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Telegrammi. 203
- Subject: Telegrammi. 203
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 27 May 2010 01:06:52 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 203
del 27 maggio 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino
proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche
della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero:
1. Parlando a se stessi
2. Una comunicazione al presidente della Provincia di Viterbo
3. Una lettera aperta al ministro per i rapporti con le Regioni
4. Il 23 maggio si e' svolto il venticinquesimo incontro del percorso di
formazione e informazione nonviolenta al centro sociale "Valle Faul" di
Viterbo
5. Si e' svolto il 25 maggio un incontro di studio a Viterbo
6. Il 28 maggio a Roma
7. Alcuni estratti dai diari di Keith Haring
8. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
9.
"Azione nonviolenta"
10. Segnalazioni librarie 11. La "Carta" del Movimento
Nonviolento
12. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. PARLANDO A SE STESSI
Quanto dolore spargera' oggi la guerra, spargera' oggi il razzismo nelle
straziate carni dell'umanita'?
Quanto odio seminera' oggi la guerra, seminera' oggi il razzismo nel
devastato cuore dell'umanita'?
Quante persone saranno umiliate, affamate, torturate, mutilate, uccise
oggi dalla guerra e dal razzismo?
*
E perche' tu consenti che l'esercito italiano partecipi alla guerra in
Afghanistan?
E perche' tu accetti il colpo di stato razzista in Italia?
Tu devi opporti alla guerra e al razzismo.
Tu e tutti.
Vi e' una sola umanita'.
2. BULICAME. UNA COMUNICAZIONE AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI
VITERBO
[Riceviamo e
diffondiamo]
Al presidente della Provincia di Viterbo
e per opportuna conoscenza: all'assessore
all'ambiente della Provincia di Viterbo, a tutti i consiglieri della Provincia
di Viterbo, al sindaco del Comune di Viterbo, a tutti i
consiglieri del Comune di Viterbo, al prefetto di Viterbo, ai mezzi d'informazione locali
*
Signor presidente della Provincia di
Viterbo,
nelle scorse settimane abbiamo segnalato al Comune e alla Prefettura
di Viterbo che ai primi di maggio 2010 all'inizio
di una delle vie di accesso che dalla strada asfaltata denominata strada Ponte
del diavolo reca ad una delle pozze dell'area del Bulicame e' stata eretta
una palizzata con un reticolato che impedisce il passaggio.
E' stato inoltre scavato un fossato dinanzi
all'improvvisata recinzione.
Ignorando se tali opere siano state autorizzate
(non compaiono ne' cartelli di cantiere ne' altre pubbliche segnalazioni) e se
siano o meno legittime, segnalavamo al Comune l'accaduto chiedendo un tempestivo
intervento di verifica da parte delle competenti istituzioni e, ove ne
ricorressero le condizioni, ogni conseguente azione ai fini della tutela dei
diritti di tutti.
Non essendoci fin qui pervenuta comunicazione alcuna, ne' essendo stata
rimossa la recenzione, con la presente chiediamo anche alla Provincia di
valutare l'opportunita' di intervenire presso il Comune affinche' si proceda
alle verifiche richieste ed agli eventuali interventi conseguenti.
Restando in attesa di una risposta, distinti
saluti,
*
le persone partecipanti all'incontro di formazione
alla nonviolenza svoltosi domenica 23 maggio 2010 presso il centro sociale
"Valle Faul" di Viterbo
Viterbo, 23 maggio 2010
Per comunicazioni: partecipanti agli incontri di
formazione alla nonviolenza presso il centro sociale "Valle Faul", strada Castel
d'Asso snc, 01100 Viterbo
3. CARTEGGI. UNA LETTERA
APERTA AL MINISTRO PER I RAPPORTI CON LE REGIONI
[Riceviamo e
diffondiamo]
Signor Ministro per i rapporti con le
Regioni,
le scriviamo direttamente, come abbiamo gia'
scritto ad altri ministri, per segnalarle l'assoluta illegalita'
e insensataggine della realizzazione di un mega-aeroporto nocivo,
distruttivo e fuorilegge a Viterbo, ed il suo catastrofico impatto
sull'ambiente, sull'economia, sulla salute dei cittadini; e per segnalarle
altresi' come tale opera costituirebbe uno sperpero colossale di pubblici
denari e una devastazione irreversibile di beni pubblici che occorrerebbe invece
tutelare e valorizzare.
