Telegrammi. 614



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 614 del 12 luglio 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Severino Vardacampi: Le cartacce dalle strade

2. Contro la guerra una proposta agli enti locali

3. Alcuni testi del mese di novembre 2006

4. Tra il silenzio e la parola

5. Aut aut

6. Gabriele Torsello e' libero

7. Afghanistan

8. Where have all the flowers gone

9. Lo stato fuorilegge

10. La guerra continua

11. Stragi

12. Il nudo, il velo, il morto

13. Molto lontano da Brest

14. Nel deserto

15. Nel cratere

16. Due popoli, due stati. Una sola umanita'

17. Le stragi, la via

18. Diciamo cose che tutti gia' sanno

19. Osvaldo Caffianchi: Il sangue afgano, il sangue dei migranti

20. Le armi, la guerra

21. Oggi

22. La scelta

23. Heinrich Boell, o della bonta'

24. Una parola

25. Il carnevale, l'inferno

26. La guerra

27. Saba

28. La guerra e il terrorismo

29. Altman

30. Segnalazioni librarie

31. La "Carta" del Movimento Nonviolento

32. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. SEVERINO VARDACAMPI: LE CARTACCE DALLE STRADE

 

Mi sembra una situazione irreale. Mentre l'Italia e' in guerra, in Afghanistan e in Libia, guerre in cui ogni giorno le stragi si susseguono alle stragi; e mentre l'Italia (e l'Unione Europea) continua a perseguitare i migranti: facendoli morire affogati, recludendoli innocenti nei campi di concentramento, favoreggiandone la riduzione in schiavitu' da parte delle mafie; ebbene, mentre questo accade, pare quasi che la stragrande maggioranza della popolazione italiana nativa - e massime coloro che hanno voce pubblica - di nulla si accorga, anzi cooperi attivamente ad occultare questi orrori cianciando di tutt'altro.

E non sorprende che questa opera di occultamento sia alacremente svolta dal governo e dai suoi manutengoli: e' ovvio che chi commette un crimine cerchi di nasconderlo. Ed inoltre da un governo di personaggi legati alla corruzione (anche di minorenni), alla mafia, al neofascismo e al razzismo, e che di queste loro esperienze ed appartenenze e contiguita' talora menano finanche vanto, cos'altro potresti aspettarti? E se mai sarebbe da chiedersi perche' ancora non vengano tutti - tutti - tratti in giudizio per i crimini commessi in proprio e in solido, crimini previsti e puniti dal codice.

Potrebbe piuttosto sorprendere la complicita' con la guerra e con la persecuzione razzista da parte di tanti, tantissimi di coloro che pure si dichiarano democratici, pacifisti, addirittura nonviolenti, e tante altre belle cose.

Ma no, neanch'essa sorprende: inorridisce soltanto.

E di costoro penso questo cupo pensiero: che mi sembrano come persone compiaciute e tronfie della propria asserita bonta' che nella Germania nazista dedicassero tutto il loro impegno, che so, a raccogliere le cartacce dalle strade per tener pulite le citta', mentre la Shoah era in corso.

Esattamente questo penso della miriade di movimenti e associazioni sedicenti democratici, e sedicenti democratici burocrati e imbonitori della societa' dello sfruttamento e dello spettacolo variamente abbarbicati nelle istituzioni, nelle organizzazioni e insomma nei luoghi di potere tanto della macchina pubblica quanto della cosiddetta "societa' civile", che tacciono sulla guerra e sulla persecuzione razzista da parte dello stato italiano. Esattamente questo penso: che siano complici dei nazisti oggi al governo in Italia, che siano complici degli omicidi di cui consistono le guerre e la persecuzione razzista in cui lo stato italiano - per criminale responsabilita' dei golpisti che lo governano - oggi e' forsennatamente, furiosamente, sadicamente impegnato.

 

2. INIZIATIVE. CONTRO LA GUERRA UNA PROPOSTA AGLI ENTI LOCALI

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Proponiamo a tutte le persone amiche della nonviolenza di inviare al sindaco del Comune, al presidente della Provincia ed al presidente della Regione in cui si risiede, una lettera aperta (da diffondere quindi anche a tutti i membri del consiglio comunale, provinciale, regionale, ed ai mezzi d'informazione) con cui chiedere che l'assemblea dell'ente locale approvi una deliberazione recante il testo seguente o uno analogo.

