Telegrammi. 608



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 608 del 6 luglio 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Ogni giorno

2. Stefano Rodota': Liberta' in rete

3. Alcuni testi del mese di febbraio 2011

4. Gianni

5. Un lutto

6. Alcune parole per ricordare Gianni Fiorentini nel giorno delle esequie

7. Un mite costruttore di pace

8. Ricordato Gianni Fiorentini al centro sociale "Valle Faul"

9. Arsenico zero

10. Del berlusconismo, e dei compiti nostri

11. Adesione e sostegno all'iniziativa delle donne del 13 febbraio 2011

12. Il 14 luglio il 13 febbraio

13. Per Valerio

14. La caduta

15. Il nucleare e' un crimine contro l'umanita'

16. Cada il regime della guerra assassina e del colpo di stato razzista

17. Una rivoluzione che comincia, nonviolenta

18. Le menzogne degli speculatori, la realta' effettuale, i beni e i diritti da difendere

19. Coi popoli in lotta contro i poteri assassini. Per la scelta della nonviolenza

20. Dei compiti dell'ora

21. Cinque cose semplici e chiare sull'arsenico nell'acqua e sugli amministratori mendaci ed avvelenatori

22. Quid agendum

23. La nostra lotta, il nostro cammino

24. Per sostenere il Movimento Nonviolento

25. Segnalazioni librarie

26. La "Carta" del Movimento Nonviolento

27. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. OGNI GIORNO

 

Ogni giorno in Afghanistan e in Libia la guerra uccide altri esseri umani. La guerra cui l'Italia illegalmente, criminalmente partecipa.

Ogni giorno di quegli omicidi sei complice anche tu, che avendone il potere e il dovere non ti opponi alla guerra.

 

2. RIFLESSIONE. STEFANO RODOTA': LIBERTA' IN RETE

[Dal quotidiano "La Repubblica" del 5 luglio 2011 col titolo "La notte bianca di Internet per difendere la liberta'"

Stefano Rodota' e' nato a Cosenza nel 1933, giurista, docente all'Universita' degli Studi di Roma "La Sapienza" (ha inoltre tenuto corsi e seminari nelle Universita' di Parigi, Francoforte, Strasburgo, Edimburgo, Barcellona, Lima, Caracas, Rio de Janeiro, Citta' del Messico, ed e' Visiting fellow, presso l'All Souls College dell'Universita' di Oxford e Professor alla Stanford School of Law, California), direttore delle riviste "Politica del diritto" e "Rivista critica del diritto privato", deputato al Parlamento dal 1979 al 1994, autorevole membro di prestigiosi comitati internazionali sulla bioetica e la societa' dell'informazione, dal 1997 al 2005 e' stato presidente dell'Autorita' garante per la protezione dei dati personali. Tra le opere di Stefano Rodota': Il problema della responsabilita' civile, Giuffre', Milano 1964; Il diritto privato nella societa' moderna, Il Mulino, Bologna 1971; Elaboratori elettronici e controllo sociale, Il Mulino, Bologna 1973; (a cura di), Il controllo sociale delle attivita' private, Il Mulino, Bologna 1977; Il terribile diritto. Studi sulla proprieta' privata, Il Mulino, Bologna 1981; Repertorio di fine secolo, Laterza, Roma-Bari, 1992; (a cura di), Questioni di Bioetica, Laterza, Roma-Bari, 1993, 1997; Quale Stato, Sisifo, Roma 1994; Tecnologie e diritti, Il Mulino, Bologna 1995; Tecnopolitica. La democrazia e le nuove tecnologie della comunicazione, Laterza, Roma-Bari, 1997; Liberta' e diritti in Italia, Donzelli, Roma 1997. Alle origini della Costituzione, Il Mulino, Bologna, Il Mulino, 1998; Intervista su privacy e liberta', Laterza, Roma-Bari 2005; La vita e le regole, Feltrinelli, Milano 2006, 2009; Perche' laico, Laterza, Roma-Bari 2009]

 

Il tema della liberta' in Rete attraversa il mondo, mobilita ovunque il popolo di Internet e oggi trovera' una sua particolare manifestazione a Roma con una "notte bianca" per protestare contro un provvedimento dell'Autorita' per la garanzia nelle comunicazioni in materia di diritto d'autore.

Provvedimento che potrebbe essere approvato domani. Il punto chiave della delibera riguarda il potere che l'Agicom assumerebbe di oscurare, anche in via cautelare, con un semplice procedimento amministrativo e senza le necessarie garanzie, l'accesso a siti e servizi web per presunte violazioni del diritto d'autore.

Bisogna dire subito che il modello tradizionale del diritto d'autore sta strettissimo alla rete, ne ignora le caratteristiche. Un legislatore consapevole dovrebbe in primo luogo prendere atto di questo dato di realta', partire dalla premessa che la Rete e' un luogo di condivisione del sapere, che il diritto di manifestazione del pensiero ha trovato strade nuove, si' che provvedimenti puramente repressivi legati ai vecchi schemi concretamente possono diventare uno strumento che, con il pretesto della tutela del diritto d'autore, introducono una nuova e inammissibile forma di censura.

Non si nega la necessita' di dare tutele alla creazione artistica, di perseguire i comportamenti illegali. Ma non si puo' entrare nel futuro con la testa rivolta al passato. Abbarbicati a un modello di diritto d'autore di cui pure i liberisti contestano ormai l'efficienza, non vogliamo renderci conto che oggi il vero tema e' quello che Lawrence Lessig ha chiamato "il futuro delle idee" nel tempo di Internet, legato alla diffusione delle tecnologie digitali, alla generalizzazione delle pratiche di condivisione del sapere, alle nuove modalita' di creazione rese possibili dalla Rete. E ricordiamo pure che due anni fa il premio Nobel per l'economia e' stato attribuito a Elinor Ostrom proprio per i suoi studi sulla conoscenza come bene comune, e che qualche settimana fa all'Onu e' stato presentato un documento che definisce l'accesso a Internet come un diritto fondamentale d'ogni persona.

