Nonviolenza. Femminile plurale. 387
- Subject: Nonviolenza. Femminile plurale. 387
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- Date: Thu, 7 Jul 2011 06:42:32 +0200 (CEST)
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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 387 del 7 luglio 2011
In questo numero:
1. Contro la guerra e il razzismo qui e adesso
2. Luce Irigaray: Simone de Beauvoir
3. Franca Ongaro Basaglia: Far parlare le internate
4. Clotilde Barbarulli: Maria Antonietta Torriani (Marchesa Colombi)
5. Lea De Negri: Fanny Testa Speckel (Mercedes)
6. Gabriella Freccero: Aspasia di Mileto
7. Gabriella Freccero: Aphra Behn
8. Rossella Milone: Sarah Kane
9. Giovanna Minardi: Elena Poniatowska
10. Giovanna Minardi: Esther Seligson
11. Anna Santoro: Carola Prosperi
12. Anna Santoro: Giannetta Roy
1. EDITORIALE. CONTRO LA GUERRA E IL RAZZISMO QUI E ADESSO
Contro la guerra e il razzismo qui e adesso occorre lottare.
2. MAESTRE. LUCE IRIGARAY: SIMONE DE BEAUVOIR
[Da Luce Irigaray, Io tu noi. Per una cultura della differenza, Bollati Boringhieri, Torino 1992, p. 13.
Luce Irigaray, nata in Belgio, direttrice di ricerca al Cnrs a Parigi, e' tra le piu' influenti pensatrici degli ultimi decenni. Tra le opere di Luce Irigaray: Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975; Questo sesso che non e' un sesso, Feltrinelli, Milano 1978; Amante marina. Friedrich Nietzsche, Feltrinelli, Milano 1981, Luca Sossella Editore, 2003; Passioni elementari, Feltrinelli, Milano 1983; Etica della differenza sessuale, Feltrinelli, Milano 1985; Sessi e genealogie, La Tartaruga, Milano 1987, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2007; Il tempo della differenza, Editori Riuniti, Roma 1989; Parlare non e' mai neutro, Editori Riuniti, Roma 1991; Io, tu, noi, Bollati Boringhieri, Torino 1992; Amo a te, Bollati Boringhieri, Torino 1993; Essere due, Bollati Boringhieri, Torino 1994; La democrazia comincia a due, Bollati Boringhieri, Torino 1994; L'oblio dell'aria, Bollati Boringhieri, Torino 1996; Tra Oriente e Occidente, Manifestolibri, Roma 1997; Il respiro delle donne, Il Saggiatore, Milano 1997, 2000; In tutto il mondo siamo sempre in due, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2006; Preghiere quotidiane, Heimat, 2007; Oltre i propri confini, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2007; La via dell'amore, Bollati Boringhieri, Torino 2008; Condividere il mondo, Bollati Boringhieri, Torino 2009; Il mistero di Maria, Paoline, Milano 2010.
Simone de Beauvoir e' nata a Parigi nel 1908; e' stata protagonista, insieme con Jean-Paul Sartre, dell'esistenzialismo e delle vicende della cultura, della vita civile, delle lotte politiche francesi e mondiali dagli anni Trenta fino alla scomparsa (Sartre e' morto nel 1980, Simone de Beauvoir nel 1986). Antifascista, femminista, impegnata nei movimenti per i diritti civili, la liberazione dei popoli, di contestazione e di solidarieta', e' stata anche lucida testimone delle vicende e degli ambienti intellettuali di cui e' stata partecipe e protagonista. Opere di Simone de Beauvoir: pressoche' tutti i suoi scritti sono stati tradotti in italiano e piu' volte ristampati; tra i romanzi si vedano particolarmente: Il sangue degli altri (Mondadori), Tutti gli uomini sono mortali (Mondadori), I mandarini (Einaudi); tra i saggi: Il secondo sesso (Il Saggiatore e Mondadori), La terza eta' (Einaudi), e la raccolta Quando tutte le donne del mondo... (Einaudi). La minuziosa autobiografia (che e' anche un grande affresco sulla vita culturale e le lotte politiche e sociali in Francia, e non solo in Francia, attraverso il secolo) si compone di Memorie d'una ragazza perbene, L'eta' forte, La forza delle cose, A conti fatti, cui vanno aggiunti i libri sulla scomparsa della madre, Una morte dolcissima, e sulla scomparsa di Sartre, La cerimonia degli addii, tutti presso Einaudi. Opere su Simone de Beauvoir: Enza Biagini, Simone de Beauvoir, La Nuova Italia, Firenze 1982 (cui si rinvia per una bibliografia critica ragionata)]
Rispettare Simone de Beauvoir significa continuare il lavoro teorico e pratico di giustizia sociale che lei ha condotto alla sua maniera, significa non richiudere l'orizzonte di liberazione che lei ha aperto per molte donne, e per molti uomini. Un orizzonte che sicuramente le e' stato in parte ispirato dalle sue lunghe passeggiate, spesso solitarie, nella natura. Il piacere che ne traeva e i racconti che ce ne ha lasciato mi sembrano uno dei suoi messaggi da non dimenticare.
3. MAESTRE. FRANCA ONGARO BASAGLIA: FAR PARLARE LE INTERNATE
[Da Franca Basaglia Ongaro, Prefazione a Giuliana Morandini, ... E allora mi hanno rinchiusa, Bompiani, Milano 1977, 1985, p. VII.
