Coi piedi per terra. 364
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- Date: Fri, 24 Sep 2010 10:02:30 +0200 (CEST)
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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 364 del 24 settembre 2010
In questo numero:
1. Verso il 2 ottobre, giornata internazionale della nonviolenza
2. Giampiero Girardi: Uomini con la schiena dritta
3. Raffaello Saffioti: L'avvocato Gandhi difensore dei diritti umani
4. Ai Presidenti delle Regioni per il 2 ottobre, Giornata Onu della nonviolenza
5. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo
1. INIZIATIVE. VERSO IL 2 OTTOBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA
Il 2 ottobre, che l'Onu ha dichiarato "Giornata internazionale della nonviolenza" nell'anniversario della nascita di Gandhi, impegnamoci a promuovere e sollecitare ovunque possibile - nelle scuole, nelle istituzioni, nei luoghi di incontro e di aggregazione - iniziative di accostamento alla nonviolenza.
2. VERSO IL 2 OTTOBRE. GIAMPIERO GIRARDI: UOMINI CON
[Ringraziamo Giampiero Girardi (per contatti: gia.gira at gmail.com) per questo intervento.
Giampiero Girardi, piemontese, laureato in Sociologia, ha svolto il servizio civile sostitutivo. Vive in Trentino. Ha lavorato nel campo della formazione, della ricerca e nel settore sociale, con funzioni manageriali. Ha diretto l’Ufficio Servizio civile della Provincia autonoma di Trento, ente per il quale tuttora lavora. Da sempre si interessa di pace e nonviolenza ed ha scritto vari saggi e curato alcuni libri. E' stato responsabile diocesano degli obiettori Caritas e consulente della Caritas italiana. Ha introdotto in Italia la figura di Franz Jaegerstaetter (su cui ha pubblicato alcuni volumi, soprattutto Scrivo con le mani legate. Lettere dal carcere e altri scritti dell’obiettore-contadino che si oppose ad Adolf Hitler, edizioni Berti, Piacenza, 2005) e si dedica ad un’azione di diffusione e divulgazione. Si veda anche l'ampia notizia biografica nell'intervista in “Coi piedi per terra” n. 348]
E' certamente vero che “la nonviolenza e' antica come le montagne” e dunque e' connaturata alla natura umana, ma e' anche vero che il profeta e lo “svelatore” della nonviolenza e' Mohandas Karamchand Gandhi. E' un dato che emerge anche dalle interviste sulla nonviolenza pubblicate dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo, che indicano prevalentemente in lui la fonte prima di accostamento alla nonviolenza.
La grandezza di Gandhi e' consistita nel non essersi limitato a predicare la nonviolenza ma nell’averla messa in pratica. Anche per noi, oggi, la sfida e' quella di saperne tradurre i valori nel qui ed ora.
Prima di tutto cio' significa essere uomini, saper ascoltare le propria coscienza e cercare la verita' sempre.
Questo vuol dire essere responsabili di cio' che facciamo e di cio' che il nostro comportamento determina: nelle relazioni, nel consumo, nella produzione di rifiuti, nella nostra impronta ecologica, nel nostro stile di vita.
Vuol dire anche saper accogliere, saper ascoltare le ragioni dell’altro, saper riconoscere il bisogno di popoli interi e voler cercare soluzioni possibili per un vero sviluppo umano, economico, sociale.
La nonviolenza ci insegna ad essere uomini e donne autentici, con la schiena dritta, sempre in ricerca per migliorare noi stessi e il mondo che ci sta attorno.
Il 2 ottobre, nel ricordo di Gandhi, sia occasione e stimolo di comprensione e maturazione. Ma la nonviolenza sia un dimensione di vita per tutto l’anno.
3. VERSO IL 2 OTTOBRE. RAFFAELLO SAFFIOTI: L’AVVOCATO GANDHI DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI
[Ringraziamo Raffaello Saffioti (per contatti: rsaffi at libero.it) per questo intervento.
Raffaello Saffioti, amico della nonviolenza, infaticabile promotore di iniziative di pace, solidarieta', cultura, e' animatore dell'esperienza della Casa per la pace "Domenico Antonio Cardone" di Palmi.
