Telegrammi. 316
- Subject: Telegrammi. 316
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 17 Sep 2010 00:56:34 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 316 del 17 settembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero:
1. Mao Valpiana: 2 ottobre, il natale della nonviolenza
2. Invitiamo Comuni e scuole a celebrare la Giornata internazionale della
nonviolenza istituita dall'Onu
3. Modello di lettera ai sindaci
4. Modello di lettera ai dirigenti scolastici
5. Gino Buratti: La nonviolenza come lotta e azione quotidiana
6.
Pasquale D'Andretta: Nonviolenza e gestione dei conflitti: la parte degli
educatori
7.
Federico
Fioretto: Radici
8. Mimma
Ianno': Il nostro comune cammino
9.
Floriana Lipparini: Insieme,
cambiare e' possibile
10.
Fredo Olivero: La vera scelta della vita
11.
Piercarlo Racca: Per un risveglio delle coscienze
12.
Marcello Vigli: Un punto di riferimento per la coscienza civile
13.
Pierluigi Vito: La nonviolenza della parola
14. Paolo Arena e Marco
Graziotti intervistano
Maria
Rosaria Baldin
15. Si e' svolto il 12 settembre a Viterbo un incontro di formazione e
informazione nonviolenta
16. Il 15 settembre si e' svolto a Blera un incontro di
formazione alla comunicazione nonviolenta
17. Per
sostenere il Movimento Nonviolento
18.
"Azione nonviolenta"
19.
Segnalazioni librarie
20. La "Carta" del Movimento Nonviolento 21. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: 2 OTTOBRE, IL NATALE
DELLA NONVIOLENZA
[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: azionenonviolenta at sis.it) per questo intervento. Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]
2. INIZIATIVE. INVITIAMO COMUNI E SCUOLE A CELEBRARE LA
GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA ISTITUITA DALL'ONU
Il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, l'Onu
ha istituito la Giornata internazionale della nonviolenza, proponendo che si
svolgano ovunque iniziative di commemorazione e di impegno.
Chiediamo che in tutti gli enti locali ed in tutte le
scuole d'Italia si svolgano iniziative.
A tal fine presentiamo di seguito due modelli di lettere
ai Sindaci ed ai Dirigenti scolastici, pregando i lettori di utilizzarli
sottoscrivendoli ed inviandoli all'amministrazione comunale ed alle scuole del
proprio territorio.
3. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI
SINDACI
Al Sindaco del Comune di ...
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata
internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu
nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregio sindaco,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della
nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della
nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni realta' locale in quel
giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di
sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a lei tale
proposta.
Distinti saluti,
Firma
luogo e data
Mittente
4. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI DIRIGENTI SCOLASTICI
Al dirigente scolastico del ...
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata
internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu
nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregio dirigente scolastico,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della
nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della
nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni istituto scolastico in quel
giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di
sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a lei tale
proposta.
Distinti saluti,
Firma
luogo e data
Mittente
5. VERSO IL 2 OTTOBRE. GINO BURATTI: LA
NONVIOLENZA COME LOTTA E AZIONE QUOTIDIANA
[Ringraziamo
Gino Buratti (per contatti: buragino at tin.it) per questo intervento.
Gino
Buratti, nato a Massa il 27 gennaio 1957, responsabile dell'Ufficio di
statistica della Prefettura di Massa Carrara, da sempre in prima linea
nell'ambito dell'impegno per la solidarieta', la cittadinanza attiva e la
nonviolenza. E'
stato obiettore di coscienza, membro e fondatore dell'Associazione volontari
ascolto e accoglienza, di cui segue il centro di ascolto e la casa di
accoglienza per persone senza fissa dimora. Autore
del libro Volonta' e resistenza: venti anni di volontariato, edito da
Transeuropa, nel quale rileggendo la storia dell'Associazione Avaa, sviluppa
anche una riflessione sulle potenzialita' e le criticita' del volontariato come
soggetto della trasformazione. Ha
partecipato alla nascita dell'Accademia apuana della pace, di cui segue, insieme
ad un gruppo di redazione, il sito (www.aadp.it)
e il notiziario settimanale, che viene inviato per posta elettronica da cinque
anni. Si veda anche l'ampia intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in
cammino" n. 252]
La nonviolenza come "habitat" nel quale
sviluppare relazioni, agire politico, rapporti di forza, conflitti, vertenze in
maniera altra rispetto alla cultura dominante fondata sulla violenza e la
sopraffazione.
La nonviolenza come pratica quotidiana nella
quale risvegliare le coscienze, riscoprire la capacita' di indignarci e la
voglia di lottare, liberando dal velo i conflitti, abitandoli e gestendoli in
maniera altra.
La nonviolenza che alimenta e si alimenta di
pratiche di democrazia partecipata reale e non semplicemente formale.
La nonviolenza come consapevolezza di se' e di
chi sta accanto.