Franca Ongaro Basaglia, intellettuale italiana di straordinario impegno civile, pensatrice di profondita', finezza e acutezza straordinarie, insieme al marito Franco Basaglia e' stata tra i protagonisti del movimento di psichiatria democratica; e' deceduta nel gennaio 2005. Tra i suoi libri segnaliamo particolarmente: Salute/malattia, Einaudi, Torino 1982; Manicomio perche'?, Emme Edizioni, Milano 1982; Una voce: riflessioni sulla donna, Il Saggiatore, Milano 1982; Vita e carriera di Mario Tommasini burocrate scomodo narrate da lui medesimo, Editori Riuniti, Roma 1987; in collaborazione con Franco Basaglia ha scritto La maggioranza deviante, Crimini di pace, Morire di classe, tutti presso Einaudi; ha collaborato anche a L'istituzione negata, Che cos'e' la psichiatria, e a molti altri volumi collettivi. Ha curato l'edizione degli Scritti di Franco Basaglia. Dalla recente antologia di scritti di Franco Basaglia, L'utopia della realta', Einaudi, Torino 2005, da Franca Ongaro Basaglia curata, riprendiamo la seguente notizia biobibliografica, redatta da Maria Grazia Giannichedda, che di entrambi fu collaboratrice: "Franca Ongaro e' nata nel 1928 a Venezia dove ha fatto studi classici. Comincia a scrivere letteratura infantile e i suoi racconti escono sul "Corriere dei Piccoli" tra il 1959 e il 1963 insieme con una riduzione dell'Odissea, Le avventure di Ulisse, illustrata da Hugo Pratt, e del romanzo Piccole donne di Louise May Alcott. Ma sono gli anni di lavoro nell'ospedale psichiatrico di Gorizia, con il gruppo che si sta raccogliendo attorno a suo marito Franco Basaglia, a determinare la direzione dei suoi interessi e del suo impegno. Nella seconda meta' degli anni '60 scrive diversi saggi con Franco Basaglia e con altri componenti del gruppo goriziano e due suoi testi - "Commento a E. Goffman. La carriera morale del malato di mente" e "Rovesciamento istituzionale e finalita' comune" - fanno parte dei primi libri che documentano e analizzano il lavoro di apertura dell'ospedale psichiatrico di Gorizia, Che cos'e' la psichiatria (1967) e L'istituzione negata (1968). E' sua la traduzione italiana dei testi di Erving Goffman Asylums e Il comportamento in pubblico, editi da Einaudi rispettivamente nel 1969 e nel 1971 con saggi introduttivi di Franco Basaglia e Franca Ongaro, che traduce e introduce anche il lavoro di Gregorio Bermann La salute mentale in Cina (1972). Dagli anni '70 Franca Ongaro e' coautrice di gran parte dei principali testi di Franco Basaglia, da Morire di classe (1969) a La maggioranza deviante (1971), da Crimini di pace (1975) fino alle Condotte perturbate. Nel 1981 e 1982 cura per Einaudi la pubblicazione dei due volumi degli Scritti di Franco Basaglia. Franca Ongaro e' anche autrice di volumi e saggi di carattere filosofico e sociologico sulla medicina moderna e le istituzioni sanitarie, sulla bioetica, la condizione della donna, le pratiche di trasformazione delle istituzioni totali. Tra i suoi testi principali, i volumi Salute/malattia. Le parole della medicina (Einaudi, Torino 1979), raccolta delle voci di sociologia della medicina scritte per l'Enciclopedia Einaudi; Una voce. Riflessioni sulla donna (Il Saggiatore, Milano 1982) che include la voce "Donna" dell'Enciclopedia Einaudi; Manicomio perche'? (Emme Edizioni, Milano 1982); Vita e carriera di Mario Tommasini burocrate scomodo narrate da lui medesimo (Editori Riuniti, Roma 1987). Tra i saggi, Eutanasia, in "Democrazia e Diritto", nn. 4-5 (1988); Epidemiologia dell'istituzione psichiatrica. Sul pensiero di Giulio Maccacaro, in Conoscenze scientifiche, saperi popolari e societa' umana alle soglie del Duemila. Attualita' del pensiero di Giulio Maccacaro, Cooperativa Medicina Democratica, Milano 1997; Eutanasia. Liberta' di scelta e limiti del consenso, in Roberta Dameno e Massimiliano Verga (a cura di), Finzioni e utopie. Diritto e diritti nella societa' contemporanea, Angelo Guerrini, Milano 2001. Dal 1984 al 1991 e' stata, per due legislature, senatrice della sinistra indipendente, e in questa veste e' stata leader della battaglia parlamentare e culturale per l'applicazione dei principi posti dalla riforma psichiatrica, tra l'altro come autrice del disegno di legge di attuazione della "legge 180" che diventera', negli anni successivi, testo base del primo Progetto obiettivo salute mentale (1989) e di diverse disposizioni regionali. Nel luglio 2000 ha ricevuto il premio Ives Pelicier della International Academy of Law and Mental Health, e nell'aprile 2001 l'Universita' di Sassari le ha conferito la laurea honoris causa in Scienze politiche. E' morta nella sua casa di Venezia il 13 gennaio 2005"]
Far parlare le internate e' uno dei modi per rendere ancora piu' esplicita la condizione della donna, la sua vita amputata, ridotta a poche modalita' di comportamento, da una cultura che ne ha incentrato il valore nella sessualita' e nelle riproduzione, fissando contemporaneamente i limiti e i confini per impedire che questa sessualita' e questa riproduzione fossero veramente sue.
4. PROFILI. CLOTILDE BARBARULLI: MARIA ANTONIETTA TORRIANI (MARCHESA COLOMBI)
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]
Maria Antonietta Torriani, pseudonimo: Marchesa Colombi, nasce a Novara nel 1840, e, con la morte precoce del padre, viene mandata in collegio, tornando in famiglia quando la madre si risposa e la situazione economica migliora. Alla morte del patrigno (1865) puo' disporre di un lascito, cosi', dopo il diploma di maestra, riesce a trasferirsi a Milano dove collabora a periodici e riviste, insegna letteratura e svolge attivita' politico-culturale con Anna Maria Mozzoni.
Nel 1875 sposa Eugenio Torelli Viollier, il fondatore del "Corriere della sera", ed ha piena espansione la sua varia ed articolata produzione narrativa e giornalistica, che riflette i suoi poliedrici interessi.
Dopo il suicidio della nipote Eva, che considerava una figlia, e la separazione dal marito, si trasferisce verso il 1900 a Torino (Cumiana) e, ritiratasi dalla scena mondana per godere la quiete, la compagnia di amici e qualche viaggio, muore nel 1920.