Da qui bisogna partire, come fa, ad esempio, il "programme numerique" appena presentato dal Partito socialista francese, che indica come obiettivi l'abrogazione della legge Hadopi (che ha finalita' censorie analoghe a quelle della delibera dell'Agicom), la fine della "guerra alla condivisione" dei contenuti presenti su Internet, l'accettazione dello scambio dei beni culturali al di fuori del mercato, nuove forme di gestione dei diritti degli autori. Si condividano o no questi obiettivi, e le specificazioni che li accompagnano, e' comunque evidente che si impone un cambiamento di registro per affrontare il tema della conoscenza in Rete, partendo proprio dalla premessa che siamo di fronte alla necessita' di inventare nuove forme giuridiche, come gia' sta avvenendo, ad esempio attraverso la possibilita' dell'autore di gestire la propria opera con la tecnica dei "creative commons" (cinque milioni di casi anche in Italia).

L'Agicom deve prendere atto di tutto questo, rinunciando alla frettolosa approvazione di regole censorie e aprendo una vera consultazione in materia. Ma il punto centrale di una vera riflessione collettiva deve essere un altro e partire da un interrogativo molto semplice. Si puo' ammettere che in una materia cruciale per l'assetto delle liberta' e dei diritti, per lo sviluppo complessivo e le dinamiche della societa', le regole vengano da una autorita' indipendente? Questo e' materia di stretta competenza del Parlamento, che non puo' sfuggire ad una responsabilita' davvero di natura costituzionale. Inammissibile, comunque, e' la pretesa di imporre sanzioni con un semplice provvedimento amministrativo quando sono in questione diritti fondamentali, cancellando una competenza propria della magistratura, come prevede la Costituzione e come ha ricordato in Francia il Conseil constitutionnel, dichiarando illegittima una norma che affidava ad una autorita' amministrativa, e non ai giudici, la competenza in materia.

Non possiamo dire che la liberta' in Rete e' un bene prezioso, con una scappellata alle primavere arabe, e poi accettare spensieratamente logiche che possono ridurre al silenzio chi si esprime su Internet.

 

3. HERI DICEBAMUS. ALCUNI TESTI DEL MESE DI FEBBRAIO 2011

 

Riproponiamo alcuni testi apparsi sul nostro notiziario nel mese di febbraio 2011.

 

4. HERI DICEBAMUS. GIANNI

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

"S'elli ama bene e bene spera e crede"

(Par., XXIV, 40)

 

Fino all'ultimo resistette al male

fino all'ultimo volle fare il bene.

 

Sempre aiuto' i sofferenti

sempre contrasto' l'ingiustizia

sempre fu mite e misericordioso.

 

Giovanni Fiorentini, uomo buono,

fu vivo fino all'ora della morte

ed oltre quella soglia ancora e sempre

e' vivo.

 

5. HERI DICEBAMUS. UN LUTTO

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo piange la scomparsa di Gianni Fiorentini, amico generoso, uomo giusto e fraterno, persona di esemplare bonta', di profonda sapienza, di adamantina virtu'.

In questo momento di grande dolore il comitato si stringe intorno alla sposa di Gianni, la dottoressa Antonella Litta, portavoce ed anima luminosa del nostro comitato e di tante altre iniziative di pace e di solidarieta', per l'ambiente casa comune e per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Il bene compiuto non muore. Non muore l'amore donato.

 

6. HERI DICEBAMUS. ALCUNE PAROLE PER RICORDARE GIANNI FIORENTINI NEL GIORNO DELLE ESEQUIE

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

Un giorno - oggi il dolore ce lo impedisce - distesamente racconteremo di Gianni.

Di come nel tempo della sua breve vita si dono' nel servizio alle persone piu' sofferenti, nelle situazioni piu' drammatiche, con una generosita' ed una mitezza incomparabili.

Diremo della sua profonda dottrina e sapienza e della sua ancora piu' grande carita'; di come seppe essere fedele sempre al vero e al giusto e sconfinatamente compassionevole; delle prove durissime che ha affrontato, e con quale semplicita' e coraggio, senza mai perdere la tenerezza.

In questo momento soltanto questo riusciamo a dire, in queste frasi che si spezzano: che la sua vita e' stata un'unica, grande, continua scelta d'amore.

Quella infinita mitezza, quella infinita fedelta' all'amore, che sono state la cifra della sua esistenza, sempre gli valsero l'ammirazione e l'affetto, la stima e l'amicizia di quanti lo hanno conosciuto. Tra i molti legami di profonda amicizia, quello con l'indimenticabile padre Ernesto Balducci, con monsignor Dante Bernini (che e' stato molto vicino a Gianni ed Antonella ancora in questi ultimi giorni).

E l'amore per la sua sposa Antonella: la prima volta che tu li vedevi insieme subito coglievi come i loro molti talenti si compenetrassero, le loro persone si fondessero in un'intima armonia, come quell'amore cosi' intimo si svolgesse, luminoso raggio e lieve onda e vento impetuoso, in amore per l'umanita' intera.

La testimonianza di Gianni ora si prolunga nella memoria e nella gratitudine di chi lo ha conosciuto ed amato, il suo esempio ispirera' quanti ne sentiranno il soffio, e quella bonta' rigermogliera' ancora e ancora.

E in Antonella quella bonta', quella testimonianza, quella scelta d'amore e' ancora viva, struggente, incandescente.

E ad Antonella che ora resta sola, crudelmente privata di uno sposo che tanto l'ha amata e che ha amato tanto, ad Antonella attraverso queste righe vogliamo attestare la vicinanza nostra, che e' la vicinanza di tutte le persone che hanno ricevuto il dono grande dell'amicizia di Gianni e sua.

 

7. HERI DICEBAMUS. UN MITE COSTRUTTORE DI PACE

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

Venerdi' 4 febbraio, una giornata tersa e luminosa, tante persone amiche hanno dato l'ultimo saluto a Gianni Fiorentini, stringendosi attorno ad Antonella Litta, la sposa sua amatissima.

Missionarie e attivisti dei centri sociali autogestiti, volontari dei movimenti per la pace, l'ambiente, la solidarieta', i rappresentanti dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia, tante donne e tanti uomini di volonta' buona che hanno colmato il duomo di Nepi, e poi di nuovo la chiesa di Castel San Pietro Romano - il paese natale di Gianni, nel cui cimitero e' stato sepolto.

Commentando le Beatitudini, nella sua limpida e appassionata omelia il vescovo emerito Dante Bernini, una delle grandi figure della cultura della pace che insieme a molti altri sacerdoti di Gianni intimi amici ha concelebrato il funebre rito, ha detto per tutti i convenuti, con levita' e semplicita' sublimi, parole profonde e fragranti di verita', di amicizia, di pace, svolgendo una preziosa riflessione su cosa la pace sia e come si possa essere di essa buoni operai, tenaci costruttori.

