Coi piedi per terra. 357



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 357 del 17 settembre 2010
 
In questo numero:
1. Maria G. Di Rienzo: Innamorarsi del mondo
2. Verso il 2 ottobre, giornata internazionale della nonviolenza
3. Movimento Nonviolento: Un servizio civile per la nonviolenza
4. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Gianni Tamino
5. Antonella Litta: La pandemia silenziosa: esposizione materna agli inquinanti ambientali e danni neurologici
6. Antonella Litta: Potabilita' e salubrita' dell'acqua, bene comune e risorsa da tutelare per contrastare la pandemia silenziosa: il caso di studio del lago di Vico
7. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo
 
1. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: INNAMORARSI DEL MONDO
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento.
Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81; si veda anche l'intervista in "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 250]
 

“Si’, c'e’ ancora tempo per cambiare rotta

E mettere fine a tutto l'odio.

Diamo un altro nome al vivere,

possiamo chiamarlo pace”

(John Denver, musicista, Usa)

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La nonviolenza? E' innamorarsi del mondo. Il due ottobre? E' il nostro S. Valentino.

Ma abbi cura del tuo amore ogni giorno, lenisci le sue sofferenze, partecipa alle sue gioie. Fa' sapere a chiunque che sei innamorato/a di alberi e cielo e uccelli, di acque e pesci, della terra e dei suoi frutti, del pianeta e dei suoi figli e figlie. Fa' sapere che e’ bello essere umani, essere vivi. Fa' sapere che si puo’ sbagliare, in una relazione succede, ma che e’ sempre possibile riparare e ricostruire, chiedere perdono ed ottenerlo, offrire perdono ed essere accettati.

Innamorati del mondo, non possiamo ferirlo: feriremmo noi stessi e il nostro amore. Innamorati del mondo, non possiamo dividerlo con linee di filo spinato, separarlo, chiuderlo: la sua agonia strozzerebbe anche noi.

Non ho altro, per voi, che questi pensieri scritti su foglie secche, disegnati in bolle di sapone, avvolti attorno al filo di un aquilone. Forse sono miseri, come doni, pero’ volano.
 
2. INIZIATIVE. VERSO IL 2 OTTOBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA
 
Il 2 ottobre, che l'Onu ha dichiarato "Giornata internazionale della nonviolenza" nell'anniversario della nascita di Gandhi, impegnamoci a promuovere e sollecitare ovunque possibile - nelle scuole, nelle istituzioni, nei luoghi di incontro e di aggregazione - iniziative di accostamento alla nonviolenza.
 
3. ESPERIENZE. MOVIMENTO NONVIOLENTO. UN SERVIZIO CIVILE PER LA NONVIOLENZA
[Dalla sede nazionale del Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo]

Con il nuovo Bando di Servizio Civile pubblicato dall'Ufficio Nazionale del Servizio Civile, e' possibile svolgere il  Servizio Civile anche presso il Movimento Nonviolento di Verona e di Brescia, nell'ambito di due progetti progetti consultabili integralmente nel sito
www.nonviolenti.org
Sono cinque i posti disponibili, per giovani dai 18 ai 28 anni, per un anno di formazione e servizio, con l'opportunita' di praticare la nonviolenza nello spirito della cittadinanza attiva e dell'educazione alla pace.
Nel corso dell'anno di servizio i volontari riceveranno formazione ed un contributo di 433,80 euro al mese.
Le domande devono essere presentate personalmente o via posta, secondo le modalita' previste dal Bando, entro le ore 14 di lunedi' 4 ottobre 2010, alla Casa per la Nonviolenza, via Spagna 8, 37123 Verona, o al Centro per la Nonviolenza, via Milano 65, 25128 Brescia.
Il modulo e' scaricabile dal sito
www.serviziocivile.it
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Per informazioni e' possibile contattare la sede nazionale del Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail:
azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org
 
4. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO GIANNI TAMINO

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Gianni Tamino.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.
Per un breve profilo di Gianni Tamino si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]
 
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Gianni Tamino: In tutti gli anni ’70 ero in dubbio sulla nonviolenza (le lotte di liberazione, anche con le armi, dei popoli oppressi erano un punto di riferimento della sinistra di allora), ma prima un grande impatto ebbe su di me la lotta nonviolenta di Martin Luther King (e poi nel ’68 il suo assassinio). Alla fine degli anni ’70 e nei primi anni ’80 vi fu la mia partecipazione ai movimenti pacifisti, soprattutto contro le armi nucleari di Vicenza e contro i missili che dovevano essere installati a Comiso, in collaborazione con Albino Bizzotto e con l’associazione “Beati i costruttori di pace”, e contro i missili che dovevano essere installati a Comiso. Proprio a Comiso conobbi molti amici nonviolenti, durante la preparazione per comportarsi in modo nonviolento durante le manifestazioni e le cariche della polizia e da allora incominciai a studiare soprattutto Gandhi e Aldo Capitini.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Gianni Tamino: Come gia' detto, negli anni ’80 mi sono avvicinato alla nonviolenza attraverso il pensiero di Capitini e di Gandhi. Al pensiero di Capitini mi ero avvicinato attraverso il Movimento Nonviolento e la rivista "Azione nonviolenta", grazie ad amici come Mao Valpiana; e l’approfondimento del pensiero di Gandhi a questo punto era quasi inevitabile, grazie anche alla mia partecipazione alle iniziative, negli anni ’80, a favore della Dpn (Difesa popolare nonviolenta), che mi aveva fatto conoscere Antonino Drago, Nanni Salio ed altri. Un’ulteriore spinta ad approfondire la conoscenza della nonviolenza e' venuta anche dalla prima guerra del Golfo e poi dal conflitto nei Balcani (conflitti che avevo seguito, anche recandomi sul posto, come deputato italiano). In queste occasioni ho conosciuto Alberto L’Abate con il quale ho continuato a lavorare per molti anni, fino all’iniziativa di resistenza nonviolenta in Kossovo.