E le scriviamo anche per chiedere un
impegno del suo ministero - che ha un ruolo specifico nell'articolazione dei
rapporti tra governo centrale e Regioni (e di conseguenza anche con gli enti
locali) - in difesa dell'ambiente e della salute della popolazione di
Viterbo, dei beni paesaggistici e culturali, delle autentiche vocazioni
produttive del territorio, del diritto al lavoro, alla sicurezza, a politiche
pubbliche adeguate e sollecite del benessere dei cittadini.
*
La realizzazione di un mega-aeroporto nella
preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame di dantesca
memoria, un'area di immenso pregio ambientale, culturale e terapeutico, e a
ridosso di popolosi quartieri della citta', avrebbe come immediate conseguenze
lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni
ambientali e culturali che vi si trovano; la
devastazione dell'agricoltura della zona circostante; l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse
termali; un pesantissimo inquinamento chimico,
acustico ed elettromagnetico che sara' di grave nocumento per la salute e la
qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' nei pressi di popolosi
quartieri della citta'); il collasso della rete
infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu';
uno sperpero colossale di soldi pubblici;
una flagrante violazione di leggi italiane ed
europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.
*
Inoltre un mega-aeroporto produce un enorme inquinamento che provoca
gravi danni alla salute della popolazione che vive nei dintorni; si aggiunga
che nel caso specifico del mega-aeroporto a
Viterbo manca completamente la Valutazione d'impatto ambientale, obbligatoria
per legge; e si consideri inoltre che la
magistratura viterbese ha gia' emesso avvisi di garanzia per il reato di
corruzione a carico di amministratori e dirigenti del Comune di Viterbo in
relazione alla modifica del Piano regolatore nelle aree toccate dalle opere
connesse alla realizzazione del mega-aeroporto.
*
Viterbo nell'ambito della mobilita' ha bisogno non
di un insensato ed illegale mega-aeroporto, ma di migliorare la rete ferroviaria
ed i collegamenti con Roma, con Orte e con Civitavecchia; ha bisogno
di una rete infrastrutturale adeguata, sostenibile e coerente con la difesa
e la valorizzazione dei beni ambientali e culturali e delle vocazioni produttive
del territorio viterbese.
*
Signor Ministro per i rapporti con le
Regioni,
con la presente lettera vorremmo chiedere il
suo impegno per impedire che si sperperi il pubblico denaro per realizzare
un'opera folle e criminale; per impedire che si violino le leggi vigenti;
per impedire che si distruggano risorse insostituibili come l'area termale del
Bulicame e l'agricoltura di qualita' della zona circostante; per impedire che si
avveleni vieppiu' la popolazione dell'Alto Lazio con un ulteriore
insostenibile inquinamento.
La realizzazione a Viterbo di un
mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge e' un crimine che deve essere
impedito.
* Restando a disposizione per illustrare
dettagliatamente e con dovizia di documentazione quanto sopra sommariamente
esposto, auspicando un cenno di riscontro,
voglia gradire distinti saluti.
*
Il Comitato che si oppone al mega-aeroporto di
Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della
salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 26 maggio 2010
Per informazioni e contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito:
www.coipiediperterra.org, recapito
postale: c/o Centro di ricerca per la pace, strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo.
Per contattare direttamente la portavoce
del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com
4. INCONTRI. IL 23 MAGGIO SI E' SVOLTO
IL VENTICINQUESIMO INCONTRO DEL PERCORSO DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE
NONVIOLENTA AL CENTRO SOCIALE "VALLE FAUL" A VITERBO
[Riceviamo e
diffondiamo]
Si e' svolto domenica 23 maggio
2010 il venticinquesimo incontro di formazione e informazione
nonviolenta presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo.
