Telegrammi. 609



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 609 del 7 luglio 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Contro la guerra una proposta agli enti locali

2. "Rete No War" e "U.S. Citizens for Peace & Justice": Contro la guerra in Libia un appello ai membri non belligeranti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu

3. Umberto De Giovannangeli intervista Angelo Del Boca

4. Comitato Nepi per la pace: L'acqua e' vita. A Nepi un concerto per l'acqua e la vita della popolazione di Nangololo in Mozambico

5. "Associazione italiana medici per l'ambiente": Contro i tagli alla spesa sanitaria previsti dalla prossima manovra finanziaria del governo

6. Aldo Capitini: Coloro che...

7. Danilo Dolci: La nonviolenza attiva

8. Vandana Shiva: Diversita'

9. Silvia Vegetti Finzi: Non basta

10. Per sostenere il Movimento Nonviolento

11. Segnalazioni librarie

12. La "Carta" del Movimento Nonviolento

13. Per saperne di piu'

 

1. INIZIATIVE. CONTRO LA GUERRA UNA PROPOSTA AGLI ENTI LOCALI

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Proponiamo a tutte le persone amiche della nonviolenza di inviare al sindaco del Comune, al presidente della Provincia ed al presidente della Regione in cui si risiede, una lettera aperta (da diffondere quindi anche a tutti i membri del consiglio comunale, provinciale, regionale, ed ai mezzi d'informazione) con cui chiedere che l'assemblea dell'ente locale approvi una deliberazione recante il testo seguente o uno analogo.

*

"Il Consiglio Comunale [Provinciale, Regionale] di ... ripudia la guerra, nemica dell'umanita'.

Il Consiglio Comunale [Provinciale, Regionale] di ... riconosce, rispetta e promuove la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.

Richiede al Governo e al Parlamento che cessi la partecipazione italiana alle guerre in corso.

Richiede al Governo e al Parlamento che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana.

Richiede al Governo e al Parlamento che l'Italia svolga una politica internazionale di pace con mezzi di pace, per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, per il riconoscimento e l'inveramento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.

Solo la pace salva le vite".

 

2. APPELLI. "RETE NO WAR" E "U.S. CITIZENS FOR PEACE & JUSTICE": CONTRO LA GUERRA IN LIBIA UN APPELLO AI MEMBRI NON BELLIGERANTI DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU

[Dalle amiche e dagli amici di "U.S. Citizens for Peace & Justice" di Roma (per contatti: e-mail: info at peaceandjustice.it, sito: www.peaceandjustice.it), e da altre amiche ed altri amici ancora, riceviamo e diffondiamo]

 

Stop alla guerra Nato in Libia: scriviamo ai membri non belligeranti del Consiglio di Sicurezza Onu.

Campagna e-mail promossa dalla "Rete No War" e da "U.S. Citizens for Peace & Justice - Rome".

Alcuni paesi della Nato, in alleanza con alcune petromonarchie del Golfo, stanno conducendo da tre mesi in Libia una guerra illegale a sostegno di una delle due fazioni armate che si affrontano; una guerra fondata su informazioni false, portata pervicacemente avanti con vittime dirette e indirette; una guerra che continua malgrado le tante occasioni negoziali

disponibili fin dall'inizio.

Che fare? La pressione popolare nei confronti dei paesi Nato e' certo necessaria, ma non basta. Potrebbe essere utile, se attuata in massa, una campagna di e-mail dirette a paesi non belligeranti e membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, chiedendo loro di agire. Molti di quei paesi hanno gia' manifestato volonta' negoziali e potrebbero utilizzare come strumento di pressione questo appoggio popolare da parte di cittadini di paesi Nato. Gia' agli inizi di marzo, Fidel Castro chiede - invano - ai popoli e ai governi

di appoggiare la proposta di mediazione del Venezuela, approvata dai paesi dell'Alleanza Alba.

