Telegrammi. 292
- Subject: Telegrammi. 292
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 24 Aug 2010 00:31:07 +0200
| TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO 
 Numero 292 del 24 agosto 2010 Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal 
Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della 
nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Paolo Arena e Marco 
Graziotti intervistano Massimo 
Grandicelli 2. Paolo Arena e Marco 
Graziotti intervistano Anna 
Pascuzzo 3. 
Toshiko Hamamako: Affinche' 
l'incubo non si ripeta 4. Si e' 
svolto il 22 agosto a Viterbo un incontro di formazione e informazione 
nonviolenta a Viterbo 5. Il 
cinque per mille al Movimento Nonviolento 6. 
"Azione nonviolenta" 7. 
Segnalazioni librarie 8. La "Carta" del Movimento 
Nonviolento 9. Per saperne di piu' 1. 
LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI 
INTERVISTANO MASSIMO GRANDICELLI [Ringraziamo Paolo 
Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco 
Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci 
messo a disposizione questa intervista a Massimo Grandicelli. Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo. Per un 
breve profilo di Massimo Grandicelli si veda la risposta alla penultima domanda 
di questa 
intervista] 
 - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Come e' avvenuto il suo 
accostamento alla nonviolenza? - 
Massimo Grandicelli: Non si e’ trattato di un vero e proprio avvicinamento. Ho 
sempre letto molto e, grazie ai miei oltre 67 anni, posso dire di essere stato 
compagno d’epoca di don Milani, di Capitini e di Dolci; inoltre, la mia 
formazione intellettuale, oltre che a un’impostazione che oggi potrebbe essere 
definita liberal-progressista, ricevuta in famiglia, deve molto a Gandhi e a 
Bertrand Russell, del secondo dei quali ho assorbito pressoche’ l’intera opera. 
Per questo ci tengo a precisare che il mio pacifismo e la mia cultura 
nonviolenta non sono affatto di natura integralista, ma seguono la linea 
riconducibile proprio a Russell, che fini’ in carcere perche’ non interventista 
durante il primo conflitto mondiale, ma che all’alba del secondo non ebbe alcuna 
difficolta’ a sostenere che davanti a forze come nazismo e fascismo (che defini’ 
la copia deforme del comunismo), schierarsi diveniva un fatto di difesa 
personale e pubblica. Un atteggiamento che trovo’ sostegno anche in Einstein e 
altri intellettuali dell’epoca, anche se con varie graduazioni. La mia 
posizione non deve essere pero’ essere considerata nei termini di un attivista 
della nonviolenza: nella frazione del mio tempo che concedo alle varie forme di 
partecipazione sociale sono attivista di Amnesty International; seguo anche con 
attenzione la situazione geopolitica mondiale, i suoi rapporti con le risorse 
disponibili e le ricadute ambientali che ne derivano, nonche’ la situazione 
politica del nostro Paese, che considero sempre piu’ infelice. La mia 
nonviolenza e’ pertanto piu’ che altro una filosofia di vita, maturata negli 
anni della formazione, che non ho piu’ modo di mettere in discussione, anche se, 
a tratti, mi capita di rileggere Gandhi, don Milani e gli altri, soprattutto 
quando mi accade di dover sostenere qualche forma di confronto; per il resto 
ammetto di non essermi aggiornato piu’ che tanto, anche se anni addietro 
scopersi con sorpresa la figura di Badshah Khan. Negli ultimi anni, il 
nutrimento della mia teoretica della nonviolenza e’ debitore quasi esclusivo dei 
notiziari del Centro di ricerca per la pace di Viterbo. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno 
contato di piu' per lei, e perche'?  - 
Massimo Grandicelli: Gandhi in primo luogo, che rimane di una 
universalita’ senza pari, anche se, ripeto, il suo messaggio risente della 
particolare cornice del rapporto India-Inghilterra, che aveva colonizzato il 
paese imponendo persino la lingua, sia pure con il metodo soft di condizionarvi 
l’accesso a determinate cariche pubbliche. Poi tutti gli altri 
che ho nominato. Aggiungo pero’ che la nonviolenza difficilmente puo’ scaturire 
dalla semplice lettura di un testo, il quale puo’ al piu’ costituire un supporto 
ad adiuvandum; essa e’ infatti un modo di essere e puo’ derivare direttamente 
solo da un’impostazione mentale aperta basata sul rifiuto di qualsiasi assoluto 
o dogma. Sotto tale punto di vista e’ possibile ricondurre le cause di un 
siffatto sviluppo del pensiero (oltre che direttamente alla cultura 
dell’ambiente in cui ci si sviluppa) indirettamente a un numero veramente 
sterminato di soggetti, anche non direttamente connessi al tema, protagonisti di 
arte, cultura, politica e scienza, da Pericle a Cicerone, a Seneca, dagli 
Scolastici a Dante, a Petrarca, dagli Umanisti ai giganti del pensiero, 
soprattutto scientifico, sei-settecentesco, come Cartesio, Galilei e Newton, 
agli Illuministi, per finire nel nostro tempo (e mi scuso per il riassunto 
superveloce). La nonviolenza e’ poi 
fenomeno squisitamente moderno, quando finalmente si sono creati gli assetti 
politico-sociali in grado di consentire la messa in discussione della guerra, 
per millenni strumento di politica nell’indifferenza generale, tranne che delle 