*

"Il Consiglio Comunale [Provinciale, Regionale] di ... ripudia la guerra, nemica dell'umanita'.

Il Consiglio Comunale [Provinciale, Regionale] di ... riconosce, rispetta e promuove la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.

Richiede al Governo e al Parlamento che cessi la partecipazione italiana alle guerre in corso.

Richiede al Governo e al Parlamento che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana.

Richiede al Governo e al Parlamento che l'Italia svolga una politica internazionale di pace con mezzi di pace, per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, per il riconoscimento e l'inveramento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.

Solo la pace salva le vite".

 

3. HERI DICEBAMUS. ALCUNI TESTI DEL MESE DI NOVEMBRE 2006

 

Riproponiamo alcuni testi apparsi sul nostro notiziario nel mese di novembre 2006.

 

4. HERI DICEBAMUS. TRA IL SILENZIO E LA PAROLA

 

Si e' gia' smesso di parlarne, ancora una volta.

Ed invece dobbiamo continuare a dirlo che vogliamo che Gabriele Torsello sia liberato.

Che vogliamo che la guerra afgana finisca.

Che vogliamo che l'Italia cessi di partecipare a quella guerra terrorista e stragista, e contro la guerra quindi s'impegni.

Che la pace si costruisce col disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti, l'umana comprensione e l'umana solidarieta'.

Che la nonviolenza e' la via.

*

Sia liberato Gabriele Torsello.

Cessi la guerra in Afghanistan.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

5. HERI DICEBAMUS. AUT AUT

 

Si salvi la vita di Gabriele Torsello.

Si salvi la vita di tutte le persone afgane.

Cessi la guerra terrorista e stragista.

L'Italia cessi di partecipare alla guerra, e contro la guerra si impegni.

L'Italia denunci le stragi commesse dalla Nato, coalizione di cui fa parte, e imponga che la Nato cessi ogni attivita' stragista.

L'Italia cessi di essere uno stato terrorista e torni al rispetto del diritto internazionale e della legalita' costituzionale.

*

Si e' data questa estate una prova penosa, una di quelle situazioni nelle quali si deve dire un si' o un no.

Il governo - il nuovo governo, quello della coalizione democratica che aveva vinto le elezioni perche' si opponeva alla coalizione golpista berlusconiana - ha scelto di continuare nell'illegale e criminale partecipazione militare italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan.

Dell'intero parlamento solo quattro parlamentari su mille hanno votato no alla guerra. Solo quattro parlamentari sono restati fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana: tutti gli altri si sono macchiati le mani di sangue, hanno commesso un crimine orrendo, e per commettere questo crimine hanno violato la legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico.

*

E nel paese, come si dice, non vi e' stata un'opposizione rilevante alla scellerata, assassina prosecuzione della illegale e criminale partecipazione militare italiana alla guerra afgana terrorista e stragista, neppure da parte di quel coacervo di organizzazioni ed esperienze che amava chiamarsi una volta "movimento per la pace": per molti esimi messeri e' bastato che a fare la guerra terrorista e stragista fosse il governo "amico" perche' la guerra divenisse accettabile, perche' gli omicidi non fossero piu' un delitto, perche' le stragi divenissero quisquilie. Che infamia e che orrore.

Taluni, ancor piu' obnubilati e corrotti, si sono spinti alla perversione di propalare atroci sofismi secondo cui avallare, sostenere, votare per la la guerra, le uccisioni, le stragi, sarebbe ammissibile finanche dal punto di vista della nonviolenza. Quale osceno, ripugnante capovolgimento della logica e della morale. Quale ignobile, bestiale sovvertimento della verita' e della dignita' umana. Che orrore e che infamia.

*

Di fronte all'orrore della guerra afgana che perdura dal 1979 non e' permesso a  nessuno di proseguire in macabri giochi di parole che mascherano decisioni assassine, che favoreggiano decisioni onnicide. Chi avalla la guerra si fa complice della guerra, si fa complice degli assassinii di cui essa consiste, si fa complice delle stragi, si fa complice del terrorismo.

Alla guerra occorre opporsi. Alle stragi occorre opporsi. Al terrorrismo (di stato, di gruppo, individuale) occorre opporsi. Sempre.

*

L'Italia cessi di essere uno stato terrorista e torni al rispetto del diritto internazionale e della legalita' costituzionale.

