Nonviolenza. Femminile plurale. 324



 

==============================

NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

==============================

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 324 del 15 aprile 2011

 

In questo numero:

1. L'accecamento

2. Mao Valpiana: Il 5 per mille al Movimento Nonviolento

3. Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri: Maria Corti

4. Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri: Cristina di Pizan

5. Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri: Ildegarda di Bingen

6. Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri: Margherita Porete

7. Paola Mattioli: Luisa Mattioli Peroni

 

1. EDITORIALE. L'ACCECAMENTO

 

Mi chiedo come sia possibile essere cosi' ciechi da non vedere i massacri che il nostro paese sta compiendo.

Partecipando direttamente alla guerra in Afghanistan e in Libia.

Fornendo armi a regimi assassini, a golpisti assassini, a bande criminali.

Perseguitando, schiavizzando e facendo morire i migranti.

*

Come si puo' essere cosi' stolti da non capire che questa marea di sangue che stiamo versando sommergera' anche il nostro paese?

Anche chi non prova alcuna empatia verso gli altri esseri umani si rendera' pur conto che commettere tanti e tali crimini suscitera' altro odio ed altra violenza, generera' un diluvio di rabbia e di morte. E i luoghi della guerra guerreggiata non resteranno per sempre lontani da noi.

Se non la fermiamo, prima o poi la guerra ci raggiungera' nelle nostre citta', nelle nostre strade, nelle nostre case; le stragi che oggi il nostro paese compie in Africa, in Asia e nelle acque del Mediterraneo arriveranno anche qui. La violenza razzista, schiavista e assassina che oggi in Italia subiscono i migranti nell'indifferenza dei piu' ovvero nella generale complicita' col sanguinario governo golpista, con le bande razziste, con i poteri criminali, ebbene, quella medesima violenza non risparmiera' domani neppure i nativi.

*

E' necessaria e urgente, e' veramente necessaria e urgente un'insurrezione nonviolenta per fermare adesso le stragi, per fermare adesso la guerra, per fermare adesso il razzismo. Per fermare l'orrore adesso: poiche' domani potrebbe essere troppo tardi.

E' necessaria e urgente un'insurrezione nonviolenta per difendere la legalita', la democrazia, la civilta', i diritti umani di tutti gli esseri umani, ed in primo luogo il diritto a non essere uccisi.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. APPELLI. MAO VALPIANA: IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Destinare il proprio 5 per mille al Movimento Nonviolento e' un fatto importante. Piu' importante di quanto si possa pensare.

Non si tratta, infatti, di fare una semplice donazione ad una delle tante associazioni senza fini di lucro che operano nel nostro paese. Dare il 5 per mille al Movimento Nonviolento significa aver compreso che la nonviolenza, per diffondersi, per crescere, ha bisogno anche di essere organizzata.

Il Movimento Nonviolento e' stato fondato da Aldo Capitini proprio all'indomani della prima Marcia Perugia-Assisi per avere a disposizione uno strumento utile per portare avanti gli obiettivi della Marcia stessa.

Oggi il Movimento si avvicina ai suoi primi 50 anni e ha mantenuto fede al suo principale scopo costitutivo: l'opposizione integrale alla guerra e alla sua preparazione.

Destinare il proprio 5 per mille al Movimento Nonviolento ha dunque il profondo significato di fare un gesto utile per concretizzare la propria opposizione alla guerra.

Donare il 5 per 1000 delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione: 93100500235.

 

