Telegrammi. 188



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 188 del 12 maggio 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Maria G. Di Rienzo: Straniera
2. Peppe Sini: Sulla marcia per la pace Perugia-Assisi del 16 maggio
3. Alcune brevi riflessioni (e alcuni materiali di lavoro) sull'utilizzo del gioco di ruolo come tecnica di addestramento alla nonviolenza
4. Il 12 maggio 2010 il comitato che si oppone al mega-aeroporto incontra il neoeletto presidente della Provincia di Viterbo
5. "Azione nonviolenta"
6. Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'
 
1. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: STRANIERA
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento.
Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81]
 
Se rifletto sull'Italia odierna, l'unico paragone che mi viene in mente e' un lastrone di ghiaccio che va alla deriva: di spessore sempre minore, sempre piu' lontano da un approdo qualsiasi, sempre piu' scivoloso e inafferrabile. Questo paese in disfacimento ha fatto di me una straniera.
Saro' sincera: Costituzione a parte, che ho amato sin da ragazzina, non ho mai ritenuto di aver validi motivi per sviluppare un senso di appartenenza che contenesse anche qualche traccia di orgoglio. Ero e sono italiana perche' sono nata qui, perche' sta scritto sulla carta d'identita', ma e' tutto.
La differenza fondamentale fra la percezione del mio paese che avevo, diciamo, trent'anni fa e che ho oggi e' la scomparsa di alcuni tratti comuni che mi permettevano di capire piu' facilmente le ragioni delle scelte che i miei conterranei facevano, sia che io le approvassi sia che io non le approvassi.
La consapevolezza di esistere in un sistema di relazioni: svanita. Si fa “branco” se serve all'avanzamento personale, ma senza alcun senso di empatia o lealta' verso terzi. Fra l'oggetto del desiderio e la sua realizzazione non deve esistere ostacolo alcuno; il senso del limite (e il senso di potenzialita') costituito dalla presenza degli altri si e' dissolto. Se stanno in mezzo devono essere eliminati, se voglio una cosa me la prendo, se per avere quel che voglio devo vendere me stesso/a va bene, e' cosi' che gli italiani hanno “successo”: sono servili verso i potenti nonostante l'invidia e il rancore che provano nel contempo, sono sprezzanti e violenti verso chiunque mostri debolezza, dubbio, diversita' di vedute.
*
Dal lastrone di ghiaccio, nel "paese che ama i bambini", i bambini sono ormai i primi ad essere buttati a mare.
Prendiamo la nota storia della mensa negata agli scolaretti figli di genitori insolventi. Non sarebbe potuta accadere quando io ero alle elementari, per quanto il disprezzo verso i poveri fosse presente nella societa'. Nella mia classe c'era un bimbo di nome Daniele (figlio di un falegname, forse ci ricorda qualcosa?) con quattro fratelli piu' piccoli e reddito familiare da fame. Sapevamo che era povero perche' la scuola gli passava gratuitamente quaderni e penne e il sussidiario che non era in grado di comprare, e sapevamo che quest'ultimo Daniele non poteva stropicciarlo come noi perche' doveva renderlo alla fine dell'anno. Quei momenti in cui la maestra gli consegnava il materiale mi turbavano sempre un po', perche' percepivo il disagio di Daniele, ma i fastidi, per il bambino e per noi suoi compagni e compagne, finivano li'. Non ho ricordo alcuno che la maestra trattasse Daniele in modo diverso, o facesse commenti derogatori nei suoi confronti, ne' che altri bambini lo insultassero per la sua poverta' o la sua origine (meridionale in una classe del nord Italia), ne' che le madri e i padri degli alunni venissero a lamentarsi perche' loro pagavano il sussidiario e quei “furbetti” della famiglia di Daniele no. Naturalmente, puo' darsi che qualcuno lo pensasse, ma la consapevolezza di esistere in un sistema di relazioni e il senso del limite erano ancora presenti, ed agivano come freni sulle pulsioni peggiori.
Di poverta' e' morta una bambina dodicenne, a Genova, il mese scorso. Le esalazioni della stufetta che l'hanno soffocata nel sonno sono l'arma del delitto, ma l'assassino e' la miseria, e il mandante e' la rovina morale di questo paese. La notizia e' comparsa un giorno sui giornali ed e' sparita subito dopo: l'hanno sostituita inamovibili pettegolezzi sui vip, questionari dal titolo “sei una moglie perfetta?” e resoconti su programmi televisivi di una stupidita' abissale. La piccola aveva una sorellina di un anno o giu' di li': se prossimamente resta secca nella culla la famiglia, forse avra' altri cinque minuti di attenzione. Gli stessi che sono stati concessi al ricco-famoso gallerista perche' in contatto con un'organizzazione criminale che fornisce bambine, in Italia, a scopo di prostituzione: ma all'esimio signore nostro connazionale non bastava, chiedeva espressamente di poterle anche picchiare. Certo, gli rispondevano, basta che non sia troppo, che non le rovini, perche' no? Pazzesco, si sara' detto il lettore, credevo queste cose succedessero solo nei film. Ed e' passato a leggere le ultime indiscrezioni sul make-up delle dive.
