Telegrammi. 315



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 315 del 16 settembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Francuccio Gesualdi: Il pensiero forte della nonviolenza
2. Invitiamo Comuni e scuole a celebrare la Giornata internazionale della nonviolenza istituita dall'Onu
3. Modello di lettera ai sindaci
4. Modello di lettera ai dirigenti scolastici
5. Franca Maria Bagnoli: La carica rivoluzionaria della nonviolenza
6. Marco Baleani: La religione dell'amore
7. Giuseppe Moscati: Gandhi per noi
8. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Zenone Sovilla
9. Annamaria Rivera: Il bersaglio
10. Si e' svolto il 14 settembre un incontro di riflessione a Viterbo
11. Si e' svolto il 15 settembre un incontro di studio a Viterbo
12. Per sostenere il Movimento Nonviolento
13. "Azione nonviolenta"
14. Segnalazioni librarie
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'
 
1. EDITORIALE. FRANCUCCIO GESUALDI: IL PENSIERO FORTE DELLA NONVIOLENZA
[Ringraziamo Francuccio Gesualdi (per contatti: coord at cnms.it) per questo intervento.
Francesco Gesualdi e' il principale animatore del "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano; e' nato nel 1949, allievo della scuola di Barbiana (e' il Francuccio di don Milani), tra altre rilevanti esperienze ha trascorso due anni in Bangladesh per un servizio di volontariato ed e' tra i promotori della Rete di Lilliput. Tra le opere di Francesco Gesualdi: Signorno', Guaraldi; Economia: conoscere per scegliere, Lef; Energia nucleare: cos'e' e i rischi a cui ci espone, Movimento Nonviolento; (con Jose' Luis Corzo Toral), Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele; Manuale per un consumo responsabile, Feltrinelli; Sobrieta', Feltrinelli. Il "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano e' una delle piu' rilevanti esperienze di impegno teorico e pratico contro le ingiustizie globali, che affronta con rigore ed efficacia i temi del disagio economico, sociale, fisico, psichico e ambientale sia a livello locale che internazionale, con particolar attenzione al Sud del mondo; il Centro ha promosso e sta portando avanti importanti campagne per i diritti umani. Tra le opere del Centro nuovo modello di sviluppo: Boycott, Macroedizioni; Lettera ad un consumatore del Nord; Nord/Sud. Predatori, predati e opportunisti; Sulla pelle dei bambini; Geografia del supermercato mondiale; Guida al consumo critico; Sud/Nord. Nuove alleanze per la dignita' del lavoro; Ai figli del pianeta; tutti presso la Emi]
 

Abbiamo la tendenza a considerare la nonviolenza come una predisposizione di spirito, tutt'al piu' un metodo di risoluzione dei conflitti alternativo a quello armato. Ma la nonviolenza e' molto di piu' di una tecnica di risoluzione dei conflitti. E' un credo che plasma  tutta la nostra vita nei suoi vari aspetti: familiari, sociali, economici, politici.

Il pensiero forte della nonviolenza e' il rispetto, quel rispetto che Gesu' condenso' nella massima “non fate agli altri cio' che non vorreste fosse fatto a voi”. Una massima che messa al positivo diventa “garantite agli altri tutto quello che vorreste fosse garantito a voi”. Dal che ne derivano quattro idee forti che si tengono saldamente per mano: uguaglianza, diritti, beni comuni, comunita'.

Proprio perche' siamo tutti uguali, siamo tutti titolari di diritti, ossia della possibilita' di poter soddisfare i bisogni fondamentali, quelli legati alla vita e alla dignita' personale. Bisogni che partono dal respirare, bere, mangiare, coprirsi e proseguono con lo studiare, curarsi, informarsi, partecipare.

Ed ecco l'idea dei beni comuni, che comprende tutto cio' che serve per permettere a tutti di poter soddisfare i propri diritti, precisando che i diritti per definizione debbono essere gratuiti, altrimenti incappano nella discriminazione creata dal denaro che non da' a chi ha bisogno, ma a chi puo' pagare. Dunque beni comuni nella doppia accezione di beni che appartengono a tutti e che sono a disposizione di tutti. Per questo dobbiamo opporci con tutte le nostre forze alla privatizzazione dell'acqua e dobbiamo regolamentare il mercato affinche' beni comuni come l'aria, il clima, le foreste, gli oceani, siano salvaguardati.

Ma i beni comuni non comprendono solo i beni naturali. Includono anche gli spazi urbani e i servizi collettivi erogati in maniera gratuita. Ed ecco la necessita' di una comunita' forte basata sul principio della solidarieta'. Quella solidarieta' che chiede ad ogni membro di dare il proprio contributo in rapporto alle proprie forze e permette ad ogni membro di prendere gratuitamente in rapporto alle proprie necessita'.

Allora il modo migliore per rendere omaggio alla nonviolenza e' la costruzione di un'altra economia che assume come criterio organizzativo il rispetto per le persone e per il creato. Tutte le persone, quelle opulente del Nord e quelle misere del Sud, quelle del tempo presente e quelle dei secoli che verranno.

Una visione che inevitabilmente richiama l'esigenza di sobrieta', perche' Gandhi ci ricorda che la terra ha risorse sufficienti per i bisogni di tutti, ma non per le avidita' di ciascuno.

 
2. INIZIATIVE. INVITIAMO COMUNI E SCUOLE A CELEBRARE LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA ISTITUITA DALL'ONU
 
Il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, l'Onu ha istituito la Giornata internazionale della nonviolenza, proponendo che si svolgano ovunque iniziative di commemorazione e di impegno.
Chiediamo che in tutti gli enti locali ed in tutte le scuole d'Italia si svolgano iniziative.
A tal fine presentiamo di seguito due modelli di lettere ai Sindaci ed ai Dirigenti scolastici, pregando i lettori di utilizzarli sottoscrivendoli ed inviandoli all'amministrazione comunale ed alle scuole del proprio territorio.
 
3. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI SINDACI
 
Al Sindaco del Comune di ...
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregio sindaco,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni realta' locale in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.
Distinti saluti,
Firma
luogo e data
Mittente
 
4. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI DIRIGENTI SCOLASTICI
 
Al dirigente scolastico del ...
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregio dirigente scolastico,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni istituto scolastico in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.
Distinti saluti,
Firma
luogo e data
Mittente
 
5. VERSO IL 2 OTTOBRE. FRANCA MARIA BAGNOLI: LA CARICA RIVOLUZIONARIA DELLA NONVIOLENZA
[Ringraziamo Franca Maria Bagnoli (per contatti: francamaria at gmail.com) per questo intervento.
Da un'ampia intervista apparsa in "Coi piedi per terra" n. 303 riprendiamo la seguente notizia autobiografica di Franca Maria Bagnoli: "Diciamo che sono una persona anziana. Non precisiamo l’eta'. Nel marzo del 2009 ho perso mio marito per un tumore al polmone. Ho due figli, Paolo e Francesco. Paolo insegna matematica alle medie, naturalmente da precario. Francesco e' un ottimo programmista informatico. Sono contenta della mia vita anche se e' stata ed e' segnata dalla sofferenza. Ho un’invalidita' motoria del 100%. Ma forse gia' l’ho detto. Ho sempre incontrato persone che mi hanno aiutato e che mi hanno arricchito spiritualmente. Non amo la ricchezza. Ho insegnato nella scuola pubblica, come insegnante di ruolo, Storia e filosofia nei Licei classico e scientifico e, poi, Filosofia, pedagogia e psicologia nell’Istituto magistrale che adesso non di chiama piu' cosi'. Dei miei figli sono contenta. Qualche volta mi contestano ma sono contenta ed ho la presunzione di credere che, tra i tanti errori commessi nell’educarli, questo loro spirito critico sia dovuto anche al mio modo di educarli. Poi magari sbaglio. Ho avuto il dono di conoscere ed essere amica di persone come don Tonino Bello, presidente, molti anni fa, di Pax Christi, Alex Zanotelli, Enrico Chiavacci, Ernesto Balducci. E molte altre da ognuna delle quali ho imparato qualcosa. Amo l’arte nelle sue molteplici forme, in particolare la musica e l’architettura. Ho pubblicato due libri , uno di favole: Bambini e animali. L’altro e' un romanzo: Una vita negata, nel quale rivaluto la personalita' di Santippe, la moglie di Socrate, la cui vita fu soffocata da una citta' maschilista. Dal 1981 pratico l’obiezione di coscienza alle spese militari. Ora con il Cud e' un atto formale ma prima era abbastanza impegnativo. Ho subito vari pignoramenti ma sono riuscita a farmi pignorare libri sulla pace. Ho partecipato a molte marce per la pace, compresa la Perugia-Assisi. E, come tanti, ho firmato appelli per la difesa dei diritti umani, dell’ambiente, contro la pena di morte. Mi fermo qui. Non vorrei sembrare presuntuosa..."]
 
Il 2 ottobre e' stato proclamato dall'Onu giornata internazionale della nonviolenza, in memoria di Gandhi che, appunto, nacque il 2 ottobre 1869. Con la forza potente della nonviolenza piego' un impero e dono' alla sua patria la liberta'.
Chi dice che la nonviolenza e' l'arma dei deboli? Oppure, associando la nonviolenza al pacifismo, sprezzantemente chiama i nonviolenti e i pacifisti “anime belle”?
In un mondo attraversato da inaudita violenza, anzi da violenze di tutti i tipi, dovremmo riflettere tutti sulla carica rivoluzionaria della nonviolenza che e' una risposta creativamente asimmetrica alla violenza. Una versione dell'evangelico “A chi ti percuote una guancia, porgi l'altra guancia”. Sembra un comportamento vile, servile, e invece e' una petizione di dignita'. Porgendo l'altra guancia si costringe il violento a colpire, anziche' con il dorso della mano, con il palmo, mettendosi sullo stesso piano di chi ha colpito.
Vorrei che ogni anno si celebrasse la giornata della nonviolenza, con iniziative finalizzate al dibattito su questo importante tema, alla divulgazione di opere letterarie o puramente informative in relazione ad esso. Nelle scuole gli insegnanti dovrebbero parlarne e discuterne con i loro alunni, consapevoli della necessita' di un'educazione a comportamenti miti e solidali.
Ma non basta. Noi che ci dichiariamo nonviolenti dovremmo esaminarci a fondo per scoprire tanta aggressivita' che e' nascosta nel nostro cuore e che esplode in molte occasioni. Essere nonviolenti non e' facile. Alleniamoci  con pazienza e determinazione.
Buon 2 ottobre a tutti. E che la gioia sia con noi. La nonviolenza non richiede musonerie, atteggiamenti supponenti e facili moralismi.
 
6. VERSO IL 2 OTTOBRE. MARCO BALEANI: LA RELIGIONE DELL'AMORE
[Ringraziamo Marco Baleani (per contatti: m.baleani at perigeosondaggi.it) per questo intervento.
Marco Baleani, eugubino, fa parte del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento, e ha dato un contributo fondamentale alla promozione della camminata nonviolenta da Assisi a Gubbio del 2003]
 
Il 2 ottobre sara' la giornata internazionale della nonviolenza. Vorrei ricordare che la nonviolenza e' apertura verso tutti gli esseri. Cio' comporta amore, tolleranza e soprattutto sentire il legame che unisce tutte le forme viventi e non, presenti sulla terra.
A questo proposito vorrei ricordare i celebri versi di Ibn 'Arabi (1165-1240), una delle figure maggiori del sufismo islamico, emblematici del viaggio spirituale verso la nonviolenza che Gandhi e Capitini ci invitano a percorrere:
"Il mio cuore accoglie ogni forma:
e' un pascolo per la gazzella,
monastero ove il monaco prega,
e' un tempio per gli idoli, e' la Ka'ba del pellegrino,
e' la tavola della Torah, e' il libro del Corano.
Io professo la religione dell'amore:
qualunque sia il luogo verso cui volge la sua carovana,
amore e' la mia religione, la mia unica fede".
 

