Telegrammi. 546



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 546 del 5 maggio 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Franca Ongaro Basaglia: Un insegnamento di Primo Levi

2. Di oggi, di noi

3. Cronache dal bivacco dei manipoli

4. Mao Valpiana: Guerra a termine

5. Maria G. Di Rienzo: Hai notato?

6. Mao Valpiana: Quarantesimo giorno di digiuno nonviolento collettivo a staffetta per opporsi alla guerra e al nucleare

7. Giovanna Pezzuoli: Una conversazione su "La politica del desiderio"

8. Vandana Shiva: Un insegnamento di Mohandas Gandhi

9. Per sostenere il Movimento Nonviolento

10. Segnalazioni librarie

11. La "Carta" del Movimento Nonviolento

12. Per saperne di piu'

 

1. MAESTRE, MAESTRI. FRANCA ONGARO BASAGLIA: UN INSEGNAMENTO DI PRIMO LEVI

[Da Franca Basaglia Ongaro, "Commento a Erving Goffman, La carriera morale del malato mentale", in Franco Basaglia (a cura di), Che cos'e' la psichiatria, Amministrazione provinciale di Parma, 1967, Einaudi, Torino 1973, 1977, p. 282.

Franca Ongaro Basaglia, intellettuale italiana di straordinario impegno civile, pensatrice di profondita', finezza e acutezza straordinarie, insieme al marito Franco Basaglia e' stata tra i protagonisti del movimento di psichiatria democratica; e' deceduta nel gennaio 2005. Tra i suoi libri segnaliamo particolarmente: Salute/malattia, Einaudi, Torino 1982; Manicomio perche'?, Emme Edizioni, Milano 1982; Una voce: riflessioni sulla donna, Il Saggiatore, Milano 1982; Vita e carriera di Mario Tommasini burocrate scomodo narrate da lui medesimo, Editori Riuniti, Roma 1987; in collaborazione con Franco Basaglia ha scritto La maggioranza deviante, Crimini di pace, Morire di classe, tutti presso Einaudi; ha collaborato anche a L'istituzione negata, Che cos'e' la psichiatria, e a molti altri volumi collettivi. Ha curato l'edizione degli Scritti di Franco Basaglia. Dalla recente antologia di scritti di Franco Basaglia, L'utopia della realta', Einaudi, Torino 2005, da Franca Ongaro Basaglia curata, riprendiamo la seguente notizia biobibliografica, redatta da Maria Grazia Giannichedda, che di entrambi fu collaboratrice: "Franca Ongaro e' nata nel 1928 a Venezia dove ha fatto studi classici. Comincia a scrivere letteratura infantile e i suoi racconti escono sul "Corriere dei Piccoli" tra il 1959 e il 1963 insieme con una riduzione dell'Odissea, Le avventure di Ulisse, illustrata da Hugo Pratt, e del romanzo Piccole donne di Louise May Alcott. Ma sono gli anni di lavoro nell'ospedale psichiatrico di Gorizia, con il gruppo che si sta raccogliendo attorno a suo marito Franco Basaglia, a determinare la direzione dei suoi interessi e del suo impegno. Nella seconda meta' degli anni '60 scrive diversi saggi con Franco Basaglia e con altri componenti del gruppo goriziano e due suoi testi - "Commento a E. Goffman. La carriera morale del malato di mente" e "Rovesciamento istituzionale e finalita' comune" - fanno parte dei primi libri che documentano e analizzano il lavoro di apertura dell'ospedale psichiatrico di Gorizia, Che cos'e' la psichiatria (1967) e L'istituzione negata (1968). E' sua la traduzione italiana dei testi di Erving Goffman Asylums e Il comportamento in pubblico, editi da Einaudi rispettivamente nel 1969 e nel 1971 con saggi introduttivi di Franco Basaglia e Franca Ongaro, che traduce e introduce anche il lavoro di Gregorio Bermann La salute mentale in Cina (1972). Dagli anni '70 Franca Ongaro e' coautrice di gran parte dei principali testi di Franco Basaglia, da Morire di classe (1969) a La maggioranza deviante (1971), da Crimini di pace (1975) fino alle Condotte perturbate. Nel 1981 e 1982 cura per Einaudi la pubblicazione dei due volumi degli Scritti di Franco Basaglia. Franca Ongaro e' anche autrice di volumi e saggi di carattere filosofico e sociologico sulla medicina moderna e le istituzioni sanitarie, sulla bioetica, la condizione della donna, le pratiche di trasformazione delle istituzioni totali. Tra i suoi testi principali, i volumi Salute/malattia. Le parole della medicina (Einaudi, Torino 1979), raccolta delle voci di sociologia della medicina scritte per l'Enciclopedia Einaudi; Una voce. Riflessioni sulla donna (Il Saggiatore, Milano 1982) che include la voce "Donna" dell'Enciclopedia Einaudi; Manicomio perche'? (Emme Edizioni, Milano 1982); Vita e carriera di Mario Tommasini burocrate scomodo narrate da lui medesimo (Editori Riuniti, Roma 1987). Tra i saggi, Eutanasia, in "Democrazia e Diritto", nn. 4-5 (1988); Epidemiologia dell'istituzione psichiatrica. Sul pensiero di Giulio Maccacaro, in Conoscenze scientifiche, saperi popolari e societa' umana alle soglie del Duemila. Attualita' del pensiero di Giulio Maccacaro, Cooperativa Medicina Democratica, Milano 1997; Eutanasia. Liberta' di scelta e limiti del consenso, in Roberta Dameno e Massimiliano Verga (a cura di), Finzioni e utopie. Diritto e diritti nella societa' contemporanea, Angelo Guerrini, Milano 2001. Dal 1984 al 1991 e' stata, per due legislature, senatrice della sinistra indipendente, e in questa veste e' stata leader della battaglia parlamentare e culturale per l'applicazione dei principi posti dalla riforma psichiatrica, tra l'altro come autrice del disegno di legge di attuazione della "legge 180" che diventera', negli anni successivi, testo base del primo Progetto obiettivo salute mentale (1989) e di diverse disposizioni regionali. Nel luglio 2000 ha ricevuto il premio Ives Pelicier della International Academy of Law and Mental Health, e nell'aprile 2001 l'Universita' di Sassari le ha conferito la laurea honoris causa in Scienze politiche. E' morta nella sua casa di Venezia il 13 gennaio 2005".

