Telegrammi. 526
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- Date: Fri, 15 Apr 2011 00:39:57 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 526 del 15 aprile 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Sia fatto tutto il possibile per l'incolumita' e la liberazione di Vittorio Arrigoni
2. Peppe Sini: Contrastare la guerra e il razzismo. Con la scelta della nonviolenza
3. Mao Valpiana: Ventesimo giorno di digiuno nonviolento collettivo a staffetta per opporsi alla guerra e al nucleare
4. Ancora una lettera aperta alla Ministra dell'Ambiente sulla grave situazione del lago di Vico
5. Anna Zoli: Eva Johnson
6. Anna Zoli: Amedea Zanarini
7. Per sostenere il Movimento Nonviolento
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. ULTIMORA. SIA FATTO TUTTO IL POSSIBILE PER L'INCOLUMITA' E LA LIBERAZIONE DI VITTORIO ARRIGONI
Attraverso un video diffuso nella rete telematica giunge la notizia del rapimento a Gaza del volontario italiano Vittorio Arrigoni, che nel video appare sanguinante, bendato ed impedito nei movimenti.
Chiediamo a chi ne ha la possibilita' di fare tutto il possibile per la sua incolumita' e la sua liberazione.
2. EDITORIALE. PEPPE SINI: CONTRASTARE LA GUERRA E IL RAZZISMO. CON LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA
Nel nostro paese non c'e' alcuna speranza di salvare la legalita' e la democrazia, la decenza e la civilta', se non si contrasta la guerra e il razzismo.
Se non si fa cessare la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan e in Libia, se non si fa cessare la persecuzione razzista dei migranti, come si puo' sperare di fermare l'eversione dall'alto berlusconiana?
E se non si batte per salvare le vite degli esseri umani maciullate dalla guerra e dal razzismo, la societa' civile italiana resta complice degli assassini, resta complice dei massacratori.
E se non si batte per salvare le vite degli esseri umani maciullate dalla guerra e dal razzismo, l'opposizione politica al governo eversivo non e' neppure un'opposizione, ma un'ulteriore forma della prostituzione al male, della vilta' asservita alla violenza.
Occorre in Italia un'insurrezione nonviolenta contro la guerra e contro il razzismo; un'insurrezione nonviolenta per la legalita' e la democrazia, per la giustizia e la solidarieta'.
Un'insurrezione nonviolenta che contrasti la guerra ed i suoi apparati: che imponga la cessazione della partecipazione italiana alle guerre, che imponga la cessazione della produzione di armi e della conseguente fornitura di armi a regimi dittatoriali e violatori dei diritti umani, a golpisti non meno stragisti dei regimi da cui provengono, a gruppi criminali di ogni risma.
Un'insurrezione nonviolenta che contrasti il razzismo in tutte le sue forme, e faccia valere il diritto di ogni essere umano in fuga da fame, guerre e dittature, a muoversi liberamente sull'intero pianeta, a trovare ovunque accoglienza e assistenza.
Un'insurrezione nonviolenta che difenda la Costituzione della Repubblica Italiana.
Un'insurrezione nonviolenta che difenda la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.
Se non ci si batte per questo, tutto il resto e' inane, o peggio ancora: ambiguo, ipocrita, complice degli assassini.
3. INIZIATIVE. MAO VALPIANA: VENTESIMO GIORNO DI DIGIUNO NONVIOLENTO COLLETTIVO A STAFFETTA PER OPPORSI ALLA GUERRA E AL NUCLEARE
[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]
Sono piu' di 100 le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno finora aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento "per opporsi alla guerra e al nucleare".
Questa iniziativa nonviolenta prosegue dal 27 marzo scorso, e nuovi aderenti hanno gia' annunciato la loro partecipazione almeno fino a mercoledi' 20 aprile. Ma altri ancora si stanno aggiungendo, e si proseguira' oltre. Si digiuna in ogni parte d'Italia, da Trieste a Bari, da Cagliari a Verona, da Venezia a Roma.
La nonviolenza e' contagiosa; abbiamo iniziato con un digiuno di 48 ore, che sta proseguendo da 20 giorni.
La guerra fra gli uomini (in Libia e in Afghanistan) e con la natura (a Fukushima e a Cernobyl) e' un crimine contro l'umanita'.
La nonviolenza fra gli uomini e con la natura e' la via di salvezza per l'umanita'. Il digiuno e' una delle strade per la nonviolenza.
Chi desidera aderire al digiuno lo puo' comunicare a: azionenonviolenta at sis.it (indicare nome, cognome, citta', giorno o giorni di digiuno).
Di seguito l'elenco dei digiunanti aggiornato alle ore 18,30 del 14 aprile 2011.