Più recentemente, mi sono ulteriormente accostato al pensiero di Gandhi anche grazie a Vandana Shiva e alla collaborazione con lei sui problemi dell’agricoltura e sui rischi della globalizzazione.

Essere biologo, contrario alla violenza sugli altri animali, e lo studio di Capitini sicuramente hanno influenzato anche il mio diventare vegetariano intorno al 1985 e poi a collaborare con l’Avi (Associazione vegetariana italiana, fondata da Capitini).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Gianni Tamino: Per accostarsi alla nonviolenza credo sia utile partire da Gandhi, ad esempio con il testo “Hind Swaraj”, pubblicato nel centenario della prima edizione (2009), col titolo “Vi spiego i mali della civilta' moderna” nei Quaderni Satyagraha; poi proporrei di accostarsi al pensiero di Aldo Capitini, ad esempio attraverso la biografia scritta da Rocco Altieri, dal titolo “La rivoluzione nonviolenta” (Bfs, 1998); proporrei poi due testi piu' recenti come “Vincere la guerra” di Jean-Marie Muller (Edizioni Gruppo Abele, 1999) e “Il potere della nonviolenza” di Giovanni Salio (sempre edizioni Gruppo Abele, 1995). Oltre a questi libri, in una biblioteca pubblica dovrebbero esserci almeno i principali testi di Leone Tolstoj, Gandhi, Aldo Capitini e Hannah Arendt.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Gianni Tamino: Penso ai movimenti dei contadini nelle varie parti del mondo, come i “Sem Terra” del Brasile, “Via campesina” e, in India, il movimento Navdanya, promosso da Vandana Shiva.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Gianni Tamino: Credo che si dovrebbe favorire un punto di vista nonviolento in ogni campo, proprio perche' oggi e' dominante una cultura violenta, che rischia di portare a catastrofi ambientali e sociali.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Gianni Tamino: Come aderente al Movimento Nonviolento e come abbonato alla rivista “Azione nonviolenta” gli proporrei di avvicinarsi a questa associazione e di collaborare con la rivista, utilizzando anche il sito www.nonviolenti.org; e naturalmente i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" (http://lists.peacelink.it/nonviolenza/).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Gianni Tamino: Credo sia impossibile dare una definizione esaustiva di “nonviolenza”; comunque, mescolando concetti espressi da Galtung e da Capitini, definirei (in modo in ogni caso parziale) la nonviolenza come gestione creativa dei conflitti, come azione radicale di costruzione della pace, come ricerca di una comune azione, solidale, libera e condivisa, di cittadini e popoli per il bene comune.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Gianni Tamino: La violenza che pervade alcuni aspetti della nostra societa' e' tipica di rapporti nati in una cultura maschile e maschilista, a partire dalla cultura di possesso e di dominio che si manifesta nel rapporto di coppia e nella logica competitiva e non solidale di molti rapporti tra maschi, nel lavoro o in politica.

Il movimento femminista non puo' non essere nonviolento e il movimento nonviolento ha bisogno del fondamentale punto di vista delle donne.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Gianni Tamino: L’ecologia ci insegna che in natura i rapporti tra organismi viventi non sono determinati da gratuita violenza, ma da conflitti e relazioni (come quelle delle catene alimentari) che portano a equilibri indispensabili per mantenere i cicli biogeochimici. Il ciclo continuo della materia si perpetua grazie all’equilibrio tra i viventi e non prevede annientamenti di una specie rispetto ad un’altra. L’uomo, biologicamente, e' un animale sociale e la sua permanenza su questo pianeta dipende dalla capacita' di convivere in modo solidale con gli altri umani, di rispettare gli altri organismi viventi e di mantenere la complessita' e la biodiversita' dell’ambiente naturale. Nonviolenza significa anche cercare il corretto rapporto con altri organismi viventi, senza pretese di dominio, ricordandoci che la Natura non ci appartiene, ma noi ne facciamo parte.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Gianni Tamino: Il razzismo, ma anche il nazionalismo e comunque qualunque ipotesi di superiorita' di qualcuno su qualcun altro, e' incompatibile con la nonviolenza. L’amore e il rispetto per gli altri e' condizione indispensabile per l’affermazione dei diritti di tutti gli individui e di tutti i popoli.

Esemplari le battaglie civili di Martin Luther King contro le discriminazioni razziali negli Usa.