*
Buttati a mare dal lastrone, i bambini e i ragazzi tendono pericolosamente a fare i grandi. Esistono in una sorta di spazio solipsistico, un micro-universo di cui ognuno e' l'onnipotente dio centrale, e neppure quando l'incantesimo si rompe perche' le loro azioni hanno valicato un confine legale e li hanno presi con le mani nel sacco, neppure allora sono in grado di uscirne. Tutto quel che li circonda li respinge nel modulo precedente, non intende aver cura di loro o indicare loro qualcosa di diverso, non puo', perche' chi dovrebbe farlo agisce esattamente nella stessa maniera (e viene pure compensato con ricchezza materiale, plauso sociale, fama, cariche importanti).
Nella mia citta', Treviso, un ragazzino si e' messo a correre dietro ad un coetaneo con una pala in mano, in pieno centro. Desiderava picchiarlo con l'attrezzo perche' veniva preso in giro. Sempre nella mia citta', ragazzine vendevano le proprie foto in mutande per potersi comprare abiti firmati. Santo cielo, dice ancora il lettore scuotendo la testa, dove andremo a finire, e per distrarsi guarda la tv dove ragazzine della stessa eta' si producono seminude in balletti idioti. Ma quella che sculetta li' a destra non e' la figlia di Tizio? Fantastico, ha fatto carriera, avra' un sacco di abiti firmati e in futuro potrebbe sposare un calciatore: prendi nota, figlia mia, comincia a metterti in mostra, perche' la concorrenza e' tanta...
A Trieste, in marzo, quattro bulli adolescenti hanno picchiato e violentato un compagno di scuola dopo averlo legato ad una sedia in mezzo alla classe, e il quotidiano spiega: “Nel corso della festa l’episodio che molti definiscono di 'nonnismo', e' trasceso, colpa anche di una cassa di birra entrata non si sa come nell’istituto scolastico”. Capite? L'episodio e' “trasceso”, e' solo andato un po' piu' in la' a causa dell'ebbrezza alcolica, la birra entrata “non si sa come” nell'edificio (non sono Sherlock Holmes, ma so che le casse non camminano da sole: forse qualcuno l'ha portata? Magari chi aveva intenzione di berne il contenuto? Ma e' solo un'ipotesi, per carita'). Insomma, finche' lo picchiavano e basta poteva andare, era sano e normale “nonnismo”, peccato che abbiano “trasceso”.
Se questo e' tutto quel che abbiamo da dire a questi ragazzi, come pensate che andra' la prossima volta? Ve lo dico io: andra' come a Milano (stesso mese di marzo 2010) dove tre ventenni, dopo aver passato un'allegra serata in vari locali, hanno preso di mira un barbone e l'hanno massacrato di botte con calci, pugni, un manganello e un cacciavite. Sono, scrive il giornale: “tutti incensurati, tutti residenti nell'hinterland, senza disagi o problemi familiari”.
*
Sono anni ed anni che leggo questa storia. Sono normali, sono "di buona famiglia”, non hanno problemi. Di grazia, allora perche' agiscono cosi'? Qualcuno vuol cominciare a riflettere se non sia proprio questa normalita' a costituire un problema?
A Napoli un bambino di dieci anni ha spappolato a calci la milza della sua maestra: lo aveva diviso dal coetaneo con cui voleva picchiarsi. A Brescia due quattordicenni ed un quindicenne costringono ad una fellatio una compagna di classe durante l'orario di lezione: dodici altri alunni si posizionano in modo da coprire l'azione agli occhi dell'insegnante, che dice di non essersi accorto di nulla... Mi riesce difficile dargli il beneficio del dubbio, ma spero comunque non sia questo l'unico commento che ha prodotto al proposito. I tre piccoli stupratori erano gia' noti nella scuola per furti di danaro e di telefoni cellulari: del normale bullismo, non c'e' mica da stupirsi, e' solo che questa volta hanno “trasceso”, no? Non vedete come i compagni li rispettano? Quasi tutta la classe ha approvato la violenza sessuale, aspettate che abbiano vent'anni e andra' come a Roma (maggio 2010), dove in quindici, all'esterno di una discoteca, hanno tentato di impedire alla polizia di soccorrere una ragazza che si era gia' presa pugni e calci ed era in procinto di essere stuprata.
*
Ricordate cos'ho scritto all'inizio? Se voglio una cosa me la prendo. Chi sono questi per mettersi fra me e quel che voglio? Chi sono questi per impedire ai nostri due forti eroi di mostrare che le donne, le ragazze, le bambine sono beni di consumo a disposizione del primo che passa? Lo dice persino la tv, lo dicono persino i governanti, lo dicono quotidiani, film, giochi, amici, genitori, insegnanti...
Forse non e' cosi' male, in fondo, sentirmi straniera in questo paese. Pure, non riesco ad impedirmi di provare per esso una pena infinita.
 
2. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: SULLA MARCIA PER LA PACE PERUGIA-ASSISI DEL 16 MAGGIO
 
Che la marcia Perugia-Assisi che si terra' domenica 16 maggio possa richiamare tutte le persone di volonta' buona e di retto sentire a due doveri troppo a lungo disattesi: l'opposizione alla guerra, e particolarmente alla partecipazione italiana alla guerra afgana; l'opposizione al colpo di stato razzista nel nostro paese.
Se non ci si oppone alla guerra se ne e' complici, e si e' complici delle stragi di cui essa consiste.
Se non ci si oppone al colpo di stato razzista se ne e' complici, e si e' complici delle persecuzioni, degli omicidi e delle stragi che esso ha promosso ed avallato.
La marcia Perugia-Assisi e' un'idea luminosa, e frugifera un'eredita', di Aldo Capitini, l'apostolo della nonviolenza nel nostro paese.
Chi marcia per la pace deve opporsi alla guerra e al colpo di stato razzista.
 
3. FORMAZIONE. ALCUNE BREVI RIFLESSIONI (E ALCUNI MATERIALI DI LAVORO) SULL'UTILIZZO DEL GIOCO DI RUOLO COME TECNICA DI ADDESTRAMENTO ALLA NONVIOLENZA
 
Nell'addestramento finalizzato all'azione diretta nonviolenta, ma anche in molti altri ambiti, il "gioco di ruolo" (role-play) e' una tecnica ed un'esperienza di grande utilita'.
Nella forma in cui lo proponiamo nei training nonviolenti da noi condotti esso e' semplificato in una breve recitazione in cui viene proposta come canovaccio una situazione conflittuale (articolata per quadri successivi) sufficientemente vicina all'esperienza di vita dei partecipanti ma anche abbastanza distanziata da essa, per evitare sia una eccessiva astrazione, sia un'inopportuna identificazione.
Ma e' necessario che il gioco di ruolo ovvero la recitazione sia agita correttamente, con estrema prudenza e solo con persone che abbiano gia' raggiunto una forte affinita' tra loro e tra cui vi sia una sufficente empatia.
Poiche' nel corso di una esercitazione fondata sul gioco di ruolo si esplorano conflitti irrisolti e possono emergere vissuti dolorosi e fin laceranti, e' necessario che l'esperienza sia preparata adeguatamente e che comunque sia presente una figura facilitatrice che fermi il gioco ogni volta che ha l'impressione o il timore che qualche persona possa dire o fare alcunche' di spiacevole, o vi sia il rischio di ferire la sensibilita' di qualcuno dei partecipanti.
Al gioco di ruolo come esperienza di addestramento alla nonviolenza si puo' contribuire come partecipanti o come osservatori; le persone che non se la sentono di entrarvi come partecipanti possono assistervi come osservatori; a tutti e' richiesto il massimo rispetto di tutte le altre persone e di ricordare che nel corso della recita agiscono delle maschere, non delle persone reali.
Di seguito riportiamo alcuni criteri, alcun principi di riferimento, alcune note tecniche e alcune letture utili che abbiamo proposto in occasione di incontri di formazione svoltisi a Viterbo lo scorso anno.
*
Alcuni criteri
- e' un gioco, non e' una prova, ne' un esame;
- e' una recita, non e' la realta';
- non si giudica nessuno: assunto un personaggio, ovvero indossatane per cosi' dire la maschera, il suo dire ed agire non e' il dire e l'agire della persona che lo impersona; ma solo quello che l'attore immagina potrebbe essere il condursi di quel personaggio fittizio;
- non c'e' la risposta giusta, e non si vince ne' si perde niente;
