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Minime. 975
- Subject: Minime. 975
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 16 Oct 2009 01:05:03 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 975 del 16 ottobre 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. La guerra e il colpo di stato razzista 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 4. Cosa fare 5. Barbara Antonelli intervista Suad Amiry 6. Mauro Castagnaro intervista Raimon Panikkar (2001) 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento 8. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. LA GUERRA E IL COLPO DI STATO RAZZISTA Alla guerra ed al colpo di stato razzista occorre opporsi con la stessa energia, per le stesse ragioni, con la stessa chiarezza, con la stessa intransigenza. La guerra e il colpo di stato razzista sono lo stesso crimine, lo stesso orrore. 2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri. Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. * Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Indirizzi cui inviare gli esposti: Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Comunque solitamente: - l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). Quanto alle istituzioni nazionali: - Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it - Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it - Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it - Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it - Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it - Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it - Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Quanto alle istituzioni sovranazionali: - Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm - Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp - Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org * Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata). Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa. * Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro. 5. PALESTINA. BARBARA ANTONELLI INTERVISTA SUAD AMIRY [Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) col titolo "Tra libri e architettura il mondo di Suad Amiry" e il sommario "Palestina. Abbiamo sempre tentato di convincere il mondo che noi palestinesi siamo persone normali e come tutti vogliamo semplicemente vivere e godere della vita"] Travestita da uomo, una notte del 2007 ha scavalcato il muro che separa la Cisgiordania da Israele, per seguire Murad e altri giovani ragazzi: palestinesi che ogni giorno si recano illegalmente in Israele per lavorare (al nero e sottopagati), compiendo cio' che dal 2000 Sharon ha di fatto reso impossibile per tutti quei palestinesi che erano prima impiegati come operai o manodopera in Israele. Suad Amiry, scrittrice al suo quarto libro e architetta palestinese, ha deciso di andare con loro, di condividerne il viaggio, le paure e di scrivere del loro dramma quotidiano. Da questa esperienza e' nato Murad Murad, edito da Feltrinelli, uscito in libreria in questi giorni e che vedra' la scrittrice impegnata in un tour di promozione in Italia. "La maggior parte delle tv, delle radio e dei giornali, sono bravi a mostrare come i palestinesi stiano morendo e come vogliano morire, trasmettendo questa immagine negativa per la quale la vita non vale abbastanza per essere vissuta - dice Suad Amiry -, tutto questo appare evidente nella promozione negativa che anche gli israeliani fanno dell'immagine dei palestinesi. Sono sempre stata attiva con l'Olp, con i partiti della sinistra per oltre trent'anni; abbiamo sempre tentato di convincere il mondo che noi palestinesi siamo persone normali e come tutti vogliamo semplicemente vivere e godere della vita". I palestinesi e le palestinesi che emergono dalla sua tagliente scrittura, vogliono appunto vivere in modo semplice, andare al cinema, passeggiare, lavorare. Gia' dal suo primo romanzo Sharon e mia suocera (edito nel 2003 da Feltrinelli) Suad ha dato voce alla quotidianita' palestinese, al di la' di ogni banale stereotipo, di ogni appiattimento disumanizzante. "Il mondo sbaglia a non vedere la complessita' che ogni identita' racchiude", mi dice. In Niente sesso in citta' ha definito la Palestina "una terra in menopausa", come le sue amiche protagoniste del libro, prese a fare il bilancio delle loro esistenze ma anche