Come Gianni ha saputo essere.

Che si possa noi essere degni dei doni che ci ha lasciato.

Che si possa noi esser capaci di proseguire nel cammino che ci ha indicato.

Che si possa noi essere forti come Gianni fu forte nella scelta nitida e intransigente della nonviolenza.

Egli vive nel nostro ricordo, nella nostra fedelta' alla verita' liberatrice, nella lotta comune dell'umanita' intera in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della biosfera casa comune, affinche' l'amore prevalga.

 

8. HERI DICEBAMUS. RICORDATO GIANNI FIORENTINI AL CENTRO SOCIALE "VALLE FAUL" A VITERBO

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

Domenica 6 febbraio 2011 presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" a Viterbo e' stato ricordato Giovanni Fiorentini, amico fraterno e compagno di impegno in tante iniziative di pace e di solidarieta', per la difesa dell'ambiente e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Gianni e' deceduto pochi giorni fa. Ma la morte che tutto rapisce non cancella il valore prezioso e infinito, la profonda sapienza e virtu', la splendente bonta' della sua vita: che e' stata una vita di generosita' senza riserve, di solidarieta' piena e feconda, di aiuto incondizionato a tutte le persone nel bisogno e nella sofferenza, una vita di lotta per la verita', la giustizia, la fraternita' che tutti raggiunge. Un costruttore di pace, un amico della nonviolenza, un uomo buono, un giusto.

Ad Antonella Litta, di Gianni la sposa amatissima, esprimiamo la nostra affettuosa vicinanza in questo momento di estremo dolore.

 

9. HERI DICEBAMUS. ARSENICO ZERO

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

1. Nell'acqua che beviamo non deve esserci veleno: compito delle istituzioni responsabili del rispetto del diritto alla vita e alla salute della popolazione e' di garantire acqua potabile senza arsenico.

2. Il limite massimo tollerabile previsto dalla vigente legge europea ed italiana e' di una presenza di arsenico che non superi i 10 microgrammi per litro di acqua. Finche' le istituzioni non garantiranno acqua potabile senza arsenico, sono comunque tenute per obbligo di legge a garantire acqua in cui la presenza di arsenico non superi i 10 microgrammi per litro.

3. Quegli enti che in questi giorni nel viterbese e nel Lazio sostengono che si possa accettare nell'acqua erogata per consumo umano una presenza di arsenico superiore ai 10 microgrammi/litro mentono sapendo di mentire, violano la legge, danneggiano la popolazione.

4. E' possibile ed agevole dearsenificare le acque con adeguate strumentazioni e procedure; ed e' possibile e necessario garantire subito all'intera popolazione acqua dearsenificata o quantomeno con una presenza di arsenico al di sotto dei 10 microgrammi/litro. Le istituzioni e le agenzie pubbliche, ovvero le imprese private cui insensatamente e sciaguratamente e' stata talora affidata la gestione dei servizi idrici (ed a cui deve essere tolta al piu' presto, poiche' l'accesso all'acqua deve essere considerato un diritto umano, non una merce), hanno l'obbligo di garantire acqua bevibile; hanno l'obbligo di rispettare quanto prevede la legislazione europea ed italiana; hanno l'obbligo di non danneggiare ulteriormente la vita, la salute e la sicurezza della popolazione.

5. Tutti gli enti, gli amministratori, i pubblici funzionari, i soggetti imprenditoriali, i tecnici ed i sedicenti esperti che non rispettano quanto prevede la legge in materia, ed a maggior ragione coloro che hanno mentito e stanno tuttora mentendo e mistificando la situazione propalando informazioni non veritiere intese a occultare la gravita' dei fatti, la realta' effettuale e le responsabilita' attuali e pregresse, devono rispondere nelle aule di giustizia della loro inammissibile, illegale, immorale condotta.

L'accesso all'acqua potabile e' un diritto umano.

L'arsenico e' un veleno.

Si rispetti la legge.

Nessuna complicita' con gli avvelenatori ed i loro manutengoli.

 

10. HERI DICEBAMUS. DEL BERLUSCONISMO, E DEI COMPITI NOSTRI

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

1. Il berlusconismo e' questo: la prostituzione della dignita' umana al potere corrotto. La mercificazione schiavista dei corpi e delle esistenze umane all'astratto, disumanato comando del capitale, e al concreto, disumanato comando del privilegio.

*

2. Il berlusconismo e' questo: la televisione che ti vomita negli occhi e nella mente e nel cuore le piu' oscene menzogne e vilta', gli orrori piu' devastanti, piu' contaminanti. La societa' dello spettacolo, fase suprema dell'imperialismo.

*

3. Il berlusconismo e' il fascismo adeguato allo sviluppo attuale delle tecnologie del consenso e della barbarie.

*

4. Cosi' abissale e pervasiva e' la disumanita' del berlusconismo che anche quella frazione della classe dominante che si pretende antiberlusconiana e' invece di esso berlusconismo puro riflesso, ad esso berlusconismo omologata, parimenti malvagia, parimenti totalitaria, parimenti portatrice di una disumana violenza.

*

5. Del berlusconismo cosi' abissale e pervasiva e' la capacita' di corruzione, di degradazione, che esso si fa weltanschauung e koine' della societa' intera, specchio accecante e orizzonte totalitario di una pubblica opinione plagiata e ridotta a folla plebea compiaciuta della sua irrazionalita', della sua volgarita', del suo instupidimento.

*

6. Ma soprattutto e innanzitutto, ovvero nel suo nucleo generativo, nella sua intima essenza, il berlusconismo e' la forma piu' nuda della violenza ideologica e pratica del maschilismo e del patriarcato: la violenza onnipervasiva ed onnidistruttiva del maschilismo e del patriarcato, la violenza assassina del maschilismo e del patriarcato.

*

7. Sconfiggere il berlusconismo sara' compito di lunga lena.

Ma frattanto possiamo e dobbiamo almeno contrastare e far cadere - con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, con l'affermazione della legalita' e della democrazia - il governo golpista berlusconiano, il regime della corruzione berlusconiano; il governo berlusconiano del colpo di stato razzista e della guerra assassina, il governo berlusconiano del maschilismo e del patriarcato, della distruzione nichilista della biosfera, dell'illegalita' golpista.

