Telegrammi. 556



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 556 del 15 maggio 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Malvolio Malvolenti: Sempre desiderai

2. Mao Valpiana: Cinquantesimo giorno di digiuno nonviolento collettivo a staffetta per opporsi alla guerra e al nucleare

3. Si e' svolto il 13 maggio a Viterbo un incontro di denuncia e riflessione contro la guerra e contro il razzismo

4. Si e' svolto il 14 maggio a Viterbo un incontro di riflessione e formazione sulla gestione nonviolenta dei conflitti

5. Riferimenti utili per l'informazione sui referendum. Per fermare il nucleare e per l'acqua bene comune

6. Maria Nadotti: Donne della Repubblica

7. Gabriella Bernardi: Sophie Brahe

8. Maria Rosaria Lasio: Elizabeth Bishop

9. Per sostenere il Movimento Nonviolento

10. Segnalazioni librarie

11. La "Carta" del Movimento Nonviolento

12. Per saperne di piu'

 

1. ANTICHI BESTIARI, ERBARI E LAPIDARI. MALVOLIO MALVOLENTI: SEMPRE DESIDERAI

[Ringraziamo il nostro buon amico Malvolio Malvolenti per questo epicedio]

 

Sempre desiderai essere un uomo silenzioso

che passa inosservato, guarda altrove,

fermo di fianco all'edicola, assorto

in pensieri senza volti e senza specchi.

 

Poi vengono questi idioti da lontano

le loro bombe sganciano e colpiscono

proprio me, che non c'entravo niente.

 

2. INIZIATIVE. MAO VALPIANA: CINQUANTESIMO GIORNO DI DIGIUNO NONVIOLENTO COLLETTIVO A STAFFETTA PER OPPORSI ALLA GUERRA E AL NUCLEARE

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

La guerra colpisce con le bombe, le bombe provocano morti, i morti generano vendetta, la vendetta partorisce morti.

E' la spirale della violenza.

Solo la nonviolenza puo' interrompere questa catena perversa.

Il digiuno e' un granello messo nell'ingranaggio della guerra, per fermarla.

Il digiuno che stiamo conducendo e un gesto di nonviolenza attiva, e' un atto di speranza, e' un fatto concreto contro la guerra e la sua preparazione, contro il nucleare che uccide il presente e il futuro.

Sono 150 le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno finora aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento "per opporsi alla guerra e al nucleare".

Questa iniziativa nonviolenta prosegue dal 27 marzo scorso, e nuovi aderenti hanno gia' annunciato la loro partecipazione almeno fino a domenica 22 maggio. Ma altri ancora si stanno aggiungendo, e si proseguira' oltre. Si digiuna in ogni parte d'Italia, da Trieste a Palermo, da Torino a Venezia, da Verona a Bari.

La nonviolenza e' contagiosa; abbiamo iniziato con un digiuno di 48 ore, che sta proseguendo da 50 giorni.

Chi desidera aderire al digiuno lo puo' comunicare a: azionenonviolenta at sis.it (indicare nome, cognome, citta', giorno o giorni di digiuno).

*

Di seguito l'elenco dei digiunanti aggiornato alle ore 19,30 del 14 maggio 2011.