La nonviolenza come riconoscimento di me stesso
e dell'altro. 6. VERSO
IL 2 OTTOBRE. PASQUALE
D’ANDRETTA: [Ringraziamo Pasquale D'Andretta (per contatti: pdandretta at katamail.com) per questo intervento. Pasquale D'Andretta e' nato in Puglia nel 1958. Vive a Roma, dove opera come formatore nelle scuole, nelle associazioni di volontariato e di promozione sociale, nelle organizzazioni ecclesiali, e, occasionalmente, nelle universita' e con gli addetti ai servizi pubblici, utilizzando metodologie di lavoro interattive, esperienziali, narrative ed autobiografiche. Ha fatto parte dell'Asci e poi dell'Agesci - Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani - fino a completare l'iter di formazione previsto. Si e' laureato in Filosofia a Bari ed ha svolto, occasionalmente, supplenze di italiano e storia nelle scuole medie superiori. Ha fatto il servizio civile come obiettore di coscienza presso la Cooperativa socio-sanitaria "Salute e Territorio" di San Severo (Fg); della Cooperativa e' stato anche presidente, redattore del giornale "Il Picchio Rosso" e operatore nei progetti e nelle campagne contro la diffusione del consumo di droghe. Successivamente ha lavorato per il Coordinamento nazionale dei Comitati per la pace, per i Centri d'iniziativa per la pace della Federazione Giovanile Comunista Italiana e per la Confederazione Arci. All'interno di queste organizzazioni, si e' occupato dei temi della pace, del disarmo, della nonviolenza e della solidarieta' internazionale, oltre che dell'aspetto culturale, educativo e formativo e delle iniziative rivolte ai giovani ed all'ambiente scolastico. Dal 1992 collabora con numerose associazioni, scuole e facolta' universitarie nella realizzazione di laboratori didattici - rivolti agli studenti, ai laureandi ed ai neo-laureati - sulle competenze comunicative e relazionali; sul conflitto; sui temi dell'educazione alla pace, alla mondialità e ai diritti umani; e nell'ambito di campagne contro il razzismo e la xenofobia]
Si avvicina l’anniversario della nascita di Gandhi e io mi chiedo a che punto e' la mia ricerca nonviolenta e che cosa possa significare oggi il termine nonviolenza alle orecchie dei ragazzi con cui lavoro, dei giovani volontari ma anche degli insegnanti e degli operatori socio-educativi che sono diventati adulti nel contesto politico-culturale di questi nostri anni... Nei miei laboratori di formazione - a scuola e fuori - evito le definizioni e vado dritto al cuore del problema: cio' che conta, in sede educativa, non sono le dichiarazioni di principio bensi' i processi. I processi didattici, comunicativi, relazionali, decisionali. A fare la differenza non sono le parole ma la pedagogia dei fatti: la qualita' dello stare insieme, le modalita' dell’ascolto e dell’accoglienza reciproca, del dialogo, del confronto, del contrasto, del conflitto. L’educazione alla pace e la prassi educativa nonviolenta piu' interessanti e piu' fertili, dal mio punto di vista, sono proprio quelle che creano contesti in cui si possano raccontare le storie di tutti, senza censure e giudizi, e accettando il rischio del conflitto, perche' si e' disposti ad attraversarlo ed a valorizzare le opportunita' che offre per la crescita dei ragazzi e degli adulti. La parte che tocca agli educatori nel contrastare la guerra, l’inerzia che genera e la seduzione che esercita, e' solo un pezzo del lavoro che c’e' da fare, e non credo nemmeno che sia quello piu' faticoso e doloroso. Ma e' un pezzo di lavoro imprescindibile, da fare con cura, un passo alla volta, tutti i giorni dell’anno, 2 ottobre compreso.
Sta
per concludersi il “Decennio per una cultura di pace e nonviolenza per i bambini
nel mondo, 2001 - 2010” deliberato dalle Nazioni Unite. Nonostante
l’impegno vigoroso e qualificato che molti vi hanno infuso, la vita umana
non e' oggi meno permeata di violenza che nel 2001, i conflitti violenti in
questo decennio sono aumentati e le ingiustizie che li fomentano si sono
aggravate. Dunque
nella giornata mondiale della nonviolenza che ricorda la nascita di Gandhi,
dobbiamo porci qualche domanda in piu'. Per ritrovare nell’insegnamento del
Maestro indiano, e di chi ne ha proseguito il cammino, la comprensione di questa
piaga esclusivamente umana. E indicazioni per liberarcene. Innanzi tutto va capito che violenza non e' solo quella diretta, fisica o verbale, bensi' ogni atto che “consapevolmente o meno ferisca un altro”; quindi lo sono anche lo spreco e ogni forma di sfruttamento o di emarginazione. Johan Galtung la definisce “insulto non necessario ai bisogni essenziali dell’essere umano”. La violenza si radica in un popolo e nella sua vita in elementi culturali, che legittimano gli altri tipi di violenza, cosi' come nelle strutture sociali e nei processi relazionali. Basta
guardarsi attorno e vedere il tasso d’infelicita' nell’umanita' moderna per
capire che la violenza e' una piaga assai diffusa. Gia'
nel 2004 l’Organizzazione mondiale della sanita' indicava nella depressione
la principale causa d’invalidita' e la quarta
causa di mortalita' o perdita di capacita' lavorativa (indice Daly); nel
2020 e' previsto che ne diverra' la seconda per la popolazione generale
mentre lo e' gia' per la fascia di eta' dai 15 ai 44
anni. La
realta' e' che la societa' moderna infligge quotidianamente ai suoi membri
migliaia di piccoli atti violenti, legittimati da un substrato culturale
coerente, e li rende infelici. Oggi
i concetti di “globalizzazione” e “complessita'” vengono abusati per
giustificare la continua erosione dei diritti essenziali della maggior parte
dell’umanita'; migliaia di miliardi di dollari sono investiti nello sviluppo di
cultura, scienza e tecnologia orientati alla violenza. Ma e'
vero: la societa' moderna e' complessa; questa complessita' va affrontata
con cognizione di causa, analizzata in profondita' e sfidata con proposte
articolate, realizzabili e lungimiranti. Chi aspira a un mondo privo di
violenza, dove la conflittualita' diviene opportunita' di crescita e non
minaccia di distruzione, non puo' permettersi approcci
semplicistici. Per
perseguire la pace positiva va sviluppata una critica approfondita, costruttiva
e globale ai problemi dell’umanita' e preparata una vera rivoluzione:
nonviolenta, lenta e legale. Dunque
la sfida globale che il mondo degli studi sulla pace deve raccogliere e' di
affrontare, in modo multidisciplinare, i problemi complessi della societa',
svelare i nodi di quella che e' stata definita la violenza strutturale e
sviluppare proposte nonviolente per ribaltare il paradigma violento che domina
la modernita', riportando la vita a livelli sostenibili in ogni
senso. Questo
pensiero globale Gandhi l’aveva gia' esposto magistralmente nel 1909, nel
celebre pamphlet Hind Swaraj, oggi
meritoriamente riproposto in edizione italiana da Gandhi Edizioni sotto il
titolo di “Vi spiego i mali della societa' moderna - Hind
swaraj”. Nella
sua critica il Mahatma affronta alle radici il male della violenza: esse sono
prima di tutto culturali e ci pongono davanti alla vita quotidiana con un
atteggiamento sbagliato, disattento alla fondamentale unita' del Creato nel
quale l’essere umano dopo il Neolitico ha disimparato a vivere in armonia. Il
problema e' spirituale, cioe' inerente alla comprensione del senso
dell’esistenza. L’Homo
Sapiens e' specie sociale e prospera solo quando la sua comunita' vive in
armonia; la comunita' da considerare e' la famiglia umana, non l’etnia, la
religione o il partito, nemmeno la nazione. Le
soluzioni nonviolente pero' deve trovarle una ragione lucida, competente,
ispirata a valori elevati eppure semplici, come la solidarieta' e
l’uguaglianza. Percio'
la nonviolenza non puo' prescindere, se vuole farsi efficace e non solo parola
vuota, dal ritrovare le proprie radici nell’insegnamento di Gandhi e Vinoba:
essa e' prima di tutto un cammino spirituale, una via che porta alla
Verita' (che per Gandhi e' Dio), mediante la conversione di tutta
l’esistenza, a partire dall’atteggiamento nei confronti di colui che fa il male
e che va amato e conquistato attraverso la forza
dell’amore. E
poi e' la forza della conoscenza della realta', che si sviluppa mediante lo
studio e la riflessione seriamente critica, anche autocritica, dunque, e dei
suoi nodi problematici; solo cosi' e' possibile affrontare la violenza
culturale e strutturale, il vero demonio che sta corrodendo la stessa
possibilita' di vita su questo pianeta. Scienza e spiritualita', conoscenza e amore sono concetti chiave che Gandhi ha insegnato e tutti gli aspiranti nonviolenti dovrebbero ricordare e praticare, per non confondersi con gli urlanti a vanvera o con gli ideologi di parte che sono solo altre comparse nel grande sabba della violenza culturale e strutturale che ci affligge.
8. VERSO IL 2 OTTOBRE. MIMMA IANNO': IL NOSTRO
COMUNE CAMMINO
[Ringraziamo
Mimma Ianno' (per contatti: lkian at tin.it) per
questo intervento.
Mimma Ianno' Latorre
e' insegnante, impegnata per la pace e i diritti, partecipe di molte esperienze
di intercultura e solidarieta', e' referente del Cem (Centro di educazione
alla mondialita')]
... Spero di riuscire ad esprimere, seppur in poche righe, un messaggio nonviolento e significativo sulla mia personale resilienza e di comunicare in modo pacifico al nostro prossimo il senso profondo di questa scelta di vita e il compito inderogabile di testimoniare sempre e in particolare nella Giornata internazionale della nonviolenza del prossimo 2 ottobre, la nostra comune convinzione di "essere al mondo" in modo consapevole e responsabile per continuare ad opporci alla distruzione della vita e delle coscienze di ogni cittadino/a libero/a che vive in questo tempo "buio e travagliato". La mia e' una semplice testimonianza che non nasce dalle parole ma dai gesti quotidiani. Azioni di liberazione dai pregiudizi e dalle chiusure egoetnocentriche, gesti di donna che tendono all'accoglienza, all'ascolto, alla cura, alla comprensione del punto di vista delle altre/altri che incontro sul mio cammino. Ascoltare le bambine e i bambini, costruire insieme a loro rapporti sani e puliti, sostenere chi soffre con uno sguardo e una tenera carezza, asciugare le lacrime degli afflitti e delle afflitte senza aspettarsi una qualsiasi forma di riconoscenza o di approvazione, denunciare chi opera il male, sostenendo e appoggiando invece le scelte di chi opera il bene e di chi si impegna a costruire una cittadinanza attiva e critica. Piccole cose di ogni giorno alla mia portata, alla portata di tutte/tutti ma che sembrano inattuabili e inaudite se tra noi e gli altri alziamo barriere, se tra noi e gli altri pensiamo che cio' che ci accomuna e' solo la paura e la noia dell'incontro anziche' la scoperta di una identita' meticcia e plurale, attraversata cioe' dalla presenza rigenerante della diversita'. Ogni donna e' una Penelope che attende e sosta nel disagio, operando per la difesa non solo della propria dignita' ma per il proprio regno, regno di pazienza e di governo, regno diurno di operosita' e regno di notturne ansie e dubbi. La donna non e' avvezza, come l'uomo, alla guerra e alle alternanti vittorie sui miseri resti dei nemici, il suo e' un regno di creativita' e di attesa feconda... E anch'io come Penelope resisto, regina nella mia casa intenta alle azioni di cura, e tesso di giorno relazioni nate da trame di sguardi e parole di riconciliazione e di perdono, in mezzo agli uomini che accerchiano gli innocenti, e gozzovigliano sugli affamati giocando pericolosamente sugli abissi del tempo. Lo sappiamo tutti, il cammino verso la giustizia e' lungo e difficile perche' al primo posto degli umani interessi troneggia il perfido "io" di chi rifiuta di autoeducarsi e di lasciarsi educare dalla vita e da chi prima di tutto non pone, innanzi alla propria realizzazione personale, il bene comune, il bene-essere cioe' delle nuove generazioni che si avvicendano sul nostro pianeta. Chi
trasformera' il dio-denaro in vero dio-amore? Chi indichera' all'umanita' di
oggi come prendere le distanze dalla "banalita' del male"? Chi dira' agli
armieri e agli spacciatori di multinazionali speranze che la risposta allo
smisurato bisogno di felicita' nasce da un cuore puro e da una mente aperta allo
stupore e alla gioia dell'incontro? Chi se non le bambine e i bambini che ci
ascoltano e ci guardano, figli che attendono dalle madri e dai padri abbracci di
pace e invece spesso rimangono annichilite/i davanti alle