Possiamo e dobbiamo almeno contrastare e far cadere - con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, con l'affermazione della legalita' e della democrazia - il governo golpista berlusconiano per i seguenti fondamentali motivi:

a) per contrastare il femminicidio, il sistema di dominazione del maschilismo e del patriarcato, che e' la storica radice e chiave di ogni altra oppressione; e solo lottando contro maschilismo e patriarcato si puo' finalmente riuscire a riconoscere e difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani;

b) per far cessare la guerra assassina, e contrastare riarmo e militarismo; solo la pace costruisce la pace, solo la pace salva le vite, solo la pace promuove la giustizia: e non si da' pace senza smilitarizzazione e disarmo;

c) per far cessare il regime nazista del colpo di stato razzista dal governo berlusconiano compiuto; far cessare il regime nazista che oggi in Italia perseguita milioni di esseri umani innocenti;

d) per iniziare a fermare la devastazione della biosfera, e il tempo a disposizione e' ormai poco; e senza difesa della biosfera non vi sara' vita degna per le generazioni future, non vi sara' un decente futuro per la civilta' umana, per l'umana famiglia;

e) per contrastare i poteri criminali e ripristinare legalita' e democrazia, civilta', umana convivenza.

*

8. Non sara' alcun segmento del comitato d'affari della borghesia che contrastera' e sconfiggera' il regime della corruzione berlusconiano.

Sara' solo la lotta delle donne: la lotta e il pensiero delle donne.

Sara' solo la coscienza e la lotta delle classi di persone piu' espropriate, sfruttate, oppresse, denegate.

Sara' solo la scelta della nonviolenza.

Solo la scelta della nonviolenza.

*

9. Combatti la disumanita', ogni disumanita': la liberazione verra'.

Scegli la nonviolenza: la verita' e la giustizia ti verranno incontro.

Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere, come vorresti che fosse.

Non vi e' altra politica che la misericordia.

La nonviolenza e' in cammino. Con volto e con voce di donna.

 

11. HERI DICEBAMUS. ADESIONE E SOSTEGNO ALL'INIZIATIVA DELLE DONNE DEL 13 FEBBRAIO 2011

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

Su tante piazze d'Italia domenica 13 febbraio si terra' un incontro di testimonianza morale e civile promosso dalle donne per la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; ed e' bello che come titolo dell'appello di convocazione sia stato adottato un motto desunto da Primo Levi: "Se non ora, quando?".

Quel motto, quel riferimento, e' di grande forza ermeneutica, rivela una decisiva verita': che la violenza maschilista e' gia' il totalitarismo.

Ed al totalitarismo che denega la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani occorre opporsi.

Occorre negare il consenso al male, all'abbrutimento, alla generalizzata prostituzione dell'umanita'.

Occorre negare il consenso al regime della violenza maschilista, della guerra assassina, del colpo di stato razzista.

Occorre regare il consenso al regime della violenza patriarcale che mercifica, aliena, umilia, corrompe e devasta corpi umani, umane esistenze; al regime che aggredisce e devasta altresi' le relazioni sociali e la civile convivenza, i valori fondanti, i tessuti connettivi della dignita' e della solidarieta' umana; al regime che inquina e devasta e distrugge infine la stessa biosfera, con cio' negando in radice alle generazioni future un mondo degnamente e responsabilmente vivibile.

Da coloro che verranno ci verra' chiesto conto della nostra condotta nella distretta presente: ci verra' chiesto se fummo complici della degradazione, del corrompimento, della violenza, o se invece sapemmo e volemmo opporci: opporci al maschilismo e al suo esito ultimo: il femminicidio; opporci alla guerra assassina; opporci al razzismo; opporci ai poteri criminali; opporci alla devastazione dell'ecosistema. Ci verra' chiesto conto.

*

Che poi l'appello di convocazione dell'incontro plurale del 13 febbraio possa contenere anche talune espressioni discutibili, non ha grande importanza: vale in questo caso lo stesso ragionamento che facciamo per la marcia della pace da Perugia ad Assisi: non contano i limiti, le ambiguita', le inadeguatezze della piattaforma di convocazione: conta quell'assemblea itinerante dell'umanita', conta la nonviolenza che si fa cammino.

Che poi all'incontro plurale del 13 febbraio possano pretendere di partecipare, o da esso cavare un profitto, anche personaggi e organizzazioni interni al sistema di potere del regime della corruzione, dimostratamente non meno maschilisti ed illegalitari di Berlusconi, dimostratamente non meno guerrafondai e razzisti del governo in carica, dimostratamente non meno sfruttatori, saccheggiatori e devastatori, anche questo non ha grande importanza. L'incontro del 13 febbraio e' anche contro il loro maschilismo, il loro illegalitarismo, il loro bellicismo, il loro razzismo, il loro sfruttare, rapinare e inquinare.

*

Per tutte queste considerazioni il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo esprime adesione e sostegno all'iniziativa delle donne del 13 febbraio 2011, ed esprime altresi' fin d'ora alle promotrici ed alle animatrici dell'iniziativa una sincera, persuasa gratitudine.

 

12. HERI DICEBAMUS. IL 14 LUGLIO IL 13 FEBBRAIO

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

Almeno a Viterbo e' stata una grande prova di democrazia, e quasi una festa popolare di liberazione, la manifestazione promossa dalle donne per la dignita' e i diritti umani di tutti gli esseri umani, contro il governo della violenza maschilista, della guerra assassina, del colpo di stato razzista, della devastazione della biosfera, del regime della corruzione e dell'eversione dall'alto.

E crediamo che come a Viterbo questa giornata sia stata una festa popolare di liberazione anche in tutte le altre citta' in cui rispondendo all'appello "Se non ora, quando?" innumerevoli persone si sono incontrate nelle piazze, restituendo ad esse piazze la loro funzione civile: il luogo in cui gli esseri umani si incontrano, si parlano e si ascoltano, divisano insieme e insieme deliberano per il bene comune.

L'atmosfera gioiosa di questa giornata prefigura il crollo del governo berlusconiano: ed apre fin d'ora a una transizione che sara' autenticamente democratica e liberatrice se a guidarla saranno le donne, e con esse le classi sociali sfruttate ed oppresse ed i movimenti di solidarieta'.

Tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.

La nonviolenza e' in cammino.

 

13. HERI DICEBAMUS. PER VALERIO

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

E' deceduto Valerio Baldacchini.

Altri che lo hanno conosciuto in anni piu' recenti lo ricorderanno come docente universitario, come scienziato, come autorevole ed alacre protagonista di un'ecologia scientifica che interviene concretamente sulla realta' e si fa ecologia sociale.

