Telegrammi. 210



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 210 del 3 giugno 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Sempre
2. Mao Valpiana: 2 giugno, festa della Repubblica
3. Si e' svolto il primo giugno un incontro di studio a Viterbo
4. Una comunicazione alla Presidente della Regione Lazio
5. Giselle Dian intervista Lidia Menapace
6. Giselle Dian intervista Annamaria Rivera
7. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
8. "Azione nonviolenta"
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
 
1. EDITORIALE. SEMPRE
 
Alla guerra occorre opporsi sempre.
Sempre occorre opporsi alle stragi.
Al razzismo occorre opporsi sempre.
Sempre occorre opporsi alle persecuzioni.
 
2. EDITORIALE. MAO VALPIANA: 2 GIUGNO, FESTA DELLA REPUBBLICA

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007]

 
2 giugno, festa della Repubblica.
Se e' fondata sul lavoro, dovrebbero sfilare i lavoratori.
Se ripudia la guerra, dovrebbero sfilare le amiche e gli amici della nonviolenza.
Ma se a sfilare sono i militari, significa che e' fondata sul militarismo.
La parata militare del 2 giugno e' un vilipendio della Repubblica.
La Repubblica italiana, democratica e antifascista, deve celebrare se stessa con la parata delle migliori forze civili del paese, in testa gli obiettori di coscienza, veri interpreti della Costituzione.
 
3. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL PRIMO GIUGNO UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
 
Martedi' primo giugno 2010 a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace", si e' svolto un nuovo incontro di formazione nonviolenta.
Muovendo da una verifica su alcune iniziative in corso in difesa dell'ambiente, dei diritti sociali, della democrazia e della legalita', l'incontro si e' poi sviluppato nell'esame di alcune tecniche di addestramento alla nonviolenza come modalita' adeguata di intervento efficace in situazioni conflittuali.
Sono state quindi esaminate alcune forme di esercitazione nonviolenta (ad esempio alla presa rapida di decisioni in situazioni di crisi, alla gestione nonviolenta della comunicazione in contesti relazionali caotici e degradati, et similia).
L'incontro si e' concluso con la lettura e il commento di una celebre poesia di Constantinos Kavafis, "I barbari", nella classica traduzione di Eugenio Montale.
 
4. BULICAME. UNA COMUNICAZIONE ALLA PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO
[Riceviamo e diffondiamo]
 
Alla Presidente della Regione Lazio, all'Assessore all'Ambiente della Regione Lazio
e per opportuna conoscenza: al presidente della Provincia di Viterbo, all'assessore all'ambiente della Provincia di Viterbo, a tutti i consiglieri della Provincia di Viterbo, al sindaco del Comune di Viterbo, all'assessore all'ambiente del Comune di Viterbo, a tutti i consiglieri del Comune di Viterbo, al prefetto di Viterbo, ai mezzi d'informazione locali
*
Signora presidente della Regione Lazio,
nelle scorse settimane abbiamo segnalato al Comune, alla Prefettura ed alla Provincia di Viterbo che ai primi di maggio 2010 all'inizio di una delle vie di accesso che dalla strada asfaltata denominata strada Ponte del diavolo reca ad una delle pozze dell'area del Bulicame e' stata eretta una palizzata con un reticolato che impedisce il passaggio. E' stato inoltre scavato un fossato dinanzi all'improvvisata recinzione.
Ignorando se tali opere siano state autorizzate (non compaiono ne' cartelli di cantiere ne' altre pubbliche segnalazioni) e se siano o meno legittime, segnalavamo al Comune - e poi via via alle altre istituzioni in indirizzo - l'accaduto chiedendo un tempestivo intervento di verifica da parte delle competenti istituzioni e, ove ne ricorressero le condizioni, ogni conseguente azione ai fini della tutela dei diritti di tutti.
Non essendoci fin qui stati interventi visibili e adeguati delle istituzioni, ne' essendo stata rimossa la recenzione, con la presente chiediamo anche alla Regione Lazio di valutare l'opportunita' di intervenire presso il Comune affinche' si proceda alle verifiche richieste ed agli eventuali interventi conseguenti.
Restando in attesa di una risposta, distinti saluti,
*
le persone partecipanti all'incontro di formazione alla nonviolenza svoltosi domenica 30 maggio 2010 presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo
Viterbo, 30 maggio 2010
Per comunicazioni: partecipanti agli incontri di formazione alla nonviolenza presso il centro sociale "Valle Faul", strada Castel d'Asso snc, 01100 Viterbo
 