Per questa ragione i gruppi "Rete No War" e "U.S. Citizens for Peace & Justice - Rome" hanno consegnato un analogo appello ad alcune ambasciate a Roma.

Ecco come partecipare alla campagna, semplicemente, con una e-mail. Basta mandare il testo qui sotto (in inglese) nel corpo del messaggio agli indirizzi e-mail di: Russia, Cina, India, Sudafrica, Nigeria, Gabon, Bosnia Erzegovina, Libano, Colombia, Portogallo, Germania.

Per ulteriori informazioni su questa iniziativa, scrivete a: boylan at interfree.it o mari.liberazioni at yahoo.it oppure visitate i siti: www.radiocittaperta.it, www.disarmiamoli.org, www.peaceandjustice.it

*

e-mail delle rappresentanze dei paesi: ChinaMissionUN at Gmail.com, rusun at un.int, India at un.int, portugal at un.int, contact at lebanonun.org, chinesemission at yahoo.com, delbrasonu at delbrasonu.org, siumara at delbrasonu.org, bihun at mfa.gov.ba, colombia at colombiaun.org, pmun.newyork at dirco.gov.za,  perm.mission at nigerdeleg.org, aumission_ny at yahoo.com, presidentrsa at po.gov.za, info at new-york-un.diplo.de, dsatsia at gabon-un.org, LamamraR at africa-union.org, waneg at africa-union.org, JoinerDJ at africa-union.org, gabon at un.int, Nigeria at un.int, unsc-nowar at gmx.com

*

Nell'oggetto della e-mail scrivere:

Pleare stop Nato war in Libya. Appeal to non-belligerant members of the U. N. Security Council

*

Testo da inviare:

We appeal to non-belligerent members of the U. N. Security Council

to put an end to the misuse of U. N. Security Council Resolution 1973 to influence the internal affairs of Libya through warfare, by revoking it, and to press for a peaceful resolution of the conflict in Libya, backing the African Union's central role in this context.

We thank those countries that have tried, and are still trying, to work towards peace.

Our appeal is based on the following:

- the military intervention in Libya undertaken by some Nato members has now gone far beyond the provisions of Security Council Resolution 1973, and is based on hyped-up accounts of defenseless citizens being massacred by their government, while the truth is that, in Libya, there is an on-going and intense internal armed conflict;

- we are aware of the economic and geo-strategic interests that lie behind the war in Libya and, in particular, behind Nato support of one of the two armed factions;

- Nato military intervention in Libya has killed (and is continuing to kill) countless civilians, as well harming and endangering the civilian population, including migrants and refugees, in various other ways;

- the belief that, at this stage, only non-belligerent countries - and particularly those with U.N. Security Council voting rights - can

successfully bring a peaceful end to the conflict through negotiations and by implementing the opening paragraph of U.N. Security Council Resolution 1973, which calls for an immediate ceasefire.

Respectfully yours,

Name (or association)

Address (optional)

 

3. RIFLESSIONE. UMBERTO DE GIOVANNANGELI INTERVISTA ANGELO DEL BOCA

[Dal quotidiano "l'Unita'" del 26 giugno 2011 col titolo "Intervista a Angelo Del Boca: Libia, l'obiettivo della Nato e' assassinare Gheddafi" e il sommario "Lo storico italiano: Una guerra fondata sulla disinformazione e veri e propri falsi. Altro che proteggere i civili: i capi dell'Alleanza dichiarano che il fine e' far fuori il Colonnello. La guerra in Libia analizzata dal più autorevole studioso italiano del Nord Africa: Angelo Del Boca".

Umberto De Giovannangeli e' giornalista e saggista, esperto conoscitore della situazione mediorientale. Tra le opere di Umberto De Giovannangeli: (con Rachele Gonnelli, a cura di), Hamas: pace o guerra?, Nuova iniziativa editoriale, Roma 2005; Terrorismo. Al Quaeda e dintorni, Nuova iniziativa editoriale, Roma 2005.

