Nonviolenza. Femminile plurale. 341



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 341 del 10 maggio 2011

 

In questo numero:

1. Opporsi alla guerra e al razzismo con la forza della nonviolenza

2. Riferimenti utili per l'informazione sui referendum. Per fermare il nucleare e per l'acqua bene comune

3. Francesca Addabbo: Hoda Barakat

4. Allegra Alacevich: Louisa May Alcott

5. Allegra Alacevich: Costanza Alfieri D'Azeglio

6. Allegra Alacevich: Margarita Iosifovna Aliger

7. Allegra Alacevich: Isabel Allende

8. Allegra Alacevich: Alicia Alonso

9. Allegra Alacevich: Maria Pellegrina Amoretti

10. Allegra Alacevich: Ellen Anderson Gholson Glasgow

11. Allegra Alacevich: Serafina Angiolini

12. Barbara Gabotto: Maria Teresa Agnesi

13. Barbara Gabotto: Grazyna Bacewics

14. Loredana Massa: Mary Astell

15. Sania Sharawi Lanfranchi: Nadia Younes

16. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento

 

1. EDITORIALE. OPPORSI ALLA GUERRA E AL RAZZISMO CON LA FORZA DELLA NONVIOLENZA

 

Di stragi consiste la guerra, di stragi di esseri umani.

Di persecuzioni consiste il razzismo, di persecuzioni di esseri umani.

E' diritto e dovere di ogni essere umano opporsi alle stragi e alle persecuzioni.

E' diritto e dovere di ogni essere umano opporsi alla guerra e al razzismo.

Solo la scelta della nonviolenza riconosce e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Solo la forza della nonviolenza si oppone in modo adeguato e coerente alla violenza nemica dell'umanita'.

 

2. REPETITA IUVANT. RIFERIMENTI UTILI PER L'INFORMAZIONE SUI REFERENDUM. PER FERMARE IL NUCLEARE E PER L'ACQUA BENE COMUNE

 

Segnaliamo il sito del Comitato nazionale "Vota si' per fermare il nucleare": www.fermiamoilnucleare.it

Segnaliamo il sito del Comitato referendario "2 si' per l'acqua bene comune": www.referendumacqua.it

Segnaliamo anche il sito del Forum italiano dei movimenti per l'acqua: www.acquabenecomune.org

Quattro si' ai referendum: per la legalita' e la dignita', per la democrazia ed il bene comune, per la biosfera e per l'umanita'.

 

3. PROFILI. FRANCESCA ADDABBO: HODA BARAKAT

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa).

Dal medesimo sito riprendiamo la seguente scheda sull'autrice: "Francesca Addabbo, nata il 5 marzo 1975, ha conseguito una laurea in Lingue e Letterature Straniere ottenuta il 26 giugno 1998, presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli con una tesi sperimentale sulla letteratura siriana contemporanea. Attualmente segue un corso di dottorato di ricerca in "Studi sul Vicino Oriente e sul Maghreb" presso l'I.U.O. (Napoli) conducendo uno studio su un'opera dello Shaykh Rifa'ah Rafi' al-Tahtawi. Convegni: partecipazione al convegno annuale di SeSaMO (Societa' per gli studi sul Medio Oriente) dal titolo "Le eredita' del XX secolo", Taormina, 14-16 settembre 2000; partecipazione al V Seminario Interdisciplinare dell'archivio delle Donne (Istituto Universitario Orientale) "Studi di genere: problemi dell'identita'", Napoli, 7 dicembre 2000; partecipazione al convegno annuale di SeSaMO (Societa' per gli studi sul Medio Oriente) dal titolo "Migrazioni: uomini, idee, tecnologie in Medio Oriente", Napoli, 29 novembre - primo dicembre 2001. Attivita' didattiche all'estero: insegnamento della lingua italiana a parlanti arabo in Libia. Corso d'italiano trimestrale tenuto presso il Consolato Generale d'Italia a Benghasi. Periodo: 17 gennaio - 11 aprile 2001. Incarichi universitari: nomina a "Cultore della Materia" presso l'Istituto Universitario Orientale. Oltre ad aver viaggiato, per motivi di studio, in alcuni paesi arabi (Siria, Egitto, Tunisia, Libia), qualche anno fa ha seguito con grande piacere un corso di perfezionamento post-laurea ("Genere e memoria") in "Studi sulle donne: storia, linguistica, letteratura e arte" presso l'Istituto Orientale di Napoli e questo non ha fatto altro che incrementare la sua passione per la scrittura al femminile. Opere di Francesca Addabbo: Un mondo assetato di liberta': la scrittura di Walid Ikhlasi, in "Atti del Convegno convegno annuale di SeSaMO dal titolo "Le eredita' del XX secolo" (Taormina, 14-16 settembre 2000); Emarginazione, censura e fuga: letteratura saudita al femminile, in "Meridione Sud e Nord nel mondo" (Edita dalla Esi di Napoli), Napoli 2003; Rifa'ah Rafi' al-Tahtawi (1801-1873), traduttore e primo mediatore culturale tra Egitto e Occidente, in "Il traduttore nuovo", Anno LI, gennaio 2002, Volume LVI, Periodico semestrale d'informazione per i soci dell'Aiti (Associazione Italiana Traduttori e Interpreti, membro della Federation Internationale des Traducteurs Fit aderente all'Unesco). Traduzioni: Le lettere, traduzione di un racconto di Walid Ikhlasi, inserito in una antologia di racconti arabi "Silenzi, storie dal mondo arabo", Avagliano Editore, Salerno 1999; Un autista modello, traduzione di un racconto di Sharifah Ibrahim al-Shamlan inserito in un'antologia di racconti arabi "Rose d'Arabia, Racconti di scrittrici dell'Arabia Saudita", edizioni e/o, Roma 2001; Il Paradiso Perduto, traduzione del romanzo di Layla al-Guhni (in corso di stampa). Ha inoltre collaborato all'opera di aggiornamento di alcune voci del Dizionario Bompiani delle opere e dei personaggi, 2002"]

 

Hoda Barakat, nata nel 1952 in un villaggio di montagna del nord del Libano, e' una scrittrice di religione cristiano-maronita. Ha studiato a Beirut e si e' laureata in letteratura araba poco prima dello scoppio della guerra civile nel 1975. Durante il corso degli studi ha partecipato attivamente, all'interno di gruppi marxisti, al dibattito politico che ha animato la capitale all'inizio degli anni Settanta. E' rimasta nel paese, abitando a Beirut ovest (la zona musulmana della citta'), quasi per tutta la durata della guerra, fino al 1989, quando si e' trasferita a Parigi, dove vive e lavora come giornalista. Il suo romanzo Hagiar al-Dahak (La pietra del riso) ha ricevuto il premio letterario "al-Naqid", ed e' stato tradotto in inglese e in francese. Un altro suo romanzo dal titolo Ahl al-hawa' (Malati d'amore) e' stato tradotto in italiano.

