Telegrammi. 175
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- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 29 Apr 2010 01:07:44 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 175
del 29 aprile 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino
proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche
della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero:
1. La pace e i diritti
2. Zainab Salbi: La frontiera verde
3. Anna
Grazia Casieri: Claude Levi-Strauss e l'antropologia strutturale (parte
prima)
4.
Suicidi in carcere: occorre piu' impegno da parte di tutti per la vita e i
diritti umani delle persone detenute
5. Si e'
svolto il ventunesimo incontro del percorso di formazione e informazione
nonviolenta al centro sociale "Valle Faul" di Viterbo
6. Si e' svolto il 27 aprile un incontro di studio a Viterbo
7. "Azione nonviolenta"
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento
Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. LA PACE E I DIRITTI
Nemica dell'umanita' e' la guerra.
Nemico dell'umanita' e' il razzismo.
La pace e il rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani sono la
condizione della civile convivenza.
2.
RILESSIONE. ZAINAB SALBI: LA FRONTIERA VERDE
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it)
per averci messo a disposizione nella sua
traduzione il seguente recente intervento di Zainab Salbi.
Zainab Salbi e' la
fondatrice e la presidente di “Women for Women International”, un'organizzazione
che fornisce sostegno finanziario ed emotivo alle sopravvissute di guerra. Per
saperne di piu': www.womenforwomen.org]
Oggi stiamo
fronteggiando una crisi globale relativa al cibo, alla nutrizione e al
clima.
Negli ultimi pochi anni,
circa 100 milioni di persone si sono aggiunte al conto mondiale di quelle
cronicamente affamate. I prezzi del cibo sono aumentati anche dell'80%,
spingendo migliaia di famiglie nella poverta'. Pratiche agricole dannose per
l'ambiente come la deforestazione, le emissioni di CO2 che causano l'effetto
serra, i fertilizzanti chimici, stanno contaminando il suolo e spogliando la
Terra degli elementi nutritivi che le sono necessari.
Non possiamo costruire
democrazie o economie sostenibili, ne' trovare soluzioni al cambiamento
climatico ed alla mancanza di cibo se non incorporiamo pienamente le donne nelle
decisioni politiche.
Non c'e' storia
migliore, per illustrare la sconnessione fra la realta' che le donne vivono e le
teorie politiche, della presente crisi alimentare e delle strategie agricole che
mirano a risolverla.
Si disegnano politiche
agricole senza considerare fattori quali la nutrizione, la sicurezza alimentare,
il cambiamento del clima e l'assai significativo ma spesso non riconosciuto
fatto che il 70% degli agricoltori sul pianeta sono donne. Le donne producono il
90% del riso e del grano: i raccolti che danno da mangiare al mondo
intero.
E sono le donne a
preparare questi raccolti per il consumo casalingo e comunitario, mangiando per
ultime, o non mangiando affatto se il cibo e' scarso. E sono le donne a
svolgere la maggior parte dei compiti che prevedono una stretta vicinanza
all'ambiente, come il coltivare ed il procurare acqua, e percio' sopportano uno
sproporzionato carico di pericoli connessi all'inquinamento ed al cambiamento
climatico.
Dare forza alle donne in
agricoltura e' la prossima frontiera del movimento globale delle donne.
Quando le donne producono la maggior parte del cibo al mondo ma possiedono meno
del 2% della terra, questa diventa una questione di giustizia economica e di
genere. Le donne hanno il diritto di godere i profitti del loro lavoro, e di
godere la tranquillita' di sapere che le loro figlie potranno ereditare la terra
che loro coltivano. Le donne hanno il diritto di consumare pasti completi e
bilanciati, e di lavorare in un ambiente non avvelenato da tossici chimici. E
noi abbiamo la capacita' di realizzare questa visione.
Ci sono numerosi
programmi in corso che possono compiere il salto necessario a dare inizio alla
rivoluzione. Per esempio, noi di “Women for Women” stiamo insegnando alle donne
tecniche agricole che massimizzano i valori nutritivi ed i profitti preservando
l'ambiente, incentivando l'agricoltura comunitaria e lo sviluppo economico. Le
donne apprendono a coltivare diverse specie di piante alimentari che serviranno
ugualmente per il consumo casalingo e la vendita, e vengono fornite di tecniche
che permettono di esaltare il naturale bilanciamento degli
ecosistemi.
