Coi piedi per terra. 355



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 355 del 15 settembre 2010
 
In questo numero:
1. Domenico Gallo: Il canone fondamentale della nonviolenza
2. Verso il 2 ottobre, giornata internazionale della nonviolenza
3. Sergio Albesano: Tenerezza e decisione
4. Beppe Pavan: L'amore non uccide
5. Itala Ricaldone: La nonviolenza di Assefa
6. Peppe Sini: Jones Mannino come educatore
7. Una lettera aperta alla Commissione Trasporti della Regione Lazio
8. Ad Arezzo dal 17 al 19 settembre
9. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo
 
1. EDITORIALE. DOMENICO GALLO: IL CANONE FONDAMENTALE DELLA NONVIOLENZA
[Ringraziamo Domenico Gallo (per contatti: domenico.gallo at gmail.com) per questo intervento.
Domenico Gallo, illustre giurista, e' nato ad Avellino nel 1952, magistrato ed acuto saggista, gia' parlamentare, tra gli animatore dell'Associazione nazionale giuristi democratici; tra i suoi scritti segnaliamo particolarmente: Dal dovere di obbedienza al diritto di resistenza, Edizioni del Movimento Nonviolento, Perugia 1985; Millenovecentonovantacinque, Edizioni Associate, Roma 1999; (a cura di, con Corrado Veneziano), Se dici guerra umanitaria. Guerra e informazione. Guerra all'informazione, Besa, 2005; (a cura di, con Franco Ippolito), Salviamo la Costituzione, Chimienti, Taranto 2006. Vari suoi scritti sono disponibili nel sito www.domenicogallo.it
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi: Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006]
 

Mentre si avvicina la data del 2 ottobre (anniversario della nascita di Gandhi), proclamata dall'Onu giornata internazionale della nonviolenza, l'orizzonte internazionale diventa sempre piu' cupo e cresce l'oppressione ed il ricatto della violenza sulle societa' umane.

Anzi c'e' un progressivo aggravarsi di fenomeni di intolleranza politica e religiosa che generano esplosioni incontrollabili di violenza, come quella accaduta in questo giorni nel Kashimir indiano, dove il conflitto politico/religioso che alimenta il cosiddetto “scontro di civilta'” ha dato origine all'attacco alla scuole cristiane della zona, provocando disordini e decine di morti. Questo episodio, nella sua banalita' distruttiva, potrebbe apparire un fatto secondario, rispetto ad altri ben piu' pesanti e corposi conflitti che insanguinano altre societa'. Pero' diventa estremamente preoccupante se lo si legge come un evento inserito in una trama in cui ci sono le provocazioni delle sette fondamentaliste cristiane in America che minacciano i roghi del Corano, invocando nuove crociate, e l'incancrenirsi di conflitti antichi, come quello dell'Afghanistan, e meno antichi, come quello della Somalia, dove la ragione politica abbraccia quella di un fondamentalismo religioso, sconosciuto nella prima meta' del secolo scorso, creando una miscela esplosiva.

Stiamo assistendo ad una rottura della linea di faglia che divide le civilizzazioni umane, di cui il conflitto nella ex Jugoslavia, dove si sono scontrate le civilizzazioni cattoliche, ortodosse e mussulmane, ha rappresentanto un prototipo. Il fatto che sia la politica a strumentalizzare il fenomeno religioso ed a soffiare sul fuoco delle divisioni non rende la situazione meno pericolosa.

Quando si soffia sul fuoco delle divisioni etnico-religiose, si accumulano delle contraddizioni che poi sfuggono al controllo degli apprendisti stregoni che le hanno provocate.

Cosi' nella comunita' internazionale, oltre la violenza degli Stati, condensata nella corsa agli armamenti e nella sfida nucleare, avanza un nuovo tipo di violenza che mette in discussione il ruolo dello Stato, come costruzione politica che trova la sua ragione di essere nell'esigenza di assicurare la convivenza pacifica al proprio interno. Ed i conflitti interni attraversano le frontiere ed attizzano nuovi conflitti, sia interni (India e Pakistan), sia interstatali (Afghanistan, Somalia, etc.).