aggressioni e alle violenze quotidiane o atterriti dalle
manifestazioni di potenza dei mercanti dei vari Templi dei Poteri del
mondo? A questi occhi puri, i Grandi fratelli occulti hanno gia' messo le bende del ricatto e della sopraffazione, della menzogna e della violenza omicida. Penso percio' che l'azione piu' efficace da fare per noi adulte e adulti sia quella di far sentire ogni giorno e tutti i giorni che ci restano il grido accorato e convinto che se vogliamo salvarci dobbiamo sentirci parte ineliminabile di una stessa famiglia; affinche' l'umanita' continui ad esistere e' necessario interrompere la catena dell'odio e credere profondamente che la vita, a prescindere da noi, avra' l'ultima parola di vittoria sulla morte. Bisogna perciò che tutte/i adesso
diciamo a noi stessi attraverso le buone pratiche, e a chi conta ai vari livelli
politici, economici e culturali, che e' davvero possibile trasformare i
molteplici significati del male in nuovi sentimenti d'amore, in immagini
di un mondo in cui le donne insieme agli uomini riescono a convivere in una
societa' liberata da calcoli e profitti, da arroganze e prevaricazioni, e mossi
da compassione per la loro comune finitudine possano decidere liberamente di
usare le dolci armi della nonviolenza per una convivialita' condivisa e
pacifica.
9. VERSO
IL 2 OTTOBRE. FLORIANA LIPPARINI: INSIEME, CAMBIARE E'
POSSIBILE
[Ringraziamo
Floriana Lipparini (per contatti: effe.elle at fastwebnet.it) per questo
intervento.
Floriana
Lipparini, giornalista, ha lavorato per numerosi periodici, tra cui il mensile
"Guerre e Pace", che per qualche tempo ha anche diretto, occupandosi soprattutto
della guerra nella ex Jugoslavia. Impegnata nel movimento delle donne
(Collettivo della Libreria Utopia, Donne per la pace, Genere e politica,
Associazione Rosa Luxemburg), ha coordinato negli anni del conflitto jugoslavo
il Laboratorio pacifista delle donne di Rijeka, un'esperienza di condivisione e
relazione nel segno del femminile, del pacifismo, dell'interculturalita',
dell'opposizione nonviolenta attiva alla guerra. E' autrice del libro Per altre
vie. Donne fra guerre e nazionalismi, edito nel 2005 in Croazia da Shura
publications in edizione bilingue, italiana e croata, e nel 2007 pubblicato in
Italia da Terrelibere.org in edizione riveduta e
ampliata]
Siamo tutte e tutti immersi nel mondo della violenza, pubblica e privata. Violenze “nuove”, tipiche della nostra epoca, come l’uso del nucleare che alcuni sciagurati ripropongono anche in Italia, nonostante le prove della pericolosita' delle centrali, o il moltiplicarsi di discariche segrete ricolme di materiali mortiferi, in terra e in mare, non solo al sud come purtroppo avviene gia' da tempo (rovinando per sempre quel paradiso naturale della mie lontane vacanze d’infanzia costituito dal tratto di costa tra Napoli e Salerno, scusate il riferimento personale) ma anche nel “civile” nord, come si e' visto nella famigerata area Montecity-Rogoredo di proprieta' della Milano Santa Giulia spa. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la falda acquifera sottostante l'area sarebbe inquinata con alcune sostanze pericolose per l'ambiente e la salute, tra cui alcune cancerogene e altre dannose per fertilita' e gravidanza. I soldi che dovevano essere usati per la bonifica non si sa dove siano finiti e la bonifica non e' mai stata fatta. E violenze “antiche”, o per meglio dire eterne, dallo sfruttamento senza limiti del lavoro umano, alle stragi, alle guerre, ai colonialismi, agli integralismi religiosi, ai razzismi. Piu', naturalmente, l’universale, perenne violenza contro le donne, che nulla piu' dell’orrenda minaccia di lapidazione contro Sakineh (e contro tante altre donne musulmane) puo' efficacemente rappresentare. Certo non dappertutto si lapidano fisicamente le donne, ma ancora dappertutto si tenta continuamente di annientarle umanamente, politicamente, spiritualmente. In che modo? Sbarrando loro la strada nel lavoro, negando il loro diritto a contare nel farsi della vita pubblica, tenendole ai margini nella politica, esaltandone l’aspetto di merce sessuale, o al contrario costringendole a coprirsi fino agli occhi - dopo averle colonizzate al punto da indurle a credere che il velo sia una loro libera scelta o una forma di identita' -, fino a negare quel diritto primario alla liberta' che consiste nel poter dire di no a un amico, a un fidanzato, a un amante, a un marito, se non rischiando di essere uccise... Vorrei essere chiara: non penso che le donne siano ontologicamente vittime, al contrario sono convinta che se non fossero piene di forza e di coraggio, come nella maggior parte dei casi sono, sarebbero gia' scomparse dalla faccia della terra. Il contributo delle donne alla vita del genere umano ha rappresentato una delle poche forme di bellezza nella storia. E nemmeno penso che gli uomini siano ontologicamente carnefici. Probabilmente, in epoche antichissime, la violenza proprietaria sulle donne e' stato il primo passo in questa direzione. Ma e' esistita ed esiste una marea di maschi ricchi di qualita' positive, alieni dalla violenza. Il punto e' un altro. Purtroppo c’e' una parte dell’umanita' che ha preso il sopravvento nella storia, fino a dettare leggi e modelli ormai ritenuti “naturali”, inevitabili. Questo mondo della “dominanza” (come lo definisce la saggista Riane Eisler nel libro “Il piacere e' sacro”) ha prodotto violenza e ingiustizia in ogni campo. Nel momento in cui sembra aver sconfitto ogni resistenza, a me pare invece che mostri la propria debolezza, la propria inaccettabilita' e incapacita', com’e' logico per una forza del male volta solo a distruggere e non certo a costruire. Prima o poi i giganti di argilla crollano sui propri fallimenti. Trovare il coraggio di muoversi e di agire per trasformare il crudele mondo della dominanza in un mondo della “partnership” rispettosa della vita, della giustizia, delle liberta' e dei diritti e' possibile, prendendo coscienza del fatto che l’altra parte dell’umanita' esiste, che siamo noi e siamo tante e tanti, purche' troviamo una strada per stare insieme ed esprimere altre regole di vita, altri modelli di società. E' il grande compito delle donne e degli uomini di oggi e di domani.
