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Telegrammi. 217
- Subject: Telegrammi. 217
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 10 Jun 2010 00:50:37 +0200
TELEGRAMMI DELLA
NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 217
del 10 giugno 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino
proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche
della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero:
1. Opporsi alla guerra assassina ed al colpo di stato razzista
2. Aldo Capitini: Principi dell'addestramento alla nonviolenza
3. Una comunicazione al sindaco del Comune di Viterbo
4. Associazione "Respirare": La dottoressa Antonella Litta relatrice al
Consiglio provinciale di Viterbo sulla situazione del lago di Vico
5. L'11 giugno a Siena
6. Al convegno dell'8 giugno sulle acque termali di Viterbo intervento
della dottoressa Antonella Litta
7. Si e' svolto l'8 giugno un incontro di riflessione a Viterbo
8. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
9.
"Azione nonviolenta"
10. Segnalazioni librarie 11. La "Carta" del Movimento
Nonviolento 12. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. OPPORSI ALLA GUERRA ASSASSINA ED AL COLPO DI STATO
RAZZISTA
E' diritto e dovere di ogni persona decente.
Ogni vita umana e' un valore infinito.
2. MATERIALI. ALDO CAPITINI: PRINCIPI DELL'ADDESTRAMENTO ALLA
NONVIOLENZA
[Riproduciamo ancora una volta il testo del capitolo ottavo, Principi
dell'addestramento alla nonviolenza, del libro di Aldo Capitini, Le tecniche
della nonviolenza, Libreria Feltrinelli, Milano s. d. (ma 1967). Successivamente
il libro e' stato ristampato nel 1989 da Linea d'ombra edizioni, Milano (con
minimi tagli nella nota bibliografica). E' stato poi integralmente incluso in
Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992 (alle pp.
253-347).
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato,
docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e
la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed
operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior
antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori),
Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una
raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato
delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di
Capitini); recentemente e' stato ripubblicato il saggio Le tecniche della
nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una raccolta di scritti autobiografici,
Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso
L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo,
Edizioni e/o, Roma 1996; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta.
Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991; e la recente
antologia degli scritti (a cura di Mario Martini, benemerito degli studi
capitiniani) Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la
redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito:
www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed
opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali
Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli
anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin
qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un
volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione
ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e'
la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini,
Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007 e Aldo Capitini, Danilo
Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero,
Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: oltre alle
introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo
Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo
Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico:
Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini,
Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi,
La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb,
Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza
religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La
rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini,
Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini,
persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10,
ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza
in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo
Capitini, Stylos, Aosta 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La
filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio
dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia,
Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen,
Firenze 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della
nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; cfr. anche il capitolo dedicato
a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi,
Torino 2001; per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di
Pietro Polito citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono
nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini:
www.aldocapitini.it, altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai utile
mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti
scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco
Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche
redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org]
Una parte del metodo nonviolento, tra la teoria e la pratica, spetta
all'addestramento alla nonviolenza. Le ragioni principali per cui e' necessaria
questa parte sono queste:
a) l'attuazione della nonviolenza non e' di una macchina, ma di un
individuo, che e' un insieme fisico, psichico e spirituale;
b) la lotta nonviolenta e' senza armi, quindi c'e' maggior rilievo per i
modi usati, per le qualita' del carattere che si mostra;
c) una campagna nonviolenta e' di solito lunga, e percio' e' utile un
addestramento a reggerla, a non cedere nemmeno per un istante;
d) la lotta nonviolenta porta spesso sofferenze e sacrifici; bisogna gia
sapere che cosa sono, bisogna che il subconscio non se li trovi addosso
improvvisamente con tutto il loro peso;
e) le campagne nonviolente sono spesso condotte da pochi, pochissimi,
talora una persona soltanto; bisogna che uno si sia addestrato a sentirsi in
minoranza, e talora addirittura solo, e perfino staccato dalla famiglia.