Opere: Za'irat (Visitatrici), raccolta di racconti brevi del 1985; Hagiar al-dahak (La pietra del riso), Londra 1990 (traduz. inglese: The Stone of Laughter, Garnet 1995; traduz. francese: La pierre du rire, Actes sud 1996), romanzo; Ahl al hawa' (Malati d'amore), Beirut 1993 (traduz. italiana: Malati d'amore, Jouvence 1997).

Bibliografia: Intervista a Hoda Barakat a cura di I. Camera d'Afflitto in "Linea d'ombra", giugno 1996, p. 6; "Le monde" del 14 giugno 1996.

 

4. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: LOUISA MAY ALCOTT

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa).

Dal medesimo sito riprendiamo per stralci la seguente scheda sull'autrice: Allegra Alacevich, nata a Torino nel 1976, laureata in Lettere Moderne con indirizzo storico-artistico; collaboratrice del "Notiziario regionale WWF Piemonte" con articoli storico-letterari dal 1995 al 1997, collaboratrice della rivista "D&R" del Cirsde (Centro interdipartimentale di storia e cultura delle donne), del mensile "Cuneo Provincia Granda", oltre che, saltuariamente, di altre testate. Borsista presso la Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' di Torino fino al 30 settembre 2001 per svolgere una ricerca su figure femminili settecentesche. Ha effettuato traduzioni dall'italiano all'inglese e dall'inglese, francese e spagnolo all'italiano per la casa editrice Get di Torino. Collaboratrice redazionale (videocorrezione, ricerca dati in Internet, aggiornamento di voci enciclopediche) e autrice per conto della Utet (redazione del Grande Dizionario Enciclopedico). Redattrice, per News Italia Press, del notiziario quotidiano "Nip". Collaboratrice di questo sito e dei siti "Donne in viaggio", "Liberodiscrivere", "I fogli nel cassetto", "Net Poets Society", "Bookcafe'", "Orizzonti", la "Rivista letteraria di via Oberdan" e ricercatrice per un progetto artistico partecipante a Big Torino 2002. La tesi di laurea e' presente su internet, sul sito: tesionline.corriere.it... Tra le pubblicazioni di Allegra Alacevich: Marina Abramovic, un'artista testimone della guerra dei Balcani, in AA.VV., Storia al presente, Kosovo 1999, Torino, Trauben edizioni, 2000, pp. 59-69; Una cheraschese illustre: Benedetta Clotilde Lunelli Spinola, Cherasco (Cn), Edizioni Cheraschesi, 2001; La vita di un'importante donna piemontese, in "Cuneo provincia granda", II, 2001; Benedetta Clotilde Lunelli Spinola: un'intellettuale eclettica, in L'alterita' della parola, Torino, Theleme, 2002; La scuola: davvero cosi' in crisi? La parola a un'esperta, intervista a Paola Di Cori, in "Donne in viaggio", n. 22, anno 2002 (4 ottobre 2002); Elegye borghiniane, in "Stracciafoglio" anno II, numero II (n. 4), II semestre 2001; Artiste di corte, in "Leggere Donna", anno XXII (n. 118), nuova serie n. 100, novembre-dicembre 2002, pp. 37-40; A pranzo con Babette, Torino, Il leone verde, 2003; 8 mm. di gusto, in P. Berruti (a cura di), Arte in tavola, Firenze, Polistampa, 2003; Vivant Denon, Lettres a' Isabella Teotocchi, 1788-1816, "Franco-Italica", n. 1, anno 2003, pp. 348-351; Babette, la cucina come arte, in "La Civetta", anno VIII, n. 5, ottobre/novembre 2003, p. 2; Le quattro innominate del Conte Reviglio, Atti del Convegno Sil, Venezia 2002, Padova, Il Poligrafo, 2003; L'innominata Aurora Sanseverino Gaetani, Atti del Convegno "L'Arcadia e l'Accademia degli innominati di Bra", Bra (Cn), 2004; Racconta una bambina, in AA.VV., I racconti, Premio Serravalle 2003, Bibbiena (Ar), Pubblicazione a cura dell'Amministrazione Comunale di Bibbiena, 2003; Artiste di corte da Vittorio Amedeo II a Carlo Emanuele III, Torino, Theleme, 2004; diverse voci riguardanti personaggi femminili in "Enciclopedia di Torino", Torino, Il Capricorno edizioni, 2004; La voce "Lunelli Spinola Benedetta Clotilde" per il volume relativo alla lettera "L" del Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Treccani, 2004]

 

Louisa May Alcott, scrittrice, figlia di Amos Bronson Alcott, filosofo e pedagogista statunitense, nasce il 29 novembre (Germantown, Pennsylvania, 1832 - Boston 1888). Dopo i precoci esordi, dalla sua esperienza infermieristica durante la guerra ricavo' il materiale per una raccolta di saggi (o meglio resoconti narrati in prima persona: Hospital Sketches, Scene di ospedale, 1863) che ebbe discreta fortuna. Il successo arrivo' con Little Women (1868; Piccole donne, Milano 1941). Tale libro - originariamente diviso in due parti, "Little Women" e "Good Wives" (la prima terminava con il capitolo: "Aunt March Settles the Question.") - e' un classico della letteratura giovanile che narra la quotidianita' di quattro giovinette durante la Guerra civile; quest'opera non e' che uno degli elementi del trittico composto anche dai meno conosciuti Little Men e Jo's Boys. Pur conformandosi al tipico carattere didascalico ed edificante piccolo-borghese, e' anche un prodotto abilmente congegnato per assecondare i gusti del pubblico ed e' una interessante espressione di quella ideologia dell'ottimismo, dell'individualismo e della self-reliance del trascendentalismo americano. Meno apprezzato fu Work: A Story of Experience (Lavoro: storia di un'esperienza, 1873), che riprende il tema dell'importanza del lavoro per l'emancipazione femminile, gia' presente in Piccole donne. May Alcott descrisse anche la propria esperienza divertente e sottilmente amara in una comune (Transcendental Wild Oats) e redasse numerosi altri libri, articoli riguardanti le persone famose che conosceva e la sua vita, poesie, scritte soprattutto per se' e per la propria famiglia, e storie (Flower Fables).