Naturalmente praticare la nonviolenza significa affermare non solo i diritti civili e politici, ma anche quelli sociali ed economici, fino ai diritti ambientali, biologici e delle generazioni future.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Gianni Tamino: Come per tutti i movimenti di lotta e di liberazione la nonviolenza e' indispensabile (non si puo' liberarsi di carnefici e di aguzzini usando i loro strumenti). Nel caso della lotta alla mafia penso sia sufficiente ricordare l’esempio e l’impegno di Danilo Dolci, che tanto influenzo' Aldo Capitini, ed oggi l’attivita' dell’Associazione “Libera” e di don Luigi Ciotti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Gianni Tamino: Anche in questo caso la nonviolenza, tenendo pure conto delle esperienze del passato, e' la via principale per l’affermazione dei diritti dei lavoratori e degli sfruttati di ogni parte del mondo, come insegnano le lotte promosse da Gandhi in Sudafrica, a difesa dei diritti dei lavoratori indiani immigrati. Gandhi afferma che la nonviolenza e' lotta attiva e concreta contro l’ingiustizia, che comprende la disobbedienza civile, senza ricorso alla violenza. Lo strumento principale di lotta dei lavoratori e' lo sciopero, forma di lotta nonviolenta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Gianni Tamino: La nonviolenza e' ancora una volta la via privilegiata, come ci indica Gandhi con le sue lotte in India. Alla spada affilata del tiranno va contrapposta non una spada piu' affilata, ma la resistenza morale piu' che fisica. Purtroppo nel passato e nel presente abbiamo assistito e assistiamo a lotte violente che hanno ottenuto come risultato di sostituire ad un tiranno un altro, qualche volta peggiore.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?

- Gianni Tamino: Seppure in entrambi i casi l’obiettivo sia la pace, la nonviolenza non si limita a rifiutare la guerra, ma cerca di favorire attivamente le condizioni per una pace fondata sulla giustizia e su pari diritti per tutti, gestendo i conflitti ed eliminando le cause della guerra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo? E tra nonviolenza e disarmo?

- Gianni Tamino: Apparentemente tutte le norme nate all’indomani della seconda guerra mondiale, sia del diritto internazionale che nazionale (vedi Carta dell’Onu, Costituzione, ecc.) rifiutano la guerra, ma nei fatti la presenza di eserciti porta inevitabilmente alla tentazione di utilizzarli, come le recenti guerre in varie parti del mondo insegnano. Un impegno nonviolento deve portare al superamento degli eserciti, senza rinunciare alla difesa del proprio territorio e dei propri diritti; la proposta dei Corpi Civili di Pace e della Difesa Popolare Nonviolenta sono tentativi in tal senso. La messa al bando di tutte le armi dovrebbe essere un impegno dei nonviolenti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Gianni Tamino: Purtroppo i mezzi d'informazione cercano la notizia violenta, l’unica che “fa notizia”, e spesso usano termini e linguaggi violenti, stimolando una cultura di violenza. Questo pero' non puo' giustificare in alcun modo forme di censura. La libera informazione e' indispensabile: non deve nascondere la realta', ma dovrebbe favorire e stimolare una cultura nonviolenta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?

- Gianni Tamino: Da non filosofo, penso che la nonviolenza abbia stimolato la riflessione filosofica, visto che importanti filosofi hanno attinto molto dalla nonviolenza e la mia memoria va agli scritti di Hannah Arendt e di Norberto Bobbio.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Gianni Tamino: In una fase storica in cui la cultura ha un ruolo marginale, per me la nonviolenza e' una rivoluzione culturale, che si ottiene non solo educando alla nonviolenza ma utilizzando sistemi educativi nonviolenti, utili a gestire i conflitti, fin dalle scuole elementari. A scuola si dovrebbe partire da quanto ci ha insegnato don Milani.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?

- Gianni Tamino: L’economia capitalista porta alla concentrazione in poche mani delle risorse e della finanza, favorendo l’interesse individuale a scapito di quello collettivo. L’obiettivo e' la massimizzazione del benessere materiale, che si misura individualmente in beni accumulati e, a livello di stati, in crescita continua del Pil. Questa visione egoistica giustifica e porta all’uso della violenza. Dalla cultura del possesso di beni per pochi (che inevitabilmente porta alla carenza di cio' che e' essenziale per molti) si dovrebbe passare all’uso parsimonioso di beni comuni per soddisfare bisogni reali, non indotti dal consumismo. Un’economia nonviolenta parte dall’autorealizzazione interiore per arrivare al concetto di ricchezza non di beni ma di relazioni umane soddisfacenti (in altre parole da una crescita distruttiva ad una decrescita costruttiva). Consiglio a questo proposito la lettura di “Elementi di economia nonviolenta” di Giovanni Salio (Edizioni Movimento nonviolento, 2001).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?

- Gianni Tamino: L’affermazione dei diritti attraverso leggi giuste e' una pre-condizione per una societa' nonviolenta, ma sappiamo che le leggi sono inefficaci in una societa' in cui vi e' discriminazione e disuguaglianza. A maggior ragione questo problema si pone a livello di diritto internazionale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?

- Gianni Tamino: L’etica e la bioetica riguardano il nostro rapporto con gli altri umani, gli altri viventi e con la Natura. Un’etica nonviolenta dovrebbe partire dal rispetto dell’altro e di tutti i viventi.