5. RIFLESSIONE. GISELLE DIAN INTERVISTA LIDIA MENAPACE

[Ringraziamo Giselle Dian (per contatti: gipsy91 at live.it) per averci messo a disposizione questa intervista a Lidia Menapace.

Giselle Dian fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Lidia Menapace e' nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e' poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e' tra le voci piu' alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della societa' civile, della nonviolenza in cammino. Nel 2006-2008 e' stata senatrice. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e' dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; L'ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004]

 

- Giselle Dian: Quale eredita' ha lasciato nella cultura statunitense e mondiale l'esperienza di Martin Luther King, la lotta contro il razzismo e il movimento per i diritti civili?

- Lidia Menapace: Come tutti i messaggi molto innovativi, difficili e pieni di futuro, anche questo ha voluto e vuole tempo, opportunita, tenacia e soggetti che non semplicemente lo ripetano, ma lo sviluppino e adattino alle situazioni ecc.: tuttavia l'enormita' di quanto e' successo si misura dal fatto che Martin Luther King agiva in una societa' nella quale era vietato dalla legge in molti stati a studenti neri di iscriversi a universita' "bianche" o di sedersi in bus bianchi, e adesso hanno eletto un Presidente nero. Non ha  importanza - a questi fini - se egli sia o sara' un Presidente eccellente o modesto, importa che abbia potuto esercitare il diritto, sancito dalla volonta' popolare, di diventare Presidente.

*

- Giselle Dian: La riflessione e la pratica del femminismo hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione dei movimenti sociali impegnati per i diritti umani di tutti gli esseri umani. Come si e' esercitato questo ruolo nel corso degli ultimi decenni a livello planetario?

- Lidia Menapace: Non posso che indicare alcune tappe: la quarta conferenza delle Nazioni Unite sulla condizione delle donne sul pianeta, che si tenne a Pechino nel 1985, e i Forum mondiali. Da Pechino venne il giudizio sulla guerra come massima irrazionalita', quando votammo nel documento finale la dichiarazione che: "le spese militari sono la massima causa di poverta' nel mondo e in cambio non danno nemmeno sicurezza". Piu' sottile e articolato il legame tra femminismo ed ecologia: e' facile intuire il rapporto profondo che vi e' tra madre e donna, tra Madre terra e donna: tuttavia anche questo legame puo' essere deviato e coperto. Mi scuso per la sommarieta' della risposta: suggerisco di leggere gli scritti di Vandana Shiva.

*
- Giselle Dian: L'opposizione alla bomba atomica ha caratterizzato la seconda meta' del Novecento; negli ultimi decenni essa si e' sviluppata anche contro le centrali nucleari, cogliendo una serie di decisivi nessi ed implicazioni. Quali sono state le esperienze cruciali e quali sono le riflessioni fondamentali del movimento antinucleare?