L'Italia denunci le stragi commesse dalla Nato, coalizione di cui fa parte, e imponga che la Nato cessi ogni attivita' stragista.

L'Italia cessi di partecipare alla guerra, e contro la guerra si impegni.

Cessi la guerra terrorista e stragista.

Si salvi la vita di tutte le persone afgane.

Si salvi la vita di Gabriele Torsello.

 

6. HERI DICEBAMUS. GABRIELE TORSELLO E' LIBERO

 

Gabriele Torsello e' libero.

Il popolo afgano ancora no.

Cessi la guerra.

Vi e' una sola umanita'.

 

7. HERI DICEBAMUS. AFGHANISTAN

 

Che gioia grande la liberazione di Gabriele Torsello.

E che strazio immenso che la guerra continui.

Incombe a tutte e tutti il dovere di contribuire a liberare anche tutte le altre persone che in Afghanistan sono tenute prigioniere: della guerra, degli infiniti orrori di cui la guerra consiste e che la guerra alimenta.

Per liberare le e gli innumerevoli Gabrieli afgani, occorre far cessare la guerra.

*

E poiche' lo stato italiano sta criminalmente partecipando alla guerra, e' dovere dei cittadini italiani in primo luogo far cessare la partecipazione italiana alla guerra.

E poiche' lo stato italiano sta partecipando alla guerra in flagrante violazione del diritto internazionale e della legalita' costituzionale, opporsi alla guerra e' hic et nunc per tutti i cittadini italiani anche un atto di ripristino della legalita' violata da maggioranze parlamentari e governi fedifraghi e stragisti.

*

Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.

Cessino le stragi della Nato, coalizione di cui l'Italia fa parte.

Solo la pace salva le vite.

Smilitarizzazione, disarmo, aiuti umanitari, scelta della nonviolenta: vi e' una sola umanita'.

 

8. HERI DICEBAMUS. WHERE HAVE ALL THE FLOWERS GONE

 

E' scandaloso il silenzio in Italia sulla guerra afgana.

Forse tra mesi o tra anni ci si chiedera' con sconcerto come sia stato possibile che pressoche' l'intera popolazione si sia resa complice della guerra illegale e criminale, della guerra stragista e terrorista.

*

E' scandaloso il silenzio in Italia sulla guerra afgana.

Forse tra mesi o tra anni ci si chiedera' con sconcerto come sia stato possibile che pressoche' l'intera popolazione si sia resa complice di una cosi' immensa e flagrante violazione del diritto internazionale e della legalita' costituzionale.

*

E' scandaloso il silenzio in Italia sulla guerra afgana.

Si protesta e si manifesta in Italia, e giustamente, contro i crimini e le stragi degli Stati Uniti in Iraq; si protesta e si manifesta in Italia, e giustamente, contro i crimini e le stragi della Russia in Cecenia; si protesta e si manifesta in Italia, e giustamente, contro i crimini e le stragi di Israele nei Territori occupati palestinesi; e si tace sulle stragi della Nato in Afghanistan, si tace sulla partecipazione italiana a quella coalizione e a quella guerra, si tace sulla corresponsabilita' italiana per quelle stragi.

*

E' scandaloso il silenzio in Italia sulla guerra afgana.

Si fanno sovente in Italia proclami alati, roventi, struggenti, contro il terrorismo: e quel terrorismo il nostro stato contribuisce a praticarlo e ad alimentarlo; la partecipazione italiana alla guerra afgana, come a quella irachena, come la politica italiana nei confronti dei migranti, e' terrorista e favoreggiatrice di terrorismo.

*

E' scandaloso il silenzio in Italia sulla guerra afgana.

Cessi la partecipazione italiana alla guerra.

 

9. HERI DICEBAMUS. LO STATO FUORILEGGE

 

Come si puo' pretendere di fare qualcosa per la pace e i diritti umani se non ci si oppone neppure alla guerra e alle stragi, ed anzi alla guerra e alle stragi si prende parte?

Come si puo' pretendere di salvare vite umane mentre vite umane si sopprimono?

Quale politica internazionale di pace puo' fare un paese che e' impegnato in una guerra terrorista e stragista, in una coalizione terrorista e stragista, terrorismo e stragismo realizzando ed alimentando, massacri e devastazioni eseguendo e suscitando?

Quale legalita' puo' rivendicare uno stato il cui governo ed il cui parlamento violano la sua stessa Costituzione?

