Telegrammi. 323



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 323 del 24 settembre 2010

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Laura Boella: Una politica e un'arte della nonviolenza?

2. Invitiamo Comuni, scuole e universita' a celebrare la Giornata internazionale della nonviolenza istituita dall'Onu

3. Modello di lettera ai sindaci

4. Modello di lettera ai dirigenti scolastici

5. Modello di lettera ai rettori universitari

6. Francesco de Notaris: Per motivi di necessita'

7. Mario Martini: Il satyagraha e il potere di tutti

8. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Itala Ricaldone

9. Il 30 settembre e il primo ottobre a Fiumicello

10. Si e' svolto il 19 settembre a Viterbo un incontro di formazione e informazione nonviolenta

11. Il 22 settembre si e' svolto a Blera un incontro di formazione alla comunicazione nonviolenta

12. Per sostenere il Movimento Nonviolento

13. "Azione nonviolenta"

14. Segnalazioni librarie

15. La "Carta" del Movimento Nonviolento

16. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. LAURA BOELLA: UNA POLITICA E UN'ARTE DELLA NONVIOLENZA?

[Ringraziamo Laura Boella (per contatti: laura.boella at unimi.it) per questo intervento.

Laura Boella, docente di storia della filosofia morale all'Universita' di Milano, e' tra le massime studiose di Gyorgy Lukacs, Agnes Heller, Ernst Bloch, Hannah Arendt; e' impegnata nella ricostruzione del pensiero femminile nel Novecento; fa parte della redazione della rivista filosofica "aut aut". Opere di Laura Boella: Il giovane Lukacs, De Donato, Bari 1977; Intellettuali e coscienza di classe, Feltrinelli, Milano 1977; Ernst Bloch. Trame della speranza, Jaca Book, Milano 1987; Dietro il paesaggio. Saggio su Simmel, Unicopli, Milano 1987; (a cura di), Letture e discussioni intorno a Levinas, Jankelevitch, Ricoeur, Unicopli, Milano 1988; Parole chiave della politica, Mantova 1995; Hannah Arendt. Agire politicamente, pensare politicamente, Feltrinelli, Milano 1995; Morale in atto, Cuem, 1997; Cuori pensanti. Hannah Arendt, Simone Weil, Edith Stein, Maria Zambrano, Tre Lune, Mantova 1998; con Annarosa Buttarelli, Per amore di altro. L'empatia a partire da Edith Stein, Cortina, Milano 2000; Le imperdonabili. Etty Hillesum, Cristina Campo, Ingeborg Bachmann, Marina Cvetaeva, Tre Lune, Mantova 2000; Grammatica del sentire. Compassione, simpatia, empatia, Cuem, Milano 2004; Sentire l’altro. Conoscere e praticare l’empatia, Cortina, Milano 2006; Neuroetica. La morale prima della morale, Cortina, Milano 2008]


La globalizzazione ha modificato le nozioni di guerra e di nemico, ha cambiato il modo in cui le vittime sono uccise e prodotte figurativamente e simbolicamente. In altri termini, il nostro rapporto sia attivo sia passivo con la violenza e' molto cambiato, soprattutto nel suo rapporto con la politica. A questi mutamenti non corrisponde una capacita' di pensiero che porti a non accettare piu' la violenza come un destino ineluttabile per gli esseri umani. Mancano persino le parole per definire e concettualizzare la nonviolenza: solo Gandhi propose la parola satyagraha, che peraltro non appartiene a un contesto occidentale.
E' necessaria una nuova immaginazione politica e filosofica per pensare la politica dal punto di vista della nonviolenza e non piu' da quello del conflitto o dell'ethos del guerriero.
Possiamo gia' contare sul lavoro di una pensatrice femminista, Judith Butler, che ha tematizzato la violenza come il contesto entro il quale l'umano deve essere ri-pensato e re-immaginato, un contesto che non e' piu' violento, ma in cui l'umano e' definito dalla sua vulnerabilita', dalla possibilità di essere offeso.
Si puo' anche guardare agli esempi di attivismo nonviolento che hanno esercitato e esercitano una funzione politica: il "potere dei senza potere" (Vaclav Havel). In particolare, credo che l'arte oggi offra esempi di "attivismo sociale" molto utili a intensificare la percezione del nostro corpo e di quello degli altri nell'ottica della vulnerabilita' ed eserciti una funzione molto importante nell'insegnarci che cosa sia e quanto rilievo abbia il dolore dei corpi negli eventi bellici del passato e del presente, nelle pratiche di tortura, nell'abbandono di intere popolazioni alle catastrofi naturali.