L'incontro e' iniziato con un aggiornamento
sulla questione di alcuni lavori effettuati da privati nella vicina zona
termale del Bulicame. Si e' deciso di continuare nella richiesta di accertamenti
ed interventi da parte delle istituzioni a tutela dell'ambiente e dei
diritti di tutti i cittadini, sottoponendo la richiesta di verifica oltre che al
Comune e alla Prefettura anche alla Provincia di Viterbo.
Si e' poi proseguito nel percorso di educazione alla nonviolenza mediante alcune fondamentali letture, seguite da uno scambio di opinioni sull'importanza della lettura dei classici. La lettura e' parte fondamentale del percorso di accostamento alla nonviolenza non solo per la capacita' dei classici di indagare l'animo degli esseri umani di tutte le epoche, ma anche perche' educa all'ascolto, al rapporto con l'altro, alla concentrazione. Sono stati letti e commentati brani tratti
dal Tartufo di Moliere, dall'Otello di Shakespeare, e l'intero libro di Giona
della Bibbia ebraica (letto sia in traduzione italiana che nella
straordinaria traduzione francese di Andre' Chouraqui). Al termine, un
ulteriore scambio di considerazioni sui testi letti.
L'appuntamento e' rinnovato per domenica 30
maggio alle ore 15,30 al centro sociale “Valle Faul” in strada Castel d'Asso
snc a Viterbo.
Le persone partecipanti all'incontro
Viterbo, 26 maggio
2010 5. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 25 MAGGIO UN INCONTRO DI
STUDIO A VITERBO
Martedi' 25 maggio 2010 a Viterbo, presso
la sede del "Centro di ricerca per la pace", si e' svolto un nuovo incontro di
studio sulla comunicazione nonviolenta.
Dopo una verifica sull'andamento di alcune iniziative in corso in
difesa dell'ambiente e di promozione concreta dei diritti umani, l'incontro
si e' articolato soprattutto nella lettura e nel commento di testi: sono stati
letti e commentati alcuni testi in versi di Cesare Pavese, vari limericks
di Edward Lear, alcuni haiku classici e contemporanei della poesia giapponese, i
primi capitoli del libro biblico di Qohelet.
6. INIZIATIVE. IL 28 MAGGIO A ROMA
[Dagli amici
dell'associazione "Sulla strada onlus" (sito: www.sullastradaonlus.it, e-mail:
info at sullastradaonlus.it) riceviamo e
diffondiamo]
Il 28 maggio 2010, con inizio alle
ore 20,30, a Roma, al Teatro Olimpico, si svogera' lo spettacolo
musicale "Sulla strada diritto... al cibo".
Il 28 maggio aggiungi
400 posti a tavola! L’associazione Sulla strada onlus
invita tutti alla terza edizione dello spettacolo musicale "Sulla strada diritto
a..." che quest’anno sarà dedicato al diritto al cibo.
Lo spettacolo, realizzato con la
direzione artistica di Jocelyn
e condotto da Savino Zaba, dara'
spazio ad artisti noti ed emergenti che vogliono dare il loro contributo per
questo progetto di solidarieta': Bungaro e Stefano Zarfati (cantautori), Green
Clouds (musica celtica), Pilar (cantautrice), Gaetano Scalone (interprete del
musical Apocalisse), Antonio Covatta e Nino Taranto (comici), Sound in Progress
(gruppo musicale rock) e Las Vegas Wake Up (gruppo musicale
punk/rock).
L’obiettivo della serata? Garantire 400 pasti per 400 bambini che frequentano la scuola gestita dall’associazione in
Guatemala. La scuola, aperta dieci anni fa con i primi 20 bambini iscritti, oggi
conta oltre 400 alunni, tutti bambini liberati dal lavoro schiavo sui
fuochi d’artificio.