Opere: A Christmas Song, Boston, Horace B. Fuller, 1867; Clover-Blossom, Boston, George W. Briggs, 1854; Despondency, Boston, Roberts Brothers, 1889; Fairy Song,  Boston, George W. Briggs, 1854; The Flower's Lesson, Boston, Crosby, Nichols, & Co., 1854; The Lay of the Golden Goose, Concord, Massachusetts, Orchard House, 1887; My Little Kingdom, Boston, Roberts Brothers, 1889; To Anna, Boston  Roberts Brothers, 1889; To Mother, Boston, Roberts Brothers, 1889; Softly doth the sun descend, Boston, Roberts Brothers, 1889; The stormy winter's come at last, Boston, Roberts Brothers, 1889; Eight Cousins, Boston, Roberts Brothers, 1874; Hospital Sketches, pubblicato a puntate dal 22 al 26 maggio 1863 in "The Boston Commonwealth"; Little Men, Boston, Roberts Brothers, 1871; Little Women, Part First, Meg, Jo, Beth, and Amy, Boston, Roberts Brothers, 1868; Little Women, Part Second, Good Wives, Boston, Roberts Brothers, 1869.

Bibliografia: AA. VV., Nova, Gran dizionario enciclopedico, Torino, Utet, 2001; Emy Beseghi, Louisa, scrittrice "pedagoga" e un po' noir, in "Liber", n. 13 (1991), pp. 37-39; Daniela Daniele, Padri tutori e donne di marmo nel ciclo "faustiano" di Louisa May Alcott, in "Inchiesta letteratura", n. 122, anno XXVIII, ottobre-dicembre 1998.

Il sito ufficiale, in cui si possono anche trovare i links per rintracciare gli scritti online dell'autrice: www.alcottweb.com/

Altri siti interessanti: www.ibiblio.org/cheryb/women/LouisaM-Alcott.html, www.louisamayalcott.org/, www.tetranet.net/users/stolbert/alcott/lma_bio.html

 

5. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: COSTANZA ALFIERI D'AZEGLIO

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Costanza Alfieri D'Azeglio, figlia del marchese Carlo Emanuele Alfieri e di Carlotta Melania Duchi, nasce a Torino il 27 gennaio 1793. La perdita della madre, la rigidita' paterna, la severa educazione e la responsabilizzazione nei confronti dei doveri domestici, segnarono Costanza. Sposa nel 1814 al marchese Roberto Tapparelli d'Azeglio, fratello del ben piu' noto Massimo, dette alla luce due figli: Melania nel 1814 e Vittorio Emanuele nel 1816. Pur intervallata da qualche viaggio (a Milano, in Inghilterra e nelle valli valdesi) la vita dei marchesi d'Azeglio fu appartata e dedita alla politica (Costanza animava un piccolo salotto di intellettuali sito in Palazzo d'Azeglio a a Torino in via Principe Amedeo). Antimonarchici, furono costretti a lasciare Torino nel 1821 per trasferirsi prima nella Savoia, poi in Svizzera e a Parigi ed infine tornare nella propria citta' natale nel 1826, dove si occuparono, tra le altre cose, di gestire le scuole da loro stessi fondate. Oltre alla corrispondenza piu' o meno occasionale con amici e conoscenti, Costanza ne intrattenne alcune molto regolari con il figlio, il padre e il fratello. Al primo di essi e' indirizzato il carteggio piu' ricco: 611 lunghe lettere scritte fra 1829 e 1862; agli altri due familiari sono dedicate rispettivamente 70 e 30 lettere. Costanza comincia a scrivere lettere da bambina, ma solo da donna esse assumono la profondita' e la completezza propria delle missive atte alla documentazione di eventi. In particolar modo cio' e' visibile nell'epistolario relativo a Vittorio Emanuele d'Azeglio, che faceva riferimento alle missive materne per la propria carriera diplomatica, svolta lontano da Torino. La narrazione del Risorgimento della "epistoliere" fu apprezzata fin dalla pubblicazione di una scelta delle lettere materne da parte del diplomatico, nel 1884.

Opere: Costanza Alfieri d'Azeglio, Souvenirs historiques, Torino, Bocca, 1884.

Bibliografia: Daniela Maldini Chiarito (a cura di), Lettere al figlio, Roma, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, 1996; Daniela Maldini Chiarito (a cura di), Dolce dono graditissimo, Milano, Franco Angeli, 2000; AA.VV., L'alterita' nella parola, Torino, Theleme, 2002.

Siti: www.url.it/donnestoria/testi/trame/cdazeglio.htm, www.ciaonordovest.it/ingita/vis_luogo.asp?ID=149, cisi.unito.it/.../Scienze_Le/Docenti/Pagineper/MariaLuis/ricaldone_pubblicazioni.doc_cvt.htm

 

6. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: MARGARITA IOSIFOVNA ALIGER

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Margarita Iosifovna Aliger, poetessa russa (Odessa  1915-1992). Di origine ebraica, esordi' nel 1938; nel 1942 scrisse il poema Zoja, in memoria di una giovane partigiana alla quale e' dedicato anche il dramma Skazka o pravde (La favola della verita', 1945). Aliger dimostra una vena romantica, non sempre controllata. Tra le sue ultime raccolte: Etvert' veka (Un quarto di secolo, 1981).

Opere: Iz zapisnoi knizhki 1946-1956, Moskva, Sovetskii pisatel, 1957; Sinii chas novye stikhi, Moskva, Sovetskii pisatel, 1970.

Bibliografia: AA.VV.,Nova, Gran dizionario enciclopedico, Utet, Torino, 2001; AA.VV., Three Russian poets: Margarita Aliger, Yunna Moritz, Bella Akhmadulina, in The Modern Encyclopedia of East Slavic, Baltic, and Eurasian Literatures, Vol. 1, Peter Rollberg, Manchester, Carcanet, 1979.

Per informazioni bibliografiche: www.bibliothek.uniregensburg.de/rvko_neu/mytree.phtml?nt_s=KK+3071

 

7. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: ISABEL ALLENDE

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Isabel Allende, scrittrice cilena (Lima, Peru',  1942). Nipote del presidente Salvador Allende, fu costretta all'esilio dopo l'avvento della dittatura di Pinochet; da allora non ha fatto piu' ritorno in patria, stabilendosi in Venezuela e infine negli Stati Uniti. Nel suo primo romanzo, La casa de los espiritus (1982; La casa degli spiriti, 1984), che ebbe immediato e ampio successo, l'autrice tratta, nelle vicende della famiglia Trueba, mezzo secolo di storia cilena, con atmosfere e toni tipici del realismo magico ispanoamericano. Ricordiamo, tra i successivi libri: Eva Luna (1987; 1988), Cuentos de Eva Luna (1990; Eva luna racconta,1990), e l'autobiografico Paula (1994; 1995), dedicato alla prematura morte della figlia. Di minor successo: De amor y de ombra (1984; D'amore e ombra, 1985), o El plan infinito (1992; Il piano infinito, 1994), romanzo ambientato per la prima  volta fuori del continente andino. Particolarissimo libro di ricette piccanti e spiritose condite con le spezie dell'ironia e' Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci (1998), mentre l'autrice inneggia alla liberta' femminile ne La figlia della fortuna (1999).