Quale diritto puo' inverare un ordinamento giuridico che consente ai vertici istituzionali, al presidente della Repubblica, al governo, al parlamento, di violare selvaggiamente, barbaramente, l'art. 10 e l'art. 11 della Costituzione?

*

L'Italia cessi di partecipare alla guerra afgana.

L'Italia cessi di perseguitare i migranti.

Solo a queste condizioni e' possibile che lo stato italiano recuperi una dignita', rientri nella legalita', possa realizzare una politica di pace e di giustizia, di solidarieta' e di democrazia, quella politica scritta nella Costituzione della Repubblica Italiana, incisa nel cuore di ogni essere umano.

*

Occorre una politica della nonviolenza.

Occorre che la scelta della nonviolenza diventi il cuore dell'agire politico delle persone come delle istituzioni.

Nonviolenza giuriscostituente. Nonviolenza in cammino.

 

10. HERI DICEBAMUS. LA GUERRA CONTINUA

 

La guerra in Afghanistan continua.

La violazione della Costituzione italiana continua.

*

Occorre far cessare l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan.

Se non ci opponiamo alla guerra, se non difendiamo la Costituzione, di cosa parliamo quando parliamo di pace e di legalita'?

 

11. HERI DICEBAMUS. STRAGI

 

Quale aiuto possiamo dare alle donne palestinesi e israeliane - che inermi, innocenti, nonviolente resistono alla violenza assassina del terrorismo di stato e di fazione - se non siamo neppure capaci di far cessare l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan?

*

Come possiamo contrastare il riarmo atomico se non siamo neppure capaci di far cessare l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan?

*

Eppure dobbiamo aiutare le donne palestinesi ed israeliane a fermare le stragi.

Eppure dobbiamo contrastare il riarmo atomico che minaccia di distruzione la civilta' umana.

Eppure dobbiamo riuscire a far cessare l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan.

 

12. HERI DICEBAMUS. IL NUDO, IL VELO, IL MORTO

 

E' lo sguardo maschile, che e' unghiuto, uncinato, rapace.

E' il potere maschile che e' violento e assassino.

In quanto imposti alle donne dal potere dei maschi, sia la forzata nudita' che il forzato coprire il corpo sono atto di dominazione, gesto violento, che reifica e aliena, che mercifica e schiavizza, che denega liberta', che lacera e sbrana umanita'.

Il nocciolo della questione non e' dunque in astratto la sovrapposizione al corpo di una stoffa o di essa l'assenza, e' in concreto il patriarcato assassino.

La lotta contro il patriarcato, la lotta contro l'oppressione, la lotta contro la violenza, la lotta contro la guerra: e' il compito dell'ora dell'intera umanita', dell'unica umanita', fatta di donne e di uomini, ogni persona differente da ogni altra, ogni persona ad ogni altra uguale in diritti e dignita'.

 

13. HERI DICEBAMUS. MOLTO LONTANO DA BREST

 

Continuano i massacri in Afghanistan.

Continua l'illegale e criminale partecipazione italiana a quella guerra terrorista e stragista.

Continua nel nostro paese l'indifferenza, quindi la complicita' di massa con la guerra afgana, la complicita' di massa con le stragi della Nato, la complicita' di massa con il governo (passato e presente) e il parlamento (pressoche' unanime) che, in violazione della Costituzione della Repubblica Italiana, l'Italia in quella guerra hanno precipitato e mantengono.

Frattanto con perfetta ipocrisia si mena grande scandalo delle stragi da altri compiute altrove. Altri che altrove ovviamente ritorcono contro di noi la stessa retorica accusa. Tutti gli assassini amano deplorare le stragi altrui per nascondere le proprie, e continuare cosi' tutti nell'atroce opera loro.

*

Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.

S'impegni finalmente l'Italia per contribuire a costruire la pace con mezzi di pace, per salvare le vite anziche' sopprimerle, per recare soccorso alle vittime, per aiutare le donne e gli uomini di volonta' buona che alle guerre e alle stragi e alle violenze si oppongono, per difendere e sostenere l'unica umanita' di cui tutte e tutti siamo parte.

Smilitarizzazione, disarmo, nonviolenza; riconoscimento, difesa e promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani: non vi e' altra via alla pace.

 

14. HERI DICEBAMUS. NEL DESERTO

 

"Nel deserto

cosi' arringava i morti l'assassino"

(Frammento apocrifo attribuito da taluni a Misone e da talaltri a Margite)

 

Ha riconosciuto il ministro che e' in corso una guerra.