- ci si mette nei panni degli altri, ci si "decentra";
- si esplorano emozioni, conflitti, pregiudizi, limiti;
- ci si addestra ad ascoltare, all'empatia;
- ci si addestra a capire ed a farsi capire;
- la respirazione e' fondamentale;
- solo nella lentezza e' la relazione.
*
Alcuni principi di riferimento
- la verita' e' il bene; il bene e' la verita';
- rispetto di se' e degli altri;
- prendersi cura del mondo;
- non infliggere sofferenze;
- oltre il ruolo: una persona; oltre il personaggio: una persona; nella situazione: persone; tutto e' relazione tra persone;
- il "presentarsi"/autorappresentarsi, ovvero il comportamento in pubblico (lo svolgimento di un ruolo sociale), e' insieme adeguamento a un modello e realta', rappresentazione e verita', voler essere un dover essere ed insieme semplicemente esserci (essere nel mondo).
*
Alcune note tecniche
- non identificarsi nei personaggi: "giocare" il personaggio e guardarsi dall'esterno;
- si gioca con serieta';
- la rappresentazione come metodo per pensare concretamente le situazioni;
- non e' un addestramento tecnico, ma un'eplorazione di dinamiche interpersonali e conflitti infrapsichici;
- non ha finalita' strumentale orientata alla performance, ma e' esperienza di accostamento, di sguardo su di se' e gli altri, di presa in carico, di consapevolezza relazionale, di reciprocita', di responsabilita';
- fermare il gioco ogni volta che si e' a disagio e si vogliono comunicare emozioni o dubbi, intuizioni o richieste di chiarificazione;
- nei momenti critici fermarsi a respirare e riflettere, fermare il gioco e socializzare crisi ed aporie, problemi e proposte;
- un gioco di ruolo come forma di addestramento alla nonviolenza si esegue meglio in situazioni di lieve affaticamento e stress: tenerne conto nella preparazione e nella gestione;
- nulla deve essere nascosto a nessuno; chiunque ha bisogno di un'informazione o di una chiarificazione blocchi il gioco e chieda;
- alternare recita e discussione (evitando pero' - se possibile - di frammentare troppo la recitazione);
- e' un'esperienza intensa, prima dell'inizio e dopo la fine, ma anche tra un quadro e l'altro, eseguire altre attivita' di socializzazione e di rilassamento (mangiare insieme, cantare, ascoltare musica, leggere poesie, scherzare...);
- e' necessaria una buona sceneggiatura/canovaccio ed una precisa e costantemente consapevole distinzione tra universo diegetico ed extradiegetico;
- e' indispensabile la presenza di una figura facilitatrice.
*
Alcune letture utili
- il teatro di Bertolt Brecht e la riflessione brechtiana sul "teatro epico";
- alcune opere teatrali - come dire: scacchistiche - di Marivaux (ad esempio: Il gioco dell'amore e del caso);
- di Denis Diderot il Paradosso dell'attore e - soprattutto - Il nipote di Rameau;
- le commedie di Oscar Wilde e particolarmente L'importanza di chiamarsi Ernesto;
- il racconto di Borges Tema del traditore e dell'eroe (in Jorge Luis Borges, Finzioni);
- gli Esercizi di stile di Raymond Queneau;
- la Pragmatica della comunicazione umana di Watzlawick, Helmick Beavin, Jackson;
- Hannah Arendt, Vita activa;
- Primo Levi, I sommersi e i salvati;
- Tzvetan Todorov, Memoria del male, tentazione del bene;
- Alberto L'Abate (a cura di), Addestramento alla nonviolenza;
- Emanuele Arielli, Giovanni Scotto, Conflitti e mediazione;
- Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza.
 