Primo Levi e' nato a Torino nel 1919, e qui e' tragicamente scomparso nel 1987. Chimico, partigiano, deportato nel lager di Auschwitz, sopravvissuto, fu per il resto della sua vita uno dei piu' grandi testimoni della dignita' umana ed un costante ammonitore a non dimenticare l'orrore dei campi di sterminio. Le sue opere e la sua lezione costituiscono uno dei punti piu' alti dell'impegno civile in difesa dell'umanita'. Opere di Primo Levi: fondamentali sono Se questo e' un uomo, La tregua, Il sistema periodico, La ricerca delle radici, L'altrui mestiere, I sommersi e i salvati, tutti presso Einaudi; presso Garzanti sono state pubblicate le poesie di Ad ora incerta; sempre presso Einaudi nel 1997 e' apparso un volume di Conversazioni e interviste. Altri libri: Storie naturali, Vizio di forma, La chiave a stella, Lilit, Se non ora, quando?, tutti presso Einaudi; ed Il fabbricante di specchi, edito da "La Stampa". Ora l'intera opera di Primo Levi (e una vastissima selezione di pagine sparse) e' raccolta nei due volumi delle Opere, Einaudi, Torino 1997, a cura di Marco Belpoliti. Opere su Primo Levi: AA. VV., Primo Levi: il presente del passato, Angeli, Milano 1991; AA. VV., Primo Levi: la dignita' dell'uomo, Cittadella, Assisi 1994; Marco Belpoliti, Primo Levi, Bruno Mondadori, Milano 1998; Massimo Dini, Stefano Jesurum, Primo Levi: le opere e i giorni, Rizzoli, Milano 1992; Ernesto Ferrero (a cura di), Primo Levi: un'antologia della critica, Einaudi, Torino 1997; Ernesto Ferrero, Primo Levi. La vita, le opere, Einaudi, Torino 2007; Giuseppe Grassano, Primo Levi, La Nuova Italia, Firenze 1981; Gabriella Poli, Giorgio Calcagno, Echi di una voce perduta, Mursia, Milano 1992; Claudio Toscani, Come leggere "Se questo e' un uomo" di Primo Levi, Mursia, Milano 1990; Fiora Vincenti, Invito alla lettura di Primo Levi, Mursia, Milano 1976]

 

Levi continua piu' oltre dicendo che "parte del nostro esistere ha sede nelle anime di chi ci accosta: ecco perche' e' non-umana l'esperienza di chi ha vissuto giorni in cui l'uomo e' stato una cosa agli occhi dell'uomo". Il che significa che nei rapporti siamo noi a dover essere cio' che vogliamo che gli altri siano...

 

2. EDITORIALE. DI OGGI, DI NOI

 

Continuano le stragi in Afghanistan.