In Ruanda e Sudan,
ottenendo la collaborazione dei governi locali, abbiamo assicurato alle donne un
“affitto a lungo termine” delle terre che coltivano, di modo che possano
controllare autonomamente il proprio lavoro ed averne il massimo ritorno
possibile.
Le contadine sudanesi
hanno raddoppiato il loro guadagno pro-capite in soli sei mesi.
In Ruanda, dove la
terra e' poca, le donne imparano a costruire orti verticali, che
massimizzano l'efficienza del suolo ed hanno un impatto significativo sulla
sicurezza alimentare di cio' che si consuma per uso domestico. Le donne usano i
sacchi di grano e altre stoffe come appezzamenti verticali e li fertilizzano in
modo naturale con il letame degli animali che allevano.
Nel mio lavoro con le
agricoltrici ho visto questo, cosi' come l'ho visto in molti altri settori: le
donne sono la chiave del nostro successo nelle politiche agricole ed ambientali.
Le donne stanno integrando pratiche amiche dell'ambiente alla produzione
agricola. Stanno coltivando le piante che combattono la crisi alimentare, e
stanno stimolando i mercati locali in un momento di crisi
economica.
Ho sentito tante
chiacchiere sulla “rivoluzione verde”, ma raramente le voci delle donne vengono
prese in considerazione per definire il concetto stesso di questa rivoluzione.
Credo sia venuto il momento di ascoltare, e di fare in modo che le politiche
agricole ed ambientali riflettano le voci di coloro che ne subiscono il maggior
impatto. La rivoluzione verde e' la rivoluzione delle donne.
3. PROFILI. ANNA GRAZIA CASIERI: CLAUDE LEVI-STRAUSS E L'ANTROPOLOGIA STRUTTURALE (PARTE PRIMA) [Ringraziamo Anna Grazia Casieri (per contatti: annagraziacasieri at yahoo.it) per averci messo a disposizione il seguente saggio redatto nel dicembre 2009 nell'ambito del corso "Elementi di antropologia culturale" presso la Facolta' teologica pugliese, Istituto superiore di scienze religiose "Giovanni Paolo II" di Foggia. Suor Anna
Grazia Casieri, della congregazione delle murialdine, gia' missionaria in
Messico, impegnata in attivita' educative e di solidarieta', insegna nella
scuola pubblica a
Foggia.
Claude Levi-Strauss, nato a Bruxelles nel 1908 da genitori francesi (la
famiglia rientra a Parigi nel 1909), forse il maggior antropologo nel Novecento.
Laureato in filosofia, nel 1934 accetta la proposta di una cattedra di
sociologia all'Universita' di Sao Paulo in Brasile, dove giunge nel 1935 e
svolge la sua prima missione etnografica tra i Caduveo e i Bororo; nel 1938
seconda spedizione etnografica tra i Nambikwara e i Tupi-Kawahib. Nel 1941 e'
alla New School for Social Research di New York; nel '42 conosce il linguista
Roman Jakobson. Tornato in Francia dopo la guerra, nel 1948 e' ricercatore al
Cnrs. Nel 1950 e' in india e in Pakistan per l'Unesco; ottiene una cattedra
all'Ecole Pratique des Hautes Etudes. Nel 1960 al College de France. Nel 1973 e'
eletto all'Academie Francaise. E' deceduto nel 2009. La sua opera e' tra le
fondamentali del XX secolo. Tra le opere di Claude Levi-Strauss: La vita
familiare e sociale degli indiani Nambikwara (1948), Einaudi; Le strutture
elementari della parentela (1949), Feltrinelli; Razza e storia (1952), Einaudi;
Tristi tropici (1955), il Saggiatore, poi Mondadori; Antropologia strutturale
(1958), Il Saggiatore, poi Mondadori; Il totemismo oggi (1962), Feltrinelli; Il
pensiero selvaggio (1962), Il Saggiatore; i quattro volumi delle Mythologiques:
Il crudo e il cotto (1964), Il Saggiatore, poi Mondadori; Dal miele alle ceneri
(1966), Il Saggiatore, poi Mondadori; L'origine delle buone maniere a tavola
(1968), Il Saggiatore; L'uomo nudo (1970), Il Saggiatore; Antropologia