pronte a reinventarsi, a dare sfogo alla propria creativita'. La sua scrittura ripercorre la complessita' dell'identita' palestinese, anche le sue contraddizioni e lo fa senza alcun vittimismo e con un'ironia schietta e pungente, un'ironia che lei stessa definisce "strumento di sopravvivenza indispensabile, un'arma necessaria per fronteggiare la realta'" per chi vive da oltre quaranta anni sotto occupazione militare. Cresciuta tra Amman, Damasco, Beirut e Il Cairo, la poliedrica Suad Amiy, ancor prima di scoprirsi scrittrice, era gia' una brillante architetta. Ha studiato architettura all'American University di Beirut e all'Universita' del Michigan (Usa), seguendo la specializzazione a Edimburgo. All'inizio degli anni Ottanta e' rientrata a Ramallah dove insegna architettura presso la Birzeit University e dove nel 1991 ha fondato Riwaq, un centro di restauro e conservazione degli edifici storici palestinesi. "Siamo un gruppo di architetti - dice Suad - che credono che la Palestina abbia un'eredita' culturale bellissima e che tale eredita' vada conosciuta, studiata e protetta. Il primo passo passa attraverso la consapevolezza, per questo lavoriamo prima di tutto perche' gli stessi palestinesi siano consapevoli del patrimonio che hanno, un patrimonio che viene distrutto ogni giorno". Progetti che testimoniano come i vecchi edifici possano essere riusati per rispondere anche a esigenze piu' moderne, attuali, dimostrando che le tecniche di costruzione tradizionali possono essere tutt'oggi utilizzate e che la conservazione puo' in alcuni casi rivelarsi piu' economica di una nuova costruzione. La sfida e l'obiettivo di Suad e dello staff di Riwaq e' di proteggere e riabilitare quelle aree in Palestina, significativamente piu' interessanti e preziose dal punto di vista storico, compiendo allo stesso tempo una lavoro di lobbying sull'Autorita' Nnazionale palestinese perche' promuova una politica nazionale di difesa dell'eredita' culturale. Altro obiettivo, incoraggiare il settore privato e i diversi attori (associazioni, gruppi, Ong) anche non palestinesi a investire nella conservazione del patrimonio culturale palestinese con delle linee guide che rispettino ovviamente tale patrimonio. Anche da qui nasce l'idea del progetto "A geography: 50 villages", geografia di 50 villaggi, 50 luoghi in Palestina che Riwaq ha scelto per dare vita alla sua Terza Biennale, fino al 16 ottobre 2009. Entrando nella sede di Riwaq, pochi minuti da Al Manara, cuore pulsante di Ramallah, fervono i preparativi per la Biennale. "Questi 50 villaggi sono stati scelti perche' sono significativi dal punto di vista architettonico - racconta Suad - e perche' possiedono degli edifici storici che si sono conservati in modo magnifico. In collaborazione con le comunita' e le istituzioni locali, l'idea e' fare di questi luoghi i protagonisti artistici della protezione e promozione del patrimonio culturale in Palestina, organizzandovi eventi e progetti, visite sul territorio per mettere in connessione artisti - e non solo - internazionali e palestinesi". Non un evento unico quindi e nemmeno un luogo unico. La scelta di una pluralita' di luoghi nasce anche dall'esigenza di mostrare la frammentazione del territorio palestinese, la frattura e la parcellizzazione dell'unita' del territorio che la politica israeliana mette quotidianamente in atto attraverso l'occupazione e la violazione del diritto internazionale. La terza Biennale di Riwaq, quest'anno ospite - insieme ad altri artisti palestinesi - alla LIII edizione della Biennale di Venezia (in un intero padiglione dedicato - per la prima volta nella storia - all'arte palestinese), costituisce anche un'opportunita' per riconnettere alla scena artistica internazionale una Palestina isolata e ingabbiata. Cosi' l'arte, la sua conservazione e la sua promozione, diventano mezzi di difesa dell'identita' contro chi ogni giorno vuole alterarla o cancellarla. Ma l'architettura non e' anche stratificazione culturale? "Se mi chiedete - dice Suad - come architetta, quale e come sia l'architettura palestinese vi risponderei che non abbiamo un'architettura palestinese, ma una architettura romana, una italiana, una ottomana, e ancora altro". E allora la protezione del patrimonio artistico diventa protezione di una identita', ma anche di diverse identita'. Al di la' di ogni appiattimento