Ed ha riconosciuto che le truppe occupanti vincerla non potranno.

Ed ha riconosciuto che occorre seguire altre vie.

*

Una guerra alla quale l'Italia prende parte violando la propria legge fondamentale.

Una guerra che ha provocato molte, molte vittime.

Una guerra terrorista e stragista che terrorismo e stragismo ulteriori alimenta.

*

Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.

Torni lo stato italiano al rispetto della legalita' costituzionale.

Occorre un'altra politica internazionale: fondata sulla pace, la smilitarizzazione dei conflitti, il disarmo, la solidarieta' che salva le vite, la scelta della nonviolenza.

 

15. HERI DICEBAMUS. NEL CRATERE

 

Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.

Cessi la violazione della Costituzione della Repubblica Italiana.

Cessi l'oltraggio alle vittime da parte dei mandanti.

*

L'Italia s'impegni per la smilitarizzazione dei conflitti, per il disarmo, per recare aiuti umanitari, per salvare le vite, per sostenere i diritti umani di tutti gli esseri umani.

L'Italia s'impegni per la pace: che si puo' costruire solo con mezzi di pace.

L'Italia s'impegni per la democrazia: che si puo' costruire solo con mezzi democratici.

L'Italia s'impegni contro il terrorismo: che puo' essere sconfitto solo cessando di compiere atti di terrorismo.

*

Vi e' una sola umanita'.

E vi e' una sola politica che puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe: la politica della nonviolenza.

 

16. HERI DICEBAMUS. DUE POPOLI, DUE STATI. UNA SOLA UMANITA'

 

E' la scelta della nonviolenza l'unica possibile via di risoluzione del conflitto israelo-palestinese.

La scelta del riconoscimento della comune umanita'.

La scelta della solidarieta' e del dialogo tra le persone e tra i popoli.

La scelta della cessazione delle uccisioni.

La scelta della fine dell'occupazione, delle azioni militari, del terrorismo di stato, di fazione, individuale.

La scelta della convivenza nel riconoscimento dei diritti.

Due popoli, due stati. Una sola umanita'.

 

17. HERI DICEBAMUS. LE STRAGI, LA VIA

 

Prosegue in Afghanistan la guerra, la guerra terrorista e stragista.

Prosegue la partecipazione militare italiana alla guerra afgana, la partecipazione illegale e criminale alla guerra terrorista e stragista.

Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.

*

Torni l'Italia al rispetto della sua Costituzione che ripudia la guerra.

La pace si costruisce con la pace.

Smilitarizzare i conflitti, disarmare, aiutare chi e' nel bisogno.

Scegliere la nonviolenza.

Vi e' una sola umanita'.

 

18. HERI DICEBAMUS. DICIAMO COSE CHE TUTTI GIA' SANNO

 

Diciamo cose che tutti gia' sanno.

La sicurezza e' figlia della giustizia.

La pace si costruisce con la pace.

Le armi uccidono, non salvano le vite.

Gli eserciti servono solo alla guerra.

La guerra consiste di omicidi.

*

Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.

Cessi la persecuzione italiana dei migranti.

Cessi lo stato italiano di essere terrorista.

Cessi lo stato italiano di essere complice di terroristi.

Cessi lo stato italiano di violare la Costituzione della Repubblica Italiana.

*

Vi e' una sola umanita'.

 

19. HERI DICEBAMUS. OSVALDO CAFFIANCHI: IL SANGUE AFGANO, IL SANGUE DEI MIGRANTI

[A scanso di equivoci chiedemmo al nostro buon amico Osvaldo Caffianchi cosa intendesse in questa litania per giorno del giudizio, sapendolo ateista senza scampo, e della nonviolenza amico, e allievo di quel buon Sancho che governatore seppe affermare la misericordia come vera giustizia e vera pace. Semplicemente, disseci, quel giorno in cui si rende conto dei misfatti, in cui saranno gli empi resi innocui, e comincera' quindi la civile, la buona convivenza tra gli umani. E' il giorno che ogni giorno s'ha da fare. E' il dire la verita', e' la nonviolenza in cammino. Chi ci capisce e' bravo]

 

Il sangue afgano, il sangue dei migranti, e' la valuta assai poco pregiata, in cui le mafie e i terroristi fanno i loro ricchi disumani affari.