3. PROFILI. MARIATERESA FUMAGALLI BEONIO BROCCHIERI: MARIA CORTI

[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it

Mariateresa Fumagalli, "professore di Storia della filosofia medievale all'Universita' degli Studi di Milano, condirettore della "Rivista di Storia della Filosofia" fondata da M. Dal Pra, e delle collane Quodlibet (Lubrina, Bergamo) e di Filosofia (Franco Angeli). Ultimi libri: Cristiani in armi (Laterza); Luoghi e voci del pensiero medievale, con Riccardo Fedriga (Encyclomedia Publishers); Pico della Mirandola (Laterza); in preparazione Santi e eroi (Laterza) con G. Guidorizzi. Sul medioevo, e sulla filosofia medievale, vedi la bibliografia al sito http://www.mtfbb.com/bibliografia_generale.htm . Su Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri da "La nonviolenza e' in cammino" n. 1352 (del 2006) riprendiamo la seguente biobibliografia essenziale estratta dal sito di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri (www.mtfbb.com): "Professoressa ordinaria di storia della filosofia medievale all'Universita' degli studi di Milano, libera docente in storia della filosofia, membro della redazione e gia' direttrice responsabile della "Rivista di storia della filosofia" fondata da Mario Dal Pra, condirettrice della Collana di Storia della Filosofia (Franco Angeli, Milano), condirettrice di "Doctor Virtualis", rivista online e su carta di storia della filosofia medievale, membro del comitato scientifico della rivista "Nuova civilta' delle macchine". Direttrice, con Luca Bianchi e Massimo Parodi, della collana Quodlibet (Lubrina, Bergamo). Visiting Professor alla Universita' di Pennsylvania (Philadelphia), alla U. B. A. (Buenos Aires), alla Universita' Ebraica di Gerusalemme. Coordinatrice di alcuni progetti di ricerca. Collaboratrice, dal 1988 al 2003, all'inserto culturale de "Il Sole 24 Ore". Bibliografia di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri: Cristiani in armi. Da sant'Agostino a papa Wojtyla, Roma-Bari, Laterza, 2006; Lettere di due amanti. Abelardo ed Eloisa?, prefazione di Mariteresa Fumagalli Beonio Brocchieri, traduzione di Claudio Fiocchi, Milano, Rcs Libri, 2006; Numero monografico della "Rivista di Storia della Filosofia" sul tema Filosofie e teologie nel medioevo, a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, con contributi di Claudio Fiocchi, Stefano Simonetta, Massimo Parodi et alii, Nuova serie 61 (2006 - I), Milano, Franco Angeli; Premessa, in Rivista di Storia della Filosofia - Nuova serie 61 (2006 - I), Milano, Franco Angeli; Federico II. Ragione e fortuna, Roma-Bari, Laterza, 2004; Il filosofo e la citta' nel Medioevo, in Atti del convegno "I filosofi e la citta'", Francavilla al Mare 16-18 novembre 2000, a cura di Carlo Tatasciore, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici - Societa' Filosofica Italiana, Sezione di Francavilla al Mare, La Citta' del Sole, 2003, pp. 51-66; AA. VV., John Wyclif: logica, politica, teologia. Atti del Convegno Internazionale - Milano, 12-13 febbraio 1999, a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri e Stefano Simonetta, premessa di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Firenze, Sismel - Edizioni del Galluzzo, 2003; Guerra, per i cristiani era il simbolo della Caduta, in "Reset" 76 (Marzo - Aprile 2003); Profilo del pensiero medievale, in collaborazione con Gianluca Briguglia, Roma-Bari, Laterza, 2002; L'estetica medievale, Bologna, Il Mulino, 2002; Ma e' possibile moderare l'Onnipotente? in "Reset" 69 (Gennaio - Febbraio 2002); Marsilio da Padova, Il difensore della pace, introduzione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, traduzione e note di Mario Conetti, Claudio Fiocchi, Stefano Radice e Stefano Simonetta, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 2001; Il meraviglioso, in Milano. Meraviglie. Miracoli. Misteri, a cura di Roberta Cordani, Milano, Casa Editrice Libreria Internazionale Partipilo, 2001, pp. 6-7; Tre storie gotiche. Idee e uomini del Medioevo, Bologna, Il Mulino, 2000; Il pensiero politico medievale, con la collaborazione di Mario Conetti e Stefano Simonetta, Roma-Bari, Laterza, 2000; Ildegarda di Bingen. Invito alla lettura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, traduzione dei brani di Claudio Fiocchi, Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 2000; Potentia absoluta - potentia ordinata: une longue histoire au moyen-age, in Potentia Dei. L'onnipotenza divina nel pensiero dei secoli XVI e XVII, a cura di Guido Canziani, Miguel A. Granda, Yves Charles Zarka, Milano, Franco Angeli, 2000, pp. 13-23; Pico della Mirandola, Casale Monferrato, Piemme, 1999; Le due chiese. Progetti di riforma politico-religiosa nei secoli XII-XV, a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Milano, Unicopli, 1998 (Introduzione alle pp. 9-78); Riccardo da Bury, Philobiblon, o l'amore per i libri, introduzione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, traduzione e note di Riccardo Fedriga, Milano, Rizzoli, 1998; Guglielmo d'Ockham, La spada e lo scettro. Due scritti politici, introduzione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri; traduzione, note e schede di Stefano Simonetta, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 1997; Numero monografico della "Rivista di Storia della Filosofia" sul pensiero politico medievale a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Nuova serie, 52 (1997 - I), Milano, Franco Angeli; Premessa. Venti generazioni fa, in "Rivista di Storia della Filosofia", Nuova serie, 52 (1997 - I), Milano, Franco Angeli, pp. 7-15; Lettere di Abelardo e Eloisa, a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri (con introduzione della curatrice), trad. di Cecilia Scerbanenco, Milano, Rizzoli, 1996; Platone e Aristotele nel Medioevo, in Aristotelismo e Platonismo nella cultura del Medioevo, a cura di Arianna Arisi Rota e Massimiliano De Conca, Pavia, Collegio Ghislieri, Ibis, 1996, pp. 33-43; Genoveffa e il drago. L'avventura di una donna medievale, in collaborazione con Cecilia Scerbanenco, Roma-Bari, Laterza, 1995; Sant'Agostino, La felicita'. La liberta', introduzione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, traduzione e note di Riccardo Fedriga e Sara Puggioni, Milano, Rizzoli, 1995 (riedizioni 1997 e 2001); L'amore passione assoluta, in Storia delle passioni, a cura di Silvia Vegetti Finzi, Roma-Bari, Laterza, 1995 (nuova edizione 2000, pp. 75-100); The feminine mind in medieval mysticism, in Creative women in medieval and early modern Italy, a cura di E. Ann Matter e John Coakley, University of Pennsylvania Press, 1995; Logica e linguaggio nel Medioevo, a cura di Riccardo Fedriga e Sara Puggioni; con una premessa di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Milano, Led, 1993; L'eta' filosofica di Matteo d'Acquasparta, in Matteo d'Acquasparta, francescano, filosofo, politico. Atti del XXIX Convegno storico internazionale. Todi, 11-14 ottobre 1992, Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, Spoleto 1993, pp. 1-17 (discorso inaugurale); Anselmo d'Aosta: logica e dottrina, Numero monografico della "Rivista di Storia della Filosofia" a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Nuova serie, XLVIII (1993 - III), Milano, Franco Angeli; Anselmo d'Aosta: logica e dottrina. Premessa, in "Rivista di Storia della Filosofia" - Nuova serie, XLVIII (1993 - III), Milano, Franco Angeli, pp. 453-455; In una aria diversa. La sapienza di Ildegarda di Bingen, Milano, Mondadori, 1992; Pietro Abelardo, Dialogo tra un filosofo, un giudeo e un