10. VERSO IL 2 OTTOBRE. FREDO OLIVERO: LA VERA
SCELTA DELLA VITA
[Ringraziamo
Fredo Olivero (per contatti: f.olivero at diocesi.torino.it) per
questo intervento.
Don Fredo Olivero e'
in Italia una delle figure piu' autorevoli dell'impegno di solidarieta', di pace
e di nonviolenza; e' stato per molti anni responsabile dell’Ufficio
“Stranieri e Nomadi” del Comune di Torino, ed e' direttore dell’Ufficio
Pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Torino e direttore di Migrantes
Piemonte/Valle d’Aosta; coordina stabilmente i centri di ascolto e accoglienza
della Caritas-Migrantes e le attivita' della Pastorale. E' autore di molte
utilissime pubblicazioni]
La scelta
della nonviolenza e' la vera scelta della vita: permette a tutti di vivere
appieno, esprimersi, ascoltare, proporre, rispettare il diverso e vederne le
cose nuove e migliori.
E' la foresta che cresce senza fare il rumore degli
alberi che cadono perche' troppo deboli.
11. VERSO IL 2 OTTOBRE. PIERCARLO RACCA: PER UN
RISVEGLIO DELLE COSCIENZE
[Ringraziamo Piercarlo Racca (per contatti. piercarlo.racca at fastwebnet.it)
per questo intervento.
Piercarlo Racca e' uno
dei militanti "storici" dei movimenti nonviolenti in Italia ed ha preso parte a
pressoche' tutte le esperienze piu' vive e piu' nitide di impegno di pace; e'
per unanime riconoscimento una delle voci piu' autorevoli della nonviolenza in
cammino. Si veda anche l'ampia intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in
cammino" n. 249 che contiene anche questa breve risposta autobiografica: "Sono
nato a Cocconato (At) nel 1946, mio padre operaio alla Fiat, mia madre
casalinga. Livello scolastico: scuola media superiore. A partire dal 1968 fino
al 1976 ho partecipato alle marce antimilitariste prima sul percorso
Milano-Vicenza e poi sul percorso Trieste Aviano; alla carovana internazionale
Bruxelles-Varsavia, alla marce La Spezia-Livorno e Catania-Comiso. Nel 1969 mi sono
dichiarato obiettore di coscienza. Nel 1971 sette giorni di sciopero della fame
con tenda di fronte alla stazione di Torino Porta Nuova per il riconoscimento
dell’obiezione di coscienza. Dal 1971 mi sono impegnato attivamente nel
Movimento Nonviolento anche ricoprendo incarichi di responsabilita' che svolgo
tuttora. A causa del mio impegno politico ho subito processi, condanne e
assoluzioni, sono stato pignorato per obiezione fiscale.
Attualmente sono un pensionato delle ferrovie dello stato, abito a Torino
dove collaboro con il Centro Studi Sereno Regis"]
Il 2 ottobre 1869 nasce Mohandas K. Gandhi. Il 2
ottobre e' stato dichiarato dall’Onu giornata mondiale della
nonviolenza.
Questo appuntamento e' importante per un
risveglio delle coscienze e uscire dal torpore in cui la classe politica ci ha
trascinati. Non deve essere solo l’occasione per commemorare la nascita di
Gandhi, ma anche il momento in cui ognuno di noi sa di poter fare
qualcosa.
Le iniziative saranno molte, noi nonviolenti abbiamo il dovere di essere presenti, non importa in quale forma, ma sicuramente saremo attivi. A chi si e' inventato le "guerre umanitarie” e a chi definisce le guerre “operazioni di pace” rispondiamo con l’affermazione di Gandhi che i “mezzi devono essere coerenti con i fini”. Un testo accessibile a tutti che aiuta a capire il
pensiero politico di Gandhi: Esperimenti con la verita', saggezza e politica di
Gandhi” (scritto da Enrico Peyretti, Pazzini editore) e' disponibile presso
le sedi del Movimento Nonviolento.
12. VERSO IL 2 OTTOBRE. MARCELLO VIGLI: UN PUNTO DI
RIFERIMENTO PER LA COSCIENZA CIVILE
[Ringraziamo Marcello Vigli (per contatti: marcvigl at tin.it) per questo intervento.