Opere: Il carnevale d'un capitano, Milano, Tip. Lombarda, 1873; La gente per bene. Leggi di convenienza sociale (1877 I ed.), Milano, Galli, 1892 (XVIII ed. con aggiunta di due capitoli); Scene nuziali, Torino, Roux e Pavale, 1877; Tempesta e bonaccia. Romanzo senza eroi, Milano, Brigola, 1877; In risaia. Racconto di Natale, Milano, Treves, 1878; Racconti di Natale, Milano, Carrara, 1878; Piccole cause, Milano, Tip. Lombarda, 1879; Serate d'inverno (1879 I ed.), Sesto S. Giovanni, Maldella, 1914; La cartella n. 4, Cesena, Gargano, 1880; Dopo il caffe', Bologna, Zanichelli, 1880 (II ed.); Troppo tardi, Cesena, Gargano, 1880; Prima morire, Napoli, Morano, 1881; Il tramonto d' un ideale (1883 I ed.), Milano, Chiesa-Omodei-Guindani, 1896; Senz'amore, Milano, Brigola, 1883; Dal vero. Racconti pei bambini, Milano, Hoepli, 1884; I bambini per bene a casa e a scuola, Milano, Hoepli, 1884; Addio, mia bella addio!, Milano, Carrara, 1896; La festa della Mia. Chi va piano, va sano, Milano, Carrara, 1885; Le mele dei vicini, Milano, Carrara, 1885; Chi era la Rosa, Milano, Carrara, 1885; Un triste natale, Milano, Carrara, 1885; Un matrimonio in provincia, Milano, Galli, 1885; Raccontini e commediole, Milano, Hoepli, 1887; I ragazzi d'una volta e i ragazzi d'adesso, Milano, Galli, 1888 (II ed.); Una clessidra, Milano, Carrara, 1889; Lungo la vita. Versi, Milano, Galli, 1891; Bene, pei cari piccolini, Milano, Galli, 1891; Le beneficenze della Gemma, Milano, Carrara, 1893; Giornate piovose, Milano, Hoepli, 1894 (II ed. rifatta); Cara Speranza, Milano, Chiesa-Omodei-Zorini e Guindani, 1896; Mangascia', Palermo, Sandron, 1898 (citato dalla critica, ma non consultato ne' reperibile nei repertori); Dopo la tempesta l'arcobaleno, racconto, Palermo, Sandron, 1899; Umani errori, racconto, Palermo, Sandron, 1899; Il maestro, racconto, Palermo, Sandron, 1899 (citato dalla critica, ma non consultato ne' reperibile nei repertori); La voce delle cose, Palermo, Sandron, 1900 (citato dalla critica, ma non consultato ne' reperibile nei repertori); Il piccolo eroe, Palermo, Sandron, 1900; Racconti popolari, Milano, Carrara, 1900; Il bimbo della Pia, Milano, Carrara, 1900; Le gioie degli altri, Torino-Roma-Napoli, Paravia, 1900; La creola. Melodramma in tre atti, Milano, Ricordi, 1880, in collaborazione con Eugenio Torelli-Viollier; L'eta' del marito, libera traduzione da Rhoda Broughton, Milano, Brigola, 1881; La vita in famiglia, libera traduzione da Zenaide Fleuriot, Cesena, Gargano, 1881; Il violino di Cremona, traduzione da Francois Coppee. Musica di Giulio Litta, Milano, Ricordi 1882; I piu' cari bambini del mondo, libera traduzione da un romanzo inglese, Milano, Trevisini, 1894 (IV ed.); istampe recenti: Un matrimonio in provincia, Torino, Einaudi, 1973, Novara, Interlinea - Centro novarese di studi letterari, 1993; Prima morire, Roma, Lucarini, 1987; In risaia, I ed. Abano Terme, Piovan, 1990, Milano, Claudio Lombardi, 1992, IV ed. Novara, Interlinea - Centro novarese di studi letterari, 1994, Novara, Interlinea, 2001; Serate d'inverno, Ferrara, Luciana Tufani, 1997; Il tramonto d'un ideale, Ferrara, Luciana Tufani, 1997; La gente per bene. Galateo, Novara, interlinea, 2000.
Bibliografia: Arslan, Antonia, 1988, Ideologia e autorappresentazione. Donne intellettuali fra Ottocento e Novecento, in: Buttafuoco e Zancan 1988; Arslan, Antonia, 1992, Scrittrici e giornaliste lombarde tra Otto e Novecento, in: Gigli Marchetti e Torcellan 1992; Barbarulli, Clotilde e Brandi, Luciana, 1996, I colori del silenzio. Strategie narrative e linguistiche in Maria Messina, Ferrara, Luciana Tufani; Bermani, Cesare, 1994, Un romanzo al crocevia di importanti filoni culturali dell'Ottocento, in: Marchesa Colombi, In risaia; Biondi, Marino e Moretti, Simona 1997 (a cura di), Capriccio e coscienza. Scrittrici fra due secoli, Cesena, Soc. ed. Il Ponte Vecchio; Buttafuoco, Annarita e Zancan, Marina, 1988 (a cura di), Svelamento, Milano, Feltrinelli; Calvino, Italo, 1973, quarta di copertina in: Marchesa Colombi, Un matrimonio in provincia; Capuana, Luigi, 1907, Letteratura femminile, in "Nuova Antologia»", a. XLII, vol. 211; Cometto, Maria Teresa, 1996, La Marchesa Colombi. La prima giornalista del "Corriere della sera", Torino, Editoriale Blu; Croce, Benedetto, 1950, La letteratura della nuova Italia. Saggi critici, Bari, Laterza; Croce, Benedetto, 1991, Nuovi saggi di estetica, Napoli, Bibliopolis; Genevois, Emmanuelle, 1991, Entre naturalisme et "feminisme": In risaia de la Marchesa Colombi, in: Les femmes-ecrivains in Italie au XIXe et XXe siecles, Aix en Provence; Genevois, Emmanuelle, 1994a, Serva/padrona: a' propos d'une polemique entre Matilde Serao et La Marchesa Colombi, in "Chroniques italiennes", 39/40; Genevois, Emmanuelle, 1994b, Lettres inedites de la Marchesa Colombi, in "Chroniques italiennes", 37; Gigli Marchetti, Ada e Torcellan, Nanda, 1992, (a cura di), Donna lombarda 1860-1945, Milano, Franco Angeli; Ginzburg, Natalia, 1973, Nota introduttiva a: Marchesa Colombi, Un matrimonio in provincia; Kroha, Lucienne, 1988a, La marchesa Colombi: la scrittura come trasgressione nell'opera di una narratrice dell'Ottocento, in "Esperienze letterarie", a. XIII, n. 