"Venendo a scuola, ogni bambino ha la possibilita' non solo di studiare, e
quindi di liberarsi dal giogo della schiavitu' del lavoro, ma anche di mangiare,
ricevere cure mediche e giocare con gli altri compagni. Il gioco e' una
cosa non scontata in un paese in cui i bambini lavorano anche 14 ore al
giorno", spiega Lorella Pica, presidente
dell’associazione.
Altro obiettivo importante dell’evento e'
quello di sensibilizzare il
pubblico giovanile italiano al tema del consumo
responsabile.
Il Guatemala detiene il triste primato di essere il
paese dell’America Latina
con la maggioranza di bambini malnutriti. Oltre ai
bambini, un quinto della popolazione adulta soffre di malnutrizione (Dati Fao). Ad essere
maggiormente colpiti sono le donne e i
bambini: 3 donne su 10 in stato di gravidanza o in
allattamento soffrono di malnutrizione cronica, e genereranno o allatteranno
figli con problemi di malnutrizione dalla nascita o dai primi giorni di vita. E’
denutrito il 60-70% dei bambini
maya, percentuale che sale fino
all’80-90% in alcune aree rurali, specie in quelle gia' principalmente
interessate dalla guerra civile che ha sconvolto il paese per 43
anni.
Giunto alla sua terza edizione, il concerto "Sulla
strada diritto a..." coinvolge ogni anno migliaia di ragazzi delle scuole
romane, e per quest’anno e' previsto anche un pullman speciale che portera'
i ragazzi anche dall’Umbria.
Per il 2010 e' prevista una sorpresa: una
performance artistica che coinvolgera' tutto il pubblico presente... fino ad
arrivare in Guatemala.
Per informazioni sui biglietti del concerto e per
partecipare: sito: www.sullastradaonlus.it, e-mail:
info at sullastradaonlus.it,
Sabina Sauve:
sabina.sauve at hotmail.it; tel. 0744992760
(associazione Sulla strada), 0633264206 (Sabina Sauve).
7. RIFLESSIONE. ALCUNI ESTRATTI DAI DIARI DI KEITH HARING
[Da Keith
Haring, Diari, Mondadori, Milano 2001,
2007.
Keith
Haring nasce il 4 maggio 1958 a Reading in Pennsylvania; primo ed unico maschio
di quattro figli. Il padre e' il caporeparto di una societa' elettrica
mentre la madre e' casalinga. In
occasione della visita all’Hirshhorn Museum a Washington ammira le opere di
Andy Warhol, che lasciano in lui una profonda traccia. Nel 1976 si iscrive
all’Ivy School of Professional Art di Pittsburgh scegliendo l’indirizzo di
grafica pubblicitaria, ma dopo i primi due semestri abbandona la scuola
dedicandosi solo ed esclusivamente all’arte. Nel 1978
si trasferisce a New York, citta' che gli avrebbe offerto maggiori possibilita'.
Qui si iscrive alla School of Visual Arts (Sva). Cerca il contatto con il
pubblico esponendo i suoi disegni in locali pubblici e per le strade. Stringe
rapporti di amicizia con artisti come Kenny Scharf e Jean-Michel Basquiat.
Dal 1980
attira l’attenzione con i subway drawings, ovvero decorando gli spazi
pubblicitari liberi all’interno della metropolitana di New York. Decide in
seguito di lasciare la Sva e comincia ad organizzare diverse mostre collettive
al Club 57 e al Mudd Club. Nel 1982
Tony Shafrazi diventa il gallerista di Haring. Per la sua prima personale
l’artista fa uso per la prima volta di quadri di grande formato. I contatti con
il panorama della pittura murale lo avvicinano a LA II, un giovane graffitista
con il quale collabora. In poco
tampo la sua fama cresce e viene conosciuto nei Paesi Bassi, in Belgio, in
Giappone. In Italia espone alla galleria Lucio Amelio di Napoli. L’artista tiene
lezioni di disegno presso le scuole di New York, Amsterdam, Londra, Tokyo e
Bordeaux. Nel 1985 espone per la prima volta le proprie sculture in acciaio e
alluminio alla Galleria di Leo Castelli di New York. In
questo periodo cresce il suo impegno politico e si schiera contro l’apartheid.