Angelo del Boca, nato a Novara nel 1925, giornalista, storico, docente universitario; presidente dell'Istituto Storico della Resistenza di Piacenza e direttore della rivista storica "Studi piacentini". Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo la seguente scheda: "Angelo Del Boca (Novara, 23 maggio 1925) e' uno scrittore, partigiano e storico italiano, studioso del colonialismo italiano. Angelo Del Boca fu il primo storico italiano a denunciare le atrocita' compiute dalle truppe italiane in Libia e in Etiopia anche ricorrendo all'impiego di armi chimiche come iprite, fosgene e arsina, alla creazione di campi di concentramento e alle deportazioni e talora uccisioni di massa. Per queste denunce Angelo Del Boca e' stato oggetto per molti anni di una campagna diffamatoria ad opera della stampa conservatrice e nazionalista e delle associazioni di reduci dall'Africa. La sua opera di ricostruzione storica dei crimini del colonialismo italiano si e' scontrata secondo Del Boca stesso anche con la storiografia vicina 'agli ambienti conservatori per cui certe cose non si possono dire perche' siamo, appunto, brava gente'". Tra le opere di Angelo Del Boca: Apartheid: affanno e dolore, Bompiani, Milano 1962; La guerra d'Abissinia 1935-1941, Feltrinelli, Milano 1965, 1966; Gli italiani in Africa orientale. Dall'unita' alla marcia su Roma, Laterza, Roma-Bari 1976, Mondadori, Milano 1992; Gli italiani in Africa orientale. La conquista dell'Impero, Laterza, Roma-Bari 1979, Mondadori, MIlano 1992; Gli italiani in Africa orientale. La caduta dell'Impero,  Laterza, Roma-Bari 1982, Mondadori, MIlano 1992; Gli italiani in Africa orientale. Nostalgia delle colonie,  Laterza, Roma-Bari 1984, Mondadori, MIlano 1992; Gli italiani in Libia. Tripoli bel suol d'amore 1860-1922, Laterza, Roma-Bari 1986, Mondadori, Milano 1993; Gli italiani in Libia. Dal fascismo a Gheddafi, Laterza, Roma-Bari 1988, Mondadori, Milano 1994; (a cura di), Le guerre coloniali del fascismo, Laterza, Roma-Bari, 1991; L'Africa nella coscienza degli italiani. Miti, memorie, errori, sconfitte, Laterza, Roma-Bari 1992, Mondadori, Milano 2002; Una sconfitta dell'intelligenza. Italia e Somalia, Laterza, Roma-Bari 1993; La trappola somala, Laterza, Roma-Bari 1994; Il negus. Vita e morte dell'ultimo re dei re, Laterza, Roma-Bari 1995; I gas di Mussolini. Il fascismo e la guerra d'Etiopia, Editori Riuniti, Roma 1996; (a cura di), Adua. Le ragioni di una sconfitta, Laterza, Roma-Bari 1998; Un testimone scomodo, Grossi, 2000; Gheddafi. Una sfida dal deserto, Laterza, Roma-Bari 2001; con Nicola Labanca, L'impero africano del fascismo nelle fotografie dell'Istituto Luce, Editori Riuniti, Roma 2002; La nostra Africa. Nel racconto di cinquanta italiani che l'hanno percorsa, esplorata e amata, Neri Pozza, Vicenza 2003; L'anno del giubileo, Interlinea, Novara 2003; La disfatta di Gasr Bu Hadi. 1915: il colonnello Miani e il piu' grande disastro dell'Italia coloniale, Mondadori, Milano 2004; Italiani, brava gente?, Neri Pozza, Vicenza, 2005; La scelta, Neri Pozza, Vicenza 2006; A un passo dalla forca, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2007; Il mio Novecento, Neri Pozza, Vicenza 2008; Dentro mi e' nato l'uomo, Interlinea, Novara 2009; La storia negata. Il revisionismo e il suo uso politico, Neri Pozza, Vicenza 2009]

 

- Umberto De Giovannangeli: A mesi di distanza dall'inizio della guerra in Libia, le chiedo: che storia e' questa?