- Lidia Menapace: La macchia indelebile di Hiroshima resta una macchia indelebile nella storia dell'umanita' e niente la puo' cancellare o risarcirne i danni. Tuttavia alcuni scienziati e numerosi  politici sostengono che l'uso dell'uranio o del plutonio sarebbero essenziali per sovvenire alla scarsita' di risorse energetiche (specialmente se vengono usate come il petrolio della  Bp!). Tuttavia anche uranio e plutonio sono risorse misurabili e destinate a finire in meno di mezzo secolo: i problemi di sicurezza e di smaltimento delle scorie che pongono (enormi, incommensurabili!) obbligherebbero a una militarizzazione totale delle societa' e a un assetto internazionale destinato alla guerra (atomica ovviamente) che distruggerebbe il pianeta 120 volte, come dice la follia ("Mad", mutual assurance of destruction) del momento. Anche il piu' sorvegliato, oculato e "sicuro" (?) loro uso verrebbe a costare cosi' tanto da diventare economicamente  svantaggioso. Anche se astrattamente l'idea di non rinunciare all'uso civile dell'energia che puo' derivare dalla fissione dell'atomo si puo' prendere in considerazione, le controindicazioni razionali sono insuperabili.

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- Giselle Dian: La solidarieta' internazionale con il movimento antiapartheid in Sudafrica ha caratterizzato gli anni Ottanta; e ad essa anche gli artisti (delle arti visive, della musica, della letteratura, del teatro e del cinema) hanno dato un contributo rilevante, particolarmente sul versante della sensibilizzazione. Poi, negli anni '90, la liberazione di Nelson Mandela, la sua elezione a primo presidente democratico del Sudafrica, e l'esperienza straordinaria della Commissione per la verita' e la riconciliazione, costituiscono eventi di portata mondiale ed epocale. Quali riflessioni si possono trarre da questa vicenda?

- Lidia Menapace: Purtroppo il Sudafrica non e' stato assunto come esempio da far circolare e seguire e dal quale imparare le dfficolta', i processi, i passi, gli smacchi, i ritorni. Si preferisce darsi a credere che la pace sia una cosa gia' confezionata, che cade dall'alto: invece la pacificazione, cioe' la costruzione della pace, e' un processo difficile. In qualche misura la scarsa attenzione dedicata al Sudafrica mostra una qualche inconcludenza del movimento per la pace.

*

- Giselle Dian: Da alcuni anni si ha la sensazione che almeno in alcune parti del mondo finalmente i diritti delle persone omosessuali vengano almeno formalmente riconosciuti, e che il pregiudizio e la violenza omofoba non godano piu' di una complicita' diffusa. E' realmente cosi'? Ed attraverso quali tappe di impegno civile e di progresso culturale si e' giunti a questa situazione, e quanto cammino c'e' ancora da percorrere, e quali iniziative occorre intraprendere affinche' ad ogni persona sia riconosciuto il diritto alla libera autodeterminazione ed autogestione del proprio orientamento sessuale e delle proprie scelte di vita?

- Lidia Menapace: Su cio' posso solo rispondere che temo una involuzione corporativa: il movimemto omosessuale  credo dovrebbe riconoscersi in un generale movimento per la liberta' di espressione e scelta sessuale: se ogni volta si chiede una legge, si finira' in una vita tutta legata da leggi. Il recente vergognoso episodio romano, che ha indotto la giovane vittima a rivolgersi a Berlusconi perche' faccia una legge contro l'omofobia (almeno si fosse rivolto al parlamento!) mostra gia' questa pericolosa tendenza.

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- Giselle Dian: E' sempre piu' evidente la coerenza e la saldatura tra impegno per la pace, affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, scelta della nonviolenza, femminismo ed ecologia. Come e perche' si realizza questa convergenza? Quali frutti rechera' all'umanita'?

- Lidia Menapace: Va aggiunto a questo nobile elenco il movimento per i diritti di chi lavora. Credo che bisognera' impegnarsi per trovare una teoria che connetta i soggetti cui sta a cuore il superamento del capitalismo e del patriarcato: senza una chiara coscienza anticapitalistica e antipatriarcale non e' possibile fondare una scienza dei diritti umani, della nonviolenza, dei beni comuni ecc.