Marcello Vigli, animatore del comitato
"Scuola e Costituzione" e di tante iniziative per i diritti, di pace e di
solidarieta', e' una delle piu' limpide figure della cultura democratica
italiana]
Aderisco ben volentieri alla giornata
del 2 ottobre, che l'Onu ha dichiarato Giornata internazionale della
nonviolenza nell'anniversario della nascita di Gandhi, augurandomi che
cresca anno dopo anno fino a diventare punto di riferimento per la coscienza
civile cosi' come la Giornata della memoria della Shoah il 27
gennaio.
Ammiro, e mi auguro che non si esaurisca, il lavoro di tutti i centri, i movimenti e i gruppi che nel mondo fanno della nonviolenza la loro bandiera, non solo per contrastare l'uso delle violenza e della guerra per risolvere conflitti sociali e politici, ma anche per denunciare tutte la altre forme di violenza: fisica, psichica, sociale, mentale... oggi mediatica. Questa e' al momento la piu' subdola e pericolosa perche' fatta di menzogne fonte di disinformazione e di virtuale spacciato per reale. Induce in inganno non solo i cittadini dei paesi democratici nell'esercizio della loro sovranita', ma, nei regimi totalitari, nel giustificare il clima di oppressione, fomenta odio e disprezzo, ostilita' e inimicizia che generano fanatismi, giustificano violenze fisiche, alimentano le guerre.
13. VERSO Il 2 OTTOBRE. PIERLUIGI VITO: LA NONVIOLENZA DELLA PAROLA [Ringraziamo Pierluigi Vito (per contatti: vito at tv2000.it) per questo intervento. Pierluigi Vito (Viterbo, 1974), amico della nonviolenza, giornalista televisivo, gia' obiettore di coscienza, e' impegnato nell'Azione cattolica, ed e' persona di squisita gentilezza e straordinaria generosita'. Giornalista professionista, e' redattore dell'area cultura di TV2000 (ex Sat2000) e in particolare della trasmissione "La compagnia del libro"; laureato in scienze politiche alla Sapienza di Roma, e' stato allievo degli storici Pietro Scoppola ed Emilio Gentile; ha diretto dal 1999 al 2002 il mensile nazionale dei giovani di Azione Cattolica "Graffiti". Tra le opere di Pierluigi Vito: Antenna proibita, Zona 2009] "Sia il vostro parlare si' si', no no, il di piu' viene dal maligno" (Matteo 5, 37) * Per
formazione personale e deformazione professionale piu' passa il tempo e piu' mi
convinvo che questa sentenza evangelica sia una delle icone piu' fuglide di
quello che rappresentiamo col nome di nonviolenza. Di
fronte all’ingiustizia, alla prevaricazione, all’ignoranza, e' la Parola la
risposta. La parola chiara, netta, tenace, aperta, sincera; senza sofismi o bizantinismi, senza sottintesi o fraintendimenti, senza raggiri od omissioni, capace di condividere dubbi, conoscenze, contrarieta', passioni, attese, speranze. Quella che sa affrontare la complessita', ma rifugge dalla confusione. E' una parola coerente con la coscienza di chi la pronuncia, senza pero' essere chiusa in un’ottuso manicheismo: porta la propria tessera di verita' in cerca di quella che le sara' accanto nel costruire un mosaico di pace e di giustizia. E' la
parola che ciascuno di noi custodisce e che attende il momento di essere
proclamata al mondo. E d’altronde, l’insegnamento dei grandi maestri che ci hanno preceduto - Gesu' di Nazaret, Socrate, Francesco d’Assisi, Gandhi, Martin Luther King, don Lorenzo Milani e tantissimi altri - non resta vivo e presente grazie alle loro parole? 14. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO
GRAZIOTTI INTERVISTANO MARIA ROSARIA BALDIN
[Ringraziamo Paolo
Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco
Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci
messo a disposizione questa intervista a Maria Rosaria
Baldin. Paolo Arena e Marco
Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di
informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione
nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.
Per un breve profilo
di Maria Rosaria Baldin si veda la risposta alla penultima domanda di questa
intervista]
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Come e'
avvenuto il suo accostamento alla
nonviolenza? - Maria Rosaria Baldin: Prima leggendo "Rocca" della Cittadella di Assisi. Poi, quando ha iniziato a uscire, mi sono abbonata a "Mosaico di pace" della casa editrice La Meridiana. Attraverso questa rivista ho conosciuto piu' da vicino il mondo della nonviolenza. * - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza
hanno contato di piu' per lei, e perche'? - Maria
Rosaria Baldin: Decisamente Gandhi e Martin Luther King perche'
non sono stati soltanto dei teorici. Poi Jean e Hildegard Goss, Etty
Hillesum, Lennart Parknas (ho fatto anche dei seminari con lui a Bologna), don
Tonino Bello, Daniele Novara, Jerome Liss, Pat Patfoort, Augusto Boal (ho
fatto anche Teatro dell'Oppresso), Alex Zanotelli, don Andrea Gallo. Tutte
queste persone propongono un approccio nuovo, diverso, ai problemi. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a
un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe
opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e
scolastica? - Maria
Rosaria Baldin: Gandhi e Martin Luther King, i libri di Daniele
Novara sulla gestione nonviolenta del conflitto, "La comunicazione ecologica" di
Liss, tutta Pat Patfoort, "Attivi per la pace" di Parknas. Nelle biblioteche,
oltre a questi, vedrei bene "Anche i cattivi giocano" della Portman, "Violenza
zero in condotta" dell'Associazione Pace e dintorni. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso
oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di
essere sostenute con piu' impegno? - Maria
Rosaria Baldin: In Italia i "No tav", ed anche i "No Dal
Molin"; il lavoro di Libera sulle terre confiscate alla mafia (mentre scrivo
noto la grande difficolta' nel trovare un "linguaggio nonviolento" senza cadere
nell'errore di parlare di "battaglia, lotta, combattere ecc.": dobbiamo trovare
un nostro linguaggio per dire le cose senza utilizzare un linguaggio di guerra);
