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Telegrammi. 220
- Subject: Telegrammi. 220
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 13 Jun 2010 00:56:52 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 220 del
13 giugno 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino
proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche
della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero:
1. Oggi a Viterbo un incontro con Riccardo Orioles
2. Benito D'Ippolito: En alabanza de un carpintero llamado Ricardo
Orioles
3. Osvaldo Caffianchi: a quante e quanti s'incontreranno a Cinisi dal 7 al
9 maggio
4. Luciano Bonfrate: Il doppio stato. Un'epistola agli amici oggi a Cinisi 5. Danilo Dolci: Bambini
6. Si e' svolto l'11 giugno a Siena lo spettacolo "Aeroportini di
carta"
7. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
8.
"Azione nonviolenta"
9. Segnalazioni librarie 10. La "Carta" del Movimento
Nonviolento 11. Per saperne di piu'
1. INCONTRI. OGGI A VITERBO UN INCONTRO CON
RICCARDO ORIOLES
Oggi, domenica 13 giugno 2010 con inizio alle ore
15,30 presso il centro sociale autogestito "Valle Faul" in strada Castel d'Asso
snc a Viterbo si svolgera' un incontro con Riccardo Orioles.
L'incontro si tiene nell'ambito del percorso di
formazione e informazione nonviolenta in corso da alcuni mesi e giunto al
ventottesimo appuntamento.
L'iniziativa e' ovviamente aperta alla
partecipazione di tutte le persone interessate.
*
Riccardo Orioles (per contatti: riccardoorioles at gmail.com) e'
giornalista eccellente ed esempio pressoche' unico di rigore morale e
intellettuale (e quindi di limpido impegno civile); militante antimafia tra i
piu' lucidi e coraggiosi, ha preso parte con Pippo Fava all'esperienza de "I
Siciliani", poi e' stato tra i fondatori del settimanale "Avvenimenti", cura in
rete "La Catena di San Libero", un eccellente notiziario che puo' essere
richiesto gratuitamente scrivendo al suo indirizzo di posta elettronica; ha
formato al giornalismo d'inchiesta e d'impegno civile moltissimi
giovani.
Per gli utenti della rete telematica vi e' anche la
possibilita' di leggere una raccolta dei suoi scritti (curata dallo stesso
autore) nel libro elettronico Allonsanfan. Storie di un'altra sinistra (ora e'
anche il titolo di un suo libro a stampa, una raccolta di suoi scritti a
cura di Francesco Feola e Luca Rossomando, pubblicato dalla casa editrice
Melampo, Milano 2009). Sempre in rete e' possibile leggere una sua raccolta di
traduzioni di lirici greci, ed altri suoi lavori di analisi (e lotta) politica e
culturale, giornalistici e letterari.
Due ampi profili di Riccardo Orioles sono in due
libri di Nando Dalla Chiesa, Storie (Einaudi, Torino 1990), e Storie eretiche di
cittadini perbene (Einaudi, Torino 1999).