vittime, che pero’ sono state a lungo prive del diritto di parola. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un 
giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno 
che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e 
scolastica? - 
Massimo Grandicelli: L’opera di Gandhi, Capitini, Dolci e don Milani 
rimane un esempio di sinteticita’; i loro piu’ attuali epigoni sono piu’ 
analitici e meno immediati nella fruibilita’. Russell richiede per un giovane un 
certo sforzo; infatti, non poche delle sue tesi possono oggi apparire a un 
giovane nato e vissuto nella disinibita cultura attuale come superate; 
diversamente andava per l’epoca fascista e ancor piu’ nel dopoguerra, quando 
costituirono altrettante sorgenti di liberta’ e verita’ in un periodo bigotto e 
oscurantista, in cui gli inossidabili avanzi di fascismo, sposati al 
clericalismo imperante, rendevano dura la vita a chiunque volesse mettere in 
discussione i dogmatismi “di stato” in misura persino piu’ intensiva che nel 
ventennio; si tratta  tuttavia di una patina dovuta al tempo; la sua 
concezione della liberta’ di pensiero e del rispetto per gli altri rimane 
tuttora un modello. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel 
mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere 
sostenute con piu' impegno? - 
Massimo Grandicelli: Non sono molto al corrente sulle iniziative 
specifiche in materia, per i motivi esposti prima; tuttavia, le iniziative 
contro le guerre e le dittature di qualsiasi forma e dimensione rivendicano 
certo la priorita’, anche se le forme in cui la violenza si manifesta sono molte 
e subdole; in proposito, un ruolo fondamentale e’ rivestito dall’informazione: 
non si puo’ combattere cio’ che non si conosce e per combattere occorrono 
informazioni; in questo, il ruolo del Centro di Viterbo e’ fondamentale e 
mi risulta unico in Italia. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed 
urgente un impegno nonviolento? - 
Massimo Grandicelli: La nonviolenza e’ una necessita’ in tutti i campi 
dell’umano agire; non c’e’ segmento della politica e del sociale, in tutte le 
sue articolazioni, che non ne sia interessato; purtroppo in un’epoca i cui si 
osannano indegnamente i valori dell’individualismo piu’ sfrenato, gabellati per 
superiorita’, e si rinnega la cultura della collaborazione, che ha permesso 
all’umanita’ di sollevarsi dal paleolitico in qua, inneggiando a una malintesa 
competizione, il cui vettore e’ esattamente inverso, le iniziative sono certo in 
numero inferiore al necessario.  Premesso pertanto che e’ necessario avere 
un occhio fisso alle tematiche della guerra, della criminalita’, in particolare 
quella cosiddetta organizzata, dei diritti della donna, dei lavoratori, dei 
migranti e in genere di tutti gli oppressi, ritengo fondamentale mantenere 
l’attenzione rivolta al principio comune, di cui i casi elencati rappresentano 
solo applicazioni, che lo contengono come invariante; la sopraffazione dell’uomo 
sull’uomo e’ infatti un atteggiamento che si puo’ rintracciare continuamente 
persino nei solo apparentemente innocenti rapporti di lavoro tra un coordinatore 
e un esecutore, quale che sia il contesto. E’ quindi necessaria un’opera di 
educazione veramente fondamentale, che pero’ non scorgo neppure in 
embrione. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne 
segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza 
organizzata oggi in Italia? - 
Massimo Grandicelli: Gli consiglierei di iscriversi nella lista di questo 
notiziario e di seguirne con attenzione i solo apparentemente ripetitivi 
messaggi e la preziosa bibliografia. Poi gli consiglierei di attivarsi presso 
un’organizzazione come Amnesty o Emergency, solo pero’ dopo averlo messo in 
guardia di non aspettarsi miracoli; qualsiasi organizzazione umana, infatti, 
presto si inquina di personaggi le cui finalita’ sono tutt’altro che 
trasparenti. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le 
sue caratteristiche fondamentali? - 
Massimo Grandicelli: Come il rifiuto di concepire i rapporti con qualcuno 
o qualche cosa in termini di prevaricazione. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e 
femminismo? - 
Massimo Grandicelli: Il femminismo fu/e’ una reazione a una concezione 
violenta, perche’ prevaricante, dei rapporti uomo/donna; tuttavia ha anche 
assunto forme in cui non e’ difficile percepire un’applicazione inversa di 
quello stesso fenomeno che si proponeva di combattere. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed 
ecologia? - 
Massimo Grandicelli: Una diretta conseguenza di quanto espresso sopra 
definendo la nonviolenza. Lo denuncia la stessa terminologia: si sente e si 
legge prevalentemente di sfruttamento anziche’ di utilizzo (possibilmente 
intelligente) delle risorse. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno 
antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di 
tutti gli esseri umani? - 
Massimo Grandicelli: Idem come sopra. Una volta isolata e quindi 
eliminata la violenza dai rapporti tra i popoli, la prima conseguenza e’ la 
scomparsa di qualsiasi forma di razzismo e di negazione dei diritti a 
chicchessia. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta 
antimafia? - 
Massimo Grandicelli: Idem come sopra; la violenza e’ la base fondante di 
