Telegrammi. 316



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 316 del 17 settembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Mao Valpiana: 2 ottobre, il natale della nonviolenza
2. Invitiamo Comuni e scuole a celebrare la Giornata internazionale della nonviolenza istituita dall'Onu
3. Modello di lettera ai sindaci
4. Modello di lettera ai dirigenti scolastici
5. Gino Buratti: La nonviolenza come lotta e azione quotidiana
6. Pasquale D'Andretta: Nonviolenza e gestione dei conflitti: la parte degli educatori
7. Federico Fioretto: Radici
8. Mimma Ianno': Il nostro comune cammino
9. Floriana Lipparini: Insieme, cambiare e' possibile
10. Fredo Olivero: La vera scelta della vita
11. Piercarlo Racca: Per un risveglio delle coscienze
12. Marcello Vigli: Un punto di riferimento per la coscienza civile
13. Pierluigi Vito: La nonviolenza della parola
14. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Maria Rosaria Baldin
15. Si e' svolto il 12 settembre a Viterbo un incontro di formazione e informazione nonviolenta
16. Il 15 settembre si e' svolto a Blera un incontro di formazione alla comunicazione nonviolenta
17. Per sostenere il Movimento Nonviolento
18. "Azione nonviolenta"
19. Segnalazioni librarie
20. La "Carta" del Movimento Nonviolento
21. Per saperne di piu'
 
1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: 2 OTTOBRE, IL NATALE DELLA NONVIOLENZA

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: azionenonviolenta at sis.it) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]


Se e' vero che la nonviolenza e' “antica come le montagne” - perche' essa dimora nel profondo dell’animo di ogni persona ed e' inscritta nel cuore della spiritualita' di ogni popolo - e' anche vero che il “metodo della nonviolenza” e' il piu' giovane pensiero politico della storia.
E’ Gandhi, un secolo fa, che ha scoperto, sperimentato, sistematizzato, il Satyagraha, cioe' la nonviolenza moderna, intesa non solo come via di salvezza personale, ma anche come strategia di liberazione collettiva.
Con Gandhi la nonviolenza esce dalla dimensione intimistica, religiosa, individuale, e si trasforma in teoria e prassi politica, individuando un insieme di tecniche che ne hanno fatto il piu' importante movimento rivoluzionario di cambiamento sociale e di liberazione del XX secolo.
Il 2 ottobre, nell’anniversario della nascita di Gandhi, celebriamo “la piu' grande forza di cui disponga l’umanita'”.
Istituendo questa giornata internazionale, l’Assemblea generale della Nazioni Unite ha voluto rendere il giusto tributo alla figura di Gandhi, personaggio storico del ‘900 il cui messaggio universale e' la vera grande novita' per questo nuovo millennio ed e' l’unica via di salvezza per questo povero mondo.

 
2. INIZIATIVE. INVITIAMO COMUNI E SCUOLE A CELEBRARE LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA ISTITUITA DALL'ONU
 
Il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, l'Onu ha istituito la Giornata internazionale della nonviolenza, proponendo che si svolgano ovunque iniziative di commemorazione e di impegno.
Chiediamo che in tutti gli enti locali ed in tutte le scuole d'Italia si svolgano iniziative.
A tal fine presentiamo di seguito due modelli di lettere ai Sindaci ed ai Dirigenti scolastici, pregando i lettori di utilizzarli sottoscrivendoli ed inviandoli all'amministrazione comunale ed alle scuole del proprio territorio.
 
3. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI SINDACI
 
Al Sindaco del Comune di ...
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregio sindaco,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni realta' locale in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.
Distinti saluti,
Firma
luogo e data
Mittente
 
4. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI DIRIGENTI SCOLASTICI
 
Al dirigente scolastico del ...
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregio dirigente scolastico,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni istituto scolastico in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.
Distinti saluti,
Firma
luogo e data
Mittente
 
5. VERSO IL 2 OTTOBRE. GINO BURATTI: LA NONVIOLENZA COME LOTTA E AZIONE QUOTIDIANA
[Ringraziamo Gino Buratti (per contatti: buragino at tin.it) per questo intervento.
Gino Buratti, nato a Massa il 27 gennaio 1957, responsabile dell'Ufficio di statistica della Prefettura di Massa Carrara, da sempre in prima linea nell'ambito dell'impegno per la solidarieta', la cittadinanza attiva e la nonviolenza. E' stato obiettore di coscienza, membro e fondatore dell'Associazione volontari ascolto e accoglienza, di cui segue il centro di ascolto e la casa di accoglienza per persone senza fissa dimora. Autore del libro Volonta' e resistenza: venti anni di volontariato, edito da Transeuropa, nel quale rileggendo la storia dell'Associazione Avaa, sviluppa anche una riflessione sulle potenzialita' e le criticita' del volontariato come soggetto della trasformazione. Ha partecipato alla nascita dell'Accademia apuana della pace, di cui segue, insieme ad un gruppo di redazione, il sito (www.aadp.it) e il notiziario settimanale, che viene inviato per posta elettronica da cinque anni. Si veda anche l'ampia intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 252]
 
La nonviolenza come "habitat" nel quale sviluppare relazioni, agire politico, rapporti di forza, conflitti, vertenze in maniera altra rispetto alla cultura dominante fondata sulla violenza e la sopraffazione.
La nonviolenza come pratica quotidiana nella quale risvegliare le coscienze, riscoprire la capacita' di indignarci e la voglia di lottare, liberando dal velo i conflitti, abitandoli e gestendoli in maniera altra.
La nonviolenza che alimenta e si alimenta di pratiche di democrazia partecipata reale e non semplicemente formale.
La nonviolenza come consapevolezza di se' e di chi sta accanto.
La nonviolenza come riconoscimento di me stesso e dell'altro.
 

