Voci e volti della nonviolenza. 392



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 392 del 9 agosto 2011

 

In questo numero:

1. Mao Valpiana: Il cammino da Perugia ad Assisi

2. Una lettera di Angelo Cifatte

3. Una lettera di Nicoletta Crocella

4. Sette domande ad Agostino Letardi

5. Sette domande ad Anna Maghi

6. Sette domande a Miria Pericolosi

7. Sette domande a Marcello Vigli

8. Luciano Bonfrate: Aldo Capitini

9. Luciano Bonfrate: Danilo Dolci

 

1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: IL CAMMINO DA PERUGIA AD ASSISI

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Perugia, simbolo della laicita'. Assisi, simbolo della religiosita'.

Il cammino da Perugia ad Assisi unisce laici e religiosi. Li unisce nella ricerca comune della nonviolenza, cosi' come la nonviolenza unisce oriente ed occidente. Storie e culture diverse si incontrano e si mescolano nella strada che dai Giardini del Frontone porta alla Rocca di Assisi.

E' accaduto nel 1961, accadra' nuovamente nel 2011.

 

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. UNA LETTERA DI ANGELO CIFATTE

[Ringraziamo Angelo Cifatte (per contatti: angelocifatte at fastwebnet.it) per questa lettera di risposta a una richiesta di intervista.

Angelo Cifatte, costruttore di pace, amico della nonviolenza, fa parte della Tavola della pace ed e' impegnato da sempre in molte attivita' ed esperienze di pace, di solidarieta', per la giustizia e i diritti; presso il Comune di Genova si occupa di cooperazione internazionale, solidarieta' e pace]

 

... una breve nota su come vedo questa Marcia 2011; e su cio' che sto facendo per/come mio lavoro.

Credo che l'edizione 2011 sia importantissima non solo per il cinquantesimo anniversario, ma perche' - dopo Genova luglio 2011 - potra' forse essere una nuova esperienza unitaria di tutto il "movimento per la pace", che, come ci siamo forse dimenticati troppo presto, vide un brutto momento di divisione nella Marcia del 2007, quando - in pieno Governo Prodi, la questione Area di Vicenza ancora aperta (e tale e' rimasta con una netta divaricazione tra i suoi diretti protagonisti ed il resto del movimento, le cui componenti l'hanno sentita in misura difforme) - tutta un'area vasta del movimento non partecipo' alla Marcia. Oggi ci sono le condizioni per tornare tutti uniti contro la guerra, ossia per la pace e per tutto l'impegno che questa scelta comporta. L'Appello di convocazione di quest'anno non a caso e' piu' ampiamente condiviso, e tutto fa pensare che ci troveremo di nuovo in moltissimi di piu'. E' un impegno.

Ci siamo infatti sentiti dire che la Marcia aveva addolcito i toni, non voleva disturbare il governo in carica. Cio' a mio parere non e' vero (quando mi sento dire che "era la Marcia di D'Alema eccetera eccetera", rispondo agevolmente che Massimo da tempo non lo vedo alla marcia: e la cosa mi dispiace, naturalmente, ma e' netta smentita delle insinuazioni - cosi' spero che venga alla prossima!). Ma, comunque, credo di poter capire il senso della posizione. Ma tutti i critici quanto si rendono conto della pluralita' delle forze componenti la Tavola della pace proponente la Marcia?

A Genova, gli Enti locali hanno affidato al sottoscritto il compito di "fare" la Tavola locale: coi tempi necessari, abbiamo deciso che essa si poggera' su cinque gambe: enti locali, organizzazioni di cittadini ed immigrati, mondo scolastico, sindacati. Naturalmente varie sono le esperienze, le identita', la consistenza dei soggetti citati. Ma tutti stanno acquisendo la consapevolezza che il salto qualitativo in avanti dell'impegno consiste appunto nel procedere nella sintesi che opera la Tavola, spostando tutti in avanti lungo questo processo d'impegno. Questa deve essere la sua forza nonviolenta.