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- Giselle Dian: Quale puo' essere lo specifico contributo dell'arte all'impegno per la pace, l'ambiente, i diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Lidia Menapace: L'arte e' una comunicazione, un linguaggio e il contributo che essa da', ma preferirei dire la presenza che essa ha, e' il segno che una politica e' una politica e cioe' che trova un modo di esprimersi, di comunicare: una politica che non ha linguaggio e' una finzione di politica, e' populismo, e' ideologia nel peggior senso del termine.

*
- Giselle Dian: L'opera di Keith Haring, e piu' in generale il linguaggio dei "graffiti", pone in evidenza il rapporto tra opera d'arte e dimensione urbana, tra performance estetica e vissuto della strada, tra "nonluoghi" e impegno civile, tra forme della cultura di massa e lotta contro l'alienazione e l'emarginazione, tra strutture della vita quotidiana e nuove modalita' di risignificazione dei luoghi e delle esperienze esistenziali. Quali riflessioni le suscita questa prassi?

- Lidia Menapace: Sono una lettrice appassionata di questa forma di comunicazione politica che mi pare interpreti prima e meglio di qualsiasi altra la forma del nostro vivere esteso  a un possibile futuro.

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- Giselle Dian: Come si riflette la storia e la societa' statunitense nelle esperienze artistiche che dal pop di Andy Warhol giungono fino alle forme piu' recenti di espressione e ricerca estetica?

- Lidia Menapace: Credo ne sia una riflessione anticipata come sempre capita all'arte di essere.

*

- Giselle Dian: Nella vicenda di Haring e' rilevante anche il suo impegno nella lotta contro l'Aids (la malattia di cui mori' a trentun anni di eta'). Da allora ad oggi cosa e' cambiato e cosa occorre fare sia sul tema specifico sia piu' in generale per affermare il diritto di tutti alla salute, all'assistenza e alla solidarieta'?

- Lidia Menapace: Per affrontare l'Aids e' evidente che, sia una libera sessualita', che un libero accesso a cure e farmaci, e' una strada ragionevole. Essa e' ostacolata dall'assetto vigente (ad esempio dalle multInazionali del farmaco, che brevettano e cercano medicinali costosissimi): se dunque non si progetta una critica reale e agita al capitale e al patriarcato, non si esce dal sogno vago, quello che i tedeschi in un loro motto dicono: i sogni sono schiuma (scritto come si pronuncia: troime sind scioime). Non un sogno agito come quello di Martin Luther King, ma quel sonno della ragione durante il quale vengono generati i mostri.
 

6. RIFLESSIONE. GISELLE DIAN INTERVISTA ANNAMARIA RIVERA

[Ringraziamo Giselle Dian (per contatti: gipsy91 at live.it) per averci messo a disposizione questa intervista ad Annamaria Rivera.

Annamaria Rivera, antropologa, vive a Roma e insegna etnologia all'Universita' di Bari. Fortemente impegnata nella difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ha sempre cercato di coniugare lo studio e la ricerca con l'impegno sociale e politico. Attiva nei movimenti femminista, antirazzista e per la pace, si occupa, anche professionalmente, di temi attinenti. Al centro della sua ricerca, infatti, sono l'analisi delle molteplici forme di razzismo, l'indagine sui nodi e i problemi della societa' pluriculturale, la ricerca di modelli, strategie e pratiche di concittadinanza e convivenza fra eguali e diversi. Fra le opere di Annamaria Rivera piu' recenti: (con Gallissot e Kilani), L'imbroglio etnico, in quattordici parole-chiave, Dedalo, Bari 2001; (a cura di), L'inquietudine dell'Islam, Dedalo, Bari 2002; Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in Italia, DeriveApprodi, Roma 2003; La guerra dei simboli. Veli postcoloniali e retoriche sull'alterita', Dedalo, Bari 2005; Regole e roghi. Metamorfosi del razzismo, Dedalo, Bari 2009]

 

- Giselle Dian: Quale eredita' ha lasciato nella cultura statunitense e mondiale l'esperienza di Martin Luther King, la lotta contro il razzismo e il movimento per i diritti civili?