La difesa delle diverse forme viventi, in tutte le loro fasi, va pero' di pari passo con la capacita' di individuare una gradualita': tra pianta, animale invertebrato, mammifero, uomo. In caso di scelta tra la vita di uno o di un altro, devo avere dei criteri, pur ribadendo il rifiuto di ogni forma di violenza e di ogni soppressione di vita che non sia giustificata dalle normali relazioni tra viventi (catene alimentari, interazioni per la sopravvivenza, ecc.). Analogamente vi e' una gradualita' tra cellula uovo fecondata, embrione, feto e uomo dopo la nascita, pur ribadendo la necessita' di garantire adeguati diritti ad ogni livello del processo di formazione di un essere umano, ma sapendo distinguere da caso a caso e rispettando i diversi punti di vista compatibili con la nonviolenza (cio' vale per l’aborto e la fecondazione assistita e ancor piu' per la contraccezione).

Una societa' nonviolenta deve anche assumersi la responsabilita' nei confronti delle future generazioni umane.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?

- Gianni Tamino: Il paradigma scientifico, nato circa due secoli fa e divenuto punto di riferimento non solo per la scienza, ma anche per l’economia, e' basato sul riduzionismo e sul meccanicismo. La visione meccanicista e determinista, quindi non storica, della realta', che pure ha garantito notevoli progressi tecnologici, era funzionale ad una societa' nata dalla rivoluzione industriale e dall’illuminismo, che considerava come scopo principale della scienza e della tecnologia quello di fornire all’uomo strumenti per dominare e sottomettere la natura. Ben presto il riduzionismo, da metodo per conoscere aspetti semplificati di complicati processi, diviene un’ideologia, in base alla quale anche gli organismi viventi sono equiparati a macchine, tutte uguali tra loro. Le conseguenze, ideologiche e non scientifiche, di una simile equiparazione degli esseri viventi alle macchine sono anzitutto il tentativo di estendere il sistema di produzione industriale in serie anche all’agricoltura e all’allevamento, ma ben presto di considerare “merce”, “oggetti”, tutti i viventi, uomo compreso. Questa visione e' alla base di una cultura violenta contro gli altri uomini e gli altri viventi. Occorre un cambiamento di paradigma per uscire da questa spirale di violenza. Una critica esemplare della visione riduzionista e' contenuta in questa citazione di Lanza del Vasto: "Ritieni di poter schiacciare un bruco? Ecco fatto: non era difficile. Bene. Ora rifa' il bruco".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Gianni Tamino: Un metodo nonviolento, rispettoso della pluralita' di punti di vista, per coinvolgere tutti nelle decisioni da prendere, come garanzia di convivenza e di democrazia reale. Le organizzazioni non verticistiche e non centralistiche, ma orizzontali e democratiche, decidono per consenso.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Gianni Tamino: Tecniche di mediazione per la trasformazione nonviolenta dei conflitti, partendo dalla conoscenza delle cause del conflitto e poi dall’ascolto e dalla comprensione dei diversi punti di vista dei contendenti. Cio' comporta il calarsi nei conflitti, per favorire soluzioni alternative a quelle violente. Piu' che prevenire il conflitto, che e' inevitabile, occorre prevenire la sua degenerazione in forme violente.

Nelle situazioni di guerra questa funzione dovrebbe essere svolta dai Corpi Civili di Pace.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Gianni Tamino: Il problema di fondo e' culturale: cambiare la nostra mentalita', per cercare di cambiare gli aspetti violenti della nostra societa'. E’ fondamentale conoscere i testi dei padri della nonviolenza, ma poi occorre sapersi calare nella realta' dei conflitti, prevederli e affrontarli. Occorre muoversi prima, agendo sui fenomeni che conducono alla degenerazione violenta dei conflitti (disuguaglianze, discriminazioni, negazione di diritti, differenze culturali, ecc.).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Gianni Tamino: Spesso vi e' questa impressione, che forse si potrebbe ridurre o eliminare portando il punto di vista nonviolento (esplicitandolo) nelle diverse realta' in cui ogni nonviolento opera. In altre parole occorre uscire dagli ambienti in cui si e' d’accordo sulla nonviolenza, per proporla e per praticarla nelle situazioni in cui e' sconosciuta (ambienti di lavoro, sindacati, associazioni ambientaliste, ecc.).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?

- Gianni Tamino: E’ un problema che non riguarda solo i movimenti nonviolenti, ma i movimenti in genere. Probabilmente occorre un reale coordinamento, che agisce come rete e che decide per consenso.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?

- Gianni Tamino: I movimenti che si battano per i propri diritti o per validi principi (contro il razzismo, per la difesa dell’ambiente, ecc.) da una parte non possono opporsi ai soprusi con altri soprusi, come sarebbe il ricorso alla violenza, dall’altra combattendo ingiustizie e discriminazioni, favoriscono una cultura nonviolenta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?

- Gianni Tamino: Se politica vuol dire occuparsi del “bene comune”, politica significa garantire la pace e i diritti di tutti, evitando ogni ricorso alla violenza: probabilmente la politica oggi non esiste.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione?

- Gianni Tamino: I comportamenti nonviolenti hanno inizio da cio' che ci circonda, compreso il territorio in cui viviamo, rispettandone la storia, le caratteristiche naturali e la fruibilita' da parte di tutti. Inutile occuparsi dei problemi planetari se non siamo capaci di curarci del nostro territorio, il che non significa ovviamente un’ottica localista.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?