Puoi pensare quindi quanto sia importante ma faticoso tale "camminare assieme". Che quindi - proprio nella Marcia - avra' una verifica importantissima!

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. UNA LETTERA DI NICOLETTA CROCELLA

[Ringraziamo Nicoletta Crocella (per contatti: nicam6 at gmail.com) per questa lettera di risposta a una richiesta di intervista.

Nicoletta Crocella, nata a Brescia il 20 maggio 1944, separata, con due figli adulti. Ha lavorato come assistente sociale prima in un istituto per bambini subnormali, poi al centro di rieducazione minorenni del Ministero di Grazia e Giustizia, quindi in un consultorio, per poi passare in regione Lombardia ad occuparsi della formazione del personale sociale e di orientamento scolastico e professionale. Ora è in pensione. Da sempre scrive, ha collaborato a varie riviste tra cui per tutta la sua durata alla rivista Interferenze, edita dalle Nuove Edizioni Bresciane, per cui ha curato la rubrica Spazio donna. Dal 2000 risiede stabilmente a Bassano in Teverina,  (Viterbo) dove collabora alla associazione Stelle Cadenti, per cui è responsabile delle edizioni. Se scrivere è importante, diventa sempre più significativo anche il contesto, dove, come, e perché. E al contenuto si aggiunge la cura della "forma" dell' opera nel suo complesso, dai primi giornali di gruppo, ai libri dono per situazioni particolari, alle edizioni Stelle Cadenti, passando per il Laboratorio psicopedagogico delle differenze di Brescia, i suoi quaderni, la rivista Tracce, e la collaborazione alla rivista Interferenze, fonte di ispirazione ed apprendimento anche tecnico. L'ecologia, insieme al femminismo segnano la sua storia e la sua attenzione al recupero e ad evitare lo spreco delle risorse del pianeta, il rapporto con il bello e la ricerca di intrecciare tutte queste esigenze si riflettono sul suo essere responsabile dell'editoria per l'associazione Stelle Cadenti, con una particolare attenzione al testo ed all'intreccio fra questo e l'opera che lo accompagna. I suoi scritti continuano ad essere segnati dal suo sguardo sul mondo, caratterizzato dallo strabismo di chi guarda insieme dentro e fuori di se'. Pubblicazioni: oltre alle riviste, il racconto dell'esperienza  in "Ho qualcosa anche io di buono: affezionatrice di ogni cosa" edizione Cite Regione Lombardia. Per le edizioni Stelle Cadenti il libri di poesie Frammenti, ed Icona, con intervento di Giancarlo Bulli, ha curato il volume "Poesie di pace al tempo della guerra" e le narrazioni "Attraverso il silenzio", "Purtroppo non so scrivere", "Il nonno, l'uncinetto e Chernobyl", e poi "Corpi persone", "Ridere", "Storie di donne", "Vento", "Il manifesto del libro che rimane", "Storie per fare la pace", seguito sullo stesso tema dal libro piu' corposo "Ci ragione e scrivo", ultimamente con Ilaria Gulla' ha scritto "Non ostante tutto", testo a due voci e dialogo sulla condizione della donna e la progettazione della ricerca del lavoro. Dalla relazione con altre donne nasce "Ci vorrebbero bambine", libro a piu' voci, e piu' immagini, per un mondo migliore. Cfr. anche l'ampia intervista in "Coi piedi per terra" n. 296]

 

... mi e' difficile rispondere alla tua richiesta perche' ritengo che la marcia Perugia-Assisi sia stata un punto alto di formazione e di proposta nonviolenta, che con la pazienza e la continuita' da quei primi eventi poco partecipati e poco nominati e' divenuta il travolgente cammino di centinaia di migliaia di persone che si incontrano, al di la' di slogan ed indicazioni di partito, per dire la propria adesione a scelte di pace. E' diventata negli anni una festa, un sollievo rispetto al degrado politico, una determinazione a dire e a dirsi al di la' delle scelte di governanti che dovrebbero rappresentarci ed hanno scelto la guerra. Proprio su questo, al di la' delle parole d'ordine degli organizzatori, per lungo tempo e' stata un punto di riferimento preciso.

