Nonviolenza. Femminile plurale. 318
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- Date: Fri, 8 Apr 2011 06:58:31 +0200 (CEST)
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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 318 dell'8 aprile 2011
In questo numero:
1. Contro la guerra una proposta agli enti locali
2. Luce Fabbri come educatrice
3. Lacrime per Miriam Makeba
4. Rachele
5. Una canzone per Marianella Garcia
6. Anna Politkovskaja
7. Per Franca Ongaro Basaglia
8. Anna Moffo
9. Felicia
10. Susan Sontag
11. In memoria di Alice Paul
12. Da Assisi a Gubbio ricordando Darina Silone
13. Ballata in memoria di Dorothy Day
14. Ancora per Dorothy Day
15. Marinella Gargiulo: Gioconda Belli
16. Marinella Gargiulo: Le sorelle Mirabal
17. Libreria delle donne di Milano: Alcune proposte di lettura
1. INIZIATIVE. CONTRO LA GUERRA UNA PROPOSTA AGLI ENTI LOCALI
[Riproponiamo il seguente appello]
Proponiamo a tutte le persone amiche della nonviolenza di inviare al sindaco del Comune, al presidente della Provincia ed al presidente della Regione in cui si risiede, una lettera aperta (da diffondere quindi anche a tutti i membri del consiglio comunale, provinciale, regionale, ed ai mezzi d'informazione) con cui chiedere che l'assemblea dell'ente locale approvi una deliberazione recante il testo seguente o uno analogo.
*
"Il Consiglio Comunale [Provinciale, Regionale] di ... ripudia la guerra, nemica dell'umanita'.
Il Consiglio Comunale [Provinciale, Regionale] di ... riconosce, rispetta e promuove la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.
Richiede al Governo e al Parlamento che cessi la partecipazione italiana alle guerre in corso.
Richiede al Governo e al Parlamento che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana.
Richiede al Governo e al Parlamento che l'Italia svolga una politica internazionale di pace con mezzi di pace, per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, per il riconoscimento e l'inveramento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.
Solo la pace salva le vite".
2. MAESTRE. LUCE FABBRI COME EDUCATRICE
[Riproponiamo ancora una volta questi versi, come quelli dei dodici profili successivi]
Illuminava tutto quella luce
e quella luce era Luce Fabbri
dell'anarchia memoria, storia, volto
e della nonviolenza.
Contrasto' sempre il male e sempre volle
giustizia e liberta'. Insegno' sempre
la scienza e la coscienza, e degli oppressi
sempre fu voce, e braccio, e intelligenza.
Illuminava tutto quella luce
e quella luce era Luce Fabbri.
3. MAESTRE. LACRIME PER MIRIAM MAKEBA
Stava sul palco come su una barricata
la nostra sorella Miriam Makeba
con la sua voce combatteva il fascismo.
Contro il fascismo aveva combattuto
in Sud Africa, aveva combattuto
in America, aveva combattuto
ovunque nel mondo il fascismo assassino.
La nostra compagna Miriam Makeba
con la sua voce che resuscitava i morti.
Venne infine qui tra noi dove il fascismo
col nome di camorra col nome di governo
perseguita e assassina.
La nostra sorella Miriam Makeba
la nostra compagna Miriam Makeba.
Contro i poteri criminali tutti
lottava Miriam Makeba
per l'umanita' che e' una soltanto
lottava Miriam Makeba.
Stava sul palco come su una barricata
la nostra sorella Miriam Makeba
con la sua voce combatteva il fascismo.
E la sua lotta tu portala avanti.
4. MAESTRE. RACHELE
Quelli di noi che hanno passato notti
al freddo e al gelo sanno che vuol dire
non avere una casa.
E quelli di noi che hanno avuto paura
subendo minacce e percosse, di essere uccisi
sanno cos'e' la paura.
E quelli di noi che ai padri hanno chiuso
sul letto di morte gli occhi, sanno sanno
sanno la morte che orrendo nemico e' di tutti.
E quelli di noi che hanno avuto lo strazio
di vedere morire gli amici e di vedere
eserciti muovere alla caccia
di carne umana, come possono, come possiamo
tacere, restare nelle tiepide case
col cibo caldo tra i visi amici.
Cosi' Rachele mosse di lontano
verso quel cuore del mondo che ha nome Palestina.
Cosi' Rachele mise l'anima sua e il suo corpo
tra l'esercito e le vittime
tra le ruspe che demoliscono
e le case in cui poter vivere ancora.
Cosi' Rachele la molto amata
torno' in Palestina.
Lo dico a te Labano, lo dico a te Giacobbe.
Cosi' Rachele fu uccisa e questa morte
e' la morte di tutte le donne che portano vita
lungo i tornanti di questa preistoria
di Margarete dai capelli d'oro
di Sulamith dai capelli di cenere.
Non ho parole, ho solo greve un pianto
e molte amare memorie e una speranza sola:
che resusciti Rachele
nella pace tra i popoli, nel ricordo
dell'orrore, nell'alleanza nuova
che a tutte e tutti riconosca vita,
che a tutte e tutti riconosca dignita'.
E' questa resurrezione
questa compresenza dei morti e dei viventi
nella comune lotta per l'umano
cio' che qui chiamo ancora nonviolenza.
E' la lotta di Rachele
la nonviolenza in cammino.
5. MAESTRE. UNA CANZONE PER MARIANELLA GARCIA
Ay Marianella, Marianella Garcia
potevi fare la vita dei signori
i tuoi buoni studi, il tuo seggio in parlamento
ma tu scegliesti di stare con noi poveri.
Ay Marianella che pioggia di sangue.
Era Marianella sorella di noi morti
perche' amava la vita e che la vita
fosse degna di essere vissuta.
Ay Marianella si spensero le stelle.
Era intrepida e vestita di umilta'
sapeva che i fascisti la cercavano
e ti raggiunse la furia dei fascisti.
Ay Marianella la furia dei fascisti.
Parlava la lingua dei contadini e degli angeli
sapeva le parole che guariscono
parole di luce e di pane.
Ay Marianella la terra nera e rossa.
Sapeva tutte le cose e anche le cose
che tutti sanno e e' difficile dire
e lei le diceva con voce di uccellino.
Ay Marianella che fredda e' la notte.
Ti ammazzarono come hanno ammazzato
i morti che cercavi e che il tuo sguardo
resuscitava nel cuore del popolo.
Ay Marianella che pianto infinito.
Cosi' dura e' la nostra dura vita
che anche nella gioia noi piangiamo
ma mentre ti piangiamo ricordiamo
con gioia che sei stata e resti viva.
Ay Marianella, Marianella Garcia.
6. MAESTRE. ANNA POLITKOVSKAJA
Ci sono le parole
e ci sono le pallottole.