Hanno finora digiunato a staffetta: Mao Valpiana (Verona), Caterina Del Torto (Ferrara - Verona), Elisabetta Pavani (Ferrara), Raffaella Mendolia (Mestre - Venezia), Lucia Grieco (Mestre - Venezia), Sergio Paronetto (Verona), Daniele Lugli (Ferrara), Maddalena Soffi (Verona), Domenico Letizia (Caserta), Alessandro Pizzi (Soriano - Viterbo), Luca Giusti (Genova), Massimiliano Pilati (Trento), Piercarlo Racca (Torino), Angela Dogliotti Marasso (Torino), Enrico Peyretti (Torino), Rocco Pompeo (Livorno), Caterina Bianciardi (Livorno), Mirella Martini (Mestre - Venezia), Vincenzo Benciolini (Verona), Gabriella Falcicchio (Bari), Albachiara Orlando e Stefano Daga (Oristano), Gavina Galleri (Cagliari), Giovanni e Graziella Ricchiardi (Torino), Mira Mondo (Condove - Torino), Claudia Pallottino (Torino), Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi), Pier Cesare Bori (Bologna), Marzia Manca (Cagliari), Tommaso Gradi (Ferrara), Laura Cappellari (Pedavena - Verona), Aurora Bedeschi (Ferrara), Marco Baleani (Gubbio), Silvana Valpiana (Verona), Claudia Capra (Brescia), Paolo Predieri (Brescia), Adriano Moratto (Brescia), Anna Zonari (Ferrara), Tiziana Valpiana (Verona), Marina Nardovino (Verona), Carmine Buro (Prato), Pier Cesare Bori (Bologna), Pietro Del Zanna (Poggibonsi), Pierpaolo Loi (Monserrato - Cagliari), Raffaele Ibba (Cagliari), Maria Erminia Satta (Tempio Pausania), Andrea Zanetti (Orvieto), Lucia Agrati (Roma), Claudia Bernacchi (Padova), Marzia Manca (Cagliari), Maria Elena Sulis (Cagliari), Ignazio Carta (Cagliari), Frate Antonio Santini (Trieste), Ettorina Rubino (Trieste), Massimiliano Brignone (Torino), Danilo Villa (Monza), Maria Grazia Misani (Monza), Stefano Panozzo (Padova - Bruxelles), Tiziana Cimolino (Trieste), Francesca Cimolino (Trieste), Arianna Salan (Verona), Beatrice Pascucci (Cesena), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Liliana Obad (Trieste), Gianfranco Aldrovandi (Guastalla), Paolo Predieri (Brescia), Pier Cesare Bori (Bologna), Giorgio Pellis (Trieste), Marzia Manca (Cagliari), Raffaele Ibba (Cagliari), Pietro Del Zanna (Poggibonsi), Marco Baleani (Gubbio), Paola, Giovanni, Benedetta Baleani (Gubbio), Alessandro Capuzzo (Trieste), Giorgio Pellis (Trieste), Anna Bellini (Ferrara), Claudia Pallottino (Torino), Massimiliano Brignone (Torino), Serena Pulcini (Trieste), Gloria Germani (San Casciano - Firenze), Teresa Piras (Iglesias), Edvino Ugolini (Trieste), Cristina Cometti (Milis - Oristano), Enrico Peyretti (Torino), Peppe Sini (Viterbo), Pasquale Dioguardi (Livorno), Mao Valpiana (Verona), Jolanda Spallitta (Alessandria), Enrico Gabbioneta (Sesto ed Uniti - Cremona), Raffaele Barbiero (Forli' - Cesena), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Anna Bellini (Ferrara), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Tiziana Cimolino (Trieste), Rosaria Totino (Trieste), Antonio Poce (Ferentino - Frosinone), Tiziana Valpiana (Verona), Alessandro Natalini (Perugia), Loretta Viscuso (Verona), Cinzia Picchioni (Torino), Raffaele Ibba (Cagliari), Teresa Gargiulo (Salerno), Liliana Obad (Trieste), Caterina Giustolisi (Firenze), Andrea Ferralasco (Genova), Paolo Predieri (Brescia), Loredana Caletti (Sesto ed Uniti - Cremona), Antonio Santini (Trieste), Luciano Ferluga (Trieste), Tonino Bisceglia (Varazze - Savona), Furio Semerari (Bari), Gabriella Falcicchio (Bari), Gianni D'Elia (Rivalta di Torino), Ettorina Rubino (Trieste), Alessio Di Florio (Casalbordino - Chieti), Andrea Salvoni (Barga - Lucca), Marzia Manca (Cagliari), Samuele Venturi (Castel San Pietro Terme - Bologna), Graziella Prendivoi (Trieste), Luca Dorizzi (Verona), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Anna Bellini (Ferrara), frate Antonio Santini (Trieste), Francesco Spagnolo (Roma), Adriano Moratto (Brescia), Francesco Montanari (provincia Pesaro-Urbino), Aldo Matzeu (Settimo San Pietro - Cagliari), Francesco Comina (Bolzano/Bozen), Pierpaolo Loi (Monserrato - Cagliari), Luca Alberghi (Faenza - Ravenna), Massimiliano Brignone (Barbania - Torino), Claudia Pallottino (Barbania - Torino), Cinzia Picchioni (Torino), Teresa Gargiulo (Castellamare di Stabia - Napoli), Giovanni Mannino (Acireale - Catania), Lorenzo Porta (Firenze), Massimiliano Pilati (Lavis - Trento), Raffaella Mendolia (Mestre - Venezia), Anna Pau (Settimo San Pietro - Cagliari), Saverio Ciarrocchi (San Benedetto del Tronto), Silvana Valpiana (Verona), Elena Buccoliero (Ferrara), Daniele Lugli (Ferrara), Maria Longhi (Vicenza), Saverio Ciarrocchi (San Benedetto del Tronto), Antonio Saulle (Trieste), Marco Iannelli (Roma), Paolo Predieri (Brescia), Franca Maria Bagnoli (Pescara), Antonio Santini (Trieste), Liliana Obad (Trieste), Maddalena Soffi (Verona), Michele Boato (Mestre), Maria Cossu (Mestre), Marzia Manca (Cagliari), Giusi Danelon (Trieste), Anna Bellini (Ferrara), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Anna Bravo (Torino), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Adalgisa Freddi (Marcheno - Brescia), Maurizio Grotta (Verona), Cinzia Picchioni (Torino), Graziella Prendivoi (Trieste), Anna Pau (Settimo San Pietro - Cagliari), Sandro Capuzzo (Trieste), Bruno Salvador (Treviso), Massimiliano Brignone (Barbania - Torino), Raffaele Ibba (Cagliari), Aldo Matzeu (Settimo San Pietro - Cagliari), Ignazio Carta (Cagliari), Maria Elena Sulis (Cagliari), Giovanni Chianchini (Chieti), Adriano Sincovich (Trieste), Daniele Taurino (Fiumicino - Roma), Tiziana Cimolino (Trieste), Pasquale Dioguardi, Rosaria Totino (Trieste), Silvana Valpiana (Verona), Marino Bergagna (Trieste), Francesco Lo Cascio (Palermo), Adriano Moratto (Brescia), Ettorina Rubino (Trieste), Raffaele Ibba (Cagliari), Teresa Gargiulo (Castellamare di Stabia - Napoli), Giovanni Mannino (Acireale - Catania), Paola e Marco Baleani (Gubbio), Marco Iannelli (Roma), Marzia Manca (Cagliari), Aldo Matzeu (Settimo San Pietro - Cagliari), Anna Pau (Settimo San Pietro - Cagliari), Tiziana Cimolino (Trieste), Saverio Ciarrocchi (San Benedetto del Tronto), Giovanni Chianchini (Chieti), Marco Iannelli (Roma), Antonio Santini (Trieste), Serena Pulcini (Trieste), Giovanni Baleani (Gubbio - Pg), Aris Elezeri (Gubbio - Pg), Leone Faccio (Gubbio - Pg), Jyotis Medici (Pietralunga - Pg), Raydas Medici (Pietralunga - Pg), Daniela Medici (Pietralunga - Pg), Manuele Medici (Pietralunga - Pg), Jaimal Preta (Pietralunga - Pg), Maria Cossu (Mestre - Venezia), Michele Boato (Mestre - Venezia), Mirella Mancini (Mestre - Venezia), Pasquale Dioguardi (Livorno), Gianluca D'Andrea (Potenza), Rosaria Totino (Trieste), Oriana Gorinelli (Rivalta di Torino), Serena Lapel (Trieste), Anna Pau (Settimo San Pietro - Cagliari), Tiziana Volta (Brescia), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Adalgisa Freddi (Marcheno - Brescia), Anna Bellini (Ferrara), Elisa Tessarotto (Trieste), Giovanni Commare (Firenze), Igor Kocijancic (Trieste), Claudio Bedussi (Brescia), Rocco Altieri (Pisa), Raffaele Ibba (Cagliari), Teresa Gargiulo (Castellamare di Stabia - Napoli), Giovanni Mannino (Acireale - Catania), Paola e Marco Baleani (Gubbio), Massimiliano Brignone (Barbiana - Torino), Anna Xausa (Zugliano - Vicenza), Giovanni Chianchini (Chieti), Marco Iannelli (Roma), Marzia Manca (Cagliari).