2; Kroha, Lucienne, 1988b, I segreti di un quadro in un romanzo femminile dell'Ottocento: il ritorno del represso, in: Franceschetti, Antonio (a cura di), Letteratura italiana e arti figurative, Firenze, Olschki; Kroha, Lucienne, 1992, The Woman Writer in late-nineteenth-century in Italy, Lewiston, The Edvin Mellen Press; Marino, Simona e Nunziante Cesaro, Adele (a cura di), 1993, Soggetto femminile e scienze umane, Bologna, Clueb; Morandini, Giuliana, 1980, La voce che e' in lei, Milano, Bompiani; Morandini, Giuliana, 1993, Prefazione a: Marchesa Colombi, Un matrimonio in provincia; Neera (A. Radius Zuccari), 1876, La donna libera. Idee di Neera, in "L'Illustrazione italiana", a. III n. 23; Neera (A. Radius Zuccari), 1977, Le idee di una donna, Firenze, Vallecchi; Nozzoli, Anna, 1978, Tabu' e coscienza. La condizione femminile nella letteratura italiana del Novecento, Firenze, La Nuova Italia; La parabola della donna nella letteratura italiana dell'Ottocento,1983, Bari, Adriatica editrice; Pastore, Antonietta, 1992, Maria Antonietta Torriani Marchesa Colombi, in "Otto/Novecento", a. XVI, n. 5; Pierobon, Ermenegilda, 1992, Poesia, amore, morte: Spunti scapigliati nell'opera della Marchesa Colombi, in "Otto/Novecento", a. XVI, n. 1; Pierobon, Ermenegilda, 1994, Madri e figlie nella narrativa della Marchesa Colombi, in "Studi d'italianistica nell'Africa australe", vol. 7, n. 2; Pierobon, Ermenegilda, 1996a, Marchesa Colombi (1840-1920), Padova, Casa di Cristallo; Pierobon, Ermenegilda, 1996b, L'enormita' del reale: una lettura di Un matrimonio in provincia della Marchesa Colombi, in "Forum italicum", vol. 30, n. 2; Pierobon, Ermenegilda, 1997a, Maternita' e conflittualita' in alcune opere della Marchesa Colombi, in "Italica", vol. 74 n. 2; Pierobon, Ermenegilda, 1997b, Note in margine ad alcune lettere inedite della Marchesa Colombi, in "Studi d'italianistica nell'Africa australe", vol. 10, n. 2; Reim, Riccardo,1991, (a cura di), Controcanto. Novelle femminili dell'Ottocento italiano, Roma, Sovera multimedia; Reim, Riccardo, 1992, Introduzione a: Marchesa Colombi, In risaia; Santoro, Anna, 1987, Narratrici italiane dell'Ottocento, Napoli, Federico e Ardia; Santoro, Anna, 1997, Il Novecento. Antologia di scrittrici italiane del primo ventennio, Roma, Bulzoni; Santoro, Anna, Il fatto e' che ingrasso. Lettura di "Un matrimonio in provincia" della Marchesa Colombi, in Soggetto femminile e scienze umane (a cura di Marino-Nunziante Cesaro), Bologna, Clueb, 1993; Serao, Matilde, 1905, La serva, in "La Stampa", 25 febbraio; Serao, Matilde, 1910, Saper vivere, Napoli, Perrella; Zambon, Patrizia 1987 (a cura di), Novelle d'autrice tra Ottocento e Novecento, Padova, Nuova Vita; Zambon, Patrizia, 1993, Letteratura e stampa nel secondo Ottocento, Alessandria, Edizioni dell'Orso; Zambon, Patrizia, 1994, Novelle d'autrice tra Otto e Novecento: appunti per un sistema, in "Chroniques italiennes", n. 39-40; Zambon, Patrizia, 1994, Novelle d'autrice tra Otto e Novecento, Roma, Bulzoni (riedizione modificata).
5. PROFILI. LEA DE NEGRI: FANNY TESTA SPECKEL (MERCEDES)
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]
Scrittrice milanese, nacque nel 1857. Adotto' lo pseudonimo di Mercedes. Il Villani defini' i suoi romanzi "interessantissimi e di elegante fattura". Ci e' ignota la data della morte.
Opere: Noemi, romanzo, Milano, 1889; Nella vita, romanzo, Milano, 1891; Marcello D'Agliano, racconti, Milano, 1892; Il quaderno di Luciano, Milano, 1894; Oasi nel deserto, Napoli, L. Pierro, 1894 (con lo pseudonimo di Mercedes); Sul mare e altri bozzetti, Palermo, R. Sandron, 1895 (con lo pseudonimo di Mercedes); Gilberta, racconti, Napoli, 1895; Laura Dolmeno, romanzo, Milano, 1897; Ricordi di una bambola, Torino, 1897; Profili di bimbi, Milano, 1898.
Bibliografia: Catanzaro C., La donna italiana nelle scienze, nelle lettere, nelle arti, Firenze, 1899; Casati G., Manuale di letture per le biblioteche, la famiglia e le scuole, Milano, 1921; Villani C., Stelle femminili, Napoli, Soc. Ed. Dante Alighieri, 1916; Bandini Buti M., Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, Serie IV, Roma, Ist. Ed. Tosi, 1941; Santoro A., Veglione F., Catalogo della scrittura femminile italiana a stampa presente nei fondi librari della Biblioteca Nazionale di Napoli, Napoli, Dick Peerson, 1990.
6. PROFILI. GABRIELLA FRECCERO: ASPASIA DI MILETO
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]
Aspasia di Mileto e' conosciuta soprattutto come l'amante straniera di Pericle, il grande statista dell'Atene del V sec. a. C. La tradizione antica, proveniente per lo piu' dalla commedia attica, ha visto in lei un'etera e un'ammaestratrice di ragazze da avviare alla stessa professione; ma altre fonti ci parlano di lei come riconosciuta maestra di retorica e intellettuale.
Secondo una recente ipotesi di Peter J. Bicknell, Aspasia sarebbe giunta in Atene al seguito di Alcibiade il vecchio come sorella nubile della moglie del nobile ateniese; Pericle, anch'egli appartenente alla famiglia degli Alcmeonidi l'avrebbe allora incontrata semplicemente frequentando il proprio clan familiare, senza dover pensare a un adescamento in ambienti di malaffare.