cristiano, introduzione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, traduzione e note di Cristina Trovo', Milano, Rizzoli, 1992; Le enciclopedie, in Lo spazio letterario del Medioevo, Roma, 1992, I. Il Medioevo latino, Vol. I. La produzione del testo, tomo II, pp. 635-657; L'universita': le idee, in Antiche universita' d'Europa. Storia e personaggi degli atenei nel Medio Evo, a cura di Franco Cardini e Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Milano, G. Mondadori, 1991, pp. 10-27; Luca Bianchi, Eugenio Randi, Le verita' dissonanti: Aristotele alla fine del Medioevo, prefazione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Roma-Bari, Laterza, 1990; Ricordo di Eugenio Randi 1957-1990, in "Rivista di Storia della Filosofia", nuova serie, XLV (1990 - IV), Milano, Franco Angeli, pp. 825-826; Storia della filosofia medievale. Da Boezio a Wyclif, con Massimo Parodi, Roma-Bari, Laterza, 1989 (terza edizione 1996, quarta edizione 2002); Eloisa, l'intellettuale, in F. Bertini, F. Cardini, C. Leonardi, Mt. Fumagalli Beonio Brocchieri, Medioevo al femminile, Roma-Bari, Laterza, 1989 (terza edizione nella collana "Storia e societa'" 1992; prima edizione nella collana "Economica Laterza" 1996; terza edizione nella collana "Economica Laterza" 2001, pp. 121-144); Ildegarda, la profetessa, in F. Bertini, F. Cardini, C. Leonardi, Mt. Fumagalli Beonio Brocchieri, Medioevo al femminile, Roma-Bari, Laterza, 1989 (terza edizione nella collana "Storia e societa'" 1992; prima edizione nella collana "Economica Laterza" 1996; terza edizione nella collana "Economica Laterza" 2001, pp. 145-169); Le bugie di Isotta. Immagini della mente medievale, Roma-Bari, Laterza, 1987 (seconda edizione 2002); L'intellettuale, in L'uomo medievale, a cura di Jacques Le Goff, Roma-Bari, Laterza, 1987, (riedizione nella collana "Economica Laterza", Roma-Bari 1993, pp. 203-233), poi in Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri - Eugenio Garin, L'intellettuale tra Medioevo e Rinascimento, Roma-Bari, Laterza, 1994; Il pensiero di John Wyclif nel quadro della filosofia del suo secolo, in AA. VV., John Wiclif e la tradizione degli studi biblici in Inghilterra, Genova 1987, pp. 45-59; Peter Dronke, Donne e cultura nel Medioevo: scrittrici medievali dal II al XIV secolo, prefazione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, traduzione di Eugenio Randi, Milano, Il saggiatore, 1986; Sopra la volta del mondo. Onnipotenza e potenza assoluta di Dio tra Medioevo e eta' moderna, a cura di Mariateresa Beonio Brocchieri, Bergamo, Lubrina, 1986; Piu' cose in cielo e in terra, in AA. VV., Sopra la volta del mondo. Onnipotenza e potenza assoluta di Dio tra Medioevo e eta' moderna, a cura di Mariateresa Beonio Brocchieri, Bergamo, Lubrina (collana Quodlibet), 1986, pp. 17-31; Momenti e modelli nella storia dell'enciclopedia. Il mondo musulmano, ebraico e latino a confronto sul tema dell'organizzazione del sapere, Numero monografico della "Rivista di Storia della Filosofia" a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, nuova serie, XL (1985 - I), Milano, Franco Angeli; Momenti e modelli nella storia dell'enciclopedia. Il mondo musulmano, ebraico e latino a confronto sul tema dell'organizzazione del sapere. Premessa, in "Rivista di Storia della Filosofia", nuova serie, XL (1985 - I), Milano, Franco Angeli, pp. 3-6; Due enciclopedie dell'Occidente medievale: Alessandro Neckam e Bartolomeo Anglico, con Massimo Parodi, in "Rivista di Storia della Filosofia", nuova serie, XL (1985 - I), Milano, Franco Angeli, pp. 51-90; Giovanni di Salisbury, Policraticus. L'uomo di governo nel pensiero medievale, presentazione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, introduzione di Luca Bianchi, traduzione di L. Bianchi e P. Feltrin, Milano, Jaca Book, 1984; Il gentile uomo innamorato. Note sul "De amore", in AA. VV., La storia della filosofia come sapere critico. Studi offerti a Mario Dal Pra, Milano, Franco Angeli, 1984, pp. 36-51; Eloisa e Abelardo: parole al posto di cose, Milano, A. Mondadori, 1984; Inos Biffi, Costante Marabelli, Invito al Medioevo, conversazioni con Mariateresa Beonio Brocchieri e altri, Milano, Jaca Book, 1982; Le enciclopedie dell'occidente medioevale, Torino, Loescher, 1981; Perche' il Medioevo? Il Medioevo nei romanzi contemporanei, in "Quaderni medievali", 12 (1981), p. 174-178; Marsilio e Wyclif: analogie?, in "Medioevo", 6 (1980), pp. 569-575; Numero monografico della "Rivista critica di Storia della Filosofia" sul pensiero di Abelardo a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, XXXIV (1979 - IV), Milano, Franco Angeli; Sull'unita' dell'opera abelardiana, in "Rivista critica di Storia della Filosofia", XXXIV (1979 - IV), Milano, Franco Angeli, pp. 429-438; La Chiesa invisibile: riforme politico-religiose nel basso Medioevo, a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Milano, Feltrinelli, 1978; Wyclif: il comunismo dei predestinati, Firenze, Sansoni, 1975; Dalla "Sacra Doctrina" alla "Theologia": Pietro Abelardo (cap. X, pp. 201-235), Filosofia della natura e fede: le scuole di Chartres e di S. Vittore (cap. XI, pp. 237-257), Giovanni di Salisbury, Alano di Lilla e Nicola di Amiens (cap. XII, pp. 259-271), in Storia della filosofia, diretta da Mario Dal Pra, vol. quinto ("La filosofia medievale. dal sec. VI al sec. XII"), Milano, Casa Editrice Dr. Francesco Vallardi - Societa' Editrice Libraria, 1975-1976; Ratio, sensus e auctoritas nelle opere di Adelardo di Bath, in Pierre Abelard et Pierre le Venerable. Les courants philosophiques, litteraires et artistiques en occident au milieu du XIIe siecle, a cura di Rene' Louis, Jean Jolivet e Jean Chatillon (Abbaye de Cluny, 2 au 9 juillet 1972. Actes et memoires des colloques internationaux du Centre National de la Recherche Scientifique 546), Paris 1975, pp. 631-638, discussione pp. 639-640; Introduzione a Abelardo, Roma-Bari, Laterza, 1974 (seconda edizione 1988, terza edizione 2000); La relation entre logique, physique et theologie, in Peter Abelard. Proceedings of the International Conference, Louvain, 10-12 maggio 1972, a cura di E. M. Buytaert, Leuven The Hague 1974, pp. 153-162; Etienne Gilson, La filosofia nel Medioevo. Dalle origini patristiche alla fine del XIV secolo, traduzione di Maria Assunta del Torre, aggiornamento bibliografico di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Firenze, La Nuova Italia, 1973; Durando di S. Porziano. Elementi filosofici della terza redazione del "Commento alle Sentenze", Firenze, La nuova Italia, 1969; Note per una indagine del concetto di retorica in Abelardo, in AA. VV., Arts liberaux et philosophie au Moyen Age, Montreal-Paris 1969, pp. 829-832; La logica di Abelardo, Firenze, La nuova Italia, 1964 (seconda edizione 1969); Note sulla logica di Abelardo. V. L'"Argumentatio", in "Rivista critica di Storia della Filosofia", XVIII (1963 - II), Milano, Franco Angeli, pp. 131-146; Note sulla logica di Abelardo. IV. Il significato della "propositio", in "Rivista critica di Storia della Filosofia", XV (1960 - I), Milano, Franco Angeli, pp. 14-21; Note sulla logica di Abelardo. III. Il significato dei nomi universali, in "Rivista critica di Storia della Filosofia", XIV (1959 - I), Milano, Franco Angeli, pp. 3-27; Note sulla logica di Abelardo. II. Il problema del significato, in "Rivista critica di Storia della Filosofia", XIII (1958 - III), Milano, Franco Angeli, pp. 280-290; Note sulla logica di Abelardo. I. La concezione abelardiana della logica, in "Rivista critica di Storia della Filosofia", XIII (1958 - I), Milano, Franco Angeli, pp. 12-26".