Hanno finora digiunato a staffetta: Mao Valpiana (Verona), Caterina Del Torto (Ferrara - Verona), Elisabetta Pavani (Ferrara), Raffaella Mendolia (Mestre - Venezia), Lucia Grieco (Mestre - Venezia), Sergio Paronetto (Verona), Daniele Lugli (Ferrara), Maddalena Soffi (Verona), Domenico Letizia (Caserta), Alessandro Pizzi (Soriano - Viterbo), Luca Giusti (Genova), Massimiliano Pilati (Trento), Piercarlo Racca (Torino), Angela Dogliotti Marasso (Torino), Enrico Peyretti (Torino), Rocco Pompeo (Livorno), Caterina Bianciardi (Livorno), Mirella Martini (Mestre - Venezia), Vincenzo Benciolini (Verona), Gabriella Falcicchio (Bari), Albachiara Orlando e Stefano Daga (Oristano), Gavina Galleri (Cagliari), Giovanni e Graziella Ricchiardi (Torino), Mira Mondo (Condove - Torino), Claudia Pallottino (Torino), Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi), Pier Cesare Bori (Bologna), Marzia Manca (Cagliari), Tommaso Gradi (Ferrara), Laura Cappellari (Pedavena - Verona), Aurora Bedeschi (Ferrara), Marco Baleani (Gubbio), Silvana Valpiana (Verona), Claudia Capra (Brescia), Paolo Predieri (Brescia), Adriano Moratto (Brescia), Anna Zonari (Ferrara), Tiziana Valpiana (Verona), Marina Nardovino (Verona), Carmine Buro (Prato), Pier Cesare Bori (Bologna), Pietro Del Zanna (Poggibonsi), Pierpaolo Loi (Monserrato - Cagliari), Raffaele Ibba (Cagliari), Maria Erminia Satta (Tempio Pausania), Andrea Zanetti (Orvieto), Lucia Agrati (Roma), Claudia Bernacchi (Padova), Marzia Manca (Cagliari), Maria Elena Sulis (Cagliari), Ignazio Carta (Cagliari), Frate Antonio Santini (Trieste), Ettorina Rubino (Trieste), Massimiliano Brignone (Torino), Danilo Villa (Monza), Maria Grazia Misani (Monza), Stefano Panozzo (Padova - Bruxelles), Tiziana Cimolino (Trieste), Francesca Cimolino (Trieste), Arianna Salan (Verona), Beatrice Pascucci (Cesena), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Liliana Obad (Trieste), Gianfranco Aldrovandi (Guastalla), Paolo Predieri (Brescia), Pier Cesare Bori (Bologna), Giorgio Pellis (Trieste), Marzia Manca (Cagliari), Raffaele Ibba (Cagliari), Pietro Del Zanna (Poggibonsi), Marco Baleani (Gubbio), Paola, Giovanni, Benedetta Baleani (Gubbio), Alessandro Capuzzo (Trieste), Giorgio Pellis (Trieste), Anna Bellini (Ferrara), Claudia Pallottino (Torino), Massimiliano Brignone (Torino), Serena Pulcini (Trieste), Gloria Germani (San Casciano - Firenze), Teresa Piras (Iglesias), Edvino Ugolini (Trieste), Cristina Cometti (Milis - Oristano), Enrico Peyretti (Torino), Peppe Sini (Viterbo), Pasquale Dioguardi (Livorno), Mao Valpiana (Verona), Jolanda Spallitta (Alessandria), Enrico Gabbioneta (Sesto ed Uniti - Cremona), Raffaele Barbiero (Forli' - Cesena), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Anna Bellini (Ferrara), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Tiziana Cimolino (Trieste), Rosaria Totino (Trieste), Antonio Poce (Ferentino - Frosinone), Tiziana Valpiana (Verona), Alessandro Natalini (Perugia), Loretta Viscuso (Verona).
Proseguono: venerdi' 15 aprile: Cinzia Picchioni (Torino), Raffaele Ibba (Cagliari), Teresa Gargiulo (Salerno), Liliana Obad (Trieste), Caterina Giustolisi (Firenze), Andrea Ferralasco (Genova), Paolo Predieri (Brescia), Loredana Caletti (Sesto ed Uniti - Cremona); sabato 16 aprile: Antonio Santini (Trieste); domenica 17 aprile: Luciano Ferluga (Trieste), Tonino Bisceglia (Varazze - Savona), Furio Semerari (Bari), Gabriella Falcicchio (Bari); lunedi' 18 aprile: Gianni D'Elia (Rivalta di Torino), Ettorina Rubino (Trieste), Alessio Di Florio (Casalbordino - Chieti); martedi' 19 aprile: Samuele Venturi (Castel San Pietro Terme - Bologna); mercoledi' 20 aprile: Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Anna Bellini (Ferrara).
Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi) porteranno avanti il digiuno a staffetta, alternandosi, fino alla fine della guerra; Pasquale Dioguardi digiunera' tutti i lunedi'; Marco Rizzinelli digiunera' tutti i mercoledi'; Marco Baleani e Raffaele Ibba digiuneranno tutti i venerdi'. Alessandro Natalini digiunera' un giorno a settimana.
4. DOCUMENTI. ANCORA UNA LETTERA APERTA ALLA MINISTRA DELL'AMBIENTE SULLA GRAVE SITUAZIONE DEL LAGO DI VICO
[Riceviamo e diffondiamo]
Alla Ministra dell'Ambiente
e per opportuna conoscenza: al presidente della Repubblica Italiana, al presidente della Commissione Europea, al presidente del Senato della Repubblica, al presidente della Camera dei Deputati, ai capigruppo parlamentari della Camera dei Deputati, ai capigruppo parlamentari del Senato della Repubblica, ai capigruppo parlamentari del Parlamento Europeo, al prefetto di Viterbo, al sindaco del Comune di Caprarola, al sindaco del Comune di Ronciglione, al presidente della Provincia di Viterbo, alla presidente della Regione Lazio, a tutti i consiglieri del Comune di Caprarola, a tutti i consiglieri del Comune di Ronciglione, a tutti i consiglieri della Provincia di Viterbo, a tutti i consiglieri della Regione Lazio, al ministro dei Beni culturali, al ministro della Salute, alla ministra del Turismo, al commissario europeo all'Ambiente, al commissario europeo alla Salute, ai mezzi d'informazione locali e nazionali
Oggetto: Reiterazione della richiesta di immediato intervento per il risanamento del lago di Vico, per la salubrita' delle acque e la tutela della salute dei cittadini di Caprarola e Ronciglione
*
Gentile Ministra dell'Ambiente,
gentili signori,
reiteriamo una volta ancora la seguente segnalazione e richiesta di immediato intervento.
Siamo sconcertati dal fatto che nonostante da anni vi sia una situazione gravissima, ancora non siano stati presi provvedimenti assolutamente necessari ed improcrastinabili a tutela della salute della popolazione e in difesa dell'ambiente.
*
Vi scriviamo ancora una volta poiche' continua ad essere assai grave la situazione delle acque del lago di Vico, sulla quale da tempo e' stato sollecitato un intervento delle competenti istituzioni al fine dell'adozione di urgenti e adeguati provvedimenti per il risanamento del bacino lacustre, per la salubrita' delle acque e la tutela della salute dei cittadini di Caprarola e Ronciglione.
Non risulta che le istituzioni variamente competenti abbiano fin qui esercitato una adeguata, tempestiva, efficace azione, ne' che abbiano adottato tutti i provvedimenti necessari ed urgenti. Anzi: da parte di taluni soggetti istituzionali sono state poste in essere condotte semplicemente immorali, insensate, irresponsabili e palesemente inammissibili; condotte che hanno contribuito ad aggravare la situazione e a danneggiare gravemente la popolazione.