qualsiasi associazione mafiosa; una volta eliminata la violenza il rapporto di 
mafia svanisce. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del 
movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed 
oppresse? - 
Massimo Grandicelli: E’ un nesso raramente proposto; tuttavia e’ reale: 
lo sfruttamento e’ solo una della mille facce della violenza. Sostenevo prima 
che la violenza assume connotazioni subdole; una volta eliminata la violenza dai 
rapporti di lavoro, nei quali e’ presente con un’estensione sempre piu’ 
preoccupante, la prima forza a guadagnarne sarebbe proprio il lavoro stesso; 
c’e’ da dire che non di rado si rintraccia la violenza non solo nei rapporti 
datore/operatore, ma anche in quelli inversi. In cui e’ l’operatore a far 
violenza al datore; un esempio: negli anni Settanta (ma oggi sono cambiate le 
forme, non le sostanze) non era difficile sentire risuonare tesi del tipo: una 
volta che arrivo al lavoro, lo stipendio e’ gia’ guadagnato; il lavoro sarebbe 
quindi un surplus. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di 
liberazione dei popoli oppressi? - 
Massimo Grandicelli: Sono due modi di intendere non sempre allineati. La 
lezione di Gandhi e’ esplicita in materia; tuttavia, nel nostro tempo 
praticamente tutte le realta’ a mia conoscenza dove sia in corso qualche forma 
di rivendicazione, fanno uso della violenza. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e 
pacifismo? - 
Massimo Grandicelli: Il pacifismo e’ il rifiuto della guerra, che pero’ 
costituisce solo una delle possibili forme di violenza; ne deriva che il 
concetto di nonviolenza sia piu’ esteso di quello di pacifismo. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e 
antimilitarismo? - 
Massimo Grandicelli: C’e’ un nesso assai delicato e attiene alla 
necessita’ della difesa; al nostro stadio di evoluzione vedo difficile liberarsi 
delle forze armate, che sopravvivono in qualita’ di una sorta di polizia. Quello 
che dovrebbe essere tassativamente vietato e’ l’attacco, l’aggressione, cioe’. 
Ne deriva che si puo’ essere nonviolenti, ma non necessariamente 
antimilitaristi. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e 
disarmo? - 
Massimo Grandicelli: Il disarmo e’ una dottrina da perseguire, ma in 
termini generali e non unilaterali; valgono le considerazioni di cui alla 
domanda precedente. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza 
e diritto alla salute e all'assistenza? - 
Massimo Grandicelli: I diritti umani hanno carattere generale; la 
privazione di uno qualsiasi di quelli previsti deve rientrare tra le forme di 
violenza. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e 
psicoterapie? - 
Massimo Grandicelli: La nonviolenza si acquisisce con l’educazione e con 
il riconoscimento dei diritti fondamentali; vedo la psicoterapia piu’ legata a 
casi di patologia. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e 
informazione? - 
Massimo Grandicelli: Considero l’informazione un diritto fondamentale; si 
veda quanto dicevo prima sui diritti umani. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione 
filosofica? - 
Massimo Grandicelli: Per me la nonviolenza 
e’ una deduzione di un corretto, ragionevole e coerente “fare filosofia” a 
partire dai diritti fondamentali. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione 
delle e sulle religioni? - 
Massimo Grandicelli: Qualsiasi religione che voglia dirsi coerente 
dovrebbe prevedere la nonviolenza tra le sue deduzione “prime”. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione 
sull'educazione? - 
Massimo Grandicelli: L’educazione, gia’ nel senso “greco” e poi in 
quello illuministico, che valgono tuttora, muove dal primato della ragione sulla 
forza; l’avere presente i temi della nonviolenza dovrebbe costituire un 
deterrente a evitare “scorciatoie”, convenienti solo in apparenza. L’educazione 
dovrebbe aver chiaro in primis che la violenza e’ solo l’ultimo rifugio degli 
incapaci. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione 
sull'economia? - 
Massimo Grandicelli: Tutte le proposte 
dell’economia che implichino qualche forma di sfruttamento conducono a 
contraddizioni evidenti. Ne e’ prova palmare il cosiddetto “liberismo” che 
impazza da trent’anni e ha prodotto guasti impressionanti. Un’economia di 
sfruttamento implica la violenza e viceversa; la nonviolenza si lega a una 
visione economica a carattere sociale. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul 
diritto e le leggi? - 
Massimo Grandicelli: La legge non necessariamente implica 
l’equita’, che e’ un concetto indipendente; una visione nonviolenta e’ 
indispensabile per pensare un corpus di leggi piu’ equo. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione 
sull'etica e sulla bioetica? - 
Massimo Grandicelli: Un’etica puo’ essere 
equa o iniqua, a seconda dei principi morali a cui si informa; se tra questi 
concetti includiamo la nonviolenza avremo di necessita’ un’etica piu’ equa. La 
bioetica e’ pero’ un discorso a parte: in generale puo’ valere quanto affermato 
sopra, ma e’ necessario evitare di cadere in concezioni “assolute”, come quella 
che voleva la Englaro attaccata alle macchine senza limiti, o che vieta l’aborto 
quando l’embrione e’ ancora paradossalmente una morula di cellule staminali. 