Ma... credo che il progressivo svuotamento di senso e impoverimento sia avvenuto quando gli organizzatori hanno voluto mantenre la marcia fuori dalle polemiche, cosi' mentre i nostri aerei bombardavano ed i nostri soldati andavano in guerre lontane, contravvenendo a tutti i dettami della Costituzione, oltre che negando l'assunto stesso che i conflitti si possono e si devono risolvere senza por mano alle armi, abbiamo marciato, portando le bandiere della pace, per la poverta', per i diritti umani, che sono sicuramente componenti di un percorso di pace, ma non per dire davvero "fuori la guerra dalla storia!". Ancora questa volta, pur con una piattaforma appena piu' accettabile e riconoscibile, non si osa chiamare per nome le cose, non si parla di rifiuto di alleanze di guerra, di accordi fra stati per prepararsi insieme a fare la guerra, non si parla di Afghanistan, di Libia, di Palestina, e di accordi-capestro con Israele, non si parla di nulla che possa disturbare nel concreto.

Io credo che sia un momento molto importante, in cui le persone si stanno lentamente svegliando dall'apatia con cui hanno subito le scelte, e guardano con ammirazione, e con rinnovata speranza, ai movimenti che si muovono vicino a noi. Penso che la guerra in Libia oltre tutto abbia spento nel sangue molte speranze, anche nostre, che ci sia un modo possibile di cambiare le cose senza armi, senza violenza, senza attentati. In questo momento il movimento nonviolento avrebbe la possibilita' e l'occasione di indirizzare e coagulare questo sentimento di indignazione, di disagio, e di speranza che sta venendo avanti, mettendosi al fianco di queste speranze, proponendo un metodo ed un modo, appoggiando ad esempio esperienze come quelle dei no-Tav, o dei no-Dal Molin dove la componente di coinvolgimento collettivo, di analisi e discussione dei problemi hanno consentito di allargare il consenso e mantenere alto il livello di impegno. Io in questo momento sono sull'albero con Turi, come mi sono sentita sulla gru con i migranti di Brescia, ed accanto a quanti protestano fuori dai Cie, ed ero sulla flottiglia fermata in acque internazionali, impedita di andare a Gaza, con tutti gli abbandonati di questa societa' dei consumi per pochi prepotenti.

Non so che cosa direi a qualcuno che non sapesse nulla di nonviolenza: quando mi trovo accanto a compagni, e compagne anche, a volte, che affermano di sognare una rivolta violenta, chiedo loro che cosa pensano di ottenere, e sostengo che i mezzi ed i fini sono coesistenti, che non puoi volere la pace e pensare di fare la guerra, potrai vincere o perdere, non avere la pace. Sostengo che il cambiamento e' un percorso da costruire, e che la pace si ottiene attraverso la pace, l'incontro, la comunicazione. Comprendo chi esercita il diritto di difendersi, ma mi vengono in mente le parole di Juliano Mer-Khamis ai suoi allievi del Freedon Theatre: "se avete solo rabbia e vendetta non potete combattere per la pace, con l'odio non si va da nessuna parte, deponete il fucile, perche' esso e' vuoto, e nutrite le vostre menti ed i vostri cuori...".

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE AD AGOSTINO LETARDI

[Ringraziamo Agostino Letardi (per contatti: agostino.letardi at enea.it) per questa intervista.

Agostino Letardi (Roma, 1964), per oltre vent'anni socio attivo dell'Agesci (associazione scout cattolica) di cui e' stato resposabile di zona, membro del consiglio regionale Lazio e per un decennio della pattuglia nazionale Educazione alla Pace. Nel 1996 e' stato cofondatore a Roma di Tamburi di Pace, associazione attiva in progetti di educazione alla pace e alla nonviolenza. Cfr. anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 318]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Agostino Letardi: La marcia Perugia-Assisi e' stato un formidabile appuntamento che ha contribuito in questo mezzo secolo a mantenere viva in Italia l'attenzione verso la tematica della nonviolenza, altrimenti praticamente quasi assente dall'agenda politico-sociale di questo Paese. Con la sua spinta educativa che arriva "dal basso" (dal camminare, dai piedi!) ha contribuito a formare e rinvigorire la tensione di tante persone che vi hanno partecipato, principalmente in modo diretto, ma anche a volte "in spirito di condivisione".