2. AMICIZIE. BENITO D'IPPOLITO: EN ALABANZA DE UN CARPINTERO LLAMADO
RICARDO ORIOLES
[Riproponiamo
il seguente testo gia' apparso sul nostro notiziario]
Restar fedele al vero ed all'umano seguire ancora l'ardua e strana via che insegno' e conobbe il buon Quijano scelse Riccardo Orioles. Se follia fu o saggezza, se incanto o malia nulla rileva, ma se anche un sol grano di quel suo seminare cortesia fruttifica, non sara' stato vano un cosi' lungo andare per deserti un cosi' strenuo raddrizzare torti un cosi' saldo aver pieta' dei morti e dei viventi, e suscitare forti nuovi compagni alla lotta, gli inerti scuotendo ed avviando agli alti merti. 3, MEMORIA. OSVALDO CAFFIANCHI: A QUANTE E QUANTI S'INCONTRERANNO A CINISI
DAL 7 AL 9 MAGGIO
[Riproponiamo
il seguente testo gia' apparso sul nostro notiziario]
Voi che volete resti ancora accesa di Felicia e Peppino la lucente fiamma, e la resistenza e la contesa contro il potere che opprime ogni gente, voi che volete ancora l'ardua impresa continuar, con animo dolente lo sguardo fermo, la memoria tesa e saldo il cuore che non cede al niente, in voi Felicia e in voi Peppino vive e in questi giorni di questo altro maggio il vostro essere qui persone vive eredita quei volti e quel coraggio che nulla potra' estinguere. Chi scrive ve ne ringrazia e qui vi rende omaggio. 4. RIFLESSIONE. LUCIANO BONFRATE: IL DOPPIO STATO. UN'EPISTOLA AGLI AMICI OGGI A CINISI [Riproponiamo
il seguente testo gia' apparso sul nostro notiziario]
Il doppio stato e' questo sottoscala sotto la guida rossa, nella stanza ben imbottita di cartoni d'uova. O nel cortile non lungi dai binari dove si saggia quanto puo' una testa resistere al sasso, al tritolo, agli alala'. Il doppio stato e' questo rigettare in mare i pezzi di cadaveri pescati per sbaglio, e gia' per sbaglio naufragati vittime non per sbaglio della mafia e di leggi fasciste e di governi fascisti e di un consenso assai diffuso al nostro pio fascismo quotidiano lieto di risa e di telefonini. Il doppio stato dice che le bombe con cui ci ammazza noi le trangugiamo perche' troppo ghiottoni e troppo fessi e la tortura noi ce la cerchiamo. Il doppio stato ai nostri morti stessi viene a sputare fino sulle tombe quando non li ha insaccati nei piloni, d'acido impoltigliati nelle vasche da bagno, o resi fumo a Birkenau. * Ma io qui dico che verra' anche un giorno che le vittime saranno i vincitori. Risorgeranno allora dal canale i morti tutti e con essi la Rosa rossa che in un canale fu affogata. E un'altra legge, e non del capitale, daranno al mondo e il mondo salveranno. E cio' che e' doppio ad uno ridurranno e cio' che e' male non sara' piu' detto bene, e non servira' piu' la parola ad oltraggiare il rapinato e il senzatetto, a prender l'innocente alla tagliola. Allora varra' solo quel comando di cui il resto tutto e' sol commento: rispetta l'altra e l'altro, dona e accogli, abbi misericordia ancora e sempre. * Quel giorno tu fallo venire adesso quel giorno e' qui se fai la cosa giusta. 5. MAESTRI. DANILO DOLCI: BAMBINI
[Da
Danilo Dolci, Banditi a Partinico, Laterza, Bari 1955, Sellerio, Palermo 2009,
p. 347. E' una nota di diario datata 8 settembre 1954.
Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924,
arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa
all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia
occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte
nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la
dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le
figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire
del 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica
scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad
apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe,
Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno
1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver lavorato per due
anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta'
strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu' povere e dimenticate del
paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi
digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione. La protesta viene
interrotta solo quando le autorita' si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni
interventi urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi
di Laterza Banditi a Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana
e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni
di lavoro intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti.
Il 2 febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di
disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada
comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958) si
costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione". Centinaia e
centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo straordinario
fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza sparare". Si intensifica,
intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi
rapporti col sistema politico, fino alle accuse - gravi e circostanziate -
rivolte a esponenti di primo piano della vita politica siciliana e nazionale,
incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella (si veda la documentazione
raccolta in Spreco, Einaudi, Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino
1966). Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e solidarieta', in
Italia e all'estero (da Norberto Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a
Carlo Levi, da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm),
per tanti avversari Dolci e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare,
denigrare, sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero
rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non
propina verita' preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare,
fare. E' convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal
coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di
progresso non nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali.