6. VERSO IL 2 OTTOBRE. PASQUALE D’ANDRETTA: NONVIOLENZA E GESTIONE DEI CONFLITTI: LA PARTE DEGLI EDUCATORI

[Ringraziamo Pasquale D'Andretta (per contatti: pdandretta at katamail.com) per questo intervento.

Pasquale D'Andretta e' nato in Puglia nel 1958. Vive a Roma, dove opera come formatore nelle scuole, nelle associazioni di volontariato e di promozione sociale, nelle organizzazioni ecclesiali, e, occasionalmente, nelle universita' e con gli addetti ai servizi pubblici, utilizzando metodologie di lavoro interattive, esperienziali, narrative ed autobiografiche. Ha fatto parte dell'Asci e poi dell'Agesci - Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani - fino a completare l'iter di formazione previsto. Si e' laureato in Filosofia a Bari ed ha svolto, occasionalmente, supplenze di italiano e storia nelle scuole medie superiori. Ha fatto il servizio civile come obiettore di coscienza presso la Cooperativa socio-sanitaria "Salute e Territorio" di San Severo (Fg); della Cooperativa e' stato anche presidente, redattore del giornale "Il Picchio Rosso" e operatore nei progetti e nelle campagne contro la diffusione del consumo di droghe. Successivamente ha lavorato per il Coordinamento nazionale dei Comitati per la pace, per i Centri d'iniziativa per la pace della Federazione Giovanile Comunista Italiana e per la Confederazione Arci. All'interno di queste organizzazioni, si e' occupato dei temi della pace, del disarmo, della nonviolenza e della solidarieta' internazionale, oltre che dell'aspetto culturale, educativo e formativo e delle iniziative rivolte ai giovani ed all'ambiente scolastico. Dal 1992 collabora con numerose associazioni, scuole e facolta' universitarie nella realizzazione di laboratori didattici - rivolti agli studenti, ai laureandi ed ai neo-laureati - sulle competenze comunicative e relazionali; sul conflitto; sui temi dell'educazione alla pace, alla mondialità e ai diritti umani; e nell'ambito di campagne contro il razzismo e la xenofobia]

 

Si avvicina l’anniversario della nascita di Gandhi e io mi chiedo a che punto e' la mia ricerca nonviolenta e che cosa possa significare oggi il termine nonviolenza alle orecchie dei ragazzi con cui lavoro, dei giovani volontari ma anche degli insegnanti e degli operatori socio-educativi che sono diventati adulti nel contesto politico-culturale di questi nostri anni...

Nei miei laboratori di formazione - a scuola e fuori - evito le definizioni e vado dritto al cuore del problema: cio' che conta, in sede educativa, non sono le dichiarazioni di principio bensi' i processi. I processi didattici, comunicativi, relazionali, decisionali. A fare la differenza non sono le parole ma la pedagogia dei fatti: la qualita' dello stare insieme, le modalita' dell’ascolto e dell’accoglienza reciproca, del dialogo, del confronto, del contrasto, del conflitto.

L’educazione alla pace e la prassi educativa nonviolenta piu' interessanti e piu' fertili, dal mio punto di vista, sono proprio quelle che creano contesti in cui si possano raccontare le storie di tutti, senza censure e giudizi, e accettando il rischio del conflitto, perche' si e' disposti ad attraversarlo ed a valorizzare le opportunita' che offre per la crescita dei ragazzi e degli adulti.

La parte che tocca agli educatori nel contrastare la guerra, l’inerzia che genera e la seduzione che esercita, e' solo un pezzo del lavoro che c’e' da fare, e non credo nemmeno che sia quello piu' faticoso e doloroso. Ma e' un pezzo di lavoro imprescindibile, da fare con cura, un passo alla volta, tutti i giorni dell’anno, 2 ottobre compreso.

 

7. VERSO IL 2 OTTOBRE. FEDERICO FIORETTO: RADICI

[Ringraziamo Federico Fioretto (per contatti: fedfiore at federicofioretto.eu) per averci messo a disposizione come anticipazione questo suo intervento che apparira' in versione lievemente diversa sul quotidiano "Liberta'" il 2 ottobre 2010.

Federico Fioretto, ricercatore e amico della nonviolenza, e' vicepresidente dell'Associazione Ariel di Gazzola (Piacenza), collaboratore dei "Quaderni Satyagraha", responsabile del progetto Neotopia (www.neotopia.it), curatore del volume di Vinoba Bhave, I valori democratici, Gabrielli, Verona 2008]

 

Sta per concludersi il “Decennio per una cultura di pace e nonviolenza per i bambini nel mondo, 2001 - 2010” deliberato dalle Nazioni Unite.

Nonostante l’impegno vigoroso e qualificato che molti vi hanno infuso, la vita umana non e' oggi meno permeata di violenza che nel 2001, i conflitti violenti in questo decennio sono aumentati e le ingiustizie che li fomentano si sono aggravate.

Dunque nella giornata mondiale della nonviolenza che ricorda la nascita di Gandhi, dobbiamo porci qualche domanda in piu'. Per ritrovare nell’insegnamento del Maestro indiano, e di chi ne ha proseguito il cammino, la comprensione di questa piaga esclusivamente umana. E indicazioni per liberarcene.

Innanzi tutto va capito che violenza non e' solo quella diretta, fisica o verbale, bensi' ogni atto che “consapevolmente o meno ferisca un altro”; quindi lo sono anche lo spreco e ogni forma di sfruttamento o di emarginazione. Johan Galtung la definisce “insulto non necessario ai bisogni essenziali dell’essere umano”. La violenza si radica in un popolo e nella sua vita in elementi culturali, che legittimano gli altri tipi di violenza, cosi' come nelle strutture sociali e nei processi relazionali.

Basta guardarsi attorno e vedere il tasso d’infelicita' nell’umanita' moderna per capire che la violenza e' una piaga assai diffusa.