Tali tesi estremiste non derivano da un’analisi logica dei concetti, ma dalla 
corruzione del concetto di nonviolenza con l’innesto di convinzioni religiose o 
comunque estranee. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione 
sulla scienza e la tecnologia? - 
Massimo Grandicelli: Penso a tutte le alternative possibili a 
tecniche come la vivisezione. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione 
storica e alla pratica storiografica? - 
Massimo Grandicelli: La nonviolenza e’ soprattutto un 
atteggiamento dell’animo; un po’ come la visione zen del mondo, illumina 
qualsiasi azione. Se c’e’ un campo in cui la corruzione soggettiva dei fatti ad 
opera del pregiudizio soggettivo e’ subdolamente in agguato questo e’ proprio la 
ricerca storica. E il falso e’ un’altra forma di violenza. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una 
grande importanza il metodo del consenso: come lo 
caratterizzerebbe? - 
Massimo Grandicelli: Non capisco bene cosa 
si intenda; un consenso generale sincero e’ praticamente impossibile da 
conseguire; nel mio lavoro di dirigente ho sempre attribuito grande valore anche 
al dissenso, apparendomi il consenso una forma troppo simile all’omerta’; al 
momento di decidere, tuttavia, cercavo per quanto possibile di decidere in 
comitato; nei casi irrimediabilmente dubbi valeva la mia parola, perche’ la 
responsabilita’ in fondo era la mia. E’ evidente che menti preparate a un 
approccio nonviolento tendono a conciliarsi; torniamo quindi a un problema di 
educazione. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza 
nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e 
perche'? - 
Massimo Grandicelli: E’ importante in un dissidio mettere in luce 
tutti gli enunciati infondati e contradditori; ritengo fondamentale 
un’educazione, oltre che nonviolenta, anche logico-formale. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla 
nonviolenza? - 
Massimo Grandicelli: Metterei da subito, 
soprattutto ai giovanissimi, l’accento sulla priorita’ della cooperazione sulla 
competitivita’; esattamente il contrario del messaggio incivile che l’attuale 
societa’ trasmette ai giovani. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento 
all'azione nonviolenta? - 
Massimo Grandicelli: Anche per mezzo 
dell’esercizio a sport cooperativi piu’ che competitivi. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze 
editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a 
promuovere la nonviolenza? - 
Massimo Grandicelli: Non sono molto informato: la mia impressione 
e’ che quasi si debba partire da zero, in materia. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed 
universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o 
a promuovere la nonviolenza? - 
Massimo Grandicelli: Idem come per il punto 
precedente. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno 
sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E 
perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e 
l'efficacia della loro azione? - 
Massimo Grandicelli: E’ cosi’; accade perche’ il concetto di 
nonviolenza non e’ incorporato nel messaggio educativo formalizzato da scuole e 
universita’. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di 
migliori forme di coordinamento? E se si', come? - 
Massimo Grandicelli: Piu’ che altro dovrebbero aumentare i 
movimenti che esplicitamente includano la nonviolenza tra i loro principi 
informatori. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di 
ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali 
caratteristiche? - 
Massimo Grandicelli: Non credo sia un problema di 
strumenti. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali 
rapporti? - 
Massimo Grandicelli: Scarsi, ho l’impressione. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali 
rapporti? - 
Massimo Grandicelli: Scarsi. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali 
rapporti? - 
Massimo Grandicelli: Scarsi. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali 
rapporti? - 
Massimo Grandicelli: Inesistenti, ho 
l’impressione. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali 
rapporti? - 
Massimo Grandicelli: Inesistenti, ho l’impressione. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e agenzie della socializzazione: 
quali rapporti? - 
Massimo Grandicelli: Inesistenti, ho l’impressione. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e pratiche artistiche: quali 
rapporti? - 
Massimo Grandicelli: Occasionali, direi. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come 
concretamente nella sua esperienza essa si e' data? - 
Massimo Grandicelli: Pressoche’ tutte le persone che frequento 
tendono alla nonviolenza, anche inconsapevolmente. La nonviolenza e’ intrinseca 
all’amicizia, quella vera; un’amicizia che non rifiuti la violenza o accetta 
l’incoerenza o prima o poi si trovera’ nella condizione di rinnegare l’amicizia 
stessa. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unita' 
dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni? - 
Massimo Grandicelli: La concezione dell’unicita’ del mondo, non 
solo dell’umanita’ e della vita, e’ l’assioma di base da cui la nonviolenza 
discende. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e politica: quale 
relazione? - 
Massimo Grandicelli: Nessuna o falsa. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale 
relazione? - 
Massimo Grandicelli: Il rispetto del “tutto”, di cui cio’ 
che ci e’ caro e’ solo parte, deve informare continuamente i nostri 
atti. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui 
si vive: quale relazione? - 
Massimo Grandicelli: Non solo dove si vive, vedi quanto 
dicevo prima. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui 
si vive: quale relazione? - 
Massimo Grandicelli: Si vedano le risposte precedenti. 