Maria Corti (1915-2002), studiosa insigne della lingua e della letteratura, docente universitaria, scrittrice. Dal sito della casa editrice Einaudi riprendiamo la seguente scheda: "Maria Corti (Milano 1915-2002) filologa, critica e scrittrice, ha vissuto tra Milano e Pavia dove ha insegnato per molti anni Storia della lingua italiana e dove ha presieduto il Fondo manoscritti di autori moderni e contemporanei. Ha ideato riviste culturali come 'Strumenti critici', 'Alfabeta', 'Autografo'. Tra i suoi libri di narrativa: L'ora di tutti (Bompiani, Milano 1996), Il ballo dei sapienti (Mondadori, Milano 1966), Voci dal Nord Est (Bompiani, Milano 1986), Il canto delle sirene (ivi, 1989), Cantare nel buio (ivi, 1991), Ombre dal Fondo (Einaudi, Torino 1997), Catasto magico (ivi, 1999) e Le pietre verbali (ivi, 2001). Le piu' importanti raccolte di studi di Maria Corti sono: Metodi e fantasmi (Feltrinelli 1969; edizione accresciuta: Nuovi metodi e fantasmi, 2001); Il viaggio testuale (Einaudi 1978); Dante a un nuovo crocevia (Nuova Sansoni, 1981); La felicita' mentale. Nuove prospettive per Cavalcanti e Dante (Einaudi 1984); Storia della lingua e storia dei testi (Ricciardi 1989); I percorsi dell'invenzione. Il linguaggio poetico e Dante (Einaudi 1993). Fra i suoi libri teorici: I principi della comunicazione letteraria (Bompiani 1976; edizione aggiornata e accresciuta: Per un'enciclopedia della comunicazione letteraria, 1998) e Scritti su Cavalcanti e Dante (2003), libro che Maria Corti aveva consegnato all'Einaudi due settimane prima di morire. Da segnalare infine un libro intervista in cui Maria Corti parla di se' e delle sue passioni intellettuali: Dialogo in pubblico, a cura di Cristina Nesi (Rizzoli 1995)". Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo per stralci la seguente scheda: "Maria Corti (Milano, 1915-2002) e' stata una filologa, critica letteraria, scrittrice e semiologa italiana, una delle voci fondamentali della cultura del Novecento. Morta prematuramente la madre, visse la sua adolescenza prevalentemente in collegio, mentre il padre ingegnere lavorava lontano in Puglia. S'iscrisse poi all'Universita' e consegui' due lauree: la prima in lettere con una tesi sul latino medievale (Studi sulla latinita' merovingia, relatore Benvenuto Terracini), la seconda in filosofia (relatore Antonio Banfi). Per impellenti ragioni economiche e anche per la sua passione all'insegnamento, incomincio' a lavorare come insegnante di scuola media: prima a Chiari in provincia di Brescia, poi a Como, infine a Milano. Contemporaneamente, svolgeva all'Universita' di Pavia un incarico di assistente; il continuo spostarsi tra le varie sedi mise a dura prova il suo fisico minuto. Nel suo primo romanzo Il trenino della pazienza (pubblicato molto tardi e rimaneggiato nel 1991 con diverso titolo Cantare nel buio), descrive i suoi continui viaggi da pendolare in terza classe, con gli operai. Alla fine della seconda guerra mondiale, dopo una partecipazione attiva alla Resistenza col gruppo di allievi di Antonio Banfi Maria Corti si dedico' con entusiasmo alla carriera universitaria, spinta dallo stesso Terracini a occuparsi di Storia della lingua italiana all'Universita' del Salento e in seguito all'Universita' di Pavia, destinata a restare per sempre la sua sede universitaria. Con alcuni colleghi dell'ateneo di Pavia (Cesare Segre, D'Arco Silvio Avalle, Dante Isella), contribui' a fondare una scuola di studi letterari particolarmente innovativa, denominata Scuola di Pavia, legata alla tradizione filologica ma anche ai nuovi studi semiotici e allo strutturalismo. Maria Corti fondo' fra l'altro il Fondo manoscritti di autori moderni e contemporanei, nell'incredulita' del corpo docente e dei collaboratori, sostenuta solo dalla sua grande volonta' e dalla sua sagacia nel reperire i fondi (racconta queste vicissitudini nel libro Ombre dal Fondo, 1997): un archivio di scritti, manoscritti e appunti vari, donati da scrittori e poeti del Novecento, tra i quali all'apertura nel 1968 Eugenio Montale, seguito da Romano Bilenchi e Carlo Emilio Gadda; attualmente la Fondazione (che in Europa e' paragonabile solo al Fondo Marbach presso Stoccarda) e' in possesso di scritti di valore inestimabile: da Mario Luzi a Guido Morselli, da Alfonso Gatto ad Alberto Arbasino, da Italo Calvino ad Anna Banti, da Indro Montanelli a Carlo Levi, da Umberto Saba a Amelia Rosselli, da Giorgio Manganelli a Luigi Meneghello, da Antonio Pizzuto a Paolo Volponi, da Goffredo Parise a Luigi Malerba. Si dedico' in particolare allo studio della letteratura italiana contemporanea, proponendo un modello di studi con l'edizione critica dell'opera di Beppe Fenoglio (1978). Sono suoi alcuni importanti contributi teorici sulla semiotica letteraria: si ricordano in particolare Nuovi metodi e fantasmi (Bompiani 2001), Principi della comunicazione letteraria (Bompiani 1998) e Per una enciclopedia della comunicazione letteraria (Bompiani 1986). Tra i romanzi viene ricordato in particolare L'ora di tutti. Contemporaneamente non trascura la sua grande passione per la storia medievale con i suoi saggi su Cavalcanti, Dante, l'aristotelismo latino e l'influsso della cultura araba (Dante a un nuovo crocevia, 1981; Percorsi dell'invenzione, 1993; La felicita' mentale. 1983). La Corti non solo si dedico' all'insegnamento, ma per la scuola scrisse diversi libri di testo: fra gli altri l'innovativa grammatica Una lingua per tutti (1978), che elaboro' con alcuni giovani collaboratori; non va poi dimenticato che nel suo dinamismo culturale fu in Accademica della Crusca, fondo' e diresse riviste come 'Strumenti critici', 'Autografo' e 'Alfabeta' e collaboro' per un periodo al quotidiano "La Repubblica". All'inizio del 2002 ancora attiva e lucida venne ricoverata all'ospedale San Paolo di Milano in seguito a una crisi respiratoria, e il 22 febbraio mori'; la salma venne tumulata nella tomba di famiglia a Pellio Intelvi il 25 febbraio. Opere principali: a) narrativa: L'ora di tutti, Milano 1962; II ballo dei sapienti, Milano 1966; Cantare nel buio, 1981; Voci del nord-est. Taccuino americano, Milano 1986 e 2004; II canto delle sirene, Milano 1989; Catasto magico, 1999; Storie, Lecce 2000; La leggenda di domani, Lecce 2007. b) Saggistica: Metodi e fantasmi, Milano 1969, nuova edizione ampliata 1997; (con Cesare Segre), I metodi attuali della critica in Italia, Torino 1970; PrincÏpi della comunicazione letteraria, Milano 1976; II viaggio testuale, Torino 1978 e 1991; Beppe Fenoglio. Storia di un 'continuum' narrativo, Padova 1978; (con E. Manzotti e F. Ravazzoli), Una lingua di tutti, 1979; Dante a un nuovo crocevia, 1981; La felicita' mentale. Nuove prospettive per Cavalcanti e Dante, Torino 1993; Percorsi dell'invenzione. Il linguaggio poetico e Dante, Torino 1993; Ombre dal fondo, 1997; Dialogo in pubblico, 1995 e 2001; Scritti su Cavalcanti e Dante, Torino, 2003; La lingua poetica avanti lo Stilnovo. Studi sul lessico e sulla sintassi, 2005". Su Maria Crti cfr. anche gli scirtti in ricordo apparsi su "Notizie minime della nonviolenza in cammino" nn. 516 e 517, e "Voci e volti della nonviolenza" n. 201 (fascicolo monografico in sua memoria)]

