Telegrammi. 580



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 580 dell'8 giugno 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Vogliamo dirlo?

2. Quattro si'

3. Movimento Nonviolento: Settantaquattresimo giorno di digiuno nonviolento collettivo a staffetta per opporsi alla guerra e al nucleare

4. Ai temi dell'acqua e del nucleare dedicato il IV workshop nazionale su "Salute globale" promosso dall'"Associazione italiana medici per l'ambiente"

5. Il 9 giugno a Blera una conferenza dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente" su "Acqua: bene e responsabilita' di tutti"

6. Due semplici cose

7. Marco Politi intervista Nandino Capovilla

8. Claudio Magris: Persone reali

9. Desmond Tutu: Un piano concreto per sfamare il mondo

10. Marco Roncalli presenta "Dialoghi con Norberto Bobbio" di Enrico Peyretti

11. Per sostenere il Movimento Nonviolento

12. Segnalazioni librarie

13. La "Carta" del Movimento Nonviolento

14. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. VOGLIAMO DIRLO?

 

Vogliamo dirlo che i governanti che hanno trascinato l'Italia in una guerra terrorista e stragista, imperialista e colonialista, razzista e mafiosa, tanto in Afghanistan quanto in Libia, hanno violato la Costituzione della Repubblica Italiana, e quindi dovrebbero essere cacciati dal governo di questo paese e tratti in tribunale per i crimini contro l'umanita' commessi?

Vogliamo dirlo che i governanti che a cominciare dalla riapertura dei campi di concentramento con la legge Turco-Napolitano, proseguendo con la Bossi-Fini, fino ad arrivare al cosiddetto "pacchetto sicurezza" del 2009, hanno compiuto un colpo di stato razzista, un colpo di stato razzista che ha provocato la morte di innumerevoli migranti e la riduzione in schiavitu' di un numero ancora maggiore di essi, hanno violato la Costituzione della Repubblica Italiana, e quindi dovrebbero essere cacciati dal governo di questo paese e tratti in tribunale per i crimini contro l'umanita' commessi?

 

2. APPELLI. QUATTRO SI'

 

Ai referendum del 12-13 giugno e' necessario votare quattro si'.

Si' per liberare l'umanita' dall'incubo della catastrofe nucleare.

Si' per difendere il diritto di ogni essere umano all'accesso all'acqua e il dovere delle strutture pubbliche di garantirlo a tutti.

Si' quindi per impedire che l'acqua - elemento fondamentale della vita - venga privatizzata, ridotta a merce, fatta oggetto di speculazione.

Si' per confermare l'uguaglianza di tutte le persone dinanzi alla legge.

 

3. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO: SETTANTAQUATTRESIMO GIORNO DI DIGIUNO NONVIOLENTO COLLETTIVO A STAFFETTA PER OPPORSI ALLA GUERRA E AL NUCLEARE

[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo]

 

Sono piu' di 160 le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno finora aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento "per opporsi alla guerra e al nucleare".

Questa iniziativa nonviolenta prosegue dal 27 marzo scorso. Si digiuna in ogni parte d'Italia, da Trieste a Palermo, da Torino a Venezia, da Verona a Bari.

La nonviolenza e' contagiosa; abbiamo iniziato con un digiuno di 48 ore, che sta proseguendo da 74 giorni.

Chi desidera aderire al digiuno lo puo' comunicare a: azionenonviolenta at sis.it (indicare nome, cognome, citta', giorno o giorni di digiuno).

 

4. INCONTRI. AI TEMI DELL'ACQUA E DEL NUCLEARE DEDICATO IL IV WORKSHOP NAZIONALE SU "SALUTE GLOBALE" PROMOSSO DALL'"ASSOCIAZIONE ITALIANA MEDICI PER L'AMBIENTE"

[Dall'Associazione italiana medici per l'ambiente (per contatti: tel. 3383810091, e-mail: isde.viterbo at gmail.com) riceviamo e diffondiamo.

Antonella Litta svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi. E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute". E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei comuni circumlacuali. E' oggi in Italia figura di riferimento nella denuncia della presenza dell'arsenico nelle acque destinate a consumo umano, e nella proposta di iniziative specifiche e adeguate da parte delle istituzioni per la dearsenificazione delle acque e la difesa della salute della popolazione]

 

Nell'aula magna dell'Universita' del Molise a Campobasso, sabato 4 giugno 2011 si e' svolto, promosso dall'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia), il IV workshop nazionale dedicato al tema "Salute globale" con uno specifico approfondimento sui temi dell'acqua e del nucleare.

