Telegrammi. 205
- Subject: Telegrammi. 205
 - From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
 - Date: Sat, 29 May 2010 01:03:15 +0200
 
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 TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO 
 Numero 205 
del 29 maggio 2010 
Telegrammi della nonviolenza in cammino 
proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche 
della nonviolenza 
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 
1. Il colpo di stato razzista, la carneficina afgana 
2. Giselle Dian intervista Augusto Cavadi 
3. 
Giselle Dian intervista Andrea Cozzo 
4. Giselle 
Dian intervista Fulvio Cesare Manara 
5. Per difendere il Bulicame e i diritti di tutti un'iniziativa 
esemplare 
6. L'assessore provinciale alle opere stradali e alla pianificazione 
territoriale risponde all'esposto sull'accesso ostruito a una pozza dell'area 
del Bulicame 
7. Un'ampia intervista alla dottoressa Litta 
8. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento 
9. 
"Azione nonviolenta" 
10. Segnalazioni librarie 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento 
12. Per saperne di piu' 
1. EDITORIALE. IL COLPO DI STATO RAZZISTA, LA CARNEFICINA AFGANA 
Ogni giorno il colpo di stato razzista miete vittime. 
Ed ogni giorno miete vittime la carneficina afgana. 
E quelle vittime le massacra anche la nostra complicita'. 
Il fatto che noi non insorgiamo per imporre il ritorno alla legalita', alla 
democrazia, alla civilta'. 
Il fatto che noi non insorgiamo per imporre la pace e il rispetto dei 
diritti umani. 
* 
Se oggi, qui, in Italia, non insorgiamo contro la guerra e contro il 
razzismo, in cosa siamo diversi dai complici delle SS? 
Insorgere occorre, con la forza della verita', con la scelta della 
nonviolenza, contro il colpo di stato razzista, contro la carneficina 
afgana. 
Insorgere occorre, in difesa della Costituzione della Repubblica Italiana, 
in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani. 
2. RIFLESSIONE. GISELLE DIAN INTERVISTA AUGUSTO 
CAVADI 
[Ringraziamo 
Giselle Dian (per contatti: gipsy91 at live.it) per averci messo a 
disposizione questa intervista ad Augusto Cavadi. 
Giselle Dian fa parte della redazione di 
"Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata 
dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a 
Viterbo. 
Augusto Cavadi, prestigioso intellettuale ed educatore, collaboratore del 
Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo, e' impegnato 
nel movimento antimafia e nelle esperienze di risanamento a Palermo, collabora a 
varie qualificate riviste che si occupano di problematiche educative e che 
partecipano dell'impegno contro la mafia. Opere di Augusto Cavadi: Per meditare. 
Itinerari alla ricerca della consapevolezza, Gribaudi, Torino 1988; Con occhi 
nuovi. Risposte possibili a questioni inevitabili, Augustinus, Palermo 1989; 
Fare teologia a Palermo, Augustinus, Palermo 1990; Pregare senza confini, 
Paoline, Milano 1990; trad. portoghese 1999; Ciascuno nella sua lingua. Tracce 
per un'altra preghiera, Augustinus, Palermo 1991; Pregare con il cosmo, Paoline, 
Milano 1992, trad. portoghese 1999; Le nuove frontiere dell'impegno sociale, 
politico, ecclesiale, Paoline, Milano 1992; Liberarsi dal dominio mafioso. Che 
cosa puo' fare ciascuno di noi qui e subito, Dehoniane, Bologna 1993, nuova 
edizione aggiornata e ampliata Dehoniane, Bologna 2003; Il vangelo e la lupara. 
Materiali su chiese e mafia, 2 voll., Dehoniane, Bologna 1994; A scuola di 
antimafia. Materiali di studio, criteri educativi, esperienze didattiche, Centro 
siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994, D G editore, 
Trapani 2006; Essere profeti oggi. La dimensione profetica dell'esperienza 
cristiana, Dehoniane, Bologna 1997; trad. spagnola 1999; Jacques Maritain fra 
moderno e post-moderno, Edisco, Torino 1998; Volontari a Palermo. Indicazioni 
per chi fa o vuol fare l'operatore sociale, Centro siciliano di documentazione 
"Giuseppe Impastato", Palermo 1998, seconda ed.; voce "Pedagogia" nel cd- rom di 
AA. VV., La mafia. 150 anni di storia e storie, Cliomedia Officina, Torino 1998, 
ed. inglese 1999; Ripartire dalle radici. Naufragio della politica e indicazioni 
dall'etica, Cittadella, Assisi, 2000; Le ideologie del Novecento, Rubbettino, 
Soveria Mannelli 2001; Volontariato in crisi? Diagnosi e terapia, Il pozzo di 
Giacobbe, Trapani 2003; Gente bella, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2004; 
Strappare una generazione alla mafia, DG Editore, Trapani 2005; E, per passione, 
la filosofia, DG Editore, Trapani 2006; La mafia spiegata ai turisti, Di 
Girolamo Editore, Trapani 2008; E, per passione, la filosofia. Breve 
introduzione alla piu' inutile di tutte le scienze, Di Girolamo, Trapani 2008; 
Chiedete e non vi sara' dato. Per una filosofia pratica dell’amore, Petite 
Plaisance, Pistoia 2008; In verita' ci disse altro. 