Gia' nel 2004 l’Organizzazione mondiale della sanita' indicava nella depressione la principale causa d’invalidita' e la quarta causa di mortalita' o perdita di capacita' lavorativa (indice Daly); nel 2020 e' previsto che ne diverra' la seconda per la popolazione generale mentre lo e' gia' per la fascia di eta' dai 15 ai 44 anni.

La realta' e' che la societa' moderna infligge quotidianamente ai suoi membri migliaia di piccoli atti violenti, legittimati da un substrato culturale coerente, e li rende infelici.

Oggi i concetti di “globalizzazione” e “complessita'” vengono abusati per giustificare la continua erosione dei diritti essenziali della maggior parte dell’umanita'; migliaia di miliardi di dollari sono investiti nello sviluppo di cultura, scienza e tecnologia orientati alla violenza.

Ma e' vero: la societa' moderna e' complessa; questa complessita' va affrontata con cognizione di causa, analizzata in profondita' e sfidata con proposte articolate, realizzabili e lungimiranti. Chi aspira a un mondo privo di violenza, dove la conflittualita' diviene opportunita' di crescita e non minaccia di distruzione, non puo' permettersi approcci semplicistici.

Per perseguire la pace positiva va sviluppata una critica approfondita, costruttiva e globale ai problemi dell’umanita' e preparata una vera rivoluzione: nonviolenta, lenta e legale.

Dunque la sfida globale che il mondo degli studi sulla pace deve raccogliere e' di affrontare, in modo multidisciplinare, i problemi complessi della societa', svelare i nodi di quella che e' stata definita la violenza strutturale e sviluppare proposte nonviolente per ribaltare il paradigma violento che domina la modernita', riportando la vita a livelli sostenibili in ogni senso.

Questo pensiero globale Gandhi l’aveva gia' esposto magistralmente nel 1909, nel celebre pamphlet  Hind Swaraj, oggi meritoriamente riproposto in edizione italiana da Gandhi Edizioni sotto il titolo di “Vi spiego i mali della societa' moderna - Hind swaraj”.

Nella sua critica il Mahatma affronta alle radici il male della violenza: esse sono prima di tutto culturali e ci pongono davanti alla vita quotidiana con un atteggiamento sbagliato, disattento alla fondamentale unita' del Creato nel quale l’essere umano dopo il Neolitico ha disimparato a vivere in armonia. Il problema e' spirituale, cioe' inerente alla comprensione del senso dell’esistenza.

L’Homo Sapiens e' specie sociale e prospera solo quando la sua comunita' vive in armonia; la comunita' da considerare e' la famiglia umana, non l’etnia, la religione o il partito, nemmeno la nazione.

Le soluzioni nonviolente pero' deve trovarle una ragione lucida, competente, ispirata a valori elevati eppure semplici, come la solidarieta' e l’uguaglianza.

Percio' la nonviolenza non puo' prescindere, se vuole farsi efficace e non solo parola vuota, dal ritrovare le proprie radici nell’insegnamento di Gandhi e Vinoba: essa e' prima di tutto un cammino spirituale, una via che porta alla Verita' (che per Gandhi e' Dio), mediante la conversione di tutta l’esistenza, a partire dall’atteggiamento nei confronti di colui che fa il male e che va amato e conquistato attraverso la forza dell’amore.

E poi e' la forza della conoscenza della realta', che si sviluppa mediante lo studio e la riflessione seriamente critica, anche autocritica, dunque, e dei suoi nodi problematici; solo cosi' e' possibile affrontare la violenza culturale e strutturale, il vero demonio che sta corrodendo la stessa possibilita' di vita su questo pianeta.

Scienza e spiritualita', conoscenza e amore sono concetti chiave che Gandhi ha insegnato e tutti gli aspiranti nonviolenti dovrebbero ricordare e praticare, per non confondersi con gli urlanti a vanvera o con gli ideologi di parte che sono solo altre comparse nel grande sabba della violenza culturale e strutturale che ci affligge.

 

8. VERSO IL 2 OTTOBRE. MIMMA IANNO': IL NOSTRO COMUNE CAMMINO
[Ringraziamo Mimma Ianno' (per contatti: lkian at tin.it) per questo intervento.
Mimma Ianno' Latorre e' insegnante, impegnata per la pace e i diritti, partecipe di molte esperienze di intercultura e solidarieta', e' referente del Cem (Centro di educazione alla mondialita')]
 

... Spero di riuscire ad esprimere, seppur in poche righe, un messaggio nonviolento e significativo sulla mia personale resilienza e di comunicare in modo pacifico al nostro prossimo il senso profondo di questa scelta di vita e il compito inderogabile di testimoniare sempre e in particolare nella Giornata internazionale della nonviolenza del prossimo 2 ottobre, la nostra comune convinzione di "essere al mondo" in modo consapevole e responsabile per continuare ad opporci alla distruzione della vita e delle coscienze di ogni cittadino/a libero/a che vive in questo tempo "buio e travagliato".

La mia e' una semplice testimonianza che non nasce dalle parole ma dai gesti quotidiani. Azioni di liberazione dai pregiudizi e dalle chiusure egoetnocentriche, gesti di donna che tendono all'accoglienza, all'ascolto, alla cura, alla comprensione del punto di vista delle altre/altri che incontro sul mio cammino. Ascoltare le bambine e i bambini, costruire insieme a loro rapporti sani e puliti, sostenere chi soffre con uno sguardo e una tenera carezza, asciugare le lacrime degli afflitti e delle afflitte senza aspettarsi una qualsiasi forma di riconoscenza o di approvazione, denunciare chi opera il male, sostenendo e appoggiando invece le scelte di chi opera il bene e di chi si impegna a costruire una cittadinanza attiva e critica.