*
Un quadro della situazione si evince dall'esposto inviato dall'"Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)" al Commissario Europeo all'Ambiente il 24 maggio 2010, che di seguito testualmente riproduciamo:
"Al Commissario all'Ambiente dell'Unione Europea, al Ministro della Salute, al Ministro dell'Ambiente
e per opportuna conoscenza: al Prefetto di Viterbo, al Sindaco di Caprarola, al Sindaco di Ronciglione, al Direttore generale della Asl di Viterbo, al Direttore sanitario della Asl di Viterbo, al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica della Asl di Viterbo, al Servizio veterinario della Asl di Viterbo, al Direttore generale dell'Istituto superiore di sanita', al Presidente dell'Istituto superiore di sanita', all'Arpa Lazio - sezione di Viterbo, al Presidente della Provincia di Viterbo, ai responsabili dell'Ato 1 - Lazio, al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, al Garante del Servizio idrico integrato della Regione Lazio, al Direttore dell'Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo, al Direttore Regionale Energia e Rifiuti, al Direttore del Centro Tecnico Logistico Interforze Nbc, all'Assessore all'Ambiente della Provincia di Viterbo, all'Assessore all'Ambiente della Regione Lazio, all'Assessore alla Sanita' della Regione Lazio, al Presidente della Commissione Ambiente del Senato, al Presidente della Commissione Igiene e sanita' del Senato, al Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, al Presidente della Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati
Oggetto: Un contributo di analisi ed una ennesima richiesta di intervento in relazione agli sviluppi della vicenda del lago di Vico dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo.
L'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde di Viterbo il 30 marzo 2010 ha presentato un esposto (in allegato) al Ministro dell'Ambiente e al Ministro della Salute sul gravissimo rischio sanitario ed ambientale derivante dal degrado e dall'inquinamento dell'ecosistema del lago di Vico.
L'esposto, oltre a fornire un quadro dettagliato, documentato e circostanziato delle problematiche ambientali e del rischio sanitario determinato dal rapido deterioramento della qualita' delle acque del lago, ha indicato anche le proposte, piu' volte formulate, dell'Isde di Viterbo per l'avvio di una rapida ed efficace bonifica e tutela dell'intero ecosistema lacustre e per garantire acque salubri e potabili alle popolazioni di Caprarola e Ronciglione.
A seguito di questo esposto sono state presentate numerose interrogazioni da parte di deputati, senatori ed europarlamentari.
L'Isde, in relazione ai piu' recenti sviluppi di questa situazione, intende con il presente documento mettere a disposizione un ulteriore contributo sia di informazione, sia di replica a erronee dichiarazioni altrui e sia di rinnovata proposta di interventi ormai non piu' procrastinabili.
L'attuale situazione ambientale del lago di Vico
Sono evidenti e ormai ben documentate le gravi problematiche ambientali del lago di Vico (presenza di periodiche fioriture dell'alga rossa Plankthotrix rubescens, produttrice di una microcistina tossica e cancerogena, marcata riduzione del quantitativo di ossigeno nelle sue acque e della loro trasparenza, presenza di metalli pesanti in elevata concentrazione nelle acque e nei suoi sedimenti, etc.).
Nella riunione, promossa dall'Assessorato all'Ambiente della Provincia di Viterbo, svoltasi il 2 marzo 2010, sul tema "Attivita' di contrasto al degrado della qualita' delle acque del lago di Vico", sono stati presentati dati che hanno evidenziato la presenza nelle acque del lago di valori elevati di Arsenico (As) e di altre sostanze tossiche e cancerogene di norma estranee alle acque del lago quali: Mercurio, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), e nei suoi sedimenti alte concentrazioni di Arsenico - 647 mg/kg SS (valore soglia 20 mg/kg SS) -, Cadmio - 12 mg/kg SS (valore soglia 2 mg/kg SS) -, e Nichel - 566 mg/kg SS (valore soglia 120 mg/kg SS) -.
Ulteriori risultati di indagine, presentati dall'Arpa Lazio - sezione di Viterbo alla riunione svoltasi il 10 maggio 2010 presso il Dipartimento Regionale Rifiuti ed Energia, hanno confermano la presenza di Arsenico in concentrazioni molto elevate nei sedimenti lacustri.
Un recente documento del Centro tecnico logistico interforze Nbc di Civitavecchia riferisce i risultati di una indagine geofisica commissionata dal Ministero della Difesa per la ricerca di masse anomale interrate presso il Magazzino Materiali di Difesa Nbc di Ronciglione (indagine che ha evidenziato la presenza di masse metalliche e non metalliche interrate in diversi punti del sito).
Da questo documento emerge che da carotaggi ed analisi chimiche su campioni di terreno prelevati sono stati rilevati valori di Arsenico superiori a quanto previsto dalla normativa in vigore e pertanto il sito militare in prossimita' del lago risulta contaminato.
Questi dati e documenti confermato il degrado e l'inquinamento del lago di Vico e impongono immediate norme di tutela ed interventi di bonifica non piu' rimandabili: riduzione immediata e drastica dell'uso di fitofarmaci in tutta la conca del lago di Vico con riconversione al biologico di tutte le attuali forme di coltivazioni agricole; controllo e verifica di tutti gli scarichi fognari delle utenze private e pubbliche poste in prossimita' del lago; intensificazione dei controlli di tutte le attivita' all'interno della riserva; avvio della bonifica del sito militare Nbc di Ronciglione.
La potabilizzazione delle acque erogate alla popolazioni di Ronciglione e Caprarola
I comuni di Caprarola e Ronciglione utilizzano per la maggior parte acque captate dal lago di Vico.
Le acque in relazione alla loro classificazione devono subire un efficace processo di filtrazione e potabilizzazione prima di essere distribuite alle popolazioni per uso umano.
L'inadeguatezza della filtrazione e quindi della potabilizzazione delle acque distribuite alla popolazioni di Caprarola e Ronciglione risulta evidente da una nota del 4 gennaio 2008, con la quale il Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica, sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo, in considerazione dei risultati degli esami effettuati dall'Arpa Lazio - sezione di Viterbo che evidenziavano la presenza di Cianobatteri - Plankthotrix spp -, proponeva ordinanza di non potabilita' dell'acqua ai sindaci di Caprarola e Ronciglione.
L'inadeguatezza della filtrazione risulta anche da alcuni esami condotti sempre dall'Arpa Lazio - sezione di Viterbo nel periodo compreso da marzo 2008 a dicembre 2009, che evidenziano l'abbondante e costante presenza di alghe (Diatomee, Cloroficee e Microflagellati) e in particolare la massiccia presenza di Cianobatteri anche dopo l'esecuzione di lavori di adeguamento dei potabilizzatori nei Comuni lacustri.