Continuano le stragi in Libia.

Continua la persecuzione dei migranti.

*

Illegalmente, criminalmente l'Italia partecipa alla guerra afgana.

Illegalmente, criminalmente l'Italia partecipa alla guerra libica.

Illegalmente, criminalmente l'Italia rifornisce di armi dittatori e golpisti, regimi violatori dei diritti umani, organizzazioni criminali.

Illegalmente, criminalmente l'Italia perseguita e schiavizza e fa morire esseri umani migranti.

Illegalmente, criminalmente. L'Italia.

E chi non si oppone e' complice.

*

Opporsi alla guerra.

Opporsi al razzismo.

Salvare le vite.

Vi e' una sola umanita'.

 

3. DAL "POPOLO D'ITALIA". CRONACHE DAL BIVACCO DEI MANIPOLI

 

Il partito piu' razzista di tutti e il partito piu' bombardiere di tutti si rimettono d'amore e d'accordo a fare insieme il loro lavoro.

Giusto in tempo l'arrotino ha di bel nuovo affilato le arrossate lame.

Il capo dell'opposizione reclutato alla bisogna per portare il caffe' ai macellai, nelle pause necessarie al riposo del guerriero.

Fare a pezzi gli esseri umani e' un duro lavoro. Quanta fatica, ma anche quante soddisfazioni riserva l'esercizio dell'arte del governo.

 

4. EDITORIALE. MAO VALPIANA: GUERRA A TERMINE

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Guerra a termine.

Stupri a termine.

Stragi a termine.

Incesto a termine.

Cannibalismo a termine.

 

Umanita' a termine.

 

5. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: HAI NOTATO?

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento.

Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Cfr. il suo blog lunanuvola.wordpress.com Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81; si veda anche l'intervista in "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 250, e quella nei "Telegrammi" n. 425]

 

Sulla (presunta) morte di Osama bin Laden tanti hanno commentato "un assassino in meno". Ma ogni volta in cui un essere umano ne uccide un altro non c'e' invece un assassino in piu'?

 

6. INIZIATIVE. MAO VALPIANA: QUARANTESIMO GIORNO DI DIGIUNO NONVIOLENTO COLLETTIVO A STAFFETTA PER OPPORSI ALLA GUERRA E AL NUCLEARE

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento]

 

Il Parlamento italiano ha votato per la guerra.

Il governo italiano ha deciso per la guerra.

Il Presidente della Repubblica ha avallato la guerra.

La guerra ha colpito a morte le istituzioni e la politica italiana.

Queste sono semplici verita', che hanno una forza in se', nel momento stesso in cui le diciamo. La nonviolenza e' forza della verita'.

Il digiuno che stiamo conducendo e' un gesto di nonviolenza attiva, e' un atto di speranza, e' un fatto concreto contro la guerra e la sua preparazione, contro il nucleare che uccide il presente e il futuro.

Sono piu' di 130 le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno finora aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento "per opporsi alla guerra e al nucleare".

Questa iniziativa nonviolenta prosegue dal 27 marzo scorso, e nuovi aderenti hanno gia' annunciato la loro partecipazione almeno fino a mercoledi' 11 maggio. Ma altri ancora si stanno aggiungendo, e si proseguira' oltre. Si digiuna in ogni parte d'Italia, da Trieste a Palermo, da Torino a Venezia, da Verona a Bari.

La nonviolenza e' contagiosa; abbiamo iniziato con un digiuno di 48 ore, che sta proseguendo da 40 giorni.

Chi desidera aderire al digiuno lo può comunicare a: azionenonviolenta at sis.it (indicare nome, cognome, citta', giorno o giorni di digiuno).

*

Di seguito l'elenco dei digiunanti aggiornato alle ore 17,30 del 4 maggio 2011.