In questa giornata di studio, alla quale hanno partecipato oltre 700 persone, medici, operatori del settore sanitario, studenti della facolta' di medicina e dei licei cittadini, sono state affrontate le problematiche ambientali e sanitarie connesse ad una corretta gestione dell'acqua, elemento fondamentale per la vita della specie umana e di tutto il pianeta, ed esposte le documentate ragioni scientifiche e morali per ripudiare definitivamente l'uso dell'energia nucleare.

Sono intervenuti il dottor Barone, presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Campobasso, il professor Cannata, rettore dell'Universita' del Molise, il dottor Ripabelli, presidente del corso di laurea in "Tecniche della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro" dell'Universita' del Molise, il dottor Romizi, presidente dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente", il dottor Burgio, la dottoressa Gentilini, il  ottor Faggioli, il dottor Terzano e la dottoressa Litta dell'Isde-Italia.

Particolare attenzione ed emozione ha suscitato l'intervento di padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, che ha evidenziato l'assoluta ingiustizia del progetto di privatizzare e mercificare l'acqua: un progetto ed un sistema economico che condanneranno nei prossimi anni milioni di persone, le piu' povere della terra, anche alla morte per sete, e la necessita' quindi, anche attraverso lo strumento dei referendum del 12 e 13 giugno 2011, di opporsi concretamente a  tutto cio'.

La dottoressa Antonella Litta e' intervenuta subito dopo con la relazione su: "Potabilita' e salubrita' dell'acqua, bene comune e risorsa da tutelare per garantire pienamente anche il diritto alla salute".

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Di seguito una breve sintesi della relazione della dottoressa Litta.

L'acqua e' un elemento fondamentale e prezioso per la vita del pianeta e di ogni essere umano.

E' una risorsa non illimitata che va protetta con il risparmio e la razionalizzazione della sua distribuzione, con la salvaguardia e il risanamento degli ecosistemi e dei bacini idrici utilizzati per approvvigionamento di acque potabili, con il miglioramento del sistema degli acquedotti.

L'accesso e la disponibilita' di acque, salubri, pulite e di qualita', sono le condizioni necessarie ed indispensabili per vivere in modo sano e per tutelare e proteggere lo stato di salute di tutte le persone ed in particolare dei bambini.

Il vanadio, il selenio, il fluoro, l'arsenico, i metalli pesanti e radioattivi, i pesticidi, i fitofarmaci, le diossine, i sottoprodotti della disinfezione dell'acqua per clorazione, batteri, virus, parassiti, alghe e le microcistine prodotte da particolari tipi di alghe e cianobatteri (come nel caso del Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, presente in molti laghi italiani tra cui quello di Vico), etc., sono tutti elementi che possono determinare rischio e danno alla salute con molteplici meccanismi di interazione ed amplificazione diversi da quello della sola e semplice sommazione.

Il crescente e diffuso inquinamento delle risorse idriche crea una inaccettabile condizione di rischio e danno alla salute delle persone e altera inoltre gli ecosistemi.

L'uso delle tecnologie oggi disponibili, insieme ad una sana politica di trasformazione e controllo di tutte quelle attivita' che immettono nell'ambiente un numero sempre piu' elevato di sostanze tossiche e dagli effetti ancora poco conosciuti, e' l'unica, rapida e fattibile soluzione per garantire in modo compiuto il diritto alla vita e alla salute per tutti.

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Comunicato stampa a cura dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo

Viterbo, 7 giugno 2011

 

5. INCONTRI. IL 9 GIUGNO A BLERA UNA CONFERENZA DELL'"ASSOCIAZIONE ITALIANA MEDICI PER L'AMBIENTE" SU "ACQUA: BENE E RESPONSABILITA' DI TUTTI"

[Dall'Associazione italiana medici per l'ambiente (per contatti: tel. 3383810091, e-mail: isde.viterbo at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]

 

Su invito della cooperativa agricola "Il Vignale", giovedi' 9 giugno 2011 alle ore 17,30, presso la Biblioteca Comunale di Blera (Vt) in via Roma n. 61, la dottoressa Antonella Litta, referente dell'Associazione italiana medici per l'ambiente, terra' una conferenza sul tema: "Acqua: bene e responsabilita' di tutti".