Proseguono: domenica 15 maggio: Gloria Germani (San Casciano - Firenze), Geni Sardo (Trieste); lunedi' 16 maggio; Franca Maria Bagnoli (Pescara), Pasquale Dioguardi (Livorno), Gianluca D'Andrea (Potenza); martedi' 17 maggio: Oriana Gorinelli (Rivalta di Torino); mercoledi' 18 maggio: Franco Perna (Padenghe sul Garda), Giovanni Commare (Firenze), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Adalgisa Freddi (Marcheno - Brescia), Anna Bellini (Ferrara); domenica 22 maggio: Franco Perna (Padenghe sul Garda).

Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi) porteranno avanti il digiuno a staffetta, alternandosi, fino alla fine della guerra; Gianluca D'Andrea e Pasquale Dioguardi digiuneranno tutti i lunedi'; Oriana Gorinelli digiunera' tutti i martedi'; Anna Bellini, Adalgisa Freddi, Marco Palombo e Marco Rizzinelli digiuneranno tutti i mercoledi'; Claudio Bedussi digiunera' tutti i giovedi'; Rocco Altieri, Paola e Marco Baleani, Teresa Gargiulo, Raffaele Ibba e Giovanni Mannino digiuneranno tutti i venerdi'; Marco Iannelli digiunera' tutti i venerdi' e i sabato; Giovanni Cianchini digiunera' tutti i sabato. Alessandro Natalini e Marzia Manca digiuneranno un giorno a settimana.

 

3. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 13 MAGGIO A VITERBO UN INCONTRO DI DENUNCIA E RIFLESSIONE CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL RAZZISMO

 

Venerdi' 13 maggio si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un incontro di denuncia e riflessione contro la guerra e contro il razzismo.

E' stato ancora una volta denunciato come la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan e in Libia violi la Costituzione della Republica Italiana ed i principi fondamentali del diritto internazionale.

Ed e' stato ancora una volta denunciato altresi' come la politica governativa nei confronti dei migranti sia anch'essa in contrasto con la Costituzione italiana, con la legislazione europea e col diritto internazionale.

"E' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi alla guerra e al razzismo, difendere il diritto alla vita di ogni essere umano", ha evidenziato il responsabile della struttura pacifista viterbese. "E per contrastare la guerra e il razzismo, e quindi per difendere la legalita', la democrazia e i diritti umani di tutti gli esseri umani, occorre la scelta nitida e intransigente della nonviolenza. Solo con la scelta teorica e pratica, morale e politica della nonviolenza si puo' difendere la civilta' e la convivenza, si puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe della guerra, della barbarie razzista, della devastazione della biosfera".

Nel corso dell'incontro sono state rievocate ed analizzate alcune delle principali esperienze storiche di lotta nonviolenta contro le dittature e le mafie, contro il militarismo e la guerra e contro la segregazione e la persecuzione razzista.

 

4. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 14 MAGGIO A VITERBO UN INCONTRO DI RIFLESSIONE E FORMAZIONE SULLA GESTIONE NONVIOLENTA DEI CONFLITTI

 

Sabato 14 maggio si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un incontro di riflessione e formazione su "gestione nonviolenta dei conflitti, scelte ecosostenibili, opposizione alla violenza maschilista".

All'incontro hanno preso parte persone gia' da tempo impegnate in varie esperienze di solidarieta' concreta, di difesa dell'ambiente, di opposizione alla violenza in tutti gli ambiti (da quello delle relazioni internazionali a quello delle relazioni interpersonali).

 

5. REPETITA IUVANT. RIFERIMENTI UTILI PER L'INFORMAZIONE SUI REFERENDUM. PER FERMARE IL NUCLEARE E PER L'ACQUA BENE COMUNE

[Riproponiamo la seguente segnalazione]

 

Segnaliamo il sito del Comitato nazionale "Vota si' per fermare il nucleare": www.fermiamoilnucleare.it

Segnaliamo il sito del Comitato referendario "2 si' per l'acqua bene comune": www.referendumacqua.it

Segnaliamo anche il sito del Forum italiano dei movimenti per l'acqua: www.acquabenecomune.org

Quattro si' ai referendum: per la legalita' e la dignita', per la democrazia ed il bene comune, per la biosfera e per l'umanita'.