Una conferma del pregresso cattivo stato dell'impianto di potabilizzazione nel comune di Ronciglione e' inoltre contenuta in un "Memorandum" redatto in data 23/12/2009 dal Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica - sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo; nella relazione tecnica "Verifica delle condizioni tecnico-qualitative dell'acquedotto comunale di Ronciglione - Vt" redatta dalla societa' Sif (Sistema Integrato di Fitodepurazione) e nell'ordinanza n. 12/2010 del sindaco di Ronciglione nella quale si fa addirittura risalire al maggio 2002 il riscontro dell'inadeguatezza dei filtri e quindi il loro non utilizzo.
Le pregresse e le attuali condizioni di funzionamento dei potabilizzatori comunali sembrano pertanto non garantire in modo completo ed efficace la potabilita' delle acque captate dal lago e tale situazione accresce la preoccupazione per il rischio sanitario al quale sono state esposte e sono esposte le popolazioni anche in considerazione della presenza dei nuovi ed eterogenei elementi inquinanti rilevati di recente nelle acque del lago e nei suoi sedimenti.
E' urgente quindi che siano predisposte ed individuate immediatamente fonti alternative di approvvigionamento idrico per tutta la popolazione, per gli esercizi commerciali, per le scuole, per l'ospedale di Ronciglione e per tutte le industrie alimentari locali.
E' altresi' necessario avviare, come piu' volte richiesto dall'Isde di Viterbo, uno studio di fattibilita' finalizzato alla realizzazione di pozzi da dotare di dearsenificatori per garantire un approvvigionamento idrico di migliore qualita' e sicurezza e che siano posti in opera in tempi brevissimi impianti di filtrazione e potabilizzazione cosiddetti pilota per studiare le migliori tecniche di purificazione dell'acqua in relazione alle peculiari problematiche di degrado ed inquinamento del lago di Vico.
Il monitoraggio della microcistina tossica e cancerogena nelle acque destinate a consumo umano
Il microrganismo Planktothrix rubescens, detta comunemente alga rossa e segnalata dal 2007 nelle acque del lago di Vico, produce numerosi tipi di tossine dette microcistine a valenza epatotossica, gastroenterica e con possibile azione cancerogena.
Gli effetti delle microcistine sulle persone e gli animali possono essere cosi' riassunti: epatotossicosi acuta per ingestione diretta; polmoniti allergiche ed epatotossicosi se respirate, nel corso di attivita' ricreative e sportive in sistemi idrici contaminati da alghe in fase di fioritura; promozione di tumori, se ingerite in dosi sub-acute per diverso tempo (tumori epatici, gastrointestinali, epiteliali).
Le persone possono essere esposte alle tossine attraverso l'ingestione di acqua potabile contaminata, tramite la balneazione, l'inalazione di aerosol durante attivita' ricreative in prossimita' delle aree di fioritura dell'alga, con l'assunzione di alimenti trattati e realizzati con acque contaminate (la microcistina non e' termolabile), durante i trattamenti di emodialisi.
La fauna ittica che vive nei bacini e negli invasi contaminati e' anch'essa esposta alle tossine cosi' come gli animali che vivono in allevamenti, nel caso vengano abbeverati con acque contaminate dalle microcistine, e le specie vegetali irrigate con le stesse.
La flora e la fauna contaminata da queste microcistine possono divenire ulteriori vettori di esposizione per le persone in quanto entrano a far parte della catena alimentare.
Da quanto sopra esposto risulta del tutto evidente che sarebbe stato indispensabile e di grande importanza, a partire dal 2007, un costante monitoraggio della concentrazione e della presenza di questa microcistina nelle acque del lago, nella fauna ittica e soprattutto, e per evidenti motivi di tutela della salute pubblica, nelle acque destinate a consumo umano.
Dalla documentazione in possesso dell'Isde: il Memorandum del Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica - sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo, e un carteggio tra questo stesso Dipartimento, l'Arpa Lazio - sezione di Viterbo e l'Ato1 -Lazio, non risulta che finora sia stato attuato alcun monitoraggio di questa microcistina.
In tre lettere inviate all'Isde dal Dipartimento Ambiente e connessa Prevenzione Primaria dell'Istituto Superiore di Sanita', rispettivamente: n. di protocollo 11/05/2010 - 0020790, n. 11/05/2010 - 0020791 e n. 11/05/2010 - 0020792, si afferma che non esiste alcuna convenzione tra l'Istituto Istituto Superiore di Sanita' e le amministrazioni comunali di Caprarola e Ronciglione ma che sono stati effettuati finora solo esami estemporanei su alcuni campioni di acqua prelevati il 5 marzo 2010 a Caprarola e il 7 aprile 2010 a Ronciglione, mentre e' iniziata solo dal 15 marzo 2010, e in forma sperimentale, una ricerca "sull'eventuale presenza e rimozione di tossine algali nelle acque da destinare e destinare a consumo umano prelevate dal lago di Vico" ad integrazione di una precedente convenzione sempre tra l'Istituto Istituto Superiore di Sanita' e l'Ato 1 - Lazio.
Il mancato monitoraggio, dal 2007 ad oggi, della presenza e della concentrazione di questa microcistina tossica e cancerogena, nelle acque destinate a consumo umano ed in quelle utilizzate nei pubblici esercizi, nelle scuole e per le preparazioni di alimenti ha di fatto determinato una condizione di elevato rischio sanitario derivante dall'esposizione cronica e non quantificata a questa sostanza per le popolazioni e in particolare per i bambini, le donne in gravidanza e i malati.
L'Isde ribadisce l'estrema urgenza dell'avvio del monitoraggio nelle acque destinate a consumo umano di questa sostanza e di tutti gli altri possibili inquinanti, soprattutto di quelli individuati dalle recenti ricerche dell'Arpa Lazio - sezione di Viterbo nelle acque e nei sedimenti del lago.
L'Isde, per le ragioni esposte, ribadisce la necessita' e il dovere che gli enti preposti programmino e diano inizio a studi di monitoraggio e sorveglianza di lungo periodo dello stato di salute delle popolazioni di Caprarola e Ronciglione.
L'Arsenico, gli IPA e i metalli pesanti nelle acque e nei sedimenti del lago di Vico
Il Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001, modificato e integrato con successivo D. Lgs. 27/02, disciplina la qualita' delle acque potabili destinate al consumo umano garantendone la salubrita' e la pulizia.