Ma nessun crimine durera' in eterno.

E verra' infine il giorno del giudizio.

*

Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.

Cessi la guerra italiana ai migranti.

Che' nessun crimine durera' in eterno.

E verra' infine il giorno del giudizio.

*

Cessino il governo e il parlamento italiano di essere terroristi e complici di terroristi, cessino il governo e il parlamento italiano di essere stragisti e complici di stragisti; tornino il governo e il parlamento italiano al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana cui hanno giurato fedelta', tornino il governo e il parlamento italiano al rispetto della vita umana.

Nessun crimine durera' in eterno.

E verra' infine il giorno del giudizio.

*

E cessi la complicita' del popolo italiano con la guerra terrorista e stragista.

Nessun crimine durera' in eterno.

E verra' infine il giorno del giudizio.

*

E tu quel crimine fanno cessare.

E tu lo affretta il giorno del giudizio.

 

20. HERI DICEBAMUS. LE ARMI, LA GUERRA

 

Le armi, la guerra. Che sono sempre nemiche dell'umanita'.

Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.

Cessi la guerra italiana ai migranti.

Disarmo, smilitarizzazione dei conflitti, riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, scelta della nonviolenza: e' questa la politica necessaria ed urgente.

Vi e' una sola umanita'.

 

21. HERI DICEBAMUS. OGGI

 

E' cosa buona e giusta che oggi, con accentuazioni diverse (e purtroppo con non poche, gravi ambiguita'), si manifesti per la pace in Medio Oriente, per la cessazione delle stragi e per una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese nel riconoscimento del diritto di ogni popolo e di ogni persona a vivere in liberta', responsabilita', solidarieta', benessere.

Ed e' cosa altrettanto buona e giusta l'incontro degli "stati generali dell'antimafia" (e purtroppo anche qui ambiguita' e confusioni non mancano).

*

Ma si chieda anche al governo e al parlamento italiano che cessi la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan; che cessi la guerra dello stato italiano ai migranti, una guerra terrorista e stragista che lo stato conduce favoreggiando le mafie schiaviste.

Si chieda anche al governo e al parlamento italiano di tornare al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana. Al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

 

22. HERI DICEBAMUS. LA SCELTA

 

Ne' guerra ne' armi. Una sola umanita'.

 

23. HERI DICEBAMUS. HEINRICH BOELL, O DELLA BONTA'

 

Heinrich Boell e' nato a Colonia nel 1917, testimone degli orrori del secolo, uomo di tenace, intransigente impegno morale e civile, una delle figure piu belle dell'impegno per la pace e la dignita' umana. Premio Nobel per la letteratura nel 1972. E' scomparso nel 1985. La sua bonta' dovrebbe passare in proverbio...

*

Lo so anch'io che Boell non e' sempre un grande artista, e non e' quasi mai un compito letterato.

Che le sue opere di maggior estensione sono a tratti sfilacciate e talora fin noiose.

Che anche libri straordinari come Opinioni di un clown e Foto di gruppo con signora hanno pagine stiracchiate e spente.

Ma E non disse nemmeno una parola e' un capolavoro assoluto, una tragedia greca scritta da un cristiano erede di Rosa Luxemburg e di Simone Weil.

Alcuni racconti sono folgorazioni che ti lasciano senza fiato.

E anche nelle opere piu' affannose vi sono sempre pagine e pagine sublimi di verita', splendide di umanita', leggendo le quali si diventa persone migliori.

Ed infine nell'opera intera tu ci trovi l'uomo, quell'Heinrich Boell irriducibile combattente contro la guerra, contro l'autoritarismo, contro il militarismo, contro ogni violenza ed ogni devastazione, contro ogni menzogna ed ogni pusillanimita', contro il fascismo visibile e contro quello nascosto, diffuso, pervasivo. Quell'Heinrich Boell fraterno e solidale, misericordioso, sempre proteso all'abbraccio verso ogni esistenza umiliata e offesa, sempre dalla parte degli ultimi, degli emarginati, dei vulnerati, sempre dalla parte delle vittime.

In ogni pagina, in ogni riga di Boell tu riconosci la sua voce e il suo volto.

Inciso nel legno, scavato dal dolore, creaturale, militante. Anche lui "cristiano senza chiesa e socialista senza partito", come Silone. Anche lui anarchico, come gli anarchici di Addio Lugano bella. Anche lui per sempre resistente all'inumano.