Nel 1986 apre il primo Pop Shop a Soho con l’obiettivo del contatto con il
pubblico. Dopo aver contratto l’infezione da Hiv realizza dipinti sempre piu'
duri e taglienti affiancati da un impegno legato alla ricerca contro l’Aids.
Durante
gli ultimi anni di vita esegue pitture murali a Barcellona, Chicago e Pisa, dove
dipinge una facciata della Chiesa di Sant’Antonio con il murale intitolato
“Tuttomondo”. In questi anni crea una fondazione che ha il compito di promuovere
progetti per l’infanzia e sostenere le organizzazioni impegnate nella lotta
contro l’Aids. Haring muore di Aids il 16 febbraio
1990]
Una breve autobiografia, 18 marzo 1982 (pp. 94-95)
Sono nato nel 1958, la prima generazione dell'era spaziale; sono nato in un
mondo di televisione, tecnologia e gratificazione immediata, figlio dell'era
atomica. Cresciuto in America durante gli anni Sessanta, ho saputo cos'era la
guerra attraverso i servizi di "Life" sul Vietnam. Ho guardato le rivolte in
televisione, comodamente al sicuro in un caldo soggiorno di un'America middle
class. Non credo nelle soluzioni. Le cose sono fuori dal mio controllo e al di
la' della mia comprensione. Non sogno di cambiare il mondo. Non sogno di salvare
il mondo. Comunque, sono nel mondo e sono un essere umano. Nel 1982, con i
telefoni e la radio, i computer e gli aeroplani, le notizie dal mondo e i
videoregistratori, i satelliti e le automobili, gli uomini sono spaventosamente
simili agli esseri umani di duemila anni fa. Ho paura della morte.
Penso di essere nato artista; penso di avere la responsabilita' di
riuscirci. Ho trascorso la mia vita fino a questo punto cercando solo di capire
che cosa sia questa responsabilita'. Ho imparato studiando le vite di altri
artisti e studiando il mondo. Adesso vivo a New York City, che a mio parere e'
il centro del mondo. Il mio contributo al mondo e' la mia abilita' nel
disegnare. Disegnero' il piu' possibile, per tutte le persone possibili, il piu'
a lungo possibile. Disegnare e' fondamentalmente sempre la stessa cosa dai tempi
della preistoria. Unisce l'uomo e il mondo. Vive attraverso la magia.
*
Il miglior motivo per dipingere, 25 gugno 1986 (p. 116)
Il miglior motivo per dipingere e' che non c'e' alcun motivo di
dipingere.
Mi piacerebbe far finta di non aver mai visto nulla, mai letto nulla, mai
sentito nulla... e poi fare qualcosa.
Ogni volta che faccio qualcosa penso alle persone che la vedranno e ogni
volta che vedo qualcosa penso alla persona che l'ha fatta.
Niente e' importante... cosi' ogni cosa e' importante.
*
Alcune considerazioni sull'arte e sul pubblico, 14 ottobre 1978 (pp.
18-20)
Arte come esplorazione personale.
Arte come soluzione della domanda "cos'e'?" o "cosa significa?".
Il significato dell'arte per come viene percepito dallo spettatore, non
dall'artista.
Le idee dell'artista non sono fondamentali per l'opera cosi' come viene
vista dallo spettatore.
Lo spettatore e' un artista, nel senso che concepisce un certo percorso,
che e' unicamente suo.
La sua stessa immaginazione determina che cos'e', cosa significa.
Lo spettatore non deve essere preso in considerazione durante la
realizzazione dell'opera, ma non gli va detto, dopo, cosa pensare o come
intenderla o quello che significa. Non c'e' bisogno di definizione.
