosofi 33. Dal 1952 si sono svolte in questo centro conversazioni settimanali secondo un programma trimestrale e convegni Oriente-occidente; si e' costituita la Societa' vegetariana italiana ed e' stato tenuto un seminario gandhiano. Fino a quando e' entrata all'ospedale, ella e' stata la costante preparatrice delle riunioni nel pomeriggio domenicale, spesso parlando lei stessa con contributi efficacissimi. Al lavoro del centro di Perugia per l'orientamento religioso e del centro di coordinamento internazionale per la nonviolenza, ai collegamenti con spiriti religiosi e nonviolenti di ogni parte del mondo, Emma Thomas dava un'opera assidua di segretaria, di traduttrice, di ispiratrice. A questo lavoro univa quello di insegnante di inglese, lavoro a lei carissimo, e di frequente assistenza ai bisognosi. Era stimata ed amata da tutti quanti la conoscevano nella via dei Filosofi e nella citta'. Da due anni le sue forze erano diminuite. Nel gennaio 1959 era entrata all'ospedale per curare una grave polmonite; il prof. Benda, che era gia' suo scolaro d'inglese, la guari', ma ella rimase all'ospedale perche' debole. Dopo un po' torno' a casa, ma non era piu' come prima. Quest'anno era tornata all'ospedale in febbraio, per debolezza dei polmoni e del cuore e per disturbi alla circolazione. I medici hanno sempre detto che aveva una grande capacita' di resistere e di riprendere le forze. La sua testa era sempre limpida. Fece un'operazione ad un occhio per cateratta. Negli ultimi mesi, stando all'ospedale, era sempre piu' debole. I medici e le donne infermiere le hanno dato il massimo della loro attenzione. Da qualche mese aveva ceduto al comitato del C. O. R. la proprieta' dell'appartamento, perche' desiderava che il centro continuasse la sua vita, anche se ella era malata o morta. Da lunedi 18 luglio era gravissima, sempre nel letto, alternando momenti di assopimenti ed incoscienza a momento di lucidita'. Nella sua camera aveva come compagna la signora Anna Ascani, che le e' stata come una sorella giorno e notte. Negli ultimi giorni ha avuto periodi in cui parlava non chiaramente ora in italiano, ora in inglese. Nel penultimo giorno di vita ha chiamato molto l'amica Lilian. Non ha sofferto. Ormai il suo corpo era consumato. Il trasporto funebre e' avvenuto lunedi' 25, alle ore 18, senza cerimonia cattolica: sulla cassa e' stato messo il nome e la croce. Un manifesto ed un comunicato nei giornali ha annunciato alla cittadinanza la morte di Emma Thomas. In un punto dell'accompagno funebre e' stato letto un discorso a nome degli amici. Molti erano i fiori. Al cimitero e' stata collocata provvisoriamente nella tomba di Giancarlo Sargenti, suo scolaro. Tra mesi la salma passera' nella tomba di amici del C. O. R. [in quella stessa tomba, accanto ad Emma Thomas, e' sepolto ora Aldo Capitini (nota di Luisa Schippa)]. Emma Thomas amava le contrapposizioni: spazio e barriere, apertura ed esclusione, vita e morte. Pensava che creare sistemi chiusi, porre barriere, escogitare troppe definizioni, soffoca la vita, che e' una manifestazione tra noi dello spirito divino. Il cristianesimo ha affermato l'autorita' del papa e del libro sacro (mentre la Bibbia non e' che un periodo nello sviluppo della religione): meglio fa la Societa' degli amici (o Quaccheri) affermando l'immanenza dell'autorita' e della verita' e che percio' non ha sacerdoti, riti, dogmi, perche' il divino seme e' in ogni uomo, donna, bambino. Bisogna lasciar crescere questo seme: l'energia che va verso il fuori e' creatrice, l'energia che va verso il dentro e' rovinosa, e' cancro. Citava spesso la frase di Eddington: "Il miracolo della creazione non e' compiuto una volta nel confuso passato, ma continuamente da una mente consapevole". Come i corpi sono individuali e nemmeno due fili d'erba sono identici, cosi' e', anche piu', delle anime. Emma Thomas insisteva sempre sul valore dell'individuo, della sua singolarita', differenza, disuguaglianza. E la religione e' l'espressione dell'intimo rapporto dell'anima individuale, da una parte con Dio, dall'altra con gli esseri: la vita dell'Unotutti. Ognuno di noi ha un contributo unico ed indispensabile da dare al regno di Dio sulla Terra e nessun altro lo puo' dare al suo posto. L'evoluzione avviene attraverso un variare infinito. La vita opera sempre verso armonie piu' larghe, verso cooperazioni. Cosi' e' nell'organismo fisico, cosi' nella societa'. E la lotta contro quella certa inerzia che deve esser fatta dalla vita nell'individuo e nella societa' e' piuttosto uno stimolo alla crescita che un ostacolo. "Non vi e' assoluto, non perfezione neppure nello stesso Dio, poiche' cio' significherebbe la negazione della vita, la cui essenza e' l'infinito cambiamento. La vita non puo' arrestarsi". L'amore e' la pienezza e sovrabbondanza della vita, che spinge a dare, a servire, a dimenticare la propria vita in quella degli altri, fino al proprio sacrificio. Emma Thomas amava la nota preghiera di san Francesco: "O Signore, fa' di me uno strumento della tua pace... fa' che io non cerchi tanto di essere amato, quanto di amare". Non accettava che ci fossero tormenti eterni, l'inferno. L'universo ha certamente una finalita'; noi non possiamo vivere senza ideali. Nei suoi scritti e nelle conversazioni mi risultava come Emma Thomas avesse assimilato termini da me usati, come "presenza, centro, Uno-Tutti, valore, ascoltare e parlare, sempre piu', apertura", alle sue idee chiarissime, ben possedute dalla mente e congiunte strettamente con la pratica. Ho incontrato in lei una persona che viveva e creava spontaneamente caratteri dello spirito gandhiano come l'apertura, la nonviolenza, la lealta', la festevolezza, la razionalita', la costanza; ella era veramente, come Gandhi diceva di se', un'"idealista pratica". Tra le persone che ho incontrato, in mezzo a tanti che ripetono conformisticamente le idee ricevute dalla tradizioni come facevano i pagani, o le rifiutano e non cercano altro, Emma Thomas era una di quelle che possedeva idee sicure e liberamente formate e tuttavia desiderava quotidianamente di rivederle, correggerle o approfondirle: ella attuava l'idea del C. O. R."]