 

Maria Corti (Milano 1915 - 2002).

Maria Corti era una signora dal viso gentile, dai lineamenti minuti, l'espressione trasparente, con qualche inquietudine; e spunti improvvisi di passione mentre parlava. L'ho incontrata molte volte, ho discusso con lei e piu' di una volta sono stata convinta dalle sue argomentazioni. Diciotto anni fa, nella mia Statale di Milano, ho ascoltato insieme ai miei allievi di filosofia medievale una sua lezione su Dante e Cavalcanti e la passione intellettuale e civile espressa nel nuovo stile di quei poeti.

Maria Corti non aveva famiglia, ma era attiva e serena, curiosa del mondo, mai sola: la circondavano amici e soprattutto allieve e allievi con attitudine affettiva e attenta.

Era nata a Milano e nella sua citta' e' scomparsa nove anni fa. La sua adolescenza non era stata fortunata: aveva perso la mamma molto presto, il padre era spesso lontano per lavoro. Per anni Maria studia in collegio, ma trascorre vacanze serene con le amiche a Lanzo in Val d'Intelvi nell'amata casa di famiglia ora tristemente disabitata e quasi in rovina.

Le piaceva studiare e all'universita' di Milano ottiene la lode in due lauree, in letteratura latina medievale con Benvenuto Terracini e in filosofia con Antonio Banfi. Amava anche insegnare: appena laureata, a Brescia, a Como e a Milano nella scuola media, e poi all'universita' di Pavia e in Puglia come assistente incaricata e di nuovo a Pavia, dove vince la cattedra che tiene con tanto prestigio durante tutta la vita.

Erano anni singolarmente prosperi per l'ateneo pavese: con i colleghi e amici Cesare Segre, Dante Isella e D'Arco Silvio Avalle, Maria Corti guida una scuola di italianistica che apre gli studi letterari e filologici alle nuove prospettive dello strutturalismo e della semiotica. Istituisce con singolare lungimiranza il Fondo manoscritti di autori moderni e contemporanei, un archivio ricchissimo, forse oggi il primo del genere in Europa, che raccoglie saggi, romanzi, poesie e appunti manoscritti di autori del Novecento: Eugenio Montale, Carlo Emilio Gadda, Alfonso Gatto, Italo Calvino, Giorgio Manganelli, Anna Banti, Elsa Morante, Carlo Levi, Umberto Saba, Maria Luisa Spaziani, Goffredo Parise, Rita Levi Montalcini, Paolo Volponi, Luigi Meneghello, Alda Merini, Alberto Arbasino sono fra molti altri gli scrittori presenti.

Possiamo avvertire la passione e il rigore che animano questo suo impegno nelle pagine del saggio del 1997 Ombre sul fondo.

Maria era anche un'instancabile scrittrice: i suoi romanzi sono godibilissimi, pieni di humour e sensibile curiosita' per gli ambienti e i paesaggi. Indimenticabili certe pagine del Taccuino americano (1986) dove rivive in tutto il suo splendore l'"estate indiana" del New England dove aveva insegnato, la vita vivace dei campus universitari, gli incontri, le conversazioni e gli studi di una stagione felice.

Nei suoi saggi le rigorose analisi dei testi aprono sovente prospettive originali di ricerca e spunti innovativi sia per la critica letteraria che per la storia delle idee.

Per parlare piu' da vicino di Maria Corti scelgo, dalla ricca bibliografia, un suo scritto importante per me - ma non solo per me - da un punto di vista culturale e anche emotivo, un saggio del 1983, La felicita' mentale. Qui Maria ricostruisce le linee di una teoria sostenuta nel Duecento da alcuni maestri di Parigi, una teoria audace nel contesto culturale di quei tempi e condivisa da Dante e dai suoi amici poeti. E' possibile per un individuo raggiungere e "gustare" la voluptas intellectualis (felicita' mentale) durante la vita terrena anticipando la beatitudine del Paradiso?

Il punto di partenza sta in un capolavoro dell'etica filosofica del Duecento, il De summo bono, opera del maestro delle Arti Boezio di Dacia che affermava l'esistenza di un bene "naturale" comune a tutti gli uomini, anche ai non cristiani, precedente e indipendente dalla beatitudine ultraterrena oggetto di fede per il credente. Il prototipo dell'uomo al quale, secondo Boezio di Dacia, e' aperta la possibilita' di una felicita' "naturale" in vita e' il filosofo, ossia colui che si dedica alla ricerca intellettuale e indaga con la sola forza della ragione: e' nella meditazione filosofica "che si puo' arrivare a conoscere la nobilta' della virtu' bene superiore a ogni altro bene, e si e' in grado quindi di scegliere e gustare il piacere della contemplazione". E' una felicita' che non nega l'esistenza di altre felicita' oltre la vita, ma certamente rivendica con orgogliosa consapevolezza l'autonomia del pensiero dalla fede. Nel 1277 il vescovo di Parigi, "Atene del nord", rispecchiando la posizione dei teologi (i maestri universitari piu' potenti), censuro' molte tesi dei filosofi "seguaci di Averroe'" e fra queste quella, cruciale, che affermava la coincidenza fra felicita' e contemplazione intellettuale e filosofica.

Ma l'idea semplice e grande connaturata al vivere civile e alla fiducia nelle doti umane avra' una strada lunga anche se difficile nei secoli dal medioevo alla modernita': il piacere che abita nella vita attiva dell'intelletto e' anche indagine sul passato e sguardo sul mondo presente, come ben sapeva e insegnava Maria Corti.

Fonti, risorse bibliografiche, siti: Fondo Manoscritti dell'Universita' degli studi di Pavia: www-3.unipv.it/fondomanoscritti/ ; sull'Enciclopedia Multimediale delle Scienze filosofiche: www.emsf.rai.it/biografie/anagrafico.asp?d=759 ; una bibliografia: http://siba.unipv.it/biblioteche/anagrafe_biblio/CentroMss/Corti.htm ; su Italianistica on line: www.italianisticaonline.it/2002/corti-maria/#Bibliografia

 

4. PROFILI. MARIATERESA FUMAGALLI BEONIO BROCCHIERI: CRISTINA DI PIZAN

[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it]

 

Cristina di Pizan (Venezia 1364 - Parigi 1430).

Cristina, nata in Italia, fu educata alle lettere e alle scienze dal padre, prima docente di medicina e astronomia all'universita' di Bologna, poi consigliere del re Carlo V alla corte di Parigi, dove si stabilisce con la famiglia. Cristina stessa ricorda che il maggior ostacolo alla sua istruzione - raro percorso per una donna di quei secoli - era rappresentato dalla opposizione della madre che avrebbe preferito per lei la tradizionale istruzione femminile ("ago e filo"), piu' adatta a una futura moglie.

Due disgrazie danno in seguito, dolorosamente, ragione a Cristina: le morti ravvicinate del padre e del giovane e amato marito la lasciano senza mezzi e con figli piccoli da crescere. Costretta dunque, come lei dice, a "diventare uomo", mette a frutto la sua cultura e le sue capacita': diviene la prima scrittrice della storia francese in grado di provvedere con il suo lavoro alla famiglia, conquistandosi un ruolo sociale e intellettuale di prestigio. Esordisce ricopiando nel suo scriptorium testi famosi per la corte; poi compone opere su commissione di principi e nobili come la biografia di Carlo V chiestale dal fratello del sovrano. I tempi in Francia allora erano molto duri: la guerra contro gli inglesi, la Guerra dei Cent'anni, iniziata nei primi decenni del XIV secolo e durata fino alla meta' del XV, e' segnata ben presto da carestie tremende e dalla Peste Nera, che spazza via le risorse umane ed economiche rendendo la vita politica e quotidiana precaria e pericolosa. Ma la cultura rimaneva viva e all'universita' di Parigi maestri ben noti insegnano teorie originali e forti, come avveniva del resto nelle universita' inglesi di Oxford e Cambridge.