Opere: La casa degli spiriti, Feltrinelli, Milano, 1987; D'amore e ombra, Feltrinelli, Milano, 1988; Eva luna, Feltrinelli, Milano, 1989; Eva luna racconta, Feltrinelli, Milano, 1990; Il piano infinito, Feltrinelli, Milano, 1992; Paula, Feltrinelli, Milano, 1995; Ritratto in seppia, Feltrinelli, Milano, 2001.

Si veda il sito ufficiale: www.isabelallende.com

Altri siti interessanti: www.cc.emory.edu/ENGLISH/Bahri/Allende.html, www.mojones.com/mother_jones/SO94/allende.html, collaboratory.nunet.net/goals2000/Eddy/Allende/Author.html

 

8. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: ALICIA ALONSO

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Alicia Alonso, ballerina e direttrice di compagnia (L'Avana 1921). Dopo gli studi in patria con Vilzak-Schollar e a New York presso l'American Ballet e con la Volkova, e a Londra, ha debuttato a Broadway con diversi musicals con il Ballet Theatre (1940) e il Ballet Caravan; di entrambi divenne prima ballerina (1943). Nel 1948 ha fondato il Ballet de Cuba, di cui fu prima ballerina, che nel 1959 divento' il Balletto Nazionale della sua terra natale. Esso unisce i pregi della scuola russa e della scuola americana e comprende un istituto, fucina di magnifici talenti, allestito con l'appoggio di Fidel Castro; in pochi anni e' diventato di notorieta' mondiale anche grazie alla promozione di un festival internazionale di ballo.

Interprete di tecnica brillantissima e di grandi doti espressive, Alonso ha danzato brani di Tudor, Balanchine, Agnes De Mille, ma il suo nome resta legato al personaggio di Giselle, balletto che ha allestito, nella propria versione, anche all'Opera di Parigi.

Bibliografia: AA.VV., Nova, Gran dizionario enciclopedico, Torino, Utet, 2001; Horst Koegler, Dizionario Gremese della danza e del balletto, Gremese; Martin Arnold, Alicia Alonso: first lady of the ballet, Library Binding, 1993.

Curiosita': Videocassetta di "Giselle" interpretata da Alicia Alonso, direttore Enrique Barnet, 1965.

Siti su Alicia Alonso: www.raisatzoom.com/emma/zoom.phtml?ns=12, www.delteatro.it/hdoc/dizhome.html

Bellissime fotografie sono visibili su: www.buccafusca.com/table.html

 

9. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: MARIA PELLEGRINA AMORETTI

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Maria Pellegrina Amoretti, nata il primo gennaio 1756 ad Oneglia (Im), a 15 anni discuteva di filosofia e fisica in latino e greco. Trovo' notevole difficolta' a laurearsi in legge a causa del suo sesso (fu infatti la prima dottoressa d'ambito giuridico nel mondo). Alla fine ottenne il riconoscimento legale al suo dottorato presso l'universita' di Pavia il 25 giugno 1777, dopo aver vista respinta la sua richiesta di sostenere la discussione delle tesi a Torino. Raggiunse il massimo della preparazione, studiando giurisprudenza privatamente sui libri del fratello maggiore Carlo (Oneglia 1741 - Milano 1816), frate agostiniano e poligrafo attivissimo, che insegno' teologia a Parma e a Milano. In tale cittadina lombarda Maria Pellegrina si reco' dopo la laurea, accolta con mille onori dalla duchessa Beatrice che le dono', tra le altre cose, una scatola d'oro e brillanti. Tornata in patria si dedico' alla cura della famiglia e ivi mori' il 15 ottobre 1787. A cura del cugino Carlo fu pubblicato postumo il suo unico scritto, sorta di manuale sui diritti e doveri delle donne; a lei Parini dedico' l'ode La Laurea (1777).

Opere: De jure dotium apud Romanos, Milano, Galeazzi, 1788.

Bibliografia: Giovanna Visintini, La prima donna giurista in Italia, in "Materiali per uno studio della cultura giuridica", Bologna, Il Mulino, XXVIII, n. 2, dicembre 1998; Francesco Paolo Casavola, Maria Pellegrina Amoretti, in "Materiali per uno studio della cultura giuridica", Bologna, Il Mulino, XXVIII, n. 2, dicembre 1998; Franco Arato, Parini, Beccaria..., in "Materiali per uno studio della cultura giuridica", Bologna, Il Mulino, XXVIII, n. 2, dicembre 1998.

Siti: www.interlex.it/segnal/imperia.htm, www.url.it/donnestoria/scuola/salotti/intellettuali.htm, www.cronologia.it/storia/a1972i.htm

Curiosita': Ad Imperia e' stato fondato un Centro Studi Giuridici chiamato "Maria Pellegrina Amoretti".

 

10. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: ELLEN ANDERSON GHOLSON GLASGOW

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Ellen Anderson Gholson Glasgow, nata a Richmond, in Virginia, il 22 aprile 1873, pubblico' il suo primo romanzo, The Descendant, nel 1897, a 24 anni. Con questo scritto l'autrice inauguro' una carriera letteraria di quasi 45  anni, comprendente venti romanzi, una raccolta di poemi, una di racconti e un saggio di letteratura. La sua autobiografia, A Woman Within, fu pubblicata postuma nel 1954.

Nata in una famiglia aristocratica, si ribello' ben presto allo stereotipo femminile della propria classe sociale. Fu educata in casa e dedico' le proprie letture soprattutto alla filosofia, alla politica, all'antropologia e alla letteratura europea. Glasgow scrisse sette romanzi molto apprezzati. The Deliverance (1904), il migliore dei primi, offre una trattazione dei conflitti di classe dopo la Guerra Civile. Nella trilogia femminile, Virginia (1913), Life and Gabriella (1916), e Barren Ground (1925), Glasgow assegna ad ognuna delle eroine virginiane un fato determinato dalla societa' patriarcale vigente e dipinge donne che combattono contro il destino che e' imposto loro. Raccolte di novelle sono invece The Romantic Comedians (1926), They Stooped to Folly (1929) e The Sheltered Life (1932). Scrittrice popolare, Glasgow vinse il Pulitzer Prize nel 1942 per il suo ultimo romanzo pubblicato: In This Our Life. Mori' d'infarto a Richmond il 21 novembre 1945.

Opere: The Voice of the People, 1900; The Battle-Ground, 1902; The Deliverance, 1904; The Romance of a Plain Man, 1909; The Miller of Old Church, 1911; Virginia, 1913; Life and Gabriella, 1916; Barren Ground, 1925; The Romantic Comedians, 1926; They Stooped to Folly, 1929; The Sheltered Life, 1932; The Vein of Iron, 1935; In This Our Life, 1941; The Woman Within, 1954, autobiografia postuma.