4. CONFRONTI. IL 12 MAGGIO 2010 IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO INCONTRA IL NEOELETTO PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI VITERBO
[Riceviamo e diffondiamo]
 
Mercoledi' 12 maggio 2010 si svolgera' un incontro tra una delegazione del comitato che si oppone al mega-aeroporto ed il neoeletto presidente della Provincia di Viterbo.
Il comitato esporra' le inconfutabili ragioni dell'opposizione al mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge.
Il comitato chiedera' un impegno della Provincia in difesa dell'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame, in difesa della salute e dei diritti dei viterbesi, in difesa della legalita'; e quindi chiedera' che la Provincia si pronunci contro l'insensato ed illecito progetto mega-aeroportuale.
*
Si allega la lettera aperta inviata dal comitato al presidente della Provincia il 18 aprile 2010.
*
Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 11 maggio 2010
Per informazioni e contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito: www.coipiediperterra.org, recapito postale: c/o Centro di ricerca per la pace, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
*
Allegato: Lettera aperta del 18 aprile 2010
Signor Presidente della Provincia di Viterbo,
le scriviamo per segnalarle una grave minaccia ai danni del territorio e della popolazione di Viterbo e per richiedere la sua attenzione ed il suo impegno per scongiurarla.
La minaccia e' quella della realizzazione di un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge nell'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame, un'area di immenso pregio ambientale, culturale e terapeutico.
E' probabile che in passato lei - che pure e' stato assessore del Comune di Viterbo - non abbia avuto modo di studiare con la dovuta attenzione la questione: vorremmo chiederle di farlo ora.
In passato il Comune di Viterbo, la Provincia di Viterbo e la Regione Lazio hanno espresso sulla questione posizioni a dir poco frutto di ignoranza e di irresponsabilita'.
Vorremmo chiederle, ora che lei e' Presidente della Provincia, di riconsiderare la questione alla luce dei dati di fatto obiettivi ed irrefutabili.
E qualora si persuadesse della validita' di quanto intendiamo prospettarle, vorremmo chiederle altresi' di promuovere una nuova riflessione dell'ente che presiede, e che la Provincia di Viterbo decida infine di assumere una posizione adeguata e necessaria: di difesa dell'ambiente, del territorio, dei diritti e della salute dei cittadini; una posizione quindi di netta ed argomentata contrarieta' al mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge.
E valga il vero.
La realizzazione di un mega-aeroporto in quella preziosa area avrebbe infatti come immediate tragiche conseguenze:
a) lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano;
b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante;
c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali;
d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che sara' di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta');
e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu';
f) uno sperpero colossale di soldi pubblici;
g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.
Del resto e' ben noto che:
1. un mega-aeroporto produce un enorme inquinamento che provoca gravi danni alla salute della popolazione che vive nei dintorni;
2. il trasporto aereo contribuisce in ingente misura al surriscaldamento del clima;
3. il trasporto aereo danneggia gravemente l'ambiente;