Ed allora - dobbiamo domandarci - che senso ha celebrare la giornata della nonviolenza, quando l'orizzonte ci fa assistere al dilagare (e ad una nuova legittimazione) della violenza e di violenze di ogni tipo?

Ebbene, noi sentiamo il bisogno dell'ossigeno, quando ci comincia a mancare l'aria per respirare.

La nonviolenza per le societa' umane e' come l'aria per l'organismo umano.

La nonviolenza e' principo ordinatore della Comunita' internazionale. La comunita' internazionale e' uscita dallo stato di natura in cui tutti gli Stati sono “lupi” fra di loro, attraverso il diritto internazionale che, con la Carta della Nazioni Unite, ha fissato il principio che gli Stati devono astenersi nei loro rapporti internazionali dal ricorso all'uso o alla minaccia dell'uso della forza (art. 2, comma 4).

E' il ripudio dell'uso della forza la regola che fonda la convivenza pacifica nella Comunita' internazionale, garantisce la sicurezza collettiva e rende possibile la collaborazione degli Stati fra di loro attraverso le istituzioni internazionali.

Le numerose ferite che sono state inferte negli ultimi anni al principio della nonviolenza nelle relazioni internazionali, lungi dal determinare il tramonto di questa regola essenziale di convivenza, hanno provocato crescita dell'insicurezza collettiva e della corsa agli armamenti, rendendo ancora piu' evidente che quando si abbandona il sentiero della nonviolenza si imbocca la via del caos e si provocano sofferenze enormi a tutta l'umanita'.

Piu' controversa e' la nonviolenza come principio ordinatore della vita all'interno di comunita' erette in Stato. Qui il problema va al di la' della pacificazione primaria compiuta attraverso la concentrazione della forza nelle mani dello Stato.

Perche' la convivenza civile sia armoniosa ci vuole qualcosa di piu'. Occorre che sia riconosciuta la dignita' inerente a tutti i membri della famiglia umana (come recita il preambolo della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo).

Nel nostro ordinamento costituzionale il principio della nonviolenza e' stato riconosciuto, chiamandolo con un altro nome: principio personalista.

Questo principio, fondato sull'art. 2 della Costituzione, ci dice che la persona umana (in carne ed ossa) e' il valore supremo dell'ordinamento,  rispetto al quale tutto il resto deve girare intorno come i pianeti girano intorno al sole. In cio' c'e' il fondamento della laicita': tutti gli altri valori possono esistere, possono essere agiti nei modi consentiti nella societa', nello stato, nelle istituzioni ecc., ma non possono mai sopravanzare i diritti della persona, i diritti dell’individuo come singolo e come soggetto inserito nelle comunita'.

Noi possiamo avere tutte le concezioni religiose o filosofiche che vogliamo, anche concezioni nobilissime, ma l’ordinamento ci dice che le dobbiamo, le possiamo declinare soltanto nella misura in cui rispettano i diritti inviolabili di ciascun uomo e di ciascuna donna, poiche' nessuno persona puo' essere sormontata o strumentalizzata da un’ideologia, o da una fede religiosa. In altre parole, i diritti delle persone non possono essere sacrificati a un principio. Quand’anche si trattasse di un principio di grande valore culturale, di grande valore filosofico, di grande spessore etico, noi non possiamo, in nome di questo principio, distruggere o coartare quel valore storico naturale che e' la persona umana.

Questo riconoscimento della inviolabilita' della persona e' il canone fondamentale della nonviolenza ed al tempo stesso della laicita'. Cio' che rende possibile la convivenza pacifica fra le differenti culture, religioni, etnie, rompendo i muri degli integralismi e disarmando ogni ogni propensione allo scontro di civilta'.

Viviamo in un tempo in cui tutti dobbiamo riscoprire il valore insuperabile della persona se vogliamo coltivare la speranza di liberarci del gioco al massacro prodotto dalla rinascita degli integralismi politici e religiosi.