strutturale due (1973), Il Saggiatore; La via delle maschere (1975), Einaudi;
Mito e significato (1979), Il Saggiatore; Lo sguardo da lontano (1983), Einaudi;
Parole date (1984), Einaudi; La vasaia gelosa (1985), Einaudi; De pres et de
loin (1988, nuova ed. 1990); Des symboles et leurs doubles (1989); Storia di
Lince (1991), Einaudi; Guardare, ascoltare, leggere (1993), Il Saggiatore;
Saudades do Brasil (1994), Il Saggiatore. Di notevole importanza anche le
conversazioni con Georges Charbonnier: Primitivi e civilizzati, Rusconi. Opere
su Claude Levi-Strauss: un'agile presentazione con un'antologia essenziale di
testi e' quella di Sergio Moravia, Levi-Strauss e l’antropologia strutturale,
Sansoni, Firenze 1973, 1978; una buona monografia introduttiva e' quella di
Francesco Remotti, Levi-Strauss. Struttura e storia, Einaudi, Torino 1971;
un'altra e' quella di Sergio Moravia, La ragione nascosta. Scienza e filosofia
nel pensiero di Claude Levi-Strauss, Sansoni, Firenze 1969, 1972; piu' recente
e' il volume di Enrico Comba, Introduzione a Levi-Strauss, Laterza, Roma-Bari
2000]
1. Vita e opere di Claude Levi-Strauss Claude
Levi-Strauss, antropologo e filosofo francese, nasce a
Bruxelles il
28
novembre
1908 da genitori francesi di origine ebraica. Si trasferisce presto con
la famiglia a Parigi, dove suo
padre lavora come ritrattista, e in
quel clima intellettuale
avviene la sua formazione culturale. Compie i suoi studi a Parigi dove completa la sua formazione laureandosi in filosofia nel 1931, inizia poi ad insegnare in un liceo di provincia. Le sue
posizioni filosofiche si dimostrano subito molto critiche nei confronti delle
tendenze idealistiche della
filosofia francese del periodo fra le due guerre,
soprattutto perche' egli riconosce in se stesso un'esigenza di concretezza che
lo porta verso direzioni completamente nuove. Non
soddisfatto dell'ambiente filosofico che lo circonda, dirige il suo interesse
verso le scienze umane, in particolare l'antropologia, l’etnologia e la
sociologia, e scopre presto nelle scienze umane la
possibilita' di costruire un discorso piu' concreto e innovatore sull'uomo. Decisivo e'
per Levi-Strauss l'incontro con Marcel Mauss, del quale fu allievo. Mauss
insegnava ad analizzare i miti e i riti primitivi fuori dai pregiudizi culturali
e filosofici di ascendenza europea e con una rigorosa attenzione per i reperti
esaminati e i loro contesti reali. Levi-Strauss
rimane affascinato dal metodo che Mauss utilizza per spiegare e analizzare i
riti e i
miti primitivi. Scopre,
cosi', una metodologia di ricerca e di interpretazione dei fatti umani assai
piu' soddisfacente. Alla
scuola di Mauss fara' propri soprattutto un forte senso del concreto e la
considerazione del mondo primitivo come mondo tutt’altro che irrazionale o
elementare, anzi dotato di un sistema di norme e di segni che lo studioso anche
“estraneo” puo' individuare e comprendere, solo che sappia penetrare
adeguatamente nel suo interno (Cfr. S. Moravia, Levi-Strauss e l’antropologia
strutturale, Sansoni, Firenze 1978, p. 2). Nel
1935 gli
viene offerta l'occasione di andare ad insegnare sociologia
all’Universita' di San Paolo in Brasile. Questa
sara' l'occasione per conoscere un mondo completamente diverso da quello europeo, ma
soprattutto per entrare in contatto con le popolazioni indie del Brasile
che diventeranno l'oggetto delle prime indagini sul campo. Il suo
esordio nel campo dell'antropologia avviene gradualmente. Nei primi tempi,
quando e' libero dagli impegni universitari, compie brevi visite
nell'interno del paese. A cavallo tra il 1935 e il 1936 organizza importanti