Anche nei suoi impeti, anche nelle sue indignazioni, anche nella sua oltranza, un compagno di cammino e di lotta, che ti conforta, ti sostiene, ti fa luce.

Una delle incarnazioni della nonviolenza in cammino. L'umanita' come dovrebbe essere. Un esempio.

 

24. HERI DICEBAMUS. UNA PAROLA

 

In questi ultimi anni ogni sei mesi in Parlamento si discuteva e si votava sulla prosecuzione o meno della illegale e criminale partecipazione italiana alle guerre stragiste e terroriste in corso.

E regolarmente una maggioranza golpista e assassina votava contro la Costituzione e contro l'umanita', per la guerra, le stragi, il terrorismo. Fino allo scorso anno vi era una parte del parlamento che votava contro la guerra, che votava contro l'assassinio. Questa estate di mille parlamentari solo quattro (uno, due, tre e quattro, non uno di piu') hanno votato contro l'omicidio, hanno votato contro le stragi. Mentre tante persone che ancora ad aprile di quest'anno si dichiaravano per la pace e per il rispetto dell'articolo 11 della Costituzione - e talune finanche per la nonviolenza - vinte le elezioni si sono convertite alle virtu' dei plotoni d'esecuzione, alla grazia dei bombardamenti a tappeto, alla bonta' degli scannamenti, all'assassinio come una delle belle arti.

Un crimine, un'infamia e uno scandalo: ma uno scandalo, un'infamia e un crimine visibili. Se in Italia vi fosse stato un movimento per la pace e per la legalita' avrebbe potuto - e dovuto - insorgere in difesa della Costituzione della Repubblica Italiana, del diritto di ogni essere umano a non essere ucciso. E gli organi istituzionali preposti avrebbero dovuto, quelle decisioni incostituzionali e assassine, non ratificarle (il Presidente della Repubblica) o cassarle (la Corte costituzionale). Invece...

*

Ora il governo ha deciso di inserire direttamente nella legge finanziaria il finanziamento alla partecipazione italiana alle guerre, cosicche' delle guerre in corso alle quali l'Italia prende parte in Parlamento non se ne discutera' neppure piu', su di esse neppure si dovra' votare piu'; si continueranno, quelle guerre, e basta.

La violazione della Costituzione e' diventata routine, sbadiglio.

La partecipazione dello stato italiano alla commissione di omicidi di massa non richiede piu' neppure un pubblico dibattito, un'alzata di mano.

La guerra e' divenuta il nostro pane quotidiano. Tanto a morire sono gli altri, in luoghi lontani. E quando anche nostri concittadini tornano da quei remoti luoghi inscatolati nello zinco e nel legno, coloro che li hanno mandati a morire, invece di provarne un rimorso immedicabile, sulle loro stesse salme vomitano la loro menzognera e sanguinaria logorrea, la loro retorica mortifera, per la seconda volta assassinandoli.

A questo siamo giunti, a questo.

*

C'e' un nome per tutto questo: ma non lo scriveremo qui, non ce ne e' bisogno, tutti sappiamo quale sia.

E c'e' un nome per il governo e per i parlamentari che tutto questo hanno escogitato, deliberato, perpetrato: ma non lo scriveremo qui, non ce ne e' bisogno, tutti sappiamo quale sia.

 

25. HERI DICEBAMUS. IL CARNEVALE, L'INFERNO

 

Questo accade: che delle stragi commesse dalla Nato in Afghanistan le televisioni nostrane e i nostrani giornali non parlano neppure, e di conseguenza i governanti e i loro cortigiani e araldi non esternano in merito, e la cosiddetta opinione pubblica italiana e' ben lieta che tutto sia in ordine. Viviamo proprio nel migliore dei mondi possibili, non fosse per la forfora, gli arbitri, il parcheggio che non si trova.

Se quattro furbastri - che conoscono, come tutti, cosa piace al fascismo televisivo - in un corteo ridotto, come oggi avviene sovente, a tragico carnevale danno fuoco a due pupazzi, replicando in forma simulata gli abominevoli rituali omicidi effettualmente reiteratamente eseguiti dall'inquisizione, dal nazismo e dai loro sodali ed eredi lungo millenni e tuttora, apriti cielo, la lugubre mascherata diventa un'emergenza nazionale.