I maestri di nonviolenza si sono trovati davanti al problema
dell'addestramento, sia per riprodurre nel combattente nonviolento le qualita'
fondamentali del "soldato", sia per trarre dal principio della nonviolenza cio'
che essa ha di specifico. Si sa che le qualita' del guerriero sono formate e
addestrate fin dai tempi della preistoria e si ritrovano perfino al livello
della vita animale. Le qualita' del nonviolento hanno avuto una formazione piu'
incerta, meno consistente ed energica, per la stessa ragione che la strategia
della pace e' meno sviluppata della strategia della guerra. Ma, prima che Gandhi
occupasse il campo della nonviolenza con il suo insegnamento, il piu' preciso e
articolato che mai fosse avvenuto, indubbiamente ci sono stati addestramenti
alla nonviolenza, contrapposti a quelli violenti; esempi di monaci buddisti, i
primi cristiani, i francescani, che hanno lasciato indicazioni preziose in
questo campo, che qui non e' possibile elencare. Ma basti pensare all'armonia
della posizione di Gesu' Cristo espressa in quella raccolta di passi che e'
detta "il discorso della montagna", dove e' il suscitamento di energia per
resistere, per incassare i colpi, ricordando il "servo di Dio" come era stato
espresso da Isaia (cap. LIII): "Maltrattato, tutto sopportava umilmente";
l'enunciazione del rapporto con le cose, del valore della prassi, ma anche
l'elemento contemplativo, come un mondo migliore gia' dato in vista
all'immaginazione nelle beatitudini, messe giustamente in principio perche' sono
l'elemento piu' efficace nell'addestramento, anche piu' della preghiera.
Gli Esercizi spirituali di Sant'Ignazio, il fondatore della Compagnia dei
Gesuiti, sono un testo famoso di addestramento spirituale, e il loro esame puo'
essere utile per vedere il carattere di quell'addestramento incentrato sulla
persona di Gesu' Cristo, sull'istituzione della Chiesa romana, sull'obbedienza
assoluta come se si fosse cadaveri: tali caratteri vanno posti insieme con
quelli dell'addestramento militare, che e' chiuso nell'immedesimazione con un
Capo o Sovrano, nella difesa di un'istituzione che e' lo Stato, nell'obbedienza
che e' rinuncia a scelte e ad iniziative; "chiuso", perche' il metodo
nonviolento non discende da un Capo, ma e' aperto a immedesimarsi con tutte le
persone, a cominciare dalle circostanti: non fa differenza tra compagni e non
compagni, perche' e' aperto anche agli avversari che considera uniti nella
comune realta' di tutti; ne' puo' fare dell'obbedienza un principio di assoluto
rilievo, perche' l'addestramento nonviolento tende a formare abitudini di
consenso e di cooperazione, riducendo l'obbedienza a periodi non lunghi per i
quali essa venga concordata, per condurre un'azione particolare.
I piu' grandi valori spirituali escono da una concezione aperta, non
chiusa; essi sono per tutti, non per un numero chiuso di persone. Cosi e' per
es. la musica; essa parla come da un centro, ma il suo raggio e' infinito, oltre
il cerchio di coloro che in quel momento sono presenti: ci sono altri che
l'ascoltano per radio e altri, infinitamente, che potranno ascoltarla. Cosi' e'
l'azione nonviolenta: essa e' compiuta da un centro, che puo' essere di una
persona o di un gruppo di persone; ma essa e' presentata e offerta
affettuosamente al servizio di tutti: essa e' un contributo e un'aggiunta alla
vita di tutti. Questo animo e' fondamentale nell'addestramento alla nonviolenza:
sentirsi centro rende modesti e pazienti, toglie la febbre di voler vedere
subito i risultati, toglie la sfiducia che l'azione non significhi nulla. Anche
se non si vede tutto, l'azione nonviolenta e' come un sasso che cade nell'acqua
e causa onde che vanno lontano. Questo animo di operare da un centro genera a
poco a poco il sentimento della realta' di tutti., dell'unita' che c'e' tra
tutti gli esseri, un sentimento molto importante per la nonviolenza, che e'
incremento continuo del rapporto con tutti.
*
Elementi storici, ideologici, psicologici dell'addestramento
Entriamo ora nell'esame dei vari elementi che compongono l'addestramento. E
vediamo come primi due elementi storici, uno particolare ed uno generale:
a) nella situazione storica in cui si vive bisogna accertare cio' contro
cui si deve lottare nonviolentemente: un'oppressione, uno sfruttamento,
un'ingiustizia, un'invasione ecc.; questo accertamento e' uno stimolo per
raccogliere le energie e per indurre ad un attento esame della concreta
situazione;
b) l'elemento storico generale e' la persuasione del posto che oggi ha la
nonviolenza nella storia dell'umanita': se si tiene presente il quadro generale
attuale si vede che ai grandi Stati-Imperi politico-militari che si stanno
formando, bisogna contrapporre, come al tempo dei primi cristiani, un agire
assolutamente diverso, una valutazione dell'individuo, una fede che congiunge
persone diverse e lontane. Sentire che questo e' il momento per l'apparizione e
il collegamento del mondo nonviolento fa capire che oggi non valgono piu' le
vecchie ideologie che assolutizzavano la patria: oggi la patria suprema e' la
realta' di tutti, da cui viene il rifiuto di divinizzare gli Stati e i loro
Capi, di bruciare il granello d'incenso in loro onore.