Ma io voglio ricordarlo come il Valerio di quattro decadi fa, con cui fummo giovani e ribelli e solidali negli anni in cui il mondo intero fu giovane e ribelle e solidale; l'amico ospitale e generoso, sempre ironico ed autoironico, che mascherava timidezza e gentilezza nella boutade e nel calembour, che nel paradosso arguto, nel witz, smorzava gli attriti e le solennita'; e il compagno di speranze e di lotte, con cui fummo "manifestini" a Viterbo in quei primi anni Settanta quando questo voleva pur dire qualcosa: lo spirito dell'utopia, il principio speranza, l'ortopedia del camminare eretti, la sinistra antitotalitaria che si opponeva al disordine costituito qui ed insieme sosteneva le sorelle e i fratelli che si opponevano al disordine costituito di la' dal muro: la sinistra di Luigi Pintor e di Rossana Rossanda, la sinistra di Alexander Dubcek e di Hannah Arendt, di Rosa Luxemburg e di Herbert Marcuse, di Ivan Illich e di Piero Gobetti, di Giulio A. Maccacaro e di Franco Basaglia, di "Giustizia e liberta'" e dei Consigli di fabbrica, di Nelson Mandela e di Simone Weil, di Jean-Paul Sartre e di Albert Camus, di Victor Serge e di Andre' Gunder Frank, ed ancor oggi di Vandana Shiva; il compagno con cui fummo a Pian dei Cangani a Montalto prima ancora che arrivassero le ruspe dell'Enel, ed eravamo ancora li' a bloccare i cancelli del cantiere della centrale atomica dieci anni dopo, quando dopo la catastrofe di Cernobyl vincemmo il referendum contro il nucleare.

*

Tutto si offusca intorno a me, da anni ho crescente un timore a guardare le plance sui muri che recano i funebri annunci, giacche' tante e tanti di coloro che mi furono maestri e compagni la morte ha rapito e giorno dopo giorno continua incessante feroce e vigliacca a rapire.

Ma queste persone sono pur esistite: ne reco nel cuore il ricordo in guisa di fiamma che non si estingue, e riscalda, e rischiara.

Non dimentichero' Valerio, la sua voce, il suo volto, i suoi doni.

*

Ai familiari ed agli amici di Valerio, valgano queste righe come abbraccio.

 

14. HERI DICEBAMUS. LA CADUTA

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

Tutto fa ritenere prossima - probabilmente entro pochi mesi - la caduta del governo presieduto da Silvio Berlusconi. E che questa caduta sara' definitiva. Ma proprio per questo sara' bene non farsi illusioni ne' sui tempi ne' sui modi ne' sugli esiti della transizione. Ed in primo luogo sara' bene intensificare l'impegno perche' questo governo cada subito, perche' cada subito il governo del colpo di stato razzista e della guerra assassina, perche' cada sotto la spinta di un movimento di massa per la democrazia, per la dignita' e i diritti umani di tutti gli esseri umani, un movimento di massa guidato dalle donne, dal pensiero e dalla prassi delle donne: dal femminismo che e' la corrente calda della nonviolenza in cammino.

Luminosa e travolgente, la manifestazione del 13 febbraio ha costituito un vero punto di svolta.

*

La caduta del governo presieduto da Berlusconi ovviamente non sara' la fine del berlusconismo. Ed il berlusconismo non e' soltanto un'ideologia e un costume che hanno profondamente inquinato il vivere e il sentire del popolo italiano lungo almeno quattro decenni; il berlusconismo e' ormai la koine' del ceto politico, e la weltanschauung (e il meccanismo di selezione) dei gruppi sociali dominanti in Italia. Il berlusconismo e' piu' che il regime, e' il sistema. Il sistema totale reale. Dal ceto dirigente, dalla classe dominante, in toto prostituitisi al berlusconismo, nulla di buono potra' piu' venire.

*

Ma non vi e' solo questo in Italia: non vi sono solo le classi dominanti, ma anche quelle dominate che della loro condizione di oppressione coscienza prendere possono e devono e sanno; non vi sono solo i soggetti che hanno compiuto in questi decenni le loro ascese, le loro carriere, che hanno trovato una loro ragione e collocazione - un ubi consistam e un hic manebimus optime - nell'universo surdeterminato dal berlusconismo, nell'acquario della societa' dello spettacolo; ci sono anche i soggetti che hanno resistito.

Non c'e' stato solo questo cupio dissolvi eretto a torre di Babele, vi e' stato anche altro.

Questo altro sono le sorelle e i fratelli immigrati.

Questo altro e' il femminismo.

Questo altro sono le lotte politiche e sociali delle oppresse e degli oppressi, delle sfruttate e degli sfruttati, che in questi decenni pur non avendo praticamente alcuna rappresentanza reale nelle istituzioni (cio' che furono in ampia misura i partiti politici del movimento operaio nel Novecento) hanno condotto lotte decisive in difesa dell'ambiente, della pace, dei diritti umani di tutti gli esseri umani, contro un modo di produzione e un sistema di potere la cui insostenibilita', illegalita' ed immoralita' sono sotto gli occhi di tutti.

Ancora una volta solo il movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta rechera' verita' e giustizia, giustizia e liberta', legalita' e democrazia.

*

Cada il governo berlusconiano, e non per la congiura di palazzo dei topi che scappano quando la nave affonda, dei complici che rivolgono la sica contro il loro maestro e donno; cada sotto l'urto di un movimento di liberazione che chieda ad un tempo: stop al femminicidio e al maschilismo e al patriarcato che ogni ulteriore oppressione fondano e nel femminicidio trovano il loro esito ultimo; cessi la guerra afgana e cessi il militarismo e il riarmo fascisti e assassini; siano abrogate subito tutte le misure hitleriane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista; cessi l'apartheid e sia riconosciuto subito il diritto di voto a tutti i residenti in Italia; cessi la devastazione della biosfera; cessi il regime dell'impunita' e la complicita' con le mafie; cessi il regime dell'eversione dall'alto.

Cada il governo berlusconiano, e ne siano processati i componenti e i fiancheggiatori per i crimini commessi e avallati.

Cada il governo berlusconiano. Vinca la civilta' umana.

La nonviolenza e' in cammino.