 
2. INIZIATIVE. VERSO IL 2 OTTOBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA
 
Il 2 ottobre, che l'Onu ha dichiarato "Giornata internazionale della nonviolenza" nell'anniversario della nascita di Gandhi, impegnamoci a promuovere e sollecitare ovunque possibile - nelle scuole, nelle istituzioni, nei luoghi di incontro e di aggregazione - iniziative di accostamento alla nonviolenza.
 
3. VERSO IL 2 OTTOBRE. SERGIO ALBESANO: TENEREZZA E DECISIONE

[Ringraziamo Sergio Albesano (per contatti: sergioalbesano at tiscali.it) per questo intervento.

Sergio Albesano e' impegnato nei movimenti di pace, di solidarieta' e per la nonviolenza, cura una rubrica di storia e una di libri su "Azione nonviolenta". Opere di Sergio Albesano: Storia dell'obiezione di coscienza in Italia, Santi Quaranta, Treviso 1993; con Bruno Segre e Mao Valpiana ha coordinato la realizzazione del volume di AA. VV., Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace, coedizione Anppia e Movimento Nonviolento, Torino-Verona 1999]

 
La nonviolenza e' la tenerezza della storia.
Certo, non e' solo tenerezza. Aldo Capitini diceva che dobbiamo essere duri come pietre contro la guerra.
Dunque la nonviolenza e' una giusta miscela di tenerezza e di decisione.
Tra di noi, come ammoniva ancora Capitini, dobbiamo vivere contemporaneamente in tensione e in familiarita', perche' la familiarita' senza tensione scade nella faciloneria e la tensione senza familiarita' diventa durezza.
L'amico della nonviolenza e' colui che riesce a vivere nello stesso tempo la passione e la tenerezza, miscelando intelligentemente i due atteggiamenti a seconda del bisogno, senza lasciarsi vincere da una rigidita' ideologica e di comportamento che finisce nel fanatismo e neppure in un "ma va la' che vai bene" che porta al qualunquismo.
Essere teneri e duri, in un corretto equilibrio, a seconda del momento, senza degenerare da una parte o dall'altra.
 
4. VERSO IL 2 OTTOBRE. BEPPE PAVAN: L'AMORE NON UCCIDE
[Ringraziamo Beppe Pavan (per contatti: carlaebeppe at libero.it) per questo intervento.
Beppe Pavan e' impegnato nella bellissima esperienza nonviolenta della comunita' di base e del "gruppo uomini" di Pinerolo (preziosa esperienza di un gruppo di uomini messisi all'ascolto del femminismo con quella virtu' dell'"attenzione" di cui ci parlava Simone Weil), ed in tante altre esperienze di pace, di nonviolenza, di solidarieta'; cura la newsletter "Uomini in cammino" ed e' tra i promotori dell'associazione "Maschile plurale"]
 
Leggendo articoli importanti e analisi preziose su problemi derivati dall’economia capitalista e sulle risposte securitarie, ero colpito dall’elenco dei “consigli” che quei bravissimi giornalisti e scrittori sanno rivolgere ai governanti.
Ma senza andare ancora piu' a fondo, senza continuare ad interrogarsi sulle cause delle cause delle cause... non arriveremo al nocciolo, che e', secondo me, lo sguardo possessivo, proprietario, che la cultura patriarcale da millenni ha reso dominante e con cui sempre piu' ci guardiamo intorno.
Non e' necessario cavarci gli occhi, seguendo l’indicazione radicale che il Vangelo mette in bocca a Gesu': basta una sana e coerente consapevolezza, alimentata reciprocamente nella vita di gruppo.
Possesso e proprieta' sono violenza, perche' portano alla predazione e all’accumulo, privando cosi' altri e altre della loro dignita', del loro inviolabile diritto all’autodeterminazione e alla loro indispensabile quota di risorse, che solo il rispetto reciproco universale puo' garantire ad ogni creatura. Questa e' la politica fondamentale delle relazioni, e' il mondo costruito con la legge  dell’amore universale. E’ il “regno di Dio”, che non e' roba dell’altro mondo, ma di questo mondo, che puo' diventare realmente “altro” se ne siamo consapevoli.
L’amore non uccide, non violenta, non stupra, non maltratta, non ruba, non evade il fisco, ecc. ecc. ma ci mette reciprocamente in relazione di solidarieta' e di condivisione. E solo cosi' ce n’e' e ce ne sara' a sufficienza per tutti e tutte, nella materialita' della nostra vita quotidiana.
Se riusciremo a sottrarre Gesu' e il suo messaggio alle grinfie dei preti, troveremo in lui un riferimento decisivo per una politica di giustizia vera. Altrimenti continueranno ad imporcelo come un idolo, preconfezionato dalle loro dottrine funzionali alla conservazione del dominio patriarcale sul mondo. Questa e' la strada su cui io cerco di camminare e sulla quale so di poter incontrare, come compagni e compagne di viaggio, tutti gli uomini e tutte le donne che amano la giustizia. Questa e' la vera cattolicita', secondo me, l’universalita', la globalizzazione che fa bene al mondo.
 