stereotipato e sotto una prospettiva inedita. Per maggiori informazioni: www.riwaq.org 6. RIFLESSIONE. MAURO CASTAGNARO INTERVISTA RAIMON PANIKKAR (2001) [Dal mensile "Jesus", n. 4, aprile 2001, col titolo "Raimon Panikkar. Passaggio in Asia" e il sommario "Perche' il Vangelo ha attecchito poco in Asia? Come superare i 'dubbi' che Roma ancora nutre verso i teologi del continente? Le prospettive della riflessione ecclesiale in Oriente esaminate da uno degli esponenti piu' originali del dialogo tra cristianesimo e religioni asiatiche"] "Non mi considero mezzo spagnolo e mezzo indiano, mezzo cattolico e mezzo induista, ma tutto occidentale e tutto orientale. Cosi' come, facendo un paragone irriverente, potrei dire che Gesu' non e' stato meta' Dio e meta' uomo, ma pienamente divino e totalmente umano, come afferma il Concilio di Calcedonia". Si presenta cosi', quando gli si chiede conto della sua storia familiare e della sua fede, Raimon Panikkar. Nato a Barcellona da madre cattolica e padre induista, ordinato sacerdote nel 1946 e incardinato nella diocesi di Varanasi, in India, e' famoso come filosofo cattolico impegnato da una vita nel dialogo interreligioso. Di lui, ottantatreenne, colpiscono non solo il viso incredibilmente giovane e sorridente, ma soprattutto le parole, dense di una spiritualita' che, mentre si richiama costantemente ai Padri, sembra sempre annunciare il futuro. "Sono convinto che la grande sfida del terzo millennio per la Chiesa sia l'Asia", dice, "perche' il cristianesimo in questa parte del mondo si trova, forse per la prima volta, di fronte a una provocazione metafisica, mistica, di profondita'. Il cristianesimo ha avuto grande successo - umanamente parlando - in Africa e America latina, ma non in Asia, perche' le culture di questo continente costituiscono una sfida al filone abramico in cui finora esso si e' sviluppato. La tradizione abramica e' forse la piu' profonda della storia dell'umanita', ma non e' l'unica, e, per avere qualche ragion d'essere al di fuori di essa, il cristianesimo deve rinunciarvi e morire alla sua pretesa di verita' assoluta, confidando nella risurrezione. E' lo Spirito Santo che dice: "Se vuoi risorgere, muori a te stesso, alla tua occidentalita', che non e' tutto". Se Cristo e' per tutto il mondo, come io credo, allora il cristianesimo deve ripensare se stesso in profondita'". * - Mauro Castagnaro: Ma il cristianesimo puo' sganciarsi dalla matrice abramica? - Raimon Panikkar: Nel Vangelo e' detto: "Voi siete il sale del mondo". Vogliamo che tutto diventi sale o che il pesce e il riso siano piu' saporiti? Dice Gesu': "Prima di Abramo io ero". Quindi Cristo e' nato anche in Oriente, in una forma certo misteriosa, non storica, perche' io non nego che Gesu' fosse un ebreo, figlio di Maria, venuto alla luce a Betlemme duemila anni fa. Pero' il Gesu' risorto e' il Cristo, e in Cristo, come ricorda Paolo, non c'e' giudeo ne' greco, ne' uomo ne' donna. Il mistero di Cristo supera le nostre mentalita', anche quella cristiana, e noi cristiani non dobbiamo ridurre il suo messaggio alla nostra misura, appropriandocene. * - Mauro Castagnaro: Qual e' il contributo specifico che l'Asia puo' offrire al cristianesimo? - Raimon Panikkar: L'opzione per la mistica, per la terza dimensione della realta', per il superamento del mito della storia. Bisogna aprire il terzo occhio, come dicevano i teologi del XIII secolo, e non ridurre tutto a un illuminismo con sopra una verniciatura di fede. Questa e' la sfida. * - Mauro Castagnaro: Con l'opzione per la mistica non si rischia la fuga dai problemi concreti? Le grandi tradizioni culturali e religiose asiatiche non paiono in grado di risolvere gli enormi squilibri sociali del continente. - Raimon Panikkar: Chi ha creato questo divario tra i ricchi e i poveri? Non certo gli asiatici. Forse e' vero che l'Asia non si preoccupa del sociale, ma e' falso che lo faccia l'Occidente. Chi spende ogni giorno 100 milioni di dollari in armamenti? Un secolo fa il 78% degli abitanti degli Stati Uniti erano agricoltori, oggi lo e' solo il 2%, che pero' potrebbe nutrire tutta l'umanita'. Ma non lo fa. Perche' non e' redditizio. Il messaggio di Gesu' e' attuale: "Non si possono servire due padroni, Dio e il denaro". Optare per la mistica non vuol dire non optare per i poveri, ma non assolutizzare il sociale. * - Mauro Castagnaro: Le Chiese