Oltre i fondamentalismi cristiani, Falzea, Reggio Calabria 2008; Il Dio dei 
mafiosi, San Paolo, Milano 2009; Come posso fare di mio 
figlio un vero uomo d’onore? Coppola, Trapani 2008; L’amore e' cieco ma la 
mafia ci vede benissimo, Coppola, Trapani 2009; Filosofia di strada. Il 
filosofare-in-pratica e le sue pratiche, Di Girolamo, Trapani 2010. Vari 
suoi contributi sono apparsi sulle migliori riviste antimafia di Palermo e 
siciliane. Segnaliamo il sito: www.augustocavadi.eu (con bibliografia 
completa)] - Giselle Dian: Quale eredita' ha lasciato nella 
cultura statunitense e mondiale l'esperienza di Martin Luther King, la lotta 
contro il razzismo e il movimento per i diritti civili? 
- Augusto Cavadi: Non so nel mondo, ma in quell'angolo della semi-periferia del mondo in cui vivo (la Sicilia) la sua testimonianza e' arrivata e ha dato frutto, anche grazie all'amplificazione che la sua opera ha ricevuto in loco da Danilo Dolci. Per noi, giovani nel '68, e' stato fondamentale vedere nel pastore battista una sintesi di fede evangelica e di impegno politico concreto. * - Giselle Dian: L'opposizione alla bomba atomica ha 
caratterizzato la seconda meta' del Novecento; negli ultimi decenni essa si e' 
sviluppata anche contro le centrali nucleari, cogliendo una serie di decisivi 
nessi ed implicazioni. Quali sono state le esperienze cruciali e quali sono le 
riflessioni fondamentali del movimento antinucleare? 
- Augusto Cavadi: Qui in Sicilia la fase cruciale e' stata costituita dalle lotte contro l'installazione dei missili a testata nucleare a Comiso, in quel di Ragusa. Oggi la zona e' denuclearizzata, ma sarebbe esagerato attribuire solo a quelle campagne il merito del risultato. Molto piu' decisivo e' stato il mutamento del quadro internazionale in seguito all'implosione del sistema sovietico. Credo che Gorbaciov sia uno dei massimi politici di tutti i tempi (anche se, mi pare, ci stiamo dimenticando di lui troppo presto). * - Giselle Dian: La solidarieta' internazionale con 
il movimento antiapartheid in Sudafrica ha caratterizzato gli anni Ottanta; e ad 
essa anche gli artisti (delle arti visive, della musica, della letteratura, del 
teatro e del cinema) hanno dato un contributo rilevante, particolarmente sul 
versante della sensibilizzazione. Poi, negli anni '90, la liberazione di Nelson 
Mandela, la sua elezione a primo presidente democratico del Sudafrica, e 
l'esperienza straordinaria della Commissione per la verita' e la 
riconciliazione, costituiscono eventi di portata mondiale ed epocale. Quali 
riflessioni si possono trarre da questa vicenda? 
- Augusto Cavadi: In un gruppo di lavoro durato tre anni e sfociato in un volume (Mafia e nonviolenza, a cura di Vincenzo Sanfilippo, Di Girolamo editore, Trapani 2007) abbiamo provato a immaginare che cosa possa significare, nel Meridione italiano, coniugare le esigenze della giustizia verso i familiari di vittime di mafia e la lungimiranza di agevolare la "conversione" reale dei cosi' detti "pentiti" e delle loro famiglie. E' un percorso teorico-pratico in corso, con le sue poche luci e con le sue molte ombre. * 
- Giselle Dian: Da alcuni anni si ha la sensazione 
che almeno in alcune parti del mondo finalmente i diritti delle persone 
omosessuali vengano almeno formalmente riconosciuti, e che il pregiudizio e la 
violenza omofoba non godano piu' di una complicita' diffusa. E' realmente cosi'? 
Ed attraverso quali tappe di impegno civile e di progresso culturale si e' 
giunti a questa situazione, e quanto cammino c'e' ancora da percorrere, e quali 
iniziative occorre intraprendere affinche' ad ogni persona sia riconosciuto il 
diritto alla libera autodeterminazione ed autogestione del proprio orientamento 
sessuale e delle proprie scelte di vita? 