E solo le parole salvano le vite.
Ci sono i corpi palpitanti e fragili
e ci sono le pallottole.
E dopo le pallottole i corpi diventano sasso.
C'e' la verita' viva
e ci sono le pallottole
che tutto riducono a menzogna, strazio, nulla.
C'e' l'umanita' fatta di persone
e ci sono le guerre
che l'umanita' estinguono.
Scegliere le parole, i corpi, le persone,
scegliere l'umanita'. Salvare le vite. Dire
ancora e sempre la verita'. Contrastare
tutte le uccisioni.
E' questo che chiamiamo nonviolenza.
7. MAESTRE. PER FRANCA ONGARO BASAGLIA
Sempre sentii che era Franca Ongaro
la mente filosofica piu' viva
degli anni e le rotture che in quel tempo
compiere fu mestieri. E sempre seppi
che con sguardo e con voce di donna
si sarebbe visto e detto l'essenziale.
Sempre seppi che la lotta contro il male
deve salvare tutti, deve infrangere
le intime catene e le esteriori
e che la lotta contro le totali
istituzioni questo ci insegnava:
a contrastare a un tempo la miseria
e dittatura, guerra e patriarcato
e l'apartheid che ancora impera e opprime
e la paura e la violenza sempre.
Lo seppi sempre, Franca Ongaro Basaglia
di tutti i miei maestri la maestra
fu piu' segreta, e l'ultima e la prima.
8. MAESTRE. ANNA MOFFO
Ricordi, quando il canto era canto
e noi eravamo giovani e la vita
lucente. A quel tempo
tutti amavamo Anna Moffo.
Io la ricordo Serpina
in quel trattato magno di dialettica
di storia e coscienza di classe, d'interpretazione
(ironica e capovolta - diderotiana, certo)
dei sogni avanti lettera, ed insieme
smascheramento della complicita'
tra patriarcato e rendita, il potere
del capitale che tutto aliena e rompe.
Quanto mi sono interrogato, e ancora
continuo a interrogarmi su quel gioco,
tragico gioco, e quel muto Vespone,
e doppia e tripla l'ansia e la passione
in uno specchio e come per enigma
di Oberto che non sa pensare a se'.
E quella voce di cristallo e argento
che era di Anna Moffo reco incisa
nel cuore come acqua che scintilla
e limpida la luna che rischiara.
9. MAESTRE. FELICIA
Sento alla radio che non e' piu' viva
Felicia Bartolotta Impastato.
So che la radio mente: Felicia
Bartolotta Impastato e' ancora qui.
Perche' se e' vero che la nostra lotta
contro la mafia non e' ancora finita
allora Felicia qui deve essere ancora.
Poi, quando avremo vinto,
potra' lei anche prendere riposo.
E adesso poso la penna. E piango.
10. MAESTRE. SUSAN SONTAG
Diecimila cose ci ha insegnato Susan Sontag
e la prima: a non arrendersi all'orrore
non accettare la menzogna, non inchinarsi alla violenza.
Le diecimila cose ci ha insegnato Susan Sontag
che tutto sapeva e innanzitutto questo:
non inchinarsi alla violenza, non accettare la menzogna
all'orrore non arrendersi mai.
11. MAESTRE. IN MEMORIA DI ALICE PAUL
Sono passati cosi' tanti anni
e la memoria si affievolisce a tal punto
che nessuno ricorda piu' neppure
il colore delle rose dell'altr'anno
o la fragranza del pane di quando
eravamo giovani e affamati.
Quasi nessuno ricorda piu' le vittime
della guerra di pochi mesi fa
o di quelli che nel nostro paese
furono ammazzati dalla strategia
della tensione, dal terrorismo, dalla mafia.
Tutto e' appiattito su un presente
sottile come una lama
che diventa nulla.
Ma io ricordo ancora Alice Paul
con gratitudine le rendo omaggio
brucio per lei questo grano d'incenso.
So che senza di lei, senza Emmeline
ed infinite altre, anche la mia
sarebbe vita piu' oppressa e indegna.
12. MAESTRE. DA ASSISI A GUBBIO RICORDANDO DARINA SILONE
Lungo la strada che da Assisi giunge
a Gubbio dove il povero persuase
il lupo ad altre imprese
nella coscienza della stessa fame
che si raddoppia in scienza dell'insieme
ed opera da farsi, condiviso
bene donato dalla compresenza,
anche sara' Darina nel ricordo.
Sara' Darina, poiche' quel cammino
prosegue di Darina e Secondino
il viaggio lungo e la memoria bella,
face e favella, e aprire strada andando.
Poiche' la nonviolenza e' questo: il varco
- diceva Capitini - attuale
si' della storia, che al gorgo del male
oppone comprensione e dignita',
e resistenza che fa forte il frale
e solidarieta' che non si estingue
e riconosce umanita' ed invera.
13. MAESTRE. BALLATA IN MEMORIA DI DOROTHY DAY
Dorothy Day, persona amica
all'oppressione si ribello'
conobbe il carcere e la fatica
ma alla sua lotta non rinuncio'.
Dorothy Day, persona viva
con chi soffriva fu solidale
alla menzogna non fu mai corriva
e mai si arrese dinanzi al male.
Dorothy Day, nostra sorella
fu religiosa e fu libertaria
a questo mondo la cosa piu' bella
e' condivider la sorte dei paria.
Dorothy Day, nostra compagna
tanto era dolce quanto era forte
non ammetteva la fuga o la lagna
e combatteva il male e la morte.
Dorothy Day, acuta coscienza
tenace agire, sguardo profondo:
fu la sua scelta la nonviolenza
per rovesciare e per salvare il mondo.
14. MAESTRE. ANCORA PER DOROTHY DAY
"Sentir tudo de todas as maneiras"
(Fernando Pessoa)
Si puo' essere anarchici e cattolici
la gioia condividere e il dolore
si puo' essere concreti e anche simbolici
si puo' esser tutto insieme, se ne hai il cuore.
Si puo' esser libertari ed apostolici
condividere le tenebre e le aurore
si puo' essere inurbati e ancor bucolici
si puo' esser tutti insieme, se hai l'amore.
Condividere la fame, e lo spauro,
nella notte greve e gelida il giaciglio,
la prigione condividere e l'oscuro
faticare per un sorso di vermiglio
poco vino e per un tozzo di pan duro:
esser fuoco che divampa, ed albo giglio
che non ve n'e' il simiglio:
compagna degli oppressi, seguace all'agnus dei
"di Dio il dono" Dorotea Day.