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Agostino Letardi: Penso che lo slogan di "essera parte della soluzione" sia la miglior caratterizzazione dell'evento di quest'anno.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Agostino Letardi: Non ho conoscenze approfondite sulla questione, penso pero' che non sia un momento facile per la nonviolenza... diverse questioni sociali attuali fanno si' che le tensioni si acuiscano invece di essere gestite per una loro risoluzione efficace. Recenti esperienze anche vissute sulla mia personale pelle mi hanno mostrato come sia veramente difficile applicare una strategia di risoluzione nonviolenta dei conflitti in una situazione di degrado di un valore fondante della convivenza quale e' il principio della fiducia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Agostino Letardi: Credo che il loro ruolo essenziale sia quello di veicolare nella societa' italiana gli strumenti di una gestione nonviolenta delle dinamiche sociali.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Agostino Letardi: In Italia sono rimasto molto favorevolmente colpito da come si e' organizzata la campagna referendaria a favore del mantenimento della proprieta' pubblica sul bene acqua, ma esistono anche diverse iniziative per i diritti degli immigrati per le quali ritengo il movimento abbia avuto un ruolo estremamente utile e positivo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Agostino Letardi: I fronti sono tantissimi ma tra questi quelli che potrei provare a riassumere sotto localismo (es. movimenti No-tav) e immigrazione sono a mio parere cruciali.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Agostino Letardi: Risponderei che per me nonviolenza e' una filosofia di vita, una modalita' di approcciarsi alla sfera sociale. Come tale, a mio avviso, si apprende in due modi che si evolvono contemporaneamente: con la lettura di testi ad essa dedicati e con la partecipazione attiva a dinamiche sociali in gruppi che abbiano la nonviolenza come proprio motivo fondante.

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE AD ANNA MAGHI

[Ringraziamo Anna Maghi (per contatti: e.rinna at yahoo.it) per questa intervista.