7. VERSO IL 2 OTTOBRE. GIUSEPPE MOSCATI: GANDHI PER NOI

[Ringraziamo Giuseppe Moscati (per contatti: giuseppe.moscati at tiscali.it) per questo intervento.

Da un'ampia intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 284 riprendiamo la seguente notizia autobiografica di Giuseppe Moscati: "Sono dottore di ricerca in Filosofia e Scienze umane e da piu' di un decennio collaboro con il Dipartimento di Scienze filosofiche dell’Universita' degli Studi di Perugia. Mi occupo prevalentemente di tematiche etiche e di alcuni aspetti filosofico-educativi legati in particolare all’educazione alla nonviolenza, di cui in diverse occasioni sono stato formatore. Quanto al pensiero di Aldo Capitini, da tempo vado approfondendo i suoi risvolti etico-politici e di recente ho curato gli Atti del I Convegno dei giovani studiosi capitiniani - Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni (edito da Levante, Bari 2010) -, convegno che ho avuto la fortuna di organizzare a Perugia grazie all’Anaac, l’Associazione Nazionale Amici di Aldo Capitini di cui sono segretario. Collaboro con la Fondazione Centro studi Aldo Capitini di Perugia, che tra le varie attivita' sta editando l’epistolario capitiniano: lo scorso anno ho curato (con Thomas Casadei) il carteggio Aldo Capitini - Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Carocci, Roma 2009"]

 

Il prossimo 2 ottobre, centoquarantunesimo anniversario della nascita di Gandhi, abbiamo tutti un importante appuntamento. Improcrastinabile. Quello con la storia, che e' la storia di Gandhi e in generale la storia della nonviolenza, ma anche la storia di tutti noi: siamo infatti tutti coinvolti in questo delicato momento storico di importanza planetaria.

Partiamo dunque dal fatto: l’Onu ha dichiarato il 2 ottobre Giornata internazionale della nonviolenza.

Passiamo poi a una considerazione immediata, per la quale mi basta un avverbio, che fa fede nell’intelligenza dei lettori: finalmente!

Veniamo ora a una riflessione di piu' ampio respiro che, se da una parte mette a tema alcune delle principali coordinate di pensiero riconducibili alla filosofia gandhiana (passata poi in altri contesti socio-politico-culturali), dall’altra allo stesso tempo non rinuncia a sottolineare le tracce di una certa eredita' personale che considero per me preziosa e che ho raccolto soprattutto attraverso Aldo Capitini, grazie alla sua pagina.

Gandhi ha portato avanti, pagandone in prima persona le conseguenze, una straordinaria lotta politica per l’autogoverno di un’India oppressa dal colonialismo inglese. Battendosi per le riforme sociali ed economiche, ha indicato chiaramente che il potere puo' e deve essere inteso in modo alternativo rispetto al piu' comune (e piu' facile) adeguamento alla logica della forza. Il potere non e' un gioco di muscoli, nella sua forma piu' autentica esso e' poter fare e poter fare insieme. Dove fare presuppone implicitamente anche ideare e progettare e cooperare. Il tutto con la raccomandazione di non svilire mai il fine con mezzi non altrettanto nobili. E qui, in chiave anti-machiavellica, ritroviamo anche l’eco del miglior Mazzini.

Altro tassello fondamentale: Gandhi ci ha insegnato come superare antropocentrismo e specismo; sarebbe un errore imperdonabile tornare a considerare l’uomo e la specie umana al centro di tutto a scapito del mondo animale e vegetale. Tra l’altro saremmo noi stessi a sperimentare gli effetti di un simile, tragico errore: guardiamo piuttosto alle risorse della biodiversita'!

Non solo: elaborando e comunicando la sua idea di ahimsa, Gandhi ha anche preso posizione a favore dei piu' deboli. Non un generico amore per il prossimo, ma un concreto amore per il prossimo: pensate che nei primi anni Venti si contavano addirittura sessanta milioni di paria! Una larghissima fetta di popolazione etichettata come intoccabile, esclusa e da escludere. Chissa' perche' mi torna in mente il cartello affisso sui portali delle chiese perugine: “Aldo Capitini vitandum”... Quando c’e' un’autorita' - politica, religiosa, culturale - che arriva a diffidare dal frequentare qualcuno o leggere o interessarsi a qualcosa, beh, credo che quell’autorita' abbia paura. Paura del confronto, paura di essere in qualche modo smascherata, paura dell’altro e chi piu' ne ha piu' ne aggiunga.

Ma l’importante e' che si colga quanto il momento e' cruciale: che si mobilitino le forze della societa' civile, della politica in senso lato, soprattutto della scuola, dell’universita' e del mondo dell’educazione.

Alberto L’Abate ha anticipato un tema che considero molto importante: diversi scienziati, ha ricordato, hanno smentito l’hobbesiano "homo homini lupus"; aggiungo solo che, da un punto di vista filosofico - tanto per rimanere all’interno del discorso filosofico, appunto, di Hobbes e del dopo Hobbes - gia' un fin troppo maltrattato dalla critica Ludwig Feuerbach aveva opposto al paradigma hobbesiano il suo "homo homini Deus".

Tornando a Gandhi, come Kant anche lui ha diretto molte energie per la responsabilizzazione dell’individuo, che insieme agli altri puo' costruire - creativamente - una forza straordinaria, potentissima. La coscienza civile di tutti noi e' chiamata a rispondere a questo appello trasversale del 2 ottobre: non abbiamo scuse.
 
8. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO ZENONE SOVILLA

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Zenone Sovilla.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.
Per un breve profilo di Zenone Sovilla si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]
 
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?
- Zenone Sovilla: In seguito alla scelta antimilitarista sfociata nell'opzione del servizio civile, all'inizio degli anni '80, che mi spinse a impegnarmi nell'attivita' della Loc, Lega obiettori di coscienza, impegnata fra l'altro a sviluppare e diffondere le tecniche della nonviolenza, compresi i progetti per l'organizzazione su scala nazionale di un sistema di difesa non armata che avrebbe dovuto coinvolgere l'intera popolazione.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?
- Zenone Sovilla: Non credo di avere particolari legami sentimentali o intellettuali con i vari "maestri", salvo forse qualche pensatore che piu' d'altri mi e' parso lucido nell'affiancare un certo bagaglio di pensiero anarchico con teorie e prassi nonviolente (Tolstoj, ma anche una serie di esperienze specie anglosassoni di lotte di base ispirate a modelli sociali libertari sintetizzati da studiosi quale il compianto Colin Ward; o altrove, le riflessioni di Ivan Illich e le declinazioni pratiche tentate qua e la').
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Zenone Sovilla: L'elenco sarebbe molto lungo.... Suggerirei almeno "Il potere di tutti" di Aldo Capitini, qualche antologia di padre Ernesto Balducci e di Simone Weil, qualche saggio di Castoriadis (per esempio "La rivoluzione democratica"). E un libretto recende di Francesco Codello: "Ne' obbedire ne' comandare", molto utile per i giovani lettori che cerchino i nessi fra teorie e prassi di nonviolenze e convivenza umana di esseri "eguali". Non mi dilungo oltre, ma se lo desiderate posso aggiungere numerosi altri autori.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?
- Zenone Sovilla: Le lotte per salvare l'acqua dalle logiche del profitto imprenditoriale; purtroppo non mi vengono in mente molti altri fronti di impegno, il quadro mi pare piuttosto desolante.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?
- Zenone Sovilla: La riattivazione di spazi concreti e "immaginari" di partecipazione democratica e di elaborazione politica: siamo una societa' "ideologicamente" ingessata, senza un'idea diffusamente percepibile di costruzione di un futuro "diverso", piu' felice e meno violento... Conoscenza, partecipazione, speranze e sogni sembrano svanire nell'atomizzazione generale della societa' e la nonviolenza non fa eccezione. Si e' fin qui persa l'occasione di abbinare alla prassi nonviolenta un processo di liberazione politica, di nuova organizzazione sociale, della produzione e dei consumi... Ognuno sembra andare un po' in ordine sparso e nel frattempo la grande macchina del Mercato si allarga e accresce i suoi devastanti effetti collaterali sugli esseri umani e sull'ambiente naturale.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?
- Zenone Sovilla: Non frequento da anni le situazioni organizzate, mi viene in mente il Movimento Nonviolento; credo sia una realta' in grado di offrire un percorso profondo a chi intende avvicinarsi a questa visione filosofica e politica; esistono poi altre varie iniziative ed esperienze in ambito nonviolento, anche nella galassia cristiana.
Mi pare, tuttavia, di poter osservare che in linea generale si tratti di situazioni ancora piu' marginali di quanto lo fossero venti o trent'anni fa; il che non e' molto incoraggiante.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Zenone Sovilla: La definirei uno strumento e insieme un fine per rifondare o riformare la convivenza nelle societa' umane ispirandola a criteri spontaneamente non gerarchici, nella quale si assicuri - fra l'altro - pari dignita' a ogni persona e si consideri controproducente ogni comportamento che arrechi danno non solo agli umani ma all'ambiente naturale in genere. E' l'unica speranza di costruire comunita' in cui si sta bene insieme.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?
- Zenone Sovilla: Non molti; nel senso che (purtroppo) non mi pare che siano particolarmente diffuse prassi di resistenza o di lotta nonviolenta organizzata per genere (dalle donne e dai maschi che vi si alleassero); in generale non mi pare di vedere femminismo in giro, oggi; se guardiamo al passato, qualche contatto fra l'azione nonviolenta e l'impegno per la liberazione femminile c'e' sicuramente stato, mi vengono in mente i vari cortei in cui le donne (anche in Italia, negli anni '70) venivano pestate dalla polizia.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?
- Zenone Sovilla: Credo di aver gia' risposto, direi che si tratta di due idee largamente sovrapponibili, l'una non prescinde dall'altra...
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
- Zenone Sovilla: Come sopra.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?
- Zenone Sovilla: Qui mi pare che siano eloquenti varie espressioni civili degli ultimi anni, con la mobilitazione sociale in luoghi in cui puo' essere rischioso anche soltanto uno sguardo...
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?
- Zenone Sovilla: Credo che una piu' stretta connessione fra l'elaborazione teorica nonviolenta degli ultimi decenni e queste lotte avrebbe forse prodotto qualche risultato apprezzabile; oggi d'altra parte si assiste a lotte spontanee che hanno caratteristiche in parte assimilabili alla nonviolenza...
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?
- Zenone Sovilla: In diversi casi le prassi spontanee sono di tipo nonviolento.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?
- Zenone Sovilla: Considero il pacifismo una sfera della nonviolenza, relativamente all'uso delle "armi" per affrontare conflitti.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?
- Zenone Sovilla: Una cultura nonviolenta e' intrisecamente antimilitarista; una societa' nonviolenta non necessita di un esercito cosi' come lo conosciamo oggi.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?
- Zenone Sovilla: Vedi sopra.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?