asiatiche sono davvero ancora troppo ricalcate su quelle occidentali? - Raimon Panikkar: Nelle Chiese dell'Asia c'e' un disagio, anche se un po' inconsapevole. Tutti vogliamo essere cristiani, cattolici, apostolici, romani, ma il vestito ci risulta un po' scomodo. Tuttavia lo "strip tease" non va bene. D'altra parte anche il Vangelo dice che non serve rattoppare l'abito logoro. La teologia asiatica sottolinea molto la kenosis, l'annichilimento di Cristo. Optare per la mistica significa accettare che la realta' non si esaurisce con la storia. Finora non abbiamo preso sul serio le tradizioni asiatiche, che sono mistiche e metafisiche. E questo vuol dire meditazione, contemplazione, amore, superamento - non negazione - della ragione, che in fondo e' il vero significato della metanoia. * - Mauro Castagnaro: Nelle Chiese d'Asia ci sono esperienze in cui questo si realizza? - Raimon Panikkar: Ci sono gli ashram cristiani, dove paradossalmente si dimostra che quanto piu' ci si separa da schemi importati, tanto piu' si incontrano le radici stesse del cristianesimo. Parlando di contemplazione, infatti, riscopriamo i Padri della Chiesa. Poi c'e' la riflessione teologica, soprattutto in Corea, India, Sri Lanka e Thailandia. Purtroppo i teologi asiatici avvertono una sfiducia nei loro confronti, per cui non riescono ne' osano dire tutto quel che pensano. Oggi e' molto importante fidarci gli uni degli altri. Perche' devi diffidare della mia fede cristiana se non parlo come te? Magari sbaglio, ma se mi dai un po' di fiducia, prima sbagliero' meno, poi entreremo in un dialogo nel quale ci correggeremo e feconderemo a vicenda. Cio' vale per le culture, per le religioni e dentro lo stesso cattolicesimo. * - Mauro Castagnaro: La dichiarazione Dominus Jesus pare rivolta ai teologi asiatici, quando critica "le teorie di tipo relativistico che giustificano il pluralismo religioso...". - Raimon Panikkar: Perche' c'e' questa paura? Se io, come cattolico, credo che la Pasqua e' giàa' venuta, e non solo Cristo, ma il mondo e' risorto, non dovrei avere paura. Il pericolo del relativismo esiste, ma la vita stessa e' un rischio. Solo chi e' morto non corre rischi. E il rischio e' parte della scelta cristiana: quando gli apostoli lasciarono tutto per seguire Gesu', decisero di rischiare. La fede e' rischio, e' il coraggio della vita. Certo, poi serve la prudenza dell'autorita'. Io ho bisogno che essa mi consigli e mi corregga, ma non ho bisogno della sua sfiducia, perche' mi scoraggia; o del suo controllo repressivo, perche' non mi fa sentire libero e mi spinge a estremizzare le mie posizioni. C'e' una bellissima preghiera di Tagore che dice: "Dio, tu mi hai legato con la mia liberta'". Questo e' il cristianesimo. E se il teologo non e' libero, non e' un teologo. Se c'e' un dialogo effettivo, si da' spazio alla creativita'. Certo, la novita' fa paura, ma davanti a una svolta ci vuole magnanimita', come diceva Gandhi. * - Mauro Castagnaro: Come vede la diffusione nei nostri Paesi di nuovi movimenti religiosi che si richiamano all'Oriente, vanno sotto il nome di New Age e sono forse alla base delle critiche postume rivolte dalla Santa Sede alle opere del gesuita Anthony De Mello? - Raimon Panikkar: Come filosofo sono consapevole della fragilita' concettuale delle opere di De Mello. Se si prendono queste storielle come una formulazione dogmatica, la Chiesa ha ragione a dire che il risultato e' superficiale o fuorviante. Ma se si utilizza la conoscenza simbolica, queste storielle toccano il cuore e forse cambiano la vita. Anche Gesu' non parlava con "idee chiare e distinte", ma in parabole. Dobbiamo reimparare la conoscenza simbolica. Non per niente la fede e' detta il "simbolo" degli apostoli, non la dottrina. I concetti hanno il loro valore, ma la "concettolatria" e' la piu' sottile delle idolatrie. Non fa riflettere che questo Occidente, considerato cosi' razionalista, abbia reagito tanto positivamente a un uomo che raccontava storielle? Nella New Age si sente un'influenza dell'Oriente sull'Occidente, ma ci siamo mai preoccupati dell'influenza dell'Occidente sull'Oriente? Per ogni mille buddhisti in Occidente, ci sono milioni di cristiani in Oriente, e questo, visto da la', crea problemi. Non si deve aver paura della diversita'. In Italia oggi si temono i musulmani, ma in India hanno paura dei cristiani. Dobbiamo