 

6. RIFLESSIONE. MARIA NADOTTI: DONNE DELLA REPUBBLICA

[Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano riprendiamo il seguente articolo, ivi apparso per gentile concessione della bella rivista "Lo straniero", maggio 2011 (cfr. anche nel sito: www.lostraniero.net).

Maria Nadotti, giornalista, saggista, traduttrice, consulente editoriale, scrive di teatro, cinema, arte e cultura per molte testate italiane e straniere, ed ha promosso varie attivita' culturali e di solidarieta'. Tra le opere di Maria Nadotti: Silenzio = morte. Gli Usa nel tempo dell'Aids, Anabasi, 1994; Nata due volte, il Saggiatore, Milano 1995; Cassandra non abita piu' qui, La Tartaruga, Milano 1996; Sesso & Genere, il Saggiatore, Milano 1996; Scrivere al buio, La Tartaruga, Milano 1998. Con traduzioni, interviste, curatele delle edizioni italiane, ha dato un utilissimo contributo a far conoscere autori ed autrici, opere e tematiche, di fondamentale importanza]

 

Quel che mi appassiona del femminismo e' che non semplifica e non mette davanti a ogni altra cosa il fantasma dell'unita' o - ed e' la stessa cosa - della divisione. Stare insieme, per le donne come per gli uomini, e' difficile e lo e' ancor di piu' quando il mondo in cui abitiamo chiama pace la guerra e progresso le tecnologie che rischiano di sterminarci. Di recente, diciamo dal 2006 in poi, sono nate in Italia alcune sigle che intendono farsi portavoce del "disagio" e dei "disagi" delle donne di casa nostra.

Le chiamo sigle perche' - a differenza del variegato movimento delle donne che dagli anni Settanta non ha mai smesso di sperimentare, inventare, confliggere, produrre pratiche e saperi attraverso un lavoro di gruppo sotterraneo, spesso intermittente, talora invisibile - hanno scelto di dedicarsi alla creazione di eventi straordinari capaci di intercettare le tante realta' femministe vive e vegete nel nostro paese e di solleticare una tantum la voracita' onnivora e smemorata dei nostri media, senza tuttavia mettere limpidamente in discussione gli equilibri di potere e di sistema che caratterizzano la nostra societa'.

La grande manifestazione del 13 febbraio scorso, che ha richiamato nelle piazze italiane circa un milione di persone, e' stata uno di questi eventi. Indetta in nome della dignita' delle donne - offese in egual misura, secondo le organizzatrici, dalla compravendita dei corpi di Ruby & Co., dal sultanato berlusconiano stile Gheddafi pre-Odissea-all'alba e dallo sfruttamento mediatico e pubblicitario del corpo muliebre - ha imposto alla vista quello che tanti e tante non volevano proprio vedere: l'esistenza di un movimento destrutturato e molecolare, capace non solo di riaffiorare tutt'a un tratto, ma anche di non prestarsi a eventuali mire egemoniche o leaderistiche. Una refrattarieta', senza dubbio preziosa, che non esiterei a definire ontologica.

Ragioni di furore (non solo di quel sentimento sostanzialmente passivo che e' l'indignazione) ce ne sono da vendere per ognuna di noi: dall'abominio berlusconiano a quello di una sinistra gelatinosa, pavida e molto attaccata ai propri micropoteri, dallo scollamento tra la realta' e le sue rappresentazioni alla naturalizzata asimmetria strutturale che nega ai cittadini di sesso femminile non solo parita' di diritti e liberta' di ruoli, ma lo stesso habeas corpus, salvaguardia assoluta del diritto alla difesa giuridica e fisica del singolo individuo, che dalle nostre parti dovrebbe essere in vigore almeno dai tempi della Magna Charta Libertatum, Anno Domini 1215.

Attorno a tutti questi temi i lavori femministi in corso sono numerosi e, va da se', contraddittori, spesso di segno e matrice opposti, talora complementari. C'e' chi durante questi anni ha scelto la strada dei diritti civili omologando le donne a altre "minoranze" oppresse; chi la via contabile delle quote e della parita' o uniformazione ai patti tra uomini; chi un fertile confronto con migranti e seconda, terza, quarta generazione di donne ormai pienamente italiane e tuttavia guardate da molti/e come irrimediabilmente straniere; chi ancora ha preferito sondare le cause ultime (o prime?) della tenace sperequazione tra uomini e donne, vedendo nella gelosa difesa del potere maschile e nelle complicita' femminili l'origine di un'impasse che danneggia tutte e tutti, nonche' la terra che insieme popoliamo e altrettanto insieme saccheggiamo.

C'e' nell'inimicizia degli uomini nei confronti delle donne, nella loro persistente indisponibilita' ad ascoltarle o piu' semplicemente nella loro incapacita' di udirle e vederle, un nucleo originario di violenza difficile da estirpare e, paradossalmente, seduttivo/ipnotico per le donne stesse. Difficile anche per noi non confondere desiderio e rapacita', piacere e rapina, amore e possesso. E ancor piu' difficile chiamare con il suo vero nome, sfruttamento, l'uso pubblico e privato della nostra tanto esaltata inclinazione (un vero e proprio diktat biologico) alla cura e alle sue inevitabili flessibilita'.