15. PROFILI. MARINELLA GARGIULO: GIOCONDA BELLI
[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it
Marinella Gargiulo e' "docente di italiano e storia. Dal 1990 ad oggi referente per le iniziative scolastiche in materia di Pari Opportunita' del Provveditorato agli studi di Napoli e dell'Ufficio scolastico regionale della Campania. Ha organizzato corsi di formazione, convegni, incontri per dirigenti scolastici, insegnanti, studenti/studentesse. Componente della Commissione Pari Opportunita' della Regione Campania come esperta della formazione di genere. Negli ultimi anni si e' occupata di didattica di genere nella scuola ideando e realizzando il Progetto ProDiGe (Progetto Didattica di Genere)".
Gioconda Belli, poetessa e scrittrice nicaraguense, nata nel 1948, prese parte alla lotta contro la dittatura di Somoza. Tra le opere di Gioconda Belli: Dieci anni di Nicaragua nella poesia di Gioconda Belli, Associazione Italia-Nicaragua - Edizioni Associate, Roma 1989; Dalla costola di Eva, Edizioni Mondo Nuovo, Milano 1990; La donna abitata, e/o, Roma 1995, 2006; Sofia dei presagi, e/o, Roma 1996, 1998; Waslala. Memoriale dal futuro, e/o, Roma 1997, 1999; La fabbrica delle farfalle, e/o, Roma 1997, 2005; L'occhio della donna, e/o, Roma 1998; Il paese sotto la pelle, Edizioni e/o, Roma 2000, 2002; La pergamena della seduzione, Rizzoli, Milano 2007; L'infinito nel palmo della mano, Feltrinelli, Milano 2009]
Gioconda Belli (Managua (Nicaragua) 1948 - vivente).
Gioconda nasce in una famiglia dell'alta borghesia nicaraguense di origine italiana. La sua storia biografica e' narrata nel libro Il Paese sotto la pelle (2000): "Due cose che non ho deciso io hanno determinato la mia vita: il paese in cui sono nata e il sesso col quale sono venuta al mondo... Non sono stata ribelle fin da piccola. Al contrario. Niente faceva presagire ai miei genitori che la creatura ammodo, dolce e garbata, delle mie fotografie infantili si sarebbe trasformata nella donna rivoluzionaria che tolse loro il sonno.. Sono stata due donne e ho vissuto due vite. Una delle due donne voleva far tutto secondo i canoni classici della femminilita': sposarsi, fare figli, nutrirli, essere docile e compiacente. L'altra aspirava ai privilegi maschili: sentirsi indipendente, essere considerata per se stessa, avere una vita pubblica, la possibilita' di muoversi, amanti. Ho consumato gran parte della vita alla ricerca di un equilibrio tra queste due donne, per unirne le forze, per non essere dilaniata dalle loro battaglie a morsi e graffi. Penso di avere ottenuto alla fine che entrambe le donne coesistessero sotto la stessa pelle. Senza rinunciare a sentirmi donna, credo di essere riuscita a essere anche uomo".
Dopo aver completato gli studi, prima in Spagna in un collegio di suore e poi in America, dove si diploma in pubblicita' e giornalismo, nel 1966 Gioconda ritorna in Nicaragua e ottiene un impiego come responsabile di un'agenzia di pubblicita' a Managua. L'anno dopo, appena compiuti i diciotto anni, si sposa con una cerimonia fastosa, un avvenimento per la buona societa' della citta'. Nasce la prima figlia, Maryam, e la sua vita e' quella di una disincantata signora borghese, che non vede alternative alla dittatura che insanguina il paese.
"... noi giovani eravamo stati presi da una specie di sgradevole rassegnazione. L'unica scelta possibile era quella dei sandinisti... I sandinisti, pero', non erano un'alternativa per noi: erano guerriglieri. Proponevano la lotta armata, la violenza, il socialismo. Avevano spesso scontri con la dittatura.... Il martirio dei sandinisti, la loro tenacia, ispirava rispetto, ma erano considerati pericolosi, sovversivi, comunisti. Operavano nella clandestinita'. Tra la gente della mia classe non si parlava di loro. Li si temeva".
La lettura dei libri femministi di Germaine Greer, Betty Friedan, Simone de Beauvoir alimenta nuove idee, finche' nel 1970, grazie a un collega di lavoro (il Poeta), che le apre nuovi orizzonti culturali e di cui diviene l'amante, incominciano i contatti con un militante sandinista e l'impegno politico. Gioconda inizia una doppia vita: in apparenza e' ancora una perfetta signora borghese, ma in realta' e' un'adultera e una fiancheggiatrice del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale.
Per "tenersi insieme" in questa complicata condizione comincia a scrivere e a pubblicare poesie, raccolte poi nel libro Sobre la Grama, che destano grandi consensi tra gli intellettuali, e sconcerto e scandalo nella buona societa'. Nasce un'altra figlia, Melissa; Gioconda si separa dal marito, sí innamora di un dirigente sandinista, Marcos (Eduardo Contreras Escobar), e si impegna sempre piu' attivamente nel Fronte Sandinista. Nel 1975 affida le sue figlie ai genitori perche' costretta a rifugiarsi all'estero per evitare l'arresto. Gioconda raccontera' di quegli anni nel suo primo romanzo, pubblicato nel 1988, La donna abitata, in cui leggenda e realta' si mescolano armonicamente attraverso la storia di due donne, vissute in epoche diverse, un'india che combatte contro i conquistadores e una donna moderna che vive sotto una feroce dittatura centroamericana, le cui vite si incontrano magicamente nell'amore e nella guerriglia.
Dopo essere fuggita in Messico, dove scrive nei primi tre mesi le poesie di Linea de fuego che otterra' a Cuba il premio Casa de Las Americas nel 1978, Gioconda, per decisione di Marcos, si reca in Costa Rica per organizzare la rete dei rifugiati, divorzia dal marito e riesce a farsi raggiungere dalle figlie. Nonostante l'abbia abbandonata per un'altra donna, soffre terribilmente per la morte di Marcos, ucciso nel 1976 dalla Guardia Nazionale di Somoza. Poco tempo dopo Gioconda si arrende alla corte insistente del brasiliano Sergio De Castro che sposera' e da cui avra' un figlio, Camilo. Ma, nonostante gli impegni familiari, accresciuti dal parto prematuro che mette in pericolo di vita la madre e il figlio, continua alacremente a sostenere la guerriglia, lavorando a una rivista filosandinista, favorendo spedizioni clandestine di armi in Nicaragua, recandosi a Cuba come rappresentante della Gpp alla celebrazione del XX anniversario della rivoluzione, viaggiando in Europa per raccogliere fondi. In quegli anni, totalmente occupata dalla politica, scrive poco ("In Costa Rica composi poca poesia... Mi resi conto in quel momento della simbiosi che c'era tra la mia poesia e il Nicaragua... La mia poesia continua a essere l'espressione del corpo e prende forma quando la mia anima ritorna alle sue radici".