Cristina vive dunque in un clima culturale vivace e ricco di dibattiti e anche contrasti: si discute di guerra e pace, di ricchezza e "vera nobilta'" d'animo; di virtu' pagane come la magnanimita', diverse dalle virtu' cristiane fondate sull'umilta'. Ma Cristina nei suoi scritti introduce un tema assolutamente originale, senz'altro rivoluzionario: uomo e donna sono - afferma - pari "per natura" quanto a capacita' intellettuali. Soltanto l'educazione, il ruolo sociale e le circostanze, secondo Cristina, fanno la differenza avvantaggiando nella vita l'uomo e relegando la donna in secondo piano.

Sul tema le due opere piu' importanti sono La citta' delle dame (1405) in cui rovescia i luoghi comuni dell'inferiorita' femminile che risalivano all'autorita' di Aristotele, e il Dettato dedicato a Giovanna d'Arco scritto poco prima di morire. Nella prima opera Cristina racconta di aver ricevuto la visita di tre donne, Ragione, Rettitudine e Giustizia, che la invitano a costruire una fortezza per difendere le donne dalle maldicenze e dai pregiudizi avversi. La Citta' racchiude una lunga sequenza di donne esemplari per sapienza, cultura, coraggio. Del resto un uomo di valore come il padre di Cristina - affermano le tre prestigiose figure simboliche - "era persuaso che le donne potessero imparare le scienze e le lettere al pari degli uomini", tanto da istruire quella figlia cosi' dotata. E invero il risultato gli aveva dato ragione: Cristina in tutti i suoi scritti (ballate, scritti politici e biografie) dimostra la sua ampia cultura e non ignora, ad esempio, le opere di Aristotele, Dante e Boccaccio.

L'opera dedicata a Giovanna d'Arco e' scritta invece da una Cristina gia' vecchia e melanconica, la quale da anni non prende in mano la penna; e' una dimostrazione nei fatti della teoria dell'autrice sulla parita' naturale del genere femminile. Questa volta non e' la storia antica, biblica e classica, a portare esempi a favore di Cristina ma "un miracolo" vissuto, una impresa straordinaria a lei contemporanea, quella di Giovanna di Orleans eroina e protagonista della riscossa francese nella Guerra dei Cent'anni: "Io Christine per la prima volta dopo tanto tempo comincio a ridere... per lungo tempo ho vissuto triste come in gabbia... nel dolore, io come gli altri, ma la stagione e' cambiata". La Fortuna e' ritornata nella vita della Francia e di Cristina. L'intreccio della vita della scrittrice e della Pulzella d'Orleans e' evidente nel racconto. Certamente e' difficile capire come una giovane contadina abbia potuto convincere il re della sua capacita' di condurre l'esercito alla vittoria, ma lo e' altrettanto "spiegarsi come Cristina, donna laica e borghese, sia riuscita a fare della sua cultura un tale strumento di autoaffermazione" (Maria Giuseppina Muzzarelli). "Che onore per il sesso femminile quando questo nostro regno interamente devastato, fu risollevato e salvato da una donna, cosa che cinquemila uomini non hanno fatto..." scrive Cristina. Non sappiamo se abbia vissuto abbastanza per conoscere la tragica conclusione della storia di Giovanna (condannata nel maggio 1430): per pochi mesi forse la notizia le e' stata risparmiata.

Bibliografia: Maria Giuseppina Muzzarelli, Un'italiana alla corte di Francia. Christine de Pizan intellettuale e donna, Bologna, Il Mulino 2007; Christine de Pizan, La Citta' delle Dame (introduzione, traduzione e note a cura di Patrizia Caraffi; edizione originale a fronte a cura di Earl Jeffrey Richards) Milano, Luni Editrice 1997 (ristampa, Roma, Carocci 2004); Anna Slerca (a cura di), Christine de Pizan, Cento ballate d'amante e di dama (testo originale a fronte), Aracne 2007; Patrizia Caraffi - Giovanna Angeli (a cura di), Atti del convegno, Bologna 2009 (in preparazione). Cfr. anche il sito a cura dell'Universita' di Siena.

 

5. PROFILI. MARIATERESA FUMAGALLI BEONIO BROCCHIERI: ILDEGARDA DI BINGEN

[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it]

 

Ildegarda di Bingen (Bermersheim vor der Hoehe 1098 - Bingen 1179).

A piu' di ottant'anni, un'eta' ragguardevole per l'epoca, ma non rara fra i monaci - la cui salute era favorita dai disciplinati ritmi di lavoro e riposo e dalla dieta della vita monastica - moriva nel monastero benedettino di Rupertsberg della diocesi di Magonza la badessa Ildegarda, sapiente scrittrice, donna di potere e a mio parere filosofa. Uso questa parola deliberatamente rifiutando il luogo comune che la definisce "visionaria", termine senz'altro equivoco: gli scritti di Ildegarda parlano, oltre che di teologia, soprattutto di quella che nel secolo XII si chiamava "filosofia della natura" (poi "fisica"), della formazione del cosmo, delle qualita' delle cose e degli eventi fisici e di etica, condividendo gran parte del sapere e delle fonti dei suoi contemporanei maestri a Chartres e Parigi. Oltre alla Bibbia e agli scritti dei Padri, la badessa di Bingen conosceva teorie filosofiche e mediche antiche, e persino ermetiche, giunte a lei per vie che restano, a noi, ancora ignote. Ildegarda afferma che "tutta la filosofia che nasce in Abramo" si realizza attraverso la ragione e che lei "senza aver ricevuto istruzione e senza scuola ha compreso gli scritti dei profeti e anche dei filosofi". Singolare e diversa e' invece la forma dell'esposizione scelta da Ildegarda, la visione: la narrazione potentemente visuale le e' dettata, dichiara, da un rivelazione inviatale dalla Voce, o dalla Luce. In essa Ildegarda "vede e custodisce nella memoria", sperimenta e conosce la verita'. Il suo stile - che lei definisce "semplice e rozzo" e gli studiosi moderni giudicano originale e potente - si compone sontuosamente fra immagini, colori e simboli ed e' dovuto anche al suo essere donna e come tale non autorizzata istituzionalmente a insegnare nello spazio e con il linguaggio della scuola. Il suo messaggio dunque deve essere garantito, legittimato, dall'Alto: cio' le assicurera' un'autorita' sempre piu' indiscussa, fino a permetterle, nelle sue lettere, di dialogare con i potenti della terra e i dotti del suo tempo.

Ma che cosa vede e descrive, nei suoi scritti, Ildegarda? In Scivias, una delle opere maggiori, espone la sua teologia, dalla creazione del mondo alla Caduta di Adamo, alla fondazione della Chiesa e ai sacramenti; nel Liber de vita meritorum mette al centro del Cosmo la figura dell'Uomo alato, simbolo della divinita' eterna, immanente e operante nel mondo, "fuoco che romba nascosto e bruciante e anima tutte le cose". Il tema ritorna nel De operatione Dei, la sua opera piu' sistematica: Ildegarda illustra le potenti immagini di un mondo simbolico ricco di analogie con alcuni aspetti centrali della cultura del secolo: l'uomo "operaio della divinita'"; il mondo come macrocosmo, materia vivente al pari dell'uomo microcosmo; l'Anima del mondo e l'armonia delle sue parti; tutte riflessioni pervase dalla speranza di un accesso al divino che passa attraverso l'umana ragione e l'umana virtu'. La figura dell'Amore riconosce il mondo come teofania e si identifica con l'opera della Ragione: "Mio e' il soffio della Parola risonante attraverso la quale la creazione nasce all'essere...".