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L'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)

Viterbo, 8 giugno 2011

 

6. RIFLESSIONE. DUE SEMPLICI COSE

 

Per contrastare il surriscaldamento del clima del pianeta, due semplici cose occorre decidersi a fare: ridurre subito drasticamente il trasporto aereo e quello automobilistico.

Il che contribuirebbe anche a rendere piu' respirabile l'aria che finisce nei nostri polmoni.

E contribuirebbe anche a diminuire i consumi energetici.

E un bel po' di gente che muore negli incidenti aerei e soprattutto in quelli automobilistici vivrebbe un po' di piu', e verosimilmente avrebbe anche una vita piu' felice.

 

7. RIFLESSIONE. MARCO POLITI INTERVISTA NANDINO CAPOVILLA

[Da "Il fatto quotidiano" del 5 giugno 2011 riprendiamo la seguente intervista a don Nandino Capovilla a cura di Marco Politi dal titolo "Pax Christi: votiamo si' per i beni comuni".

Marco Politi e' giornalista e saggista. Tra le opere di Marco Politi: La confessione, Editori Riuniti, Roma 2000; Il ritorno di Dio, Mondadori, Milano 2004; Io, prete gay, ondadori, Milano 2006; Papa Wojtyla. L'addio, Morcelliana. Brescia 2007; La chiesa del no, Mondadori, Milano 2009

Don Nandino Capovilla e' coordinatore nazionale di Pax Christi Italia]

 

"Andare a votare perche' e' in gioco la democrazia e il nostro futuro". Don Nandino Capovilla, coordinatore nazionale di Pax Christi Italia, da' voce al cattolicesimo di base che vuole voltare pagina. A partire dal rifiuto del legittimo impedimento. "Purtroppo la Chiesa italiana - dice - a lungo e' stata responsabile di un colpevole silenzio e di un peccato grave di omissione: non toccate Berlusconi! Ma i credenti, che vanno in chiesa alla domenica, la pensano diversamente. Sanno bene che il cosiddetto 'cattolicesimo dei valori tradizionali' non ha nulla a che fare con l'esigente proposta evangelica".

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- Marco Politi: Cosa spinge Pax Christi a impegnarsi nella campagna referendaria?

- Nandino Capovilla: Abbiamo partecipato da subito ai comitati referendari locali e nazionale. Perche' la questione riguarda il bene comune. Prendiamo l'acqua. Ho avuto recentemente un incontro con monsignor Mario Toso, segretario del Consiglio pontificio Giustizia e pace, e l'intervista sta sul sito di Pax Christi. Vi si afferma chiaramente che per la dottrina sociale della Chiesa l'acqua e' un diritto inalienabile e universale. Benedetto XVI nella sua enciclica "Caritas in veritate" parla esplicitamente dell'accesso all'acqua per tutti, senza distinzioni. E' un bene - lo sottolinea la Santa Sede - che non puo' essere gestito secondo criteri mercantili e la cui gestione non puo' essere lasciata in mano ai privati.

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- Marco Politi: Il problema e' sentito?

- Nandino Capovilla: Non e' in gioco una privatizzazione piu' o meno controllata dal governo, ma un bene essenziale che tocca il nostro futuro. Nel 2010 l'Onu ha proclamato che l'acqua e' un bene comune. Dobbiamo garantire e difendere questo diritto. All'ultima assemblea della Cei anche il segretario monsignor Crociata ha definito l'acqua un diritto umano. Nella base cattolica e' in corso un lavoro di mobilitazione straordinario.

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- Marco Politi: E ai vertici?

- Nandino Capovilla: Ecco un documento sottoscritto da trentadue diocesi. Si chiama "Acqua: dono di Dio e bene comune". E' stato diffuso in tempo di Pasqua dalla Rete interdiocesana Nuovi stili di vita. Si trova anche sul sito del patriarcato di Venezia. Ricorda che l'acqua e' uno dei grandi doni della creazione e che vale il principio cristiano della "destinazione universale dei beni". Esorta a stili di vita e di comportamento al di sopra di schieramenti politici ed ideologici per garantire la disponibilita' per tutti di questo prezioso bene anche sul piano delle leggi. Il documento invita a partecipare attivamente al dibattito sul referendum.

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- Marco Politi: Rispetto all'energia nucleare?