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Dietro gli appelli e le piattaforme lanciati negli ultimi mesi da sigle quali "Di nuovo" o "Se non ora quando" come non sentire un appiattimento alla dimensione economica e rivendicativa di una materia calda e problematica che implica uomini e donne e l'idea stessa di civilta' e dei suoi modelli correnti? Nei documenti che stanno uscendo dalle loro dirigenze (spesso coincidenti con il funzionariato femminile di partiti, sindacati e accademie) prevale ad esempio una visione del femminile che troppo sbrigativamente inchioda le donne alla funzione materna e riproduttiva: donne che vorrebbero diventare madri, ma non possono perche' rischiano di perdere il posto di lavoro o un'attivita' retribuita non ce l'hanno proprio, che non riescono a pagarsi una casa e dunque a staccarsi dalla famiglia d'origine, che non possono contare sul sostegno dello stato e di servizi adeguati e gratuiti, dagli asili nido alle scuole materne. Nel quadro teorico di queste sigle, maternita', figli, accudimento, responsabilita' del lavoro di riproduzione restano insomma cose da donne. Gli uomini entrano nella cornice come mera controparte cui "chiedere".

Evidentemente a capo di questi gruppi-simbolo ci sono donne che credono nella democrazia rappresentativa e molto meno in quella partecipativa. A loro dire si tratterebbe semplicemente di essere piu' numerose in tutte le istituzioni politiche e civili, dai partiti alle amministrazioni, dal parlamento al governo, e il gioco sarebbe fatto: piu' donne al comando, piu' rispetto per le donne. Come se tutte le donne fossero piu' affidabili di tutti gli uomini. Come se donne che hanno passato la vita a lavorare con fedelta' nelle organizzazioni degli uomini senza discuterne impianto e forme relazionali fossero per natura immuni dalle cattive abitudini che e' impossibile non contrarre ovunque sia in gioco il potere.

Ecco perche' il loro e' un ragionare su un esistente da "migliorare", non da mettere in discussione e scardinare alla base. Ecco perche' si rallegrano quando si accorgono che tutte le piu' recenti e avanzate analisi sociologiche individuano nell'emancipazione delle donne il principale fattore di civilta', sviluppo economico, progresso sociale e culturale oggi a disposizione. L'analisi dei demografi francesi Emmanuel Todd e Youssef Courbage che nel loro ultimo libro, L'incontro delle civilta' (Isbn, 2009), anticipano e spiegano i recenti moti popolari nei paesi del Nordafrica alla luce di tre fattori "morbidi" - diminuzione del tasso di fertilita', aumento dei livelli di alfabetizzazione di uomini e donne, erosione dell'endogamia - non sarebbe per esempio che la conferma del ruolo emancipatorio e civilizzatore delle donne, soggetti privilegiati di tale pacifica rivoluzione dei costumi.

Si tratterebbe insomma di lasciar fare al capitale, che avrebbe in se' la miracolosa capacita' di rigenerarsi sfruttando le nuove o vecchie competenze di gruppi sociali in altre epoche disfunzionali al mercato del lavoro, ma anche di emarginare fasce di lavoro salariato non sufficientemente flessibili, mobili, adattabili alle sue nuove esigenze.

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Un ragionamento analogo si potrebbe fare a proposito della posizione assunta dalle medesime sigle sul tema dell'uso e abuso iconografico del corpo femminile. La pubblicita' e qualunque medium abbia come fine l'induzione a desiderare o persuasione a consumare ricorrono fatalmente a rappresentazioni capaci di incoraggiare, produrre e riprodurre all'infinito tali sentimenti e atteggiamenti. Poiche' in occidente il corpo femminile e' considerato da parecchi secoli il rappresentante universale del desiderio e della sua strutturale insaziabilita', e' quantomeno ovvio che annunci e manifesti pubblicitari e propagandistici (commissionati o prodotti da chiunque abbia da piazzare qualcosa sul mercato, non esclusi partiti, sindacati, editoria, stampa...) lo mettano - in forma più o meno metaforica e/o metonimica - al centro di ogni comunicazione commerciale o campagna di lancio.

I nudi femminili (sui sempre piu' numerosi seminudi maschili bisognera' prima o poi ragionare senza cadere nell'ingenua tentazione della par condicio o delle quote azzurre suggerite - mi auguro con qualche ironia - da Roberto Casati sul domenicale del "Sole 24 Ore" del 13 marzo scorso) fanno vendere, forano lo schermo, bucano il cielo delle nostre citta', stuzzicano, invitano, a modo loro ci ricordano la nostra umanita' facendoci sognare quel che non avremo e non saremo mai.

Immagini sessiste? Senz'altro. Il problema, pero', e' che si rivolgono molto spesso proprio a noi, alle consumatrici, bisbigliando al nostro orecchio: "Ecco come ti vorrebbe" e, al contempo, "Ecco come ti vorresti". Una sorta di loop narcisistico, che in un paese dalle ideologie forti e tuttavia smagliate come l'Italia sarebbe imprudente credere di poter spezzare con la censura o un talebanico divieto a rappresentare il corpo femminile o il corpo tout court.

Difficile, nonostante la buona volonta' dimostrata di recente dalla ministra per le Pari opportunita' Mara Carfagna (sua la dichiarazione che "la pubblicita' spesso contrasta con i principi di eguaglianza": o bella, e perche' mai dovrebbe?), distinguere tra spot che ledono la dignita' femminile insistendo su luoghi comuni che la vogliono sempre e gia' in posizione di servizio (solo sessuale?) e spot discreti, rispettosi, educativi. Problematico, nel nostro paese, immaginare che il selvaggio mercato neoliberista si autodisciplini o si lasci disciplinare da un codice riguardoso nei confronti del "valore donna". Forse ci sentirebbe solo se consumatori e consumatrici smettessero di consumare le merci pubblicizzate in modo sessista (e perche' non anche razzista e classista? Peccato che siano quelle che piu' colpiscono l'immaginazione, alla lettera ci si incollano, e fanno vendere). Prima pero' bisognerebbe mettersi d'accordo su cosa offende chi e perche'. Dovremmo sentirci meno turbate - per citare un articolo apparso a pag. 27 del "Corriere della Sera" del 23 marzo scorso - se le donne smettessero di friggere cotolette in deshabille' e le ragazze di bere aperitivi in bikini o se l'acaro gigante che entra in casa chiedesse del capofamiglia invece che della massaia? Insomma oltre a denunciare e chiedere protezione, non e' arrivato il momento di dire come ci vediamo noi e come vorremmo vederci rappresentate, magari interrogandoci anche su quel sublime inganno che e' ogni atto di persuasione al consumo?