- Annamaria Rivera: Penso che ci siano molti nessi che legano le lotte statunitensi contro la segregazione detta razziale e per i diritti civili ad altre rivendicazioni e lotte in tutto il mondo, non solo negli Stati Uniti, per la dignita' e l’uguaglianza di tutti gli esseri umani. Delle prime Martin Luther King e' stato una figura luminosa (fra l’altro, egli e' stato il più giovane Premio Nobel per la pace). L’influenza del suo pensiero e della sua opera ha di gran lunga travalicato i confini degli Stati Uniti. Gli stessi movimenti studenteschi del ’68 in Europa sono stati influenzati da lui e piu' in generale dal movimento africano-americano contro la segregazione e il razzismo (nonche' da quello contro la guerra in Vietnam). Basta dire che, se oggi parliamo, a proposito dell’Italia e di altri paesi, della presenza di un razzismo istituzionale e siamo capaci di analizzarlo, e' anche perché due leader del Black Power, Stokely Carmichael e Charles V. Hamilton, alla fine degli anni Sessanta sostennero che l’ineguaglianza strutturale di certe minoranze non e' solo il frutto di pregiudizi e di comportamenti discriminatori della maggioranza, ma e' anche l’esito di norme, procedure e pratiche routinarie messe in atto dalle istituzioni.

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- Giselle Dian: La riflessione e la pratica del femminismo hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione dei movimenti sociali impegnati per i diritti umani di tutti gli esseri umani. Come si e' esercitato questo ruolo nel corso degli ultimi decenni a livello planetario?

- Annamaria Rivera: Il movimento per la liberazione delle donne e la critica femminista hanno avuto una grande influenza su altri movimenti e correnti di pensiero, politiche, culturali e artistiche. E, a sua volta, il grande movimento femminista fra gli anni Sessanta e Settanta, soprattutto in Italia, si ispiro' anche al movimento africano-americano contro la segregazione “razziale” riprendendone alcune pratiche - quella del separatismo, per esempio -, alcune analisi e anche degli slogan: basta ricordare che “Donna e' bello” - uno slogan fra i piu' consueti - era ripreso da “Black is beautiful”. Dal canto suo, il femminismo ha poi ispirato il movimento per i diritti delle persone omosessuali come altri: lo stesso movimento pacifista ne ha mutuato discorsi e pratiche. A me sembra che sul piano teorico e culturale il lascito piu' importante della critica femminista sia stata la messa in discussione dell’universalismo cosi' come viene convenzionalmente inteso e praticato: e' chi ha il potere, chi domina, e' il noi maschile e maggioritario, che si definisce universale e che definisce gli altri, i subalterni, le minoranze, l’altro genere come particolari o addirittura come non pienamente umani. Basta dire che a suo tempo si oso' definire suffragio universale un sistema nel quale le donne non avevano il diritto di voto!

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- Giselle Dian: La solidarieta' internazionale con il movimento antiapartheid in Sudafrica ha caratterizzato gli anni Ottanta; e ad essa anche gli artisti (delle arti visive, della musica, della letteratura, del teatro e del cinema) hanno dato un contributo rilevante, particolarmente sul versante della sensibilizzazione. Poi, negli anni '90, la liberazione di Nelson Mandela, la sua elezione a primo presidente democratico del Sudafrica, e l'esperienza straordinaria della Commissione per la verita' e la riconciliazione, costituiscono eventi di portata mondiale ed epocale. Quali riflessioni si possono trarre da questa vicenda?