L’amore puo’ vivere solo in un contesto esente dalla violenza. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali 
riflessioni? - 
Massimo Grandicelli: Non concepire la morte come violenza ma come 
componente del tutto. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche 
della nonviolenza? - 
Massimo Grandicelli: Gandhi, Badshah Kahn, Dolci, Capitini e don 
Milani; come ho gia’ scritto la mia conoscenza non va oltre. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi 
nel mondo? - 
Massimo Grandicelli: Marginale. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi 
in Italia? - 
Massimo Grandicelli: Meno che marginale. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: E' adeguato il rapporto tra movimenti 
nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come 
migliorarlo? - 
Massimo Grandicelli: Non saprei. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione 
diffusa della nonviolenza oggi in Italia? - 
Massimo Grandicelli: Scarsa. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi 
sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza 
adeguata della nonviolenza? - 
Massimo Grandicelli: E’ necessario 
raggiungere le basi dell’educazione, che purtroppo stanno vivendo da noi uno dei 
momenti piu’ bassi della nostra storia. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale 
relazione? - 
Massimo Grandicelli: La negazione della 
cultura rientra nella violenza contro un diritto fondamentale; naturalmente e’ 
necessario uno sforzo collettivo per espungere quelle forme che presso talune 
realta’ sono considerate forme di “costume”, mentre sono in realta’ vere e 
proprie forme di violenza contro la persona (leggi “infibulazione”, 
ecc.). * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e conoscenza di se': quale 
relazione? La nonviolenza e’ la 
base per il rifiuto di qualunque eccesso, che sarebbe una violenza contro se’ 
stessi e il proprio corpo. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e linguaggio (ed anche: 
nonviolenza e semiotica): quale relazione? - 
Massimo Grandicelli: Il linguaggio vive un periodo all’insegna 
della violenza come mai si e’ registrato dal neolitico a oggi. E’ importante 
agire su questa leva; ma i media e soprattutto l’abbassamento della cultura 
scolastica, ad onta dell’aumento del numero di laureati (ormai abbiamo i 
“dottori 300 parole”) non aiutano. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale 
relazione? - 
Massimo Grandicelli: Di nuovo vale quanto detto prima. Ogni nostra 
manifestazione dovrebbe ricordarci del valore della nonviolenza. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e critica 
dell'industrialismo: quali implicazioni 
e conseguenze? - 
Massimo Grandicelli: E’ un discorso delicato. Anche difficile. 
L’industrialismo non e’ di per se’ una manifestazione di violenza; lo diviene 
quando in nome di un malinteso senso della “produttivita’” e del “mercato” 
(ormai due epiteti della violenza civile) si consente di fare a meno di un 
processo di analisi del minimo impatto. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e rispetto per i viventi, la 
biosfera, la "madre terra": quali implicazioni 
e conseguenze? - 
Massimo Grandicelli: Come dicevo prima, l’assioma di 
base da cui la nonviolenza discende e' la concezione 
dell’unicita’ del mondo, della vita e dell’umanita’. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza, compresenza, convivenza, 
scelte di vita comunitarie: quali implicazioni 
e conseguenze? - 
Massimo Grandicelli: Vedi la risposta 
precedente. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza, riconoscimento dell'altro, 
principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni 
e conseguenze? - 
Massimo Grandicelli: Nonviolenza non necessariamente comporta un 
unico modello di riferimento all’interesse generale. L’importante e’ che il 
“range” di scelte permanga nell’area della nonviolenza; le scelte di vita poi 
differenziano il grado di riferimento “all’altro”, che puo’ essere maggiore o 
minore a seconda della propria disponibilita’. I casi estremi di annullamento di 
se’ a favore di un altro mi sembrano ricadere nella violenza a se’ 
stessi. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale 
direzione? - 
Massimo Grandicelli: Il concetto di fondo e’ quello di “Amore per 
il tutto”. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? 
e quali possibilita'? - 
Massimo Grandicelli: Internet e’ uno strumento. Importantissimo per 
allargare l’area di coinvolgimento. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona 
(dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un 
lettore che non la conoscesse affatto? - 
Massimo Grandicelli: Ho 67 anni suonati e sono pensione. Nella vita sono 
stato dirigente in una grande istituzione, nell’ambito della quale ho avuto la 
fortuna di condurre i progetti piu’ complessi e decisivi di informatizzazione. 