Hanno finora digiunato a staffetta: Mao Valpiana (Verona), Caterina Del Torto (Ferrara - Verona), Elisabetta Pavani (Ferrara), Raffaella Mendolia (Mestre - Venezia), Lucia Grieco (Mestre - Venezia), Sergio Paronetto (Verona), Daniele Lugli (Ferrara), Maddalena Soffi (Verona), Domenico Letizia (Caserta), Alessandro Pizzi (Soriano - Viterbo), Luca Giusti (Genova), Massimiliano Pilati (Trento), Piercarlo Racca (Torino), Angela Dogliotti Marasso (Torino), Enrico Peyretti (Torino), Rocco Pompeo (Livorno), Caterina Bianciardi (Livorno), Mirella Martini (Mestre - Venezia), Vincenzo Benciolini (Verona), Gabriella Falcicchio (Bari), Albachiara Orlando e Stefano Daga (Oristano), Gavina Galleri (Cagliari), Giovanni e Graziella Ricchiardi (Torino), Mira Mondo (Condove - Torino), Claudia Pallottino (Torino), Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi), Pier Cesare Bori (Bologna), Marzia Manca (Cagliari), Tommaso Gradi (Ferrara), Laura Cappellari (Pedavena - Verona), Aurora Bedeschi (Ferrara), Marco Baleani (Gubbio), Silvana Valpiana (Verona), Claudia Capra (Brescia), Paolo Predieri (Brescia), Adriano Moratto (Brescia), Anna Zonari (Ferrara), Tiziana Valpiana (Verona), Marina Nardovino (Verona), Carmine Buro (Prato), Pier Cesare Bori (Bologna), Pietro Del Zanna (Poggibonsi), Pierpaolo Loi (Monserrato - Cagliari), Raffaele Ibba (Cagliari), Maria Erminia Satta (Tempio Pausania), Andrea Zanetti (Orvieto), Lucia Agrati (Roma), Claudia Bernacchi (Padova), Marzia Manca (Cagliari), Maria Elena Sulis (Cagliari), Ignazio Carta (Cagliari), Frate Antonio Santini (Trieste), Ettorina Rubino (Trieste), Massimiliano Brignone (Torino), Danilo Villa (Monza), Maria Grazia Misani (Monza), Stefano Panozzo (Padova - Bruxelles), Tiziana Cimolino (Trieste), Francesca Cimolino (Trieste), Arianna Salan (Verona), Beatrice Pascucci (Cesena), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Liliana Obad (Trieste), Gianfranco Aldrovandi (Guastalla), Paolo Predieri (Brescia), Pier Cesare Bori (Bologna), Giorgio Pellis (Trieste), Marzia Manca (Cagliari), Raffaele Ibba (Cagliari), Pietro Del Zanna (Poggibonsi), Marco Baleani (Gubbio), Paola, Giovanni, Benedetta Baleani (Gubbio), Alessandro Capuzzo (Trieste), Giorgio Pellis (Trieste), Anna Bellini (Ferrara), Claudia Pallottino (Torino), Massimiliano Brignone (Torino), Serena Pulcini (Trieste), Gloria Germani (San Casciano - Firenze), Teresa Piras (Iglesias), Edvino Ugolini (Trieste), Cristina Cometti (Milis - Oristano), Enrico Peyretti (Torino), Peppe Sini (Viterbo), Pasquale Dioguardi (Livorno), Mao Valpiana (Verona), Jolanda Spallitta (Alessandria), Enrico Gabbioneta (Sesto ed Uniti - Cremona), Raffaele Barbiero (Forli' - Cesena), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Anna Bellini (Ferrara), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Tiziana Cimolino (Trieste), Rosaria Totino (Trieste), Antonio Poce (Ferentino - Frosinone), Tiziana Valpiana (Verona), Alessandro Natalini (Perugia), Loretta Viscuso (Verona), Cinzia Picchioni (Torino), Raffaele Ibba (Cagliari), Teresa Gargiulo (Salerno), Liliana Obad (Trieste), Caterina Giustolisi (Firenze), Andrea Ferralasco (Genova), Paolo Predieri (Brescia), Loredana Caletti (Sesto ed Uniti - Cremona), Antonio Santini (Trieste), Luciano Ferluga (Trieste), Tonino Bisceglia (Varazze - Savona), Furio Semerari (Bari), Gabriella Falcicchio (Bari), Gianni D'Elia (Rivalta di Torino), Ettorina Rubino (Trieste), Alessio Di Florio (Casalbordino - Chieti), Andrea Salvoni (Barga - Lucca), Marzia Manca (Cagliari), Samuele Venturi (Castel San Pietro Terme - Bologna), Graziella Prendivoi (Trieste), Luca Dorizzi (Verona), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Anna Bellini (Ferrara), frate Antonio Santini (Trieste), Francesco Spagnolo (Roma), Adriano Moratto (Brescia), Francesco Montanari (provincia Pesaro-Urbino), Aldo Matzeu (Settimo San Pietro - Cagliari), Francesco Comina (Bolzano/Bozen), Pierpaolo Loi (Monserrato - Cagliari), Luca Alberghi (Faenza - Ravenna), Massimiliano Brignone (Barbania - Torino), Claudia Pallottino (Barbania - Torino), Cinzia Picchioni (Torino), Teresa Gargiulo (Castellamare di Stabia - Napoli), Giovanni Mannino (Acireale - Catania), Lorenzo Porta (Firenze), Massimiliano Pilati (Lavis - Trento), Raffaella Mendolia (Mestre - Venezia), Anna Pau (Settimo San Pietro - Cagliari), Saverio Ciarrocchi (San Benedetto del Tronto), Silvana Valpiana (Verona), Elena Buccoliero (Ferrara), Daniele Lugli (Ferrara), Maria Longhi (Vicenza), Saverio Ciarrocchi (San Benedetto del Tronto), Antonio Saulle (Trieste), Marco Iannelli (Roma), Paolo Predieri (Brescia), Franca Maria Bagnoli (Pescara), Antonio Santini (Trieste), Liliana Obad (Trieste), Maddalena Soffi (Verona), Michele Boato (Mestre), Maria Cossu (Mestre), Marzia Manca (Cagliari), Giusi Danelon (Trieste), Anna Bellini (Ferrara), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Anna Bravo (Torino), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Adalgisa Freddi (Marcheno - Brescia), Maurizio Grotta (Verona), Cinzia Picchioni (Torino), Graziella Prendivoi (Trieste), Anna Pau (Settimo San Pietro - Cagliari), Sandro Capuzzo (Trieste), Bruno Salvador (Treviso), Massimiliano Brignone (Barbania - Torino), Raffaele Ibba (Cagliari), Aldo Matzeu (Settimo San Pietro - Cagliari), Ignazio Carta (Cagliari), Maria Elena Sulis (Cagliari), Giovanni Chianchini (Chieti), Adriano Sincovich (Trieste), Daniele Taurino (Fiumicino - Roma), Tiziana Cimolino (Trieste), Pasquale Dioguardi, Rosaria Totino (Trieste), Silvana Valpiana (Verona), Marino Bergagna (Trieste).