Bibliografia: C. Hugh Holman, Three Modes of Southern Fiction: Ellen Glasgow, William Faulkner, Thomas Wolfe, Minneapolis, University of Minnesota, 1966; Julius Rowan Raper, From the Sunken Garden. The Fiction of Ellen Glasgow, 1916-1945, Minneapolis, University of Minnesota, 1980; AA. VV., Encyclopedia of Southern Culture, Richmond, North Carolina Press,1989.

Molti scritti di Glasgow sono presenti on-line: http://docsouth.unc.edu/glasgowbattle/menu.html

 

11. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: SERAFINA ANGIOLINI

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Serafina Angiolini, valentissima disegnatrice e ricamatrice, dal 1761 al 1763 badessa del monastero dell'Annunziata in Piacenza, che arricchi' di quasi tutti i tesori che dovevano tentare la voracita' di Napoleone.

Opere: Decorazioni del Monastero dell'Annunziata di Piacenza.

Bibliografia; Gino Sabazio, Artisti Agostiniani d'Italia, Genova, Ed. L'italica, 1938; S. L. Astengo, Gli Agostiniani in Piacenza, Piacenza, Tipografia Piacentina, 1924.

Siti: web.tiscali.it/ghirardacci/sabazio/sabazio.htm

 

12. PROFILI. BARBARA GABOTTO: MARIA TERESA AGNESI

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa).

Su Barbara Gabotto dal sito www.milanocosa.it riprendiamo la seguente notizia biografica essenziale: "Nata a Pisa, ha vissuto in molte citta' italiane, tra nord e sud; attualmente risiede a Milano, dove svolge professionalmente l'attivita' di fotografa, grafica e illustratrice, per l'editoria, l'industria e la pubblicita'. Parallelamente si occupa di musica, pittura e scrittura prevalentemente poetica. Per il teatro ha sempre alternato recitazione e canto; fu tra i costituenti di un gruppo itinerante di teatro e musica, che si occupava anche della rivalutazione della musica popolare internazionale, col quale effettuo' numerose tournee in Italia ed Europa e la registrazione di alcuni lp di musica di impegno sociale. Come pittrice ha esposto, dagli anni '80, in mostre personali e collettive; recentemente ha realizzato sequenze pittoriche ispirate a testi poetici (taluni pubblicati, in plaquette con CD, da Pulcino Elefante). Sue poesie sono apparse su antologie, riviste culturali (cartacee e telematiche), quotidiani; opera anche nel campo della sperimentazione per il web con ipertesti multimediali, presenti nel sito Poemus (www.poemus.it) che cura assieme a Giacomo Guidetti. Da circa quindici anni canta un repertorio di poesie musicate, e recita, talvolta su partiture musicali, in performance di poesia. E' membro di diverse associazioni e cooperative culturali ed e' impegnata sul piano politico-sindacale nel Sindacato Nazionale Scrittori"]

 

Maria Teresa Agnesi, clavicembalista, cantante e librettista italiana; era sorella di Maria Gaetana (1718-1799), celebre matematica. Studio' musica e dette i suoi primi concerti in casa, finche' Charles de Brosses non la ascolto', nel 1739,  restando fortemente  impressionato dalle sue esecuzioni di Rameau e dalle sue composizioni.

Il suo primo lavoro teatrale, Il restauro d'Arcadia,  fu con successo rappresentato nel teatro ducale di Milano nel 1747. Dedico' molte arie e brani strumentali ai sovrani di Sassonia e Austria; l'imperatrice Maria Teresa fece eseguire frequentemente molti brani a lei dedicati. Per la sua seconda opera, Ciro in Armenia, scrisse anche il libretto. Nel 1766 fu ingaggiata a Milano per comporre brani in onore di Beatrice d'Este e dell'arciduca Ferdinando.

Un suo ritratto si trova al museo de La Scala.

Opere: Il restauro d'Arcadia; Ciro in Armenia.

Bibliografia: Enrico Magni Dufflocq, Storia della musica, Societa' Editrice Libraria, Milano 1933; Id., La musica contemporanea, Societa' Editrice Libraria. Milano 1937; F. G. Fetis, Biographie universelle des Musiciens et Bibliographie generale de la musique, Paris 1866-1870; H. H. Stuckenschmidt, La musica moderna, Einaudi, Torino 1960; AA. VV., La nuova enciclopedia della musica, Garzanti, Milano 1983.

 

13. PROFILI. BARBARA GABOTTO: GRAZYNA BACEWICS

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Grazyna Bacewics, compositrice e violinista polacca, studio' a Varsavia e a Parigi con Nadia Boulanger. Affermatasi dapprima come concertista, insegno' poi composizione al Conservatorio di Varsavia. La sua musica, di impostazione neoclassica, contiene frequenti riferimenti di ispirazione popolare.

Bibliografia: Enrico Magni Dufflocq, Storia della musica, Societa' Editrice Libraria. Milano 1933; Id.,La musica contemporanea, Societa' Editrice Libraria, Milano 1937; F.G. Fetis, Biographie universelle des Musiciens et Bibliographie generale de la musique, Paris 1866-1870; H. H. Stuckenschmidt, La musica moderna, Einaudi, Torino 1960; AA.VV., La nuova enciclopedia della musica, Garzanti, Milano 1983.

 

14. PROFILI. LOREDANA MASSA: MARY ASTELL

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]

 

Mary Astell (1668-1731).

Dopo anni di contestazioni, e dopo qualche frettolosa sistemazione critica, la figura di Mary Astell e' oggi meritatamente rivalutata tra le fondatrici del pensiero femminista dell'epoca moderna, e a giusto titolo riconosciuta la prima, vera woman philosopher, autentica mente del movimento delle donne.

Nasce il 12 novembre 1668 a Newcastle-on-Tyne, in una famiglia della classe mercantile; non si hanno notizie circa la sua infanzia e la sua formazione, ma e' nota la straordinaria mole di letture che accumula negli anni giovanili; apprezza Spenser, Milton, Cowley e medita su Bacone e Cartesio.

Nell'ottobre 1684, in seguito alla morte dei genitori e a ristrettezze economiche, Mary si trasferisce a Londra, stabilendosi a Chelsea, probabilmente insieme a Lady Catherine Jones. Grazie all'amicizia di questa influente dama, la giovane prende parte alle riunioni di un circolo di dotte signore vicine alla corte e dedite alla causa femminista. Dopo essersi appassionata sia alle loro accese discussioni teoriche sia alle loro battaglie, Mary pubblica nel 1694 presso l'editore Richard Wilkin il suo primo saggio, A Serious Proposal To The Ladies For the Advancement of their True and greatest Interest, dedicato all'amica Lady Mary Wortley Montagu. Da questo lavoro si avvia un'incessante riflessione sul destino, le potenzialita' e le prospettive della donna; un'indagine a cui la Astell dedichera' gli scritti e l'impegno di tutta la sua vita (non si sposo' mai).