Anna Maghi e' la presidente dell'associazione di volontariato Erinna che ha realizzato e gestisce il centro antiviolenza per le donne di Viterbo. "Ho 61 anni. Sono stata una ragazza poco diplomatica,  ribelle e  idealista. Sono diventata una donna anche capace di diplomazia, idealista quanto basta e testarda nel raggiungere gli obiettivi. La politica e i problemi sociali non mi sono estranei, la particolarita' dell'essere donna, del genere donna, ha influenzato scelte di impegno, poiche' la questione di genere e' ancora estranea alla Politica. Il grande risultato ottenuto, con le pervicaci compagne di strada, e' quello di essere riuscite ad aprire cinque anni fa,  nel territorio viterbese, il centro antiviolenza per le donne"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Anna Maghi: Essendo la Marcia una manifestazione di persone di diversa rappresentanza - pacifista, popolare, politica e che ha anche l'attenzione del mondo religioso - che rifiuta la guerra, la tortura, la sopraffazione, credo il suo significato rilevante sia  la condivisione di un metodo di lotta nonviolento alla violenza esplicitata, esercitata e non espressa. Il movimento nonviolento fa della pace la sua bandiera, vessillo che porta un messaggio forte e determinato: pace come unico strumento di convivenza tra i popoli. La Marcia Perugia-Assisi da' visibilita' al movimento nonviolento, anche se, a mio parere, la ritualizzazione  rischia di limitare la sua visibilita' ad un solo giorno.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Anna Maghi: Ho letto, se non sbaglio, che per i cinquant'anni della Marcia si evidenzieranno all'interno: la marcia dei giovani con il progetto "1000 giovani per la pace", la marcia delle scuole per fare della marcia una lunga aula didattica a coronamento dell'"Anno dei valori" e la marcia delle citta' per ripensare e riprogettare l'impegno per la pace in ciascuna delle nostre citta'.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Anna Maghi: E' ancora un valore di nicchia. Nel senso che non so se nelle azioni di contrasto di coloro che sono nei movimenti (diversi sono stati in questi anni) ci sia la consapevolezza dell'approccio nonviolento, come prassi politica. A mio avviso la manifestazione nonviolenta  più significativa e' stata quella per il G8 di Genova del 2001, che la violenza ha disintegrato. La mancanza di organizzazione - vecchia maniera? Forse - ha lasciato che i provocatori, prezzolati o meno, distruggessero - in quel momento - la forza che l'unione dell'espressione di base, diversamente collocata, aveva per poter determinare un orientamento diverso di governare il mondo. Per quello che riguarda la violenza di genere bisogna "ancora asfaltare" la strada da fare, dire "nonviolenza" non significa includere la specificita' della relazione violenta tra uomo e donna, ne' comprendere quelle che sono le strategie per combatterla.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Anna Maghi: Potrebbero svolgere un importante ruolo di pressione se fossero organizzati in un coordinamento che sappia pianificare risposte costanti all'arroganza del potere - nuove forme democratiche? Nuove forme di organizzazione che sappiano tenere insieme e rispettare le differenze? -. Credo che siamo ancora lontani e lontane da questo. Forse siamo pronti/e per sollevarci su singoli temi e situazioni, ma questo non basta per capovolgere lo stato delle cose.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Anna Maghi: Certamente i movimenti delle donne, per l'acqua bene comune, dei No-Tav, del popolo viola, di quello che si esprime su internet... ma su questo ho ancora delle perplessita', e' vero che ha tanta eco pero' poi si dissolve in fretta cosi' come si e' espanso; riparte di colpo su qualcosa d'altro che mediaticamente attrae o sdegna... in tutto questo  manca, secondo me,  l'assunzione personale di responsabilita', ci si confonde nella massa sconosciuta e senza volto (foto e manifestazioni esibizioniste a  parte), si archivia l'argomento e resta una memoria debole. Manca l'elaborazione, la riflessione, il sentire la voce, il tono significativo e il cogliere l'espressione dell'altro/a nel confronto: almeno per me questo e' ancora importante.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Anna Maghi: Intendiamo i fatti di casa? credo che il problema dell'acqua, bene comune che deve essere pubblico, sia una priorita'. Sappiamo che sara', come sappiamo lo e' in molte parti del mondo, l'oggetto del desiderio causa di guerre e violenza. Prevenire e' meglio che curare.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Anna Maghi: Nonviolenza e' rispetto. Penso che la prima cosa sia rispettare se stesse/i per poter rispettare le altre e gli altri, natura compresa. Credo sia questo il primo passo per accostarsi alla nonviolenza, per contaminare coloro che si relazionano con noi e... sperare in un effetto domino.

 

6. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MIRIA PERICOLOSI

[Ringraziamo Miria Pericolosi (per contatti: miria.pericolosi at gmail.com) per questa intervista.

Miria Pericolosi, socia del Forum politico delle donne di Verona, e' impegnata in molte iniziative per i diritti, la difesa della bosfera, la pace]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Miria Pericolosi: Le ventotto edizioni della marcia hanno permesso di promuovere, approfondire e diffondere fra gli/le italiani/e, giovani e adulti/e, riflessioni importanti sulla opportunita'/necessita' di abbandonare la guerra come risoluzione dei conflitti sottolineando (lo scorso anno) quanto sia importante "una cultura diversa" che permetta "tutti i diritti umani per tutti".