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel
Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno
Primo Levi e' nato a Torino nel 1919, e qui e' tragicamente scomparso nel 1987. Chimico, partigiano, deportato nel lager di Auschwitz, sopravvissuto, fu per il resto della sua vita uno dei piu' grandi testimoni della dignita' umana ed un costante ammonitore a non dimenticare l'orrore dei campi di sterminio. Le sue opere e la sua lezione costituiscono uno dei punti piu' alti dell'impegno civile in difesa dell'umanita'. Opere di Primo Levi: fondamentali sono Se questo e' un uomo, La tregua, Il sistema periodico, La ricerca delle radici, L'altrui mestiere, I sommersi e i salvati, tutti presso Einaudi; presso Garzanti sono state pubblicate le poesie di Ad ora incerta; sempre presso Einaudi nel 1997 e' apparso un volume di Conversazioni e interviste. Altri libri: Storie naturali, Vizio di forma, La chiave a stella, Lilit, Se non ora, quando?, tutti presso Einaudi; ed Il fabbricante di specchi, edito da "
La novita' di quest'anniversario: prima e dopo il 2 ottobre
Il 2 ottobre, giorno della nascita di Gandhi centoquarantuno anni fa e Giornata internazionale della nonviolenza, quest’anno presenta una novita': gli ultimi mesi dell’anno sono segnati da date ed eventi significativi, da collegare con il 2 ottobre.
1) Prima del 2 ottobre. Il 21 settembre avviene la celebrazione della “Giornata Internazionale dell’Onu per
2) Dopo il 2 ottobre. Il 9 ottobre a Genova avra' luogo il Convegno internazionale per la chiusura del Decennio 2001-2010, proclamato dall’Onu “Decennio internazionale per la promozione di una cultura della pace e della nonviolenza per i bambini del mondo”.
3) Il 7 novembre ricorre il centenario della morte di Lev Tolstoj.
Ci sono vari modi di commemorare l’anniversario della nascita di Gandhi, ma tutti dovrebbero servire a collegare i vari eventi per promuovere la cultura della nonviolenza. L’anniversario e' occasione per riflettere sul cammino della nonviolenza moderna, interrogandosi sul che fare per valorizzare Gandhi, evitando la retorica, la ritualita' e i luoghi comuni.
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Gandhi e Dolci
Avendo avuto la fortuna di collaborare per molti anni con Danilo Dolci, soprattutto a Palmi e in Calabria, ho imparato a ricercare come valorizzare Gandhi.
“Ma un aspetto del suo enorme contributo al risanamento e alla crescita della vita del mondo credo sia particolarmente necessario scoprirlo e valorizzarlo (parlo soprattutto dell’Occidente, che conosco meglio) nella fondamentale importanza che ha attribuito al saper apprendere a fare esperienza, soprattutto ove piu' urgente si evidenziano, o stanno per evidenziarsi (forse anche in Oriente), i danni della modernita'. Puo' esistere un’empiria chiusa, o piu' illuminata; l’esperienza puo' pervenire a vari livelli di ricerca illuminante, con l’ipotesi da verificare, inventando anche i metodi opportuni, riguardando un futuro alternativo. Non vi e' coscienza senza l’esperienza; non vi e' esperienza senza la coscienza” (Danilo Dolci, La comunicazione di massa non esiste, Piero Lacaita Editore, 1995, pp. 63-64).
Quell’aspetto di Gandhi a Dolci sembrava “ancora troppo poco considerato”, come ci disse in un seminario nazionale a Saint Nicolas (Aosta) nel 1994.
Il tema “esperienza” e' ricorrente nella ricerca-azione di Dolci: ci veniva proposto frequentemente nei seminari da lui organizzati e risulta anche dai titoli di alcune sue opere.
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L'avvocato Gandhi
Riprendo ora una parte dell’esperienza di Gandhi, quella della sua professione di avvocato in Sud Africa. Consideriamo una parte della sua vita, prima dei quarant’anni, non molto nota, che serve per comprendere meglio il suo pensiero e la sua opera.
Gandhi frequento' l’Universita' di Londra, dove si era iscritto nel 1888, e dopo tre anni si laureo' in giurisprudenza, ottenendo l’abilitazione alla professione legale e fu iscritto all’albo degli avvocati il 10 giugno 1891.
“Farsi iscrivere all’albo degli avvocati era facile, ma era difficile esercitare; avevo studiato legge, ma non avevo imparato a praticarla, avevo letto con interesse le Massime legali ma non sapevo come applicarle alla mia professione. Una di esse era Sic utere tuo ut alienum non laedas (usate della vostra proprieta' in modo da non danneggiare quella altrui), ma io ignoravo come si potesse applicare questa massima a vantaggio dei propri clienti. Avevo letto i casi piu' salienti, ma non mi erano serviti di guida per la sua applicazione nell’esercizio della legge” (Gandhi, La mia vita per la liberta', Newton Compton, 1988, pp. 85-86).