Piccole cose di ogni giorno alla mia portata, alla portata  di tutte/tutti ma che sembrano inattuabili e inaudite se tra noi e gli altri alziamo barriere, se tra noi e gli altri pensiamo che cio' che ci accomuna e' solo la paura e la noia dell'incontro anziche' la scoperta di una identita' meticcia e plurale, attraversata cioe' dalla presenza rigenerante della diversita'.

Ogni donna e' una Penelope che attende e sosta nel disagio, operando per la difesa non solo della propria dignita' ma per il proprio regno, regno di pazienza e di governo, regno diurno di operosita' e regno di notturne ansie e dubbi. La donna non e' avvezza, come l'uomo, alla guerra e alle alternanti vittorie sui miseri resti dei nemici, il suo e' un regno di creativita' e di attesa feconda... E anch'io come Penelope resisto, regina nella mia casa intenta alle azioni di cura, e tesso di giorno relazioni nate da trame di sguardi e parole di riconciliazione e di perdono, in mezzo agli uomini che accerchiano gli innocenti, e gozzovigliano sugli affamati giocando pericolosamente sugli abissi del tempo.

Lo sappiamo tutti, il cammino verso la giustizia e' lungo e difficile perche' al primo posto degli umani interessi troneggia il perfido "io" di chi rifiuta di autoeducarsi e di lasciarsi educare dalla vita e da chi prima di tutto non pone, innanzi alla propria realizzazione personale, il bene comune, il bene-essere cioe' delle nuove generazioni che si avvicendano sul nostro pianeta.

Chi trasformera' il dio-denaro in vero dio-amore? Chi indichera' all'umanita' di oggi come prendere le distanze dalla "banalita' del male"? Chi dira' agli armieri e agli spacciatori di multinazionali speranze che la risposta allo smisurato bisogno di felicita' nasce da un cuore puro e da una mente aperta allo stupore e alla gioia dell'incontro? Chi se non le bambine e i bambini che ci ascoltano e ci guardano, figli che attendono dalle madri e dai padri abbracci di pace e invece spesso rimangono annichilite/i davanti alle aggressioni e alle violenze quotidiane o atterriti dalle manifestazioni di potenza dei mercanti dei vari Templi dei Poteri del mondo?

A questi occhi puri, i Grandi fratelli occulti  hanno gia' messo le bende del ricatto e della sopraffazione, della menzogna e della violenza omicida. Penso percio' che l'azione piu' efficace da fare per noi adulte e adulti sia quella di far sentire ogni giorno e tutti i giorni che ci restano il grido accorato e convinto che se vogliamo salvarci dobbiamo sentirci parte ineliminabile di una stessa famiglia; affinche' l'umanita' continui ad esistere e' necessario interrompere la catena dell'odio e credere profondamente che la vita, a prescindere da noi, avra' l'ultima parola di vittoria sulla morte.

Bisogna perciò che tutte/i adesso diciamo a noi stessi attraverso le buone pratiche, e a chi conta ai vari livelli politici, economici e culturali, che e' davvero possibile trasformare i molteplici significati del male in nuovi sentimenti d'amore, in immagini di un mondo in cui le donne insieme agli uomini riescono a convivere in una societa' liberata da calcoli e profitti, da arroganze e prevaricazioni, e mossi da compassione per la loro comune finitudine possano decidere liberamente di usare le dolci armi della nonviolenza per una convivialita' condivisa e pacifica.

 

9. VERSO IL 2 OTTOBRE. FLORIANA LIPPARINI: INSIEME, CAMBIARE E' POSSIBILE
[Ringraziamo Floriana Lipparini (per contatti: effe.elle at fastwebnet.it) per questo intervento.
Floriana Lipparini, giornalista, ha lavorato per numerosi periodici, tra cui il mensile "Guerre e Pace", che per qualche tempo ha anche diretto, occupandosi soprattutto della guerra nella ex Jugoslavia. Impegnata nel movimento delle donne (Collettivo della Libreria Utopia, Donne per la pace, Genere e politica, Associazione Rosa Luxemburg), ha coordinato negli anni del conflitto jugoslavo il Laboratorio pacifista delle donne di Rijeka, un'esperienza di condivisione e relazione nel segno del femminile, del pacifismo, dell'interculturalita', dell'opposizione nonviolenta attiva alla guerra. E' autrice del libro Per altre vie. Donne fra guerre e nazionalismi, edito nel 2005 in Croazia da Shura publications in edizione bilingue, italiana e croata, e nel 2007 pubblicato in Italia da Terrelibere.org in edizione riveduta e ampliata]
 

Siamo tutte e tutti immersi nel mondo della violenza, pubblica e privata.

Violenze “nuove”, tipiche della nostra epoca, come l’uso del nucleare che alcuni sciagurati ripropongono anche in Italia, nonostante le prove della pericolosita' delle centrali, o il moltiplicarsi di discariche segrete ricolme di materiali mortiferi, in terra e in mare, non solo al sud come purtroppo avviene gia' da tempo (rovinando per sempre quel paradiso naturale della mie lontane vacanze d’infanzia costituito dal tratto di costa tra Napoli e Salerno, scusate il riferimento personale) ma anche nel “civile” nord, come si e' visto nella famigerata area Montecity-Rogoredo di proprieta' della Milano Santa Giulia spa. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la falda acquifera sottostante l'area sarebbe inquinata con alcune sostanze pericolose per l'ambiente e la salute, tra cui alcune cancerogene e altre dannose per fertilita' e gravidanza. I soldi che dovevano essere usati per la bonifica non si sa dove siano finiti e la bonifica non e' mai stata fatta.

E violenze “antiche”, o per meglio dire eterne, dallo sfruttamento senza limiti del lavoro umano, alle stragi, alle guerre, ai colonialismi, agli integralismi religiosi, ai  razzismi. Piu', naturalmente, l’universale, perenne violenza contro le donne, che nulla piu' dell’orrenda minaccia di lapidazione contro Sakineh (e contro tante altre donne musulmane) puo' efficacemente rappresentare.