- Zenone Sovilla: Parlando di riorganizzazione sociale mi riferisco anche al diritto di ognuno alla salute; vi sono aree di complicazione, naturalmente, quando i comportamenti individuali possono invadere la liberta' altrui e necessitano interventi di tipo coercitivo in mancanza di autoconsapevolezza (per esempio nel caso di rischi di epidemia, con conseguenti azioni coercitive nei riguardi dell'individuo).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?
- Zenone Sovilla: Il territorio psichiatrico e' troppo vasto per essere ridotto a una risposta univoca; esistono prassi decisamente incompatibili con la mia idea di nonviolenza, per esempio l'uso e l'abuso di psicofarmaci; ma si puo' discutere anche della pretesa psichiatrica di "riportare sulla retta via"...
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?
- Zenone Sovilla: Tendenzialmente non lo vedo, se non perche' la (dis)informazione corrente alimenta a vari livelli una cultura incompatibile con la nonviolenza.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?
- Zenone Sovilla: Il superamento di certi dogmi sulla natura umana, la spinta a camminare verso un futuro evolutivo, l'idea di convivere con il resto cercando insieme il bene.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?
- Zenone Sovilla: Non so, dipende dalla religione, dipende da molte cose; tendenzialmente la nonviolenza potrebbe mettere a nudo alcuni paradossi religiosi, a cominciare dal rapporto fra credenti e non credenti.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?
- Zenone Sovilla: Suggerisce un'antropologia del dialogo e della consapevolezza egualitaria fra i soggetti in campo.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?
- Zenone Sovilla: La sconvolge; finora inutilmente.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?
- Zenone Sovilla: Dovrebbe indurre a un ripensamento dell'idea di "pena" (si vedano le teorie riduzioniste e abolizioniste)...
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?
- Zenone Sovilla: Enfatizza un'idea di rispetto nei riguardi degli esseri viventi e aiuta a trovare formule relazionali compatibili.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?
- Zenone Sovilla: Puo' indurre a evitare progetti che avrebbero ricadute tali da rappresentare forme di violenza (come potrebbe essere costruire un Suv o un'autostrada).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?
- Zenone Sovilla: Aiuta a illuminare ritardi, vuoti di memorie, impotenze, prevaricazioni intellettuali...
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?
- Zenone Sovilla: Come l'unico cui una societa' civile dovrebbe tendere per costruire condivisione e "simpatia"; decidere insieme e' il presupposto per ridurre la conflittualita' e accrescere la partecipazione al "bene comune"; invece da anni si naviga in direzione esattamente contraria.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene più importanti, e perche'?
- Zenone Sovilla: Il dialogo.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?
- Zenone Sovilla: Dovrebbe integrarsi nei percorsi pedagogico-educativi, non essere un corpo a parte "istituzionalizzato"...
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?
- Zenone Sovilla: Idem.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
- Zenone Sovilla: A livello di nicchia una rivista storica come "Azione nonviolenta", su un piano un po' più esteso le iniziative dei radicali e altre lotte di base nonviolente.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
- Zenone Sovilla: Non so.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?
- Zenone Sovilla: I movimenti nonviolenti e antimilitaristi si sono sgonfiati negli anni '80  ed e' sostanzialmente mancata la sintesi con le lotte ecologiste, democratiche e di liberazione "operaia".
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?
- Zenone Sovilla: Mah... piu' che altro credo sarebbe socialmente utile lavorare per una sitnesi di un progetto politico di liberazione democratica.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?
- Zenone Sovilla: Non so.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?
- Zenone Sovilla: Indissolubili, direi; vedi rapporto mezzi/fini.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?
- Zenone Sovilla: Vedo margini abbastanza significativi per forzare e orientare le istituzioni tramite l'azione nonviolenta... demilitarizzare la societa' e' uno degli obiettivi perseguibili in questa relazione.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali rapporti?
- Zenone Sovilla: La diffusione della conoscenza e della condivisione dei principi e delle prassi si fa anche con gli strumenti della cultura e dell'arte...
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti?
- Zenone Sovilla: Anche quelle che hanno la nonviolenza nel programma e nelle prassi politiche, non mi sembrano coerenti, per esempio in fatto di militarismo.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali rapporti?
- Zenone Sovilla: Una societa' nonviolenta corrisponde a un'idea di liberazione degli sfruttati, anche nel lavoro.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e agenzie della socializzazione: quali rapporti?
- Zenone Sovilla: Il metodo nonviolento (o lo spontaneismo nonviolento) e' socializzazione.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti?
- Zenone Sovilla: Il discorso mi sembra assai complesso; dipende dalle declinazioni: sappiamo che l'arte ha veicolato anche violenza.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data?
- Zenone Sovilla: Alla luce di quanto ho vissuto personalmente, reputo fruttuosa sul piano formativo, della maturazione individuale/sociale, la condivisione di alcune premesse valoriali e di esperienze concrete di pratiche solidaristiche - per esempio ai tempi di un servizio civile obbligatorio in sostituzione della leva armata.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni?
- Zenone Sovilla: In questa prospettiva la nonviolenza - intesa nella vastita' della sua galassia teorica e pratica, formale e informale - e' un piccolo granello di sabbia in un ingranaggio che gira in direzione tendenzialmente opposta, determinato da vari centri di potere autoreferenziali (economico, religioso, ideologico).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?
- Zenone Sovilla: Quantomeno una contaminazione delle pratiche che ha condotto alla riduzione degli spazi manifestamente violenti dal punto di vista fisico; le porcherie, tuttavia, assumono i contorni di altre forme violente, come la delegittimazione o il massacro sociale a mezzo stampa.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?