La definizione puo' essere lo strumento piu' pericoloso e distruttivo che
l'artista utilizza quando produce arte per una collettivita' di individui.
La definizione non e' necessaria.
La definizione vanifica se stessa e i suoi scopi definendoli.
Il pubblico ha diritto all'arte.
Il pubblico viene ignorato dalla maggior parte degli artisti
contemporanei.
Il pubblico ha bisogno dell'arte, dunque e' responsabilita' di chi si
"autoproclama artista" rendersi conto che il pubblico ha bisogno d'arte; ma non
il fare arte borghese per pochi e ignorare le masse.
L'arte e' per tutti. Pensare che loro - il pubblico - non apprezzano l'arte
perche' non la capiscono e continuare a fare arte che essi non capiscono e dalla
quale percio' si estraniano, puo' significare che l'artista non capisce o non
apprezza l'arte e prospera in questa "conoscenza dell'arte autoproclamata", che
alla fine e' una grande stronzata.
L'arte puo' avere un'influenza positiva su una societa' di individui.
L'arte puo' essere un elemento distruttivo e un aiuto al controllo di una
societa' basata sull'"identita' di massa".
L'arte deve essere valutata dall'artista cosi' come dal pubblico.
Ma, comunque vada, il pubblico non dira' quello che vuole per paura di
sembrare ignorante o di non capire l'arte. Percio', la responsabilita' e'
prevalentemente nella coscienza dell'artista.
L'artista non puo, comunque, addossarsi queste scelte senza prendere in
considerazione il pubblico, il perche' non "dice la sua" sulle arti, il perche'
ha bisogno dell'arte; l'artista riflette sul modo in cui puo' aiutare le persone
ad assumere pienamente il proprio ruolo di spettatori, su come sperimentare
l'arte e perche'.
La scelta di fondo e' decidere se l'arte e' per pochi individui colti o se
e' per chiunque viva in un certo momento.
L'arte senza un pubblico puo' essere un'arte di successo?
Se il pubblico ha paura dell'arte, noi non dovremmo avere paura di cio' che
abbiamo fatto per farlo spaventare?
Perche' sempre loro? Hanno qualche importanza? L'arte e' per l'individuo,
nasce dall'individuo per essere vista e apprezzata solo dall'individuo?
L'arte e' per se stessi? L'arte soddisfa semplicemente una relazione
dell'artista col suo ego?
A me interessa fare dell'arte che venga sperimentata ed esplorata dal piu'
ampio numero possibile d'individui, con altrettante diverse idee individuali su
un certo lavoro senza nessun significato definitivo. Lo spettatore crea la
realta', il significato, il concetto alla base del pezzo. Io sono sono un
intermediario che tenta di raccogliere delle idee.
Non ho nulla di preciso da comunicare se non questo: ho creato una realta'
che non e' completa finche' non si incontra con le idee di un altro essere umano
(o, presumo, di un animale), compreso me stesso, e che la realta' non e'
completa finche' non viene vissuta. Ha infiniti significati perche' verra'
sperimentata in modo diverso da ogni individuo.
Questo e' il mio messaggio.
E' l'arte come io la conosco.
E' la vita come io la conosco.
Il medium e' uno strumento per il messaggio.
Il medium non e' il messaggio.
Il messaggio e' il messaggio.
L'arte e' vita. La vita e' arte. L'importanza di entrambe viene
sopravvalutata e al tempo stesso fraintesa.
L'elemento distruttivo esiste in ogni genere di arte, ma alla fine e'
determinato soltanto dalle idee dello spettatore.
L'arte non ha significato perche' ha molti significati, infiniti
significati. L'arte e' diversa per ogni individuo, ed e' definibile solo da quel
tale individuo.
Non ci sono risposte predefinite, ma solo domande.