- Augusto Cavadi: Come osservatore della valenza religiosa dei comportamenti sociali sono particolarmente sensibile ai processi intra-ecclesiali di liberazione dalle bende dell'omofobia. Con la stima verso persone quali Franco Barbero di Pinerolo e Alessandro Esposito di Trapani, cerco di dare anch'io una mano a riflettere sulla falsa connessione fra fede biblica e intolleranza nei confronti delle sorelle e dei fratelli che (per un groviglio di fattori) trovano piu' congeniale veicolare l'amore attraverso gesti omofili. E mi pare di poter dire che questa battaglia si inserisce all'interno di una guerra molto piu' impegnativa: liberare la visione cristiana dell'uomo dalla sessuofobia atavica in cui si e' gradatamente - e inesorabilmente - imprigionata. * 
- Giselle Dian: Quale puo' essere lo specifico 
contributo dell'arte all'impegno per la pace, l'ambiente, i diritti umani di 
tutti gli esseri umani? 
- Augusto Cavadi: Cercare la bellezza senza voler essere edificanti a tutti i costi. La bellezza merita di essere coltivata gratuitamente, pur sapendo che essa comporta effetti collaterali desiderabili. * - Giselle Dian: L'opera di Keith Haring, e piu' in 
generale il linguaggio dei "graffiti", pone in evidenza il rapporto tra opera 
d'arte e dimensione urbana, tra performance estetica e vissuto della strada, tra 
"nonluoghi" e impegno civile, tra forme della cultura di massa e lotta contro 
l'alienazione e l'emarginazione, tra strutture della vita quotidiana e nuove 
modalita' di risignificazione dei luoghi e delle esperienze esistenziali. Quali 
riflessioni le suscita questa prassi? 
- Augusto Cavadi: Confesso di essere molto piu' 
disturbato dagli abusi dei "graffittari" che ammirato della loro opera. Sarei 
felice se quanti praticano questa forma d'arte rispettassero tempi e luoghi; 
anzi, quando vedo che i graffiti abbelliscono squarci squallidi, sono gia' 
adesso felice. 
3. 
RIFLESSIONE. GISELLE DIAN INTERVISTA ANDREA COZZO 
[Ringraziamo 
Giselle Dian (per contatti: gipsy91 at live.it) per averci messo a 
disposizione questa intervista ad Andrea 
Cozzo. 
Andrea Cozzo e' 
docente universitario di cultura greca, studioso e amico della nonviolenza, 
promotore dell'attivita' didattica e di ricerca su pace e nonviolenza 
nell'ateneo palermitano, tiene da anni seminari e laboratori sulla gestione 
nonviolenta dei conflitti, ha pubblicato molti articoli sulle riviste dei 
movimenti nonviolenti, fa parte del comitato scientifico dei prestigiosi 
"Quaderni Satyagraha". Tra le sue opere recenti: Se fossimo come la terra. 
Nietzsche e la saggezza della complessita', Annali della Facolta' di Lettere e 
filosofia di Palermo. Studi e ricerche, Palermo 1995; Dialoghi attraverso i 
Greci. Idee per lo studio dei classici in una societa' piu' libera, Gelka, 
Palermo 1997; (a cura di), Guerra, cultura e nonviolenza, "Seminario 
Nonviolenza", Palermo 1999; Manuale di lotta nonviolenta al potere del sapere 
(per studenti e docenti delle facolta' di lettere e filosofia), "Seminario 
Nonviolenza", Palermo 2000; Tra comunita' e violenza. Conoscenza, logos e 
razionalita' nella Grecia antica, Carocci, Roma 2001; Saggio sul saggio 
scientifico per le facolta' umanistiche. Ovvero caratteristiche di un genere 
letterario accademico (in cinque movimenti), "Seminario Nonviolenza", Palermo 
2001; Filosofia e comunicazione. Musicalita' della filosofia antica, in V. 
Ando', A. Cozzo (a cura di), Pensare all'antica. A chi servono i filosofi?, 
Carocci, Roma 2002, pp. 87-99; Sapere e potere presso i moderni e presso i Greci 
antichi. Una ricerca per lo studio come se servisse a qualcosa, Carocci, Roma 
2002; Lottare contro la riforma del sistema scolastico-universitario. Contro che 
cosa, di preciso? E soprattutto per che cosa?, in V. Ando' (a cura di), Saperi 
bocciati. Riforma dell'istruzione, discipline e senso degli studi, Carocci, Roma 
2002, pp. 37-50; Scienza, conoscenza e istruzione in Lanza del Vasto, in 
"Quaderni Satyagraha", n. 2, 2002, pp. 155-168; Dopo l'11 settembre, la 
nonviolenza, in "Segno" n. 232, febbraio 2002, pp. 21-28; Conflittualita' 
nonviolenta. Filosofia e pratiche di lotta comunicativa, Edizioni Mimesis, 
Milano 2004; La tribu' degli antichisti, Carocci, Roma 2006; Gestione creativa e 
nonviolenta delle situazioni di tensione. Manuale di formazione per le Forze 
dell'ordine, Gandhi Edizioni, Pisa 2007] 
- 
Giselle Dian: La riflessione e la pratica del femminismo hanno avuto un ruolo 
fondamentale nella formazione dei movimenti sociali impegnati per i diritti 
umani di tutti gli esseri umani. Come si e' esercitato questo ruolo nel corso 
degli ultimi decenni a livello planetario? 