- Zenone Sovilla: Il rischio di una profonda discrasia fra il microscosmo e la sfera sociale, politica ed economica; si puo' essere amorevoli con parenti, amici e affini ma delle bestie come dirigenti sul posto di lavoro, per esempio...
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione?
- Zenone Sovilla: Riprenderei quanto gia' accennato a proposito dell'ecologia, aggiungendo che a mio avviso un'idea democratica del (con)vivere, del muoversi e dell'abitare e' intrinsecamente nonviolenta; dunque e' rilevante anche l'idea di un'urbanistica nonviolenta (nei rapporti sociali e nei riguardi dell'ambiente naturale).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?
- Zenone Sovilla: L'empatia per l'altro e' un aspetto della personalita' nonviolenta, a mio parere.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?
- Zenone Sovilla: La morte, l'idea del limite di questa esistenza, dovrebbe poter catalizzare gli spazi di empatia e mutualismo sociale; a volte, tuttavia, capita esattamente il contrario (egoismo, sopraffazione, mors tua vita mea).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?
- Zenone Sovilla: Beh, adesso non vorrei ripetere sempre le stesse, ormai arcinote, India, lotte antirazziste americane eccetera; ne' i casi di studio per i nonviolenti, come la resistenza civile antinazista in Norvegia; preferisco ricordare l'impegno contemporaneo di una miriade di  cittadini che - in genere ignorando le teorie della nonviolenza - mettono in atto battaglie sociali di grande spessore per affermare il loro diritto a un'esistenza dignitosa (vedi varie esperienze di lotte operaie nell'epoca del nuovo imbarbarimento del mercato del lavoro) o a respirare aria e bere acqua non patogene (vedi le le battaglie per la limitazione del traffico motorizzato, per una gestione dei rifiuti senza i mortali inceneritori, per la chiusura e la conversione di produzioni obsolete e dannose per la salute umana e l'ambiente naturale - come nel caso di varie acciaierie).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?
- Zenone Sovilla: Decisamente in difficolta', specie negli ambiti istituzionali; vive molto di spontaneismo.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia?
- Zenone Sovilla: E' alimentata specialmente dalle numerose esperienze di resistenza civile di fronte a un potere politico ed economico devastante che approfitta della cosiddetta crisi e della mutazione (spesso ambigua) delle ideologie popolari per tirare ancora di piu' la corda a fini egoistici di una minoranza di cittadini che si arricchisce a spese d'altri.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo?
- Zenone Sovilla: Purtroppo non credo di avere sufficiente conoscenza di questa materia specifica.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?
- Zenone Sovilla: Non mi pare vi sia una grande percezione diffusa, piuttosto - come per varie pratiche di ispirazione anarchica - un forte spontaneismo politico nonviolento nei fatti.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?
- Zenone Sovilla: Trovare la forza di ripetere allo sfinimento una serie di semplici concetti da contrapporre all'egoismo imperante; si potrebbe cominciare con "tutte le vite hanno pari valore e dignita'" (la cui declinazione politico-economica potrebbe tradursi in ricette socialdemocratiche redistributive del reddito e certamente sgradite a chi nuota nell'oro e fa pagare agli altri anche le crisi congiunturali).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale relazione?
- Zenone Sovilla: Il dialogo e l'incontro sono le fondamenta di una convivenza non (eccessivamente) conflittuale e comunque di una elaborazione costruttiva dei conflitti culturali (che sono inevitabili).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?
- Zenone Sovilla: In quanto elemento costitutivo della personalita' credo che sul piano psicologico profondo la nonviolenza abbia un peso primario nelle dinamiche della vita interiore; in ambito razionale penso che spinga - per esempio - piu' facilmente a mettersi in discussione.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e scienze umane: quale relazione?
- Zenone Sovilla: Hmhmhm... questione troppo complessa, ci vorrebbe un trattato a parte; me la cavo con una piccola riflessione: credo che sarebbe utile se lo studioso accantonasse alcuni "dogmi" che talora condizionano il suo operato; per esempio, il lugubre postulato sulla innata "bestialita'" della natura umana (vedi Hobbes, Kant, Freud e altri filantropi...).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale relazione?
- Zenone Sovilla: Qualcuno diceva che le parole sono pietre. Ecco, utilizzare un linguaggio nonviolento significa, per me, saper essere anche caustici e taglienti ma lasciando sempre margini di confronto, insomma non essere - per l'appunto - lapidari nei riguardi dell'interlocutore, sia pure criticandolo severamente se del caso. Certo, mi rendo conto che con un leghista razzista, per esempio, l'esercizio puo' essere molto faticoso e non necessariamente proficuo e tuttavia evitare il "binario morto" nel dialogo e' essenziale, aiuta anche a illuminare eventuali punti deboli del proprio stesso ragionamento. Precondizione, ovviamente, l'onesta' intellettuale di ogni soggetto coinvolto (il che per la Lega non e' affatto scontato...).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale relazione?
- Zenone Sovilla: Senza dilungarmi ripetendo cose che ho gia' detto, credo che un comportamento nonviolento investa anche le modalita' di consumo, implichi cioe' una certa sobrieta' e un rispetto degli esseri viventi e dell'ambiente naturale (un nonviolento, cosi' come lo penso io, dovrebbe tendere sempre alla minimizzazione del danno, se proprio non lo puo' evitare: se per esempio deve usare per forza l'automobile, ne riduca l'utilizzo allo stretto indispensabile e in ogni caso eviti i Suv...).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e critica dell'industrialismo: quali implicazioni e conseguenze?