 

2. INIZIATIVE. INVITIAMO COMUNI, SCUOLE E UNIVERSITA' A CELEBRARE LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA ISTITUITA DALL'ONU

 

Il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, l'Onu ha istituito la Giornata internazionale della nonviolenza, proponendo che si svolgano ovunque iniziative di commemorazione e di impegno.

Chiediamo che in tutti gli enti locali, in tutte le scuole e in tutte le universita' d'Italia si svolgano iniziative.

A tal fine presentiamo di seguito tre modelli di lettere ai Sindaci, ai Dirigenti scolastici ed ai Rettori universitari, pregando i lettori di utilizzarli sottoscrivendoli ed inviandoli all'amministrazione comunale, alle scuole ed alle universita' del proprio territorio.

 

3. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI SINDACI

 

Al Sindaco del Comune di ...

Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi

Egregio sindaco,

l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".

Sarebbe opportuno che in ogni realta' locale in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.

Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.

Distinti saluti,

Firma

luogo e data

Mittente

 

4. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI DIRIGENTI SCOLASTICI

 

Al dirigente scolastico del ...

Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi

Egregio dirigente scolastico,

l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".

Sarebbe opportuno che in ogni istituto scolastico in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.

Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.

Distinti saluti,

Firma

luogo e data

Mittente

 

5. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI RETTORI UNIVERSITARI

 

Al rettore dell'Universita' di...

Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi

Egregio rettore,

l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".

Sarebbe opportuno che in ogni Universita' in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.

Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.

Distinti saluti,

Firma

luogo e data

Mittente

 

6. VERSO IL 2 OTTOBRE. FRANCESCO DE NOTARIS: PER MOTIVI DI NECESSITA'

[Ringraziamo Francesco de Notaris (per contatti: francesco.denotaris at virgilio.it) per questo intervento.

Francesco de Notaris, gia' senatore della Repubblica, giornalista e saggista, protagonista di molte iniziative di pace, di solidarieta', per i diritti umani, contro i poteri criminali e la violenza. Tra le opere di Francesco de Notaris: Realizzare la speranza. Voci della citta', Edizioni Dehoniane, Napoli. Si veda anche l'ampia intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 301]

 

Tra di noi, tra gli uomini e le donne, l’augurio piu' diffuso e' quello di vivere in pace.

“Come stai, stai bene?". Credo che questa domanda sottenda il comune desiderio di pace. Che vuol dire stare bene se non stare in pace?

La pace va oltre l’idea comune dell’assenza di guerra e si riferisce al desiderio che ognuno di noi ha di stare bene e  nello stare bene c’e' il desiderio che ci sia lavoro per noi, che non vi siano ingiustizie, che le diversita' vengano accolte, e cosi' via.

Penso che vivere in pace e' anche vivere in maniera felice ed essere felici, e quindi essere in pace non vuol dire soltanto non essere in guerra.

Nell’anniversario della nascita di Gandhi detto il Mahatma il pensiero va in maniera piu' specifica alla nonviolenza, non tanto alla teoria, quanto alla pratica; ed e' giusto che l’interlocutore approfondisca anche sul piano storico come la nonviolenza gandhiana sia stata lotta contro le ingiustizie con forza infinitamente maggiore di tutte le armi costruite fino ad ora.

“La prima condizione della nonviolenza e' la giustizia...” (Gandhi).

La nonviolenza non appartiene all’utopia che sia possibile affrontare i conflitti senza armi per far vivere in pace l’umanita'.

Aspirare a un futuro senza guerre non significa inseguire una impossibilita' o attendere che altri, gli Organismi internazionali, costruiscano la pace.

Fare la pace e' un compito affidato a ognuno di noi.

Inizia la pace su scala ridotta nei rapporti fra i singoli individui, cosi' come, purtroppo, la guerra inizia all’interno delle nostre case attraverso violenze che giungono all’omicidio.