- Gianni Tamino: A maggior ragione dobbiamo aver cura che le nostre relazioni con le persone con cui viviamo siano piacevoli e improntate all’amore, all’amicizia, al dialogo e alla soluzione nonviolenta degli inevitabili conflitti, che non devono essere soffocati senza affrontarli.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale relazione?

- Gianni Tamino: Una societa' nonviolenta richiede cittadini attenti ai loro comportamenti, alla sostenibilita' sociale ed ambientale dei loro stili di vita, a partire dai consumi alimentari, energetici, ecc., rifiutando ogni condizionamento consumista (consumo critico).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze?

- Gianni Tamino: Come ho gia' detto a proposito di bioetica, un’etica nonviolenta comporta il rispetto di tutti i viventi, nell’ambito delle normali relazioni ecologiche (l’erbivoro si nutre di vegetali e il carnivoro di animali), evitando ogni inutile uccisione di organismi, che non sia giustificata da necessita'. Ogni violenza alla Natura, alla “Madre Terra” (la Pacha Mama dei nativi boliviani), si ripercuote sugli equilibri ambientali di cui facciamo parte. Deforestazione, consumo di energia fossile, cementificazione del territorio sono causa di cambiamenti climatici e di desertificazione.

Ma l’uomo, come onnivoro, deve anche rendersi conto che nutrirsi di animali e' oggi insostenibile oltre che violento (si pensi alla violenza degli allevamenti intensivi e dei macelli).

Poiche' gli animali allevati sono alimentati con mangimi, costituiti da mais e soia, ogni volta che mangiamo una razione di carne, per effetto delle relazioni che intercorrono tra erbivori e carnivori, consumiamo, in termini di mais e soia utilizzati dall’animale erbivoro, l’equivalente di 8-10 razioni di vegetali. Cioe' mangiare carne impedisce a molti abitanti del sud del mondo di mangiare prodotti vegetali, che hanno costituito la loro dieta per millenni. Durante la crisi economica dell’Argentina, nel 2002, mentre veniva esportata carne e soia, i bambini morivano di fame.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?

- Gianni Tamino: Tendenzialmente siamo portati ad ignorare o dimenticare i limiti: quelli nostri individuali, quelli sociali e quelli naturali (i limiti delle risorse, di cui parlava negli anni ’70 il Club di Roma). L’arroganza del non rispetto dei limiti e' una forma di violenza, tipica della nostra cultura tecnologica. La consapevolezza dello stretto legame fra agire sociale, a tutti i livelli, e ambiente fisico, deve favorire una mentalita' capace di pensare per relazioni e ispirata alla “coscienza del limite”.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?

- Gianni Tamino: Nella direzione, forse utopica, ma realizzabile (nel senso dell’utopia concreta, proposta da Alexander Langer), di una societa' senza violenza, in cui ogni essere umano, con pari opportunita' e uguali diritti, non cerchi il possesso di beni inutili, ma privilegi le relazioni umane. Un cammino da percorrere tutti insieme, cercando la direzione, anche se a fatica, per consenso, affrontando i conflitti in modo nonviolento, dialogando e rispettando gli altri, ma anche ogni essere vivente e la Natura nel suo insieme.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Gianni Tamino: Nato nel 1947, impegnato nelle lotte studentesche del ’68, laureato nel ’70 e da allora ricercatore e poi docente di Biologia all’Universita' di Padova. Nell’attivita' di ricerca mi sono occupato di nocivita' dell’ambiente di lavoro, di inquinamento ambientale e di sostenibilita'.

Dal 1983 al 1992 sono stato eletto alla Camera dei Deputati, nelle liste di Democrazia Proletaria, e dal 1995 al 1999 al Parlamento Europeo, nelle liste dei Verdi. A livello parlamentare ho seguito le proposte sulla Difesa Popolare Nonviolenta e sui Corpi Civili di Pace.

Ho partecipato al movimento per la pace e contro i missili a Comiso. Come deputato sono stato in Iraq, immediatamente prima della prima Guerra del Golfo, poi nell’area della ex- Jugoslavia, in Bosnia subito dopo il conflitto, in Albania durante le prime elezioni, nel Kosovo, durante la lotta nonviolenta, di gestione parallela del potere, da parte della comunita' albanese, e in Palestina, per favorire accordi bilaterali tra sindaci palestinesi e israeliani.

Attualmente sono impegnato, oltre che nel Movimento Nonviolento, nell’Associazione per la Decrescita e nel sostegno, anche tecnico, ai movimenti, presenti sul territorio, a difesa della salute e dell’ambiente. Chi fosse interessato ai miei libri o a miei articoli su specifici argomenti, puo' trovarli facilmente in internet.

 

5. DOCUMENTI. ANTONELLA LITTA: LA PANDEMIA SILENZIOSA: ESPOSIZIONE MATERNA AGLI INQUINANTI AMBIENTALI E DANNI NEUROLOGICI

[Riportiamo l'abstract della relazione su "La pandemia silenziosa: esposizione materna agli inquinanti ambientali e danni neurologici" che la dottoressa Antonella Litta terra' alle V Giornate mediche dell’ambiente, promosse dalla sezione italiana dell’International Society of Doctors for the Environment - Associazione italiana medici per l’ambiente, che sis volgono ad Arezzo dal 17 al 19 settembre 2010.