Plutarco nella Vita di Pericle ci trasmette la testimonianza antica piu' consistente su Aspasia; riporta la cattiva fama proveniente dai comici, ma affianca anche la testimonianza delle fonti del circolo socratico, Eschine di Sfetto, Antistene e lo stesso Socrate, secondo cui Aspasia insegno' la retorica a Pericle e a molti ateniesi di spicco e fu unita a lui da un legame forse anticonformista ma sicuramente solido e mal conciliabile con l'ipotesi dell'eterismo; Plutarco riporta anche la tradizione di un processo per empieta' che coinvolse Aspasia, della cui storicita' e' lecito dubitare poiche' non ha lasciato traccia nelle fonti storiche che trattano il periodo.
Nell'opera di Senofonte Aspasia e' citata da Socrate che la ricorda come sua maestra nei Memorabili, e come la donna piu' adatta per la formazione delle future spose nell'Economico; il fatto che Socrate in questi brani usi una terminologia che ricorda quella del grande sofista Gorgia fa pensare che Aspasia sia stata allieva del grande maestro siciliano, da cui avrebbe mutuato l'amore per la parola, la consapevolezza del suo enorme potere di persuasione, sia nei rapporti privati che nella sfera politica.
Eschine di Sfetto le dedico' un dialogo che portava il suo nome; qui Socrate consiglia un ricco ateniese, Callia, di mandare suo figlio a scuola da lei; di fronte allo scetticismo del padre di avere una donna come insegnante per il figlio, Socrate citava esempi di virtu' dimostrata da donne famose nell'antichita'.
Un frammento dell'Aspasia di Eschine, giunto a noi tramite Cicerone e Quintiliano, che lo consideravano un modello classico del procedimento argomentativo dell'induzione, Aspasia interroga successivamente la moglie di Senofonte e Senofonte stesso; il tema e' se preferire cose piu' belle appartenenti ad altri rispetto a quelle che si hanno; arrivando al dubbio se e' lecito preferire anche i partners degli altri, Aspasia conclude che tutti ricercano per se' il partner migliore in assoluto, ma che la ricerca e' vana se non e' accompagnata anche da un perfezionamento individuale, poiche' la ricerca del partner migliore e' reciproca negli amanti.
Antistene invece probabilmente avversava il sapere e il modo di vivere di Aspasia; nei frammenti rimasti della sua Aspasia attacca violentemente i due figli di Pericle e della prima moglie, Santippo e Paralo, che conducevano vita dissoluta, e lo stesso Pericle; egli infatti aveva in spregio l'amore e il piacere.
Platone nel Menesseno fa recitare a Socrate un discorso retorico che egli dice fosse composto da Aspasia; l'intenzione e' di parodiare un genere, l'orazione pubblica, che Platone aborre per la sua mancanza di riferimento al vero e perche' vuoto esercizio di parole; ma proprio attaccando Aspasia e il suo genere di retorica egli ci consente di evidenziare, se si confronta questo discorso con altri dello stesso genere pervenuti di Lisia, Demostene, Iperide, Isocrate, la fiducia di Aspasia nel potere della parola, la sua capacita' di creare un grande affresco mitico sullo sviluppo della potenza ateniese, il legame che essa dichiara con gli antichi poeti encomiastici (Pindaro su tutti), in una prospettiva per cui l'antico legame della parola con la divinita' serve ormai a guidare uno stato e ad esercitare non piu' un potere sacrale ma pubblico e civico.
Sinesio di Cirene nel Dione ci testimonia una fondamentale intuizione di Aspasia: che l'esercizio del'arte della parola e della filosofia non sono tra loro incompatibili; egli dice che lo stesso Socrate, attendendo la morte in carcere, inizio' a poetare, testimoniando che il Vero e il Bello non sono categorie inconciliabili, come vorra' tutta la tradizione filosofica posteriore, ma due aspetti di una stessa elevazione dell'anima il cui nesso e' ancora l'eros, tema su cui Aspasia e' ancora una volta maestra (erotodidaskalos).
Bibliografia: Bicknell, Peter J., Axiochos Alkibiadou, Aspasia and Aspasios, "L'Antiquite' Classique", 51 (1982); Dittmar, Heinrich, Die Aspasiadichtung der Sokratiker in Aischines von Sphettos. Studien zur Literaturgeschichte der Sokratiker, Berlin 1912; Henry, Madeleine M., Prisoner of History. Aspasia of Miletus and Her Biographical Tradition, Oxford 1995; Freccero, Gabriella, A scuola da Aspasia: uomini e donne tra retorica e politica nell'Atene del V secolo a. C., tesi di laurea a. a. 2001-2002, Universita' di Genova, non pubblicata; Loraux, Nicole, L'invention d'Athenes. Histoire de l'oraison funebre dans la cite' classique, Paris 1981; Montuori, Mario, Di Aspasia Milesia, "Corolla Londiniensis", 1 (1981); Rankin, H. D., Antisthenes Sokratikos, Amsterdam 1986; Rispoli, Gioia, Dal suono all'immagine. Poetiche della voce ed estetica dell'eufonia, Pisa-Roma 1995.
Fonti: Gorgia, Encomio di Elena; Eupoli, Cratino, Ermippo, v. Poetae Comici Graeci, edd. R. Kassel et C. Austin, Berlin-New York 1983-1991; Senofonte, Memorabili: II 6, 1-36; III 11; Economico: III 1-15; VII 1-42; Platone, Simposio: II 4-9; III 10; IV 56-64;VIII 5; VIII 25-43; Platone, Menesseno; Plutarco, Vita di Pericle: XXIV; XXX 4; XXXII; Ateneo di Naucrati, I Deipnosofisti, V 219 b9-e7; XIII 599 a6-b3; Sinesio di Cirene, Dione.
7. PROFILI. GABRIELLA FRECCERO: APHRA BEHN
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]
Aphra Behn (1640-1689) e' considerata la prima scrittrice inglese professionista. La sua vita fu molto avventurosa, e secondo alcuni scandalosa. Dopo un breve periodo di permanenza in Suriname, che ispiro' il suo piu' famoso romanzo Oroonoko, sposo' nel 1664 il mercante tedesco Behn, di cui rimase vedova ad appena 25 anni. Accetto' allora un incarico di spia ad Antwerp in Belgio per conto del re Carlo II in guerra con la Germania, con il soprannome di Astrea o Agente 160. Al ritorno in Inghilterra venne imprigionata per debiti, che contrasse per pagarsi il viaggio di ritorno, nonostante la richiesta di aiuto che rivolse al re.