La pace non si ottiene con le guerre, con le armi, come la pubblicistica imperante suggerisce, e i conflitti non si risolvono con le armi. Il popolo e' consapevole di tale verita' che non si radica nella politica di chi e' al potere.

La nonviolenza e' lotta contro le ingiustizie, e' impegno, ed occorre che ci apriamo all’idea che la nostra patria non e' il piccolo territorio nel quale abitiamo, ma e' la Patria di tutti, la Terra che abitiamo.

Siamo stati educati tutti, fin da piccoli, a considerare le guerre come avvenimenti naturali e fin da piccoli i ragazzi sono stati incoraggiati all’uso di pistole e fucili giocattolo o, in tempi recenti, a simulare al computer battaglie, guerre, conflitti e protagonisti guerrafondai nei quali si identificano.

Ed oggi ancora piu' che ieri i valori della persona vengono negati ed e' forte lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo in nome di in profitto che assume l’immagine della violenza, in nome di una violenza criminale che e' anche ogni forma di mafia e camorra.

Riportare gli uomini al dialogo e' una forma di nonviolenza.

E’ una forma di nonviolenza riportare ad una condizione di dialogo le classi sociali.

Donne e uomini anche della nostra classe dirigente forse non hanno mai approfondito il tema della nonviolenza. Certamente comincia ad essere patrimonio di tutti la consapevolezza che le guerre producono gravi danni e che le stesse guerre del nostro tempo non sono piu' quelle raccontate dai libri e sulle quale si discuteva della liceita', discettando tra guerra giusta e guerra ingiusta.

Oggi la guerra e' fonte, a causa delle armi sofisticate, di incalcolabili distruzioni di vite umane e danneggia il territorio, per cui anche i vincitori, a cominciare dai militari, sono vittime.

Per tale motivo la guerra e' una strada sbagliata, e' autodistruzione, e' follia.

E’ auspicabile che gli educatori nelle scuole e nelle universita' non siano acritici trasmettitori di notizie, non raccontino le guerre come se fossero momenti per lo sviluppo, dicano delle violenze che le guerre portano con se' e si documentino sulle esperienze di difesa nonviolenta.

Siamo testimoni contemporanei della barbarie dei conflitti che investono il pianeta e che generano morti, orfani, portatori di handicap, inquinamento delle acque, dei prodotti della terra e di vaste aree, distruzione di famiglie, di case, di mezzi di trasporto, di luoghi patrimonio dell’umanita' (vedi Iraq). Dire e fare la verita' e' nonviolenza.

Bisogna convertirsi a forme nuove nella risoluzione dei conflitti che ci sono e ci saranno: e se non accadra' per convincimento ideale, almeno iniziamo a pensare alla nonviolenza per motivi di necessita'.

 

7. VERSO IL 2 OTTOBRE. MARIO MARTINI: IL SATYAGRAHA E IL POTERE DI TUTTI

[Ringraziamo Mario Martini (per contatti: martini.fil at alice.it) per questo intervento.

Mario Martini, filosofo e amico della nonviolenza, e' uno dei maggiori studiosi delle opere e del pensiero di Aldo Capitini e curatore di vari volumi capitiniani; docente di filosofia morale all'Universita' di Perugia, e' coordinatore del Comitato scientifico della Fondazione Capitini di Perugia; del filosofo umbro apostolo della nonviolenza in Italia ha pubblicato gli Scritti filosofici e religiosi (Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998); una antologia di scritti sulla nonviolenza (Aldo Capitini, Le ragioni della nonviolenza, Ets, Pisa 2004, 2007); una rassegna di studi (Lo stato attuale degli studi capitiniani, in "Rivista di Storia della filosofia", n. 4, 2008). E' promotore e responsabile del progetto di edizione dell'Epistolario capitiniano presso l'editore Carocci di Roma. Tra le opere di Mario Martini: Recenti interpretazioni del razionalismo nietzschiano, Oderisi, Gubbio 1977; Forme dell'impegno sociale. Sartre, Adorno, Cioran, Porziuncola, Assisi 1991; (a cura di), La filosofia del dialogo da Buber a Levinas, Cittadella, Assisi 1995; (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999]