All'interno di questo quadro rileviamo teorie particolari e sorprendenti come l'analisi originale della differenza del temperamento melanconico nell'uomo e nella donna, contenuta nell'esposizione della dottrina antica dei quattro umori e caratteri. "L'eccesso di umore melanconico nell'uomo provoca lussuria e frenesia. Amaro, avido, privo di saggezza, carico di senso di morte l'uomo melanconico desidera le donne ma non le ama e le assale come un lupo di notte o un vento impetuoso che scuote le case: il suo abbraccio non da' tenerezza... La donna melanconica e' poco resistente e i suoi pensieri mutevoli vagano qua e la'. Dopo aver fatto l'amore si sente sfinita e non sa parlare con dolcezza agli uomini che non ama veramente nel profondo del cuore e che quindi si allontanano da lei. Talvolta il piacere dell'amore la invade ma per breve tempo e subito lo dimentica. Vive meglio, piu' forte e sana se non si sposa...".

Notevole anche la valutazione acuta e positiva dell'amore fisico fra uomo e donna, anche qui distinti nel piacere (delectatio): "l'amore dell'uomo e' un ardore simile a un incendio che divampa nel bosco, quello della donna assomiglia al caldo tepore che viene dal sole e fa crescere i frutti...".

E' bello e singolare che siano gli scritti di una monaca sapiente, grande protagonista della cultura monastica, a rappresentare con tanta evidenza l'affermarsi di un nuovo linguaggio e di un positivo atteggiamento che prende le distanze dalle tendenze ascetiche della cultura altomedievale.

Bibliografia: Ildegarda di Bingen, Il libro delle opere divine (testo latino a fronte), a cura di Cristiani M. - Pereira M., Milano, Mondadori 2003; Peter Dronke, Donne e cultura nel Medioevo, Milano, Il Saggiatore 1986.

 

6. PROFILI. MARIATERESA FUMAGALLI BEONIO BROCCHIERI: MARGHERITA PORETE

[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it

Su Margherita Porete cfr. anche il testo di Luisa Muraro in "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 299]

 

Margherita Porete (Valenciennes ? - Parigi 1310).

Il primo giorno di giugno del 1310, la data del rogo di Parigi, e' anche la sola data conosciuta nella vita di Margherita Porete, nata probabilmente a Valenciennes. Anche Margherita e' teologa, ma diversamente da Ildegarda, che dichiarava di trasmettere il messaggio della Voce, afferma di parlare a nome delle "anime semplici e libere", quell'invisibile comunita' alla quale sentiva di appartenere. Il destino delle due donne non poteva che essere diverso. Il Miroir des ames simples (in volgare francese) di Margherita e' un testo considerato oggi dagli studiosi un'opera "incomparabilmente originale" (Peter Dronke) e di rara potenza poetica e drammatica, un saggio di autocoscienza e di pieta' religiosa che ci dice molto sui movimenti ispirati al Libero Spirito. Al centro delle idee vi e' la Signora Amore che "non tien conto di vergogna o onore, di poverta' e ricchezza, di inferno o paradiso" e giunge a "guardare la morte della Ragione" (impersonata dalla scolastica dell'universita' del tempo).

La trama della teologia di Margherita e' volutamente paradossale e rispecchia con semplicita' di espressione i temi del pensiero neoplatonico e del linguaggio mistico che aspirano all'annullamento di se', e persino il motivo, proprio della letteratura cavalleresca e cortese, dell'innamorato lontano (in questo caso Dio). In contrasto alla "piccola chiesa" dei potenti e dei dotti istituita sulla terra, Margherita illumina l'idea della chiesa vera, "semplice e invisibile" vincolata dalla sola carita', senza dogmi e dimostrazioni. Scrive Margherita: "Teologi e chierici anche se possedete ingegno non sarete in grado di capire se non camminate sulle vie dell'umilta' e se Amore e Fede non vi aiuteranno a andare oltre la Ragione...". Che Margherita non si sia degnata di rispondere ai suoi giudici non fa meraviglia: predicava in pubblico dottrine eretiche, violava come donna l'antico divieto di insegnare pubblicamente e soprattutto proponeva una religione come fede interiore e spontanea, libera dai vincoli della gerarchia ecclesiastica. La sua condanna a morte era inevitabile. Per due secoli l'unico manoscritto sopravvissuto nonostante la scomunica, copiato in segreto piu' volte, assicuro' la sua fama. Poi sull'opera di Margherita scese un lungo silenzio rimosso soltanto trent'anni fa da uno storico della letteratura come Peter Dronke.

Bbibliografia: Margherita Porete, Specchio delle anime semplici annientate, Milano, San Paolo 2000; Romana Guarnieri, nel 1965, ha pubblicato lo "Specchio" di Margherita ne Il movimento del Libero Spirito, Edizioni di storia e letteratura, Roma 1965; Peter Dronke, Donne e cultura nel Medioevo, Milano, Il Saggiatore 1986; Georgette Epiney - Burgard Emilie Zum Brunin, Le poetesse di Dio - L'esperienza mistica femminile nel Medioevo, Milano, Mursia; Georges Duby - Michelle Perrot, Storia delle donne - Il Medioevo, Bari, Laterza 2009.

 

7. PROFILI. PAOLA MATTIOLI: LUISA MATTIOLI PERONI

[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it

Paola Mattioli "e' nata a Milano nel 1948, ha studiato filosofia e si e' laureata con una tesi sul linguaggio fotografico. I temi principali del suo lavoro sono il ritratto, l'interrogazione sul vedere, il linguaggio, la differenza femminile, le grandi e le piccole storie (dall'Africa alla fonderia). Tra le mostre principali: Immagini del no (1974); Cellophane (1979); Statuine (1987); Regine d'Africa (2004); Consiglio di Amministrazione (2006); Alfabeti (2007).Tra le sue pubblicazioni: Ungaretti (1972); Ci vediamo mercoledi' (1978); Donne irritanti (1995); Tre storie (2003); Fabbrico (2006); Dalmine (2008); Una sottile distanza (2008)"]

 

Luisa Mattioli Peroni (Milano 1918 - 1993).

Quando nel '95 mi sono trovata nella situazione - emotivamente complessa - di ricordare mia mamma mi sono servita di una coralita' di interventi; anche qui intreccio tre voci diverse, per raccontarla.