Proseguono: giovedi' 5 maggio: Francesco Lo Cascio (Palermo), Adriano Moratto (Brescia); venerdi' 6 maggio: Raffaele Ibba (Cagliari), Teresa Gargiulo (Castellamare di Stabia - Napoli), Giovanni Mannino (Acireale - Catania), Marco Baleani (Gubbio), Aldo Matzeu (Settimo San Pietro - Cagliari), Anna Pau (Settimo San Pietro - Cagliari), Marco Iannelli (Roma), Marzia Manca (Cagliari); sabato 7 maggio: Giovanni Chianchini (Chieti), Marco Iannelli (Roma); lunedi' 9 maggio: Mirella Mancini (Mestre - Venezia), Pasquale Dioguardi (Livorno), Gianluca D'Andrea (Potenza); martedi' 10 maggio: Oriana Gorinelli (Rivalta di Torino); mercoledi' 11 maggio: Tiziana Volta (Brescia), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Adalgisa Freddi (Marcheno - Brescia), Anna Bellini (Ferrara).

Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi) porteranno avanti il digiuno a staffetta, alternandosi, fino alla fine della guerra; Pasquale Dioguardi digiunera' tutti i lunedi'; Oriana Gorinelli digiunera' tutti i martedi'; Anna Bellini, Adalgisa Freddi, Marco Palombo e Marco Rizzinelli digiuneranno tutti i mercoledi'; Marco Baleani, Teresa Gargiulo, Raffaele Ibba e Giovanni Mannino digiuneranno tutti i venerdi'; Marco Iannelli digiunera' tutti i venerdi' e i sabato; Giovanni Cianchini digiunera' tutti i sabato. Alessandro Natalini e Marzia Manca digiuneranno un giorno a settimana.

 

7. MEMORIA. GIOVANNA PEZZUOLI: UNA CONVERSAZIONE SU "LA POLITICA DEL DESIDERIO"

[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo il seguente articolo originariamente apparso sulla rivista "Leggendaria" n. 86/2011 col titolo "Il desiderio? Un grande indizio" e il sommario "Una madre e una figlia a confronto guardando insieme il film-documentario La politica del desiderio" (Flaminia Cardini, Lia Cigarini, Luisa Muraro, Manuela Vigorita, La politica del desiderio, regia di Manuela Vigorita e Flaminia Cardini, durata 74 minuti, L'Altravista, Libreria delle Donne, Milano 2010, libro+dvd, 15 euro).