spedizioni etnografiche: una spedizione, della durata di qualche mese, tra i Bororo, e, infine,
tra il giugno e il dicembre del 1938, una missione nel Mato Grosso e nella
foresta
amazzonica dove incontrera' “i veri selvaggi”, cioe' le popolazioni meno
o affatto raggiunte dalla cultura europea e quindi nello stesso
tempo piu' interessanti. Gia' a
Parigi e poi piu' intensamente in Brasile Levi-Strauss studia, tra gli altri,
Boas, Kroeber, Malinowski, White, Radcliffe-Brown. Torna in
Francia nel
1939, ma nel
1941, subito
dopo l'armistizio, a causa
delle persecuzioni
contro gli ebrei e' costretto a fuggire e riesce ad imbarcarsi per
gli Stati
Uniti. A New York conosce e
inizia a frequentare molti altri intellettuali e ad insegnare presso la New
School for Social Research; presto viene considerato, insieme a Jacques Maritain e
a Roman
Jakobson, uno dei fondatori di una specie di "universita' in esilio" per
accademici francesi. Gli anni
trascorsi a New York si rivelano presto molto importanti per la sua formazione,
il contatto con l'antropologia culturale statunitense e, soprattutto, con il
linguista russo Roman Jakobson, ispirano quella rielaborazione teorica
dell'antropologia culturale che finira' col caratterizzare Levi-Strauss come uno
dei principali esponenti dello strutturalismo, quella tendenza metodologica che,
nata originariamente in ambito linguistico con Saussure, si e' estesa ben
presto ad altri settori, dando luogo, negli anni ’60 e ’70, a una specifica
atmosfera culturale che aveva come centro d’irradiazione la Francia.
Con il
tempo, infatti lo strutturalismo comincia a debordare dal campo strettamente
linguistico, per invadere progressivamente altri settori, quali l’antropologia,
la psicanalisi, l'economia, la sociologia, il diritto, la storia, ecc.,
divenendo di fatto, la scienza degli insiemi umani. Levi-Strauss e'
anche considerato, insieme a Franz Boas, uno
degli esponenti maggiori dell'antropologia americana, disciplina che insegna
presso la Columbia
University a New York e che gli fa ottenere il titolo per essere
accettato con facilita' negli Stati Uniti. Nel
1948 ritorna
definitivamente a Parigi e in quell'anno consegue il suo dottorato alla
Sorbona con una tesi “maggiore” e una “minore”, come era tradizione in Francia,
dal titolo “Le strutture elementari della parentela” e “La
famiglia e la vita sociale degli indiani Nambikwara”. Tra gli
anni Quaranta e Cinquanta Levi-Strauss continua le sue pubblicazioni e ottiene
sempre maggior successo. E' gia'
conosciuto nei circoli accademici, ma nel
1955
Levi-Strauss raggiunge un pubblico piu' vasto con la pubblicazione della sua
opera Tristi Tropici, vibrante storia autobiografica delle sue prime esperienze,
diario di
viaggio nel quale annota le sue impressioni, frammiste a una serie di
geniali considerazioni sul mondo primitivo amazzonico, che
risalgono al periodo intorno agli anni Trenta quando egli era espatriato dalla
Francia e in cui mostra la partecipazione umana e affettiva, oltre che
scientifica, con cui il giovane antropologo francese accosta i selvaggi
sudamericani. Nel
1959 diventa
titolare della cattedra di Antropologia sociale presso il
College de
France. Dopo qualche tempo pubblica Antropologia strutturale, in cui raccoglie diciassette dei circa cento testi scritti in quasi trent'anni. Nel
1962
Levi-Strauss pubblica quello che da molti e' ritenuto il suo piu'
importante lavoro, Il pensiero selvaggio. Nella prima parte del libro viene
delineata la teoria della cultura della mente e nella
seconda parte questo concetto si espande alla teoria del cambiamento
sociale. Ormai
diventato una celebrita',
Levi-Strauss trascorre la seconda meta' degli anni Sessanta intento