- Andrea Cozzo: Il femminismo e' la rivoluzione che piu' chiaramente dimostra al mondo l’efficacia della nonviolenza: benche' troppo spesso cio' non venga messo a fuoco, infatti, le lotte delle donne sono state lotte non “contro”, ma lotte “per”. L’emancipazione femminile, avvenuta senza alcuna violenza, e' un modello per ogni cambiamento sociale, ed ha effettivamente contribuito a smascherare il maschilismo sotteso alla "normale" organizzazione e gestione del mondo: per liberare l’umanita' e la natura c’e' bisogno di avviarsi ad una cultura della cura, piuttosto che del controllo, ad una pratica di ascolto piuttosto che di parola. * 
- Giselle Dian: L'opposizione alla bomba atomica ha 
caratterizzato la seconda meta' del Novecento; negli ultimi decenni essa si e' 
sviluppata anche contro le centrali nucleari, cogliendo una serie di decisivi 
nessi ed implicazioni. Quali sono state le esperienze cruciali e quali sono le 
riflessioni fondamentali del movimento antinucleare? 
- Andrea Cozzo: Hiroshima e' stato il simbolo della follia della guerra, come Chernobyl lo e' stato della follia del nucleare. Del resto, benche', per cosi' dire, in ordine logico inverso, guerre e nucleare hanno gli stessi effetti: l’atomica uccide gli esseri umani e il pianeta, come le centrali nucleari uccidono... il pianeta e gli esseri umani. Le lotte di Comiso, in Sicilia, all’inizio degli anni ‘80, sono state uno dei momenti piu' alti di questa convergenza tra il movimento ecologico e quello nonviolento: manifestazioni mondiali mostrarono con chiarezza, da allora a Porto Alegre e fino ad oggi, la capacita', da parte dei movimenti di trasformazione sociale, di “pensare globalmente, agire localmente” - di coniugare, cioe', una visione complessa e reticolare della realta' con un’azione concreta e articolata in diversi punti della Terra. * 
- Giselle Dian: La solidarieta' internazionale con il 
movimento antiapartheid in Sudafrica ha caratterizzato gli anni Ottanta; e ad 
essa anche gli artisti (delle arti visive, della musica, della letteratura, del 
teatro e del cinema) hanno dato un contributo rilevante, particolarmente sul 
versante della sensibilizzazione. Poi, negli anni '90, la liberazione di Nelson 
Mandela, la sua elezione a primo presidente democratico del Sudafrica, e 
l'esperienza straordinaria della Commissione per la verita' e la 
riconciliazione, costituiscono eventi di portata mondiale ed epocale. Quali 
riflessioni si possono trarre da questa vicenda? 
- Andrea Cozzo: L’istituzione e il funzionamento della Commissione per la verita' e la riconciliazione in Sudafrica ha avuto un’importanza enorme non solo nella costruzione di un nuovo Sudafrica, libero dall’apartheid come pure da ogni risentimento razziale in senso inverso, ma anche nella diffusione di una piu' generale cultura della gestione dei conflitti che riesca a pensare ad una giustizia non piu' “retributiva”, cioe' punitiva, o anche “rieducativa”, ma ad una giustizia “restaurativa”, ovvero dialogante, capace di coinvolgere tanto la vittima, quanto il reo, quanto, ancora, la comunita' al fine di un reale superamento dell’ingiustizia e riparazione ad essa (in Italia, per esempio, opera in questa direzione, adesso, il diritto penale minorile). * - Giselle Dian: Da alcuni anni si ha la sensazione che 
almeno in alcune parti del mondo finalmente i diritti delle persone omosessuali 
vengano almeno formalmente riconosciuti, e che il pregiudizio e la violenza 
omofoba non godano piu' di una complicita' diffusa. E' realmente cosi'? Ed 
attraverso quali tappe di impegno civile e di progresso culturale si e' giunti a 
questa situazione, e quanto cammino c'e' ancora da percorrere, e quali 
iniziative occorre intraprendere affinche' ad ogni persona sia riconosciuto il 
diritto alla libera autodeterminazione ed autogestione del proprio orientamento 
sessuale e delle proprie scelte di vita? 