- Nandino Capovilla: E' un discorso, che si lega ad un lavoro che facciamo da anni. Come da tempo interveniamo sulla produzione degli armamenti e il commercio delle armi cosi' oggi diciamo che non si possono costruire centrali nucleari. Va al di la' di quanto e' successo in Giappone. Bisogna liberare il mondo dal pericolo dell'autodistruzione.

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- Marco Politi: Dopo i ballottaggi avete dichiarato: "Da Milano a Napoli, da Cagliari a Trieste. Finalmente...". Comincia a spirare aria nuova anche nella Chiesa?

- Nandino Capovilla: Mi sembra di avvertire un'atmosfera diversa. All'assemblea della Cei il cardinale Bagnasco ha avuto un giusto tono drammatico riferendosi alla situazione del Paese. Mi pare ci si cominci a rendere conto della necessita' di sganciarsi dalle posizioni di chi continuamente e pregiudizialmente difende le posizioni del governo. Bisogna dire basta ad un legame stretto e opprimente con poteri che dicono di interpretare il mondo cattolico e poi nei fatti lo tradiscono. I vertici ci stanno arrivando lentamente: non ha senso svendere il vangelo per un piatto di lenticchie.

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- Marco Politi: Cosa vi aspettate?

- Nandino Capovilla: Vorrei che la gerarchia capisse che e' l'ora di lavorare per la ricostruzione del Paese a partire dalle sue fondamenta costituzionali. C'e' un forte risveglio del mondo cattolico, convinto che l'esigenza prioritaria sia l'attenzione all'uomo e al vangelo. Abbiamo sopportato pesantemente l'appoggio dei vertici ecclesiastici a certe scelte politiche.

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- Marco Politi: Sul legittimo impedimento voi cattolici di Pax Christi cosa dite?

- Nandino Capovilla: I cattolici italiani sono stufi del silenzio sul malcostume del governo. La giustizia deve essere uguale per tutti, a cominciare dal Parlamento dove stanno tanti inquisiti. Posso dirlo con la dottrina sociale della Chiesa: tutti, nessuno escluso, siamo uguali davanti alla legge.

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- Marco Politi: Si arrivera' al quorum?

- Nandino Capovilla: Vedo un forte lavoro capillare. Segnali positivi.

 

8. RIFLESSIONE. CLAUDIO MAGRIS: PERSONE REALI

[Dal "Corriere della Sera" del 4 giugno 2011 riprendiamo il seguente articolo dal titolo "I morti in mare che non commuovono piu'".

Claudio Magris, nato a Trieste nel 1939, docente universitario di lingua e letteratura tedesche, saggista e scrittore, intellettuale democratico. Opere di Claudio Magris: segnaliamo particolarmente - tra molte altre opere tutte appassionanti e finissime - Lontano da dove, Einaudi; Dietro le parole, Garzanti; Itaca e oltre, Garzanti; Utopia e disincanto, Garzanti. Opere su Claudio Magris: segnaliamo particolarmente il profilo di Magris in Pier Vincenzo Mengaldo, Profili di critici del Novecento, Bollati Boringhieri, Torino 1998]

 

Su alcuni giornali, duecento morti o dispersi in mare come quelli dell'altro ieri, in una fuga della disperazione, non finiscono neppure piu' in prima pagina, scivolano in quelle seguenti fra le notizie certo rilevanti ma non eclatanti. Per sciagure analoghe, solo qualche anno fa pure un presidente del Consiglio si commuoveva o almeno sentiva il dovere di commuoversi pubblicamente. Le tragedie odierne dei profughi in cerca di salvezza o di una sopravvivenza meno miserabile che periscono, spesso anonimi e ignoti, in mare non sono meno dolorose, ma non sono piu' un'eccezione sia pur frequente, bensi' una regola.