Giovanna Pezzuoli e' giornalista (prima al "Giorno", poi al "Corriere della sera"), saggista, traduttrice. Tra le opere di Giovanna Pezzuoli: La stampa femminile come ideologia, Il formichiere, Milano 1976; Prigioniera in Utopia. La condizione della donna nel pensiero degli utopisti, Edizioni Il Formichiere, Milano 1978]

 

Volti, sorrisi, voci di ragazze: l'incipit del film documentario La politica del desiderio, originale viaggio attraverso i paesaggi del femminismo italiano, sembra saldare un ponte fra due generazioni, suggerendo l'idea che proprio alle piu' giovani sia idealmente dedicata l'esperienza narrata. Come se immagini e pensieri, racconti e riflessioni, nel video fortemente voluto dalla Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it), trovassero un senso piu' nitido nell'ascolto di chi non ha vissuto direttamente questa storia, colmassero un vuoto, uno scarto. "Ho scoperto il femminismo perche' mia mamma ha fatto il '68, ma il femminismo di cui mi parlava lei era quello delle manifestazioni, legato al concetto di parita'", sorride una ragazza. Mentre un'altra aggiunge: "E' stata compiuta una grande rivoluzione che ha creato tanti sconvolgimenti, insomma il mondo e' cambiato in qualche modo". Per esempio oggi riusciamo a concepire l'amore senza ruoli, o a vivere da protagoniste senza riferirci a modelli maschili, o ancora a realizzarci nel lavoro senza rinunciare a essere madri. E' bello cercare le parole per comunicare con le giovani. E dunque con tenerezza (e un po' di insistenza) coinvolgo mia figlia Giulia, 29 anni, nella visione del dvd che dura circa un'ora e un quarto.

"Ma io ti ho mai parlato di femminismo?", le chiedo spiando le sue sensazioni mentre scorrono i primi fotogrammi.

"Si' certo - risponde Giulia -, ma forse non sei riuscita a trasmettermi quello che volevi. Mi sembrava che tu lo usassi in modo troppo rivendicativo, tipo non farti schiacciare dagli uomini, noi siamo piu' forti, migliori... Insomma, lo intendevo piu' come prevaricazione, prendere il posto dell'uomo! Era un pregiudizio diffuso anche fra le mie coetanee. Le femministe? Signore un po' intellettuali e un po' maschiacci, ci facevano quasi paura!".

"Ma scusa, io ero cosi'?", domando un po' delusa e un po' divertita.

"No, in realta' no - dice Giulia -, ma anche se nella mia vita mi sono avvicinata a donne con un pensiero molto forte come Simone Weil e Hannah Arendt, io non mi sono mai considerata "femminista", quella parola per me rappresentava un periodo molto circoscritto, aveva connotati un po' caricaturali. Del resto io ho sempre avuto un rapporto molto difficile con te, lo sai, piu' di competizione che di complicita'. Da piccola ti vedevo come la donna in carriera che si truccava e usciva la sera sottraendo tempo a me. Certo, adesso abbiamo un rapporto bellissimo, ma c'e' voluta una vita, sofferenze, litigi e tante parole!".

Guardiamo insieme il film: si puo' raccontare l'amore delle donne per le donne senza sobbalzi o rossori, commenta una voce fuori campo, e non solo madri e figlie: bellezza o orrore ispira invece la donna in letteratura, vista sempre solo attraverso gli occhi dell'altro, dell'amante. Dopo quattromila anni mancava ancora una "definizione autonoma dell'essere donna". Ne parlano Daniela, Lia, Luisa, facce che si espongono senza trucchi, ripercorrendo l'irruzione di quel quid "nuovo e potente" nelle loro vite di militanti sessantottine un po' "sonnambule", certo confuse e incerte. Questo tasto della confusione tocca subito le corde di una trentenne immersa nel precariato sentimentale e professionale.

"Come generazione abbiamo desideri forti - commenta Giulia - ma la difficolta' e' riuscire a realizzarli. Per me la passione non manca, ma c'e' un po' di sfiducia, la paura di non potere raggiungere gli obiettivi che ti poni. Tanti lavori, provi, vai, cambi paese... tanta liberta'. E' un'assenza totale di sicurezze, che pero' non e' soltanto negativa, puo' anche darti, ti lanci di piu' nelle avventure, vivi nell'imprevedibilita'".

Il video ripercorre una presa di coscienza che a meta' degli anni Settanta attraversa i confini, Francia, America, mentre ovunque le donne abbandonano la politica maschile nella consapevolezza che "tra noi e il mondo non deve esserci nessuno schermo". Luisa e le altre descrivono l'autocoscienza nei piccoli gruppi che scandagliava l'esperienza femminile piu' intima nelle riunioni sterminate dove la presa di parola creava relazione con le altre, in un apprendistato alla conoscenza di se' che spesso sollevava macigni e scatenava conflitti difficili poi da risolvere. Vedersi fra donne era una continuita' che "colonizzava" la vita.