 

Che l’Onu dedichi una giornata alla nonviolenza nel ricordo di Gandhi il 2 ottobre prossimo e' un dato da accogliere con grande interesse, dato l’imbarbarimento della cultura, del costume e della politica odierni, di cui la  situazione italiana da qualche anno e' un esempio (si pensi a come vengono trattati gli svantaggiati, i giovani, gli immigrati). Fra l’altro, vengono proiettate ombre lunghe sull’ecosistema e sulle disgraziate generazioni che in futuro abiteranno il  pianeta: il disinteresse, la rapina, e i loro danni, si estendono progressivamente (mi pare questo sia l’unico “progresso” da constatare) nello spazio e nel tempo...

Provo a offrire una breve riflessione facendo riferimento, oltre al dibattito promosso da Alessandro Baricco sui “nuovi barbari”, e alle discussioni e ai dati di riviste come “Micromega”, o delle  poche testate che sopravvivono all’omologazione della dittatura mediatica che si sta impadronendo del nostro Paese, a due pubblicazioni specifiche sulla nonviolenza. Il libro di straordinario interesse “L’antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo”, di Giuliano Pontara, ricco di una grande documentazione sui dati dell’escalation della violenza (politica, economico-finaziaria, militare) nel mondo attuale; dove sono elencati e illustrati i principali punti nei quali si riassumono le tendenze antidemocratiche, e anzi totalitarie, del nostro mondo “libero” e “liberale”. Esso puo' essere utilmente messo a confronto con un libro che un editore come Laterza ha avuto il coraggio di pubblicare, “La non-violenza. Una storia fuori dal mito” , di Domenico Losurdo, nel quale l’autore riduce appunto a mito tutti gli ideali e le pratiche messe in atto dalla nonviolenza, azzerandoli. In esso si vorrebbe che la nonviolenza fosse una cosa da anime belle, per poterne irridere l’impotenza; o vincente, per poterne denunciare i compromessi. Evidentemente, con il sottinteso che l’unica e vera rivoluzione e' quella violenta, perche' e' essa che consegue risultati (il sangue versato, l’illiberta', la sofferenza arrecata non contano).

A mio parere, questi due libri dovrebbero far riflettere, da una parte i fautori di interpretazioni, come dire?, spiritualistiche, evasive, di un Gandhi o di un Capitini (gli autori piu' citati, e giustamente, in questo notiziario); e dall’altra quelle persone iperrealistiche, che trattano con sufficienza la nonviolenza come il semplice atteggiamento del “porgi l’altra guancia”, e che “sanno” dove trovare la chiave giusta dell’azione. Come se Gandhi non avesse realizzato nulla di politico col suo Satyagraha, non avesse introdotto una acuta critica dell’Occidente, e non fosse stato portatore di un programma politico-costruttivo (si ricordi il Sarvodaya). E come se Capitini non avesse pensato e promosso l’avvento di una liberazione dal presente e di una societa' dove vi fosse la partecipazione al potere di tutti, a cominciare (cari liberisti e liberali), dai senza voce (non solo gli animali), dai piu' svantaggiati, dagli ultimi.

 

8. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO ITALA RICALDONE

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista ad Itala Ricaldone.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Per un breve profilo di Itala Ricaldone si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Itala Ricaldone: Attraverso l’Assefa. Il cofondatore dell’Assefa in India, professor Giovanni Ermiglia, e il suo segretario Marco Nikiforos, mi hanno cercato per farmi conoscer questa realta' che stava sviluppandosi molto bene e con assoluta nonviolenza. Dopo un periodo di diffidenza (il racconto mi sembrava troppo bello per essere vero!), convinta dai risultati riscontrati da un rapporto al Club di Roma, pubblicato da Fayard ( poi tradotto in italiano: La rivoluzione a piedi scalzi, Sansoni, 1987), ho accolto quella proposta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Itala Ricaldone: E allora le persone che hanno contato di piu' per una testimonianza nonviolenta sono state appunto Giovanni Ermiglia, e i partner indiani Loganathan, Vasantha e la stessa popolazione dei villaggi in cui l’impegno si svolge.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Itala Ricaldone: I libri che consiglierei per incominciare sono innanzitutto l’autobiografia di Gandhi “La mia vita per la liberta'” ( ma in inglese “Storia dei miei esperimenti con la verita'”. Cito a memoria perche' ho imprestato il libro e non e' ancora tornato); poi “Teoria e pratica della nonviolenza”, antologia di scritti curata da Pontara; “Il Mahatma Gandhi: ideali e prassi di un educatore”, atti di un Convegno all’Universita' di Milano, Ipl, 1994; Vinoba, “La via del maestro”, Edizioni Paoline, 1991. Per un approccio piu' leggero ci sono anche: “Antiche come le montagne”, “Gandhi ai giovani”, e tanti altri.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Itala Ricaldone: I corsi di Scienze per la pace all’Universita' di Pisa; le organizzazione che operano per lo sviluppo e per la pace facendo leva sulla responsabilizzazione dei beneficiari.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Itala Ricaldone: Per l’integrazione dei piu' poveri, dei disoccupati e degli immigrati. Occorrerebbe pero' anche un approccio creativo, come hanno inventato per esempio a Riace, Caulonia, ed altri comuni della Calabria.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Itala Ricaldone: L’ultimo richiamo e' appunto un esempio da studiare ed imitare.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Itala Ricaldone: Definirei la nonviolenza una realta' interiore che pone la ricerca della verita' alla base di ogni azione, con la coscienza che la verita' non si possiede, che ciascuno ne conosce solo una parte, ma che deve essere ricercata con distacco da se'. Quando si capiscono le ragioni degli altri, si e' anche in grado di aiutare loro e noi a trovare soluzioni. Ma occorre mettere in conto molta pazienza e lavoro. Questo implica rispetto per l’altro, anche se avversario. Per me non e' vera nonviolenza quella che e' soltanto una tecnica di lotta senz’armi e magari fa uso dell’insulto, e della demonizzazione dell’avversario. E peraltro, ovviamente, questa nonviolenza “tecnica” e' meglio dello scontro.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Itala Ricaldone: La nonviolenza serve certamente alla promozione della donna. Mi piacerebbe che pero' le donne non si proponessero di imitare gli uomini, e che non abdicassero ai loro valori e alla loro dignita'. Essendo della generazione che ha aperto molte strade alle donne (ho 74 anni) so che queste sono tentazioni cui e' difficile sottrarsi, ma se non si conservano le caratteristiche femminili, il mondo perde un apporto molto importante, quello che ha consentito di ricostruire continuamente il tessuto sociale e ha lavorato per la soluzione di problemi quotidiani, disprezzati, ma basilari. In questo, per spiegarmi, cito l’esempio delle donne dei gruppi di auto-aiuto Assefa: capaci di impegnarsi a fondo per il proprio autosviluppo e per lo sviluppo comunitario, ma sempre mantenendo la parte migliore dell’armonia familiare.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Itala Ricaldone: Certamente la nonviolenza deve esprimersi anche nel rispetto dell’ambiente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Itala Ricaldone: Il rapporto tra nonviolenza e promozione dei diritti umani e' proprio insito nel concetto di nonviolenza che ho proposto sopra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Itala Ricaldone: La mafia aborre la verita'. Un modo per combatterla e' proprio smascherare questa ramificazione sotterranea. Il rischio e' alto e richiede quel coraggio di cui Gandhi parlava, perche' nonviolenza non e' apatia o vigliaccheria e richiede molto piu' coraggio che andar a combattere in un esercito organizzato. Inoltre bisognerebbe anche accettare di non prevaricare: per esempio non cercare le amicizie per avere prima posti di lavoro, cure mediche, ecc. Anche se questo non comporta compensi. Qui temo che siamo tutti - o quasi - un po’ mafiosi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Itala Ricaldone:  Si veda la risposta a una domanda precedente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Itala Ricaldone: Dalle lezioni del successo - non immediato, ma reale - delle lotte nonviolente nella storia, direi che la nonviolenza e' l’unico mezzo che puo' portare ad una liberazione che duri nel tempo. Riuscire a resistere pacificamente all’oppressore, dimostrandogli che non puo' temere danni dall’oppresso una volta liberato, costituisce una base di incontro che cambia sicuramente qualcosa. Posso dire che sono convinta che se i palestinesi avessero imboccato questa strada, da tempo avrebbero il loro stato sovrano. Ritengo che sia proprio la paura che rende estremamente difficile arrivare ad una pace.