Anche gli elementi ideologici sono essenziali nell'addestramento:
a) lo studio delle teorie della nonviolenza, la lettura dei grandi episodi
e delle grandi campagne, l'escogitazione di casi in cui uno potrebbe trovarsi
per risolverli con la nonviolenza; l'informazione su cio' che e' stato finora
fatto con il metodo nonviolento e le frequenti discussioni con gruppi
nonviolenti e anche con estranei alla nonviolenza, per ricevere obbiezioni,
critiche, disprezzo o ridicolo;
b) il mutamento della considerazione abituale della vita come
amministrazione tranquilla del benessere: il sapere bene che in questa societa'
sbagliata i nonviolenti sono in un contrasto, che la loro vita sara' scomoda,
che e' normale per loro ricevere colpi, essere trattati male, veder distrutti
oggetti propri.
Da questi due elementi ideologici conseguono due tipi di esercizi:
1. il primo e' la meditazione (che puo' essere fatta dalla persona singola
o dal gruppo nonviolento in circolo silenzioso) di qualche evento culminante
delle passate affermazioni della nonviolenza. Esempi: Gesu' Cristo al momento
dell'arresto, quando riaffermo' chiaramente la sua differenza dal metodo della
rivolta armata; la marcia del sale effettuata da Gandhi; la visita di San
Francesco al Sultano per superare le crociate sanguinose; l'angoscia
dell'aviatore di Hiroshima;
2. il secondo e' la scuola di nonviolenza istituita appositamente (come
hanno fatto i negri d'America) per abituarsi a ricevere odio, offese, ingiurie,
colpi (esempi: parolacce, percosse, oggetti lanciati; essere arrestato,
legato).
Vediamo ora alcuni elementi psicologici:
a) il nonviolento e' convinto che la cosa principale non e' vincere gli
altri, ma comportarsi secondo nonviolenza; nelle dispute il nonviolento non
vuota tutto il sacco delle critiche, delle accuse, degli argomenti a proprio
vantaggio, e lascia sempre qualche cosa di non detto, come un silenzioso regalo
all'avversario; naturalmente evita le ingiurie, quelle che si imprimono per
sempre come fuoco nell'animo dell'avversario, e che pare aspettassero il momento
adatto per esser dette. Il nonviolento pensa che l'avversario e' un compagno di
viaggio; e puo' avere fermezza e chiarezza, senza amareggiarlo;
b) il nonviolento e' convinto che non e' la fretta a vincere, ma la
tenacia, l'ostinazione lunga, come la goccia che scava la pietra, come la
cultura che cresce a poco a poco, come il corallo (il paragone e' del Gregg) si
forma lentamente ed e' durissimo. La pressione nonviolenta e' lenta e
instancabile: e' difficile che se e' cosi, non riesca. Perde chi cede, chi si
stanca, chi ha paura;
c) il persuaso della nonviolenza, formandosi, viene collocando la
nonviolenza al contro delle passioni, degli altri affetti, dei sentimenti; cioe'
non e' necessario che egli faccia il vuoto nel mondo dei suoi sentimenti,
perche' il vuoto potrebbe inaridire la stessa nonviolenza; ma egli stabilisce,
con un lungo esercizio di scelte e di freni, la prospettiva che mette al centro
lo sviluppo della nonviolenza, e tutto il resto ai lati;
d) l'interno ordine psicologico puo' essere aiutato dalla persuasione che
la nonviolenza conta su una forza diversa da quella dei meccanismi naturali (la
scienza non dice di aver esaurito l'elenco delle forze che agiscono sulla
realta'): questa forza diversa puo' essere chiamata lo Spirito, puo' essere
personificata in Dio, e la preghiera e' uno dei modi per stabilire e rafforzare
il proprio ordine interno;
e) un altro elemento di forza interiore e' quello conseguito con decisione
come voti, rinunce, digiuni: sono eventi importanti che influiscono sulla
psiche, le danno il senso di una tensione elevata, la preparano a situazioni di
impegno.