"Anche tu, Giulia, per un po' di anni, da adolescente, avevi un piccolo gruppo di super-amiche...".

"Si', eravamo 5 o 6, ci raccontavamo tutto senza veli, senza pudori. Dormivamo spesso insieme e insieme esploravamo il mondo, la sessualita' nei minimi dettagli. Le piu' gettonate erano le avventure finite male! Non so se facevamo autocoscienza, ma c'erano una solidarieta', una complicita' totali che ci davano forza. Il massimo del divertimento era prendere in giro con leggero sadismo i maschi, magari qualcuno che conoscevamo tutte".

"E oggi?".

"Beh, con quelle amiche d'infanzia il rapporto e' rimasto molto forte, ma per il resto nelle situazioni di gruppo, di lavoro vivo la relazione come confronto, mi sento piu' competitiva che complice. Intuisco ogni tanto la possibilita' di un contatto vero, sarebbe bellissimo ma nell'insicurezza totale in cui ci troviamo e' difficile affidarsi una all'altra".

Sono anni di felicita' e fatica, raccontano ancora le protagoniste: la soggettivita' femminile entra nella politica e nella storia, da' la forza per ricacciare indietro sfruttamento e sfacciataggine di chi ha il potere sulle donne. E' anche il momento di Noi e il nostro corpo: Giordana spiega la pratica del self-help (autovisita), di fronte alla quale le trentenni la guardano con gli occhi sbarrati. Ed e' proprio quello che accade a Giulia, che si sente lontana anni luce da quell'uso collettivo dello speculum.

"La nostra generazione non ha la consapevolezza di avere un corpo e di doverlo proteggere, pensa alla mercificazione della televisione, della pubblicita'. Quando ero piu' giovane ho passato un periodo quasi autolesionista, c'era il culto della sofferenza, tipo farsi fare il piercing o farsi allargare il buco di un orecchio manualmente da un'amica. Che male! Poi ci sono le derive patologiche, anoressia, bulimia, attacchi di panico ma quelli sono piu' legati all'assenza di limiti. Se hai troppa liberta' non c'e' piu' il gusto della trasgressione, nella vostra casa ho fatto piu' sesso che in ogni altro luogo, anche quando c'eravate!".

"Che effetto ti fanno queste immagini anni Settanta, le pettinature, i vestiti cosi' diversi, stravaganti, quasi buffi rispetto alla moda di oggi?", chiedo ancora a Giulia.

"Mi sembrano molto belle, autentiche, danno una sensazione di liberta'. Purtroppo anch'io mi sono fatta influenzare dall'attuale ossessione per i modelli. Sono diventata piu' accondiscendente, prima per esempio sperimentavo tagli pazzi, adesso porto i capelli biondi e lunghi, in fondo per sentirmi piu' femminile".

Sfilano gli anni Ottanta, ancora riunioni, girotondi, emozioni. La rete Lilith, la sede romana del Governo Vecchio, la rivista "Effe", la Societa' delle storiche... E si arriva al nocciolo dell'originalita' del femminismo italiano: le politiche di professione hanno fatto dell'uguaglianza la loro bandiera, perdendo quel legame meraviglioso con la differenza sessuale, il "di piu'" che avrebbe trainato inevitabilmente l'uguaglianza, senza fare dell'altro la misura e l'orizzonte dei tuoi desideri. Perche' non c'e' limite alla spinta di autorealizzazione dell'essere umano. Piu' donne che uomini (1983) da' corpo a questa voglia di vivere con agio, di vincere su tutto cio' che ci rende dipendenti e imitatrici, l'incentivo a osare di piu'.

"E' un desiderio che fa parte del mio percorso personale, ma non l'avevo mai associato al femminismo - dice Giulia -. Ho voglia soprattutto di esprimermi, non mi interessano i soldi, la carriera che anzi puo' essere devastante. Osare di piu' per me stessa, senza l'ossessione di dovere dimostrare qualcosa".

Il film continua: si parla del "femminismo di Stato" in Germania contrapposto al "femminismo della liberta'", dal centro Duoda a Barcellona alla comunita' filosofica Diotima nata all'interno dell'Universita' di Verona ("finalmente trasformavamo quel mondo detestabile, irritante, orribile dell'universita'"). Dalla teoria a una pratica politica, gia' enucleata in Non credere di avere dei diritti(1986), che sfugge rivendicazioni, denaro o potere per concentrarsi sulle relazioni fra donne in una rivoluzione di senso che punta a cambiare il rapporto con la realta'. Nasce in questo contesto la pratica dell'affidamento, dell'atto di fiducia nei confronti di una donna cui si riconoscono piu' autorita', piu' consapevolezza.