Partendo dal riconoscimento della liberta' individuale ("If all men are born free, how is it that all women are born slaves?"), l'oggetto del Proposal e' soprattutto il problema della condizione sociale femminile di subordinazione all'autorita' maschile e delle "opzioni di carriera", limitate, nell'Inghilterra protestante tardo-seicentesca, a madre e a suora, ma comunque relegate nell'ignoranza. A cio' si aggiunge, infatti, il problema dell'educazione, sommaria e considerata inutile o persino pericolosa per una donna. Per far fronte al bagaglio secolare di convinzioni erronee sulla women literacy e contro le consuetudini del costume, la proposta di base e' di costituire un organo istituzionale che permettesse alle donne un libero accesso all'apprendimento, agli studi ufficiali e all'insegnamento, creando un women's monastery, una sorta di collegi o comunita' protestanti atte ad ospitare a tempo indeterminato ogni donna che, rifiutando il matrimonio, volesse coltivare se stessa e il proprio potenziale intellettuale, dato che "Women are from their very Infancy debarr'd those advantages [of education] with the want of which they are afterwards reproached, and nursed up in those vices with which will hereafter be upbraided them".

Anima i suoi scritti la convinzione - espressa attraverso una limpida argomentazione logica e una salace vena d'ironia - che le capacita' intellettuali femminili, dono divino, siano occultate per ragioni di comodo dal sistema dei codici sociali e comportamentali e rese oggetto di un sottile gioco di ricatti da parte dell'autorita' maschile: tacciate di presunta incapacita' mentale, di fragili equilibri psichici, le donne sono escluse dall'istruzione, dalla letteratura e dalla vita pubblica; nello stesso tempo, tuttavia, la societa' (maschile) ne deride l'ignoranza a conferma dell'inferiorita' intellettuale e a giustificazione della loro posizione di escluse. I condizionamenti socio-culturali risultano, di conseguenza, determinanti nel destino di una donna al punto da plasmarne il comportamento e da soffocarne le naturali inclinazioni. In gran anticipo sui tempi, la Astell arriva a raccomandare alle donne con aspirazioni letterarie o politiche di evitare il matrimonio, almeno prima dei diciotto anni, per sviluppare il proprio potenziale; da queste contestatissime - e modernissime - opinioni si avvia il lungo cammino dell'emancipazione femminile. Il progetto di una comunita' di donne colte, tuttavia, non vede per il momento realizzazione per motivi finanziari, e Mary consacrera' altrove la sua vocazione di educatrice.

Nel 1695, con una dedica alla sua mecenate Lady Catherine, escono le Letters Concerning the Love of God, che comprendono anche la sua corrispondenza con John Norris. Lo scambio di idee con Norris, principale divulgatore dell'opera di Malebranche in Inghilterra, risulta determinante per comprendere a pieno la notevole evoluzione del pensiero filosofico di Mary; pur accogliendo diversi punti della dottrina malebranchiana (la centralita' di Dio come causa immediata delle sensazioni e come unico oggetto dell'amore degli uomini), ne rigettera' il fondo di occasionalismo.

Nel 1697, pubblica la seconda parte del Serious Proposal To The Ladies dove si propone di fornire alle donne le istruzioni e gli strumenti per abituarsi a pensare secondo la logica, abbracciando una forma di saggio razionalismo di stampo cartesiano.

Ispirandosi alle infelici vicende matrimoniali della sua amica, la Duchessa di Mazarine, scrive e pubblica nel 1700 Some Reflections upon Marriage Occasioned by the Duke and Duchess of Mazarine's Case, aspra condanna dei matrimoni di convenienza e accusa allo sregolato arrivismo maschile, nonche' monito alle donne affinche' possano far valere il proprio pensiero razionale e le proprie decisioni. Senza inneggiare alla ribellione o alle recriminazioni, l'analisi del matrimonio e' volta al mero miglioramento dello stato della donna e si sviluppa in prospettiva integralmente femminile esaminando tutti i nodi cruciali: lo squilibrio tra poteri maschili e femminili, la difficolta' del trovare un potenziale marito adatto, i trucchi e le trappole dei matrimoni combinati, e gli eventuali metodi per scongiurarli, il concetto di rispetto reciproco come fondamento di ogni unione.

Nei primi anni del Settecento, l'attenzione della Astell si sposta poi alla speculazione filosofico-religiosa e all'attivismo politico, con una serie di saggi. Risponde a Defoe nel A Fair Way with the Dissenters and their Patrons; esprime il disaccordo con Shaftesbury nel Bart'lemy Fair or an Enquiry after Wit, per difendere poi la politica royalist con il saggio An Impartial Enquiry into the Cause of Rebellion and Civil War in this Kingdom, e la chiesa anglicana in Moderation truly Stated.

Nel 1705, a completamento del proprio percorso intellettuale e della sua carriera di scrittrice, redige un lungo trattato teorico sulla sua formazione religiosa ed educazione, The Christian Religion As Profess'd by a Daughter of the Church of England, dove rielabora anche i punti-cardine del pensiero di Malebranche e dove si appella all'autorita' reale, affinche' la regina sostenga l'educazione femminile. La concretizzazione pratica delle sue idee, e del vecchio disegno del women's monastery, si realizza tra il 1712 e il 1720 a Londra, quando apri', con l'aiuto delle amiche Lady Catherine Jones, Lady Elizabeth Hastings e Lady Ann Coventry, una charity school per ragazze in difficolta', scuola che rimarra' attiva fino alla fine dell'Ottocento.

Autrice riconosciuta, Mary Astell morira' di cancro il 9 maggio 1731 e dal 1931 le sue spoglie riposano presso la chiesa di Chelsea a Londra.

Opere: A Serious Proposal to the Ladies (parte I), Londra, Richard Wilkin (1694); Discourse and Letters concerning the Love of God, Londra, Richard Wilkin (1695); A Serious Proposal to the Ladies (parte II), Londra, Richard Wilkin (1697); Reflections upon Marriage, Occasion'd by the Duke and Duchess of Mazarine's Case; which is also consider'd, Londra, Richard Wilkin, 1700; Moderation Truly Stated: Or a Review of a Late Pamphlet entitl'd Moderation a Vertue with a Prefatory Discourse to Dr. D'Avenant concerning his late Essays on Peace and War, Londra, Wilkin, 1704; A Fair Way with the Dissenters and their Patrons, Londra, Wilkin,1704; An Impartial Enquiry into the Causes of Rebellion and Civil War in this Kingdom, Londra, Wilkin,  1704; The Christian Religion as Profess'd by a Daughter of the Church of England, Londra, Wilkin, 1705; Bartelmy Fair or an Enquiry after Wit in which due Respect is had to a Letter concerning Enthusiasm, Londra, Wilkin, 1709.