*
Disegnare nella neve, 12 novembre 1978 (pp. 31-32)
Disegnare figure nella neve e' il miglior esempio dei miei tentativi di
creare una forma perfetta. Inevitabilmente la neve e' in costante cambiamento:
non c'e' modo di controllare la sua stabilita' o la sua forma. Disegnare nella
neve e' come provare a dipingere un quadro che registri determinati pensieri in
determinati momenti. Disegni in fretta e sei sempre consapevole di creare
qualcosa di molto effimero, molto autodistruttivo, istantaneo. Scompare
velocemente e non c'e' tempo per preoccuparsene. Quello che conta e'
l'esperienza, il tempo in cui essa si verifica e il tempo che ha occupato in un
processo senza fine di creazione/costruzione e distruzione. Un circolo. E'
possibile raggiungere i piu' alti livelli di risposta immediata, registrata col
metodo piu' immediato e rappresentativa del pensiero piu' puro, quando si lavora
con la consapevolezza che l'opera creata e' temporanea, insignificante nel senso
piu' ampio, significante in un senso immediato, una perfetta rappresentazione
del tempo che passa, dell'esistenza del tempo. Allora ci si rende conto che si
reagisce anziche' agire. Si risponde anziche' programmare. Arte invece di
imitazione. La risposta originaria. Tentativi umani di avere la meglio sul
tempo.
Questo, io credo, e' il vantaggio di fare arte nel nostro tempo: quando ci
rendiamo conto che siamo provvisori, guardiamo in faccia la nostra
autodistruzione, conosciamo il nostro destino e dobbiamo affrontarlo. L'arte e'
l'unica risposta originaria sensata a una prospettiva di possibile distruzione
(annullamento).
*
Considerazioni sul mercato dell'arte, 9 ottobre 1987 (pp.
226-229)
Dal momento che le mie opere sono entrate nel mercato delle aste devo
affrontare la situazione, che mi piaccia o meno. Ignorarla non farebbe che
renderla ancor piu' un "problema". Non ho ancora ricomprato nulla di mio, ma ho
cominciato a seguire le aste almeno per scoprire se e a quale prezzo le cose
sono state vendute. Soprattutto dal momento che ci sono delle persone la' fuori
che potrebbero cercare di influenzare il mio mercato: per esempio facendo
credere che sia in atto una manovra al ribasso, creando una specie di "crac
nella borsa valori" cui tutti vanno dietro. Se la gente vuole "far male" al mio
mercato, puo' anche depistare i compratori sopravvalutando i miei lavori,
cosicche', quando un pezzo non raggiunge la cifra stilata all'asta, sembrera'
che stia perdendo valore. Era proprio quello che temevo nell'ultima asta.
C'erano parecchie opere, due rilievi in legno e quattro disegni, che avevano
stime piu' alte di quelle per opere simili all'asta precedente. Se fossero state
vendute per un prezzo inferiore, sarebbe potuto sembrare che non c'era piu'
interesse. La cosa strana e' che questo influisce sull'atteggiamento dei
compratori verso le mie opere nuove, assicurando un mercato a cio' che sto
facendo e a quello che vorro' fare in futuro; percio' devo essere sicuro che il
lavoro vecchio sia ancora richiesto. Che strano ciclo!
L'altra faccenda strana e' che il lavoro di un tempo e' gia' in concorrenza
con quello attuale. Ho ventinove anni e ho esposto a livello internazionale nel
"circuito delle gallerie" (cioe' il mercato dell'arte) dal 1982 circa. Le mie
cose hanno cominciato ad apparire alle aste intorno al 1984 e da allora ce ne
sono state parecchie. Sfortunatamente, molte delle persone che hanno comprato le
mie opere all'inizio, nel 1982 o '83, lo facevano come un mero investimento. Non
importava se fosse di loro gusto oppure no fintanto che avrebbero potuto
ricavare dei soldi. Penso che molte di queste persone fossero degli stronzi
all'inizio, e che ingenuamente io abbia venduto loro delle opere che non
necessariamente erano di grandissima qualita'. Adesso stanno rivendendo tutto
guadagnandoci molto di piu' di quanto non abbia guadagnato io in origine.