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Miria Pericolosi: L'idea di costituire "le citta' della pace" e dei diritti umani attraverso un'alleanza tra i/le cittadini/e e gli/le amministratori/ci del territorio (Comune, Provincia e Regione) mi sembra pregnante perche' e' auspicabile che si  possa cosi' estendere all'intera cittadinanza la cultura della pace e del disarmo (argomento di cui si parla poco anche nei riguardi della politica estera europea). I politici, infatti, avvicinando se stessi ai concetti insiti nella nonviolenza potrebbero farsi promotori della partecipazione "dal basso" dei/delle cittadini/e alla vita pubblica in una visione di bene comune.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Miria Pericolosi: Credo che allo stato attuale la teoria della nonviolenza sia ancora poca diffusa sul territorio italiano, circoscritta a gruppi elitari; e' auspicabile che la prassi della nonviolenza venga avvicinata sempre piu' dai giovani ai quali si parla, molto spesso, di una generica cultura della pace invece di come reagire alla violenza, o alle ingiustizie sociali con metodi alternativi propri della  nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Miria Pericolosi: Il  Movimento Nonviolento e le altre associazioni e gruppi dovrebbero continuare sempre piu' capillarmente a diffondere le strategie della pratica nonviolenta, assumendo un proprio ruolo anche nella salvaguardia dell'ambiente, nella lotta contro lo sfruttamento economico e nella perdita dei diritti delle persone.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Miria Pericolosi: Ho come immagine i/le giovani spagnoli/e scesi e rimasti a manifestare nelle piazze, le manifestazioni delle donne  di "se non ora quando", le proteste dei precari della scuola sui tetti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Miria Pericolosi: Credo sia molto importante sostenere le proteste riguardanti la Tav in Val di Susa.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Miria Pericolosi: Direi di leggere la rivista del movimento "Azione nonviolenta" e, ovviamente, di avvicinarsi al movimento.

 

7. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MARCELLO VIGLI

[Ringraziamo Marcello Vigli (per contatti: marcvigl at tin.it) per questa intervista.

Marcello Vigli, animatore del comitato "Scuola e Costituzione" e di tante iniziative per i diritti, di pace e di solidarieta', e' una delle piu' limpide ed autorevoli  figure della cultura democratica italiana. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo la seguente scheda: "Marcello Vigli (Roma, 1928) e' un filosofo e saggista italiano, animatore delle Comunita' cristiane di base. Durante la Resistenza partecipo' come partigiano alla lotta per la liberta'. Prese parte all'esperienza dei Cristiano Sociali. Fu dirigente nazionale dell'Azione Cattolica. In seguito alla linea dettata dal papato di Pio XII e dalla presidenza di Luigi Gedda abbandono' l'associazione nel 1952. Con Wladimiro Dorigo partecipo' alla redazione della rivista 'Questitalia', dal 1958 al 1970, promosse nel 1968 'Scuola Notizie', foglio informativo del Movimento Insegnanti diventato rivista (1975-1990) e nel 1974 fu tra i fondatori della rivista 'Com Nuovi Tempi' dalla quale e' nata 'Confronti'. E' tra i promotori delle Comunita' cristiane di base. Ha insegnato storia e filosofia nei licei fino al 1979 ed e' autore di manuali scolastici; e' stato sindacalista della Cgil scuola. Da sempre e' attivo nel movimento per la riforma della scuola e la laicita' delle istituzioni. A questo scopo e' impegnato per una scuola laica, pubblica e statale attraverso le associazioni 'Scuola e Costituzione' e 'Per la scuola della Repubblica'. Tra le opere di Marcello Vigli: con Franchi Bruno, Ricci Luciano, Istituzioni, societa', ideologie, Principato 1981, 1984, 1988; con Marenco Anna Maria, Religione e scuola, La Nuova Italia, 1984; con Ameruso Renata, Tangherlini Silvia, I percorsi del pensiero, Lucarini Scuola, 1987; con Mario Alighiero Mancorda, Stato e Chiese, Nuovi Equilibri, 1995; con Raffaele La Porta, Corrado Mauceri, Antonio Santoni Rugiu, Angelo Semeraro, Scuola pubblica. Scuola privata, La Nuova Italia, 1998; I giubilei del Novecento. Chiesa e potere alla vigilia del giubileo del 2000, Datanews, 1999; con Portoghese Anna, I nomi di Dio, Progedit, 2000; Contaminazioni. Un percorso di laicita' fuori dai templi delle ideologie e delle religioni, Dedalo, 2006; con Mario Campli, Coltivare speranza. Una Chiesa altra per un altro mondo possibile, edizioni Tracce, 2009]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato più rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Marcello Vigli: La marcia ha avuto una funzione politica di grande rilievo perche' specie nei primi dei suo cinquant'anni, ha costituito l'occasione che ha consentito e favorito una partecipazione trasversale, si direbbe oggi, di cittadini e delle loro associazioni di orientamento non solo diverso ma opposto, per marciare insieme in tempi in cui l'uso strumentale delle contrapposizioni ideologiche aveva creato un solco incolmabile nella societa' italiana. Una funzione meritoria perche' esercitata in contrasto con le grandi strutture organizzate, dai partiti alla istituzione ecclesiastica.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzerà maggiormente la marcia che si terrà il 25 settembre di quest'anno?