Uscita dal carcere, scrisse sempre per mantenersi, passando dalla commedia al romanzo alla poesia ("forced to write for Bread and not ashamed to own it", scrisse nell'epistola al lettore di Sir Patient Fancy: costretta a scrivere per il pane e non vergognandosi di confessarlo). Le commedie, scritte senza usare lo pseudonimo maschile come l'epoca imponeva, rappresentano spesso una satira della societa' inglese contemporanea e del ruolo subalterno imposto alle donne: da The Rover del 1677, a The Lucky Chance del 1684, sui matrimoni combinati (come il suo primo lavoro teatrale, The Forced Marriage del 1670 e il successivo The Town Fop del 1676).
Nelle commedie The City Heiress del 1682 e Romulus and Ersilia ancora del 1682 espresse critiche contro gli ultimi anni di regno di Carlo II, e venne nuovamente imprigionata. Col crescente successo delle sue commedie si moltiplicarono gli attacchi contro di lei, accusata di essere una plagiaria e di farsi aiutare da uomini nella stesura delle commedie. Questo rafforzo' la convinzione, gia' espressa nella prefazione di Sir Patient Fancy, di doversi battere per il riconoscimento del proprio valore letterario: "La commedia non ha altra disgrazia se non quella di essere stata scritta da una donna; se fosse stata scritta da un uomo, anche se questi fosse il piu' Ottuso Inimmaginabile Ignobile Imbrattacarte della Citta', sarebbe la piu' bella delle commedie". E ancora nella prefazione di The Lucky Chance: "Le commedie che ho scritto non sono state pubblicate sotto alcuno pseudonimo maschile, e non sono mai state riconosciute come mie; faccio appello a tutti i Giudici del Senso privi di pregiudizi, se essi non hanno detto che una Persona ha composto molte belle commedie, come nessun uomo ne ha scritte nel nostro tempo; ma un Diavolo vuole che la Donna condanni il poeta. Tutto cio' che chiedo e' che venga privilegiata la mia parte maschile, il poeta che e' in me".
Nel 1683 pubblica Love Letters between a Nobleman and His Sister, considerato il primo romanzo epistolare della letteratura inglese. Lo spunto del romanzo era reale, basato su un fatto di cronaca accaduto alla fine del XVI secolo: un gentiluomo, fuggito con la sorella della moglie, scrive di cio' alla propria sorella. Il romanzo vuole essere un resoconto fedele della vita degli individui limitando al minimo l'intromissione dell'autrice. L'adulterio e la sessualita' femminile vengono trattati in termini molto liberi per l'epoca e secondo un'ottica femminile.
L'anno seguente esce la raccolta poetica Poems on Several Occasions e nel 1685 la raccolta Miscellany - another collection of poems. Nelle sue poesie Behn non si fa scrupolo di trattare argomenti considerati scabrosi, come l'amore tra uomini, le sue relazioni con uomini e donne, la violenza sessuale e l'impotenza.
Con Oroonoko or the History of the Royal Slave del 1688, Behn innova profondamente la prosa narrativa inglese; con uno stile discorsivo e accattivante per il lettore descrive con ricchezza di dettagli realistici su luoghi, persone e situazioni, le peripezie del principe africano Oroonoko venduto schiavo nella colonia inglese del Suriname, e della sua amata Imoinda; introduce cosi' nella letteratura inglese il tema del nobile selvaggio, piu' tardi sviluppato da J.-J. Rousseau; l'io narrante e' la voce della padrona inglese, in parte narratrice imparziale della vicenda e in parte coinvolta nell'intreccio; il romanzo si fa portatore di una visione problematica e anticolonialista dello sviluppo economico inglese del suo secolo; Oroonoko e' considerato anche il precursore del romanzo filosofico alla Voltaire.
Virginia Woolf scrisse di lei in A room of one's own: "La signora Behn era una donna della classe media dotata di tutte le virtu' plebee di umorismo, vitalita' e coraggio... Dovette lavorare sullo stesso piano degli uomini. Con un lavoro durissimo riusci' a guadagnare abbastanza per tirare avanti. L'importanza di questo fatto supera quella di tutte le sue opere, perfino della splendida Mille martiri ho fatto, oppure di Amore in fantastico trionfo sedeva, perche' e' in questo momento che comincia la liberta' della mente, o piuttosto la possibilita' che un giorno o l'altro la mente sara' libera di scrivere cio' che crede... E tutte le donne insieme dovrebbero cospargere di fiori la sua tomba, che si trova, assai scandalosamente ma direi giustamente, nell'abbazia di Westminster, perche' fu lei a guadagnare loro il diritto di dar voce alla loro mente".
Nonostante l'importanza della sua opera dal punto di vista dell'originalita' e dell'innovazione letteraria, la monumentale sesta edizione (1990) della Norton Anthology of English Literature, considerata il canone della letteratura inglese, ancora non riporta una sola riga dell'opera di Aphra Behn.
Opere: a) commedie: The Forced Marriage, 1670; The Amourous Prince, 1671; Covent Garden Drollery, 1672; The Dutch Lover, 1677; The Town Fop, 1677; The Rover, 1677, trad. it. Il giramondo, Rizzoli, 1998; The Debauchee, 1677; The Counterfeit Bridgeroom, 1677; Sir Patient Fancy, 1678; The Feigned Courtesans, 1679; The Young King, 1683; The Second Part of The Rover, 1681; The False Count, 1682; The Roundheads, 1682; The City Heiress, 1682; Like Father, Like Son, 1682; The Lover's Watch, 1686; The Lucky Chance, 1687; The Emperor of the Moon, 1687; The Widow Ranther, 1689 postuma; The Younger Brother, 1696 postuma; nella Oxford Drama Library si possono leggere The Rover, The Feigned Courtesans, The Lucky Chance, The Emperor of the Moon, edited by Jane Spencer, Clarendon Press 1996; b) romanzi: Love Letters Between a Nobleman and His Sister, 1683, trad. it. Lettere d'amore tra un gentiluomo e sua sorella, Quattroventi, 1999; The Fair Jilt, 1688; Agnes de Castro, 1688; Oroonoko, or The Royal Slave, 1688, trad. it. Oroonoko schiavo di sangue reale, Einaudi 1998; c) poesie: Poems on Several Occasions, 1684; Miscellany, 1685; The Poems of Aphra Behn. A Selection, edited by Janet Todd, New York University Press 1994; d) tragedie: Abdelazer, 1677 (Henry Purcell compose per questo lavoro teatrale una canzone e una suite strumentale, una delle sue Tredici suites di arie per il teatro).