 

15. HERI DICEBAMUS. IL NUCLEARE E' UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

Ogni persona ragionevole sa che la produzione nucleare militare e' un crimine contro l'umanita'.

Ed ogni persona ragionevole sa anche che il nucleare cosiddetto civile e' strettamente legato al nucleare militare.

E sa anche quali e quanto gravi siano le implicazioni ulteriori del nucleare civile: dalla necessaria militarizzazione del territorio e della societa' per prevenire attentati alle centrali, alla questione irrisolta perche' irrisolvibile delle scorie, alle conseguenze potenzialmente apocalittiche finanche del piu' banale incidente, all'inquinamento patogeno che l'utilizzo di tale tecnologia inevitabilmente provoca.

*

L'alternativa necessaria alla guerra e alle armi e' la scelta della nonviolenza.

L'alternativa necessaria alle fonti energetiche fossili altamente inquinanti ed in via di esaurimento e' la scelta delle fonti pulite e rinnovabili: il solare innanzitutto.

Il nucleare, militare e civile, e' un crimine contro l'umanita'.

 

16. HERI DICEBAMUS. CADA IL REGIME DELLA GUERRA ASSASSINA E DEL COLPO DI STATO RAZZISTA

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

Cada il regime della guerra assassina e del colpo di stato razzista.

Cada il regime della corruzione e dell'impunita'.

Cada il regime della violenza maschilista e patriarcale.

Cada il regime della devastazione dell'ambiente e della civilta'.

*

Tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.

Vi e' una sola umanita'.

La nonviolenza e' in cammino.

 

17. HERI DICEBAMUS. UNA RIVOLUZIONE CHE COMINCIA, NONVIOLENTA

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

Tutti gia' sapevamo, da anni, da decenni. Poiche' quello che succedeva nella villa di Arcore, con l'atroce aggravante della minore eta' di alcune delle vittime, e' esattamente quello che succede in parlamento ed in televisione: esseri umani mercificati e asserviti alle voglie del padrone (dei vari padroni: si fatica a trovare tra i volti che compaiono in televisione e in parlamento e negli altri luoghi del potere - dei poteri del regime della corruzione, della ragion strumentale, della societa' amministrata - anche una sola persona che a Berlusconi non assomigli come una goccia d'acqua).

Cosi' la corte dell'impero romano ai tempi di Svetonio. Cosi' l'organizzazione totalitaria descritta da Orwell. Cosi' la societa' dello spettacolo notomizzata da Debord.

Questo sistema, questo regime, e' il nostro nazismo quotidiano.

E' lo stesso che uccide i poveri in Afghanistan e nelle baracche della periferia romana, condanna i poveri al rogo sulle piazze di Palermo o nei campi di concentramento riaperti sul finire del secolo scorso dalla legge Turco-Napolitano, riproduce una barbarie che ovunque provoca orrori.

Ed a questa barbarie resistere occorre.

E questa barbarie occorre sconfiggere, sconficcare dalla struttura e dai tessuti di questo paese e dalla mente e dall'animo di chi vi abita.

Questa barbarie che chiamiamo - per semplificare - berlusconismo (e leghismo, neofascismo, potere mafioso).

E cuore del berlusconismo e' una degradata visione del mondo e una conseguente brutale prassi per cui esiste un nome preciso: maschilismo, patriarcato.

Per questo la manifestazione delle donne del 13 febbraio e' stata il fatto politico piu' rilevante degli ultimi anni in Italia: per questo crediamo che a partire da li' comincia una fase nuova e cruciale della lotta di liberazione dal regime berlusconiano e dal berlusconismo come ideologia e come sistema; una fase nuova e cruciale di lotta contro il maschilismo e il patriarcato, ergo contro la guerra e il razzismo, ergo contro le mafie e l'ecocidio.

Il femminismo - nessuno puo' fingere di ignorarlo - e' la corrente calda della rivoluzione nonviolenta, e' il decisivo inveramento storico della decisiva teoria-prassi di integrale liberazione dell'umanita', responsabile e solidale nel riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani. Una rivoluzione che comincia anche nel nostro paese.

 

18. HERI DICEBAMUS. LE MENZOGNE DEGLI SPECULATORI, LA REALTA' EFFETTUALE, I BENI E I DIRITTI DA DIFENDERE

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

Avvicinandosi le elezioni riprende straccamente la campagna di menzogne della lobby speculativa del mega-aeroporto a Viterbo: che cerca di riesumare la retorica con cui alcuni anni fa abbindolarono i gonzi e i manutengoli del ceto politico ed anche i piu' sprovveduti tra i cittadini. Di nuovo la retorica fasulla e offensiva delle "decine di migliaia di posti di lavoro", di nuovo la retorica fasulla e offensiva dell'"impatto ambientale zero", di nuovo la retorica fasulla e offensiva delle "magnifiche sorti e progressive".

*

La realta', invece, e' tutt'altra, come sanno tutte le persone che non hanno perduto il bene della ragione: come e' stato piu' volte ricordato, la realizzazione del mega-aeroporto nel cuore dell'area archeologica, naturalistica e termale del Bullicame a Viterbo avrebbe come immediate e disastrose conseguenze:

a) lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano;

b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante;

c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali;

d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta');

e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu';

f) uno sperpero colossale di soldi pubblici;

g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.

Quell'area va invece tutelata nel modo piu' adeguato: istituendovi un parco naturalistico, archeologico e termale; e fin d'ora respingendo ogni operazione speculativa, inquinante, devastatrice, illecita.

*

E non solo: l'inquinamento prodotto dal dissennato incremento del trasporto aereo e' insostenibile; i danni ambientali, sanitari e sociali provocati dall'incremento del trasporto aereo sono disastrosi; inoltre l'incremento del trasporto aereo distruggendo risorse fondamentali con cio' distrugge anche le reali vocazioni produttive del territorio e con esse le possibilita' di lavoro realmente esistenti; e sperperando i pubblici denari a mero vantaggio di lobbies speculative con cio' deruba la collettivita' di beni e diritti di tutti. Occorre pertanto procedere alla riduzione del trasporto aereo: in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti.

*

No al mega-aeroporto a Viterbo.

Si' a una immediata drastica riduzione dei voli a Ciampino.

No all'ampliamento di Fiumicino.

No a nuovi mega-aeroporti nel Lazio.

Si' all'ambiente, alla salute, alla legalita', al diritto delle generazioni presenti e future ad un ecosistema ancora vivibile.