- Marcello Vigli: Non ho seguito i lavori preparatori ma penso che il cinquantenario debba essere un ritorno al genuino pensiero di Capitini aggiornato al rifiuto della guerra che nel tempo e' stata camuffata con nomi diversi per renderla meno indecente in un tempo in cui si esalta la creazione di organismi sovranazionali e mondiali come strumenti per dirimere le questioni che dividono non tanto i popoli quanto i gruppi di potere che s-governano il mondo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Marcello Vigli: Credo che sempre piu' appare evidente la difficolta' di usare la nonviolenza, pur nelle sue diverse accezioni, come ideologia capace di costruire unita' politica per dare soluzioni accettabili ai problemi che il rapido evolversi della situazione pone a singoli e gruppi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo può svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Marcello Vigli: Potrebbero svolgere un prezioso ruolo culturale e politico se si costituissero in movimento unitario dimostrando che le diversita' culturali o i diversi referenti per diventare efficaci strumenti di azione politica devono, pur restando se stessi, concentrarsi nella definizione di obiettivi comuni ragionevolmente perseguibili e nella concrete azioni per raggiungerli. Resta sempre valida comunque la loro funzione di testimonianza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti più significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Marcello Vigli: Considero significativa l'azione dell'associazione Libera nella lotta contro le mafie e nella diffusione della cultura della legalita', pur ben sapendo che forse non puo' essere ascritta al movimento della nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Marcello Vigli: Promuovere unita' culturale e politica in difesa della democrazia in crisi nel nostro Paese, e non solo, perche' e' l'unica forma istituzionale per organizzare la societa' che strutturalmente si propone di risolvere contrati e conflitti in modo non violento.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Marcello Vigli: Non saprei che cosa rispondere. Mi limiterei a suggerire di leggere sistematicamente i materiali diffusi regolarmente dal "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo.

 

8. SCORCIATOIE. LUCIANO BONFRATE: ALDO CAPITINI

[Ringraziamo il nostro buon amico Luciano Bonfrate per questa quartina.

Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org]

 

L'antifascismo e' la nonviolenza.

Essa rivendica la dignita'

del mondo tutto e dell'umanita'.

E dei morti e dei vivi e' compresenza.

 

9. SCORCIATOIE. LUCIANO BONFRATE: DANILO DOLCI

[Ringraziamo il nostro buon amico Luciano Bonfrate per questa quartina.

Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu' povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2 febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958) si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione". Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita' preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E' convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga, impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile. Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto, frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita". Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Recentissimo e' il volume che pubblica il rilevante carteggio Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo Dolci cfr. i dvd di Alberto Castiglione: Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004, e Verso un mondo nuovo, 2006. Tra i vari siti che contengono molti utili materiali di e su Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.org, www.danilodolci.it, danilo1970.interfree.it, www.danilodolci.toscana.it, www.inventareilfuturo.com, www.cesie.org, www.nonviolenti.org, www.fondodanilodolci.it]

 

Tutto e' di nessi un vivo palpitare

in ogni incontro una viva maieutica

in ogni ascolto viva un'ermeneutica

nell'infinito aprirsi e dialogare.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 392 del 9 agosto 2011

 

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