 

Tutto e' preghiera e tutto e' verita'

e poiche' la guerra e' distruzione

ad essa opponi tutta la passione,

tutta la forza, tutta la bonta'.

 

12. SCORCIATOIE. LUCIANO BONFRATE: SOFIA VANNI ROVIGHI

[Ringraziamo il nostro buon amico Luciano Bonfrate per questa quartina.

Sofia Vanni Rovighi, nata nel 1908 e deceduta nel 1990, filosofa e storica della filosofia, fu a lungo docente alla Cattolica di Milano, autrice negli anni trenta di importanti contributi su Husserl e Hartmann, tra le figure piu' vive della filosofia neoscolastica, vicina alla fenomenologia ed autrice di importanti lavori sulla teoria della conoscenza. Tra le opere di Sofia Vanni Rovighi segnaliamo particolarmente i tre volumi degli Elementi di filosofia, La Scuola, Brescia; sul piano del lavoro storiografico, critico e didattico cfr. inoltre Introduzione a Tommaso d'Aquino, Laterza, Bari; Introduzione a Anselmo d'Aosta, Laterza, Bari; Storia della filosofia moderna, La Scuola, Brescia; segnaliamo inoltre la cura dell'antologia scolastica di Galileo Galilei, Antologia, La Scuola, Brescia]

 

Aveva una chiarezza di pensiero

che ti rendeva il mondo trasparente

ed all'orrore del male e del niente

sapeva opporre il buono, il giusto, il vero.

 

13. SCORCIATOIE. LUCIANO BONFRATE: ADRIANA ZARRI

[Ringraziamo il nostro buon amico Luciano Bonfrate per questa quartina.