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Chi ne avesse voglia, provi a fare il seguente esperimento: prenda un annuncio pubblicitario qualsiasi, scegliendolo tra quelli che con "correttezza politica" non imbandiscono il corpo femminile e neppure quello maschile, e lo guardi bene. Qui di seguito ve ne propongo uno descrivendovi l'immagine e le brevi frasi che l'accompagnano. Riguarda la telefonia mobile, strumento di liberazione e di prigionia, di sfondamento delle pareti domestiche e di loro inarrestabile moltiplicazione. L'originale cartaceo - marca Siemens - svaria dal rosa carnicino al rosso carne macellata. Al centro della pagina, incorniciato da una sorta di ellissi orizzontale, campeggia un grazioso cellulare color mucosa e argento. La luce lo lambisce soave e implacabile, esaltandone la turgida parte da "sfiorare". Lo slogan sottostante e': "La forma del desiderio". In basso a destra ecco lo stesso cellulare, miniaturizzato, visto di scorcio e in pieno autosfioramento, accompagnato da una frase un tantino piu' esplicita: "Nuovo SL55. Senza il tuo tocco e' niente". E, a fondo pagina, un autorevole "Be inspired", rivolto senza distinzione di sesso a chiunque ami indulgere in telefonici onanismi.

Come la mettiamo? Segnaliamo anche questa pubblicita' alla commissione di vigilanza? Boicottiamo la Siemens? Facciamo finta di non vedere?

E, per finire, vi propongo un altro e piu' insidioso giochetto di svelamento. Tante volte, all'occhio del potenziale censore, le pubblicita' possono risultare del tutto inoffensive e magari - a parte la loro funzione di esche per la consumatrice - lo sono davvero. Tra loro e noi, tuttavia, c'e' un'altra scherzosa figura professionale, quella dell'impaginatore, che talora si diletta a "posizionarle" con effetti di contiguita', contrasto, ridondanza, piuttosto curiosi. Vediamone una, che preferisco supporre frutto di una scelta consapevolmente maliziosa che di un inconscio spaventosamente allo sbaraglio.

"La Repubblica", giovedì 7 ottobre 2004, pagina 19. In alto, su due colonne, la consueta vignetta di Bucchi: cinque figure sdraiate al suolo, raggomitolate in posizione fetale, lungo la piattaforma di una stazione della metropolitana. Su una campeggia la scritta "Io sono rifugiato politico", sulla successiva un laconico "Io economico". Nella parte inferiore della pagina, su tre colonne, l'immagine fotografica di una sensuale modella targata Dolce&Gabbana, raggomitolata a terra esattamente nella stessa posizione delle precedenti. Impossibile non chiedersi: "E lei?".

Per un giornale-partito tutto savianerie, intercettazioni piccanti, elenchi di domande inevase all'attuale primo ministro, rincorsa di girotondi/palasport/sigle in movimento, una gran bella anticipazione davvero!

 

7. PROFILI. GABRIELLA BERNARDI: SOPHIE BRAHE

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa).

Dal medesimo sito riprendiamo la seguente scheda sull'autrice: "Gabriella Bernardi, nata a Torino il 14 agosto 1971. Laurea in Fisica conseguita a Torino nel 1999. Master in Comunicazione scientifica conseguito nel 2003. Borsista presso l'Osservatorio Astronomico di Pino Torinese per il programma archiviazione e digitalizzazione lastre fotografiche ed osservativo; collaboratrice delle riviste di divulgazione astronomica "Nuovo Orione" e "Le Stelle"; collaboratrice per l'inserto "Tutto Scienze e Tecnologia" de "La Stampa"; collaboratrice della rivista del Comune di Torino "Informagiovani"; collaboratrice del sito internet www.torinoscienza.it"]

 

Sophie Brahe fu considerata una delle donne piu' erudite della sua epoca. Autodidatta e sorella del celebre astronomo Tycho, gli fece da assistente nell'isola di Hven presso il suo personale osservatorio astronomico. Forse fu molto piu' di una semplice collaboratrice, infatti elaborarono assieme il modello che prese il nome di Ticonico. Si sposo' due volte ed i suoi svariati interessi spaziarono dall'orticultura alla medicina, dall'alchimia alla storia.