"Giulia, hai mai avuto maestre?".

"A parte la Weil, nella realta' direi che mi sono rivolta soprattutto a modelli maschili, seppure con una sensibilita' molto femminile, a cominciare dal papa' che e' sempre stato il mio idolo e che in un certo senso mi faceva da mamma. Adesso forse comincio a darti un po' di autorevolezza, ma in passato zero!".

Nel video scorrono esperienze piu' vicine ai nostri giorni. Si ritrova il piacere della politica in piccole, preziose oasi nel deserto del cinismo e dell'arroganza dilaganti. Si presentano tante associazioni che mescolano il fare alla ricerca e alla comunicazione, dalla "Citta' felice" di Catania al circolo "La Merlettaia" di Foggia. Qualcosa sta nascendo in questa ricchezza di relazioni che non escludono voci maschili. Ed ecco il documento Immagina che il lavoro... (2009): forse non e' solo un'utopia immaginare, per esempio, di avere la forza di negoziare tempi elastici che tengano conto dei tempi di vita, o che possa esistere un altro concetto di sviluppo, o ancora che il lavoro fuori casa rappresenti un'espressione creativa di se' senza nulla togliere alla libera scelta della maternita'.

"Il lavoro? Oggi e' una sfida quotidiana, una ricerca continua di idee e di nuovi percorsi creativi - racconta Giulia -. E' proprio come dice il rettore di Harvard nel film su Facebook: "qui non si tratta di trovare un lavoro ma di inventarlo". Io ci ho provato, volevo mettere insieme la passione per il cinema e il desiderio di occuparmi dei bambini, ma Milano e l'Italia mi stavano stretti. Cosi' mi sono buttata, prima Buenos Aires, poi Parigi, non e' sempre stato facile ma non rimpiango niente".

"E adesso, come vivi la tua precarieta'?".

"Ormai e' una dimensione esistenziale, anche se sulla soglia dei 30 anni mi spaventa un po' e mi pesa, soprattutto quando penso che devo mettere le radici in un posto e creare una famiglia. E' la contraddizione fra una vita felicemente precaria e praticamente da nomade, dato che ho scelto di fare la documentarista, e il desiderio forte di avere un figlio. In questo momento mi sento pronta come madre ma un bambino significherebbe dover rinunciare a un lavoro che mi appassiona e quindi fra le due cose preferisco lanciarmi nella prima. Certo, se rimanessi incinta sarei contenta e forse troverei una soluzione per crescere mio figlio e continuare a lavorare".

Il desiderio non basta ma e' gia' un formidabile indizio, dice la voce fuori campo del video, invitando a non rinunciare mai anche se il confronto con la realta' sembra perdente. Perche', come scrive Clara Jourdan, nel libriccino che accompagna il dvd "La cosa veramente importante per una femminista, che sia italiana, australiana, americana, giapponese o marocchina, non e' il femminismo. E' importante invece e sopra tutto, che ci sia liberta' per ogni donna che viene al mondo, liberta' di pensare e di agire in rispondenza ai suoi desideri e, prima ancora, liberta' di desiderare senza misure stabilite da altri".

 

8. MAESTRE, MAESTRI. VANDANA SHIVA: UN INSEGNAMENTO DI MOHANDAS GANDHI

[Da Vandana Shiva, Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006, p. 203.

Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi. Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006; India spezzata, Il Saggiatore, Milano 2008; Dalla parte degli ultimi, Slow Food, 2008; Ritorno alla terra, Fazi, Roma 2009; Campi di battaglia, Edizioni Ambiente, Milano 2009; Semi del suicidio, Odradek, Roma 2009.

Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi: Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006]

 

Come ci insegna Gandhi, la liberta' si riconquista rifiutando di sottoporsi a leggi ingiuste e immorali. La lotta per la verita', perseguita attraverso i principi della disobbedienza civile, della nonviolenza e della noncooperazione, e' al tempo stesso un diritto che ci appartiene in quanto liberi cittadini di societa' libere, e un nostro fondamentale dovere come abitanti della Terra.

 

9. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Benedetto Croce, Materialismo storico ed economia marxistica, Sandron, 1900, Laterza, Roma-Bari 1978, pp. XVI + 304.

- Benedetto Croce, La filosofia di Giambattista Vico, Laterza, Bari 1911, 1973, pp. 328.

- Benedetto Croce, Etica e politica, Laterza, Bari 1931, 1973, pp. 400.

 

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

12. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 546 del 5 maggio 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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