L'intero sistema e' una fregatura, ma e' praticamente impossibile evitarlo.
Quale giovane artista non sarebbe sedotto dalla possibilita' di vendere le sue
opere alla prima opportunita'? Anche perche' le vendite iniziali sono
strumentali per creare un interesse verso il lavoro e per formarsi un pubblico.
Ovviamente, anche io volevo vendere dipinti invece di consegnare piante. E cosi'
questo e' un circolo vizioso. 1. Vieni segnalato nel "gruppo" dai critici d'arte
e/o dal pubblico. 2. Questo crea nel pubblico, fra i mercanti d'arte e le
gallerie un interesse per il tuo lavoro. 3. Capiscono che questo significa che
possono vendere il tuo lavoro e ti danno la possibilita' di fare delle mostre.
4. La gente compra le opere, il che ti permette di lavorare di piu', comprare
materiali e spazi lavorativi migliori/piu' grandi, e mantenerti senza fare
lavori che non hanno niente a che vedere con l'arte. 5. Cio' significa anche che
gli artisti tuoi compagni non ti vedono piu' come parte del "gruppo", perche'
ora guadagni, cosi' cambia tutta la situazione sociale intorno a te. 6. Ora sei
immediatamente spinto nel "mercato" dell'arte, perche' la gente comincia a
comprare le tue opere. 7. Molte persone le comprano perche' sono ancora molto
economiche, perche' sei ancora relativamente sconosciuto e i tuoi prezzi vengono
fissati di conseguenza. 8. Piu' vendi, piu' cresce la domanda delle tue opere,
attraverso il passaparola, da parte delle persone che le "collezionano". Molte
persone cominciano a pensare a te come a un investimento rischioso, ma pur
sempre un investimento. Dal momento che i lavori sono ancora poco costosi,
possono permettersi questo piccolo rischio. 9. Produci anche piu' lavori, dal
momento che adesso hai piu' tempo, denaro e un nuovo pubblico, e, ovviamente,
migliori offerte per mostre a causa del crescente interesse e del nuovo
"mercato" per questo artista "emergente". 10. Con la crescita della domanda i
prezzi cominciano a salire. 11. Poiche' vieni collezionato e fai mostre, un
numero maggiore di critici e giornalisti comincia a fare articoli sui tuoi
lavori. L'"eccitazione" del mondo dell'arte comincia ad aumentare. 12. Tutti
traggono alimento da questo, compreso te. 13. Alla fine le opere cominciano
a comparire alle aste, perche' i prezzi sono aumentati in maniera
sostanziale e alcuni degli "investitori" sono ansiosi di "incassare" subito,
prima che si profili una possibile perdita. 14. Questa gente, collezionisti
"speculatori", probabilmente non crede nel valore dell'opera, in primo luogo, ed
e' anche ansiosa di gettare queste cose e fare il prossimo "investimento
rischioso" su qualche nuovo "artista" che potrebbe essere in grado di far
guadagnare loro qualche lira. 15. Adesso i lavori presenti alle aste sono in
competizione con quelli che stai ancora producendo, e si deve mantenere un
equilibrio. 16. L'artista deve ora regolare la propria produzione per
assicurarsi la capacita' di mantenere questo "equilibrio".
Questo e' lo scenario
"generale". 8. APPELLI.
IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento. Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235. * Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 9.
STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata
da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle
tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail:
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto
"copia di 'Azione nonviolenta'".
10. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Hans Jonas, Dalla fede antica all'uomo tecnologico. Saggi filosofici, Il
Mulino, Bologna 1991, 1994, pp. 492.
- Hans Jonas, Il principio responsabilita'. Un'etica per la civilta'
tecnologica, Einaudi, Torino 1990, 1993, pp. XXXII + 302.
- Hans Jonas, Tecnica, medicina ed etica. Prassi del principio
responsabilita', Einaudi, Torino 1997, pp. XXVIII + 258.
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e
internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento
dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della
creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo
di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 12. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 203 del 27 maggio 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
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