Provenendo da famiglia benestante ricevette un'educazione privata, com'era d'uso all'epoca, ed adeguata al suo rango. Studio' il tedesco ed il latino, ma gran parte degli interessi intellettuali che sviluppo' furono legati a quelli del fratello maggiore Tycho, il quale, dopo gli studi di diritto e filosofia presso le Universita' di Copenaghen e di Lipsia, avrebbe dovuto seguire la carriera diplomatica, ma invece si dedico' completamente allo studio degli astri, una delle discipline che li accomunera'. Il destino inizio' a favorire Sophie durante il ritorno dall'estero del fratello, a causa dell'aggravarsi delle condizioni di salute del padre. Questo evento le permise, all'eta' di dieci anni, di studiare da sola sui libri che il fratello porto' a casa. Si rivelo' quasi un enfant prodige e questo non passo' inosservato a Tycho che, accortosi della sua naturale predisposizione per le discipline scientifiche e della sua crescente curiosita', decise di educarla personalmente, fatto estremamente significativo, considerando il suo pessimo carattere irascibile e collerico, talora anche privo di scrupoli, che non lo faceva benvolere ne' dalla servitu', ne' dai suoi assistenti. Tycho trovo' in Sophie una donna con la quale condividere il suo amore per le scienze naturali; questa situazione puo' ricordare un'altra celebre coppia di fratelli astronomi del XVIII secolo, quella formata da Carolina e William Herschel, anche se i motivi che spinsero quest'ultima ad intraprendere gli studi astronomici furono ben diversi.

All'eta' di quattordici anni Sophie e' gia' assistente di Tycho a Kunstorp durante l'osservazione dell'eclisse lunare avvenuta l'8 dicembre del 1573, che avevano calcolato assieme in precedenza; ma cruciale fu l'anno precedente e precisamente la sera dell'11 novembre del 1572, quando comparve in cielo, nella costellazione di Cassiopea, una nuova stella. La studiarono tramite un sestante, con bracci molto lunghi, utilizzato per effettuare misure di posizione dello strano fenomeno celeste che rimase visibile per 18 mesi, in seguito venne descritto nella prima opera con il solo nome di Tycho, De nova stella (La stella nuova). L'evento astronomico che aveva attratto l'attenzione dei Brahe, non era altro che una "nova" ovvero una stella che aumenta la propria luminosita' in modo violento. Questo avvenimento spettacolare e misterioso non s'inseriva nel modello planetario tolemaico, fatto di stelle fisse ed immutabili. I fratelli astronomi non furono seguaci del modello copernicano, ma per giustificare un cosi' strano fenomeno che non s'inseriva piu' nei cieli immutabili degli antichi, ipotizzarono un modello di universo in parte geocentrico ed in parte eliocentrico, in cui sostanzialmente il Sole e la Luna ruotavano attorno alla Terra e gli altri cinque pianeti: Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno ruotavano attorno al Sole. Questo sistema prese il nome di Ticonico, ed e' triste constatare che non ci sia dato sapere quanto il contributo di Sophie, che Tycho era solito definire Urania, sua musa ispiratrice, influenzo' questo nuovo modello. Il fratello amava definirsi piu' un ingegnere che un astronomo, per via della strumentazione astronomica che perfezionava o che costruiva, con la quale effettuavano precisissime (per l'epoca) misure. Anche se il modello Ticonico era un ibrido tra il modello eliocentrico e quello geocentrico, con debolezze teoriche, non ebbe molta fortuna nella cerchia degli specialisti, ma esso ha il pregio che in questa visione le orbite dei diversi corpi celesti s'intersecano, rendendo necessaria la perdita del carattere materiale delle sfere impenetrabili, che si era affermata con l'interpretazione medievale del modello tolemaico.

Sophie compilo' l'albero genealogico della sua casata ed un'opera di 900 pagine manoscritte sulle famiglie nobili della Scandinavia (quest'ultimo libro e' conservato presso la biblioteca dell'Universita' di Lund).

Bibliografia: John Robert Christianson, On Tychos island: Tycho Brahe and his assistants, 1570-1601, Cambridge university press; Sara Sesti, Liliana Moro, Donne di scienza, Centro Pristem - Eleusi Universita' Bocconi; Margaret Alic, L'eredita' di Ipazia, Editori Riuniti; Margaret Wertheim, I pantaloni di Pitagora, Instar Libri.

Dissero di lei: Il filosofo e fisico Pierre Gassendi, nello scrivere la biografia di Tycho Brahe, afferma che la sorella Sophie era dotata di eccezionali conoscenze in matematica ed astronomia. Nel 1594 Tycho scrisse il suo grande poema latino "Urania Titani" sotto forma di lettere da Urania, impersonificata da Sophie, a Titano, rappresentato da Erik (il futuro marito).

 

8. PROFILI. MARIA ROSARIA LASIO: ELIZABETH BISHOP

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa).

Dal medesimo sito riprendiamo la seguente scheda sull'autrice: "Maria Rosaria Lasio nasce a Serramanna (Ca) il 19 ottobre 1955. Da tempo si occupa di scrittura poetica sia come autrice che come "lettrice". Negli anni '88-91 e' stata redattrice della rivista di poesia "Erbafoglio" di Cagliari, per la quale ha promosso e curato vari eventi culturali. Fa parte di un'associazione di donne, "Il limite", che ha tra i suoi fini la promozione della cultura e del pensiero delle donne. Finalista al Premio nazionale di poesia "Donna e scrittura" 1993/94 di Civitanova Marche con la silloge inedita L'Amore alle radici e alla IV ed. (1999-2000) del Premio "Anna Borra"; un suo testo e' stato selezionato e inserito nell'antologia Ti bacio in bocca edita da Lietocolle. Altri scritti sono apparsi su: La conservazione dell'oggetto poetico (Laboratorio delle Arti, Milano 1993), Ortobene, Salpare, La grotta della vipera, Il Foglio del Paese delle donne, Verso, Hortus, Adrenalina et verba (Poeti del Premio nazionale "Anna Borra", IV ed., 1999-2000, Fermenti ed.), L'Almanacco del Ramo d'oro (Trieste 2004). Attualmente e' titolare di una libreria, "Sofia la libreria", nei cui spazi organizza presentazioni di libri e incontri con gli autori. Opere: Isola, raccolta di poesie, Bastogi, 1991; La donna senza testa, silloge poetica, Prospektiva, 2001, E' presente nelle antologie: Comunicare per cambiare, Sassari 1990; Poesia Non Poesia Antipoesia del '900, Bastogi 1992; La conservazione dell'oggetto poetico, Laboratorio delle Arti, 1993; "Erbafoglio", nn. 12, 15, 16; Adrenalina et verba, Fermenti, 2001; Ti bacio in bocca, Lietocolle 2005. Bibliografia: recensioni sulla sua poesia in: Poesia Non Poesia Antipoesia del '900, di Vittoriano Esposito, Bastogi 1992; La conservazione dell'oggetto poetico, Laboratorio delle Arti, 1993; "Erbafoglio", nn. 12, 15, 16; Adrenalina et verba, Fermenti, 2001".