Sono stato sposato 16 anni e ho avuto tre figli, ora molto grandi (da 36 a 42 
anni) e ho due nipoti. Ora sono separato da 27 anni, ma dopo alcune 
vicissitudini, mantengo una relazione importante, che pero’ non implica la 
convivenza. La mia preparazione scolastica include il corso d’ingegneria alla 
Sapienza, dal quale ho dovuto ritirarmi prima della laurea per una serie di 
disgrazie familiari. Non ho pero’ mai smesso di studiare e leggo moltissimo, 
quasi sempre saggi di pressoche’ tutto il campo scientifico, economico, legale e 
politico; oltre a riviste come “Le Scienze”, “Limes”, “Micromega”, "JP4 
Aeronautica", "Volare", "La Rivista Aeronautica Militare", "Meteorologia", e 
qualche altra, oltre a due quotidiani. Mi orizzonto quindi bene in fisica, 
ingegneria, matematica, astrofisica, logica formale, biologia, genetica, 
paleontologia, scienze del linguaggio, economia, diritto, ecc.; non per questo 
disdegno il campo umanistico e il libro presente costantemente sul mio comodino 
e’ la Commedia di Dante. Raramente pero’ leggo romanzi. Il mio patrimonio 
bibliotecario e’ di circa duemila unita’, piu’ i quasi mille che ho lasciato 
nella casa dove tuttora vive la mia ex-moglie. Quando ho tempo pratico 
l’arrampicata in montagna, sia su roccia che ghiaccio, lo sci-alpinismo; poi 
l’escursionismo spinto come forma di allenamento al dislivello e alla fatica 
continua. Sono in possesso dei brevetti di pilotaggio e pratico il volo 
acrobatico proprio a Viterbo. In gioventu’ e fino ai 50 anni ho anche 
esercitato molto l’immersione subacquea, con autorespiratori e senza, lasciando 
poi per ovvie esigenze di tempo. Sono alto 180 cm e peso 68 chili (dovrei 
perderne un paio per essere al meglio in montagna). Mangio poco (una volta al 
giorno) e bevo (pochissimo) solo in rare occasioni. Non fumo (ho smesso prima 
dei 28 anni), ne’ faccio uso di droghe e non ricorro mai ai medicinali per 
alcuna ragione, tranne ovviamente i casi eccezionali, come quando quattro anni 
fa dovetti ricorre a un antinfiammatorio. Oltre ai miei tre figli ho avuto la 
fortuna di incidere positivamente su due giovani, uno a 18 anni e l’altro a 27, 
oggi uno quarantunenne e felicemente pilota di lungo raggio, mentre l’altro, 
trentanovenne, e’ guida alpina, e con i quali intrattengo una splendida amicizia 
“alla pari”, che illumina la mia inevitabile decadenza. Spero basti 
cosi’. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe 
aggiungere? - 
Massimo Grandicelli: Si’; un concetto di minimizzazione del bisogno, che 
troppo spesso e’ alibi per le forme piu’ occulte e subdole di 
violenza. 2. 
LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI 
INTERVISTANO ANNA PASCUZZO [Ringraziamo Paolo 
Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco 
Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci 
messo a disposizione questa intervista ad Anna Pascuzzo. Per un 
breve profilo di Anna Pascuzzo si veda la risposta all'ultima domanda di questa 
intervista] 
 - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Come e' avvenuto il suo 
accostamento alla nonviolenza? - Anna Pascuzzo: Sono stata educata alla nonviolenza fin da bambina e, come molte bambine sono cresciuta per fortuna in un ambito familiare sano nel quale la violenza in quanto tale non si coglieva nemmeno nella "sberla" materna. Se nasci e cresci in un contesto in cui la relazione fra gli esseri umani e' ricca e civile nello scambio libero delle idee, la direzione della nonviolenza diviene l'unica possibile. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno 
contato di piu' per lei, e perche'? - Anna Pascuzzo: Amo molto Gandhi ma lo apprezzo piu' per il coraggio che come simbolo di nonviolenza. Credo che sia stato un uomo molto coraggioso ancor prima del non essere violento. Ho amato e continuo ad amare le donne del femminismo italiano, da quelle dell'800 (Anna Maria Mozzoni e Anna Kuliscioff) alle piu' recenti donne coraggiose nelle loro battaglie per i diritti, ma mai violente nella rivendicazione degli stessi (Luisa Muraro, Lidia Ravera, Lidia Menapace, Lorenza Rozzi, ecc.). * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica? - Anna Pascuzzo: il libro che in ogni caso consiglierei ad un adolescente, ripeto in ogni caso, e' il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupery... credo che un libro del genere vada letto e riletto piu' volte nella vita. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel 
mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere 
sostenute con piu' impegno? - Anna Pascuzzo: In Italia e nel mondo per fortuna si svolgono numerose iniziative contro la violenza, quelle che sostengo io personalmente (anche in quanto fondatrice del movimento antirazzista qui a Catanzaro) e' appunto il movimento antirazzista internazionale, ritengo infatti che la discriminazione sia la matrice di ogni violenza. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed 
urgente un impegno nonviolento? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne 
segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza 
organizzata oggi in Italia? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le 
sue caratteristiche fondamentali? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e 
femminismo? * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia? - Anna Pascuzzo: 
Coincidono. * * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del 
movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed 
oppresse? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di 
liberazione dei popoli oppressi? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo, 