Il valore limite ammesso da questo Decreto per l'Arsenico nelle acque destinate a consumo umano e' di 10 microgrammi/litro e solo per continue deroghe regionali e' stato innalzato a 50 microgrammi/litro per i Comuni dell'Alto Lazio appartenenti all'Ato1 - Lazio.
L'arsenico in considerazione della sua cancerogenicita' e tossicita' e della possibile interazione con le altre sostanze tossiche derivanti dal degrado e dall'inquinamento del lago di Vico, dovrebbe essere monitorato con una frequenza di sicuro maggiore rispetto a quanto fatto finora e secondo quanto prescritto e disposto dal D. Lgs. 31/2001 all'art. 8 comma 1, che, in situazioni di criticita' delle acque, impone di aumentare i controlli rispetto a quelli effettuati di routine in modo tale da "garantire la significativa rappresentativita' della qualita' delle acque distribuite durante l'anno, nel rispetto di quanto stabilito dall'allegato II".
I recenti dati che hanno evidenziato la presenza nelle acque del lago di Vico di valori elevati di Arsenico (As) e di altre sostanze tossiche e cancerogene di norma estranee alle acque del lago quali: Mercurio, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), e nei suoi sedimenti alte concentrazioni di Arsenico - 647 mg/kg SS (valore soglia 20 mg/kg SS) , Cadmio - 12 mg/kg SS (valore soglia 2 mg/kg SS) -, e Nichel - 566 mg/kg SS (valore soglia 120 mg/kg SS) - costituiscono un'ulteriore e seria preoccupazione per le possibili conseguenze sanitarie e ambientali.
E' del tutto evidente inoltre che devono essere indagate ed individuate provenienza e responsabilita' per le sostanze tossiche e cancerogene rilevate nel lago di Vico che di norma sono estranee agli ecosistemi lacustri.
L'Isde ritiene necessario ed urgente, anche in considerazione degli elementi tossici rilevati nei sedimenti del lago, un monitoraggio piu' frequente di tutte le sostanze tossiche che possano essere presenti nelle acque destinate a consumo umano, in quanto esiste la possibilita' che gli elementi inquinanti presenti nei sedimenti possano essere mobilizzati e captati dalle prese degli acquedotti comunali anche in concentrazioni dannose per la salute soprattutto se il livello delle acque del lago dovesse essere ridotto.
E' inoltre un dato scientificamente acquisito che piu' elementi tossici e/o cancerogeni possono determinare rischio e danno alla salute con meccanismi di interazione ed amplificazione diversi da quello della sola e semplice sommazione delle diverse concentrazioni dei singoli elementi nocivi.
Relativamente all'Arsenico, presente nelle acque e nei sedimenti del lago di Vico, e' noto che l' Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.) classifica questo elemento come cancerogeno certo di classe 1 e lo pone in diretta correlazione con diverse patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute.
L'assunzione cronica di Arsenico e' indicata da numerosissimi studi scientifici quale responsabile anche di patologie cardiovascolari (in particolare della "malattia del piede nero - black foot disease" per compromissione della vascolarizzazione periferica); di neuropatie periferiche; di diabete di tipo 2; di lesioni cutanee (iperpigmentazione ed ipopigmentazione, cheratosi); di disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.
L'Isde torna quindi a ribadire la necessita' di un monitoraggio che sia effettuato con maggiore frequenza e su un piu' largo e rappresentativo numero di fonti e punti di distribuzione rispetto a quanto fatto in passato e rispetto al numero minimo di controlli previsti in condizioni di routine in aree non sottoposte a provvedimenti di deroga.
L'informazione ai cittadini
L'Isde, come previsto dal Decreto Legislativo del 2 febbraio 2001 n. 31, torna a chiedere la convocazione di assemblee pubbliche, nelle quali i dirigenti del Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica della Asl di Viterbo, dell'Arpa Lazio - sezione di Viterbo insieme ai Sindaci delle due amministrazioni comunali, informino i cittadini sulle problematiche ambientali del lago di Vico e sulle possibili conseguenze sanitarie che ne possono derivare.
E' necessario convocare queste assemblee anche per rispondere alla motivata e crescente preoccupazione dei cittadini di Caprarola e Ronciglione e per dare consigli ed istruzioni per un corretto utilizzo dell'acqua teso a ridurre il rischio sanitario in attesa di interventi risolutivi e definitivi.
Conclusioni
Il lago di Vico e' una risorsa idrica fondamentale per l'intero territorio viterbese oltre ad essere un'area di inestimabile valore paesaggistico, naturalistico ed economico per le tante attivita' legate al turismo.
Il suo attuale inquinamento e degrado sono anche la conseguenza di quella stessa mancanza di legalita' e senso di responsabilita' che ha generato e continua a generare disastri ambientali e sanitari in tante parti d'Italia.
Il lago di Vico deve essere subito protetto, tutelato e risanato e questo e' possibile, come indicato in piu' occasioni dall'Isde, attraverso l'uso di specifiche tecnologie di bonifica, interventi mirati di studio, monitoraggio e l'eliminazione di ogni fonte di inquinamento.
L'Isde chiede un impegno concreto e collegiale perche' si arrivi rapidamente ad una soluzione positiva di questa vicenda nell'interesse della collettivita' e per il pieno rispetto delle vigenti disposizioni di legge in materia ambientale e sanitaria e per la tutela del diritto alla salute per tutte le persone e in particolare per i bambini".
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Successivamente il Commissario Europeo all'Ambiente e' intervenuto preannunciando che "La Commissione Europea chiedera' alle autorita' italiane di riferire in merito agli ultimi risultati dei controlli effettuati sull'acqua destinata al consumo umano nei comuni di Caprarola e Ronciglione e continuera' a monitorare attentamente l'osservanza della normativa, prendendo all'occorrenza i necessari provvedimenti, tra cui l'eventuale attivazione della procedura di infrazione".
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Ma la situazione non e' successivamente migliorata: nella seduta del tavolo tecnico istituito dalla Provincia di Viterbo sull'emergenza delle acque del lago di Vico del 7 ottobre 2010 la rappresentante dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente" ha esposto la situazione attuale nei termini che di seguito riportiamo riprendendo la sintesi del suo intervento:
"L''Associazione italiana medici per l'ambiente' di Viterbo esprime apprezzamento per tutte le iniziative delle istituzioni messe in programma per il risanamento e la tutela dell'ecosistema del lago di Vico ma al tempo stesso deve ribadire la forte preoccupazione per i possibili rischi sanitari connessi al ben documentato degrado della qualita' delle acque del lago.