Da questi elementi psicologici conseguono importanti modi di
comportamento:
1. la costante gentilezza e pronta lealta' verso tutti; la gentilezza e'
un'espressione della vita nonviolenta, come una volta l'eremitismo era una
posizione della vita religiosa; gentilezza vuol dire anche tono generalmente
calmo e chiaro della voce;
2. la cura della pulizia personale, degli abiti, delle cose circostanti;
essa suscita rispetto verso se stessi e rispetto negli altri verso il
nonviolento, mentre e' facile destare violenza contro chi e' sporco, puzza, non
si lava ed e' trascurato nel vestito e nelle sue cose;
3. un buon umore e spesso lo humor (dice giustamente il Gregg che
corrisponde alla "umilta'" raccomandata un tempo). Insomma il nonviolento lascia
ridere gli altri su di se', e si associa spesso a loro;
4. l'attenzione a mantenersi in buona salute e capaci di resistere agli
sforzi, mediante la sobrieta', regole igieniche, cure, e' utile al nonviolento
per possedere una riserva di energia per affrontare prove straordinarie.
*
Gli elementi sociali
Gli elementi sociali hanno importanza preminente nell'addestramento.
Vediamone alcuni:
a) Una prova di apertura sociale e' la nonmenzogna. E' noto quanta
importanza abbia la veracita' nei voti gandhiani, nei voti francescani. San
Francesco una volta accetto' che fosse messo un pezzo di pelliccia all'interno
della tonaca dove questa urtava sulla sua piaga, purche' un identico pezzo di
pelliccia fosse messo all'esterno, nella parte corrispondente. La nonmenzogna
rende gli altri potenzialmente presenti alla propria vita, stabilisce che cio'
che uno pensa, e' potenzialmente di tutti.
b) Un addestramento di alta qualita' sociale e' l'unirsi con altri per
costituire assemblee periodiche per la discussione dei problemi locali e
generali, per esercitare il controllo dal basso su tutte le amministrazioni
pubbliche. I nonviolenti sono i primi animatori di questa attivita' aperta che
comprende tutti, e fa bene a tutti, e che si realizza con la regola del dialogo
di "ascoltare e parlare".
c) Un'attivita' particolare esercitano i nonviolenti per diffondere tra
tutti la lotta contro la guerra, la sua preparazione e la sua esecuzione.
d) I nonviolenti impiantano un'attivita' continua di aiuto sociale nel
mondo circostante, sia associandosi nei Pronti Soccorsi, sia realizzando
iniziative di visite ai carcerati, di aiuto agli ex-carcerati, di visitare
malati, di educazione e ricreazione dei fanciulli, di educazione degli adulti,
di cura dei vecchi, di aiuto alla salute pubblica, di amicizia con i miseri. I
nonviolenti fanno le loro campagne nonviolente, movendo da una normale attivita'
di servizio sociale precedente alla campagna e tornando ad essa, appena finita
la campagna con successo o no: e' anche un modo per ritemprare le forze, per non
incassare inerti una sconfitta.
e) Il Gregg ha molto insistito, anche in un saggio speciale,
sull'importanza del lavoro manuale nell'addestramento alla nonviolenza perche'
crea un senso di fratellanza nel fare qualche cosa con gli altri ben
visibilmente, e abitua alla disciplina, a sottomettersi pazientemente ad uno
scopo.
f) Un altro elemento sociale e' il cantare insieme, fare balli popolari,
passeggiate ed esecuzioni e sport collettivi, mangiare insieme.
g) Qualcuno suggerisce anche di sostituire a quello che e' l'orgoglio dei
soldati per le glorie del loro "reggimento", l'affermazione di cio' che il
gruppo nonviolento ha fatto. Ma fondamentale e' far comprendere che le azioni
nonviolente sono per tutti, e, non soltanto per il centro che le promuove.
h) Affiancata all'addestramento nella nonviolenza, e' la conoscenza di
leggi, per il caso dell'urto con la polizia o lo Stato, con arresti, processi,
prigionia.