Il 20 luglio 1979, dopo la vittoria della rivoluzione sandinista, Gioconda può tornare finalmente a Managua e le viene affidata la direzione della televisione di stato. Potrebbe finalmente trovare la tranquillita', ma si e' innamorata pazzamente del comandante Modesto (Henry Ruiz), uno dei nove membri della Direzione Nazionale, e, pur lacerata dai sensi di colpa, rompe il matrimonio con Sergio e inizia un rapporto devastante e contraddittorio ("Fu un rapporto sconvolgente quello che mi travolse e mi fece perdere tutti i punti di vista") che le mostra, nell'umiliazione di subire il maschilismo di Modesto, la propria dipendenza: "Non riuscivo a stare sola. Avevo rischiato di essere colpita dalle pallottole, di morire, avevo trafficato in armi, pronunciato discorsi, vinto premi, partorito figli, e tante altre cose, ma non sapevo com'era la vita senza il pensiero di un uomo, senza l'amore di un uomo. Non sapevo chi ero davvero, senza il punto di riferimento di qualcuno che mi nominasse e mi facesse esistere con il suo amore". Alla crisi sentimentale segue la crisi politica, Gioconda ha divergenze col partito e sente il bisogno di dimettersi dalle cariche e ripensare nel silenzio alla sua vicenda esistenziale.
Nel 1984 arriva un nuovo amore; si tratta di un "gringo", un giornalista americano, Carlos (Charlie Castaldi), di origine italiana, che il partito le vieta di frequentare; ma questa volta si tratta di un amore adulto, paritario, che durera' a lungo. La Belli lo sposa nel 1987 e inizia la sua seconda vita, divisa tra l'America e il Nicaragua, dedita soltanto alla famiglia e alla letteratura. Nel 1990 pubblica il suo secondo romanzo, Sofia dei presagi, e nel 1992 un racconto per bambini, La fabbrica delle farfalle. Nel 1993 avra' da Carlos una figlia, Adriana. Negli anni successivi continua a pubblicare romanzi, che saranno tradotti in tutte le lingue e diverranno successi internazionali: Waslala (1996), Il paese sotto la pelle (2000), La pergamena della seduzione (2005), L'infinito nel palmo della mano (2008).
Opere poetiche non citate nel testo: Gioconda Belli, Truenos y Arco Iris, 1982; Gioconda Belli, Amor Insurrecto, 1985; Gioconda Belli, La costola di Eva, 1987; Gioconda Belli, L'occhio della donna, 1990; Gioconda Belli, Apogeo, 1997.
Sito ufficiale: www.giocondabelli.com
16. PROFILI. MARINELLA GARGIULO: LE SORELLE MIRABAL
[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it]
Le sorelle Mirabal (Ojo de Agua - Santo Domingo: Patria 1924-1960; Minerva 1926-1960; Maria Teresa 1936-1960; Dede' 1925-vivente).
Aida Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa Mirabal nacquero a Ojo de Agua, provincia di Salcedo, nella Repubblica Dominicana da una famiglia benestante. Combatterono la dittatura (1930-1961) del dominicano Rafael Trujillo, con il nome di battaglia Las Mariposas (Le farfalle).
Il 25 novembre 1960 Minerva e Maria Teresa decidono di far visita ai loro mariti, Manolo Tavarez Justo e Leandro Guzman, detenuti in carcere. Patria, la sorella maggiore, vuole accompagnarle anche se suo marito è rinchiuso in un altro carcere e contro le preghiere della madre che teme per lei e per i suoi tre figli. L'intuizione della madre si rivela esatta: le tre donne vengono prese in un'imboscata da agenti del servizio segreto militare, torturate e uccise.
Il loro brutale assassinio risveglia l'indignazione popolare che porta nel 1961 all'assassinio di Trujillo e successivamente alla fine della dittatura.
Il 17 dicembre 1999 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 54/134, dichiara il 25 novembre Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne in loro memoria.
La militanza politica delle tre sorelle Mariposas era iniziata quando Minerva, la piu' intellettuale delle tre, il 13 ottobre 1949, durante la festa di san Cristobal, organizzata dal dittatore per la societa' piu' ricca di Moca e Salcedo, aveva osato sfidarlo apertamente sostenendo le proprie idee politiche.
Quella data segna l'inizio delle rappresaglie contro Minerva e tutta la famiglia Mirabal, con periodi di detenzione in carcere per il padre e la confisca dei beni per la famiglia.
Minerva mostra fin da bambina un carattere forte e indipendente e una grande passione per la lettura, il suo paese e la liberta'. La sua influenza sulle sorelle e' notevole, soprattutto su Maria Teresa, la piu' piccola, che la prende a modello e cerca di emularla negli studi universitari, iscrivendosi ad Architettura, facolta' che non termina, conquistando soltanto il grado tecnico in Agrimensura.
Maria Teresa segue Minerva giovanissima nella militanza politica, dopo essersi fidanzata con un altro attivista politico, Leandro Guzman, amico del marito di Minerva.
Dopo la conclusione degli studi superiori Minerva chiede ai genitori il permesso di studiare Diritto all'Universita' (suo grande sogno fin dall'infanzia), ma la madre di oppone: conoscendo le sue spiccate idee politiche, teme per la sua incolumita'. Per consolarla del diniego il padre le permette di imparare a guidare e le regala un'automobile su cui, con grande audacia per i tempi, scorrazza da sola per tutta la provincia.
Ma nel 1952, all'eta' di ventisei anni, Minerva riesce a iscriversi all'Universita' di Santo Domingo, che frequenterà fra divieti e revoche. Dopo la laurea pero' non le viene consentito l'esercizio della professione.
Minerva, unica donna insieme a Dulce Tejada in un gruppo di uomini, il 9 gennaio del 1960 tiene nella sua casa la prima riunione di cospiratori contro il regime che segno' la nascita dell'organizzazione clandestina rivoluzionaria Movimento 14 giugno e il cui presidente fu suo marito Manolo Tamarez Justo, assassinato nel 1963.
Minerva fu l'anima del movimento: "Durante un'epoca di predominio dei valori tradizionalmente maschili di violenza, repressione e forza bruta, dove la dittatura non era altro se non l'iperbole del maschilismo, in questo mondo maschilista si erse Minerva per dimostrare fino a che punto ed in quale misura il femminile e' una forma di dissidenza". (Dede' Mirabal).
Ben presto nel Movimento 14 giugno, oltre alla giovanissima (quando fu assassinata aveva soltanto venticinque anni) Maria Teresa e al marito, che gia' da anni erano attivisti politici, furono coinvolti anche la materna e solidale Patria e il marito Pedro Gonzalez.