Antonella Litta svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi. E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute". E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei comuni circumlacuali]

 

Recenti indagini  hanno rilevato che un bambino su sei negli Stati Uniti d’America e' affetto da disturbi dell’apprendimento, disordini e/o deficit del livello di attenzione e problemi di tipo comportamentale. Per quanto riguarda i Paesi europei i dati sono simili.

Questa situazione impone quindi una particolare attenzione per quanto riguarda l’esposizione materna ad inquinanti chimici, sia in epoca pre-concezionale che gestazionale; infatti durante questo particolare periodo si possono determinare alterazioni permanenti nella struttura organica, nella fisiologia e nel metabolismo del feto, favorendo successivamente la comparsa di numerose patologie anche di tipo neurologico.

Patologie del neurosviluppo (NDD) - autismo, disturbo da deficit dell’attenzione (ADD - attention deficit disorder), disturbo dell’attenzione da iperattivita' (ADHD - attention deficit hyperactivity disorder) e ritardo mentale, come un aumentato rischio di morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer e altre malattie neuro-degenerative e neoplastiche, sono infatti, con sempre maggiori evidenze scientifiche, correlate anche all’esposizione materna ad inquinanti chimici ambientali.

E’ noto che nei nove mesi di gestazione si stabilisce un rapporto materno-fetale dalle caratteristiche uniche ed estremamente complesse e delicate; si tratta di una interrelazione particolarissima le cui dinamiche rivestono un ruolo strategico nel determinare cio' che definiamo benessere psico-fisico del feto, del bambino e infine del soggetto adulto.

E’ conoscenza medica acquisita da decenni che: infezioni, intossicazioni, disturbi metabolici, assunzioni di alcuni tipi di farmaci, fumo di sigaretta, alcool e droghe possono causare danni importanti e spesso irreversibili al futuro nascituro; meno noti ed indagati sono invece i danni neurologici da esposizione a quegli inquinanti chimici ambientali che non provocano una intossicazione acuta diretta.

Le ricerche hanno dimostrato che molte sostanze tossiche immesse nell’ambiente e in grado di superare la barriera placentare ed  emato-cerebrale fetale e del bambino, anche a livelli di esposizione ammessi per legge nei soggetti adulti, possono avere effetti non immediatamente visibili clinicamente ma tuttavia essere in grado di determinare effetti avversi importanti anche a distanza di molti anni dall’esposizione materna.

La maggiore vulnerabilita' delle strutture cerebrali nel feto e nel bambino rispetto ai soggetti adulti e' determinata dal rapido accrescimento e dai processi propri dello sviluppo ontogenetico (enorme numero di cellule in attiva proliferazione e differenziazione cellulare) che conducono allo sviluppo e organizzazione di complessi sistemi e organi vitali.

Durante l’intero sviluppo fetale e ancora oltre, il sistema nervoso centrale e il cervello in particolare vanno incontro a tutta una serie di trasformazioni complesse: sebbene il maggior numero di neuroni sia gia' formato al momento della nascita, lo sviluppo delle cellule gliali e la mielinizzazione degli assoni prosegue per diversi anni; e' pertanto evidente che un’interferenza, dovuta all’azione di sostanze tossiche, che disturbi questi processi complessi, puo' avere conseguenze  gravi e permanenti.

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In una rassegna della letteratura, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica "The Lancet" nel 2006 dai ricercatori P. Grandjean, della Harvard School of Public Health, e da P. J. Landrigan, del Mount Sinai School of Medicine, sono stati presi in esame i dati pubblici disponibili sulla tossicita' chimica per identificare le sostanze che con maggior  probabilita' interferiscono nello sviluppo delle strutture cerebrali: 202 sostanze chimiche industriali sono state identificate come capaci di danneggiare il cervello umano.  

I due ricercatori fanno presente che questo elenco non puo' essere considerato completo; infatti il numero di sostanze chimiche in grado di  causare neurotossicita' in test su animali di laboratorio supera il numero di 1.000. I due autori  hanno quindi esaminato le pubblicazioni relative alle sole cinque sostanze dell’elenco - piombo, metilmercurio, arsenico, i PCB (bifenili policlorurati) e toluene - la cui tossicita' per il cervello in via di sviluppo era stata gia' sufficientemente documentata. Il lavoro succitato rappresenta una pietra miliare in questo particolare campo d’indagine e si conclude con la forte ed impegnativa affermazione che l’inquinamento chimico puo' aver danneggiato milioni di bambini in tutto il mondo, e che gli effetti tossici delle sostanze chimiche industriali sui bambini sono stati e sono in genere trascurati.

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Successivi studi hanno valutato e confermato, sia in esperimenti di laboratorio che nei bambini attraverso visite, raccolta dell’anamnesi, test neuro-psico-motori, la nocivita' cerebrale di sostanze quali: pesticidi, diossine, furani, Pcb, solventi, metalli pesanti e tossine alle quali erano state esposte le madri nel periodo antecedente e durante la gravidanza.

L’inquinamento e la contaminazione dell’aria, dell’acqua e delle catene alimentari sono le vie di esposizione materno-fetale oltre alle esposizioni occupazionali.

Il fenomeno del bioaccumulo, della bioconcentrazione e biomagnificazione, amplificano l’esposizione riconducibile fondamentalmente all’inquinamento delle catene alimentari.