- Angelo Del Boca: E' una storia che si puo' guardare da molti lati, e comunque la si analizzi resta sempre una brutta storia. Perche' e' vero che c'e' stata una risoluzione, la 1973, del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che autorizzava l'attacco alla Libia di Gheddafi, ma poi questa facolta' e' stata sicuramente snaturata, nel senso che cio' che si sta cercando di fare in tutti i modi e' assassinare Gheddafi. Ormai nessuno tace su questa ipotesi. Gli stessi rappresentanti della Nato ammettono che se il Colonnello viene colpito e fatto fuori e' ancora meglio... E' quindi una guerra "strana"...

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- Umberto De Giovannangeli: Strana perche'?

- Angelo Del Boca: Perche' in realta' la Francia ha un suo obiettivo, l'Italia un altro e gli Stati Uniti un altro ancora. Ma in definitiva nessuno sa come uscirne. E' una guerra nata sotto una cattiva informazione e continua ad essere corredata da storie inverosimili, da veri falsi. Amnesty International e' stata sia a Tripoli che a Bengasi, e ha documentato che le torture sono state fatte in modo particolare a Bengasi su presunti mercenari che non erano altro che poveri migranti africani provenienti dal Sahara.

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- Umberto De Giovannangeli: Ma qual e' a suo avviso l'obiettivo dell'Italia?

- Angelo Del Boca: L'obiettivo dell'Italia e' il piu' strano. Perche' in realta' noi siamo entrati in guerra controvoglia. Da principio davamo soltanto le nostre basi, poi abbiamo messo a disposizione un certo numero di aerei, e soltanto in un secondo tempo e' arrivato l'ordine di sparare. Oggi si dice che il 30 per cento delle missioni le fa l'Italia. Ed e' veramente un controsenso perche' noi dovevamo restare estranei a questa guerra, cosi' come ha fatto la Germania di Angela Merkel. E noi avevamo ancora piu' motivi della Germania...

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- Umberto De Giovannangeli: Quali?

- Angelo Del Boca: Primo: la Costituzione italiana all'articolo 11 ci proibisce di entrare in guerra. Secondo: soltanto tre anni fa abbiamo firmato un trattato di amicizia e cooperazione con Tripoli. E anche se di recente abbiamo di fatto annullato questo accordo, in realta' e' un atto che non si puo' cancellare se non viene fatto contemporaneamente dalle due parti. Per finire, con la nostra aggressione ad uno Stato sovrano, noi facciamo un balzo indietro di cento anni, a quando attaccammo Tripoli nel 1911, in una atmosfera coloniale che oggi si ripete in maniera straordinaria, tragicamente straordinaria.

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- Umberto De Giovannangeli: Quali scenari possibili nel futuro immediato?

- Angelo Del Boca: Le opzioni sono tutte legate alla sorte di Gheddafi. Gheddafi ha tre possibilita': quella di fuggire dal Paese, ma non e' nella sua storia mitizzata; puo' lasciare la Libia dopo trattative, ma non vedo in queste ultime settimane trattative consistenti. E infine, l'ultima possibilita', quella che lui sembra, in un certo senso, invocare: morire da martire nella sua Tripoli. L'ultima sua dichiarazione in un qualche modo evoca proprio questa fine, quando Gheddafi dice "ho le spalle al muro". Per quanto mi riguarda, come biografo di Gheddafi, spero che non sia questo il suo ultimo destino, ma temo che questa guerra finira' proprio con un assassinio.

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- Umberto De Giovannangeli: Quale Libia sta nascendo sulle macerie del regime di Gheddafi?