Patria aveva abbandonato gli studi presso una scuola secondaria cattolica di La Vega (come fara' Dede' per badare all'attivita' familiare) per sposare a sedici anni un agricoltore. Patria e' molto religiosa e generosa, allegra e socievole; si definisce "andariega", girovaga, perche' ama molto viaggiare. Era madre di quattro figli (ma l'ultimo visse soltanto pochi mesi) e non esita ad aderire al movimento per "non permettere che i nostri figli crescano in questo regime corrotto e tirannico".
La loro opera rivoluzionaria e' tanto efficace che il dittatore in una visita a Salcedo esclama: "Ho solo due problemi: la Chiesa cattolica e le sorelle Mirabal".
Nell'anno 1960 Minerva e Maria Teresa vengono incarcerate due volte; la seconda volta vengono condannate a cinque anni di lavori forzati per avere attentato alla sicurezza nazionale, ma a causa della cattiva reputazione internazionale di Trujillo dopo l'attentato al presidente venezuelano Betancourt, vengono rilasciate e messe agli arresti domiciliari.
Anche i loro mariti e il marito di Patria, Pedro Gonzalez, vengono imprigionati e torturati.
Trujillo progetta il loro assassinio in modo che sembri un incidente, per non risvegliare le proteste nazionali e internazionali; infatti i corpi massacrati delle tre eroine vengono gettati con la loro macchina in un burrone.
L'assassinio delle sorelle Mirabal provoca una grandissima commozione in tutto il paese, che pure aveva sopportato per trent'anni la sanguinosa dittatura di Trujillo. La terribile notizia si diffonde come polvere, risvegliando coscienze in letargo.
L'unica sorella sopravvissuta, perche' non impegnata attivamente, Belgica Adele detta Dede', ha dedicato la sua vita alla cura dei sei nipoti orfani: Nelson, Noris e Raul, figli di Patria; Minou e Manuelito, figli di Minerva, che avevano perso il padre e la madre, e Jaqueline figlia di Maria Teresa, che non aveva ancora compiuto due anni. Dede' esorcizzera' il rimorso per essere sopravvissuta alle amatissime sorelle dandosi il compito di custode della loro memoria: "Sopravvissi per raccontare la loro vita". Nel marzo 1999 ha pubblicato un libro di memorie, Vivas in su jardin, dedicato alle sorelle, le cui pagine sono definite come "fiori del giardino della casa museo dove rimarranno vive per sempre le mie farfalle".
La loro vita e' stata narrata anche dalla scrittrice dominicana Julia Alvarez nel romanzo Il tempo delle farfalle (1994), da cui e' stato tratto nel 2004 il film di Mariano Barroso In the time of Butterflies, con Salma Hayek.
Bibliografia: Julia Alvarez, Il tempo delle farfalle, Firenze, Giunti 1997; Dede' Mirabal, Vivas in su jardin, Aguilar 2009.
17. LIBRI. LIBRERIA DELLE DONNE DI MILANO: ALCUNE PROPOSTE DI LETTURA
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo queste segnalazioni del primo dicembre 2010, aperte dal seguente invito: "Care amiche, cari amici, anche quest'anno vi proponiamo qualche idea per i vostri regali (e per le vostre letture delle vacanze di Natale). Alcune di noi vi suggeriscono i libri che hanno letto di persona e che vogliono condividere con altre/i. Potete venire in libreria (via Pietro Calvi, 29 - Milano), oppure ordinare i libri per telefono (0270006265) o inviando una e-mail a info at libreriadelledonne.it Vi verranno spediti in contrassegno"]
Francesca Graziani
Winifred Watson, Un giorno di gloria per Miss Pettigrew, Neri Pozza Editore, euro 15. A tutta prima, quelli di Miss Pettigrew e di Miss LaFosse sembrerebbero due mondi totalmente estranei. Miss Pettigrew e' infatti una spigolosa signora di mezza eta' dall'aria antiquata, abiti logori e mesto decoro, alla disperata ricerca di un posto di lavoro; Miss LaFosse, corteggiata stellina dello spettacolo, e' la splendida creatura che le apre la porta avvolta in una vaporosa vestaglia in una grigia mattina londinese degli anni '30. Invece, l'incontro tra le due donne, avvenuto per uno sbaglio dell'ufficio di collocamento, si rivela nel corso della giornata ricco di frutti sorprendenti, oltreche' di situazioni esilaranti. "Un giorno di gloria per Miss Pettigrew", gia' bestseller nel 1938, non e' l'Ulisse di Joyce e neppure Mrs Dalloway di Woolf, ma e' sicuramente un piccolo capolavoro di sapienza femminile (sapienza antica a cui noi abbiamo dato nomi nuovi: affidamento, autorita' femminile, kairos...) scritto con mano leggera e sofisticato umorismo da Winifred Watson.
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Laura Milani
Angela M. Jeannet, Il Grande Risveglio. Il movimento delle donne nell'America profonda, Fondazione Badaracco - Franco Angeli, 2010, 21 euro. Racconto appassionato della storia di un gruppo di donne che in Pennsylvania, negli anni Settanta, inizio' a trasgredire alle norme fino ad allora accettate con l'ambizione di cambiare se stesse e il mondo, con audacia e allegria. Leggendolo anch'io sono salita su uno di quegli autobus presi a nolo e diretti a Washington l'8 luglio 1978, alla "madre di tutte le marce", c'era il sole e sventolavano bandiere...
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Laura Minguzzi
- Ludmila Ulickaja, Sinceramente vostro, Surik, Frassinelli, 2007, euro 18. Con questo romanzo l'autrice ha vinto in Russia il premio Ivanuska e nel 2007 il premio Olympia. Ma non e' importante saperlo per avere voglia di leggerlo. Io infatti non lo sapevo. L'ho comprato e letto come ho fatto con tutti gli altri suoi romanzi e racconti. E' piaciuto anche a mia suocera, lettrice forte, ma non certo di autrici russe. Ironico e graffiante quadro delle relazioni fra i sessi, del rapporto madre e figlio, di un figlio, Surik, allevato dalla nonna capa-famiglia, piuttosto che dalla madre-artista. Relazioni che fluiscono nel contesto mutevole della societa' russa dagli anni Settanta ai giorni nostri. Ben tradotto, forse anche perche' ben scritto, cattura l'interesse di chi ama sia la politica che la storia oltre che la buona letteratura.