Questi tre processi possono cosi' essere definiti: con il termine bioaccumulo si indica la capacita' di una sostanza di accumularsi all’interno di un organismo (le sostanze ad elevato potere di bioaccumulo sono quelle con piu' elevata solubilita' nei grassi); con il termine bioconcentrazione si indica un processo che porta ad una maggiore concentrazione di una sostanza in un organismo rispetto a quella presente nell’ambiente; e infine si definisce biomagnificazione il processo nel quale un composto chimico si accumula in modo seriale attraverso la catena alimentare passando da concentrazioni piu' basse nelle specie preda a concentrazioni via via piu' alte nelle specie predatrici.

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L’inquinamento dell’aria dovuto anche alle polveri sottili ed ultrasottili: il particolato fine ed ultrafine prodotto dal traffico veicolare, dal traffico aereo, in generale dalle combustioni di combustibili fossili e dall’incenerimento di rifiuti, rappresenta anch’esso una fonte d’inquinamento ed esposizione che puo' interferire nello sviluppo cerebrale fetale.

L’acqua inquinata e non efficacemente potabilizzata puo' contenere: arsenico, vanadio, selenio, fluoro, metalli pesanti e radioattivi, pesticidi, fitofarmaci, diossine, sottoprodotti della disinfezione dell’acqua per clorazione, batteri, virus, parassiti, alghe e le microcistine prodotte da particolari tipi di alghe e cianobatteri, questi sono tutti  elementi che possono determinare rischio e danno alla salute della madre e, con molteplici meccanismi diversi da quello della sola e semplice sommazione (interazione sinergica, interferenza endocrina e amplificazione), anche al feto e al bambino.

Il crescente e diffuso inquinamento delle risorse idriche e degli altri comparti dell’ecosfera (litosfera, atmosfera, biosfera, catene alimentari) sta determinando una inaccettabile condizione di rischio e danno alla salute delle persone, delle future generazioni e degli ecosistemi.

Per prevenire e contrastare quella che giustamente e' stata definita la pandemia silenziosa sono necessarie quindi nuove politiche di difesa e tutela dell’ambiente, il controllo e la riduzione di tutti gli inquinanti, una normativa mondiale piu' precauzionale per le sostanze chimiche con proprieta' neurotossiche per lo sviluppo cerebrale e l’applicazione concreta in ogni parte del mondo di efficaci norme di tutela della salute dei lavoratori e in particolare delle donne in gravidanza.

 

6. DOCUMENTI. ANTONELLA LITTA: POTABILITA' E SALUBRITA' DELL'ACQUA, BENE COMUNE E RISORSA DA TUTELARE PER CONTRASTARE LA PANDEMIA SILENZIOSA: IL CASO DI STUDIO DEL LAGO DI VICO

[Riportiamo l'abstract della relazione su "Potabilita' e salubrita' dell'acqua, bene comune e risorsa da tutelare per contrastare la pandemia silenziosa: il caso di studio del lago di Vico" che la dottoressa Antonella Litta terra' alle V Giornate mediche dell’ambiente, promosse dalla sezione italiana dell’International Society of Doctors for the Environment - Associazione italiana medici per l’ambiente, che si svolgono ad Arezzo dal 17 al 19 settembre 2010]

 

L’acqua e' un elemento fondamentale e prezioso per la vita del pianeta e di ogni essere umano.

E’ una risorsa non illimitata che va protetta con il risparmio e la razionalizzazione della sua distribuzione, con la salvaguardia e il risanamento degli ecosistemi e dei bacini idrici utilizzati per approvvigionamento di acque potabili, con il miglioramento del sistema degli acquedotti.

L’accesso e la disponibilità di acque, salubri, pulite e di qualita', sono le condizioni necessarie ed indispensabili per vivere in modo sano e per tutelare e proteggere lo stato di salute di tutte le persone ed in particolare dei bambini.

Il vanadio, il selenio, il fluoro, i metalli pesanti e radioattivi, i pesticidi, i fitofarmaci, le diossine, i sottoprodotti della disinfezione dell’acqua per clorazione, batteri, virus, parassiti, alghe e le microcistine prodotte da particolari tipi di alghe e cianobatteri (come nel caso del Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, presente nel lago di Vico), etc., sono tutti  elementi che possono determinare rischio e danno alla salute con molteplici meccanismi di interazione ed amplificazione diversi da quello della sola e semplice sommazione.

Il crescente e diffuso inquinamento delle risorse idriche crea una inaccettabile condizione di rischio e danno alla salute delle persone e altera inoltre gli ecosistemi.

L’uso delle tecnologie oggi disponibili, insieme ad una sana politica di trasformazione e controllo di tutte quelle attivita' che immettono nell’ambiente un numero sempre piu' elevato di sostanze tossiche e dagli effetti ancora poco conosciuti, e' l’unica, rapida e fattibile soluzione per garantire in modo compiuto il diritto alla salute e alla vita per tutti.

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Acque salubri e pulite per contrastare la pandemia silenziosa: Il caso di studio del lago di Vico, l’impegno dell’Isde di Viterbo

Il lago di Vico per le sue acque rappresenta un patrimonio naturalistico per l’intero territorio viterbese ed una risorsa idrica da tutelare e risanare in particolare per le comunita' di Ronciglione e Caprarola che ne utilizzano le acque anche per uso potabile.