5. VERSO IL 2 OTTOBRE: ITALA RICALDONE: LA NONVIOLENZA DI ASSEFA

[Ringraziamo Itala Ricaldone (per contatti: italamaria.ricaldone at fastwebnet.it) per questo intervento.

Itala Ricaldone, amica della nonviolenza, studiosa e divulgatrice in Italia dell'opera di Vinoba Bhave, il discepolo prediletto da Gandhi, e' la presidente di Assefa Italia]

 

Questa esperienza ha gia' una storia, quaranta anni di storia che si ricollega direttamente a Gandhi e al suo discepolo Vinoba Bhave. Da un microcredito a 25 o 40 contadini di Sevalur in Tamil Nadu assegnatari di un lotto di terreno, che sono stati sollecitati a coltivare quel terreno e con l’impegno di restituire la somma ricevuta, poco per volta, a cominciare da quando avrebbero potuto realizzare il primo raccolto, non alla persona che aveva loro prestato la somma, ma a favore di altri contadini. Da quei 25 o 40 contadini si e' arrivati nel 2009 a piu' di 11.000, non contadini, ma villaggi tra i piu' dimenticati in otto stati indiani e quindi a piu' di quattro milioni di persone.

Vale la pena quindi di accennare al metodo, perche', nel quadro dell’ampio significato della nonviolenza, Assefa propone un modello particolare: la nonviolenza costruttiva. Quella che Gandhi riteneva indispensabile avere in mente prima ancora di iniziare qualsiasi forma di lotta, in quanto riteneva necessario avere in mente con realismo quale realta' avrebbe dovuto sostituire la situazione che si intendeva cambiare.

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Una forma silenziosa

Assefa in India affronta i problemi pensando a come le situazioni possono esser corrette dal di dentro, calandosi nella mentalita' della popolazione che intende aiutare, utilizzando simboli e tradizioni finche' questi possono essere costruttivi (cioe' non la tradizione che tiene nell’emarginazione i fuori casta, le donne); evitando ogni contestazione, e usando il metodo delle proposte costruttive.

Nell’avvio delle scuole: incontro e dialogo con le madri dei bambini che dovrebbero frequentare la scuola (es. Vadugapatty).

Nella promozione della donna: dialogo con i mariti, fratelli, suocere... proponendo aspettative di maggiori possibilita' di sostentamento.

Nella tutela dei bambini lavoratori: previa creazione di un clima favorevole al dialogo per individuare le famiglie che hanno bambini lavoratori: colloqui con i genitori cui viene proposto un lavoro piu' redditizio e la prospettiva di esser liberati dai debiti contratti con i proprietari delle fabbriche in cui sono impiegati i bambini. Senza dover incontrare i proprietari delle fabbriche, quindi, i genitori sono indotti a ritirare i figli dalle fabbriche e a farli frequentare scuole apposite, che prevedono il rapido ricupero degli anni perduti e un avviamento professionale.