- Andrea Cozzo: L’avanzamento culturale nel campo dell’etica sessuale, avvenuto negli ultimi quaranta-cinquanta anni e soprattutto negli ultimi venti, e' certamente notevole: si e' trattato innanzitutto della messa a fuoco di un problema, dello "scoperchiamento" di una pentola in cui bollivano questioni che si aveva difficolta' ad affrontare e addirittura a riconoscere. Penso che siamo ancora all’inizio della riflessione e soprattutto all’inizio di un reale cambiamento delle pratiche e della cultura che investono, in fondo, tutta la concezione del rapporto tra i generi e di ciascuno col proprio corpo. * 
- Giselle Dian: Quale puo' essere lo specifico contributo 
dell'arte all'impegno per la pace, l'ambiente, i diritti umani di tutti gli 
esseri umani? 
- Andrea Cozzo: L’arte, per la sua dimensione piu' immediatamente interculturale, puo' contribuire notevolmente alla denuncia e alla critica della violenza e a far credere all’idea che “un altro mondo e' possibile”. La sua creativita' e la sua ampia visibilita' pubblica possono avere un impatto notevole sulla societa', possono dare un messaggio di liberazione che arriva a tutti, combattendo la rassegnazione alla pretesa "razionalita' del reale" e facendo immaginare a tutti mondi possibili. 4. RIFLESSIONE. GISELLE DIAN INTERVISTA FULVIO CESARE MANARA [Ringraziamo Giselle Dian (per contatti: gipsy91 at live.it) per averci messo a disposizione questa intervista a Fulvio Cesare Manara. Fulvio Cesare Manara, nato a Bergamo nel 1958, 
coniugato con tre figli, laureato in filosofia presso l'Universita' degli studi 
di Milano, ha frequentato seminari di ricerca e studio negli Stati Uniti. 
Perfezionatosi a Padova in didattica della filosofia, e' attualmente ricercatore 
e professore aggregato presso la Facolta' di Scienze della Formazione 
dell'Universita' di Bergamo, dove si occupa di educazione al pensare e comunita' 
di ricerca filosofica, di educazione alla nonviolenza e di formazione alla 
trasformazione nonviolenta dei conflitti. Opera quale formatore di formatori e 
interviene in corsi di formazione in molti enti ed agenzie sia pubblici che del 
privato sociale in varie parti d'Italia. Collabora in qualita' di redattore a 
"Comunicazione filosofica. Rivista telematica di ricerca e didattica 
filosofica". Nel settore disciplinare della didattica della filosofia ha 
pubblicato una quindicina di saggi e alcune recensioni, oltre al volume 
Comunita' di ricerca e iniziazione al filosofare. Appunti per una nuova 
didattica della filosofia, Lampi di Stampa, Milano 2004. Nel settore degli studi 
sulla nonviolenza si occupa continuativamente di etica della nonviolenza e di 
educazione alla nonviolenza (sia individuandone le sorgenti tanto nella 
dimensione teoretica quanto in quella pratica, sia, piu' in particolare, 
studiando le dinamiche della trasformazione nonviolenta dei conflitti), in 
questo campo di tematiche ha scritto una ventina tra saggi e articoli, ed ha 
pubblicato il volume Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' 
di terrorismi, Unicopli, Milano 2006. Opera quale formatore con esperienza di 
metodologia attiva: addestrato nelle competenze dell'ascolto attivo e della 
gestione del lavoro di gruppo, grazie ad una esperienza ventennale di animazione 
e facilitazione di gruppi, anima a sua volta all'ascolto attivo, alla 
comunicazione dialogale, al pensare insieme, ad una gestione di gruppo centrata 
sulla leadership partecipativa ed alla trasformazione nonviolenta dei conflitti. 
Tra le opere di Fulvio Cesare Manara: Scritti vari sulla nonviolenza, 
l'obiezione di coscienza e l'educazione alla pace, Eirene, Bergamo 1990; 
Comunita' di ricerca e iniziazione al filosofare. Appunti per una nuova 
didattica della filosofia, Lampi di Stampa, Milano 2004; Una forza che da' vita. 
Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 
2006] 
 - Giselle Dian: Quale eredita' ha lasciato nella cultura statunitense e mondiale l'esperienza di Martin Luther King, la lotta contro il razzismo e il movimento per i diritti civili? - Fulvio Cesare Manara: Le eredita' vere, mi pare, sono quelle di cui e' difficile portare il peso. Non quelle che si godono “spendendo” risorse, e beni, in ogni caso sconsideratamente, essendo estranei alla fatica che li ha generati e conseguiti. Quella di Martin Luther King (e di Gandhi, di Tolstoj, e di 
moltissimi altri) e' di questo genere, mi pare. Gia', qual e' l’eredita' di Martin Luther King? C’e' ancora 
qualcuno che la riconosce e la sente? La lotta contro il razzismo credo debba ricominciare da capo per ogni generazione. Il “disprezzo per la debolezza” o per la “differenza” e' un dato costitutivo della nostra specie (che deve ancora divenire realmente umana), come direbbero Ofstad e Simone Weil... Mi pare che la specie umana debba ricominciare sempre da capo questa battaglia. In particolare, i diritti civili in questo momento storico mi sembrano del tutto sofferenti, insieme a tutti gli altri diritti (che, secondo la letteratura corrente, vengono definiti “inscindibili” e interconnessi gli uni agli altri). L’esperienza di Martin Luther King, come quella di Gandhi e di molti altri “testimoni dell’azione nonviolenta” e' un’esperienza ancora poco conosciuta. E soprattutto, e assolutamente, mi pare, se la consideriamo non solo come una ispirazione di principio, ma proprio come un sapere esperienziale. Dobbiamo appunto sempre da capo riprendere il cammino di educarci alla trasformazione nonviolenta dei conflitti. Con lo studio, e insieme con la passione per cercare di cambiare agendo. Come esplorare, allora, queste eredita' ancora inesplorate? * - Giselle Dian: La riflessione e la pratica del femminismo hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione dei movimenti sociali impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani. Come si e' esercitato questo ruolo nel corso degli ultimi decenni a livello planetario? - Fulvio Cesare Manara: Ho conosciuto il femminismo della differenza piuttosto da vicino. E non ho concluso ancora il dialogo aperto con le sue istanze, se non con le sue esponenti. Direi che la sua evoluzione piu' forte e provocatoria e' quella di Luce Irigaray, che seguo da vicino da qualche mese (l’abbiamo invitata per un convegno dialogale a Bergamo alla fine di ottobre). Rinvio alla lettura delle sue opere, e in particolare di una delle ultime, ossia Condividere il mondo, dove si legge, fra l’altro, qualcosa del genere: "l’altro in quanto tale e' stato escluso dall’elaborazione della cultura occidentale". Insomma, serve una trasformazione radicale, una metanoia... Proprio oggi, transitando per caso dal soggiorno di mia madre, ho sentito un dibattito tra un giornalista (che mi e' sconosciuto) e una giovane donna che dichiarava di “voler offrire la sua virtu' al presidente dell’Iran”... Credo sia un esempio adeguato per pensare a quanto ancora il femminismo sia lungi dall’aver conseguito stabili “risultati”. E poi, sara' sufficiente che il femminismo “trionfi” o dovra' anch’esso essere superato? * - Giselle Dian: L'opposizione alla bomba atomica ha caratterizzato la seconda meta' del Novecento; negli ultimi decenni essa si e' sviluppata anche contro le centrali nucleari, cogliendo una serie di decisivi nessi ed implicazioni. Quali sono state le esperienze cruciali e quali sono le riflessioni fondamentali del movimento antinucleare? - Fulvio Cesare Manara: Non sono tanto attratto dai “movimenti”, soprattutto da quelli cosi' sfuggenti e labili come quello antinucleare. O quello del pacifismo generico, anche. Sia chiaro, ne condivido radicalmente le istanze. Anzi, penso che probabilmente ci serve una la coscienza piu' radicale, che si esprima nel sentire la violenza che la specie umana esercita sui corpi, sulla materia. Non abbiamo ancora sufficiente “sentire” per allargare a questo modo la nostra coscienza, che e' ahime' ancora non solo antropomorfica, ma antropocentrica... Inoltre, per parte mia sono ispirato dagli scritti e dalle parole di 
Guenther Anders. Non abbiamo ancora sviluppato la consapevolezza che l’energia 
cosiddetta “atomica” e' un sintomo della tecnologia che rende l’uomo 
obsoleto. Ma c’e' molto a cui prestare attenzione, rispetto alla proliferazione degli armamenti nucleari, che ancora continua, e rispetto alla ricerca scientifica sul nucleare, che non e' proprio “pura” e “libera da condizionamenti”... * - Giselle Dian: Da alcuni anni si ha la sensazione che almeno in alcune parti del mondo finalmente i diritti delle persone omosessuali vengano almeno formalmente riconosciuti, e che il pregiudizio e la violenza omofoba non godano piu' di una complicita' diffusa. E' realmente cosi'? Ed attraverso quali tappe di impegno civile e di progresso culturale si e' giunti a questa situazione, e quanto cammino c'e' ancora da percorrere, e quali iniziative occorre intraprendere affinche' ad ogni persona sia riconosciuto il diritto alla libera autodeterminazione ed autogestione del proprio orientamento sessuale e delle proprie scelte di vita? - Fulvio Cesare Manara: 
Ho la 
percezione che siamo ancora ben lontani da una seria liberazione sessuale per i 
cosiddetti “omosessuali”, come del resto, direi, anche per ogni altro essere 
umano. Porsi l’obiettivo della liberazione sessuale, separatamente da una serie 
di altre forme di liberazione, non e' rischioso e controproducente? 