Affido al suo curriculum, scritto forse verso il 1985, trovato tra le sue carte, il compito di esporre la parte della vita professionale e dell'impegno politico e sociale: "Laureata in giurisprudenza nel 1941 presso l'Universita' di Stato di Milano. Iscritta all'Albo Avvocati di Milano dal 1954. Nominata dal Consiglio Superiore della Magistratura vice-pretore onorario, ne ha svolto le funzioni presso la Pretura di Milano dal 1963 al 1967 (e' sua la prima sentenza in Italia stesa e sottoscritta da una donna). Durante gli anni della Resistenza aveva partecipato all'attivita' clandestina del gruppo costituitosi presso l'istituto di Diritto Internazionale dell'Universita' di Stato, presso il quale era assistente del prof. Roberto Ago. E' stata tra i soci fondatori del Centro per la Riforma del Diritto di famiglia di Milano e ha partecipato per anni ai lavori di quel Centro per il nuovo diritto di famiglia. Iscritta al Psi dal 1962, ha dato per anni la sua attivita' alla Commissione Femminile Socialista. Nominata dal partito a far parte del Collegio dei Probiviri di Milano, ne e' stata presidente dal 1968 al 1976. E' stata consigliere dell'Ente Comunale di Assistenza di Milano dal 1966 al 1971. E' stata Presidente dell'Istituto Marchiondi e Spagliardi di Milano dal 1973 al 1984 (sempre senza emolumento alcuno). Ha partecipato fin dal 1962 alle lotte per l'emancipazione femminile, anche come membro della segreteria provinciale prima, e della segreteria nazionale poi, dell'Unione Donne Italiane. Attualmente e' presidente dell'Unione Femminile Nazionale".

E' la voce di Anna del Bo Boffino invece, amica e vicina nel lavoro fatto all'Unione Femminile, che puo' restituire lo "spirito costruttivo" e la complessita' nei quali si esprimeva tanto impegno: "Luisa appartiene a quella generazione di donne che ha conosciuto per prima l'emancipazione: negli anni della guerra e del dopoguerra, quelle di noi che avevano studiato al liceo e all'universita', che erano entrate a far parte dei gruppi intellettuali e politici antifascisti, erano state accolte come le benvenute. [...]. Eravamo preparate, eravamo brave, e ci sosteneva la passione di un rinnovamento che si manifestava a tutto campo. Accettare le regole maschili del gruppo era obbligatorio. Assumerle era una sorta di promozione. I nostri compagni ci valutavano con il loro metro di qualita'. Come donne, ci trattavano con la cavalleria che avevano imparato da bambini. Certe "debolezze" femminili non erano ammesse [...].

Senza rendercene conto, stavamo mutando la nostra identita': c'era molto da imparare, e si buttavano via senza pensarci doti femminili che apparivano solamente ingombranti.[...].

A tutte noi era toccato scoprire che l'emancipazione, il valore personale raggiunto e riconosciuto, erano una sorta di esistenza parallela, poco coniugabile con la vocazione familiare. La si metteva da parte, in attesa di tempi migliori, e intanto si sperimentava la condizione femminile nelle sue antiche radici e nelle sue precarie mutazioni.

Sulla famiglia c'era molto da riflettere, studiare. Quelle di noi che avevano acquisito gli strumenti culturali per farlo, ci si sono dedicate in zone diverse del sapere. Luisa ha partecipato, allora, ai lavori del Centro per la Riforma del Diritto di famiglia e in particolare alla Commissione per i figli nati fuori dal matrimonio.

"Sempre senza emolumento alcuno", annota lei nella scarna autobiografia. Perche' cosi' voleva l'etica della solidarieta' socialista e umana della presenza civica, della donazione di se' e del proprio impegno professionale a favore dei "deboli". Era un modo per legittimare la propria autorevolezza di persona/donna? Cosi' si chiedeva alle emancipate prima che l'ondata femminista denunciasse i costi che le donne stavano ancora pagando per acquisire il merito di cittadinanza in un mondo governato dal potere maschile e da un codice virile.

Quella era una strada obbligata, per tutte noi che volevamo (ingenuamente, anche) utilizzare le nostre lauree, i nostri diplomi e tutto quanto avevamo imparato sui libri e nella vita. Ma l'onda lunga del femminismo ci raggiunse, e ci mostro' quanto fossimo divise, tra famiglia e lavoro, tra identita' sessuale e identita' civile. Il confronto con le figlie, negli anni Settanta, ci rivelo' brutalmente a quante autocensure, a quanti edificanti sacrifici ci fossimo sottoposte per ottenere credito, per conquistare un'attendibilita' sempre negata. Luisa ottenne un riconoscimento ufficiale per le ore, i mesi, gli anni che aveva dedicato al suo impegno civico: nel giugno 1985 fu insignita Ufficiale all'ordine al merito della Repubblica italiana: un particolare dimenticato della sua esistenza.

Sentiva, ormai, che le strade dell'emancipazione femminile corrono troppo distanti dalle vene profonde dell'esistenza femminile. [...]. Divenne Consigliere e poi Presidente dell'Unione Femminile Nazionale, dal 1970 fino alla morte. E grazie alla sua attiva amministrazione i conti tornarono in attivo, il vecchio edificio di Porta Nuova fu ripulito, restaurato. Quella casa delle donne ritrovo' con Luisa la sua antica vocazione, la sua autonomia, la sua integrita'. E si apri' ad altre associazioni femminili milanesi (l'Associazione per gli Studi storici di Elvira Badaracco, la Libera Universita' delle Donne) che qui trovarono ospitalita' e nuove energie per continuare l'opera di approfondimento e diffusione di una cultura femminile e femminista.

Luisa seppe individuare, negli ultimi tempi di vita, chi poteva succederle nel difficile governo dell'Unione Femminile Nazionale. Affido' a Annarita Buttafuoco il compito di proseguire, e oggi l'Unione e' ricca di attivita' fiorenti nelle quali si sono inserite le docenti di storia".

Infine, io avevo scelto la fotografia, un piccolo percorso sul tema del ricordo, e una breve nota di riflessione: "Mi sono messa a sfogliare le carte della Mamma - compito che lei mi ha esplicitamente lasciato - e ho capito l'importanza di questo selezionare e discernere, di questo guardare per lei. Mi sono messa al suo tavolo. [...] Documenti, lettere, ricordi: qualcosa da scoprire, qualcosa da concludere, altre cose su cui sorvolare. Uno sguardo, se possibile, attento e lieve, capace di lasciare zone ombrose di intimita'.[...] Ho cercato di vedere la Mamma - non la casa - in certi piccoli elementi che raccontano di lei. Nelle cartelle legate con la fettuccia, nella tappezzeria a fiori, gli album numerati, un angolo di pianoforte, la luce che filtra in camera da letto. La distanza emotiva e' inversamente proporzionale alla lucidita' creativa. Ho pubblicato quella sequenza di immagini convinta che il sentimento che essa esprime sia ampiamente generalizzabile. Chi conosceva la Mamma sa la tenerezza del suo legare le pratiche con la fettuccia rossa: un misto di concreta efficienza, di sapore di cucito, di regalo di Natale. Chi non la conosceva, credo possa avere un senso analogo "della fettuccia". Un rimpianto: non aver fotografato allo stesso modo lo studio del Papa'. Forse allora io non ero in grado di assumermi l'ultimo sguardo. E lui - come ora lei - mi sembrava indimenticabile. Non sapevo che il ricordo si affievolisce".

Fonti, risorse bibliografiche, siti: Luisa Mattioli Peroni 1918-1993, Milano, Edizioni Lybra Immagine 1995; Unione Femminile Nazionale: www.unionefemminile.it; Linda - Libera Universita' delle Donne: www.universitadelledonne.it; Associazione per gli studi storici Elvira Badaracco: www.fondazionebadaracco.it

 

==============================

NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

==============================

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 324 del 15 aprile 2011

 

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

 

Per non riceverlo piu':

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

 

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web

http://web.peacelink.it/mailing_admin.html

quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

 

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:

http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

 

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it