Per ampliare la disponibilita' di terreni: qui c’e' un dialogo con i proprietari di terreni incolti. Viene proposto un affitto a lungo termine. La fatica e il costo della bonifica dei terreni vengono ad essere compensati da un periodo abbastanza lungo di possibile sfruttamento dei terreni stessi.

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Una educazione a tutto campo alla nonviolenza

Nelle scuole con specifici programmi di educazione alla nonviolenza, pratica di yoga, addestramento alla concentrazione, e la pratica di forme di democrazia responsabile: assemblea dei bambini ( Balar sabha), addestramento a ricercare il bene comune e a decidere per consenso; elezione di vari ministri che rispondono ai compagni del loro impegno nel settore per il quale sono stati eletti.

Si tratta di impegni  non da poco: educazione (sostituire il maestro in qualche insegnamento); giardinaggio; disciplina; organizzazione delle feste; direzione della ginnastica; direzione della preghiera; sanita'.

Quest’ultimo e' il compito piu' difficile, che richiede un previo apprendimento di nozioni di igiene, puericultura, profilassi, pronto soccorso. Chiaramente a livello percepibile da un/a bambino/a intelligente. Questi “piccoli dottori, kutty doctors” sono in grado di seguire la crescita dei compagni, la loro igiene e quella dell’ambiente, riconoscere alcune malattie contagiose importanti come la lebbra, la scabbia, la pediculosi ecc. E sono in grado di fare qualche medicazione di pronto soccorso.

Importante poi il collegamento con l’operatore sanitario del villaggio e di questo col medico.

Gli insegnanti, a loro volta, per essere in grado di costruire un ambiente intimamente nonviolento vengono invitati a vivere nel villaggio in cui insegnano; a riunirsi per risolvere insieme i problemi che incontrano nell’organizzazione della scuola. Periodicamente poi gli insegnanti vengono inviati in centri in cui si insegna yoga, nonviolenza, concentrazione, ecc.

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Nel villaggio

Nel villaggio si cerca di costituire una assemblea (Gram sabha)  cui tutti devono partecipare, o quantomeno i capifamiglia, ma devono esserci  anche le donne e i paria. L’assemblea deve ricercare il bene comune e decidere per consenso. Gandhi infatti riteneva che se le decisioni sono prese a maggioranza, la minoranza e' oppressa.

Lavoro comunitario.

Organizzazione di Shg (gruppi di autoaiuto femminili) e Leg (analoga per i maschi).

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L'impressione dei viaggiatori e la realta'

L’impressione dei viaggiatori e' quella di un ambiente naturalmente nonviolento. Ma sappiamo che non e' cosi' naturale, perche' in India c’e' tutto e il contrario di tutto. Ci sono i seguaci della religione giainista che si preoccupano di non pestare una formica o di non ingoiare inavvertitamente un moscerino, c’e' un generale rispetto per gli animali, e viceversa ci sono aborti selettivi che stanno causando la mancanza di milioni di bambine. Infatti il numero delle ragazze non e' piu' adeguato a quello dei maschietti, come la natura aveva saggiamente disposto. Per non parlare degli omicidi, della violenza sulle donne, dei recenti eccessi sanguinosi causati da estremisti di religioni diverse,  aumentati da quando era al governo federale il partito religioso indu', Baratha Janata Party.

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Collegamento

I villaggi sono poi collegati tra loro, con rappresentanze della base, sempre con gli stessi metodi, a livello di Block (tipo le nostre province) e con organizzazioni piu' ampie per la lavorazione e la commercializzazione del latte, dei prodotti di artigianato, ecc. Mercati bisettimanali consentono agli abitanti di un villaggio di procurarsi i prodotti che mancano nel loro villaggio da contadini o artigiani di altri villaggi al minimo prezzo e col massimo guadagno.