Dopo la laurea, nel 1891 Gandhi ritorno' in India e pratico' la professione forense con l’idea che per diventare un buon avvocato bastassero “l’onesta' e la voglia di lavorare”. Nel 1893 parti' per il Sud Africa dove fu profondamente colpito dalla condizione dei suoi connazionali, vittime della segregazione razziale. La permanenza in Sud Africa doveva essere breve, ma durera' molti anni. Diviene l’avvocato difensore dei diritti umani degli immigrati indiani e, col tempo, viene riconosciuto anche leader del loro movimento di protesta contro la politica discriminatoria delle autorita' del Natal. E’ l’indignazione per le discriminazioni razziali a spingere l’avvocato Gandhi verso la lotta politica, con la sperimentazione delle prime forme di protesta. E’ nel 1894 che fonda il Natal Indian Congress, un’associazione per la difesa degli interessi indiani nell’Unione Sudafricana. E’ nel 1904 che Gandhi abbandona la sua attivita' professionale per dedicarsi completamente alla causa dei suoi connazionali.
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Ricordi del tribunale
Gandhi scrisse: “Prima di cominciare a raccontare il corso che prese la mia vita in India, mi sembra necessario ricordare alcune mie esperienze sudafricane, che ho tralasciato di proposito.
Alcuni miei amici avvocati mi hanno chiesto di scrivere i miei ricordi del tribunale: sono cosi' tanti, che se dovessi descriverli tutti, riempirebbero da soli un intero volume e mi fuorvierebbero dal mio scopo principale. Tuttavia potra' essere utile ricordare qualche episodio che concerne l’abitudine di rispettare la verita'.
Mi pare di aver gia' detto che nella mia professione non son mai ricorso alla menzogna e che gran parte della mia attivita' legale la svolsi nell’interesse della comunita'; percio' mettevo in parcella soltanto le spese vive e anche queste talvolta le pagavo di tasca mia. Credevo con cio' di avere detto tutto l’essenziale della mia attivita' di legale. Ma gli amici vogliono che faccia di piu', sostengono che il mio racconto, sia pure per sommi capi, degli episodi in cui rifiutai di deviare dalla verita' possa giovare alla professione forense.
Quand’ero studente avevo sentito dire che il mestiere dell’avvocato e' il mestiere del bugiardo, ma non mi lasciai influenzare, dato che non intendevo procacciarmi ne' denaro ne' onori con la menzogna.
Questo principio venne messo alla prova spessissimo in Sud Africa, molte volte venni a sapere che i miei avversari avevano istruito i loro testimoni e se anch’io avessi incoraggiato il mio cliente o i suoi testimoni a mentire, avremmo vinto la causa, ma ho sempre resistito alla tentazione. Mi ricordo solo di una volta quando, avendo vinto la causa, mi venne il sospetto che il mio cliente mi avesse ingannato: in fondo al cuore speravo sempre di vincere solo se la causa del mio cliente era giusta. Non ricordo di avere mai condizionato le mie parcelle alla vincita delle cause; non volevo ne' piu' e ne' meno delle mie competenze, che il mio cliente vincesse o perdesse la causa.
Avvisavo subito ogni mio nuovo cliente di non chiedermi di patrocinare cause truccate o di istruire i testimoni, col risultato che mi feci una reputazione tale per cui non mi venivano proposte cause poco pulite.
Anzi qualche mio cliente affidava a me le cause pulite e ad altri quelle di natura dubbia”.
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I clienti diventano collaboratori
“Fu inoltre mia abitudine, nel corso della mia attivita' professionale, non nascondere mai la mia ignoranza ai clienti o ai colleghi. Quando ero seriamente perplesso, consigliavo al cliente di rivolgersi ad un altro avvocato o, se preferiva continuare ad avvalersi dei miei servigi, gli chiedevo di permettermi di ricorrere all’assistenza di un avvocato difensore anziano; la mia sincerita' mi guadagno' l’affetto e la stima dei miei clienti che erano sempre disposti a pagare l’onorario quando si rendeva necessaria una consultazione con un avvocato difensore anziano. Questo affetto e questa fiducia mi furono di grande aiuto nel mio lavoro.