Diversi libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si
interroga, impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a
scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore
antico sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi
nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di alcune
riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la diga
sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro economico alla zona e per
sottrarre un'arma importante alla mafia, che faceva del controllo delle modeste
risorse idriche disponibili uno strumento di dominio sui cittadini. Ancora una
volta, pero', la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica",
incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie lunghe battaglie, incisive
mobilitazioni popolari, nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi la
diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente in tutta la Sicilia), e ha
modificato la storia di decine di migliaia di persone: una terra prima
aridissima e' ora coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita e lo
sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo occasione di cambiamento
economico, sociale, civile. Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del
lavoro precedente, cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro
promuove iniziative per valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica
locali. L'impegno educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo
studio, sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura
maieutica, tentando di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di
esperti internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto,
frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi
collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione tra
trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci evidenzia i rischi di
involuzione democratica delle nostre societa' connessi al procedere della
massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al
controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media;
attento al punto di vista della "scienza della complessita'" e alle nuove
scoperte in campo biologico, propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo"
una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli, basata sulla nonviolenza,
sulla maieutica, sul "reciproco adattamento creativo" (tra i tanti titoli che
raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a
segnalare Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La
struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e
Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la
mattina del 30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un
infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie
residue, nel portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua
vita". Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di
accostamento segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di
intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i
libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di
riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La
struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Recentissimo
e' il volume che pubblica il rilevante carteggio Aldo Capitini, Danilo Dolci,
Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe
Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola
maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino
Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di
Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e
profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000,
2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di),
Danilo Dolci e la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005;
Raffaello Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della
rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo
Dolci cfr. i dvd di Alberto Castiglione: Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004, e
Verso un mondo nuovo, 2006. Tra i vari siti che contengono molti utili materiali
di e su Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.it,
danilo1970.interfree.it, www.danilodolci.toscana.it, www.inventareilfuturo.com,
www.cesie.org, www.nonviolenti.org, www.fondodanilodolci.it]
Mi sovviene d'un piccolo, nato e cresciuto sempre a
Nomadelfia. Era andato, d'inverno, non mi ricordo in quale citta', per la prima
volta. Al ritorno raccontava, tra l'altro, d'aver visto davanti a una vetrina un
bambino bagnato dalla fredda pioggia, in canottiera e pantaloncini strappati,
che guardava nella vetrina un bambino di legno, con maglione giacca e
pantaloncini di velluto, sciarpa di lana e berretto, calzettoni di lana e
scarponi. E concludeva press'a poco: "Come e' strana la gente in quella citta'.
Lasciano coperti i bambini di legno e all'acqua fredda seminudi i bambini
veri". 6. INIZIATIVE. SI E' SVOLTO
L'11 GIUGNO A SIENA LO SPETTACOLO "AEROPORTINI DI CARTA"
[Riceviamo e
diffondiamo]
Venerdi' 11 giugno 2010 a Siena, in piazza
Salimbeni, si e' svolto, per iniziativa del Comitato contro
l'ampliamento dell'aeroporto di Ampugnano-Siena, lo spettacolo "Aeroportini
di carta", di e con Antonello Ricci e la Banda del racconto.
Presente all'iniziativa (e piu' volte citata nel
corso dello spettacolo) la dottoressa Antonella Litta, portavoce del
Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione
del trasporto aereo.
L'iniziativa ha confermato la crescente collaborazione tra i vari comitati
che in varie parti d'Italia si impegnano in difesa dell'ambiente e della salute,
delle vocazioni e delle tradizioni civili dei territori e delle comunita'
locali, degli ecosistemi locali e globalmente della biosfera, contro il
dissennato incremento del trasporto aereo i cui effetti catastroficamente
inquinanti e devastanti sono ormai a tutti evidenti.
*
Nota per la stampa a cura del comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della
democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 12 giugno 2010
Per contattare direttamente la portavoce
del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com 7. APPELLI.
IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento. Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235. * Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 8.
STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata
da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle
tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail:
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto
"copia di 'Azione nonviolenta'".
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Norbert Jonard, Introduzione a Parini, Laterza, Roma-Bari 1988, pp. IV +
196.
*
Riedizioni
- Giuseppe Parini, Il giorno. Le odi. Dialogo sopra la nobilta', Rcs
Rizzoli Libri, Milano 1978, 2010, pp. 380, euro 7,50 (in supplemento al
"Corriere della sera").
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e
internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento
dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della
creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo
di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 220 del 13 giugno 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
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