Sono contenta di avere notizie da situazioni pesantissime come in Colombia, da cui emerge che degli oppressi hanno imboccato coraggiosamente la via della nonviolenza ed hanno elaborato delle forme di autosviluppo, nonostante che gli assassinii, commessi dalle diverse forze di oppressione, siano quotidiani. Importante la rete di informazione che travalica i confini della zona. Anche qui si puo' rilevare l’importanza della verita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?

- Itala Ricaldone: La psicoterapia, o per lo meno l’attenzione ad evitare violenze psicologiche o anche fisiche, che portino i bambini o le persone in genere ad elaborare atteggiamenti di rancore, rivalsa o assumere mentalita' violenta, mi sembra ineludibile. Bene quindi i centri di psicopedagogia nonviolenta.

Andando in India, e facendo il paragone con i bambini italiani, credo di aver capito che molto dell’atteggiamento tranquillo dei bambini indiani derivi dal contatto continuo, fisico, con l’uno o l’altro genitore. Mentre i bambini italiani vengono separati molte volte gia' alla nascita e poi parcheggiati nei recinti, nei passeggini, ecc. Capisco bene che le madri hanno da fare tante cose e non possono tenere i bambini in braccio tutto il tempo, ma forse bisognerebbe trovare maggiori possibilita' di contatto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Itala Ricaldone: Il rapporto tra nonviolenza e informazione e' molto stretto. Se e' la verita' che forma la base della nonviolenza, se e' la verita' che puo' fare il successo della lotta alla mafia, se e' la verita' fatta conoscere anche lontano a sostenere le lotte nonviolente degli oppressi, a impedire casi di ingiustizia, e' chiaro che l’informazione ha un ruolo molto importante. Il problema e' la necessita' di una informazione libera e onesta, quindi, ovviamente, indipendente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica? E cosa alla riflessione delle e sulle religioni?

La nonviolenza nel suo aspetto integrale ha molto da dire sia alla riflessione filosofica, per i motivi detti prima, sia alle religioni. Pero' anche le religioni hanno dato imput importanti per l’elaborazione della teoria della nonviolenza. Gandhi ha attinto alla spiritualita' jainista, hindu e cristiana. Molta influenza ha avuto Tolstoj. Gandhi ha accolto integralmente il Discorso della Montagna (Matteo, 5) e l’insegnamento della parabola dei vignaioli (Mt, 20, 1-16). Quest’ultima, mediata da Ruskin, porta un principio di uguaglianza, a cominciare dall’ultimo, principio che Gandhi poi ha applicato molto sul serio. E va ricordato che, se si parte dalla convinzione di non essere in possesso dell’intera verita' e di dover rispettare quella parte di verita' che l’altro puo' offrire, si abbatte non solo l’intolleranza, ma anche quel nefasto fondamentalismo che si annida in gran parte delle religioni e oscura il loro valore positivo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Itala Ricaldone: L’educazione secondo Gandhi deve tendere a far scoprire il valore di ciascuno: le sue capacita', le sue aspirazioni; deve aiutare a far capire quei principi di cui s’e' detto finora e quindi a creare rapporti armoniosi con i compagni e con la natura. L’educazione deve riguardare la mano, il cuore e la mente. L’istruzione e' necessaria, ma da sola non fa crescere l’essere umano. Tutto questo e' nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia? E cosa alla riflessione sul diritto e le leggi?

- Itala Ricaldone: Economia, diritto, leggi dovrebbero tener conto del bene comune, a cominciare da quello dell’ultimo. E’ evidente che oggi tutto questo mondo e' dominato dal dio denaro. Bisognerebbe imparare dai bambini che hanno istintivamente un forte senso della giustizia.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?

- Itala Ricaldone: Sulla bioetica teorica non sono molto informata. L’etica e' diventata molto fluttuante. Rispettare l’altro ed essere distaccati da se' comporterebbe senz’altro un buon passo avanti per un’etica universale e incisiva. Rispettare l’altro, ad esempio nei rapporti sessuali, sarebbe sicuramente una buona pratica morale e nonviolenta. Anche qui oggi sembra che prevalga il consumismo, il disprezzo e l’egoismo piu' sfrenato.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?