Bibliografia: a) biografie: Maureen Duffy, Phoenix: The Passionate Shepherdess. The Life of Aphra Behn 1649-1690, Sterling Publications, 2000; Angeline Goreau, Reconstructing Aphra, Doubleday, 1980; Vita Sackville West, Aphra Behn, trad. it. Novecento, 1990; Jane Spencer, Aphra Behn's Afterlife, Oxford University Press, 2001; Janet M. Todd, The Secret Life of Aphra Behn, Unwin Hyman, 2000; b) studi critici: Dolores Altaba Artal, Aphra Behn's English Feminism, Wit and Satire, Susquehanna University Press, 1995; Kate Aughterson, Aphra Behn: The Comedies Analysing Texst, Palgrave Macmillan, 2003; Heidi Hunter, Aphra Behn. History, Theory and Criticism, University Press of Virginia, 1993; Janet M. Todd, The Critical Fortunes of Aphra Behn, Camden House, 1988; Janet M. Todd, Aphra Behn Studies, Cambridge University Press, 1996.
8. PROFILI. ROSSELLA MILONE: SARAH KANE
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]
"Una me che non ho mai conosciuto, il volto impresso sul rovescio della mia mente".
Sarah Kane fa rotolare lo spettatore, e il lettore, sulla scena delle sue rappresentazioni. Un pugno nello stomaco, il buio denso di realta' soppraffacenti e ambigue. La vita come aggressione e minaccia, ma anche di estrema pieta' verso i suoi personaggi, spesso vittime, perdenti e succubi malcapitati di destini orrendi. Un mezzo feroce e spesso violento che l'autrice utilizza per sgretolare la quotidianita' e riempirla di passioni cruente, che siano di amore o di odio, ma sempre fortissime. La lingua asciutta, precisa, a volte oscena, tende ad un accennato lirismo fino a catapultarsi del tutto in pezzi di drammatica contemporaneita', macchiandosi a tratti di sferzate pulp. I monologhi dei suoi personaggi spesso rintracciano riferimenti classici da Euripide a Seneca, per esempio nella storia riplasmata di Fedra nel suo Phaedra's love dove la lingua, piu' di tutto, si fa mezzo per un'immediata catarsi di emozioni e azioni visionarie. La violenza e la brutalita' delle sue scene, ripercorrendo riferimenti elisabettiani, si adeguano ad una teatralizzazione contemporanea e viva, che puo' turbare o colpire, ma che arriva come acqua gelata all'intento: quello di far vivere psicologie solitarie, turbate, morenti, pulsanti, in un contesto di estrema soppraffazione. Attraverso dialoghi monosillabici, un po' beckettiani, o lunghi monologhi privi di punteggiatura, sotto la superfice della sua scrittura cruda, traspare un'accennata tenerezza, un amore dolente per i suoi soggetti che non sono altro che le vite di tutte le persone.
Sarah Kane e' nata nel 1971 e ha debuttato nel 1994 con la trilogia di monologhi Sick. L'anno seguente e' stato rappresentato al Royal Court di Londra il suo Blasted firmato dalla regia di James Macdonald. In seguito, con la pubblicazione e la rappresentazione al Gate Theatre di Londra di Phaedra's Love, Cleansed (Londra, Royal Court, 1998) e Crave (Edimburgo, Traverse Theatre, 1998) e' stata considerata la capofila della "new angry generation", spesso giudicata volgare e oscena, altre volte guadagnando critiche commoventi, colpite dalla forza della sua crudita' lirica. Al Gate Theatre ha firmato la regia di Woyzeck di Georg Buchner e di Phaedra's love. In seguito ha firmato la sceneggiatura di Skin, diretto da Vincent O'Connel. 4:48 Psychosis e' stato il suo ultimo lavoro, forse il piu' autobiografico, sicuramente il testo dal quale in maniera piu' forte traspare tutta la maturazione del suo stile narrante. Fu rappresentato postumo, nel 2000, al Royal Court Theatre per la regia di James Macdonald. I suoi lavori sono stati tradotti in Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Olanda, Portogallo, Spagna, Grecia e Polonia.
Sarah Kane e' morta suicida nel 1999. Blasted e' stata la prima opera rappresentata in Italia, al Festival Intercity di Sesto Fiorentino nel 1997 per la regia di Barbara Nativi.
Opere: Tutto il teatro, a cura di Luca Scarlini, Einaudi, 2000.
9. PROFILI. GIOVANNA MINARDI: ELENA PONIATOWSKA
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]
Nata a Parigi, nel 1933, figlia di madre messicana e padre francese d'origine polacca, vive in Messico dal 1942. E' una delle maggiori scrittrici messicane e di fama internazionale. Inizio' la sua carriera giornalistica nel 1954, scrivendo per il giornale "El Excelsior" un'intervista al giorno. E' stata la prima donna messicana a ricevere, nel 1978, il Premio nazionale di giornalismo. Ha insegnato giornalismo e ha realizzato cortometraggi su personaggi letterari, artistici e su vari temi socio-politici. Un buon numero delle sue interviste a personalita' del mondo intellettuale messicano e straniero sono state riunite nel libro Palabras cruzadas (1961).
Opere: Lilus Kikus (1954); Meles y Teleo (1956); Palabras cruzadas (1961); Todo empezo' el domingo (1963); Hasta no verte Jesus mio (1969); La noche de Tlatelolco (1970); Querido Diego te abraza Quiela (1978); De noche vienes (1979); Fuerte es el silencio (1980); La casa en la tierra (1980); Domingo 7 (1982); El ultimo guajolote (1982); Ay vida, no me mereces! (1986); La "flor de Lis" (1988); Nada, nadie, las voces del temblor (1988); Juchitan de las mujeres (1989); Tinisima (1992); Luz y lunas de lunitas (1994). In Italia sono stati tradotti: Hasta no verte Jesus mio (Fino al giorno del giudizio, Giunti, Firenze 1993); Caro Diego, ti abbraccia Quiela (Giunti, 1993); Tinisima (Frassinelli, Milano 1996).