Certo non dappertutto si lapidano fisicamente le donne, ma ancora dappertutto si tenta continuamente di annientarle umanamente, politicamente, spiritualmente. In che modo? Sbarrando loro la strada nel lavoro, negando il loro diritto a contare nel farsi della vita pubblica, tenendole ai margini nella politica, esaltandone l’aspetto di  merce sessuale, o al contrario costringendole a coprirsi fino agli occhi - dopo averle colonizzate al punto da indurle a credere che il velo sia una loro libera scelta o una forma di identita' -, fino a negare quel diritto primario alla liberta' che consiste nel poter dire di no a un amico, a un fidanzato, a un amante, a un marito, se non rischiando di essere uccise...

Vorrei essere chiara: non penso che le donne siano ontologicamente vittime, al contrario sono convinta che se non fossero piene di forza e di coraggio, come nella maggior parte dei casi sono, sarebbero gia' scomparse dalla faccia della terra. Il contributo delle donne alla vita del genere umano ha rappresentato una delle poche forme di bellezza nella storia. E nemmeno penso che gli uomini siano ontologicamente carnefici. Probabilmente, in epoche antichissime, la violenza proprietaria sulle donne e' stato il primo passo in questa direzione. Ma e' esistita ed esiste una marea di maschi ricchi di qualita' positive, alieni dalla violenza.

Il punto e' un altro. Purtroppo c’e' una parte dell’umanita' che ha preso il sopravvento nella storia, fino a dettare leggi e modelli ormai ritenuti “naturali”, inevitabili. Questo mondo della “dominanza” (come lo definisce la saggista Riane Eisler nel libro “Il piacere e' sacro”) ha prodotto violenza e ingiustizia in ogni campo. Nel momento in cui sembra aver sconfitto ogni resistenza, a me pare invece che mostri la propria debolezza, la propria inaccettabilita' e incapacita', com’e' logico per una forza del male volta solo a distruggere e non certo a costruire. Prima o poi i giganti di argilla crollano sui propri fallimenti.

Trovare il coraggio di muoversi e di agire per trasformare il crudele mondo della dominanza in un mondo della “partnership” rispettosa della vita, della giustizia, delle liberta' e dei diritti e' possibile, prendendo coscienza del fatto che l’altra parte dell’umanita' esiste, che siamo noi e siamo tante e tanti, purche' troviamo una strada per stare insieme ed esprimere altre regole di vita, altri modelli di società. E' il grande compito delle donne e degli uomini di oggi e di domani.

 

10. VERSO IL 2 OTTOBRE. FREDO OLIVERO: LA VERA SCELTA DELLA VITA
[Ringraziamo Fredo Olivero (per contatti: f.olivero at diocesi.torino.it) per questo intervento.
Don Fredo Olivero e' in Italia una delle figure piu' autorevoli dell'impegno di solidarieta', di pace e di nonviolenza; e' stato per molti anni responsabile dell’Ufficio “Stranieri e Nomadi” del Comune di Torino, ed e' direttore dell’Ufficio Pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Torino e direttore di Migrantes Piemonte/Valle d’Aosta; coordina stabilmente i centri di ascolto e accoglienza della Caritas-Migrantes e le attivita' della Pastorale. E' autore di molte utilissime pubblicazioni]
 
La scelta della nonviolenza e' la vera scelta della vita: permette a tutti di vivere appieno, esprimersi, ascoltare, proporre, rispettare il diverso e vederne le cose nuove e migliori.
E' la foresta che cresce senza fare il rumore degli alberi che cadono perche' troppo deboli.

 

11. VERSO IL 2 OTTOBRE. PIERCARLO RACCA: PER UN RISVEGLIO DELLE COSCIENZE
[Ringraziamo Piercarlo Racca (per contatti. piercarlo.racca at fastwebnet.it) per questo intervento.
Piercarlo Racca e' uno dei militanti "storici" dei movimenti nonviolenti in Italia ed ha preso parte a pressoche' tutte le esperienze piu' vive e piu' nitide di impegno di pace; e' per unanime riconoscimento una delle voci piu' autorevoli della nonviolenza in cammino. Si veda anche l'ampia intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 249 che contiene anche questa breve risposta autobiografica: "Sono nato a Cocconato (At) nel 1946, mio padre operaio alla Fiat, mia madre casalinga. Livello scolastico: scuola media superiore. A partire dal 1968 fino al 1976 ho partecipato alle marce antimilitariste prima sul percorso Milano-Vicenza e poi sul percorso Trieste Aviano; alla carovana internazionale Bruxelles-Varsavia, alla marce La Spezia-Livorno e Catania-Comiso. Nel 1969 mi sono dichiarato obiettore di coscienza. Nel 1971 sette giorni di sciopero della fame con tenda di fronte alla stazione di Torino Porta Nuova per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza. Dal 1971 mi sono impegnato attivamente nel Movimento Nonviolento anche ricoprendo incarichi di responsabilita' che svolgo tuttora. A causa del mio impegno politico ho subito processi, condanne e assoluzioni, sono stato pignorato per obiezione fiscale. Attualmente sono un pensionato delle ferrovie dello stato, abito a Torino dove collaboro con il Centro Studi Sereno Regis"]
 
Il 2 ottobre 1869 nasce Mohandas K. Gandhi. Il 2 ottobre e' stato dichiarato dall’Onu giornata mondiale della nonviolenza.
Questo appuntamento e' importante per un risveglio delle coscienze e uscire dal torpore in cui la classe politica ci ha trascinati. Non deve essere solo l’occasione per commemorare la nascita di Gandhi, ma anche il momento in cui ognuno di noi sa di poter fare qualcosa.
Le iniziative saranno molte, noi nonviolenti abbiamo il dovere di essere presenti, non importa in quale forma, ma sicuramente saremo attivi.
A chi si e' inventato le "guerre umanitarie” e a chi definisce le guerre “operazioni di pace” rispondiamo con l’affermazione di Gandhi che i “mezzi devono essere coerenti con i fini”.
Un testo accessibile a tutti che aiuta a capire il pensiero politico di Gandhi: Esperimenti con la verita', saggezza e politica di Gandhi” (scritto da Enrico Peyretti, Pazzini editore) e' disponibile presso le sedi del Movimento Nonviolento.