- Itala Ricaldone: Scienza e tecnologia. Qui prendo di nuovo dall’esperienza Assefa. La tecnologia non e' un assoluto. Deve tener conto della situazione, del bisogno di lavorare, della gradualita' dell’acquisto delle competenze. Nei villaggi Assefa non si e' introdotto da subito il trattore (ne abbiamo visto uno durante l’ultimo viaggio). Avrebbe sostituito centinaia di contadini che sarebbero rimasti disoccupati. Ora, man mano che i giovani usciti dalle scuole scelgono di non lavorare nell’agricoltura, viene a diminuire la forza lavoro e puo' essere sostituita dalla tecnologia. Invece sono state inserite, appena possibile, la pompa per il sollevamento dell’acqua dai pozzi, la tecnologia per la lavorazione del latte e di qualche prodotto caseario, l’informatizzazione... Tutti mezzi che consentono l’ampliamento dell’impiego dei partecipanti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Itala Ricaldone: Il metodo del consenso e' ampiamente realizzato dai nostri partner. Per funzionare pero' occorre che i partecipanti sappiano fare i necessari sacrifici, e, ancora una volta, siano distaccati da se', sappiano riconoscere il valore dell’altro. E puo' darsi che occorra una certa scrematura iniziale. Ho avuto l’impressione che nel formare le assemblee di villaggio siano stati lasciati da parte coloro che non condividevano il metodo di sviluppo proposto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Itala Ricaldone: Non credo che si possa, a priori, stabilire quale tecnica nonviolenta sia preferibile. Anzi occorre studiare bene la situazione, le ricadute di ogni scelta, ed agire di conseguenza. Gandhi propose il boicottaggio dei tessuti inglesi, l’autarchia, la marcia del sale... sistemi che avrebbero causato seri danni all’economia inglese. A monte c’era un serio studio dell’economia del paese dominante. A quanto ne so, tutte le lotte nonviolente, che hanno avuto successo, hanno scelto percorsi adatti al loro ambito. E tutte hanno fatto uso dell’informazione.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Itala Ricaldone: La formazione alla nonviolenza dovrebbe comportare innanzitutto uno studio e un lavoro su se stessi. Chiarire le caratteristiche della nonviolenza e le sue esigenze di coraggio e di sacrificio.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Itala Ricaldone: L’informazione a mezzo di reti telematiche, presentazione di esperienze, stampa: tutto quello che puo' essere informazione indipendente da forze di parte.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Itala Ricaldone: Si veda quanto dicevo rispondendo ad una delle domande iniziali.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Itala Ricaldone: Purtroppo temo che, non essendo condiviso un interesse per il bene comune (molte scelte sono chiaramente per il “proprio particolare” o locale interesse), e' difficile espandere un lavoro cosi' disinteressato, serio e complesso come la nonviolenza. Si potrebbe migliorare cercando di far capire quanto danno riceviamo tutti da queste propensioni al’egoismo (evasione fiscale, potenze sotterranee, incapacita' di chi arriva ai posti di comando o anche solo ai “quadri”...).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data?

- Itala Ricaldone: Nonviolenza e amicizia per me sono determinanti e sono la base che consente il lavoro del gruppo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?

- Itala Ricaldone: La nonviolenza credo sia percepita come passivita'. E questo e' un grosso ostacolo alla diffusione di una cultura nonviolenta. Poi credo che occorra anche richiamare il fatto che Gandhi preferiva la reazione violenta alla passivita' vigliacca dei popoli oppressi. Ammetteva anche alcuni casi in cui la violenza e' l’unico mezzo per evitare conseguenze gravissime (ad esempio il pazzo che fa strage di bambini). Forse sarebbe bene chiarire che nonviolenza significa agire per diminuire la violenza. Per cui, come e' avvenuto in vista del G8 a Genova, annunciare che si vorra' sfondare la zona rossa, che si impedira' ai delegati di raggiungere la sede, ecc. comporta la previsione di una reazione violenta che, senza questi annunci, avrebbe potuto anche non esserci. Per la cronaca, e' stata questa la ragione per cui Assefa-Genova, dopo aver aderito al Gsf, si e' ritirata (vedi documenti dell'11 marzo e del 18 aprile 2001), prospettando al Gsf che quegli annunci avrebbero comportato una reazione violenta da parte dello Stato, che avrebbe oscurato tutto il buon lavoro che si sarebbe fatto a Genova.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio: quale relazione?