La maggior parte delle acque erogate dagli acquedotti dei Comuni di Caprarola e Ronciglione sono infatti captate dal lago di Vico e anche recentissimi esami, eseguiti nel mese di agosto 2010 dall'Arpa Lazio continuano ad evidenziare una massiccia e costante presenza di alghe e di cianobatteri, a cui appartiene anche il Plankthotrix rubescens, detto comunemente alga rossa, sia prima che dopo i sistemi di potabilizzazione di Ronciglione e Caprarola.
Questa situazione non permette di garantire in modo sicuro e costante la pulizia e la salubrita' delle acque erogate alle popolazioni, come disposto dal Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001, modificato e integrato con successivo D. Lgs. 27/2002, che all'art. 4 afferma: "1. Le acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite. 2. Al fine di cui al comma 1, le acque destinate al consumo umano: a) non devono contenere microrganismi e parassiti, ne' altre sostanze, in quantita' o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana".
Il Servizio igiene alimenti e nutrizione e il Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica - sezione 4 Vetralla - della Asl di Viterbo hanno inviato gia' in data 8 luglio 2010 le comunicazioni n. protocollo 34971 e n. protocollo 34972 rispettivamente al sindaco di Caprarola e a quello di Ronciglione, nelle quali chiedevano di adottare le seguenti misure: " a) divieto di uso potabile, cioe' quale bevanda abituale; b) divieto d'incorporazione in alimenti prodotti da industrie alimentari; c) divieto di utilizzo per la cottura di alimenti di consumo familiare e nelle attivita' di ristorazione collettiva..." e invitavano i due sindaci a disporre: "l'espletamento di un approvvigionamento idrico alternativo mediante l'utilizzo di acqua idonea al consumo umano erogata da autobotte al fine di poter garantire un livello essenziale di assistenza alla popolazione, in alternativa alle limitazioni d'uso imposte per l'acqua".
L''Associazione italiana medici per l'ambiente' torna quindi a chiedere che, per quanto esposto, nel rispetto del principio di precauzione e delle gia' citate comunicazioni dei servizi della Asl di Viterbo, tutte le istituzioni e gli enti preposti avvino al piu' presto interventi e programmi tali da garantire con assoluta certezza acque salubri e pulite ai cittadini di Caprarola e Ronciglione e che, in attesa di questi interventi, sia erogata acqua da fonti alternative a quella lacustre".
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Negli ultimi mesi poi si e' evidenziata altresi' in gran parte del territorio della provincia di Viterbo la gravissima situazione relativa all'eccessiva presenza di arsenico nelle acque, in relazione a cui rinviamo ai vari documenti elaborati e diffusi dall'"Associazione italiana medici per l'ambiente".
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Tragicamente, troppe istituzioni variamente competenti in materia non solo non hanno adottato tutti gli interventi necessari ed urgenti adeguati alla gravita' della situazione, ma hanno dato prova di un atteggiamento semplicemente scandaloso per insipienza, improntitudine, sottovalutazione, mistificazione, irresponsabilita', atteggiamento che aggrava la situazione e danneggia la popolazione contribuendo ad una profonda lesione del fondamentale diritto alla salute.
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Alla luce di tutto quanto precede, ci uniamo a quanti - medici e scienziati, servizi pubblici e pubblici amministratori consapevoli, associazioni professionali, movimenti ambientalisti, comitati di cittadini - sollecitano un adeguato, tempestivo, efficace intervento in difesa del diritto alla salute della popolazione locale e per il risanamento dell'ecosistema lacustre.
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Gentile Ministra dell'Ambiente,
gentili signori,
questa e' l'ennesima richiesta di immediato intervento che vi rivolgiamo da mesi.
Ed oltre a noi vari altri soggetti della societa' civile vi hanno rivolto richieste analoghe.
Ma gli interventi necessari ancora non sono stati adottati.
E' ragionevole concluderne che in prosieguo di tempo si porra', ineludibile, la necessita' di richiedere l'intervento delle competenti magistrature per ottenere che le istituzioni responsabili adempiano ai loro doveri e rispondano nelle aule di giustizia di ogni eventuale omissione di atti d'ufficio, di ogni eventuale incuria e negligenza, di ogni eventuale atto commissivo od omissivo che abbia avuto come concreta immediata conseguenza un danno certo e grave per la popolazione.
Ma soprattutto ci pare necessario insistere, insistere, ed ancora insistere perche' siano presi al piu' presto tutti i provvedimenti indispensabili per difendere il diritto alla salute della popolazione, diritto gravemente leso dalla condotta irresponsabile di quei pubblici poteri che avendone il dovere non hanno provveduto a realizzare tutte le iniziative e le opere che la drammatica situazione richiede.
Distinti saluti,
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le persone partecipanti agli incontri di formazione alla nonviolenza che si svolgono settimanalmente presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo
Viterbo, 14 aprile 2011
Per comunicazioni: partecipanti agli incontri di formazione alla nonviolenza presso il centro sociale "Valle Faul", strada Castel d'Asso snc, 01100 Viterbo, e-mail: viterbooltreilmuro at gmail.com, e anche: "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac at tin.it
5. PROFILI. ANNA ZOLI: EVA JOHNSON
[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it
Anna Zoli, "romagnola di origine, risiedo a Bologna, mentre la mia unica figlia risiede in Australia... Mi occupo di scrittura sia in prosa che in poesia, facendo ricerca sulla scrittura poetica delle donne con il Gruppo '98 Poesia presso la Libreria delle donne di Bologna. Ho ideato e realizzato spettacoli teatrali multimediali ("Vibrazioni di maschile e femminile" 1997; "Cangianti Umori" 1999; "Un filo di blues" nell'ambito dei progetti di Bologna 2000) e pubblicato diversi titoli. Miei racconti, recensioni e poesie sono comparsi su giornali, riviste e antologie (fra cui "Lapis", "Le voci della Luna", "Leggere Donna", "Leggendaria" e quelle legate ai censimenti di poesia "Bologna e i suoi Poeti" e "Voci di Poesia")"]
Eva Johnson (Daly Rive, Queensland, Australia 1946 - vivente).