 

19. HERI DICEBAMUS. COI POPOLI IN LOTTA CONTRO I POTERI ASSASSINI. PER LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

Le grandi sollevazioni popolari che stanno provocando la caduta di regimi dispotici in alcuni paesi africani suscitano profonde memorie, sincere trepidazioni ed intense speranze. E convocano ad una solidarieta' attiva e concreta con le popolazioni che a mani nude affrontano regimi assassini per chiedere pane e giustizia, come Renzo Tramaglino a Milano.

*

E' ovvio che nessuno puo' prevedere gli esiti di queste lotte: per quelli di noi non piu' giovani il ricordo va immediatamente alla rivoluzione algerina, alla Primavera e all'autunno di Praga, alla strage in piazza delle Tre culture a Citta' del Messico come molti anni dopo in piazza Tien An Men a Pechino, alla caduta dello Scia', al 1989, alla guerra di secessione jugoslava. E sappiamo quindi che nulla e' univoco, nulla e' certo, nulla e' scontato. Puo' vincere la repressione piu' brutale. Ed anche dove la lotta popolare abbatte longeve dittature possono vincere con abile trasformismo le medesime nomeklature corrotte e sanguinarie, ovvero le mafie, il militarismo, o nuovi regimi altrettanto o addirittura vieppiu' corrotti e criminali, sostenuti da fanatismi in se stessi totalitari, o proni a poteri ideologici ed economici che non esitano neppure dinanzi al genocidio. Nulla e' univoco, nulla e' certo, nulla e' scontato. Ma gia' aver vinto la paura e la rassegnazione, gia' l'affrontare a mani nude e a viso aperto regimi armati sino ai denti, gia' questo e' un levarsi dell'umanita' di contro all'inumano.

E pur senza ingenuita' ed illusioni, pur con tutta l'attenzione al contesto e alle dinamiche, alle forze in campo ed ai condizionamenti esterni, e fermo restando il bisogno e il dovere di un'analisi concreta della situazione concreta, tuttavia commuove e persuade questo rimettersi in marcia dei popoli, questo collettivo scendere per le strade a sfidare il potere che opprime, questo mobilitarsi di popoli interi che dai tempi della decolonizzazione non si vedeva svilupparsi in forme cosi' massive, cosi' partecipate, cosi' condivise.

E questa lotta a mani nude per il pane e la giustizia, per la dignita' e i diritti di tutte e tutti, e' gia' in nuce la nonviolenza in cammino.

Che possa sconfiggere le tendenze naziste che agiscono nel mondo attuale.

*

Ed allora sara' anche decisivo il contributo nostro, ovvero cio' che faremo noi che ci troviamo nel versante nord del Mediterraneo.

E quello che dobbiamo fare e' semplice e chiaro.

Primo: recare aiuto al movimento di massa che disarmato si oppone ai poteri corrotti e criminali ed alla loro violenza armata. E questo aiuto sia rigorosamente nonviolento ed esplicitamente a sostegno dei movimenti esplicitamente nonviolenti e per i diritti umani di tutti gli esseri umani, e quindi primariamente e decisivamente ai movimenti delle donne.

Secondo: accogliere ed assistere tutti i profughi, tutti i fuggiaschi, tutti i migranti, tutti: nessun essere umano deve essere abbandonato alla persecuzione, alla schiavitu' e alla morte.

Terzo: contrastare e sconfiggere il regime della corruzione qui, con la forza della verita', della legalita' e della democrazia, con la scelta della nonviolenza.

Quarto: far cessare la partecipazione italiana alla guerra, imporre una politica di smilitarizzazione dei conflitti, di disarmo, di pace con mezzi di pace, nella piu' rigorosa fedelta' al dettato dei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.

Quinto: cacciare il governo criminale e criminogeno che nel nostro paese ha compiuto un colpo di stato razzista, ed abrogare tutte le misure in cui il colpo di stato razzista si e' concretizzato.

Sesto: contrastare e sconfiggere maschilismo e patrarcato. Senza questa lotta non e' possibile affermare la dignita' e i diritti umani di tutti gli esseri umani. E' questo il cuore della lotta politica nell'attuale momento storico: o si contrasta e si sconfigge il maschilismo e il patriarcato, o tutto e' perduto.

Settimo: riaprire quindi una prospettiva socialista e libertaria, femminista ed ecologista nella riflessione e nell'azione politica per la liberazione dell'umanita', per la civilta' contro la barbarie, per la legalita' che salva le vite, per la democrazia che invera i diritti. Ricominciando da Rosa Luxemburg e da Virginia Woolf, da Mohandas Gandhi e da Nelson Mandela, da Ivan Illich e da Murray Bookchin, da Piero Gobetti e da Antonio Gramsci, da Hannah Arendt e da Shirin Ebadi, da Victor Serge e da Guenther Anders, da Franco Basaglia e da Franca Ongaro Basaglia, da Simone Weil e da Simone de Beauvoir, da Luce Irigaray e da Wangari Maathai, da Paulo Freire e da Vandana Shiva.

Chiamiamo nonviolenza in cammino questa prospettiva politica concreta, che invera le promesse del moderno costituzionalismo, che si nutre delle tradizioni forti del movimento operaio e contadino, dell'anticolonialismo e dell'antirazzismo, del femminismo, dell'ecologia.

Ci attendono ardui doveri, difficili passaggi: sara' necessaria tutta l'intransigenza e tutta la misericordia di cui saremo capaci.

La nonviolenza e' in cammino.

 

20. HERI DICEBAMUS. DEI COMPITI DELL'ORA

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

1. Sostenere i movimenti delle donne nei paesi in cui sono in corso mobilitazioni popolari contro regimi dispotici: solo un ruolo dirigente dei movimenti delle donne puo' garantire che il movimento di lotta, se e dove riuscira' ad abbattere i regimi criminali, sapra' realizzare ordinamenti rispettosi dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Solo un ruolo dirigente dei movimenti delle donne puo' garantire esiti nonviolenti alle lotte popolari.

*

2. Accogliere ed assistere tutti i profughi, i fuggiaschi, i migranti. Tutti. Nel pieno rispetto dei diritti umani di tutti. Vi e' una sola umanita' in quest'unico pianeta casa comune.

*

3. Sia riconosciuto immediatamente il diritto di voto a tutti gli immigrati residenti in Italia.

*

4. Cessi la partecipazione italiana alla guerra illegale e assassina; si impegni subito l'Italia per una politica di smilitarizzazione e disarmo; si impegni subito l'Italia per una politica internazionale di cooperazione finalizzata a salvare le vite.