Su Elizabeth Bishop fcfr. anche "Nonviolenza. Femminile plurale", n. 58]

 

Elizabeth Bishop nasce l'8 febbraio 1911 a Worcester nel Massachusetts da genitori di origine canadese. Ha un'infanzia triste, segnata dalla morte del padre quando aveva solo otto mesi e, a seguito dell'inattesa vedovanza, dalla pazzia della madre che dal 1916 diventa irreversibile.

Allevata dai nonni a Great Villane in Canada, studia in privato, poi dal 1930 al '34 frequenta il Vassar College di New York, dove si lega a Marianne Moore e ha per compagna Mary Mc Carthy. Fa frequenti viaggi in Europa e Nord Africa. Nel 1945 incontra il poeta Robert Lowell che sara' l'amico di tutta una vita. Nel 1951 si reca per la prima volta in Brasile, dove abitera' sino al 1965 insieme all'amica Lota de Macero Soares, un'urbanista brasiliana, che in quell'anno a New York si suicida. Dal 1969 la Bishop e' Poet-in- Residence a Harvard.

Poco conosciuta anche perche' poco tradotta in Italia, Elisabeth Bishop e' una delle poete piu' interessanti della poesia americana del Novecento. Qualche suo testo, nella pregevole traduzione di Bianca Tarozzi, appare in Italia nel 1996 nell'antologia L'altro sguardo edita da Mondatori a cura di Davide Davico Bonino e Paola Mastrocola. Nel gennaio 2006 esce invece per Adelphi, nella collana Biblioteca Adelphi, una raccolta quasi completa dei suoi testi col titolo Miracolo a colazione.

Estranea ad ogni movimento letterario, Elisabeth Bishop inizia la sua attivita' poetica nel 1946 con North and South (Nord e Sud).

Nel 1955 pubblica A cold spring (Una fredda primavera); nel 1956 Poems (Poesie), nel 1965 Questions of travel (Interrogativi di viaggio), nel 1967 Selected Poems (Poesie scelte), nel 1968 The Ballad of the Burglar of Babylon (La Ballata del ladro di Babilonia), nel 1969 The Complete Poems (Tutte le poesie), nel 1976 Geography III (Geografia III).

Muore a Boston il 6 ottobre 1979.

Opere: North and South, 1946; A cold spring (Una fredda primavera), 1955; Poems (Poesie), 1956; Questions of travel (Interrogativi di viaggio), 1965; Selected Poems (Poesie scelte), 1967; The Ballad of the Burglar of Babylon (La Ballata del ladro di Babilonia), 1968; The Complete Poems (Tutte le poesie), 1969; Geography III (Geografia III), 1976.

 

9. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Nadine Gordimer, Beethoven era per un sedicesimo nero, Feltrinelli, Milano 2008, 2010, pp. 190.

- Nadine Gordimer, Il bacio di un soldato, La Tartaruga, Milano 1983, pp. 168

- Nadine Gordimer, Il conservatore, Feltrinelli, Milano 2009, pp. 272.

- Nadine Gordimer, Il mondo tardoborghese, Feltrinelli, Milano 1989, pp. 120.

- Nadine Gordimer, L'aggancio, Feltrinelli, Milano 2002, 2003, pp. 272.

- Nadine Gordimer, Luglio, Rizzoli, Milano 1984, Feltrinelli, Milano 1991, pp. 184.

- Nadine Gordimer, Nessuno al mio fianco, Feltrinelli, Milano 1994, 1999, pp. 264.

- Nadine Gordimer, Occasione d'amore, Feltrinelli, Milano 1984, 1999, pp. 288.

- Nadine Gordimer, Storia di mio figlio, Feltrinelli, Milano 1991, 1996, pp. 248.

- Nadine Gordimer, Un mondo di stranieri, Feltrinelli, Milano 1961, 1990, pp. 336.

- Nadine Gordimer, Un ospite d'onore, Feltrinelli, Milano 1985, 2001, pp. 494.

- Nadine Gordimer, Vivere nell'interregno, Feltrinelli, Milano 1990, pp. 240.

*

Riedizioni

- Marie-Louise von Franz, Sguardo dal sogno, Raffaello Cortina Editore, Milano 1989, Fabbri - Rcs Libri, Milano 2007, 2011, pp. XII + 192, euro 9,90.

- Cinzia Manco (a cura di), Canaletto, Skira-Rcs, Milano 2033, 2011, pp. 192, euro 6,90 (in supplemento al "Coriere della sera").

- Joaquin Navarro, Dall'altra parte dello specchio. Le simmetrie in matematica, Mondo matematico - Rba Italia, Milano 2011, pp. 160, s.i.p. (ma euro 9,99).

 

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

12. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 556 del 15 maggio 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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