- Zenone Sovilla: La societa' in larga parte "immateriale" verso la quale si orienta un certo modello produttivo dovrebbe facilitare un processo di conversione industriale che tenda a minimizzare l'impatto di queste attivita' sulla vita (non solo umana) senza contraccolpi sociali negativi (esempio banale e schematico: se chiude un'acciaieria inquinante costruita un secolo fa nel centro di una citta', puo' aprire un'azienda che fabbrica pannelli fotovoltaici e assorbe l'impatto occupazionale). E' immaginabile e a mio modo di vedere anche auspicabile che in una societa' nonviolenta meno legata alla quantita' di prodotti materiali e piu' a beni "immateriali" (o quasi) sia possibile riequilibrare i tempi di vita e i tempi di lavoro, consentendo alle persone di dedicare maggiore spazio alle attivita' (sociali e individuali, piu' o meno creative, dall'orto alla scrittura, dall'attivita' fisica all'arte nelle sue svariate declinazioni) slegate da quello che oggi chiamiamo "lavoro" ma di elevata rilevanza nelle dinamiche collettive, dati gli innumerevoli risvolti che presentano.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze?
- Zenone Sovilla: Credo di avere gia' risposto.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie: quali implicazioni e conseguenze?
- Zenone Sovilla: Come dicevo rispondendo a una domanda precedente, la nonviolenza puo' fungere da catalizzatore di una societa' "dolce" dove l'essere umano e' meno ingabbiato nei riflessi condizionati che conosciamo oggi (scuola-lavoro-disoccupazione-pensione finche' c'e') e potra' piu' facilmente dedicarsi ad attivita' anche socialmente rilevanti che rispondano alla sua aspirazione. Questo liberare energie umane dovrebbe favorire la crescita civile di una comunita'; certo, qui va sempre tenuto presente il rovescio della medaglia: che cio' non implichi anche una progressiva "chiusura" del microcosmo sociale verso l'esterno. Una comunita' viva e solidale e' una comunita' aperta, dialogante, forte al punto da dialogare serenamente con l'alterita'.
Questa e' la linea, talvolta apparentemente sottile ma in realta' invalicabile e gigantesca, che separa un'idea - diciamo - anarchica di comunita' di liberi ed eguali (e aperti al'esterno) da quella - diciamo - leghista di una comunita' chiusa e diffidente che basta a se stessa.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni e conseguenze?
- Zenone Sovilla: Ci vorrebbe un trattatello, purtroppo il poco tempo a disposizione mi obbliga a essere sbrigativo. Credo che, appunto, l'assunzione di responsabilita' individuale (e comunitaria) con l'idea di rispetto che essa sottende, porti con se' un'idea di "giustizia" conseguente. Se ho ben inteso qui la si menziona nel senso di sistema penale nei riguardi di chi mette in atto comportamenti non rispettosi dell'altro, secondo le regole che la comunita' si e' data. Ecco, credo che una realta' sociale nonviolenta eviterebbe strumenti punitivi come il carcere e investirebbe le proprie energie in altri percorsi per la soluzione dei conflitti o per la reazione ai delitti (confronto dialettico, integrazione sociale dei soggetti in difficolta', misure penali di tipo retributivo che abbiano uno sfondo comunitario e siano vissute come contributo positivo dal soggetto che le subisce e dal resto della popolazione, per esempio attivita' a favore del proprio quartiere sotto varie forme).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?
- Zenone Sovilla: Credo di aver gia' risposto parlando del rapporto con la natura.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?
- Zenone Sovilla: nella direzione della minimizzazione della sofferenza umana, animale e dell'ambiente naturale; a ogni incrocio c'e' sempre anche questa strada, a volte per imboccarla ci vuole coraggio, ma senza coraggio non c'e' nonviolenza.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'?
- Zenone Sovilla: Come per molti ambiti, la rete offre straordinari strumenti di conoscenza, confronto, organizzazione culturale, sociale, politica.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?
- Zenone Sovilla: Sono nato nella citta' di Belluno il 13 giugno 1964, ho passato i primi anni di vita in Svizzera dove i miei lavoravano; siamo rientrati alla fine degli anni Sessanta. A Belluno, quando frequentavo i primi anni delle superiori, mi sono avvicinato spontaneamente alle tematiche dell'antimilitarismo e della nonviolenza; credo come reazione alla rilevante presenza delle forze armate (specie degli alpini) in questo angolo militarizzato del nordest italiano al confine con l'Austria. Cosi' gia' a sedici anni ero in contatto con la Lega obiettori di coscienza (Loc) e con vari ragazzi che svolgevano il servizio civile, scelta che anni dopo avrei fatto anch'io, lavorando venti mesi (i dodici del servizio di leva piu' gli otto punitivi per i nonviolenti) in un'organizzazione bellunese che si occupa in particolare - ma non solo - di servizi per persone disabili. Fra le realta' aderenti a questa organizzazione c'era anche la Loc, percio' potevo dedicare parte del mio tempo alle attivita' antimilitariste e per la diffusione della nonviolenza (cosa che continuai a fare nel tempo libero anche per vari anni dopo il servizio civile, per esempio tenendo conferenze nelle scuole superiori).
Nel frattempo, fra studio, impegno politico e lavoro giornalistico, arrivai a un'assunzione in un quotidiano, il che significo' ridurre per motivi di tempo il mio "contributo alla causa". Dalla fine degli anni '80 alla meta' del decennio scorso trascorsi circa sei anni in Norvegia, un'esperienza utile anche per conoscere una comunita' nazionale intrinsecamente meno violenta della nostra (e con qualche aspetto pratico interessante, per esempio nel sistema penale; sia pure timidamente).
Nel tempo, grazie a una serie di attivita' volontaristiche a margine del mio lavoro, al rientro in Italia, ho potuto riprendere piu' compiutamente il discorso nonviolento (e dintorni), specie con il sito www.nonluoghi.info (nato nel gennaio 2000 e tuttora in funzione) e con la casa editrice omonima (attiva dal 2002 al 2009, poi le forze non bastavano piu'... ma ha dato alle stampe una ventina di libri, alcuni anche su temi affini alla nonviolenza, come il breve saggio di Andrea Caffi "Contro la guerra").
Anche nel mio lavoro di redattore culturale di un quotidiano, riesco talvolta a riprendere le tematiche nonviolente, per esempio intervistando qualche intellettuale o recensendo qualche libro.
Sono inoltre in contatto con qualche associazione che si occupa di tutela ambientale e adotta il metodo nonviolento per confrontarsi con la pubblica amministrazione (un caso per tutti: la battaglia contro un inceneritore, nella quale si utilizza anche lo strumento del digiuno a catena).
 

9. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: IL BERSAGLIO

[Ringraziamo Annamaria Rivera (per contatti: annamariarivera at libero.it) per averci messo a disposizioen questo suo articolo apparso col titolo "Sbagliato il bersaglio: non erano clandestini!" sul quotiiano "Liberazione" del 15 settembre 2010.

Annamaria Rivera, antropologa, vive a Roma e insegna etnologia all'Universita' di Bari. Fortemente impegnata nella difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ha sempre cercato di coniugare lo studio e la ricerca con l'impegno sociale e politico. Attiva nei movimenti femminista, antirazzista e per la pace, si occupa, anche professionalmente, di temi attinenti. Al centro della sua ricerca, infatti, sono l'analisi delle molteplici forme di razzismo, l'indagine sui nodi e i problemi della societa' pluriculturale, la ricerca di modelli, strategie e pratiche di concittadinanza e convivenza fra eguali e diversi. Fra le opere di Annamaria Rivera piu' recenti: (con Gallissot e Kilani), L'imbroglio etnico, in quattordici parole-chiave, Dedalo, Bari 2001; (a cura di), L'inquietudine dell'Islam, Dedalo, Bari 2002; Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in Italia, DeriveApprodi, Roma 2003; La guerra dei simboli. Veli postcoloniali e retoriche sull'alterita', Dedalo, Bari 2005; Regole e roghi. Metamorfosi del razzismo, Dedalo, Bari 2009]

 

E’ arduo stabilire se la stoltezza prevalga sulla crudelta', l’incoscienza sul razzismo, l’insipienza politica su un deliberato disegno politico. Nel caso del ministro dell’interno verrebbe la tentazione di dire che si tratta di un melange di tutte queste proprieta'. La sua “giustificazione” del tentativo di abbordaggio e dell’assalto a colpi di mitraglia della motovedetta italo-libica contro marinai inermi - “Immagino che abbiano scambiato il peschereccio per una nave che trasportava clandestini” - ha una strana affinita' con la banalita' del male incarnata da certi burocrati nazisti, tanto mediocri quanto criminali. Quegli ometti per i quali gli intoppi e le inefficienze della macchina della deportazione e dello sterminio erano “problemi tecnici”, al massimo “deplorevoli inconvenienti”.

Che le sue dichiarazioni ogni volta ci evochino, pur nelle ovvie differenze, quel passato sinistro non dipende dalla scarsa stima nei suoi confronti o da un eccesso di malevolenza. E’ che in comune con quella banalita' del male il ministro ha un’attitudine primaria. Cioe' la tendenza a considerare certe categorie di esseri umani - gli “zingari”, i profughi, i migranti - al pari di cose: bersagli mobili, merce avariata, zavorra da cui liberarsi con ogni mezzo. Ne' si discosta molto da quello stile - l’eufemismo cinico - il compassato ministro degli esteri che riduce il gravissimo atto di guerra contro un pacifico peschereccio italiano a una questione di “regole d’ingaggio”: “Quelle pattuglie devono lavorare esclusivamente in operazione anti-immigrazione, il che potrebbe essere utile", si chiede Frattini. Cioe': le ciurme libico-italiche devono mitragliare solo le imbarcazioni sospettate di trasportare “clandestini” o anche qualsiasi natante non riconoscibile?

Ha ragione, invece, Maroni a ricordare che la motovedetta mitragliera e' una delle sei consegnate alla Libia “sulla base di un accordo siglato nel 2007 dall'allora ministro Giuliano Amato”. Il che non riduce di un grammo il peso enorme della sua responsabilita' ne' la colpa degli sciocchi esecutori libici e dei conniventi finanzieri italiani, ma fa risaltare tutta l’ipocrisia e l’ondivaga strumentalita' dell’indignazione della cosiddetta opposizione. La quale, pur con qualche remora linguistica e di stile, e' essa che ha inaugurato la corrispondenza d’amorosi sensi affaristico-militari con il dittatore libico. Come sempre accade, poi, nelle mani di artefici piu' grossolani e spregiudicati, i congegni centrosinistri diventano bombe micidiali. Cosi' che, mentre le tende di poveri e reietti vengono distrutte ogni giorno, in Italia come in Francia, nei due Paesi al gentiluomo libico (come ha scritto Antonio Tabucchi in un ottimo articolo per "Le Monde Magazine") e' concesso di piantare le sue tende beduine, pacchiane come chi lo ospita, affinche' gli accordi politico-militari-affaristici vadano a buon fine. Peccato che ci sia un piccolo dettaglio disturbante, almeno per chi continua a considerare umani gli umani (e degni di rispetto anche i non-umani): nel Mediterraneo, la caccia ai “clandestini” e' diventata come la mattanza dei tonni. E’ significativo che chi comanda i pescatori di tonni sia detto Rais, anche in Italia. Ma dietro il Rais c’e' sempre un padrone: e' lui che decide la strategia generale, e' a lui che vanno i profitti.

 
10. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 14 SETTEMBRE UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO
 
Martedi' 14 settembre 2010 a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace", si e' svolto un nuovo incontro di riflessione e organizzazione nell'ambito di un percorso di formazione e iniziativa nonviolenta.
La prima parte della riunione e' stata dedicata all'l'iniziativa in corso in difesa dei beni ambientali e culturali e per il diritto alla salute della popolazione di Viterbo, e per l'istituzione del "parco naturalistico, archeologico e termale del Bulicame".
La seconda parte della riunione e' stata dedicata alla prosecuzione di un'iniziativa finalizzata a promuovere il diritto allo studio.
La terza parte della riunione e' stata poi dedicata alla prosecuzione del lavoro organizzativo a supporto della realizzazione dell'inchiesta giornalistica in corso sul tema "La nonviolenza oggi in Italia"; inchiesta che si viene svolgendo attraverso un'ampia serie di interviste a varie persone significative e rappresentative dell'impegno nonviolento nel nostro paese (interviste che vengono via via pubblicate sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" e che sono consultabili in rete dalla pagina web http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ ).
La quarta parte della riunione e' stata dedicata all'approfondimento dello studio della storia della letteratura italiana.
La parte finale della riunione e' stata dedicata a una riflessione su alcune iniziative specifiche di solidarieta' e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
 
11. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 15 SETTEMBRE UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
 
La mattina di mercoledi' 15 settembre 2010 a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace", si e' svolto un incontro di studio sulla letteratura italiana.
E' stato letto e commentato un testo di Franco Fortini; e' stata svolta un'introduzione alla filosofia e un quadro del pensiero greco dai presocratici ad Aristotele; e' stato letto e commentato il primo canto della Commedia dantesca.
Gli incontri di studio della letteratura italiana che si svolgono presso il Centro di ricerca per la pace di Viterbo sono parte di un'iniziativa di promozione del diritto allo studio.
 
12. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Sostenere finanziariamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

13. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
14. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Franco Fortini, Non solo oggi. Cinquantanove voci, Editori Riuniti, Roma 1991, pp. XXII + 324.
- Pier Vincenzo Mengaldo, Profili di critici del Novecento, Bollati Boringhieri, Torino 1998, pp. 150.
 
15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
16. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 315 del 16 settembre 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe
 
 
In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).
 
L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html
 
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it