- Anna Politkovskaja, Diario russo, Adelphi, 2007, euro 24. Tutti sanno che questa giornalista e' stata assassinata il 7 ottobre 2006 da un killer sulla porta di casa e che l'omicidio e' ancora impunito. Ma non tutti sanno che i suoi libri non sono mai usciti in Russia. Diario russo e' apparso in lingua inglese nel 2007. Ma questa traduzione e' stata condotta sull'inedito e piu' ampio originale russo. Dal 1999 inviata speciale del quotidiano moscovita "Novaja Gazieta", Anna Politkovsaja e' nota per le sue corrispondenze dal fronte della guerra del Caucaso. Per chi volesse capirci qualcosa del ginepraio del Caucaso, oltre che conoscere le cause della sua morte violenta, e' indispensabile la lettura del suo Diario russo che copre gli anni dal 2003 al 2005. La sua intervista al presidente ceceno Ramzan Kadyrov, figlio di Achmet, anche lui presidente, ucciso in un attentato, ci fa comprendere la notizia di qualche giorno fa dell'ennesimo attacco terrorista all'interno del parlamento di Groznyj. Le sue analisi politiche e le sue riflessioni profonde e coraggiose per conoscenza diretta dei popoli e dei personaggi di quel territorio, ne fanno una lettura stimolante, anche se un po' agghiacciante, per comprendere in parallelo la situazione italiana degli ultimi decenni.
- Alicia Gimenez-Bartlett, Vita sentimentale di un camionista, Sellerio, 2010, euro 14. Una ironica e divertente rassegna sulla vita sessuale di un camionista, preda del disorientamento, in epoca post-patriarcale di guadagnata liberta' femminile. Guidare senza tregua, con soste da marinaio fra uno carico e uno scarico di merci, sempre lontano da casa, dalla moglie. Il camion e' il suo grande amore. Il volante e' il suo unico punto di riferimento. Ci si aggrappa per non perdere l'orientamento. Sembra solo un lavoro redditizio ma e' tutt'altro quello del camionista. Per la camionista invece e' ben differente, come abbiamo letto in una intervista a una giovane camionista nel supplemento di settembre "24ore" del "Sole". Ma c'e' un bel finale di presa di coscienza per il nostro Rafael, aitante camionista.
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Renata Dionigi
Simonetta Agnello Hornby, La monaca, Feltrinelli, 2010, euro 17. Con una accurata ricerca durata quattro anni, l'autrice riesce a far rivivere l'atmosfera misteriosa dei conventi napoletani dell'800 attraverso le vicissitudini di Agata, giovane donna obbligata dalla madre a rinunciare al matrimonio e a farsi monaca per dissesti economici della sua famiglia. Come spesso accadeva in quell'epoca, molte giovani donne di nobili casate erano destinate alla clausura, non per vocazione, ma per volere della famiglia o del potere ecclesiastico. Agata si trova a dover condividere con loro un mondo fatto di legami affettivi, ma anche di invidie, di gelosie, di castita' imposte, di passioni illecite. Ma subisce anche il fascino dei riti e delle cerimonie delle educande e delle monache, il silenzio della solitudine, le varie mansioni che scandiscono le giornate, appassionandosi alla lettura dei testi sacri, alla musica, al canto, alla conoscenza delle erbe medicinali, all'arte della cucina. In un sofferto conflitto tra obbedienza e ribellione, tra amore di Dio e richiamo del mondo esterno Agata sapra' lottare contro ingiustizie e soprusi e trovare la strada della sua liberta'.
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Clara Jourdan
Lene Kaaberbol e Agnete Friis, Il bambino nella valigia, Fazi, 2010, euro 18,50. Dopo le svedesi e le norvegesi ci arrivano dal nord anche le gialliste danesi: queste due scrivono in coppia e il romanzo e' il primo della loro collaborazione. Il bambino e' davvero in una valigia ma viene trovato (vivo) a pagina 1. Protagonista una infermiera, la storia si sviluppa in maniera insolita per un giallo (come nei migliori gialli) e possono leggerla anche le madri. Persino a Natale.
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Donatella Massara
Paola Drigo, Maria Zef, Biblioteca dell'immagine, 2002, euro 12; Paola Drigo, Fine d'anno, Carabba, 2005, euro 11,50; Anna Santoro, Il Novecento, Antologia di scrittrici italiane del primo ventennio, Bulzoni, 1997, euro 21. Paola Bianchetti in Drigo e' l'autrice di uno dei capolavori del '900, Maria Zef, opera ristampata fino a oggi, presa a soggetto di due film, e tradotta in varie lingue. Autrice raffinata, educata da una famiglia politicizzata e colta, adolescente mandata a studiare, una delle poche a quel tempo, nelle scuole del regno, si affaccio' alla scrittura in modo discontinuo ma sempre proponendo apprezzabili narrazioni dove racconta la drammaticita' di situazioni femminili che emergono da una mai dichiarata intenzione autobiografica e con un riscontro nella vita delle donne del suo tempo. Fine d'anno e' un romanzo breve, l'ultimo scritto pubblicato di Paola Bianchetti Drigo, probabilmente autobiografico, descrive la vita di una proprietaria terriera, non piu' giovane, costretta a tornare a vivere in mezzo alle complesse e amare relazioni con la campagna, l'ambiente e le persone che da lei dipendono mentre agisce da lontano il mai risolto rapporto con l'unico figlio. Da segnalare anche Tango, un racconto di Paola Bianchetti Drigo, pubblicato nel 1914 e raccolto nell'antologia di Anna Santoro. Racconta aspetti apparentemente lievi - se paragonati alla vita terribile della povera montanara quattordicenne Maria Zef, vittima dello stupro dello zio. In realta' i contrasti nella vita sentimentale di Paolina, giovane e ricca, sono pure drammatici. Anche lei e' annoverabile fra le tante figure narrate dalla scrittrice che lei stessa defini' donne che l'avevano "interessata infinitamente piu' delle altre", protagoniste di racconti "mai completamente inventati", "dolorose creature" che espressero "in vario modo il dolore che e' nel destino umano". Con questa lettura recitata abbiamo inaugurato il progetto che mi impegna con altre donne da due anni, la web radio Donne di Parola, uno spazio virtuale dedicato alla lettura della scrittura femminile.
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Sara Gandini
- Alle radici del simbolico. Transoggettivita' come spazio pensante nella cura psicoanalitica (Liguori, 2010, euro 16,90) e' il primo libro di Cristina Faccincani, psichiatra e psicanalista. Alcuni dei capitoli del libro provengono da riflessioni nate e sviluppate insieme alla Comunita' filosofica femminile Diotima con cui collabora da tempo. Si tratta di un libro che mostra come la psicanalisi, in quanto pensiero dell'esperienza, possa considerarsi una filosofia pratica. Perche' il non riuscire a saper pensare puo' essere fonte di sofferenza per se' e per gli altri. Cristina sa rendersi comprensibile e accessibile anche a chi non legge usualmente saggi di psicanalisi. Grazie ai vari racconti tratti dalla sua pratica clinica, la Faccincani ci conduce con sapienza in un mondo affascinante fatto di sogni e "fantasie", in cui la realta' assume facce deformi ma in cui, paradossalmente, lettrici e lettori si possono ritrovare. Io ho divorato questo libro quasi fosse un viaggio avventuroso, un giallo inconsueto, in cui l'autrice-detective, grazie a vari indizi, ci conduce a chiavi interpretative impreviste.