 I sintomi della violenza omofoba e dell’incapacita' di accogliere 
ogni differenza sessuale mi sembrano evidenti e diffusi, proprio nelle nostre 
societa' che predicano la liberta'.  Penso che siamo ancora troppo legati all’idea che il “diverso” debba “integrarsi”... E' un bel problema, no? * - Giselle Dian: E' sempre piu' evidente la coerenza e la saldatura tra impegno per la pace, affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, scelta della nonviolenza, femminismo ed ecologia. Come e perche' si realizza questa convergenza? Quali frutti rechera' all'umanita'? - Fulvio Cesare Manara: Tra le piste di ricerca che piu' coerentemente seguo in questi ultimi anni ce n’e' una che investe la chiara decostruzione della cosiddetta autoreferenzialita' della “cultura dei diritti umani”. La “cultura dei diritti” si regge davvero su se stessa? I diritti sono davvero “universali” e “assoluti”. O sono piuttosto “fondati” e “relativi”? Mi pongo alcune domande: se voglio difenderei i diritti, quali sono le forme di lotta che posso adottare? Se adotto forme violente di difesa dei diritti umani e' giusto e legittimo? E cosa vuol dire “rispetto” dei diritti umani? Non richiede questo “rispetto” il ricorso e il riferimento ad un principio “superiore” agli stessi diritti? Per me questo “principio superiore” e' il principio di giustizia, cosi' come lo intende Simone Weil, ossia il principio nonviolenza. La vera domanda che fonda la giustizia non e' “perche' lui ha piu' di me”, ma “perche' mi fai male”... E' proprio il principio 
nonviolenza (neminem laedere - nuova innocenza) a fondare i 
diritti umani! Che fare per educarci a questo modo di intendere-essere-agire? Non ho certo risposte preconfezionate, ne', forse, esistono... 5. BULICAME. PER DIFENDERE IL BULICAME E I DIRITTI 
DI TUTTI UN'INIZIATIVA ESEMPLARE 
 
L'iniziativa in difesa dell'area del Bulicame e per il diritto di tutti a 
fruirne in forme rispettose e adeguate, promossa dalle persone amiche della 
nonviolenza che si riuniscono da mesi tutte le domeniche presso il centro 
sociale autogestito "Valle Faul", e' un'iniziativa che nella sua immediata 
concretezza, nella sua metodologia processuale e nella sua finalita' 
complessiva costituisce un modello di azione collettiva per il bene 
comune. 
* 
Nell'immediata concretezza: si richiede l'intervento delle istituzioni 
competenti per verificare la liceita' o meno della chiusura della via 
di accesso ad una delle pozze dell'area del Bulicame, e per l'assunzione di 
tutti i provvedimenti conseguenti. 
Nella metodologia processuale: si esercita un impegno popolare dal basso di 
tutela del bene comune e si interagisce con le istituzioni democratiche in forme 
trasparenti e adeguate, attive e responsabili; muovendo un passo dopo l'altro e 
verificando il corretto operato altrui senza atteggiamenti astratti o di ingenua 
delega ma con vigile attenzione e diretto impegno; nella progressione dei mezzi 
e nella coerenza coi fini. 
Nella finalita' complessiva: si agisce praticamente nel quadro e 
con il fine della piu' complessa e complessiva azione in difesa 
del Bulicame, della biosfera, del diritto alla salute, contro ogni operazione 
devastatrice e speculativa (ed in primo luogo contro lo scellerato progetto 
del mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge); con l'obiettivo di 
riferimento e il programma costruttivo di promuovere la nascita del parco 
naturalistico, archeologico e termale del Bulicame; con la consapevolezza 
di adottare modalita' coerenti di intervento basate sulla forza della verita', 
della legalita', della democrazia, della scelta teorica e pratica della 
nonviolenza. 
* 
In questa iniziativa fondata sul "principio responsabilita'" (secondo la 
terminologia di Hans Jonas) e sulla "forza della verita'" (Gandhi) le 
persone che si riuniscono presso il centro sociale "Valle Faul" propongono a 
tutti i cittadini ragionevoli e di volonta' buona un impegno comune ed un metodo 
adeguato per difendere insieme natura e cultura, civile convivenza e cura per 
l'altro, e promuovere insieme i diritti di tutti e l'inveramento della legalita' 
e della democrazia. 
6. CARTEGGI. L'ASSESSORE PROVINCIALE ALLE 
OPERE STRADALI E ALLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE RISPONDE ALL'ESPOSTO 
SULL'ACCESSO OSTRUITO A UNA POZZA DELL'AREA DEL BULICAME 
 L'assessore alla progettazione e manutenzione delle 
opere stradali, pianificazione territoriale, espropri, protezione civile della 
Provincia di Viterbo, Giovanni Maria Santucci, ha risposto alla comunicazione 
inviata alla Provincia dalle persone 
partecipanti al percorso di formazione alla nonviolenza presso il 
centro sociale "Valle Faul" di Viterbo. 