L'addestramento e' necessario per dare una solida preparazione alle
situazioni. I nonviolenti debbono avere una serie di abitudini consolidate e
possedere una serie di previsioni di probabili conseguenze delle loro azioni
nonviolente. Il Gregg cita l'utilita' dell'imparare a nuotare come segno dei
passaggio al possesso di un'abitudine, della paura iniziale e dell'aiuto venuto
anche da altri nell'addestramento. Chi ha provato che cosa sia la prigione per
un notevole periodo, sa quanto sarebbe utile prepararsi a. sdrammatizzare
l'avvenimento nel proprio animo, visitando le prigioni, aiutando gli
ex-carcerati ecc. Anche la nonviolenza e' certamente danneggiata dagli
improvvisatori, da coloro che pretendono di creare tutto sul momento; che sono
quelli che si stancano prima. E la nonviolenza, se per un quarto e'
amorevolezza, e per un altro quarto e' conoscenza, per due quarti e' coraggiosa
pazienza.
E' stato detto giustamente che gli iniziatori del metodo scientifico non
potevano prevedere quali risultati esso avrebbe dato; e cosi' sara' del metodo
nonviolento.
3. BULICAME. UNA COMUNICAZIONE AL SINDACO DEL COMUNE DI VITERBO
[Riceviamo e
diffondiamo]
Al sindaco del Comune di Viterbo, all'assessore
all'ambiente del Comune di Viterbo, a tutti i
consiglieri del Comune di Viterbo
e per opportuna conoscenza: al prefetto di Viterbo, al presidente della Provincia di Viterbo, all'assessore
all'ambiente della Provincia di Viterbo, a tutti i consiglieri della Provincia
di Viterbo, alla presidente della Regione Lazio, all'assessore all'Ambiente
della Regione Lazio, a tutti i
consiglieri della Regione Lazio, ai mezzi
d'informazione locali
*
Signor sindaco del Comune di Viterbo,
con lettera in data 10 maggio 2010 abbiamo segnalato al Comune (e
nelle successive settimane progressivamente anche alla Prefettura di
Viterbo, alla Provincia di Viterbo e alla Regione Lazio) che ai primi di maggio 2010 all'inizio di una delle vie di accesso
che dalla strada asfaltata denominata strada Ponte del diavolo reca ad una
delle pozze dell'area del Bulicame e' stata eretta una palizzata con un
reticolato che impedisce il passaggio. E'
stato inoltre scavato un fossato dinanzi all'improvvisata
recinzione.
Ignorando se tali opere siano state autorizzate
(non compaiono ne' cartelli di cantiere ne' altre pubbliche segnalazioni) e se
siano o meno legittime, segnalavamo al Comune - e poi via via alle altre
istituzioni in indirizzo - l'accaduto, chiedendo un tempestivo intervento
di verifica da parte delle competenti istituzioni e, ove ne ricorressero le
condizioni, ogni conseguente azione ai fini della tutela dei diritti di
tutti.
Non essendoci fin qui stati interventi visibili e adeguati delle
istituzioni, ne' essendo stata rimossa la recenzione, ed approssimandosi il
termine di 30 giorni entro i quali la pubblica amministrazione deve dar risposta
alle segnalazioni e richieste dei cittadini, con la presente chiediamo al
sindaco e all'amministrazione comunale di Viterbo:
a) di procedere tempestivamente alle verifiche richieste ed agli eventuali
interventi conseguenti;
b) di dare risposta con comunicazione scritta alla nostra richiesta di
verifica ed intervento;
c) di ricevere una nostra delegazione.
Restando in attesa di una tempestiva risposta nei
termini previsti dalla normativa vigente, distinti saluti,
*
le persone partecipanti all'incontro di formazione
alla nonviolenza svoltosi domenica 6 giugno 2010 presso il centro sociale
"Valle Faul" di Viterbo
Viterbo, 7 giugno 2010
Per comunicazioni: partecipanti agli incontri di
formazione alla nonviolenza presso il centro sociale "Valle Faul", strada Castel
d'Asso snc, 01100
Viterbo 4. INCONTRI. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": LA
DOTTORESSA ANTONELLA LITTA RELATRICE AL CONSIGLIO PROVINCIALE DI VITERBO SULLA
SITUAZIONE DEL LAGO DI VICO
[Riceviamo e
diffondiamo]
La dottoressa Antonella Litta, referente
dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente", sara' relatrice
scientifica alla seduta straordinaria del Consiglio provinciale di Viterbo
dedicata alla situazione del lago di Vico che si svolgera' l'11 giugno
2010.
La dottoressa Litta e' per unanime consenso la
persona che ha dato in questi anni il maggior contributo a sollecitare
l'attenzione e l'intervento delle istituzioni per il controllo ed il risanamento
delle acque del lago e per tutelare la salute e i diritti della popolazione
dei comuni circumlacuali che dal lago captano le acque che vengono
destinate ad uso potabile.