 

12. VERSO IL 2 OTTOBRE. MARCELLO VIGLI: UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA COSCIENZA CIVILE
[Ringraziamo Marcello Vigli (per contatti: marcvigl at tin.it) per questo intervento.
Marcello Vigli, animatore del comitato "Scuola e Costituzione" e di tante iniziative per i diritti, di pace e di solidarieta', e' una delle piu' limpide figure della cultura democratica italiana]
 
Aderisco ben volentieri alla giornata del 2 ottobre, che l'Onu ha dichiarato Giornata internazionale della nonviolenza nell'anniversario della nascita di Gandhi, augurandomi che cresca anno dopo anno fino a diventare punto di riferimento per la coscienza civile cosi' come la Giornata della memoria della Shoah il 27 gennaio.

Ammiro, e mi auguro che non si esaurisca, il lavoro di tutti i centri, i movimenti e i gruppi che nel mondo fanno della nonviolenza la loro bandiera, non solo per contrastare  l'uso delle violenza e della guerra per risolvere conflitti sociali e politici, ma anche per denunciare tutte la altre forme di violenza: fisica, psichica, sociale, mentale... oggi mediatica.

Questa e' al momento la piu' subdola e pericolosa perche' fatta di menzogne fonte di disinformazione e di virtuale spacciato per reale. Induce in inganno non solo i cittadini dei paesi democratici nell'esercizio della loro sovranita', ma, nei regimi totalitari, nel giustificare il clima di oppressione, fomenta odio e disprezzo, ostilita' e inimicizia che generano fanatismi, giustificano violenze fisiche, alimentano le guerre.

 

13. VERSO Il 2 OTTOBRE. PIERLUIGI VITO: LA NONVIOLENZA DELLA PAROLA

[Ringraziamo Pierluigi Vito (per contatti: vito at tv2000.it) per questo intervento.

Pierluigi Vito (Viterbo, 1974), amico della nonviolenza, giornalista televisivo, gia' obiettore di coscienza, e' impegnato nell'Azione cattolica, ed e' persona di squisita gentilezza e straordinaria generosita'. Giornalista professionista, e' redattore dell'area cultura di TV2000 (ex Sat2000) e in particolare della trasmissione "La compagnia del libro"; laureato in scienze politiche alla Sapienza di Roma, e' stato allievo degli storici Pietro Scoppola ed Emilio Gentile; ha diretto dal 1999 al 2002 il mensile nazionale dei giovani di Azione Cattolica "Graffiti". Tra le opere di Pierluigi Vito: Antenna proibita, Zona 2009]

 

"Sia il vostro parlare si' si', no no, il di piu' viene dal maligno" (Matteo 5, 37)

*

Per formazione personale e deformazione professionale piu' passa il tempo e piu' mi convinvo che questa sentenza evangelica sia una delle icone piu' fuglide di quello che rappresentiamo col nome di nonviolenza.

Di fronte all’ingiustizia, alla prevaricazione, all’ignoranza, e' la Parola la risposta.

La parola chiara, netta, tenace, aperta, sincera; senza sofismi o bizantinismi, senza sottintesi o fraintendimenti, senza raggiri od omissioni, capace di condividere dubbi, conoscenze, contrarieta', passioni, attese, speranze. Quella che sa affrontare la complessita', ma rifugge dalla confusione.

E' una parola coerente con la coscienza di chi la pronuncia, senza pero' essere chiusa in un’ottuso manicheismo: porta la propria tessera di verita' in cerca di quella che le sara' accanto nel costruire un mosaico di pace e di giustizia.

E' la parola che ciascuno di noi custodisce e che attende il momento di essere proclamata al mondo.

E d’altronde, l’insegnamento dei grandi maestri che ci hanno preceduto - Gesu' di Nazaret, Socrate, Francesco d’Assisi, Gandhi, Martin Luther King, don Lorenzo Milani e tantissimi altri - non resta vivo e presente grazie alle loro parole?

 
14. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO MARIA ROSARIA BALDIN

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Maria Rosaria Baldin.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.
Per un breve profilo di Maria Rosaria Baldin si veda la risposta alla penultima domanda di questa intervista]
 