Il degrado della qualita' delle acque del lago e' ormai da anni noto, studiato e inequivocabilmente documentato: marcata riduzione dell’ossigeno disciolto nelle acque, eutrofizzazione con notevole incremento della biomassa algale, periodiche e consistenti fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens, denominato comunemente “alga rossa” produttrice di una microcistina, non termolabile, dannosa per la salute delle persone, per la flora e per la fauna, e classificata dall’Agenzia Internazionale di ricerca sul cancro -I.A.R.C. - come elemento cancerogeno di classe 2b.

Queste fioriture sono favorite verosimilmente dall’uso di fertilizzanti e fitofarmaci nelle vaste aree coltivate a noccioleti in prossimita' del lago, da scarichi fognari abusivi, come da possibili altre attivita' illecite all’interno della Riserva naturale.

Le acque di questo lago, anche per la sua origine vulcanica, presentano inoltre elevati livelli di arsenico, elemento cancerogeno di classe 1, sempre secondo la classificazione dell’I.A.R.C., e con azione di interferente endocrino.

Recenti studi hanno rilevato altre sostanze tossiche e cancerogene, di norma estranee alle acque lacustri quali: Mercurio, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), e nei suoi sedimenti elevate concentrazioni di Arsenico, Cadmio e  Nichel.

Un documento del Centro Tecnico Logistico Interforze Nbc del marzo 2010 comunica la contaminazione del sito militare indicato come Magazzino Materiali di Difesa Nbc di Ronciglione posto in prossimita' delle sponde del lago.

La documentata compromissione della qualita' delle acque del lago insieme al persistere di una inefficace potabilizzazione nei due acquedotti comunali determina una condizione di possibile rischio sanitario per le persone e in particolare per i malati i bambini e le donne in gravidanza. L’Isde di Viterbo negli ultimi anni ha realizzato e promosso innumerevoli iniziative di approfondimento scientifico su questa vicenda, ha preso parte ai tavoli tecnici promossi dalla Provincia di Viterbo, ha segnalato costantemente agli enti preposti il possibile rischio per la salute umana rappresentato dal degrado delle acque del lago e chiesto interventi di bonifica e monitoraggio delle sostanze inquinanti; a cominciare dalla microcistina prodotta dal cianobatterio Plankthotrix rubescens.

L’Isde, l’11 giugno 2010, ha tenuto una relazione sul tema “Il lago di Vico: un patrimonio naturalistico per l’intera provincia di Viterbo e una risorsa idrica  da risanare e tutelare  per i cittadini di Ronciglione e Caprarola” nella seduta straordinaria del Consiglio Provinciale della Provincia di Viterbo, convocato proprio su questo specifico argomento.

L’Isde ha inoltre sollecitato e richiesto continuamente notizie circa gli interventi posti in essere a tutela della salute pubblica e per il risanamento del lago di Vico anche attraverso segnalazioni-esposti indirizzati ai Ministri dell’ambiente e della salute e al Commissario europeo all’ambiente.

A seguito dell’azione dell’Isde sono state presentate numerose interrogazioni parlamentari, anche da europarlamentari, e il Commissario europeo all’ambiente Janez Potocnik ha assicurato la sua attenzione e l’impegno ad attivare una eventuale procedura di infrazione.

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Le  proposte dell’Isde di Viterbo per la bonifica del lago, per la tutela della salute delle persone e per contrastare la pandemia silenziosa

Tali proposte derivate da studio, documentazione e dibattiti scientifici promossi dal’Isde di Viterbo, possono essere cosi' riassunte sinteticamente:

- drastica riduzione dell’uso di fertilizzanti e fitofarmaci in tutta la conca del lago di Vico;

- controllo e verifica di tutti gli scarichi fognari delle utenze private e pubbliche poste in prossimita' del lago;

- intensificazione dei controlli di tutte le attivita' attuali e pregresse all’interno della Riserva;

- rapido avvio della bonifica del sito militare Nbc di Ronciglione;

- nel rispetto del principio di precauzione predisporre ed individuare immediatamente fonti alternative di approvvigionamento idrico per  le popolazioni di Caprarola e Ronciglione, per gli esercizi commerciali, per le scuole, per l’ospedale e per le industrie alimentari locali;

- realizzazione immediata di tutti gli interventi atti alla migliore e piu' sicura tutela della salute delle persone;

- informazione ampia, diffusa e costante ai cittadini, e inizio di un monitoraggio di lungo periodo dello stato di salute delle persone e in particolare dei bambini;

-  interventi rapidi per rendere efficienti ed adeguati i sistemi di potabilizzazione in uso presso i due acquedotti comunali;

- installazione di impianti pilota per lo studio di una potabilizzazione efficace delle acque in relazione alle loro criticita' e alle dinamiche di fioritura dei cianobatteri;

- costante monitoraggio di tutte le sostanze tossiche e cancerogene che possono contaminare  le acque destinate a consumo umano, la fauna e la flora lacustre;

-  avvio di uno studio di fattibilita' finalizzato alla realizzazione di pozzi, che dotati di dearsenificatori possano fornire acqua di migliore qualita' e maggiore sicurezza con un piu' facile e meno costoso processo di potabilizzazione e manutenzione degli impianti.

 
7. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO
 
Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it
 
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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 357 del 17 settembre 2010
 
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