nel mondo purtroppo non riesco a seguire tutto come vorrei e non sono in grado
di indicare con precisione degli ambiti specifici. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed
urgente un impegno nonviolento? - Maria
Rosaria Baldin: Rapporti interpersonali; educazione alla nonviolenza di
tutti, adulti e bambini; conflitti a livello locale e globale. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne
segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza
organizzata oggi in Italia? - Maria
Rosaria Baldin: Il Centro psicopedagogico per la pace e la gestione del
conflitto di Daniele Novara, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo che
pubblica il notiziario "La nonviolenza e' in cammino", Peacelink, Libera,
Pbi, Cdsc. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali
sono le sue caratteristiche fondamentali? - Maria
Rosaria Baldin: Nonviolenza e' un approccio altro, che richiede
attenzione prima di tutto nel linguaggio, che dev'essere disarmato. Prendiamo a
prestito le parole della guerra e delle armi in tutti i contesti (combattere per
la pace, lotta per la pace, ecc.) e questo e' il primo ambito da
bonificare, trovando un linguaggio "altro", nonviolento, appunto, e che metta in
risalto il lavoro positivo che si fa ("in piedi costruttori di pace" diceva don
Tonino). Quindi un percorso che vede il dialogo, l'attenzione all'altro e
l'ascolto come primo passo. Perche' e' facile essere in pace con popoli
lontani, ma il nostro condomino che protesta ogni giorno per i panni stesi dove
lo mettiamo? - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra la nonviolenza e i vari ambiti dell'impegno morale e civile per il bene comune; e cosa apporta la nonviolenza ai vari campi della riflessione umana, dalla filosofia alle religioni, dal diritto alla scienza? - Maria Rosaria Baldin: Mi sembra che la nonviolenza offra a tutte queste situazioni una visione "altra e alta", la possibilita' di prestare attenzione al singolo e di ascoltare un punto di vista altro. In rapporto al femminismo credo sia di fondamentale importanza lasciare spazio al pensiero femminile e alla storia delle donne. Mi occupo di autobiografia, di far scrivere alle persone la loro storia di vita. Lasciare spazio alla narrazione di se' e' fondamentale per permettere di capire di piu' e meglio. Se poi leggiamo l'autobiografia delle donne che sono state accanto ai grandi uomini, che tristezza (la moglie di Gandhi, di Raoul Follereau, di Antoine de Saint-Exupery...), vediamo soltanto donne vittime del volere maschile, altro che nonviolenza! La nonviolenza, invece, deve comprendere tutto e non settorializzare (e' molto triste, per esempio, vedere talvolta gruppi del commercio equo e solidale che non considerano l'immigrazione; che talvolta chi si occupa del software libero linux non sa che esiste Lillinet, la e-mail etica; che talvolta chi fa i bilanci di giustizia segue solo un aspetto, non prendendo in considerazione, per esempio, il fatto che i pannelli fotovoltaici sono fatti con il coltan e questo provoca un aumento del conflitto in Congo e contemporaneamente un aumento dello sfruttamento dei lavoratori sempre in Congo). * - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente
ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo
caratterizzerebbe? - Maria
Rosaria Baldin: Ho lavorato su questo con Giuliana Martirani. Si deve
trovare il punto minimo di accordo, quello che tutti condividono e partire da
li' per costruire un lavoro comune. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Tra le tecniche operative della
nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu'
importanti, e perche'? - Maria Rosaria Baldin: Le proposte di Parknas, di Pat Patfoot e di Daniele Novara. Perche' non evitano il conflitto, ma lo utilizzano come risorsa per risolvere i problemi; il conflitto diventa una leva positiva da utilizzare "a nostro favore". * - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla
nonviolenza? - Maria
Rosaria Baldin: Come ho detto sopra: partendo dalle piccole cose,
attenzione a se' e poi all'altro; ascolto e cura di se', delle cose, del mondo e
degli altri. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento
all'azione nonviolenta? - Maria
Rosaria Baldin: Con attivita' fortemente esperienziali che permettano di
acquisire prima di tutto consapevolezza di se' e della propria importanza e
unicita' di persona, poi, piano piano, allargando all'esterno con giochi di
ruolo che permettano di sentire come si vive una determinata situazione. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali
esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far
conoscere o a promuovere la nonviolenza? - Maria Rosaria Baldin: La casa editrice La Meridiana, il Csdc, le Edizioni del Gruppo Abele, Libera. * - Paolo Arena e Marco
Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in
Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza;
e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la
percezione e l'efficacia della loro azione? - Maria
Rosaria Baldin: Un po' perche' non urlano (e questo e' positivo). Un
po' perche', forse, non sono molto organizzati e connessi fra loro. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero
dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si',
come? - Maria
Rosaria Baldin: Coordinamenti leggeri, perche' troppe cose non si riesce
a seguirle; un posto dove tutti possano fornire le informazioni, dicendo quello
che fanno. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero
dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali
caratteristiche? - Maria
Rosaria Baldin: Internet, soprattutto; un sito per tutti, condiviso. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche
della nonviolenza? - Maria
Rosaria Baldin: Indipendenza dell'India, movimento di Martin Luther King,
opposizione nonviolenta al nazismo. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi
nel mondo e in
Italia? E quale le
sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?