Scrittrice di teatro, poeta, performer, femminista lesbica e attivista per i diritti degli aborigeni, Eva Johnson, aborigena lei stessa, e' nata nel Northern Territory (Territorio del Nord) ed esattamente a Daly River nel 1946 all'interno del popolo dei Mulak Mulak.
Appartiene alla stolen generation ("generazione rubata"), nome dato a uno dei soprusi piu' odiosi subiti dagli aborigeni da parte dei conquistatori, che consisteva nel sottrarre i bambini alle famiglie di origine per trasferirli in una comunita', in un orfanotrofio o darli in adozione. Da piccolissima infatti, anche lei fu tolta alla sua famiglia e affidata alla missione metodista di Crocker Island - come succedeva spesso a quei tempi ai bambini di sangue misto (generalmente madre aborigena e padre bianco), per evitare che si mescolassero le "razze". Da li', dove tutto sommato ancora poteva rimanere in contatto con gente della sua cultura e tradizione, viene definitivamente allontanata quando, all'eta' di 10 anni, si decide per lei il trasferimento in un orfanotrofio di Adelaide.
Qualche anno dopo proprio ad Adelaide comincera' a lavorare per il teatro, prima come insegnante, poi come scrittrice.
La sua prima opera teatrale ad essere rappresentata e' Tjinderella presentata al First National Aboriginal Women's Art Festival (primo festival nazionale dell'arte delle donne aborigene) nel 1979 e in seguito anche ad altri festival. Anche il suo secondo lavoro, Onward to Glory, rappresentato ad Adelaide nel 1984, riscuote un certo interesse, ma il successo vero arrivera' quattro anni dopo, nel 1988 con il dramma in quattro atti Murras ("mani" in lingua aborigena) messo in scena per la prima volta ad Adelaide, e poi a Sydney in occasione della Stagione del Teatro Indigeno. Nel 1990 un altro suo lavoro, Mimini's Voices, in prima battuta rappresentato ad Adelaide, oltrepassa i confini nazionali e arriva in Giappone nell'ambito del Festival delle Arti di Hiroshima.
Lo stesso anno produce What do they call me?, pezzo unico da lei stessa inizialmente interpretato al Festival Nazionale Lesbico di Melbourne, poi riproposto a Sydney e finalmente arrivato in tournee in Europa dove viene messo in scena in diverse occasioni nel corso degli anni Novanta: attraverso la storia di tre donne - la madre e le due figlie colpite dallo stesso destino della stolen generation - Johnson racconta l'impatto disastroso che la politica del governo australiano ha avuto nei confronti delle madri e dei bambini aborigeni.
La rabbia per i soprusi subiti dalla sua gente e' stata indubbiamente una forte molla verso la scrittura. Ecco infatti che cosa dice di se' in una specie di analisi autobiografica, On the Line, pubblicata nel 1994, dove rende conto della sua evoluzione di scrittrice: "Ho incominciato a scrivere verso la fine degli anni '70, nel momento in cui gli Aborigeni si sono stancati di essere invisibili o, meglio, di essere visti ne' piu' ne' meno come facenti parte della fauna e della flora del luogo... E' stato allora necessario costruirsi la consapevolezza di essere, in quanto neri, una forza sociale importante in questo paese".
Impegno sociale e scrittura sono sempre stati, per lei, inscindibili, nella consapevolezza che "la scrittura per gli aborigeni e' lo strumento piu' efficace contro l'ingiustizia". A questo proposito va detto che anche i modi in cui si esprimono i suoi personaggi, la loro lingua, e' quell'inglese elementare e ibrido che costituisce a tutt'oggi la parlata dell'aborigeno medio, lingua che divenuta scrittura, e quindi rappresentazione, esprime efficacemente la storia di un'identita' annientata e insieme la riscatta sulla pagina e sulla scena. Per facilitarne la comprensione, comunque, ogni dramma e' corredato da un glossario delle parole aborigene piu' usate.
Eva ha scritto anche testi poetici ispirati alla terra e agli spiriti che vivono in essa, in sintonia con la cosiddetta "Land Struggle" (lotta per la terra), da lei particolarmente sentita. Qui lo stile, a giudicare dalle poche composizioni in circolazione, e' sorprendentemente tradizionale sia nella metrica - terzine e quartine - sia nell'uso frequente di rime baciate.
L'esempio di Eva ha incoraggiato molte giovani aborigene a cercare un proprio posto sulla scena teatrale o a intraprendere la strada della scrittura, come testimoniano le frequenti presenze di alcune di loro ai vari festival che si svolgono ogni anno in diverse citta' dell'Australia. Per fare un nome, la giovane scrittrice aborigena Judith Beveridge (anche lei appartenente alla stolen generation) che al XIV Writers Festival che si e' svolto a Byron Bay (N.S.W.) nell'agosto 2010, ha raccontato di aver scoperto il suo luogo di origine solo dopo 15 anni di ricerche!
Nonostante sia stata fatta molta strada dalla prima legge del 1967, che ha riconosciuto gli Aborigeni come cittadini a tutti gli effetti, le discriminazioni permangono, magari a livello piu' sottile. La scarsa diffusione delle poesie della Johnson e la difficolta' a reperire in biblioteche comunali di piccole citta' i suoi drammi o notizie su di lei - per non parlare delle traduzioni in italiano - possono essere considerate a buon giudizio come tali.
Bibliografia: Eva Johnson, Murras in Plays from Black Australia, Sydney, Currency, 1992 (Currency e' un programma di scrittura creativa sostenuto dall'Australian Council, l'ente del governo federale preposto al sostegno e al controllo delle arti); Eva Johnson, What do they call me? in Australian Gay and Lesbian Plays, a cura di Bruce Parr; Eva Johnson, On the Line, in Into the Nineties: Postcolonial Women's Writing, Armidale N.S.W., Dangaroo Press, 1994; Crowley, Viki Aboriginality and Feminism: "An interview with Eva Johnson", in Social Alternatives, vol. 12, n. 1 (April 1993), pagg. 13-15; Peta Tait ed Elisabeth Schafer (a cura di), Australian Women's Drama, Sydney, Currency, 1997.
6. PROFILI. ANNA ZOLI: AMEDEA ZANARINI
[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it]
Amedea Zanarini (Bentivoglio (Bologna) 1924 - vivente).
Amedea nasce in una famiglia di mezzadri della bassa pianura emiliana. Staffetta durante la guerra di liberazione, riceve, con il grado di sottotenente partigiano, la croce al merito di guerra. Dopo la guerra inizia l'attivita' politica come funzionaria del Pci nella campagna elettorale per il voto alle donne del 1948.