4. il trasporto aereo e' antieconomico: consuma piu' energia di ogni altro mezzo di trasporto; danneggia gravemente la biosfera; costa molto alla comunita' poiche' e' fortemente sovvenzionato sia da finanziamenti pubblici sia da esenzioni ed agevolazioni fiscali (mentre si effettuano sciagurati tagli di bilancio per sanita' ed assistenza): paradossalmente la maggior parte dei costi del trasporto aereo li pagano i cittadini che non lo usano; danneggiando l'ambiente e sottraendo risorse pubbliche non aiuta le economie locali ma le impoverisce; l'occupazione nel settore e' limitata, spesso precaria, e le compagnie hanno spesso condotte gravemente antisindacali;
5. il trasporto aereo e' iniquo: statisticamente e' dimostrato che e' soprattutto un privilegio dei ricchi, ma i costi li pagano soprattutto i bilanci pubblici, e le conseguenze nocive le pagano innanzitutto i poveri;
6. inoltre, nel caso specifico del mega-aeroporto a Viterbo manca completamente la Valutazione d'impatto ambientale, obbligatoria per legge.
Viterbo nell'ambito della mobilita' ha bisogno innanzitutto di migliorare la rete ferroviaria ed i collegamenti con Roma, con Orte e con Civitavecchia. Una mobilita' coerente con la difesa e la valorizzazione dei beni ambientali e culturali e delle vocazioni produttive del viterbese.
Chiediamo che sia rispettato il diritto alla salute. Chiediamo che sia rispettato il diritto alla sicurezza. Chiediamo che sia rispettato il diritto a un ambiente vivibile. Chiediamo che sia rispettato il diritto a un lavoro dignitoso e sicuro. Chiediamo che sia rispettato il diritto alla mobilita' per tutti e non solo per pochi privilegiati. Chiediamo che decisioni che riguardano tutti siano discusse da tutti e prese in modo democratico. Chiediamo che prevalga la responsabilita', la solidarieta', la legalita', la democrazia.
Siamo inoltre pienamente solidali con I cittadini di Ciampino, vittime dell'estrema nocivita' dell'insostenibile attivita' dell'aeroporto li' collocato. Cosi' come siamo solidali con tutti gli esseri umani che subiscono le conseguenze dell'effetto serra cui il trasporto aereo contribuisce in misura rilevante.
Signor Presidente della Provincia di Viterbo,
chiediamo la sua attenzione e il il suo impegno per impedire a Viterbo il crimine della realizzazione di un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge.
Chiediamo altresi' un incontro per illustrarle gli inconfutabili argomenti e documenti che dimostrano la fondatezza della nostra richiesta.
In attesa di un cortese riscontro voglia gradire distinti saluti,
il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 18 aprile 2010
Per informazioni e contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito: www.coipiediperterra.org, recapito postale: c/o Centro di ricerca per la pace, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
 
5. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
6. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Giacomo Cives, Maria Corda Costa, Marta Fattori, Nicola Siciliani de Cumis (a cura di), Evaluation. Studi in onore di Aldo Visalberghi, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta-Roma 2002, pp. 640.
- Corrado Mangione (a cura di), Scienza e filosofia. Saggi in onore di Ludovico Geymonat, Garzanti, Milano 1985, pp. 864.
 
7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
8. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 188 del 12 maggio 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe
 
 
In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).
 
L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html
 
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it