Bibliografia: Giovanna Minardi, Passione e scrittura. Antologia di narratrici messicane del XX secolo, Palermo, Anteprima, 1998.
10. PROFILI. GIOVANNA MINARDI: ESTHER SELIGSON
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]
Nata a Citta' del Messico nel 1941. Laureata in Letteratura francese alla Unam, piu' tardi si specializzo' in studi biblici e talmudici a Gerusalemme. Oltre a insegnare letteratura e a collaborare con varie riviste culturali, si e' dedicata anche al teatro e ha insegnato drammaturgia alla Scuola di Teatro dell'Istituto di Belle Arti e al Centro teatrale della Unam. Una sua passione sono gli studi cabalistici e viaggia spesso in Israele.
Opere: a) prosa: Tras la ventana un arbol (1969); Otros son los suenos (1973); Luz de dos (1978); De suenos, presagios y otras voces (1978); La morada en el tiempo (1981, ristampa nel '92); Dialogo con el cuerpo (1981); Sed de mar (1986); Transito del cuerpo (1987); Isomorfismos (1991); Tripticos (1993); b) saggi: De la fugacidad como metodo de escritura (1988); El teatro, festin efimero (1990); Hebras (1996).
Bibliografia: Giovanna Minardi, Passione e scrittura. Antologia di narratrici messicane del XX secolo, Palermo, Anteprima, 1998.
11. PROFILI. ANNA SANTORO: CAROLA PROSPERI
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]
Carola Prosperi, nata a Torino nel 1883 da padre toscano e da madre torinese, inizia la sua attivita' di scrittrice pubblicando racconti sulla "Gazzetta del popolo" di Torino intorno al 1903. Nel 1906 pubblica Novelle e fiabe, a cura dell'Unione Maestri di Torino, e nel 1908 la raccolta di novelle La profezia. Ma e' nel 1911 che comincia a conquistarsi attenzione da parte di critica e pubblico ottenendo il Premio Rovetta con il romanzo La paura di amare, pubblicato nel 1910. Marzocco ne scrive con ammirazione e Borgese lo accosta a Une vie di Maupassant. Carola Prosperi collabora a vari giornali, tra i quali "Il secolo XX" e soprattutto "La stampa", pubblicando centinaia di novelle tanto che G. Deledda scrisse di una sorta di competizione tra lei e Amalia Guglielminetti. Piu' tardi collabora anche a giornali femminili con romanzi a puntate, alcuni dei quali saranno pubblicati successivamente in volume. Carola Prosperi traduce Colette: La vagabonda, nel 1936, L'ancora, nel 1954. E infine scrive anche racconti per bambini, pubblicandoli spesso nella collana "Zia Mariu'" di Paravia. Negli anni '60 le Edizioni Paoline rieditano racconti e fiabe per ragazzi, nella collana Girotondo. Sposo' il giornalista Pestelli.
Opere: tra le tantissime opere, citiamo le edizioni verificate: Novelle e fiabe, Unione Maestri, Torino, 1905-6; La profezia, novelle, Torino, Lattes, 1907; 1908; La paura di amare, romanzo, Torino, Lattes, 1910; Il cuore in gioco, Milano, Soc. Ed. It., 1911; La nemica dei sogni, romanzo, Milano, Treves, 1914; Fragilita, in appendice al "Secolo XX", 1915; L'estranea, romanzo, Milano, Treves, 1915, 1918; Vocazioni, novelle, Milano, Treves, 1919; Dimenticare, Firenze, Battistelli, 1920; La casa meravigliosa, romanzo, Firenze, Battistelli, 1920; Amore... amore, novelle, Firenze, Battistelli, 1920; I lilla' sono fioriti, novelle, Milano, Treves, 1921; Il fanciullo feroce, Milano, Treves, 1921; L'amore di un'altra, Torino, Azienda giornalistica libraria, 1922; Codaditopo, racconto per ragazzi, Firenze, Bemporad, 1930, Firenze, Marzocco, 1949, Firenze, Giunti-Bemporad-Marzocco, 1967, 1968; La donna forte, Milano, Rizzoli, 1942; Amanti nel labirinto, Milano, Rizzoli, 1937, 1942; L'altro sogno, Milano, Rizzoli, 1942; La colpa segreta, Milano, Rizzoli, 1947; Le due suore, Torino, S.A.S., 1950; Angeli senza cielo, Torino, S.A.S., 1952; L'angelo della televisione, 1956.
Bibliografia: Enciclopedia Universale Rizzoli-Larousse, 1970; Dizionario Enciclopedico della Letteratura Italiana, Bari-Roma, Laterza, 1967; Indice biografico italiano; Catalogo unico bibliografia italiana; Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, Serie VI, Roma, Ist. Ed. Tosi, 1941; Bibliografia Nazionale Italiana; G. Morandini, La voce che e' in lei, Milano, Bompiani, 1980; A. Santoro, Il Novecento. Antologia di scrittrici italiane del primo ventennio, Roma, Bulzoni, 1997 (con bibliografia e testi).
12. PROFILI. ANNA SANTORO: GIANNETTA ROY
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]
Scrittrice veneta, collaboro' al "Giornale d'Italia" con corrispondenze brillanti dalle principali capitali europee.
Opere: Raccolta di novelle, 1918; Anime irredente, Milano, Treves, 1918, p. 54; Per te, Milano, Treves, 1921; Io sono il tuo bene?, romanzo, Brescia 1930 e Brescia, Queriniana, 1932; Questa e' l'ora..., romanzo, Brescia, Queriniana, 1933; L'amore in cammino, romanzo, prefazione Di Paolo Arcari, Milano, Ancona, 1934, Pavia 1935; Romanzo di terre lontane, Milano, 1936; Vita e memoria di Lili', Milano, Ancona, 1937.
Bibliografia: Catalogo unico bibliografia italiana; Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, Serie VI, Roma, Ist. Ed. Tosi, 1941.
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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 387 del 7 luglio 2011
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