alla realizzazione di un grande progetto, i quattro
volumi di
studi dal titolo Mitologica. In essi analizza un singolo mito seguendone le
variazioni di gruppo in gruppo dall'estremita' del Sud America attraverso
l'America
centrale e settentrionale, fino
al circolo polar
artico. Benche' questa sia l'opera principale di Levi Strauss e'
certamente meno conosciuta del Pensiero selvaggio. Nel 1971, Levi-Strauss completa l'ultimo volume delle Mythologiques e nel 1973 viene accolto nell'Academie Francaise, uno dei piu' grandi onori per un intellettuale francese. Nel 2003 riceve la laurea ad honorem dalle Universita' di Oxford, di Harvard e dalla Columbia University. Pur essendosi ormai ritirato dall'insegnamento, continua ancora a pubblicare occasionalmente meditazioni sull'arte, sulla musica e sulla poesia, e se intervistato racconta le reminiscenze della sua vita. Muore a
Parigi il 3 novembre 2009. * Tra le principali opere di Levi-Strauss ricordiamo: Le strutture elementari della parentela, 1949; Razza e storia, 1952; Tristi tropici, 1955; Antropologia strutturale, 1958; Il totemismo oggi, 1962; Il pensiero selvaggio, 1962; i quattro volumi raccolti sotto il titolo complessivo di Mitologiche, 1964-1971; Antropologia strutturale due, 1973; La via delle maschere, 1979; Lo sguardo da lontano, 1983. (Parte prima. Segue)
4. DIRITTI UMANI. SUICIDI IN CARCERE: OCCORRE PIU' IMPEGNO DA PARTE DI TUTTI PER LA VITA E I DIRITTI UMANI DELLE PERSONE DETENUTE Sulla tragedia dei suicidi recentemente avvenuti
nelle carceri italiane anche la comunita' viterbese deve riflettere. Alcuni
drammatici episodi sono accaduti anche nel carcere di Viterbo.
*
Molto occorre fare, innanzitutto valorizzando e
sostenendo quanto gia' si fa di valido, di buono.
Tra gli operatori penitenziari vi sono persone di
grande umanita' e professionalita' che svolgono al meglio delle loro capacita' e
possibilita' un faticoso lavoro sovente in condizioni di carenza di
personale, di mezzi e strutture (carenze che gli operatori hanno piu' volte
denunciato, rivolgendo alle competenti autorita' istituzionali precisi appelli
che devono essere ascoltati ed importanti richieste che devono essere
accolte).
E vi sono cittadine e cittadini che in varie
forme di volontariato sono meritoriamente impegnati nel recare utile
assistenza ed umano conforto a quanti sono in carcere ristretti.
Ma cio' non puo' bastare. Occorrono piu' mezzi,
migliori strutture, piu' risorse per garantire nel modo piu'
efficace anche nel carcere i diritti umani ed in primo luogo il
diritto a vivere.
*
Occorre quindi che la citta' e il territorio,
ed in primo luogo le istituzioni democratiche che li rappresentano,
esercitino un piu' consapevole e sollecito impegno di attenzione per le
persone detenute nel carcere, e di sostegno affinche' siano pienamente
garantiti i loro fondamentali ed inalienabili diritti umani,
cosi' inverando quanto previsto dalla Costituzione della Repubblica
Italiana che all'art. 27 testualmente recita tra l'altro che "Le pene non
possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita' e devono tendere
alla rieducazione del condannato".
Ogni istituzione, ogni rappresentanza democratica,
deve sentirsi impegnata nel difendere la vita e i diritti di ogni essere
umano.
Talvolta basterebbe mettere a disposizione da parte
degli enti pubblici territoriali quote non ingenti di risorse
pubbliche adeguatamente finalizzate per rendere piu' sostenibile la
vita a persone che vivono condizioni di grave disagio e solitudine (in
situazioni di sofferenza iniqua ed evitabile, che vanno ben oltre la
mera condizione di restrizione della liberta').