Nei capitoli precedenti ho detto che lo scopo del lavoro da me svolto in Sud Africa era il servizio della comunita', ma condizione indispensabile, anche per arrivare a questo fine, era riuscire a guadagnarsi la fiducia delle persone. I generosi indiani esaltavano come favori speciali le prestazioni professionali eseguite a fine di lucro e quando consigliai loro di sopportare le durezze del carcere per salvaguardare i loro diritti, molti accettarono di buon grado il consiglio, non tanto perche' si erano convinti della giustezza della causa, ma grazie alla fiducia e all’affetto che avevano per me.
Mentre scrivo, molti dolci ricordi mi tornano in mente, centinaia di clienti che mi divennero amici e collaborarono con me nell’opera sociale che avevo intrapresa e la cui vicinanza allevio' una vita peraltro irta di difficolta' e di pericoli” (Gandhi, La mia vita per la liberta', cit., pp. 325-326, 329, 330).
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Una esperienza personale
Riporto due interrogativi di Gandhi, tra altri, formulati da Dolci:
“Come posso imparare ad ampliare la mia esperienza?”, “Si puo' fare esperienza senza ipotesi, senza la prova e senza il meditare?” (in La comunicazione di massa non esiste, p. 171).
Nel mio impegno per promuovere la cultura della nonviolenza mi trovo spesso a fare ricorso alla mia personale esperienza della collaborazione con Dolci.
Un momento forte e' stato l’incontro di Dolci con una mia classe,
Forte della sua esperienza derivante anche dai frequenti viaggi all’estero, egli fu il primo a scoprire fin dagli anni Sessanta “il sistema clientelare-mafioso”, esistente con nomi diversi in vari paesi del mondo.
La mia esperienza piu' recente mi ha portato, approfondendo l’analisi dolciana, a scoprire l’esistenza, non solo nella mia citta' e nella mia regione, della cosiddetta “zona grigia”.
Il libro di Primo Levi, I sommersi e i salvati (Einaudi, 1986) mi ha molto aiutato nella conoscenza del funzionamento del “sistema clientelare-mafioso”. “La zona grigia” e' il titolo del capitolo piu' importante del libro di Levi, come disse egli stesso.
Una breve citazione: “Dove esiste un potere esercitato da pochi, o da uno solo, contro i molti, il privilegio nasce e prolifera, anche contro il volere del potere stesso; ma e' normale che il potere, invece, lo tolleri o lo incoraggi. Limitiamoci al Lager, che pero' (anche nella sua versione sovietica) puo' ben servire da ‘laboratorio’: la classe ibrida dei prigionieri-funzionari ne costituisce l’ossatura, ed insieme il lineamento piu' inquietante. E’ una zona grigia dai contorni mal definiti, che insieme separa e congiunge i due campi dei padroni e dei servi. Possiede una struttura interna terribilmente complicata, ed alberga in se' quanto basta per confondere il nostro bisogno di giudicare... Questo modo di agire e' noto alle associazioni criminali di tutti tempi e luoghi, e' praticato da sempre dalla mafia, e tra l’altro e' il solo che spieghi gli eccessi, altrimenti indecifrabili, del terrorismo italiano degli anni ‘70” (pp. 29, 30).
Chi fa parte della zona grigia?
E’ dalla zona grigia che tutte le mafie traggono la loro forza ed e' in essa che si trovano collusioni, connivenze e complicita' di ogni genere.
Da tempo mi vado chiedendo quale ruolo svolga oggi nel nostro Paese la categoria professionale degli avvocati e quale presenza abbia nella zona grigia. Se consideriamo la presenza degli avvocati in Parlamento, a quali principi obbediscono nel processo di formazione delle leggi?
Mi chiedo anche se e in che misura la cultura della nonviolenza faccia parte della loro cultura. Quanti sono gli avvocati che si possono dire amici della nonviolenza?
Possiamo proporre loro l’esempio dell’avvocato Gandhi?
Nel tempo che viviamo ci sarebbe un grande bisogno di avvocati capaci di essere difensori dei diritti umani, di tutti gli esseri umani.
4. DOCUMENTI. AI PRESIDENTI DELLE REGIONI PER IL 2 OTTOBRE, GIORNATA ONU DELLA NONVIOLENZA
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregi Presidenti delle Regioni,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni realta' locale in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a voi tale proposta.
Distinti saluti,
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Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 23 settembre 2010
5. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER
Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com
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Numero 364 del 24 settembre 2010
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