- Angelo Del Boca: Nel dopo-Gheddafi si parla di mandare un centinaio di osservatori e poi anche alcune migliaia di soldati, turchi si suppone, per mantenere quel minimo di tranquillita' dopo la guerra. Queste sono le ipotesi formulate in ambito Nato. Io invece prevedo un terribile caos nella Libia di domani, una "somalizzazione" dell'intero Paese. Vi saranno molte vendette consumate, e poi bisogna vedere che cosa accadra' sul piano delle speculazioni, perche' non credo proprio che Sarkozy abbia puntato tutto sulla guerra solo per guadagnare qualche punto sul piano elettorale. Penso che ci saranno molti interessi petroliferi in gioco e a farne le spese di questo cambiamento sara' sicuramente l'Italia.

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- Umberto De Giovannangeli: Mentre parliamo, la tv di Stato libica ha denunciato una strage di civili a Brega a seguito di un raid aereo Nato. L'Alleanza nega...

- Angelo Del Boca: Non e' la prima volta che Bruxelles nega ma i morti civili ci sono, proprio i civili che andavano protetti...

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- Umberto De Giovannangeli: Non esistono dunque bombe "intelligenti"...

- Angelo Del Boca: In questa guerra di "intelligente" non c'e' niente, non solo le bombe. Penso anche a dichiarazioni di autorevoli capi militari della Nato che ammettono che il bersaglio principale e' Gheddafi.

 

4. INCONTRI. COMITATO NEPI PER LA PACE: L'ACQUA E' VITA. A NEPI UN CONCERTO PER L'ACQUA E LA VITA DELLA POPOLAZIONE DI NANGOLOLO IN MOZAMBICO

[Dal Comitato Nepi per la pace (per contatti: info at comitatonepiperlapace.it) riceviamo e diffondiamo]

 

Nel giardino  dell'Istituto delle suore missionarie della Consolata ( Nepi, loc. Settevene, bivio Umilta', via Cassia bis), si svolgera' sabato 9 luglio 2011 con inizio dalle ore 18,30 un concerto per l' acqua e la vita della popolazione di Nangololo in Mozambico e in ricordo di Gianni Fiorentini.

Il progetto dell'Associazione La Lokomativa e' sostenuto dal Comitato Nepi per la Pace, dall'Associazione Vst (Volontari a sostegno del terzo mondo), dal Centro sociale autogestito "Valle Faul" di Viterbo ed e' realizzato in collaborazione con le suore missionarie della Consolata e la facolta' di Geologia dell'Universita' di Roma "La Sapienza".

I fondi raccolti dal libero contributo per il concerto e la cena di solidarieta' saranno devoluti alla realizzazione di un pozzo che  permettera' a circa 20.000 persone che vivono a Nangololo, nella regione di Pempa in Mozambico, l'accesso gratuito all'acqua.

In questa occasione sara' anche rinnovato l'appello del Comitato Nepi per la Pace perche' abbia subito fine ogni guerra e in particolare perche' cessi la partecipazione italiana alle guerre in Libia ed Afghanisthan che contrasta con l'art. 11 della nostra Costituzione che fa dell'Italia un paese che ripudia la guerra.

Queste guerre, oltre a causare odio, morti e devastazioni, sono anche spreco di ingenti risorse economiche che cosi' vengono sottratte a programmi di assistenza sociale e sanitaria, all'educazione dei giovani e alla accoglienza dei migranti.

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Il Comitato Nepi per la pace

Nepi, 5 luglio 2011

 

5. APPELLI. "ASSOCIAZIONE ITALIANA MEDICI PER L'AMBIENTE": CONTRO I TAGLI ALLA SPESA SANITARIA PREVISTI DALLA PROSSIMA MANOVRA FINANZIARIA DEL GOVERNO

[Dall'"Associazione italiana medici per l'ambiente" di Viterbo (per contatti: tel.3383810091, e-mail: isde.viterbo at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]

 

Il diritto alla salute e', e deve rimanere, un diritto fondamentale ed inalienabile di ogni persona.

In Italia l'articolo 32 della Costituzione ne sancisce l'inviolabilita' affermando: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita', e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno puo' essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non puo' in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana".