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Maria Rosaria Baldin: Prima leggendo "Rocca" della Cittadella di Assisi. Poi, quando ha iniziato a uscire, mi sono abbonata a "Mosaico di pace" della casa editrice La Meridiana. Attraverso questa rivista ho conosciuto piu' da vicino il mondo della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Maria Rosaria Baldin: Decisamente Gandhi e Martin Luther King perche' non sono stati soltanto dei teorici. Poi Jean e Hildegard Goss, Etty Hillesum, Lennart Parknas (ho fatto anche dei seminari con lui a Bologna), don Tonino Bello, Daniele Novara,  Jerome Liss, Pat Patfoort, Augusto Boal (ho fatto anche Teatro dell'Oppresso), Alex Zanotelli, don Andrea Gallo. Tutte queste persone propongono un approccio nuovo, diverso, ai problemi.
*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Maria Rosaria Baldin: Gandhi e Martin Luther King, i libri di Daniele Novara sulla gestione nonviolenta del conflitto, "La comunicazione ecologica" di Liss, tutta Pat Patfoort, "Attivi per la pace" di Parknas. Nelle biblioteche, oltre a questi, vedrei bene "Anche i cattivi giocano" della Portman, "Violenza zero in condotta" dell'Associazione Pace e dintorni.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Maria Rosaria Baldin: In Italia  i "No tav", ed anche i "No Dal Molin"; il lavoro di Libera sulle terre confiscate alla mafia (mentre scrivo noto la grande difficolta' nel trovare un "linguaggio nonviolento" senza cadere nell'errore di parlare di "battaglia, lotta, combattere ecc.": dobbiamo trovare un nostro linguaggio per dire le cose senza utilizzare un linguaggio di guerra); nel mondo purtroppo non riesco a seguire tutto come vorrei e non sono in grado di indicare con precisione degli ambiti specifici.
*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Maria Rosaria Baldin: Rapporti interpersonali; educazione alla nonviolenza di tutti, adulti e bambini; conflitti a livello locale e globale.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Maria Rosaria Baldin: Il Centro psicopedagogico per la pace e la gestione del conflitto di Daniele Novara, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo che pubblica il notiziario "La nonviolenza e' in cammino", Peacelink, Libera, Pbi, Cdsc.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Maria Rosaria Baldin: Nonviolenza e' un approccio altro, che richiede attenzione prima di tutto nel linguaggio, che dev'essere disarmato. Prendiamo a prestito le parole della guerra e delle armi in tutti i contesti (combattere per la pace, lotta per la pace, ecc.) e questo e' il primo ambito da bonificare, trovando un linguaggio "altro", nonviolento, appunto, e che metta in risalto il lavoro positivo che si fa ("in piedi costruttori di pace" diceva don Tonino). Quindi un percorso che vede il dialogo, l'attenzione all'altro e l'ascolto come primo passo. Perche' e' facile essere in pace con popoli lontani, ma il nostro condomino che protesta ogni giorno per i panni stesi dove lo mettiamo?
E' una continua messa in discussione delle proprie idee e di quella che consideriamo la nostra verita', che non e' monolitica ("Non dire Ho trovato la verita', ma Ho trovato una verita'", diceva Gibran Khalil Gibran), ma solo un parziale punto di vista.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra la nonviolenza e i vari ambiti dell'impegno morale e civile per il bene comune; e cosa apporta la nonviolenza ai vari campi della riflessione umana, dalla filosofia alle religioni, dal diritto alla scienza?

- Maria Rosaria Baldin: Mi sembra che  la nonviolenza offra a tutte queste situazioni una visione "altra e alta", la possibilita' di prestare attenzione al singolo e di ascoltare un punto di vista altro. In rapporto al femminismo credo sia di fondamentale importanza lasciare spazio al pensiero femminile e alla storia delle donne. Mi occupo di autobiografia, di far scrivere alle persone la loro storia di vita. Lasciare spazio alla narrazione di se' e' fondamentale per permettere di capire di piu' e meglio. Se poi leggiamo l'autobiografia delle donne che sono state accanto ai grandi uomini, che tristezza (la moglie di Gandhi, di Raoul Follereau, di Antoine de Saint-Exupery...), vediamo soltanto donne vittime del volere maschile, altro che nonviolenza! La nonviolenza, invece, deve comprendere tutto e non settorializzare (e' molto triste, per esempio, vedere talvolta gruppi del commercio equo e solidale che non considerano l'immigrazione; che talvolta chi si occupa del software libero linux non sa che esiste Lillinet, la e-mail etica; che talvolta chi fa i bilanci di giustizia segue solo un aspetto, non prendendo in considerazione, per esempio, il fatto che i pannelli fotovoltaici sono fatti con il coltan e questo provoca un aumento del conflitto in Congo e contemporaneamente un aumento dello sfruttamento dei lavoratori sempre in Congo).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Maria Rosaria Baldin: Ho lavorato su questo con Giuliana Martirani. Si deve trovare il punto minimo di accordo, quello che tutti condividono e partire da li' per costruire un lavoro comune.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Maria Rosaria Baldin: Le proposte di Parknas, di Pat Patfoot e di Daniele Novara. Perche' non evitano il conflitto, ma lo utilizzano come risorsa per risolvere i problemi; il conflitto diventa una leva positiva da utilizzare "a nostro favore".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Maria Rosaria Baldin: Come ho detto sopra: partendo dalle piccole cose, attenzione a se' e poi all'altro; ascolto e cura di se', delle cose, del mondo e degli altri.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Maria Rosaria Baldin: Con attivita' fortemente esperienziali che permettano di acquisire prima di tutto consapevolezza di se' e della propria importanza e unicita' di persona, poi, piano piano, allargando all'esterno con giochi di ruolo che permettano di sentire come si vive una determinata situazione.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Maria Rosaria Baldin: La casa editrice La Meridiana, il Csdc, le Edizioni del Gruppo Abele, Libera.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Maria Rosaria Baldin: Un po' perche' non urlano (e questo e' positivo). Un po' perche', forse, non sono molto organizzati e connessi fra loro.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?

- Maria Rosaria Baldin: Coordinamenti leggeri, perche' troppe cose non si riesce a seguirle; un posto dove tutti possano fornire le informazioni, dicendo quello che fanno.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?

- Maria Rosaria Baldin: Internet, soprattutto; un sito per tutti, condiviso.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?

- Maria Rosaria Baldin: Indipendenza dell'India, movimento di Martin Luther King, opposizione nonviolenta al nazismo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo e in Italia? E quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia? E quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?