tra 
nonviolenza e antimilitarismo, tra 
nonviolenza e disarmo? * * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e 
psicoterapie? - Anna Pascuzzo: Credo che le psicoterapie a volte siano violente ed invasive. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e 
informazione? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione 
filosofica? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione 
delle e sulle religioni? * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione? - Anna Pascuzzo: E' condizione necessaria per una educazione civile e democratica. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione 
sull'economia? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul 
diritto e le leggi? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione 
sull'etica e sulla bioetica? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione 
sulla scienza e la tecnologia? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione 
storica e alla pratica storiografica? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una 
grande importanza il metodo del consenso: come lo 
caratterizzerebbe? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza 
nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e 
perche'? - Anna Pascuzzo: Chiedo scusa per questa risposta, ma a mio avviso non ci sono "tecniche" di nonviolenza, la nonviolenza e' prassi quotidiana, non teoria o tecnica. * - Anna Pascuzzo: Indispensabile per un essere umano. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento 
all'azione nonviolenta? - Anna Pascuzzo: Non mi piace il termine addestramento. * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze 
editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a 
promuovere la nonviolenza? * * * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di 
migliori forme di coordinamento? E se si', come? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi 
di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali 
caratteristiche? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali 
rapporti? * * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali 
rapporti? * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti? - Anna Pascuzzo: 
Attualmente le forze politiche in 
Italia sono violentissime. * * * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e pratiche artistiche: quali 
rapporti? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come 
concretamente nella sua esperienza essa si e' data? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unita' 
dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e politica: quale 
relazione? * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale 
relazione? * * - Anna Pascuzzo: 
Coincidono. * * * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: E' adeguato il rapporto tra movimenti 
nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come 
migliorarlo? * * * * * * - Anna Pascuzzo: Il linguaggio nonviolento e' importantissimo, e' alla base di ogni civilta'. * * * - Paolo Arena e Marco 
Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati 
biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non 
la conoscesse affatto? - Anna Pascuzzo: Metto a 
disposizione alcuni dati estratti dal mio curriculum: nata a Catanzaro 
nel 1974 3. TESTIMONIANZE. TOSHIKO HAMAMAKO: AFFINCHE' L'INCUBO NON SI RIPETA [Ringraziamo 
Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a 
disposizione nella sua traduzione la seguente testimonianza di    Solo di 
recente ho cominciato a parlare della mia vita come sopravvissuta alla bomba 
atomica di Nagasaki. Ora ho 66 anni, ma ho trovato il coraggio di parlare agli 
altri di questo solo circa due anni fa. Fino ad allora, avevo mantenuto 
all'interno della mia famiglia la notizia del fatto di essere una 
sopravvissuta. Il mio silenzio aveva varie 
ragioni, la principale era la paura dello stigma e della discriminazione. 
Nell'opinione pubblica c'e' ancora l'idea che noi si sia pericolosi, perche' 
contaminati dalle radiazioni. Percio' per molti anni mia madre non mi disse 
mai che ero una sopravvissuta, e non mi parlo' mai neppure dei danni che 
lei e mia sorella maggiore avevano ricevuto dalla bomba. Per cui non sapevo di 
essere stata esposta alle radiazioni e all'esplosione, a Nagasaki, quando avevo 
solo un anno. Non ho alcun ricordo di cio' che e' accaduto. Fu solo quando 
avevo vent'anni che mia madre mi disse di far domanda al governo per il 
documento che mi avrebbe identificato come “hibakusha”, un riconoscimento che 
permette di avere cure mediche gratuite. Fu allora che seppi la verita'. Ero 
gia' sposata all'epoca, e lo dissi a mio marito. Lui mi rispose di non dirlo mai 
a nessun altro. Una 
delle piu' grandi paure fra gli hibakusha e' quella di essere respinti, di 
non potersi sposare. I giapponesi normali non vogliono sposarsi con noi, perche' 
temono che i nostri figli non saranno sani. Questo e' uno stigma che noi, 
specialmente se siamo donne, vogliamo evitare. Io sono considerata appartenente 
ai sopravvissuti alla bomba atomica "della giovane generazione". Questo gruppo 
comprende persone oggi sulla sessantina che erano infanti o bambini piccoli 
all'epoca dell'esplosione, percio' non abbiamo ricordi chiari sulla sofferenza 
fisica che i nostri genitori hanno sopportato, e raramente ci e' capitato 
di discutere con loro della bomba atomica. Siamo una generazione che a stento 
comprende la tragedia storica di quel periodo. Quest'ignoranza 
mi e' divenuta ancora piu' chiara quando sono andata a New York, nel maggio 
