Telegrammi. 311



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 311 del 12 settembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Fra tre settimane
2. Oggi a Viterbo
3. Severino Vardacampi: Una cosa di sinistra
4. Mohandas Gandhi: La morale
5. Per sostenere il Movimento Nonviolento
6. "Azione nonviolenta"
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
 
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: FRA TRE SETTIMANE
 
Fra tre settimane, sabato 2 ottobre 2010, su iniziativa dell'Onu si celebrera' in varie parti del mondo la Giornata internazionale della nonviolenza, nell'anniversario della nascita di Mohandas K. Gandhi.
Sarebbe cosa bella, buona e giusta che anche in Italia in ogni citta', in ogni scuola, in ogni istituzione, in ogni centro d'aggregazione in cui vi siano persone di volonta' buona e di retto sentire si promuovessero iniziative di testimonianza e di sensibilizzazione, per la pace, la solidarieta', la difesa della biosfera.
In tre settimane e' possibile organizzare iniziative ovunque: iniziative modeste e chiare, iniziative limpide e coerenti, iniziative polifoniche ed accoglienti, iniziative che informino ed impegnino; ed e' questo l'appello che rivolgiamo a tutte le persone amiche della nonviolenza, a tutte le persone amiche dell'umanita'.
 
2. INCONTRI. OGGI A VITERBO
 
Oggi, domenica 12 settembre 2010, con inizio alle ore 15,30, presso il centro sociale autogestito "Valle Faul" a Viterbo, si svolgera' il quarantunesimo incontro di studio del percorso di formazione e informazione nonviolenta iniziato da alcuni mesi.
All'incontro partecipa il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo.
Il centro sociale autogestito "Valle Faul" si trova in strada Castel d'Asso snc, a Viterbo.
L'iniziativa e' ovviamente aperta alla partecipazione di tutte le persone interessate.
 
3. RIFLESSIONE. SEVERINO VARDACAMPI: UNA COSA DI SINISTRA
 
Non mi appassiona affatto la querelle tra Berlusconi e Fini: questo e quello per me pari sono; insieme al loro degno compare Bossi, sono i vertici dell'eversione dall'alto che negli ultimi vent'anni ha cercato di restaurare, mutatis mutandis, tanti aspetti di un altro funesto ventennio. Largamente riuscendosi, per nostra comune sventura.
Mi interessa invece molto la crisi del regime berlusconiano, nella sua accelerazione giunta forse a un nuovo fracasso, a un nuovo possibile punto di svolta, e forse di non ritorno.
E se vi fosse in Italia un pezzo di ceto politico in grado di rappresentare con un minimo di intelligenza la parte democratica ed antifascista della popolazione italiana - che e' tuttora maggioritaria anche se da anni ripetutamente subisce il dominio del governo golpista di una minoranza organizzata -, ebbene, il berlusconismo come macchina politica sarebbe gia' morto e sepolto dal 1996, o dal 2006. Invece.
*
Perche' questo e' il nocciolo della questione secondo il mio modesto punto di vista di vecchio dirigente della sinistra italiana del secolo scorso: che una ragionevole alleanza del fronte antifascista potrebbe sconfiggere il blocco berlusconiano per la terza volta, e difficilmente Berlusconi potrebbe dall'opposizione mantenere l'impunita' e tenere insieme la sua coalizione di fascisti, razzisti, mafiosi, prosseneti, corruttori e corrotti per un quinquennio ancora. Privati del potere politico, i malfattori e i golpisti dovranno prima o poi rispondere dei loro crimini nelle aule di giustizia.
*
Ma il punto decisivo e' il seguente: che per ricostituire un'alleanza antifascista dignitosa occorre la presenza nell'agone politico - ed elettorale - di una sinistra decente. Una sinistra nonviolenta.
E questa sinistra dovrebbe avere due punti programmatici fondamentali: l'opposizione alla guerra assassina, l'opposizione al colpo di stato razzista.
Su tutto il resto e' possibile e finanche facile trovare accordi per costruire un'alleanza con il resto del fronte che almeno a parole si dichiara democratico e costituzionale, antifascista e antimafia: ma sull'opposizione alla guerra ed al colpo di stato razzista occorre un soggetto politico che abbia fatto la scelta della nonviolenza. Rompendo ogni ambiguita', uscendo da ogni subalternita'.
E la costruzione di questo soggetto politico non puo' essere delegata ai partiti che durante l'esperienza dei due governi Prodi si sono prostituiti al razzismo (la legge Turco-Napolitano che riapri' i campi di concentramento) e alla guerra (la guerra afgana che tuttora perdura).
Ed in tale compito non ci sono di aiuto neppure i cialtroni che pur proclamandosi amici della nonviolenza dal ceto politico razzista e guerrafondaio si sono lasciati comprare e corrompere.
Se una cosa serve oggi in Italia, e' la costruzione di un'autonoma presenza della nonviolenza organizzata nelle istituzioni, affrontando il confronto elettorale promuovendo persuasamente e necessariamente la coalizione antifascista, ma insieme presentando proprie autonome liste.
Il resto e' silenzio; o peggio: chiacchiericcio narcotico e complice.
*
Cosi' come nell'Ottocento il movimento delle oppresse e degli oppressi costrui' proprie organizzazioni di lotta sociale e politica; cosi' come nel secondo Novecento una nuova sinistra si oppose allo stalinismo per le ragioni che Rosa Luxemburg aveva indicato negli anni Dieci antivedendo gli sviluppi totalitari di tutti gli approcci rivoluzionari fondati su modelli e metodi autoritari e militaristi; cosi' come successivamente il femminismo e l'ambientalismo hanno aperto nuove prospettive di pensiero ed azione e relazione; oggi si pone la necessita' che la nonviolenza, ereditando, intrecciando e inverando secolari esperienze socialiste e libertarie, antirazziste ed internazionaliste, femministe ed ecologiste, divenga esperienza politica di solidarieta' e di liberazione, di inveramento dei diritti umani di tutti gli esseri umani e di difesa della biosfera, anche nelle forme specifiche di un cammino di piena valorizzazione delle istituzioni democratiche: e l'autonoma organizzazione politica - reticolare e plurale, reversibile e biodegradabile, ma organizzazione -, cosi' come la partecipazione diretta al confronto elettorale - costruita dal basso, in forme revocabili ed aperte, ma con un'autonoma esplicita presenza -, ne sono passaggi ineludibili.
Di questo, a me sembra, dovremmo urgentemente ragionare.
 
4. MAESTRI. MOHANDAS GANDHI: LA MORALE
[Da Mohandas Karamchand Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino 1973, 1996, p. 354.
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi: Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006]
 
La morale che si puo' legittimamente trarre dalla spaventosa tragedia provocata dalla bomba atomica e' che una bomba non puo' essere distrutta da un'altra bomba, come la violenza non puo' essere eliminata dalla violenza. Il genere umano puo' liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla nonviolenza. L'odio puo' essere sconfitto soltanto con l'amore.
 
5. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Sostenere finanziariamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

6. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riedizioni
- Stanley Milgram, Obbedienza all'autorita', Einaudi, Torino 2003, Fabbri - Rcs Libri, Milano 2007, 2010, pp. XLVIII + 204, euro 9,90.
- Silvio Pellico, Le mie prigioni, (con le Addizioni di Piero Maroncelli), Rcs Rizzoli Libri, Milano 1953, 2010, pp. 436, euro 7,50 (in supplemento al "Corriere della sera").
 
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
9. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 311 del 12 settembre 2010
 
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