Diventano quindi una cronaca consueta, cui si e' fatto il callo, che quasi ci si attende gia' prima di aprire il giornale e che dunque non scandalizza e non turba piu', non desta piu' emozioni collettive. Questa assuefazione che conduce all'indifferenza e' certo inquietante e accresce l'incolmabile distanza tra chi soffre o muore, in quell'attimo sempre solo, come quei fuggiaschi inghiottiti dai gorghi, e gli altri, tutti o quasi tutti gli altri, che per continuare a vivere non possono essere troppo assorbiti da quei gorghi che trascinano a fondo. E' giusto ma e' anche facile accusarci di questa insensibilita', che riguarda pure me stesso mentre sto scrivendo queste righe e tutti o quasi tutti coloro che eventualmente le leggeranno. Diversamente da altri casi, in cui l'indifferenza o la livida ostilita' si accaniscono sullo straniero, sul miserabile, su chi ci e' etnicamente o socialmente diverso, in questa circostanza la nostra insensibilita' non nasce dalla provenienza e dall'identita' a noi ostica di quelli annegati. Nasce dalla ripetizione di quei drammi e dall'inevitabile assuefazione che ne deriva. Anche se, per sciagurate ipotesi, ogni giorno le cronache dovessero riportare notizie di soldati italiani caduti in Afghanistan, la reazione, dopo un certo tempo, si tingerebbe di stanca abitudine. Pure atroci delitti di mafia vengono a poco a poco vissuti come una consuetudine. Non si puo' sopravvivere emozionandosi per tutte le sventure che colpiscono i nostri fratelli nel mondo; pure la commozione per qualche delitto particolarmente raccapricciante, ad esempio l'efferata uccisione di un bambino, dopo un certo tempo orribilmente si placa; la notizia e' stata assorbita, non scuote piu' l'ordine del mondo ne' il cuore.

L'assuefazione - alla droga, alla guerra, alla violenza - e' la regina del mondo. "Bisogna pur vivere - si dice in un romanzo di Bernanos - ed e' questa la cosa piu' orribile". Forse una delle piu' grandi miserie della condizione umana consiste nel fatto che perfino il cumulo di dolori e disgrazie, oltre una certa soglia, non sconvolge piu'; se annuncio la morte di un parente, incontro una compunta comprensione, ma se subito dopo ne annuncio un'altra e poi un'altra ancora rischio addirittura il ridicolo. Proprio per questo - perche', a differenza di Cristo, non possiamo veramente soffrire per tutti, cosi' come non ci rattrista la lettura degli annunci mortuari nei giornali - non possiamo affidarci solo al sentimento per essere vicini agli altri. Il nostro sentimento, comprensibilmente, ci fa piangere per un amico che amiamo e non per uno sconosciuto, ma dobbiamo sapere - non astrattamente, ma realmente, con la comprensione di tutta la nostra persona - che uomini da noi mai visti e non concretamente amati sono altrettanto reali. Sta qui la differenza tra il pensiero reazionario e la democrazia. Il reazionario facilmente irride l'umanita' astratta e l'astratto amore ideologico per il genere umano, perche' sa amare il proprio compagno di scuola, ma non sa veramente capire che anche compagni di scuola di persone a lui ignote sono altrettanto reali; non astrazioni ma carne e sangue. La democrazia - schernita come fredda e ideologica - e' invece concretamente poetica, perche' sa mettersi nella pelle degli altri, come Tolstoj in quella di Anna Karenina, e dunque pure in quella di quei naufraghi in fondo al mare.

 

9. RIFLESSIONE. DESMOND TUTU: UN PIANO CONCRETO PER SFAMARE IL MONDO

[Dal quotidiano "la Repubblica" del primo giugno 2011 col titolo "Un piano concreto per sfamare il mondo".

Desmond Tutu, vescovo anglicano, nato nel 1931, dal 1978 segretario generale del Consiglio sudafricano delle Chiese, premio Nobel per la pace nel 1984, voce della lotta contro l'apartheid. Dopo la vittoria della democrazia a lui e' stata affidata la presidenza della Commissione per la verita' e la riconciliazione. Opere di Desmond Tutu: in italiano cfr. Anch'io ho il diritto di esistere, Queriniana, Brescia 1985; Non c'e' futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001; Anche Dio ha un sogno, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2004. Specificamente sull'esperienza della Commissione per la verita' e la riconciliazione presieduta da Desmond Tutu cfr. anche Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta, Manifestolibri, Roma 1999 (raccolta di materiali della commissione, con un'ampia introduzione del curatore); Antonello Nociti, Guarire dall'odio, Angeli, Milano 2000; Danilo Franchi, Laura Miani, La verita' non ha colore, Comedit, Milano 2002, 2003; Danilo Franchi (a cura di), Raccontare la verita', Mimesis, Milano-Udine 2010]

 

Esistono problemi talmente grandi e a tal punto complessi che e' facile essere indotti a credere che non avranno mai soluzione. La fame e' uno di questi. Dubito che sia mai esistito un periodo nell'intera storia dell'umanita' nel quale tutto il genere umano ha avuto da mangiare a sufficienza.