liberarci dall'eurocentrismo e dall'etnocentrismo. * - Mauro Castagnaro: Ma che cosa c'e', a suo parere, dietro questa ricerca "a Oriente"? - Raimon Panikkar: C'e' un bisogno insoddisfatto di spiritualita', di gioia; c'e' la ricerca di qualcosa che tocchi davvero il cuore... A queste domande non si puo' rispondere esclusivamente con precetti morali o dogmi dottrinali, che a tanti risultano incomprensibili. Non sara' forse uno schiaffo dello Spirito Santo per risvegliare tanti cristiani? * - Mauro Castagnaro: Se credo di possedere la verita', come posso realizzare un dialogo interreligioso autentico, non diplomatico o irenistico, ma che non sia neppure votato all'eclettismo? - Raimon Panikkar: Io non sono favorevole ai "cocktail di religioni". Condivido la critica al relativismo, ma altra cosa e' la relativita', cioe' la consapevolezza che qualsiasi affermazione io faccia ha un senso in relazione a un contesto. Io non posso giudicare i testi della filosofia e teologia indiane senza conoscere il loro contesto. Chi pensa di possedere tutta la verita' non e' tomista ne' cristiano: san Tommaso d'Aquino afferma che noi non possediamo la verita', semmai la verita' possiede noi. Il pluralismo e' l'ammissione della mia contingenza, per cui io non ho il monopolio della verita' ne' posso capirla tutta: il mistero di Dio ci supera infinitamente. Il pluralismo e' la guarigione dall'assolutizzazione, cioe' dall'idolatria. E' il riconoscimento della relativita' e della bellezza straordinaria di tutte le tradizioni, per cui ciascuno deve seguire il proprio cammino. La Bibbia racconta che quando gli uomini vollero creare una religione unica, un governo mondiale, Jhwh distrusse la torre di Babele. Non serve una sola elefantiaca istituzione, ma piccole capanne, dove possiamo conversare e arricchirci reciprocamente. Eppure la globalizzazione, cui non credono piu' ne' i cristiani ne' i seguaci delle altre religioni ("Un Dio, una patria, un re"), oggi viene proposta dai cosiddetti laici: una democrazia mondiale, un capitalismo mondiale, una Banca mondiale. Qui vedo il senso storico del risveglio dell'Asia: in un continente vittima dell'invasione tecnocratica, forse tocca a quei piccoli gruppi secondo cui la vita ha un'altra dimensione resistere a questa omologazione della realta' e salvare il mondo dalla catastrofe. * Postilla. Raimon Panikkar e la teologia asiatica postconciliare Raimon Panikkar e' autore di una quarantina di libri, tra cui Il Cristo sconosciuto dell'induismo, La Trinita' e le religioni del mondo e Il silenzio del Buddha. Per molti anni docente di Studi religiosi all'Universita' di Santa Barbara, in California, oggi vive in Catalogna. Poche settimane fa ha ricevuto in Italia il "Premio Nonino". Convinto difensore della pace, Panikkar ha affrontato il tema da un punto di vista filosofico nel libro La torre di Babele. Pace e pluralismo (Edizioni Cultura della pace, 1990). In esso l'autore polemizza contro quello che definisce "pacifismo colonialista", prodotto dalla "ragione armata" dei Paesi ricchi. Secondo Panikkar, a offrire una soluzione potra' essere soltanto un modello culturale complesso e pluralista. Gli sviluppi della teologia asiatica postconciliare hanno preoccupato spesso, in anni recenti, la Congregazione per la dottrina della fede, spingendola a mantenere sotto osservazione alcuni autori, quando non a prendere provvedimenti disciplinari. L'accusa, formulata dal cardinale Joseph Ratzinger soprattutto a partire dal 1996, fino al documento Dominus Jesus dello scorso settembre, e' quella di un relativismo che negherebbe l'unicita' del ruolo di Cristo nella storia della salvezza. Tra i teologi asiatici colpiti da misure disciplinari da parte del Vaticano, il piu' noto e' forse Tissa Balasuriya, dello Sri Lanka, scomunicato nel 1997 e riammesso alla comunione ecclesiale l'anno successivo. A suscitare perplessita' sono state inoltre le opere di pensatori come Aloysius Pieris, Michael Amaladoss, Samuel Rayan. Anche taluni europei che si sono confrontati con la questione della salvezza nelle religioni non cristiane sono finiti nel mirino dell'ex Sant'Uffizio. L'ultimo caso e' quello del gesuita Jacques Dupuis. 7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 975 del 16 ottobre 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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