Da diversi anni l'assistenza sanitaria pubblica in Italia, un tempo modello di riferimento internazionale per la sua alta qualita' nella prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, viene sempre piu' indicata come un settore su cui esercitare azioni ancora piu' drastiche di "risparmio" della spesa pubblica, insieme al settore della scuola pubblica e piu' in generale a quello della spesa sociale.

Mentre sale l'eta' media degli italiani e quindi la domanda di cura ed assistenza, mentre il numero delle patologie neoplastiche, soprattutto quelle dei bambini, aumenta costantemente, come quello delle malattie cronico-degenerative; governi incapaci, sia a livello nazionale che locale, emanano disposizioni che avviliscono e negano il diritto alla salute di tutti i cittadini ma soprattutto dei malati, degli anziani, dei pensionati sociali, dei disoccupati, dei giovani precari, dei dipendenti a basso reddito, delle famiglie, degli immigrati; in sintesi della parte piu' numerosa e debole del nostro Paese.

Questi tagli alla sanita' pubblica mettono seriamente a rischio la salute e la vita di milioni di italiani; la reintroduzione dei ticket anche per le visite in Pronto Soccorso, l'ulteriore riduzione della spesa farmaceutica, le liste di attesa interminabili per ottenere l'accesso ad un esame diagnostico, la chiusura indiscriminata di ospedali, reparti e servizi ambulatoriali, favoriscono unicamente il settore privato della sanita' abbassando cosi' anche i livelli della qualita' dell'assistenza, sempre piu' affidata a modelli organizzativi e strutture private nelle quali gli operatori spesso sono sottoposti a vere e proprie condizioni di sfruttamento e ricatto.

In altri settori sarebbe invece  facile, necessario e morale intervenire subito: per esempio nel recupero dell'evasione fiscale, nella lotta agli sprechi nella pubblica amministrazione e in quella delle Asl, con la soppressione degli enti inutili, consulenze e privilegi vari, con la diminuzione robusta delle spese militari e con la fine della partecipazione italiana alla guerra in Libia e a quella ormai decennale in Afghanistan.

L'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo, nell'esprimere il proprio dissenso ed opposizione ad ogni atto governativo lesivo del diritto alla salute, fa appello a tutti gli operatori sanitari, a tutti i cittadini, le organizzazioni sindacali, le istituzioni, le associazioni, per un forte impegno e mobilitazione in difesa del diritto alla salute, contro i tagli alla spesa sanitaria previsti dalla prossima manovra finanziaria e piu' in generale contro una sempre piu' diffusa convinzione che la salute possa essere mercificata e quindi trattata secondo le leggi dell'economia di profitto e non quelle della umana solidarieta'.

*

L'Associazione italiana medici per l'ambiente -Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo

Viterbo,  5 luglio 2011

Per comunicazioni: tel.3383810091, e-mail: isde.viterbo at gmail.com

 

6. MAESTRI. ALDO CAPITINI: COLORO CHE...

[Da Aldo Capitini, Scritti filosofici e religiosi, Fondazione Centro Studi Aldo Capitini, Perugia 1998, p. 653.

Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org]

 

Coloro che vogliono fare "o tutto o niente", sono proprio quelli che non fanno nulla; me ne avvedo, per esempio, circa il vegetarianesimo quando alcuni mi si mettono a sottilizzare sulle scarpe o sugli scorpioni e le tigri, e intanto non muovono un passo circa le uccisioni che potrebbero benissimo essere risparmiate.

 

7. MAESTRI. DANILO DOLCI: LA NONVIOLENZA ATTIVA

[Da Danilo Dolci, Verso un mondo nuovo, Einaudi, Torino 1965, p. 30.

Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu' povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2 febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958) si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione". Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita' preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E' convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga, impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile. Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto, frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita". Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Recentissimo e' il volume che pubblica il rilevante carteggio Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo Dolci cfr. i dvd di Alberto Castiglione: Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004, e Verso un mondo nuovo, 2006. Tra i vari siti che contengono molti utili materiali di e su Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.org, www.danilodolci.it, danilo1970.interfree.it, www.danilodolci.toscana.it, www.inventareilfuturo.com, www.cesie.org, www.nonviolenti.org, www.fondodanilodolci.it]

 

La nonviolenza attiva e' un valore in se' in quanto modo di essere, qualita' aperta e tesa di esistere, ma nello stesso tempo va considerata e studiata esattamente, freddamente direi, come mezzo fondamentale per meglio integrare l'individuo, il gruppo, l'umanita'.

 

8. MAESTRE. VANDANA SHIVA: DIVERSITA'

[Da Vandana Shiva, Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995, p. 64.

Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi. Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006; India spezzata, Il Saggiatore, Milano 2008; Dalla parte degli ultimi, Slow Food, 2008; Ritorno alla terra, Fazi, Roma 2009; Campi di battaglia, Edizioni Ambiente, Milano 2009; Semi del suicidio, Odradek, Roma 2009]

 

La diversita' e' il carattere distintivo della natura e il fondamento della stabilita' ecologica.

 

9. MAESTRE. SILVIA VEGETTI FINZI: NON BASTA

[Da Silvia Vegetti Finzi, Quando i genitori si dividono. Le emozioni dei figli, Mondadori, Milano 2005, 2007, p. 135.