Perfino oggi, in un mondo nel quale e' possibile comunicare a distanza di migliaia di chilometri soltanto premendo un tasto, otto milioni di esseri umani patiscono cronicamente carestie in Africa orientale. In tutto il pianeta sono circa un miliardo gli uomini, le donne e i bambini che anche questa notte andranno a dormire affamati.

Malgrado tutto, l'esperienza di tutta una vita mi ha insegnato che non esiste problema cosi' grande da essere insolubile, ne' ingiustizia cosi' radicata da non poter essere estirpata. E tra queste vi e' la fame. La fame non e' un fenomeno naturale, bensi' una tragedia provocata dall'uomo. Non si ha fame perche' non c'e' abbastanza da mangiare: si ha fame perche' i meccanismi che trasportano i generi alimentari dai campi alla tavola sono mal funzionanti. In questa ennesima epoca di crisi - caratterizzata da fenomeni climatici estremi, da risorse naturali in assottigliamento - sfamare tutti diventera' sempre piu' difficile.

Come siamo potuti arrivare a questo punto? I nostri governi dovrebbero addossarsene la responsabilita'. Le loro politiche di governo e di amministrazione stanno favorendo un sistema fallito che offre benefici a poche industrie potenti e pochi gruppi di interesse a discapito di molti. Hanno speso miliardi di dollari per il settore dei biocombustibili e per i coltivatori a Nord, ma hanno abbandonato 500 milioni di piccoli coltivatori che messi insieme sfamano pero' un terzo del genere umano. Hanno speso piu' di un decennio a discutere di cambiamento del clima, ma si sono impegnati a riduzioni delle emissioni tali da metterci sicuramente in dirittura d'arrivo verso un catastrofico riscaldamento. Hanno lasciato che i mercati alimentari andassero fuori controllo e hanno negato alle donne - che producono buona parte degli alimenti consumati nel mondo - il diritto di possedere della terra, le risorse e le opportunita' di cui godono le loro controparti maschili.

Il futuro, in ogni modo, non e' gia' deciso. Sta a noi plasmarlo e dargli forma. Oggi Oxfam lancia la sua nuova campagna globale per un mondo senza fame, la campagna "Grow" che non si basa su riflessioni utopistiche di persone di buona volonta' ma illuse. Si tratta di un programma concreto basato sui risultati ottenuti realmente da governi, societa' e comunita', per esempio il governo e il popolo brasiliano che sono riusciti a dimezzare il numero delle persone che pativano la fame in appena 15 anni.

In ogni caso, si rende necessario un approccio completamente diverso nelle nostre modalita' di produzione e di condivisione dei generi alimentari. I governi, soprattutto quelli dei potenti Paesi del G-20, devono dare il via alla trasformazione, devono investire nei produttori poveri e assicurare loro il sostegno di cui necessitano per adattarsi al cambiamento del clima. Devono emettere normative che regolino gli instabili mercati delle materie prime e porre fine alla prassi di risarcire le aziende che trasformano cio' che e' commestibile in combustibile per i motori. Devono inoltre approntare un accordo sul clima globale che tenga effettivamente sotto controllo il cambiamento del clima.

Naturalmente molti governi e imprese opporranno resistenza al cambiamento delle loro modalita' operative, delle loro abitudini, delle loro ideologie e del loro modo di perseguire il profitto.

Dipendera' pertanto da noi - da voi, da me - convincerli, scegliendo alimenti che sono prodotti in modo corretto e sostenibile, riducendo al massimo la nostra impronta di anidride carbonica, schierandoci con Oxfam e pretendendo che le cose cambino. Non sara' facile. Ma non e' mai valsa la pena lottare per niente di piu' importante.

 

10. LIBRI. MARCO RONCALLI PRESENTA "DIALOGHI CON NORBERTO BOBBIO" DI ENRICO PEYRETTI

[Dal quotidiano "Avvenire" del 3 giugno 2011 col titolo "La preghiera laica di Bobbio".

Marco Roncalli (Bergamo 1959), laureato in giurisprudenza, giornalista e saggista, collabora alle pagine culturali di varie testate ed e' autore di volumi sulla storia della Chiesa e il papato (con diverse opere su Giovanni XXIII), sulla cultura del primo Novecento in Italia (indagato con l'edizione d'importanti carteggi inediti), sul tema del viaggio e del pellegrinaggio.

Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Dialoghi con Norberto Bobbio su politica, fede, nonviolenza, Editrice Claudiana, Torino 2011; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, ricerca di cui una recente edizione a stampa e' in appendice al libro di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004 (libro di cui Enrico Peyretti ha curato la traduzione italiana), e che e stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.serenoregis.org, www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68.

Norberto Bobbio e' nato a Torino nel 1909 ed e' deceduto nel 2004, antifascista, filosofo della politica e del diritto, autore di opere fondamentali sui temi della democrazia, dei diritti umani, della pace, e' stato uno dei piu' prestigiosi intellettuali italiani del XX secolo. Tra le opere di Norberto Bobbio: per la biografia (che si intreccia con decisive vicende e cruciali dibattiti della storia italiana di questo secolo) si vedano il volume di scritti autobiografici De Senectute, Einaudi, Torino 1996; e l'Autobiografia, Laterza, Roma-Bari 1997; tra i suoi libri di testimonianze su amici scomparsi (alcune delle figure piu' alte dell'impegno politico, morale e intellettuale del Novecento) cfr. almeno Italia civile, Maestri e compagni, Italia fedele, La mia Italia, tutti presso l'editore Passigli, Firenze. Per la sua riflessione sulla democrazia cfr. Il futuro della democrazia; Stato, governo e societa'; Eguaglianza e liberta'; tutti presso Einaudi, Torino. Sui diritti umani si veda L'eta' dei diritti, Einaudi, Torino 1990. Sulla pace si veda Il problema della guerra e le vie della pace, Il Mulino, Bologna, varie riedizioni; Il terzo assente, Sonda, Torino 1989; Una guerra giusta?, Marsilio, Venezia 1991; Elogio della mitezza, Linea d'ombra, Milano 1994. A nostro avviso indispensabile e' anche la lettura di Politica e cultura, Einaudi, Torino 1955, 1977; Profilo ideologico del Novecento, Garzanti, Milano 1990; Teoria generale del diritto, Giappichelli, Torino 1993. Tra le opere su Norberto Bobbio: segnaliamo almeno Enrico Lanfranchi, Un filosofo militante, Bollati Boringhieri, Torino 1989; Piero Meaglia, Bobbio e la democrazia: le regole del gioco, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1994; Tommaso Greco, Norberto Bobbio, Donzelli, Roma 2000; AA. VV., Norberto Bobbio tra diritto e politica, Laterza, Roma-Bari 2005; AA. VV., Norberto Bobbio maestro di democrazia e di liberta', Cittadella, Assisi 2005; AA. VV., Lezioni Bobbio, Einaudi, Torino 2006. Per la bibliografia di e su Norberto Bobbio uno strumento di lavoro utilissimo e' il sito del Centro studi Piero Gobetti (www.erasmo.it/gobetti)]

 

"Caro Peyretti, sono qui in questo bel paesetto del cuneese in casa di amici [...]. Mi sono portato qui un fascio di lettere alle quali non avevo mai risposto. Ce n'e' una sua del 22 maggio scorso. Non prego, se per preghiera s'intende invocare aiuto, o peggio benefici, o premi, o salvezza in situazioni difficili. Ma se per preghiera s'intende, come dice lei, 'apertura verso il mistero che ci avvolge', prego anch'io come tanti altri. Ma e' preghiera, questa? La preghiera implica che ci sia qualcuno che ascolta. La preghiera non puo' essere soltanto riflessione interiore sul mio destino, sul male, sulla origine e la fine delle cose, una riflessione in cui nessuno mi ascolta, e che rivolgo soltanto a me stesso...".

Cosi', da Valdieri, Norberto Bobbio, il 25 luglio 1990, all'ex allievo che aveva aperto un articolo sulla preghiera riprendendo una sua frase, "Io non prego", e continuandolo con un'altra frase bobbiana condivisa dal cardinale Carlo Maria Martini, e cioe': "La differenza piu' importante non e' tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa ai grandi interrogativi dell'esistenza".

"Il dolore non ci ferisce soltanto, ma anche stimola le nostre risorse spirituali piu' profonde per affrontarlo e viverlo all'altezza della drammatica dignita' umana. Il ricordo e la permanente compagnia interiore di Sua moglie l'aiuteranno e Le daranno forza. Io che oso far conto su risorse non soltanto umane, quando la nostra vita si imbatte nei suoi limiti (non solo quelli temporali), e nei suoi piu' drammatici interrogativi, Le dico che prego Dio per Lei e per la cara Signora. Lo intenda almeno come intenzione di partecipazione profonda e affezionata, aperta sul mistero che ci circonda". Cosi' Enrico Peyretti a Bobbio dopo la morte della moglie Valeria.