- Antonella Fimiani, Sentieri del desiderio. Femminile e alterita' in Soeren Kierkegaard, Rubbettino, Catanzaro 2010, pp. 201 (euro 18). Il libro di Antonella Fimiani parla di Kierkegaard, misoginia e di una filosofia dei sessi. Cosa puo' dirci ancora oggi un filosofo come Soeren Kierkegaard sul rapporto uomo-donna? Assolutamente nulla, si potrebbe a prima vista sentenziare storcendo il naso all'idea che un simile pensatore, influenzato dalla misoginia del suo tempo... Antonella sottolinea che il filosofo e' tra i primi a riflettere sul rapporto uomo-donna, e analizza il ruolo che il desiderio riveste, nella sua variante sensuale e spirituale, nell'itinerario del filosofo. Un libro di filosofia che muove da un'angolatura inedita e originale: la ricostruzione del significato filosofico rivestito dalle figure femminili nel loro intimo legame con l'altro sesso. Antonella tra le altre cose lavora su un ragionamento che a suo tempo fu fatto da Carla Lonzi in Armande c'est moi, e cioe' che le donne della storia passata vanno cercate dove certi uomini presentano sintomi tipo misoginia e simili.
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Vera Benelli
Lisa See, Fiore di Neve e il ventaglio segreto, Tea, 2010, euro 8,90. Dopo la visione del suggestivo documentario "Nu-shu, la calligrafia segreta delle donne cinesi", logica conseguenza la lettura di questo romanzo. L'autrice ci conduce nelle stanze in cui vivono isolate e segregate le donne e dove viene perpetrato il tragico rito della fasciatura dei piedi delle bambine per rimpicciolirli al massimo, al fine di consentire loro un buon matrimonio. Il ventaglio segreto narra attraverso la calligrafia la vicenda di Giglio Bianco e Fiore di Neve, laotong e amiche per la vita. Giglio Bianco, ormai ottuagenaria, ripercorre la loro storia e il tragico equivoco che le dividera' per poi riunirle nuovamente. Un racconto illuminante sulla cultura cinese dell'Ottocento e la brutalita' e ingiustizia inferte alle donne, che attraverso la calligrafia segreta si inventarono un modo per sottrarsi a tutto cio', raccontandosi tutti gli avvenimenti della loro vita e anche i sentimenti piu' intimi, solo ed esclusivamente attraverso i ventagli e le scritte su fazzoletti con pennelli o ricamo, uscendo cosi' dall'isolamento delle loro stanze. Una lettura affascinante, poetica e di grande rispetto e amore per le donne.
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Serena Fuart
Colette, Cheri e La fine di Cheri, Adelphi, 2009, euro 10. Un amore impossibile, intenso, devastante e, per l'epoca (inizi del '900), scandaloso, quello tra Cheri, adolescente rampollo di una ricca famiglia dell'alta societa', e Lea, molto piu' grande di lui, amica della madre. Iniziata come un gioco, la storia si conclude con un'apparente indifferenza di entrambi in occasione delle nozze di Cheri con una coetanea. Ma quel legame, tutt'altro che superficiale, rimarra' radicato dolorosamente e profondamente nella vita di entrambi legandoli indissolubilmente fino alla fine.
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Lia Cigarini
Luisa Cavaliere, Anticorpi. Dialoghi con Emma Dante e Rosella Postorino, Liguori, 2010, euro 11,90. Luisa Cavaliere, un'amica intelligente ed ironica della Libreria di Milano impegnata nel movimento delle donne di Napoli, ha (con preziosa scrittura, che e' sempre, in un libro, la cosa piu' importante) raccontato il suo dialogo con due donne piu' giovani di lei, entrambe scrittrici di qualita', Emma Dante palermitana e Rosella Postorino calabrese. Le tre donne che formano insieme un triangolo che brucia al presente, parlano del teatro, della scrittura, del lavoro, delle mafie, della politica, dei loro desideri e scelte di vita, delle loro madri. Io considero il libro, intitolato Anticorpi, un ottimo esempio di come si puo' raccontare il mondo dal punto di vista delle donne senza ripetere le parole gia' dette del femminismo.
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Rosalba Napolitano
Silvia Ronchey, Ipazia la vera storia, Rizzoli, 2010, euro 19. Con la nuova Ipazia di Silvia Ronchey ti regali non solo la vera storia della donna che il Vaticano ancora teme: un affascinante viaggio attraverso sedici secoli di fraintendimenti e mistificazioni ideologiche, e ne esci vaccinata contro tutti i talebanismi di questa stagione infetta di intolleranza.
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Luisa Muraro
- Luisa Muraro, Ipazia, Sabina Editorial, Madrid 2010, euro 18. Pubblicato in una collana per bambine/i, il racconto ha al suo centro la scienziata Ipazia di Alessandria, sullo sfondo il passaggio dal mondo antico a quello cristiano, e come protagoniste tre persone giovani. Racconto storico illustrato, scritto in tre lingue: in italiano (lingua originale), in inglese e in spagnolo. Avendolo scritto io, lascio ad altri il giudizio; lo propongo pero' come un piacevole esercizio linguistico per chi impara l'italiano e l'inglese sapendo lo spagnolo, l'inglese sapendo l'italiano, ecc.
- Beryl Bainbridge, Ognuno per se', Fazi editore, Roma 2003, euro 8,50. Lo consiglio per la bravura magistrale di raccontare la storia del Titanic che affonda, di cui sappiamo tutto mentre i suoi personaggi non sanno nulla e alcuni meno ancora ma altri invece presentono qualcosa. Come divinita' onniscienti ma impotenti, noi lettrici seguiamo la loro vicenda fino al compiersi del disastro, nel quale si finisce dal cuore del romanzo difilato nell'oceano gelido, e ci chiediamo: io come mi sarei comportata. Il titolo italiano traduce fedelmente quello inglese che pero' non e' fedele alla storia, perche' quasi tutti sono ognuno per se', ma non tutti, non tutte. Percio' la domanda: e io, come mi sarei comportata.
- Elisabetta Rasy, Memorie di una lettrice notturna, Rizzoli, 2009, euro 18,50. Ha una bella copertina con dorso di tela rossa, che lo rende costoso ma anche "regalo". Ed e' un libro intelligente ma affabile, profondo e lieve, tutto dedicato a scrittrici (escluso il saggio finale, "Ovidio e le eroine dell'abbandono") del secolo ventesimo, detto "il secolo del talento femminile". Lo consiglio a quelle e quelli che vogliono introdursi in un mondo di eccellenza femminile ma anche a quelle che, avendo gia' letto, vogliono confrontarsi con la lettrice notturna.