Ricopre diversi ruoli in attivita' sociali, sempre dalla parte delle donne, e' consigliera del quartiere Savena-Mazzini di Bologna con Nadia Ortensi, fino alla fondazione dell'Associazione Armonie di Bologna nel 1994, che si propone di sviluppare azioni per il diritto alla sicurezza, al benessere delle donne e promuoverne l'autodeterminazione.
"Sono cresciuta in una famiglia numerosa, tra fratelli e cugini maschi... La vita era fatica e sofferenza, anche se attorno a me sentivo affetto". Perche', nella famiglia contadina della bassa emiliana, tutti dovevano lavorare e Amedea, appena un po' cresciuta, ha il compito di portare bevande a chi lavora nel campo in pesanti borracce o bottiglioni. La scuola, scomoda e lontana due chilometri, non va oltre la quarta: "Cosi', per me, la scuola fini' a nove anni e andai nei campi a lavorare", poi, d'inverno, a imparare il mestiere di sarta, situazione che non le dispiace, perche' le da' la possibilita' di fare amicizia con altre ragazzine. "Ho iniziato gia' ad andare a scuola in periodo fascista e il libro di lettura osannava molto il duce. A me piaceva andare a scuola, anche se i miei cugini e io eravamo segnati a dito come figli di sovversivi".
Presto si rende conto che, pur all'interno di famiglie poverissime, sono le donne le piu' discriminate. "A turno, le donne rimanevano a casa dai campi per fare i lavori domestici e accudire i figli, gli animali domestici, gli animali da pollaio, mungere le mucche, ecc. Quando gli uomini, di ritorno dai lavori dei campi, andavano a fare un riposino, le donne ne approfittavano per lavare, stirare, rattoppare, stando attente che i figli non facessero chiasso. A mezzogiorno si radunavano tutti a casa per il pranzo e, mentre gli uomini, con la nonna Virginia e i bambini piu' grandicelli, sedevano a tavola, l'usanza era che le donne, tutt'al piu', si sistemassero in un cantone a consumare in fretta il loro pasto, dopo aver servito gli altri a tavola. Nel crescere, questa cosa prese a infastidirmi sempre di piu': non la trovavo giusta. Non parliamo poi della sessualita'. La parola stessa era tabu'. Alla ragazza veniva inculcata la verginita', ma neanche le donne sposate ne sapevano tanto di piu'. Si lasciavano guidare dal marito ed era lui a scegliere tempi e momenti...".
Eppure le donne, durante la guerra 1915-18, vengono mobilitate sia nelle campagne che nelle fabbriche per sostituire gli uomini al fronte. Le donne sono in prima fila nelle lotte sindacali. Il fascismo, invece, le sollecita a fare figli per dare soldati alla patria.
E' evidente che una ragazza cosi' sensibile e sveglia come Amedea, se pur ancora presa fra tradizione e spinta all'emancipazione, non puo' rimanere indifferente a quanto le succede attorno. A sedici anni, quando l'Italia entra in guerra, Amedea gia' conosce, per averle vissute in famiglia, le persecuzioni politiche, la miseria, la durezza del lavoro agricolo, la mancanza di scolarita'. Quindi prende subito posizione e si aggrega all'azione dimostrativa di un gruppo di donne coraggiose che vanno nei municipi per bruciare le cartoline di arruolamento nell'esercito fascista della neonata repubblica di Salo'. "La mia ossessione piu' grande l'ho provata con la guerra. Era tutto una trincea: bombardamenti, rastrellamenti ovunque. Cominciai ad avere paura che, forse, saremmo davvero morti tutti".
Nonostante la paura, come molte altre ragazze della sua eta', si mette a disposizione della Resistenza e, armata solo della bicicletta, diventa staffetta militare: "In seguito diventai una staffetta militare a disposizione di un gruppo di ragazzi nascosti e organizzati per compiere azioni contro i tedeschi e i fascisti. Il mio compito era fornire loro nascondigli, vitto, armi, ecc. e favorire gli incontri con il Comando di Brigata". E' un compito pericoloso. Molte staffette vengono arrestate, torturate, fucilate. A Bologna, nel parco di Villa Spada, c'e' un monumento a loro dedicato - fra loro la piu' conosciuta e' Irma Bandiera, ma poi c'e' Bruna, sedici anni, arrestata e picchiata, che non ha mai parlato e, come tante altre, e' riuscita a salvarsi. E anche Amedea e' fortunata, nonostante perda a un certo punto i contatti con i suoi compagni e di loro non sappia piu' niente.
Finita la guerra ha il compito di costituire, insieme con Renata Zaccarelli, gruppi di difesa formati da donne all'interno dei quali si incomincia a parlare di emancipazione e di diritto al voto. "In quegli ultimi mesi Renata e io prendemmo anche coscienza della nostra ignoranza - non capivamo quasi niente dei paroloni che circolavano sui volantini come capitalismo, imperialismo, socialismo, comunismo, cosi' giurammo che ci saremmo informate e che avremmo continuato a lottare per coloro, uomini e donne, che erano caduti per la liberta'".
A causa del suo impegno sociale perde anche un fidanzato, che non accetta la sua autonomia, il suo discutere i ruoli tradizionali. Alcuni anni dopo pero' trova l'amore con Ezio Antonioni col quale ha due figlie e un matrimonio tuttora felice. A ottantacinque anni Amedea continua a lottare e avverte: "Se e' vero che le donne hanno raggiunto cio' che non avevano in passato, e' altrettanto vero che queste conquiste sono a rischio e vanno difese".
Bibliografia: Amedea Zanarini, Rosso Bolognese, Edizioni Andromeda, 2010.
7. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.
Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riedizioni
- Didier Anzieu, L'autoanalisi di Freud e la scoperta della psicoanalisi, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1976, Fabbri -Rcs Libri, Milano 2007, 2011, 2 voll. per pp. 384 + 344, euro 9,90 + 9,90.
- Roberta D'Adda (a cura di), Vermeer, Skira - Rcs, Milano 2003, 2011, pp. 176, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- William L. Shirer, Storia del Terzo Reich, Einaudi, Torino 1962, 1990, Mondadori, Milano 2011, 2 voll. per complessive pp. XXIV + 1782, euro 12,90 + 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 526 del 15 aprile 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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