scorso, per partecipare alla Conferenza del Trattato per la non-proliferazione 
nucleare delle Nazioni Unite. Il pubblico americano mi faceva domande. Una a 
cui e' stato particolarmente difficile rispondere mi chiedeva se ero 
arrabbiata con gli americani per aver gettato la bomba su Nagasaki. Puo' suonare 
strano ad un pubblico straniero, ma io davvero non provo odio verso gli 
americani e non desidero che si scusino con me. Io credo fermamente che la mia 
missione sia lavorare con gli americani e con il resto del mondo per arrestare 
la proliferazione delle armi nucleari. Questo e' il mio sogno, 
questa e' la ragione per cui ho infine deciso di 
parlare. Oggi 
sento una forte responsabilita' nel lavorare per raggiungere tale scopo, e so 
che come sopravvissuta alla bomba atomica il mio ruolo e' speciale. Noi 
rappresentiamo la tragica testimonianza dell'incubo delle armi nucleari. Io 
voglio che l'opinione pubblica sappia e capisca che umana catastrofe causano le 
armi nucleari. Le bombe all'uranio lanciate su Hiroshima e Nagasaki hanno 
spazzato via decine di migliaia di persone, ne hanno ferite molte di piu', e 
causano sofferenza persino 65 anni dopo quei giorni fatali. Perche' la gente 
deve soffrire per gli errori commessi da politici irresponsabili? Quest'incubo 
non deve mai piu' ripetersi. Io sono 
profondamente grata al Presidente degli Usa Obama per aver promesso di 
impegnarsi affinche' il mondo sia libero da armi nucleari. La visita 
dell'ambasciatore statunitense a Hiroshima, il 6 agosto scorso, ci ha portato 
molta speranza, e cosi' la visita del Segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki 
Moon: i discorsi che ha fatto ad Hiroshima e a Nagasaki erano meravigliosi. 
Dobbiamo lavorare tutti insieme per l'ottenimento del nostro 
scopo. Ho 
una figlia di 44 anni, sposata. Anche lei e' identificata come hibakusha di 
seconda generazione ed ha la tessera che lo certifica. Se penso all'imbarazzo e 
alla vergogna che io provavo, vedo che mia figlia non e' disturbata dagli 
stessi dubbi. Ha reagito alla mia spiegazione come ad un mero dato di fatto. Io 
penso che sia molto coraggiosa, e che rappresenti la nuova generazione 
giapponese, ansiosa di imparare dal passato. I libri di testo giapponesi non 
trattano queste importanti questioni in modo oggettivo, e la gioventu' ha 
bisogno di saperne di piu'. Questo e' il motivo per cui continuero' a fare 
il mio lavoro, che e' parlare della mia esperienza. So che la mia 
testimonianza e' un contributo alla pace, perche' la gente ascolta con 
attenzione noi che siamo la prova vivente dell'orrore della guerra 
nucleare. 4. 
INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 22 AGOSTO A VITERBO UN 
INCONTRO DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE NONVIOLENTA [Riceviamo 
e diffondiamo] Si e' svolto domenica 22 agosto il trentottesimo incontro di formazione e informazione nonviolenta presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo. Il gruppo continua a sollecitare le istituzioni sulla necessita' di salvaguardare la preziosa area termale del Bulicame di dantesca memoria istituendo un parco naturalistico, archeologico e termale, ed opponendosi alla realizzazione di un devastante ed illegale mega-aeroporto. Si decide di scrivere alle Commissioni Cultura della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Si effettua poi una lettura collettiva della raccolta di articoli e frammenti di Simone Weil sulla tragedia greca: Il racconto di Antigone e Elettra (Il melangolo, Genova 2009), in cui l'autrice racconta la capacita' senza tempo dei classici di opporsi alla violenza ed all'ingiustizia. Si continua il percorso di formazione alla nonviolenza condividendo esperienze ed idee con il metodo dell'intervista. A conclusione ancora una lettura ed uno studio stilistico: utilizzando il libro di Max Aub, Delitti esemplari (Sellerio, Palermo 1981). Il prossimo incontro sara' domenica 29 agosto alle 15,30, sempre al centro sociale "Valle Faul", in strada Castel d'asso snc a Viterbo. * Le persone partecipanti all'incontro Viterbo, 23 agosto 2010 Per informazioni e contatti: viterbooltreilmuro at gmail.com 5. APPELLI. 
IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento. Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235. * Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 6. 
STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"  "Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata 
da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle 
tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo. Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: 
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo 
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto 
"copia di 'Azione nonviolenta'". 7. SEGNALAZIONI LIBRARIE Riletture - Marivaux, Theatre complet, Gallimard, Paris 1949, 1984, pp. LXII + 
1570. 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale 
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e 
internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento 
dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della 
creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo 
di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 292 del 24 agosto 2010 Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca 
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 
("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing 
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possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la 
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