- Itala Ricaldone: La nonviolenza nel linguaggio e' importantissima per tutti i motivi detti nelle risposte precedenti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Itala Ricaldone: Come dicevo, ho 74 anni, sono stata sposata, non ho figli.

ho avuto la fortuna di partecipare (anni ’56-’61) ad un gruppo di amicizia e dialogo a Genova (Il Gallo) in cui ho conosciuto - tra l’altro - il Movimento ecumenico al quale continuo ancor oggi a partecipare. Da qui il passaggio al dialogo interreligioso e poi all’Assefa, associazione a-confessionale, ma impregnata di spiritualita'.

Ho lavorato come avvocato, interna all’Avvocatura del Comune di Genova. Ho lasciato questo impiego proprio appena iniziato il lavoro per Assefa. Vale la pena di spiegare il nome: Association for Sarva Seva Farms = associazione per le fattorie al servizio di tutti. E’ il nome che hanno scelto in India.

 

9. INCONTRI. IL 30 SETTEMBRE E IL PRIMO OTTOBRE A FIUMICELLO

[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax  0458009212, e-mail: mao at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

Aderendo alla proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza", il Comune di Fiumicello, in provincia di Udine, ha organizzato per il 30 settembre un incontro aperto alla cittadinanza che vedra' la partecipazione di Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta", sul tema: "La cultura e le proposte della nonviolenza per i singoli e le istituzioni".
La mattina successiva Mao Valpiana interverra' all'assemblea scolastica per le classi elementari e medie di Fiumicello, per presentare agli alunni la figura, la storia ed il pensiero di Gandhi.

 

10. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 19 SETTEMBRE A VITERBO UN INCONTRO DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE NONVIOLENTA

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Domenica 19 settembre al centro sociale "Valle Faul" si e' svolto il quarantaduesimo incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta.

Si decide di aderire alla Giornata internazionale della nonviolenza.
Si decide altresi' di proseguire nel sensibilizzare le istituzioni sulla necessita' che si istituisca un parco naturalistico, archeologico e termale nell'aerea del Bulicame e sulla necessita' di opporsi alla costruzione del mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge.
Prosegue il percorso di studio con una panoramica della storia del pensiero filosofico occidentale dalle sue origini alla contemporaneita', analizzandone le correnti e gli autori principali.
L'appuntamento e' rinnovato per domenica 26 settembre 2010 al centro sociale "Valle Faul" in strada Castel d'Asso snc a Viterbo.

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Le persone partecipanti all'incontro

Viterbo, 23 settembre 2010

Per informazioni e contatti: viterbooltreilmuro at gmail.com

 

11. INCONTRI. IL 22 SETTEMBRE SI E' SVOLTO A BLERA UN INCONTRO DI FORMAZIONE ALLA COMUNICAZIONE NONVIOLENTA

 

Mercoledi' 22 settembre 2010 si e' svolto a Blera (Vt), nell'ambito di uno specifico percorso formativo iniziato da diversi mesi, un incontro di accostamento alla comunicazione nonviolenta in ambito comunitario.

All'incontro ha preso parte il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo.

L'intero incontro e' stato dedicato a definire le caratteristiche di un'esperienza comunitaria fondata su scelte ecologiste, solidali, nonviolente.

Nel corso dell'incontro si e' lavorato come di consueto utilizzando il metodo del consenso, una tecnica deliberativa nonviolenta che consente processi decisionali che valorizzano pienamente il contributo di tutte le persone coinvolte.

 

12. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere finanziariamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

13. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 

"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.

Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.

E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

 

14. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Nello Rosselli, Mazzini e Bakunin, Einaudi, Torino 1967, 1976, pp. 384.

 

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

16. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 323 del 24 settembre 2010

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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