Bibliografia: M. Ferguson, First Feminists: British Women Writers 1578-1799, Bloomington, Indiana, Indiana University Press, 1985; J. Kinnaird, "Mary Astell and the Conservative Contribution of English Feminism" in "Journal of British Studies", XIX, 1 (autunno 1979), pp. 53-75; S. F. Matthews Grieco, Mary Astell, l'educatrice femminista, in G. Calvi (a cura di), La storia al femminile. L'eta' barocca, Laterza, Bari, 1992; A. Pacchi, Cartesio in Inghilterra, Laterza, Bari, 1973; R. Perry, Celebrated Mary Astell - An Early English Feminist, Chicago, Chicago University Press, 1996; P. Springborg (Ed.), Mary Astell: Political Writings, Cambridge Texts in the History of Political Thought, Cambridge, C.U.P., 1996; K. Squadrito, "Mary Astell's Critique of Locke's View of Thinking Matter" in "Journal of the History of Philosophy", XXV, 3 (luglio 1987).

 

15. PROFILI. SANIA SHARAWI LANFRANCHI: NADIA YOUNES

[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it

Sania Sharawi Lanfranchi, "nipote di Huda Shaarawi, sta per pubblicare presso una casa editrice inglese una biografia a lei dedicata (Casting Off the Veil. The Life of Huda Shaarawi, Egypt's First Feminist, Londra, I. B. Tauris, ottobre 2011). Ha tradotto racconti di Naguib Mahfouz e di Yussif Idriss dall'arabo all'inglese, e dall'italiano all'inglese un saggio di Mauro Mancia, In the Gaze of Narcissus"]

 

Nadia Younes (Il Cairo 1946 - Bagdad 2003).

Nadia Younes nasce al Cairo il 13 giugno 1946 in una famiglia molto agiata e potente. Alla scuola inglese di Heliopolis e' una bambina tranquilla e serena, vi consegue il diploma liceale. Alla facolta' di letteratura inglese dell'universita' del Cairo Nadia si laurea nel 1966 e riesce a recarsi a New York, dove inizia una carriera vertiginosa. Mentre Doria Shafik teme l'effetto paralizzante e corruttore della burocrazia in Egitto, Nadia decide di cavalcare la tigre della piu' gigantesca burocrazia del mondo, quella dell'Onu, dopo aver ottenuto nel 1973 un Masters in Scienze politiche e Relazioni internazionali all'Universita' di New York.

Viene assunta dal Dipartimento dell'informazione pubblica dell'Onu. Nadia parla inglese, francese e arabo e viene promossa, nel 1987, al posto di Portavoce del Presidente dell'Assemblea Generale. In seguito e' Assistente del Portavoce di Javier Perez de Cuellar, dal 1988 al 1993. Nelle conferenze stampa, Nadia utilizza la tribuna come un palcoscenico. Voleva dare glamour all'Onu, utilizzando la propria persona. Occhi scintillanti, pelle abbronzata, capelli folti e neri, la bocca di un rosso identico a quello delle unghie, e le mani eleganti per tenere alto il microfono con fascino: non sbaglia una parola. Introduce nella conferenza stampa una trasparenza, precisione, eloquenza, eleganza che corrispondeva a quello che significava per lei "rappresentare il mondo". E dopo, irriverente, ammiccava: "La vie est dure sans confiture, darling...". Quindi passava ad altro, con passi lunghi e lenti, felini malgrado la piccola statura, rimboccandosi le maniche.

Aristocratico esperto di diplomazia, De Cuellar amava la letteratura e possedeva diverse lingue e cosi' anche Nadia. Lavorare con De Cuellar e' per lei un'opportunita' eccezionale di apprendimento, quando viaggio' insieme a lui in Iraq nel 1988, per le trattative di pace che conclusero la guerra Iraq-Iran nonche' nel 1990 dopo l'invasione del Kuwait. La conoscenza della lingua araba fu preziosa nel corso della prima missione e le forze Onu ottennero allora il Premio Nobel per la pace, nel 1989. La professionalita' e la grande abilita' della Younes furono riconosciute dal Segretario generale. La sua schietta originalita', la voce rauca, il riso irresistibile, il senso dell'umorismo, il rigore professionale, avevano fatto di lei una leggenda all'interno dell'Onu. "Get a grip", ripigliati, era la sua risposta a chi si lamentava, percio' la chiamavano la donna di ferro dell'Onu.

Nel 1992, dopo i due mandati di de Cuellar, Nadia decise di allontanarsi dalla sede dell'Onu e fu trasferita all'Ufficio di Roma. Non parlava l'italiano, ma aveva deciso di impararlo. Grazie alla sua fiducia nel prossimo, coopero' subito con la sua collaboratrice italiana, Daniela Salvati, la quale le traduceva le notizie importanti, mentre lei scriveva i rapporti finali in inglese. Il lavoro era pesante ma Nadia si era innamorata dell'Italia. Abitava con il suo gatto Coco in un attico in via Gregoriana, dove andavano spesso a trovarla amici e familiari. Nei pochi momenti liberi, si godeva il suo meraviglioso terrazzino, l'aria, la gente e tutta Roma. Si era affezionata ai colleghi ed era benvoluta. Impegnatissima, come sempre, non si risparmiava sul lavoro. Non rifiutava gli scambi e aveva accettato persino l'invito di una scuola media di Prato in occasione di una giornata dell'Onu. C'era andata di persona, parlando in italiano coi ragazzi, per insegnare loro l'importanza della comunicazione nel lavoro internazionale.

Nel 1997, il Segretario generale dell'Onu Kofi Annan richiamo' Nadia a New York, come Direttore del protocollo per organizzare il Vertice per il Millennio che durava tre giorni interi, nel corso dei quali si aggirava, brillante, in mezzo ai capi di 160 stati, da coltissima padrona di casa. Una volta pero' introdusse il Presidente del Burkina Faso al Segretario generale come Presidente del Burundi, e se ne rese subito conto. Uscendo dall'ufficio di Annan disse, vergognosa ma piegata in due dal ridere: "Vi rendete contro di quello che ho appena fatto?!". Annan, per fortuna, conosceva personalmente i capi africani ed aveva gia' rimediato alla gaffe. Ha detto di lei, in un discorso commemorativo: "Il suo senso dell'umorismo era sicuramente cairota... era quasi il prototipo della donna egiziana moderna e ne combinava le multiple identita' insieme all'identita' internazionale, con cui ricopriva tutte le altre senza sforzo, fiera, a suo agio. Queste sue varie identita' non entravano mai in conflitto". Era una vera egiziana, scherzosa, divertita, innamorata della vita - un tratto genetico confermato dai bassorilievi dei Faraoni, centrati sul trasferimento nell'aldila' di tutti i beni della vita. Diceva che non si deve rimanere seri solo perche' una cosa e' importante. Lei ed i suoi familiari si scattavano fotografie da musical americani, ridenti, divertiti.