E quali
iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una
percezione corretta e una conoscenza adeguata della
nonviolenza? - Maria
Rosaria Baldin: Quello che manca e', forse, il dialogo, la consapevolezza
di essere tanti (ma divisi, nel senso che ognuno non sa che altri fanno le
stesse cose e che ci sono altri che la pensano come lui), l'interconnessione per
potersi ricaricare ed agire (secondo il metodo di Parknas). - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona
(dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un
lettore che non la conoscesse affatto? - Maria
Rosaria Baldin: Mi chiamo Maria Rosaria Baldin, sono nata l'8 ottobre
1955 a Sandrigo (VI) dove vivo tuttora. Mi sono sempre interessata agli altri,
in particolare alle problematiche legate al sud del mondo. Il mio grande
maestro, in questo, e' stato Raoul Follereau. L'esperienza con Aifo (che
allora si chiamava "Amici dei lebbrosi") e' stata fondamentale per me. E
poi Fausto Marinetti, Alex Zanotelli. Ho fatto Teatro dell'Oppresso con
l'Associazione Giolli di Roberto Mazzini; sono legata alla rete dei Bilanci di
giustizia. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe
aggiungere? - Maria Rosaria Baldin: Alcune frasi molto significative:
"Nessuna
strada ha mai condotto nessuna
carovana fino a raggiungere il suo
miraggio, ma solo i miraggi hanno
messo in moto le carovane” (Henri
Desroches) "L'utopia e' come l'orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Cammino
dieci passi, e si allontana di dieci passi. L'orizzonte e' irraggiungibile.
"... cerchi
che si tendono sempre piu' ampi sopra le
cose e' la mia vita; forse
non chiudero' l'ultimo, ma voglio
tentare. Giro attorno a Dio, all'antica
torre, giro da millenni, e ancora
non so se sono un falco, una tempesta, o un grande canto..." (Rainer Maria Rilke)
"Quello
che accade, accade non tanto perche' una minoranza vuole che accada, quanto
piuttosto perche' la gran parte dei cittadini ha rinunciato alle sue
responsabilita' e ha lasciato che le cose accadessero" (Antonio Gramsci) 15. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 12 SETTEMBRE A VITERBO
UN INCONTRO DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE NONVIOLENTA
[Riceviamo
e diffondiamo]
Si e' svolto domenica 12 settembre il quarantunesimo
incontro di formazione e informazione nonviolenta al centro sociale "Valle Faul"
di Viterbo.
Prosegue la fase estiva degli incontri con momenti di studio, condivisioni, memoria e proposte. Domenica un ricordo di passate esperienze di lotta ed il loro collegamento all'attualita', con particolar riferimento alle azioni in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'ambiente. Si analizza quindi la situazione viterbese dell'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame e il devastante impatto della costruzione di un mega-aeroporto su di essa, sulla citta' e sulla popolazione di Viterbo. Si ripercorre la storia delle attivita' dei gruppi e comitati che si oppongono al mega-aeroporto e si discute sulla situazione attuale, proponendo infine di continuare il confronto con le istituzioni e scrivere alla Commissione Trasporti della Regione Lazio. Il pomeriggio si conclude con una concentratissima ed apprezzata lettura di "Conversazione di un filosofo con la Marescialla di ***" di Denis Diderot. L'appuntamento e' rinnovato per domenica 19 settembre al centro sociale "Valle Faul" in strada Castel d'Asso snc a Viterbo. * Le persone partecipanti
all'incontro
Viterbo, 16 settembre
2010
Per informazioni e contatti:
viterbooltreilmuro at gmail.com 16. INCONTRI. IL 15 SETTEMBRE SI E' SVOLTO A BLERA UN INCONTRO DI
FORMAZIONE ALLA COMUNICAZIONE NONVIOLENTA
Mercoledi' 15 settembre 2010 si e' svolto a
Blera (Vt), nell'ambito di uno specifico percorso formativo iniziato da diversi
mesi, un incontro di accostamento alla comunicazione nonviolenta in ambito
comunitario.
All'incontro ha preso parte il responsabile del "Centro di
ricerca per la pace" di Viterbo.
L'intero incontro e' stato dedicato ad una approfondita
analisi di un caso di studio esemplificativo delle strutture e
delle dinamiche dell'incomprensione, della sopraffazione e
dell'escalation della violenza; e di come un approccio nonviolento alla
comunicazione, all'interpretazione e all'intervento in situazioni di crisi possa
essere adeguato ed efficace ai fini di una comune presa di coscienza,
responsabilizzazione, auto-aiuto, ridefinizione della situazione e
contrasto della violenza nelle sue varie manifestazioni. 17.
APPELLI.
PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Sostenere finanziariamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia. Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
18. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA" "Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata
da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle
tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail:
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto
"copia di 'Azione nonviolenta'". 19. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riedizioni
- Giosue Carducci, Poesie, Rcs Rizzoli Libri,
Milano 1979, 2010, pp. 320, euro 7,50 (in supplemento al "Corriere della
sera").
- Jacques Le Goff, La civilta' dell'Occidente
medievale, Einaudi, Torino 1981, 1999, Mondadori, Milano 2010, pp. XX + 534,
euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).
- Daniel L. Schacter, Alla ricerca della memoria.
Il cervello, la mente e il passato, Einaudi, Torino 2001, 2007, Fabbri - Rcs
LIbri, Milano 2007, 2010, pp. XXVI + 398, euro 9,90.
- Stuart Woolf, Napoleone, Laterza, Roma-Bari, Il
Sole 24 ore, Milano 2010, pp. VIII + 422, euro 9,90.
*
Testi di riferimento
- La Bibbia, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo
(Mi) 2010, pp. 36 + 1340, euro 7,90 (in supplemento al settimanale
"Famiglia cristiana"). 20. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e
internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento
dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della
creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo
di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 21. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 316 del 17 settembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la
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