 
6. AMICIZIE. PEPPE SINI: JONES MANNINO COME EDUCATORE
 
Redigendo ahime' frettolosamente la breve notizia biografica che accompagnava ieri un intervento di Jones Mannino lo ho definito ricercatore sociale e docente.
Nella sua limpidezza ed intransigenza di persona di adamantina onesta' Jones mi ha scritto per chiedermi di rettificare. Mi scrive: "Caro Peppe, ti prego di rettificare la mia nota biografica. Non sono ricercatore, ne' docente, ne insegnante di alcunche'... Sono precario da dieci anni in una pubblica amministrazione regionale e impegnato nel sindacato per tirare fuori me stesso e le/i mie/i colleghi da questa frustrante condizione. Mi occupo di gestione di database statistici epidemiologici e sanitari regionali. Fin dagli anni '80 impegnato nei movimenti pacifisti (Comiso) e antinucleari, ambientalisti e antimafia e successivamente nei movimenti studenteschi post-pantera. Ho militato in numerose organizzazioni politiche di partito e di movimento e in diverse associazioni politico-culturali. Nel 2000 ho incontrato la riflessione dei gruppi maschili impegnati contro la violenza maschile sulle donne, l'omofobia, e i saperi e le pratiche politiche neutre-universali (maschili) e ho contribuito alla costruzione di una rete nazionale di tali gruppi. Nel 2001 ho partecipato alle giornate di Genova con il gruppo romano di azione diretta nonviolenta 'Brigata Molle'. Appassionato (da profano) alla storia orale ho collaborato alle attivita' del Circolo 'Gianni Bosio' di Roma e con ricercatori delle universita' di Palermo e Catania ho avuto la straodinaria possibilita' di partecipare a una lunga e approfondita ricerca di storia orale sulla strage di Portella della Ginestra. Nel 2006 ho promosso con altri uomini l'appello 'La violenza contro le donne ci riguarda: prendiamo la parola come uomini' e la nascita dell'associazione nazionale Maschileplurale. Dallo stesso anno faccio parte della redazione del sito www.maschileplurale.it Credo che diverse persone del circolo Bosio seguano il notiziario e non vorrei che qualcuno pensasse che mi faccio bello con il nome del circolo in un campo in cui il mio impegno (per altro sempre piu' ridotto al lumicino) non ha nulla di professionale".
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Cosi' mi scrive questo eccellente amico, e le sue parole mi piace riportare poiche' gli fanno vieppiu' onore.
Ma devo insistere nella mia opinione: Jones Mannino e' anche un ricercatore sociale, cosi' come lo erano Danilo Montaldi e Danilo Dolci. Ed e' anche un educatore, certo alternativo, come lo e' stata Virginia Woolf, come lo e' stato Lorenzo Milani.
E l'esperienza di "Maschile plurale" in cui e' cosi' intensamente impegnato a me sembra, infatti, un rilevante esempio di ricerca-azione e un'intrapresa educativa profonda e necessaria; un'esperienza nitidamente nonviolenta perche' postasi e cresciuta alla scuola del femminismo, che della nonviolenza e' la corrente calda e il maggior inveramento storico.
 