Una macabra carnevalata e' l'argomento di cui tutti i messeri che pontificano dagli scranni governativi e parlamentari, dalle colonne di piombo della carta stampata e dagli schermi televisivi sono tenuti ad occuparsi, alti emettendo lai. Delle stragi, delle autentiche stragi, non cale ad alcuno.

E poiche' anche noi in una certa misura a certi sport nazionali sottrarci non possiamo questo foglio quotidie redigendo, diciamolo anche noi: inneggiare alle stragi e' sempre una sciagurata idiozia e un'oscena barbarie, erigere roghi in effigie idem. Ma queste sono idiozie, scellerate idiozie, ripugnanti idiozie. Far bruciare davvero degli esseri umani nei roghi, bombardando villaggi e citta', questo e' un crimine incommensurabilmente maggiore, un crimine orrendo. Commettere stragi, le stragi di cui ogni guerra consiste, questo, questo e' un crimine infinitamente piu' grave, un crimine abominevole.

I governanti che si indignano per le barbare e turpi ed infami pagliacciate sono gli stessi governanti che hanno illegalmente precipitato e tuttora mantengono l'Italia in guerra, e che quindi hanno fatto morire e stanno tuttora facendo morire tanti innocenti: loro governanti dovrebbero essere perseguiti, giudicati e puniti dai rigori della legge, loro assai piu' criminali, loro autentici terroristi e stragisti.

 

26. HERI DICEBAMUS. LA GUERRA

 

La guerra, cui l'Italia sta partecipando in Afghanistan.

La guerra, che la Costituzione italiana ripudia.

La guerra, terrorista e stragista sempre.

Cessi la partecipazione italiana alla guerra.

Torni lo stato italiano al rispetto della legalita' costituzionale.

 

27. HERI DICEBAMUS. SABA

 

Umberto Saba, poeta italiano, nato a Trieste nel 1883, muore a Gorizia nel 1957. A tratti e' tale la felicita' che promana dalla sua poesia che si stenterebbe a credere da quali abissi di strazio essa emergeva. E' la poesia onesta della solidarieta' umana. Opere di Umberto Saba: di Saba, come fu detto di Cervantes, occorrerebbe leggere tutto. Ma almeno Il Canzoniere, Einaudi, Torino: una lettura fragrante come un pane, che nutre, addolcisce e fortifica il lettore...

 

28. HERI DICEBAMUS. LA GUERRA E IL TERRORISMO

 

La guerra e' il terrorismo.

 

29. HERI DICEBAMUS. ALTMAN

 

Robert Altman, nato a Kansas City, Missouri, nel 1925, e' il regista cinematografico che piu' sapientemente sa usare, accatastare e comprimere in una grandguignolesca esibizionistica miscela tutto l'apparato e il bric-a-brac hollywoodiano fino a farne una parodia esplosiva che ne disvela funzioni ideologiche, schizofrenia comunicativa, effettuale oppressione, violenza e barbarie, specchio mentale del fascismo americano come seppero descriverlo nella loro acuminata prosa filosofica i francofortesi da Adorno a Marcuse, e Guenther Anders. Opere di Robert Altman: segnaliamo particolarmente la satira antimilitarista di M.A.S.H.; ma anche Nashville, forse il piu' potente affresco cinematografico di una societa' opulenta ed imbarbarita in cui spettacolo, degradazione e morte si rovesciano l'uno nell'altro e si mescidano in un orrore completamente omogeneizzato con l'ordine sociale, i suoi simboli, i suoi riti; e America oggi, che prosegue l'indagine sulla violenza latente e costitutiva della societa' e della vita quotidiana negli Stati Uniti d'America...

*

Quante cose abbiamo imparato dai film di Altman, sul caos del mondo e sulla gioia del narrare, sull'orrore di ogni potere assassino e sul dovere di resistere.

Cosi' era maestro di morale, fingendo di parlare d'altro, girando film come giocando una vertiginosa partita a scacchi nel gran teatro del mondo, come Jacques il fatalista, come il Nipote di Rameau.

 

30. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riedizioni

- Vittorino Andreoli, Le nostre paure, Rcs, Milano 2010, 2011, pp. XIV +  184, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

- Ovidio Capitani, Storia dell'Italia medievale 410-1216, Laterza, Roma-Bari 1986, 2009, Mondadori, Milano 2011, pp. VIII + 542, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).

 

31. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

32. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 614 del 12 luglio 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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