I brani appena citati, sono solo un paio di frammenti del dialogo fra due amici - un credente che prega fiducioso di guarire la sua incredulita' e un uomo consapevole di essere immerso nel mistero. Due schegge di un carteggio che costella insieme a tanti ricordi vent'anni di amicizia e di riflessioni sui grandi interrogativi della vita ma anche quesiti legati alla quotidianita', ora nelle pagine tessute da Peyretti sotto il titolo Dialoghi con Norberto Bobbio, edito da Claudiana (pagine 256, euro 15).

Un confronto che abbraccia politica ed etica, pace e fede, e dove si avvertono distanze e sintonie, disparita' di conoscenze e contraddizioni. Cosi', oltre al dibattito destra e sinistra tra interessi e ideali, giudizi sulle stagioni politiche e ostracizzazione della mitezza, oltre alle questioni sulla responsabilita' e la liberta', il disarmo e i diritti umani, ecco qui affacciarsi alcuni riferimenti al cristianesimo che aiutano a capire meglio le ultime riflessioni bobbiane circa la sua "religiosita', non religione" fino al suo testamento (in cui accenna tuttavia alla "religione dei padri"). Cosi' con il Bobbio che confessa all'intellettuale impegnato nei movimenti della nonviolenza, "Sono, o credo di essere, un uomo pacifico, ma non sono, e mi considero sempre meno, un pacifista assoluto, come lei e i suoi amici", troviamo qui quello che scruta il senso del male, che ammira l'essenziale della morale cristiana e ne valuta l'efficacia innanzi a quella laica, che stima le persone seriamente religiose, che parla di Cristo con rispetto, ma senza riconoscergli di aver dato all'umanita' la grazia salvifica di un cammino.

Insomma ecco il filosofo che resiste alla fede, con una concezione profana della vita, dove anche gli atti buoni sono persino santi ma mai religiosi, ed ecco l'ex allievo che lo stimola a rileggere i suoi lavori, ma pure, ad esempio, quelli di Sergio Quinzio (La sconfitta di Dio) o di Paolo De Benedetti (Quale Dio?).

Cosi' sino all'ultima lettera del 13 maggio 2000. Scrive Bobbio a Peyretti: "Se lei intende per 'fede' il mondo degli affetti, delle emozioni, dei sentimenti profondi, sono perfettamente d'accordo con lei. Non c'e' nessuna contraddizione tra il mondo delle passioni o delle emozioni e il mondo della ragione [...]. Mentre vedo un contrasto tra l'uomo di ragione e l'uomo di fede [...]. La fede, a me pare, e' un'altra cosa: non ha niente a che vedere, secondo me, con le passioni e con gli affetti [...]. Non discuto le interpretazioni piu' credibili, a suo parere, di tanti miti tramandatici dai testi attraverso i quali si e' venuta formando la nostra educazione religiosa, ma io penso che la via attraverso cui progredisce la nostra conoscenza del mondo non parta da li'. Anzi comincia quando ce ne distacchiamo [...]. Piu' mi avvicino alla fine, piu' sento che la morte e' il passaggio dalla polvere da cui siamo nati alla polvere a cui siamo destinati a ritornare. Ma non insisto. Non pretendo che sia qualcosa di piu' di quel che lei chiama una 'scommessa' [...]. Non le nascondo che sull'origine divina di Cristo ho sempre avuto i miei dubbi [...]. Ma non posso neppure dire di accettarlo completamente come 'maestro'. Vorrei che qualcuno mi spiegasse meglio perche' accanto al Cristo delle 'benedizioni' ci sia anche quello delle 'maledizioni' [...]. Pongo domande poste da mille altri prima di me, che possono apparire a un uomo di fede ovvie e ingenue, se non addirittura malevole".

"Le sue domande non sono affatto malevole, ma serie. Un credente anche persuaso non e' privo di dubbi e incredulita'. Anche grandi santi hanno provato il dubbio freddo e buio". Era - il 20 giugno - la risposta di Peyretti.

Due sensi religiosi della vita innanzi al suo Mistero.

 

11. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

12. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Nelson Mandela, Lungo cammino verso la liberta', Feltrinelli, Milano 1995, pp. 606.

 

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

14. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 580 dell'8 giugno 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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