*
Antonella Litta svolge
l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi. E' specialista in
Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso
l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra
i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi
elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista
"Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente
locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society
of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e'
responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo
come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute". E' referente per
l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela
del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre".
Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus
(Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di
numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei
paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di
programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato
"Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla
legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E'
la portavoce del Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna
per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente,
della democrazia, dei diritti di
tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per
l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento
delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei
comuni circumlacuali.
*
L'associazione "Respirare"
Viterbo, 9 giugno 2010
L'associazione "Respirare" e' stata promossa a
Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto
alla salute e la difesa dell'ambiente.
5. INCONTRI. L'11 GIUGNO A SIENA
[Riceviamo e
diffondiamo]
Per iniziativa del Comitato contro l'ampliamento
dell'aeroporto di Ampugnano-Siena, venerdi' 11 giugno 2010 a Siena, con inizio
alle ore 21, in piazza Salimbeni, si terra' lo spettacolo
"Aeroportini di carta. Dalla Diana al Luco e al Bulicame", racconto di e con
Antonello Ricci e la Banda del racconto (Michela e Pietro Benedetti, Olindo
Cicchetti, Domenico Coletta, Sara Grimaldi, disegni live Alfonso
Prota).
Lo spettacolo sara' preceduto da un intervento
del Comitato contro l'ampliamento dell'aeroporto di Ampugnano-Siena e da un
intervento della dottoressa Antonella Litta, portavoce del comitato che si
oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto
aereo.
*
Per ulteriori informazioni:
*
Nota per la stampa a cura del comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della
democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 8 giugno 2010
Per contattare direttamente la portavoce
del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com
6. INCONTRI. AL CONVEGNO DELL'8 GIUGNO SULLE ACQUE
TERMALI DI VITERBO INTERVENTO DELLA DOTTORESSA ANTONELLA LITTA
[Riceviamo e
diffondiamo]
Presso l'auditorium del rettorato dell'Universita'
della Tuscia in via S. Maria in Gradi a Viterbo l'8 giugno 2010 si e'
tenuta una giornata di studi sul tema delle acque
termali di Viterbo, promossa dal DAF della
Facolta' di Agraria dell'Universita' viterbese.
Nel corso del dibattito e' intervenuta in
rappresentanza dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente" la dottoressa
Antonella Litta che ha espresso apprezzamento per l'iniziativa ed ha confermato con dovizia di
argomentazioni la necessita' e l'urgenza di tutelare l'area termale del Bulicame dall'aggressione
della cementificazione, della speculazione e
dell'inquinamento.
*
Nota per la stampa a cura del comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della
democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 9 giugno
2010 7. INCONTRI. SI E' SVOLTO L'8 GIUGNO UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A
VITERBO
Martedi' 8 giugno 2010 a Viterbo, presso la
sede del "Centro di ricerca per la pace", si e' svolto un nuovo incontro di
riflessione e valutazione nell'ambito di un percorso di formazione
nonviolenta.
L'incontro ha avuto per oggetto l'analisi di alcune attivita' di formazione
e informazione nonviolenta, sia in corso che in programma a Viterbo.
Muovendo da una verifica su alcune iniziative in corso in difesa
dell'ambiente, dei diritti sociali, della democrazia e della
legalita', sono state particolarmente esaminate alcune recenti
esperienze di accostamento alla nonviolenza.
Si sono inoltre esaminate alcune proposte di prossime
attivita'. 8. APPELLI.
IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento. Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235. * Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 9.
STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata
da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle
tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail:
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto
"copia di 'Azione nonviolenta'".
10. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Nicola Abbagnano, La saggezza della vita, Rusconi, Milano 1985, 1994, pp.
336.
- Nicola Abbagnano, La saggezza della filosofia, Rusconi, Milano 1987,
1993, pp. 240.
- Ludovico Geymonat, Paradossi e rivoluzioni, Il Saggiatore, Milano 1979,
pp. VIII + 152.
- Ludovico Geymonat, La liberta', Rusconi, Milano 1988, 1993, pp.
192.
- Ludovico Geymonat, La societa' come milizia, Marcos y Marcos, Milano
1989, pp. 152.
- Ludovico Geymonat, La ragione, Piemme, Casale Monferrato (Al) 1994, pp.
XVIII + 214.
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e
internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento
dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della
creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo
di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 12. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 217 del 10 giugno 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
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