7. DOCUMENTI. UNA LETTERA APERTA ALLA COMMISSIONE TRASPORTI DELLA REGIONE LAZIO
[Riceviamo e diffondiamo]
 
Al Presidente della Commissione Trasporti della Regione Lazio, a tutti i membri della Commissione Trasporti della Regione Lazio
e per opportuna conoscenza: al prefetto di Viterbo, al sindaco del Comune di Viterbo, al presidente della Provincia di Viterbo, alla presidente della Regione Lazio, all'assessore all'ambiente del Comune di Viterbo, a tutti i consiglieri del Comune di Viterbo, all'assessore all'ambiente della Provincia di Viterbo, a tutti i consiglieri della Provincia di Viterbo, all'assessore all'ambiente della Regione Lazio, a tutti i consiglieri della Regione Lazio, alla ministra dell'Ambiente, al ministro dei Beni Culturali, al ministro della Salute, al ministro dei Trasporti, alla ministra del Turismo, ai mezzi d'informazione locali e nazionali
Oggetto: Appello in difesa dell'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame; contro la realizzazione di un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge
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Gentile Presidente e gentili membri della Commissione Trasporti della Regione Lazio,
vi segnaliamo che l'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame a Viterbo, di dantesca memoria, un vero e proprio bene dell'umanita', e' gravemente minacciata di irreversibile devastazione e catastrofico inquinamento da manovre speculative di selvaggia aggressione sia del territorio e dei beni naturali e culturali, sia della salute e dei diritti della popolazione locale.
Punta di lancia di questa aggressione e' il progetto dissennato ed illecito di realizzare, nel cuore di un'area cosi' unica e preziosa, un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge.
La realizzazione del mega-aeroporto nel cuore dell'area del Bulicame avrebbe come immediate e disastrose conseguenze: a) lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante; c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta'); e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu'; f) uno sperpero colossale di soldi pubblici; g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.
Quell'area va tutelata nel modo piu' adeguato: istituendovi un parco naturalistico, archeologico e termale; e fin d'ora respingendo ogni operazione speculativa, inquinante, devastatrice, illecita.
Con la presente lettera sollecitiamo un vostro impegno in difesa di questa preziosa area, assurdamente minacciata di irreversibile devastazione, e in difesa del diritto alla salute della popolazione viterbese; un impegno che si opponga alla realizzazione di un insensato ed illegale mega-aeroporto nel cuore dell'area del Bullicame a Viterbo.
Restando a disposizione per ogni ulteriore informazione, distinti saluti,
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le persone partecipanti all'incontro di formazione alla nonviolenza svoltosi domenica 12 settembre 2010 presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo
Viterbo, 12 settembre 2010
Per comunicazioni: partecipanti agli incontri di formazione alla nonviolenza presso il centro sociale "Valle Faul", strada Castel d'Asso snc, 01100 Viterbo, e-mail: viterbooltreilmuro at gmail.com
 

8. INCONTRI. AD AREZZO DAL 17 AL 19 SETTEMBRE

[Dall’Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo riceviamo e diffondiamo]

 

Si svolgeranno ad Arezzo dal 17 al 19 settembre 2010 le V Giornate mediche italiane dell’ambiente, promosse dalla sezione italiana dell’International Society of Doctors for the Environment - Associazione italiana medici per l’ambiente.

Nei tre giorni di studio sara' posta l’attenzione sull’origine epigenetica delle malattie dell’adulto e in particolare sulle patologie neurodegenerative, immunomediate, endocrino-metaboliche e neoplastiche, in relazione all’esposizione delle popolazioni a fonti di inquinamento ambientale.

Al convegno, che vede la partecipazione di insigni studiosi, ricercatori e professori della comunita' scientifica nazionale ed internazionale, partecipera' la dottoressa Antonella Litta referente per Viterbo dell’Isde.

La dottoressa Litta terra' una relazione sul tema” La pandemia silenziosa: esposizione materna agli inquinanti ambientali e danni neurologici“ che prendera' in esame l’aumento delle patologie del neurosviluppo, del morbo di Parkinson e delle altre malattie neuro-degenerative, evidenziando la connessione, sempre piu' evidente scientificamente, con l’esposizione materna ad inquinanti chimici ambientali sia in epoca pre-concezionale che  durante il periodo della gravidanza.

La dottoressa Litta relazionera' anche sul tema “Potabilita' e salubrita' dell'acqua, bene comune e risorsa da tutelare per contrastare la pandemia silenziosa: il caso di studio del lago di Vico".

In questa relazione sara' illustrata alla comunita' scientifica la grave situazione del degrado della qualita' delle acque del lago di Vico, i possibili rischi sanitari derivanti per le popolazioni di Caprarola e Ronciglione che ne utilizzano le acqua, e sara' illustrata anche l’azione di studio e di documentazione scientifica svolta dall’Isde di Viterbo su questa vicenda insieme alle proposte  elaborate per la bonifica del lago e per la tutela della salute delle persone.

 
9. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO
 
Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com
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COI PIEDI PER TERRA
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Numero 355 del 15 settembre 2010
 
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