* 
Nella comunicazione si evidenziava che "nelle 
scorse settimane abbiamo segnalato al Comune e alla Prefettura di 
Viterbo che ai primi di maggio 2010 all'inizio di 
una delle vie di accesso che dalla strada asfaltata denominata strada Ponte 
del diavolo reca ad una delle pozze dell'area del Bulicame e' stata eretta 
una palizzata con un reticolato che impedisce il passaggio. 
E' stato inoltre scavato un fossato dinanzi 
all'improvvisata recinzione. Ignorando se tali 
opere siano state autorizzate (non compaiono ne' cartelli di cantiere ne' altre 
pubbliche segnalazioni) e se siano o meno legittime, segnalavamo al Comune 
l'accaduto chiedendo un tempestivo intervento di verifica da parte delle 
competenti istituzioni e, ove ne ricorressero le condizioni, ogni conseguente 
azione ai fini della tutela dei diritti di tutti". 
Tutto quanto precede 
esposto, si concludeva sollecitando l'intervento anche della Provincia: 
"Non essendoci fin qui pervenuta comunicazione alcuna, ne' essendo stata 
rimossa la recenzione, con la presente chiediamo anche alla Provincia di 
valutare l'opportunita' di intervenire presso il Comune affinche' si proceda 
alle verifiche richieste ed agli eventuali interventi conseguenti". 
* 
Nella sua risposta l'assessore provinciale 
informa che, facendo seguito alla segnalazione ricevuta, "quanto prima, ci 
attiveremo al fine di procedere con le opportune verifiche del 
caso". 7. SALUTE E AMBIENTE. UN'AMPIA INTERVISTA ALLA 
DOTTORESSA LITTA 
 
[Riceviamo e 
diffondiamo il seguente comunicato dal titolo completo "Un'ampia intervista alla 
dottoressa Litta nel programma televisivo condotto dall'avvocato Nino 
Marazzita"] 
Un'ampia intervista alla dottoressa Antonella Litta 
e' stata il filo conduttore della puntata dedicata alla situazione del lago di 
Vico del programma televisivo "Scanner" condotto dall'avvocato Nino 
Marazzita. 
Come referente locale dell'Associazione italiana 
medici per l'ambiente la dottoressa Litta ha svolto e sta svolgendo un ruolo di 
fondamentale importanza nell'impegno per far chiarezza sulla 
situazione delle acque del lago e difendere la salute della popolazione dei 
comuni circumlacuali, e nella proposta alle competenti istituzioni dei 
necessari, urgenti interventi. 
* 
Antonella Litta svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi. E' specialista 
in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica 
presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di 
uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione 
tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa 
rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' 
referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International 
Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' 
responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo 
come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute". E' referente per 
l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela 
del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' 
responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca 
e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. 
Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera 
comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed 
internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in 
progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto 
dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si oppone al mega-aeroporto di 
Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della 
salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di 
tutti. 
* 
Nota per la stampa a cura del comitato che si 
oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto 
aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di 
tutti 
 Viterbo, 28 maggio 2010 
Per contattare direttamente la portavoce 
del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com 8. APPELLI. 
IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO 
Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento. Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235. * Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 9. 
STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"  
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata 
da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle 
tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo. 
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: 
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo 
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto 
"copia di 'Azione nonviolenta'". 
10. SEGNALAZIONI LIBRARIE 
Letture 
- AA. VV., Walter Tobagi ieri e oggi, Fondazione Corriere della Sera - Rcs 
Quotidiani, Milano 2010, pp. 174, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della 
sera"). 
* 
Riletture 
- Elias Canetti, Massa e potere, Adelphi, Milano 1981, Bompiani, Milano 
1988, pp. 624. 
- Karl Kraus, Gli ultimi giorni dell'umanita', Adelphi, Milano 1980, 1996, 
pp. VI + 786. 
* 
Riedizioni 
- Irving Fisher, Opere, Utet, Torino 1975, 2005, De Agostini - Il sole 24 
ore, Novara-Milano 2010, 2 voll. per complessive pp. 1312, euro 12,90 + 
12,90. 
- Joshua Freedman, Intelligenza emotiva al cuore della performance, Il sole 
24 ore, Milano 2009, 2010, pp. XXVI + 206, euro 9,90. 
- Mark Solms, Oliver Turnbull, Il cervello e il mondo interno, Raffaello 
Cortina Editore, Milano 2004, Fabbri - Rcs Libri, Milano 2007, 2010, pp. XXII + 
388, euro 9,90. 
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale 
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e 
internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento 
dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della 
creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo 
di ciascuno in armonia con il bene di tutti. 
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 12. PER SAPERNE DI PIU' 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it 
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO 
Numero 205 del 29 maggio 2010 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca 
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza 
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: 
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nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web 
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possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ 
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