Silvia Vegetti Finzi (Brescia 1938), psicologa, pedagogista, psicoterapeuta, docente universitaria, saggista, e' una prestigiosa intellettuale femminista. Su Silvia Vegetti Finzi dal sito dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche (www.emsf.rai.it) riprendiamo la seguente notizia biografica: "Silvia Vegetti Finzi e' nata a Brescia il 5 ottobre 1938. Laureatasi in pedagogia, si e' specializzata in psicologia clinica presso l'Istituto di psicologia dell'Universita' cattolica di Milano. All'inizio degli anni '70 ha partecipato a una vasta ricerca internazionale, progettata dalle Associazioni Iard e Van Leer, sulle cause del disadattamento scolastico. Inoltre ha lavorato come psicoterapeuta dell'infanzia e della famiglia nelle istituzioni pubbliche. Dal 1975 e' entrata a far parte del Dipartimento di Filosofia dell'Universita' di Pavia ove attualmente insegna psicologia dinamica. Dagli anni '80 partecipa al movimento femminista, collaborando con l'Universita' delle donne 'Virginia Woolf' di Roma e con il Centro documentazione donne di Firenze. Nel 1990 e' tra i fondatori della Consulta (laica) di bioetica. Dal 1986 e' pubblicista del 'Corriere della Sera' e successivamente anche di 'Io donna' e di 'Insieme"' Fa parte del comitato scientifico delle riviste: 'Bio-logica', 'Adultita'', 'Imago ricercae', nonche' dell'Istituto Gramsci di Roma, della 'Casa della cultura' di Milano, della 'Libera universita' dell'autobiografia' di Anghiari. Collabora inoltre con le riviste filosofiche 'Aut Aut' e 'Iride'. Molti suoi scritti sono stati tradotti in francese, inglese, tedesco e spagnolo. E' membro dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, della Societa' italiana di psicologia; della Societe' internationale d'histoire de la psychoanalyse. Nel 1998 ha ricevuto, per i suoi scritti di psicoanalisi, il premio nazionale 'Cesare Musatti', e per quelli di bioetica il premio nazionale 'Giuseppina Teodori'. Sposata con lo storico della filosofia antica Mario Vegetti, ha due figli adulti, Valentina e Matteo. Gli interessi di Silvia Vegetti Finzi seguono quattro filoni: il primo e' volto a ricostruire una genealogia della psicoanalisi da Freud ai giorni nostri, intesa non solo come storia del movimento psicoanalitico ma anche come storia della cultura; il secondo, una archelogia dell'immaginario femminile, intende recuperare nell'inconscio individuale e nella storia delle espressioni culturali, elementi di identita' femminile e materna cancellati dal prevalere delle forme simboliche maschili: a questo scopo ha analizzato i sogni e i sintomi delle bambine, i miti delle origini, i riti di iniziazione femminile nella Grecia classica, le metafore della scienza, l'iconografia delle Grandi Madri; il terzo delinea uno sviluppo psicologico, dall'infanzia all'adolescenza, che tenga conto anche degli apporti psicoanalitici. Si propone inoltre di mettere a disposizione, tramite una corretta divulgazione, la sensibilita' e il sapere delle discipline psicologiche ai genitori e agli insegnanti; il quarto, infine, si interroga sulla maternita' e sugli effetti delle biotecnologie, cercando di dar voce all'esperienza e alla sapienza delle donne in ordine al generare". Tra le opere di Silvia Vegetti Finzi: (a cura di), Il bambino nella psicoanalisi, Zanichelli, Bologna 1976; (con L. Bellomo), Bambini a tempo pieno, Il Mulino, Bologna 1978; (con altri), Verso il luogo delle origini, La Tartaruga, Milano 1982; Storia della psicoanalisi, Mondadori, Milano 1986; La ricerca delle donne (1987); Bioetica, 1989; Il bambino della notte. Divenire donna, divenire madre, Mondadori, Milano 1990; (a cura di), Psicoanalisi al femminile, Laterza, Roma-Bari 1992; Il romanzo della famiglia. Passioni e ragioni del vivere insieme, Mondadori, Milano 1992; (con altri), Questioni di Bioetica, Laterza, Roma-Bari 1993; (con Anna Maria Battistin), A piccoli passi. La psicologia dei bambini dall'attesa ai cinque anni, Mondadori, Milano 1994; Freud e la nascita della psicoanalisi, 1994; (con Marina Catenazzi), Psicoanalisi ed educazione sessuale, Laterza, Roma-Bari 1995; (con altri), Psicoanalisi ed identita' di genere, Laterza, Roma-Bari 1995; (con Anna Maria Battistin), I bambini sono cambiati. La psicologia dei bambini dai cinque ai dieci anni, Mondadori, Milano 1996; (con Silvia Lagorio, Lella Ravasi), Se noi siamo la terra. Identita' femminile e negazione della maternita', Il Saggiatore, Milano 1996; (con altri), Il respiro delle donne, Il Saggiatore, Milano 1996; Volere un figlio. La nuova maternita' fra natura e scienza, Mondadori, Milano 1997; (con altri), Storia delle passioni, Laterza, Roma-Bari 1997; Il fantasma del patriarcato, Alma Edizioni, 1997; (con altri), Fedi e violenze, Rosenberg & Sellier, 1997; (con Anna Maria Battistin), L'eta' incerta. I nuovi adolescenti, Mondadori, Milano, 2000; Parlar d'amore, Rizzoli, Milano 2003; Silvia Vegetti Finzi dialoga con le mamme, Fabbri, Milano 2004; Quando i genitori si dividono, Mondadori, Milano 2005; Nuovi nonni per nuovi nipoti, Mondadori, Milano 2008; La stanza del dialogo, Casagrande, Bellinzona 2009]

 

Non basta pertanto porre fine alle azioni violente perche' lo scontro possa dirsi concluso, occorre anche pacificare gli affetti, dar tregua ai sentimenti negativi, placare le convulsioni emotive della mente e del cuore.

 

10. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

11. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Dante Alighieri, Commedia. Inferno, Mondadori, Milano 1991, 2006, pp. LXII + 1058, con il commento di Anna Maria Chiavacci Leonardi.

- Dante Alighieri, Commedia. Purgatorio, Mondadori, Milano 1994, 2006, pp. XLVIII + 1008, con il commento di Anna Maria Chiavacci Leonardi.

- Dante Alighieri, Commedia. Paradiso, Mondadori, Milano 1997, 2006, pp. LX + 1316, con il commento di Anna Maria Chiavacci Leonardi.

 

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

13. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 609 del 7 luglio 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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