- Annamaria Rivera: Io oggi ne trarrei la riflessione che mai si deve dare per acquisito una volta per tutte cio' che si e' conquistato tramite i movimenti e le lotte. Il paese che con tanto coraggio ha lottato contro il regime dell’apartheid e se ne e' liberato, che ha avuto un dirigente della grandezza morale e politica di Nelson Mandela, che ha inventato uno strumento straordinario come la Commissione per la verita' e la riconciliazione, e' lo stesso paese in cui nel 2008 sono stati uccisi almeno cinquanta migranti provenienti da altri paesi africani, nel corso una violenta ondata di xenofobia popolare (della popolazione nera!), alimentata o comunque favorita dall’alto. Nel corso di quelle violenze almeno tredicimila migranti furono costretti alla fuga ed alcuni arsi vivi. E’ lo stesso paese in cui permangono spaventose ineguaglianze sociali, sacche estreme di poverta' e di abbandono, un tasso di analfabetismo fra i piu' alti al mondo. L’accesso al potere politico ed economico e' riservato a una minoranza infima, che oggi non ha vergogna di ostentare i segni della propria ricchezza. Ed e' questo a produrre frustrazione e rancore negli strati di popolazione piu' sfavoriti: il razzismo, si sa, e' la socializzazione del rancore. Per fortuna, in Sudafrica ci sono anche vivaci movimenti sociali dal basso che contestano attivamente le politiche governative e si battono per il diritto al lavoro, all’alloggio, all’istruzione: per tutti e tutte, non solo per i sudafricani doc.

La stessa cosa si potrebbe dire per il movimento delle donne. Certo, la sua eredita' preziosa e' evidente in molti ambiti. Ma, soprattutto in Italia, c’e' un arretramento in altrettanti ambiti per cio' che riguarda la condizione concreta delle donne e la considerazione in cui sono tenute. Nel nostro paese si e' determinato un processo vertiginoso di mercificazione dell’immagine e del corpo femminili. Quanto alla parita' fra uomini e donne, il rapporto del 2009 del World Economic Forum assegna all’Italia il 72mo posto su 135 paesi, addirittura il 96mo per quanto riguarda l’accesso al lavoro e l’uguaglianza di trattamento. Un posto ben lontano da quello di altri paesi europei e piu' in basso di molti paesi detti in via di sviluppo. Il che vuol dire che c’e' stata negli anni piu' recenti addirittura una sorta di backlash, di ritorno indietro e di rivincita contro le rivendicazioni delle donne.

Una considerazione conclusiva: Malgrado tutto, i movimenti dei quali abbiamo parlato hanno lasciato tracce quasi ovunque nel mondo. Anzi, se in alcuni paesi occidentali la loro eco sembra affievolita, altrove le suggestioni che hanno lasciato ispirano vivaci movimenti per i diritti civili e l’uguaglianza degli esseri umani. Per esempio, alcuni paesi arabi conoscono movimenti femministi tanto importanti quanto da noi misconosciuti. Ancora un esempio. Il movimento “altermondialista”, il piu' importante degli ultimi anni, dal carattere davvero internazionale, e' quello che, a mio parere, e' riuscito a sintetizzare quasi tutti i temi venuti alla ribalta dagli anni Sessanta in poi: l’ecologia, il femminismo, il pacifismo, l’antirazzismo, l’uguaglianza economica e sociale fra gli esseri umani e fra le diverse aree del pianeta. Questo movimento, che da noi oggi sembra indebolito, e' ben presente, con tutti i suoi contenuti, nei paesi latinoamericani e in molti dei paesi detti in via di sviluppo.

 
7. APPELLI. IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento.

Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato.

Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235.

*

Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 
8. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Norberto Bobbio, Eguaglianza e liberta', Einaudi, Torino 1995, pp. XVI + 102.
- Norberto Bobbio, Stato, governo, societa'. Frammenti di un dizionario politico, Einaudi, Torino 1985, 1995, pp. X + 174.
- Paul Ricoeur, Persona, comunita' e istituzioni, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994, pp. 224.
- Paul Ricoeur, Tradizione o alternativa, Morcelliana, Brescia 1980, pp. 152.
 
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
11. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 210 del 3 giugno 2010
 
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