Adriana Zarri, nata a S. Lazzaro di Savena nel 1919, teologa e saggista, e' deceduta nel 2010. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo i seguenti stralci: "Adriana Zarri (San Lazzaro di Savena, 26 aprile 1919 - Crotte di Strambino, 18 novembre 2010) e' stata una teologa, giornalista e scrittrice italiana. E' nata nel 1919 a San Lazzaro di Savena, nelle immediate vicinanze di Bologna, figlia di un mugnaio, gia' bracciante, e della figlia di un capomastro. Negli anni giovanili dirigente dell'Azione Cattolica, dal 1952 e' giornalista pubblicista. Dopo aver vissuto in diverse citta' italiane (Roma, soprattutto), dal settembre 1975, per una scelta di tipo eremitale, si e' ritirata prima ad Albiano, poi a Fiorano Canavese, e infine, dalla meta' degli anni '90, a Strambino, sempre in provincia di Torino. Ha collaborato con molte testate cattoliche: L'Osservatore Romano, Rocca, Studium, Politica oggi, Sette giorni, Il Regno, Concilium, Servitium e Adista. Ha collaborato con i periodici Avvenimenti (con la rubrica Diario inutile) e MicroMega. Nel quotidiano Il Manifesto aveva una rubrica domenicale, Parabole. In passato partecipo' anche come ospite fissa alla trasmissione televisiva Samarcanda condotta da Michele Santoro. Ha portato avanti una teologia antitradizionalista, dubitando dell'esistenza dell'Inferno in quanto punzione non educativa e riproponendo una visione pessimistica della morte. Ha preso pubblicamente le distanze tanto dal disinteressamento nei confronti della religione quanto da movimenti conservatori come Comunione e Liberazione oppure Opus Dei. Premi e onorificenze: Il 6 dicembre 1995 le e' stato conferito il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Premio speciale Testimone del Tempo, assegnato dal Premio Acqui Storia; Premio Matilde di Canossa, della Provincia di Reggio; Premio Minerva 1989, nella sezione Ricerca scientifica e culturale; Premio Igino Giordani 2002, del comune di Tivoli. Per il suo volume Vita e morte senza miracoli di Celestino VI ha vinto, nel 2008, la quattordicesima edizione del Premio Letterario Domenico Rea, nella sezione Narrativa e la quarta edizione del Premio letterario Alessandro Tassoni, sempre per la sezione Narrativa". Tra le opere di Adriana Zarri: Giorni feriali, Ipl, Milano 1953; L'ora di notte, Sei, Torino 1960; La chiesa, nostra figlia, La Locusta, Vicenza 1962; Impazienza di Adamo. Ontologia della sessualita', Borla, Torino 1964; Teologia del probabile, Borla, Torino 1967; Tu. Quasi preghiere, Gribaudi, Torino 1973; E' piu' facile che un cammello..., Gribaudi, Torino 1975; Erba della mia erba. Resoconto di vita, Cittadella, Assisi 1981; Dodici Lune, Camunia, Milano 1989; Figlio perduto. La parola che viene dal silenzio, La Piccola, Celleno 1991; Nostro Signore del deserto. Teologia e antropologia della preghiera, Cittadella, Assisi 1991; Quaestio 98. Nudi senza vergogna, Camunia, Milano 1994; Dedicato a, Frontiera, 1998; Dio che viene. Il Natale e i nostri natali, La Piccola, Celleno 2007; Vita e morte senza miracoli di Celestino VI, Diabasis, Reggio Emilia 2008; Un eremo non e' un guscio di lumaca, Einaudi, Torino. Cfr. anche almeno i testi nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 402, e in "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 313 e 331]

 

Conobbi or son tant'anni un'eremita

amante della terra e anche del cielo

viveva il verbo letto nel vangelo

ed era una danza la sua vita.

 

14. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Oswald Ducrot, Jean-Marie Schaeffer, Nouveau dictionnaire encyclopedique des sciences du langage, Seuil, Paris 1995, 2002, pp. 832.

 

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

16. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 649 del 16 agosto 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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