Basterebbe un impegno di spesa non
particolarmente oneroso da parte degli enti locali per rendere piu'
dignitosa la qualita' della vita delle persone detenute, per rendere piu'
agevoli le visite e il sostegno umano dei familiari, per rendere meno gravoso il
lavoro del personale penitenziario, per sostenere il volontariato, per
favorire quelle finalita' rieducative della pena costituzionalmente
sancite.
Sarebbe opportuno che gli enti locali
intervenissero adeguatamente.
5. INCONTRI. SI E'
SVOLTO IL VENTUNESIMO INCONTRO DEL PERCORSO DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE
NONVIOLENTA AL CENTRO SOCIALE "VALLE FAUL" A VITERBO
[Riceviamo e
diffondiamo]
Si e'
svolto domenica 25 aprile 2010 il ventunesimo incontro del percorso di
formazione e informazione nonviolenta al centro sociale “Valle Faul” di
Viterbo. In occasione della festa della Liberazione sono state lette e vivamente commentate alcune delle epigrafi di Piero Calamandrei scritte per donne, uomini e citta' della Resistenza. L’incontro e' proseguito con un discorso di commemorazione ripercorrendo la storia, ricordando cio' che e' stato, ed affermando la necessita' di impegnarsi oggi contro la guerra e contro il razzismo. A tutti i partecipanti oltre alla raccolta integrale delle epigrafi scritte da Calamandrei e' stata diffusa anche una raccolta di scritti di Primo Levi, ed il Manuale per l'azione diretta nonviolenta di Charles Walker. L'incontro si e' concluso con uno scambio di opinioni sullo svolgimento del percorso formativo alla nonviolenza. Il prossimo incontro sara' domenica 2 maggio alle ore 15,30 presso il centro sociale "Valle Faul" in strada Castel d'Asso, a Viterbo. Le persone partecipanti all’incontro Viterbo, 28 aprile 2010 6. INCONTRI. SI E'
SVOLTO IL 27 APRILE UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
Si e' svolto martedi' 27 aprile 2010 a Viterbo,
presso la sede del "Centro di ricerca per la pace", un incontro di studio sulla
comunicazione nonviolenta.
Nel corso dell'incontro si e' riflettuto su problemi di traduzione
linguistica e di comprensione interculturale, con particolar riferimento sia
alla trasmissione di testi tra culture ed epoche diverse sia alla strumentazione
che consente una ricezione ed interazione adeguata (con una specifica
attenzione alla fruizione ed interpretazione delle opere d'arte,
valorizzando particolarmente gli approcci ermeneutici della filologia classica,
delle estetiche novecentesche, dell'antropologia e della semiotica
contemporanea). 7.
STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata
da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle
tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail:
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto
"copia di 'Azione nonviolenta'".
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riedizioni
- Pietro Aretino, La cortigiana e altre opere, Rcs
Rizzoli Libri, Milano 1989, 2010, pp. 434, euro 7,50 (in supplemento al
"Corriere della sera").
- Giovanni Della Casa, Galateo, Rcs Rizzoli Libri,
Milano 2008, 2010, pp. 234, euro 7,50 (in supplemento al "Corriere della
sera").
- Sigmund Freud, La sessualita'. Psicoanalisi della
vita quotidiana, Mondadori, Milano 1988-1991, 2010, pp. X + 1006, euro 12,90 (in
supplemento a vari periodici Mondadori); la raccolta La sessualita' contiene:
Tre saggi sulla teoria sessuale, Carattere ed erotismo anale, La morale sessuale
"culturale" e il nervosismo moderno, Dalla storia di una nevrosi infantile,
Contributi alla psicologia della vita amorosa; la raccolta psicoanalisi e vita
quotidiana contiene: Psicopatologia della vita quotidiana, Il motto di spirito e
il suo rapporto con l'inconscio, Considerazioni attuali sulla guerra e sulla
morte, Il perturbante.
- Erich Fromm, L'arte di amare. Avere o essere?,
Mondadori, Milano 1986 e 1977, Fabbri - Rcs Libri, Milano 2007, pp. 466, euro
9,90. 9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO
NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della
violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello
locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere
che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento
persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che
promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti:
azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal
dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 175 del 29 aprile 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal
Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della
nonviolenza
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