*

5. Siano immediatamente abrogate tutte le misure hitleriane imposte in Italia dal governo del colpo di stato razzista. Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.

*

6. Anche in Italia ci si sollevi per la democrazia e per la giustizia, per una equa distribuzione delle risorse, per la legalita' che salva le vite, contro il regime della corruzione e contro i poteri criminali. Anche in Italia sia il pensiero delle donne, l'agire delle donne, il movimento delle donne a guidare la necessaria azione nonviolenta per ripristinare civilta' giuridica e dignita' morale, stato di diritto e rispetto integrale dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Anche in Italia occorre contrastare e sconfiggere il regime dell'eversione dall'alto, il regime dell'illegalitarismo e dell'abbrutimento, il regime della violenza maschilista e patriarcale.

 

21. HERI DICEBAMUS. CINQUE COSE SEMPLICI E CHIARE SULL'ARSENICO NELL'ACQUA E SUGLI AMMINISTRATORI MENDACI ED AVVELENATORI

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

Mentono due volte i mascalzoni che ancor oggi continuano a blaterare che "manca chiarezza" e "bisogna evitare allarmismi" sulla questione dell'arsenico nell'acqua destinata al consumo umano.

In verita' le cose sono da molto tempo fin troppo chiare.

In verita' prosegue l'avvelenamento della popolazione per responsabilita' diretta e criminale di pubblici amministratori sciagurati.

*

Sara' dunque opportuno ripetere ancora una volta cio' che da tempo e' evidente a tutte le persone ragionevoli.

1. La legge in vigore prevede che il limite massimo consentito di presenza di arsenico nell'acqua per consumo umano e' di 10 microgrammi per litro di acqua. Ove il limite sia superato occorre che i sindaci dei Comuni emettano ordinanza di non potabilita', e le istituzioni provvedano ad approvvigionare altrimenti la popolazione di acqua potabile. Chi dice altra cosa mente sapendo di mentire. Chi dice altra cosa si colloca fuori e contro la legge. Quei pubblici amministratori che in questi mesi hanno continuato a costringere la popolazione a bere acqua avvelenata, ed hanno ingannato la popolazione, devono essere perseguiti per il crimine commesso.

2. E' dovere delle istituzioni informare correttamente la popolazione: ne va della vita, ne va della salute delle persone. Molte dichiarazioni rilasciate e taluni documenti diffusi negli ultimi mesi ed ancora nelle ultime settimane da vari enti pubblici contengono notizie false e tendenziose, e che hanno contribuito alla prosecuzione dell'avvelenamento della popolazione. Tutti coloro che sono stati complici in questo infame gioco al massacro, in questa ignobile propalazione di menzogne, devono essere perseguiti per il crimine commesso.

3. E' dovere delle istituzioni garantire acqua potabile alla popolazione. Gli interventi agevolmente possibili ed assolutamente necessari ed urgenti sono stati indicati da mesi dall'"Associazione italiana medici per l'ambiente". I pubblici amministratori che hanno ritardato ed ancora ritardano questi interventi adeguati ed indispensabili devono essere perseguiti per il crimine commesso.

4. E' dovere delle istituzioni realizzare interventi strutturali immediati e adeguati per dearsenificare le acque distribuite attraverso i pubblici acquedotti. Le tecnologie appropriate sono disponibili e relativamente semplici. Le risorse pubbliche ci sono. I pubblici amministratori che non hanno voluto e tuttora non vogliono realizzare questi necessari interventi strutturali devono essere perseguiti per il crimine commesso.

5. Sia chiaro: anche una presenza di 10 microgrammi di arsenico per litro di acqua costituisce comunque un avvelenamento. Occorre dearsenificare del tutto l'acqua destinata al consumo umano, o perlomeno ridurla al di sotto della soglia dei 5 microgrammi/litro indicata dall'Organizzazione Mondiale della Sanita'. Ma nel frattempo quantomeno si rispetti ovunque - ovunque - il limite stabilito dalla legge vigente di 10 microgrammi/litro. E quei pubblici amministratori insipienti ed irresponsabili che continuano a costringere la popolazione a bere acqua con presenza di arsenico superiore, ebbene, devono essere perseguiti per il crimine commesso.

 

22. HERI DICEBAMUS. QUID AGENDUM

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

1. Sostenere i movimenti delle donne, la', qui. Vi e' una sola umanita'. Riconoscere subito tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

2. Accogliere ed assistere tutte e tutti i migranti, tutte e tutti. Tutte. Tutti. Vi e' una sola umanita'. Riconoscere subito tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

3. Diritto di voto subito per tutti i residenti in Italia. Vi e' una sola umanita'. Riconoscere subito tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

4. Cessazione della partecipazione italiana alla guerra. Smilitarizzazione. Disarmo. Aiuti umanitari subito. Vi e' una sola umanita'. Riconoscere subito tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

5. Abrogazione di tutte le misure in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista in Italia. Vi e' una sola umanita'. Riconoscere subito tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

6. Contrastare e sconfiggere il maschilismo e il patriarcato, prima radice di ogni altra storica oppressione. Vi e' una sola umanita'. Riconoscere subito tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

7. Scegliere la nonviolenza: unica via per la comune liberazione e per la convivenza comune dell'umanita' intera, unica via per riconciliare l'umanita' e la biosfera. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. Vi e' una sola umanita'. Riconoscere subito tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

 

23. HERI DICEBAMUS. LA NOSTRA LOTTA, IL NOSTRO CAMMINO

[Riproponiamo questo testo del febbraio 2011]

 

La nonviolenza e' in cammino.

La nonviolenza e' lotta.

Contro le dittature. Con i popoli in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Contro i poteri criminali. Per la giustizia e la solidarieta' che ogni essere umano riconosce, raggiunge, soccorre.

Contro le guerre, gli eserciti, le armi. Per la pace che salva le vite.

Contro il razzismo. Perche' vi e' una sola umanita'.

Contro la devastazione della biosfera. Perche' vi e' un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Contro il maschilismo e il patriarcato. Con le donne in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

La nonviolenza e' il cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

24. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

25. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Primo Levi, Opere, Einaudi, Torino 1997, 2 voll. rispettivamente di pp. CXXVI + 1474 e di pp. XVI + 1606.

 

26. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

27. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 608 del 6 luglio 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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