Nadia accetto' senza remore di partire con l'Unmik in Kossovo, in quanto portavoce del Rappresentante personale del Segretario generale, Bernard Kouchner. Questa missione fu per lei una presa di coscienza dell'importanza del lavoro umanitario e quindi non si risparmiava, nonostante due polmoniti. Le notizie erano complesse e lei andava di persona alle conferenze stampa per assicurare una trasparenza perfetta. Kouchner aveva attorno a se' Sergio Vieira de Mello, Jean Selim Kanaan, ed altri amici che avevano acquisito un posto speciale nella sua vita, il migliore antidoto allo spettacolo quotidiano di follia sanguinaria. Girando spavaldamente giorno e notte a Pristina o a Mitrovica in cerca di informazioni, Nadia ascoltava in macchina "Nessun dorma" cantata da Pavarotti. Le guardie la chiamavano Zulu 5 nel codice radio. Adoravano la sua umanita'. Avendo delegato un suo assistente, Francois Charlier, a Mitrovica, mentre lei partecipava ad una conferenza stampa a Pristina, Nadia gli aveva telefonato tanto spesso da infastidirlo, per rassicurarsi. Era sbocciata come un fiore, felice e fiera di aver partecipato alla ricostruzione del paese.

Dopo il Kossovo, Nadia fu nominata Direttore esecutivo della sede dell'Oms a Ginevra. Il Direttore generale era Gro Harlem Bruntland, gia' Primo ministro della Norvegia, che insegnava un approccio alla sanita', come all'agricoltura o all'alimentazione, strettamente legato alla globalizzazione, la pace universale essendo indispensabile in questo villaggio globale. Il lavoro era pesante - si trattava, ad esempio, di armonizzare il gigantesco Codex Alimentarius condiviso dall'Oms con la Fao, come di trovare soluzioni globali all'aviaria.

Quando le fu chiesto nel 2003 di diventare l'assistente del Rappresentante personale del Segretario generale, Sergio Vieira de Mello, in Iraq, non se la senti' di rifiutare. Daniela Salvati, la collaboratrice di Nadia a Roma, ha spiegato la decisione di Nadia come segue al cronista del "Corriere della sera": "Una donna indomita... Le ho chiesto se non aveva paura di partire per l'Iraq e lei mi ha detto che certo, aveva paura, ma il fatto di essere dell'Onu, l'orgoglio di lavorare per un organismo al di sopra delle parti, era una specie di scudo invisibile... Non pensate a un'invasata che pensa all'Onu 24 ore su 24. Una donna colta, al momento single, amante della campagna toscana, la Provenza, l'arte contemporanea newyorkese... avrebbe potuto dire no alla missione. Ma una donna che sa l'arabo doveva andare a Baghdad. Era molto importante per lei, questo fattore femminile: dare un segnale di forza alle donne irachene. Quando parlava dell'Iraq le brillavano gli occhi. C'era stata con De Cuellar. Ma si ricordava anche che Baghdad, prima di Saddam, era un faro nel Medioriente" (Michele Farina, "Corriere della Sera", 21 agosto 2003").

Dopo anni di guerra e di sanzioni, Baghdad era caotica, priva d'infrastrutture, di sanita', di sicurezza. Il museo era stato distrutto, e migliaia di oggetti e di manoscritti dell'antica Mesopotamia spariti. Miliardi di dollari erano spariti. I mercenari americani erano odiati. Le malattie si diffondevano ad una velocita' incontrollabile, mancavano acqua, viveri e fondi.

Nonostante i progressi che i funzionari dell'Onu riuscirono spesso a promuovere per migliorare la vita della popolazione civile, si sentivano abbandonati, soffocati, quasi dimenticati da New York. Dopo un attacco all'ambasciata della Giordania, il presidente iracheno Ahmed Chalabi ammoniva che si prevedevano atti di terrorismo, ma De Mello rifiuto' le guardie americane perche' i rapporti Onu-Iraq erano buoni. Era sicuro di essere benvoluto, come i suoi collaboratori, dagli iracheni. Inoltre, "l'Onu era stato in Iraq dodici anni senza mai essere attaccata" (Lorenzo Cremonesi, "Corriere della Sera", 21 agosto 2003).

Il 19 agosto 2003 al Canal Hotel, sede dell'Onu a Bagdad, si tenevano una riunione per il futuro del Programma Oil for Food e un'altra sull'eliminazione delle mine, proprio nell'ufficio di Sergio Vieira de Mello. Un camion betoniera giallo, pieno di esplosivi, si schianto' d'improvviso contro il muro sotto l'ufficio di de Mello, esplodendo e facendo crollare due piani fino a terra. Nadia si trovava in questa riunione, poi sotto le macerie. Morta sul colpo, insieme ai suoi amici. L'atto di terrorismo venne attribuito ad al Qaeda.

Era appena stata richiamata a New York per diventare Assistente del Segretario generale per l'Assemblea Generale. A un collega di Pristina che le aveva mandato un telegramma di auguri, lei aveva pero' risposto: "Qui... e' tutto indefinito. Dobbiamo capire come assistere gli iracheni e al tempo stesso cooperare con la Coalizione". Esprimeva ai suoi familiari le sue paure. Non vedeva l'ora di tornare alla sua casa di Beekman Place, al fiume Hudson, al comodo e panoramico ufficio al 38simo piano del Palazzo di vetro, alla casa di Provenza, da lei battezzata "Mas Zag" (Mazag in Arabo significa piacere), e soprattuto ai suoi famigliari. Era scoraggiata, terrorizzata dall'inferno circostante. "Non sopporto piU' di stare qui", diceva, "mi sento impotente, inutile. L'Onu non esiste per gli americani".

Siti: Malak Fouad, nipote di Nadia Younes, gestisce un sito web pieno di informazioni e fotografie.

 

16. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Giova ripetere le cose che e' giusto fare.

Tra le cose sicuramente ragionevoli e buone che una persona onesta che paga le tasse in Italia puo' fare, c'e' la scelta di destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento.

"Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli". Cosi' recita la "carta programmatica" del movimento fondato da Aldo Capitini.

Sostenere il Movimento Nonviolento e' un modo semplice e chiaro, esplicito e netto, per opporsi alla guerra e al razzismo, per opporsi alle stragi e alle persecuzioni.

Per destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' sufficiente apporre la propria firma nell'apposito spazio del modulo per la dichiarazione dei redditi e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione: 93100500235.

Per contattare il Movimento Nonviolento, per saperne di piu' e contribuire ad esso anche in altri modi (ad esempio aderendovi): via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 341 del 10 maggio 2011

 

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