- Maria Rosaria Baldin: Quello che manca e', forse, il dialogo, la consapevolezza di essere tanti (ma divisi, nel senso che ognuno non sa che altri fanno le stesse cose e che ci sono altri che la pensano come lui), l'interconnessione per potersi ricaricare ed agire (secondo il metodo di Parknas).
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Maria Rosaria Baldin: Mi chiamo Maria Rosaria Baldin, sono nata l'8 ottobre 1955 a Sandrigo (VI) dove vivo tuttora. Mi sono sempre interessata agli altri, in particolare alle problematiche legate al sud del mondo. Il mio grande maestro, in questo, e' stato Raoul Follereau. L'esperienza con Aifo (che allora si chiamava "Amici dei lebbrosi") e' stata fondamentale per me. E poi Fausto Marinetti, Alex Zanotelli. Ho fatto Teatro dell'Oppresso con l'Associazione Giolli di Roberto Mazzini; sono legata alla rete dei Bilanci di giustizia.
Ho fatto la casalinga per piu' di venti anni, tenendomi informata e facendo attivita' di volontariato in comune, parrocchia e scuola (animazione alla lettura, catechismo, classi aperte, distribuzione materiale e sensibilizzazione delle insegnanti). Mi sono poi avvicinata al mondo della migrazione con altra attivita' di volontariato che dal '98 e' diventata il mio lavoro. Ho pubblicato storie di migranti per l'agenzia stampa "Migranews", raccolte in seguito nel libro "Avanti il prossimo" della casa editrice La Meridiana. Sono storie di migranti regolari che ho conosciuto nella mia attivita' di sportello in provincia di Vicenza. In seguito ho conosciuto la Libera Universita' dell'autobiografia di Anghiari (Ar) a cui sono tuttora legata e con cui collaboro proponendo laboratori di scrittura di se' in vari ambiti. Sono socia dell'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione (Asgi) che si occupa di tutelare i diritti di migranti, apolidi, richiedenti asilo, Rom e Sinti.
*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?

- Maria Rosaria Baldin: Alcune frasi molto significative:

 

"Nessuna strada ha mai condotto nessuna carovana fino a raggiungere il suo miraggio, ma solo i miraggi hanno messo in moto le carovane”

(Henri Desroches)

 

"L'utopia e' come l'orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi.

Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi. L'orizzonte e' irraggiungibile.
E allora, a cosa serve l'utopia?
A questo serve, per continuare a camminare"
(Eduardo Galeano)

 

"... cerchi che si tendono sempre piu' ampi

sopra le cose e' la mia vita;

forse non chiudero' l'ultimo, ma

voglio tentare. Giro attorno a Dio,

all'antica torre, giro da millenni,

e ancora non so se sono un falco,

una tempesta, o un grande canto..."

(Rainer Maria Rilke)

 

"Quello che accade, accade non tanto perche' una minoranza vuole che accada, quanto piuttosto perche' la gran parte dei cittadini ha rinunciato alle sue responsabilita' e ha lasciato che le cose accadessero"

(Antonio Gramsci)

 
15. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 12 SETTEMBRE A VITERBO UN INCONTRO DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE NONVIOLENTA
[Riceviamo e diffondiamo]
 
Si e' svolto domenica 12 settembre il quarantunesimo incontro di formazione e informazione nonviolenta al centro sociale "Valle Faul" di Viterbo.
Prosegue la fase estiva degli incontri con momenti di studio, condivisioni, memoria e proposte. Domenica un ricordo di passate esperienze di lotta ed il loro collegamento all'attualita', con particolar riferimento alle azioni in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'ambiente.
Si analizza quindi la situazione viterbese dell'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame e il devastante impatto della costruzione di un mega-aeroporto su di essa, sulla citta' e sulla popolazione di Viterbo. Si ripercorre la storia delle attivita' dei gruppi e comitati che si oppongono al mega-aeroporto e si discute sulla situazione attuale, proponendo infine di continuare il confronto con le istituzioni e scrivere alla Commissione Trasporti della Regione Lazio.
Il pomeriggio si conclude con una concentratissima ed apprezzata lettura di "Conversazione di un filosofo con la Marescialla di ***" di Denis Diderot.
L'appuntamento e' rinnovato per domenica 19 settembre al centro sociale "Valle Faul" in strada Castel d'Asso snc a Viterbo.
*
Le persone partecipanti all'incontro
Viterbo, 16 settembre 2010
Per informazioni e contatti: viterbooltreilmuro at gmail.com
 
16. INCONTRI. IL 15 SETTEMBRE SI E' SVOLTO A BLERA UN INCONTRO DI FORMAZIONE ALLA COMUNICAZIONE NONVIOLENTA
 
Mercoledi' 15 settembre 2010 si e' svolto a Blera (Vt), nell'ambito di uno specifico percorso formativo iniziato da diversi mesi, un incontro di accostamento alla comunicazione nonviolenta in ambito comunitario.
All'incontro ha preso parte il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo.
L'intero incontro e' stato dedicato ad una approfondita analisi di un caso di studio esemplificativo delle strutture e delle dinamiche dell'incomprensione, della sopraffazione e dell'escalation della violenza; e di come un approccio nonviolento alla comunicazione, all'interpretazione e all'intervento in situazioni di crisi possa essere adeguato ed efficace ai fini di una comune presa di coscienza, responsabilizzazione, auto-aiuto, ridefinizione della situazione e contrasto della violenza nelle sue varie manifestazioni.
 
17. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Sostenere finanziariamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

18. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
19. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riedizioni
- Giosue Carducci, Poesie, Rcs Rizzoli Libri, Milano 1979, 2010, pp. 320, euro 7,50 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Jacques Le Goff, La civilta' dell'Occidente medievale, Einaudi, Torino 1981, 1999, Mondadori, Milano 2010, pp. XX + 534, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).
- Daniel L. Schacter, Alla ricerca della memoria. Il cervello, la mente e il passato, Einaudi, Torino 2001, 2007, Fabbri - Rcs LIbri, Milano 2007, 2010, pp. XXVI + 398, euro 9,90.
- Stuart Woolf, Napoleone, Laterza, Roma-Bari, Il Sole 24 ore, Milano 2010, pp. VIII + 422, euro 9,90.
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Testi di riferimento
- La Bibbia, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2010, pp. 36 + 1340, euro 7,90 (in supplemento al settimanale "Famiglia cristiana").
 
20. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
21. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 316 del 17 settembre 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
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