- Ho appena finito di leggere, la sera, saltando programmi e film tivu', l'affascinante storia di alcune creature inventate da Rebecca West, tre romanzi (La trilogia degli Aubrey) uno diverso dall'altro come lo sono i personaggi, alcuni inventati ex novo da quest'autrice, come certi eventi e situazioni che pero' entrano nel tessuto narrativo della vita quotidiana. Ho imparato definitivamente che di ordinario nella vita non c'e' veramente niente. In tutto sono 1132 pagine (ma non me ne sono accorta) e costano, i tre volumi, 60 euro, editore Mattioli 1885 (da essergli grate). I tre romanzi, in vendita anche separatamente, hanno questi titoli: La famiglia Aubrey, Proprio stanotte, Rosamund.
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Mariolina De Angelis
Gabriela Fantato (a cura di), Con la tua voce, La Vita Felice, Milano 2010, euro 16. Molto interessante e di piacevole lettura, questo e' un libro di saggi in cui dieci poetesse contemporanee danno voce ad altrettante grandi poetesse del passato, nate tra fine Ottocento e primi del Novecento, trasportandoci dall'Europa all'America in un intersecarsi di parola poetica e vita.
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Tiziana Nasali
Sarah Dunant, Le notti al Santa Caterina, Neri Pozza, 2009, euro 18. Si tratta di un romanzo storico (ambientato in un convento di Ferrara nel 1570): scritto in modo eccellente, mette in scena una serie di figure femminili che intrecciano fra loro rapporti di grande liberta' e autorita'.
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Liliana Rampello
Stella Gibbons, La fattoria delle Magre Consolazioni, Astoria, 2010, euro 17; Frances Hodgson Burnett, Un matrimonio inglese, Astoria, 2010, euro 20; Charlotte Perkins Gilman, La governante e altri problemi, Astoria, 2010, euro 9; Marina Morpurgo, Sono pazza di te (ma fino a un certo punto), Astoria, 2010, euro 8. Quattro titoli, un'unica casa editrice, stesso anno di pubblicazione: e' facile capire che siamo davanti a una bella novita' che si affaccia in libreria. Astoria e' l'impresa di Monica Randi, che dopo una lunga esperienza editoriale ha deciso di nuotare da sola, cosi' da meritare tutta la nostra attenzione e sostegno. Ma veniamo ai titoli. Il romanzo della Gibbons e' semplicemente imperdibile per chi ama la letteratura inglese, quell'humour (a partire dai nomi, dai riferimenti hollywoodiani, dalla caricatura della vita campestre) che e' bene non confondere ne' con la comicita' (cui e' piu' incline la Morpurgo) ne' con il sarcasmo. Si tratta piuttosto di mirabile leggerezza e consapevolezza della realta', della possibilita' di cambiare l'intero mondo, come fa l'adorabile protagonista Flora Poste, senza quasi darlo a vedere, armata solo di un buon libro, Il sublime buonsenso! La Perkins Gilman e' una vecchia conoscenza che non delude, anzi, e qui si presenta con una scrittura obliqua, un veloce volteggiare che sempre mostra il punto imprevedibile della storia. Ricordate poi la Hodgons Burnett? Forse si', per i suoi bei libri per adolescenti, tanto venduti da mettere in ombra il resto della sua produzione, fra cui spicca questo Matrimonio inglese, intreccio avventuroso fra due continenti, Inghilterra e America, due sorelle e molto altro, con momenti di grande levita' e ironia.
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Luciana Tavernini
Antonia Pozzi, Poesia che mi guardi. La piu' ampia raccolta di poesie finora pubblicata e altri scritti, a cura di Graziella Bernabo' e Onorina Dino, Luca Sossella Editore, Bologna 2010, 650 pp. con dvd del film Poesia che mi guardi di Marina Spada (Miro film, 2009, 50 minuti), euro 20. Conosco e amo da tempo la figura e l'opera di Antonia Pozzi, poeta, fotografa e intellettuale milanese morta suicida a soli ventisei anni nel 1938, sempre piu' apprezzata negli ultimi decenni per l'originalita' della sua voce di donna e di poeta in anticipo sui tempi. Per chi ama la poesia e per chi sente l'urgenza di pensarsi e pensare il mondo e' sicuramente una scoperta che apre orizzonti e profondita' inesplorate. Per questo credo imperdibile la doppia offerta di questo cofanetto. Da un lato vi e' la nuova edizione delle opere della Pozzi che contiene la piu' ampia raccolta di poesie finora pubblicata, l'intero diario, tutte le lettere (quelle che contano per ricostruire la sua breve e intensa esistenza, le sue amicizie, i suoi rapporti d'amore e la sua poetica) e i saggi (tra cui alcuni passi della sua tesi di laurea su Flaubert, ormai introvabile), il tutto interamente rivisto sulla base dei manoscritti. Il volume e' completato da una raccolta di fotografie e da una rigorosa e diversificata sezione critica. Dall'altro vi e' il coraggioso e innovativo film di Marina Spada. Un film che restituisce non solo la biografia di Antonia Pozzi, ma il senso della sua poesia e ci offre una riflessione sul valore del leggere e fare poesia nel mondo odierno. E' un lavoro rigoroso, dove l'amore non diviene mai sovrapposizione ed esibizione della regista, dove si sperimenta un dialogo, a mio avviso intenso e riuscito, tra parola e immagine. Insomma un bel regalo da fare ad amiche e amici ma prima di tutto a se'.
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Pinuccia Barbieri
Docufilm La politica del desiderio (libro + dvd) di Flaminia Cardini, Lia Cigarini, Luisa Muraro, Manuela Vigorita, ed. L'altra vista - Libreria delle donne di Milano, euro 15. Il racconto dell'originalita' del femminismo italiano in un percorso profondo anche se parziale. Si ripercorrono le battaglie sociali del femminismo italiano attraverso la nascita, negli anni Settanta, dei gruppi di sole donne che tessono un nuovo orizzonte all'interno del movimento femminile: l'autocoscienza, la pratica della relazione, il rapporto col desiderio vengono messi al centro della riflessione. Insomma, un lavoro importante che e' rivolto soprattutto e proprio alle nuove generazioni di donne. Vi e' un punto in cui Luisa Muraro dice che il pensiero della differenza traina e ingloba quello dell'uguaglianza, un'idea cosi' semplice che sgombra via d'un colpo tutte le interpretazioni sbagliate...
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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
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Numero 318 dell'8 aprile 2011
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